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Un nuovo Famila del Gruppo Arca (gruppo Selex) apre a Forlì

Con una superficie di vendita di circa 1.500 metri quadri e un ampio parcheggio con 120 posti auto debutta in viale Andrea Costa 49 a Forlì un nuovo supermercato Famila del Gruppo Arca (associato di Selex Gruppo Commerciale). 

«Siamo orgogliosi di questa apertura – ha dichiarato Giovanni Baldacci, Presidente del Gruppo Arca -. Consolidare la nostra presenza sul territorio è un messaggio di fiducia importante e una scelta che ci impegna ancor di più nei confronti dei nostri clienti, nel proporre soluzioni capaci di coniugare qualità del prodotto e convenienza, alla velocità e alla comodità della spesa. Vorrei anche sottolineare che il nuovo Famila genera 50 nuovi posti di lavoro, dando così un altro contributo al benessere generale del nostro territorio».

Il supermercato si distingue per un’offerta particolarmente ampia di prodotti freschi e del territorio, e per un’assoluta novità: l’area dedicata alla frollatura nel reparto macelleria, con vasto assortimento di carne romagnola, che consente di migliorare le caratteristiche organolettiche della carne, conferendole più gusto e tenerezza.

Grande attenzione è stata posta alla ristorazione take away, che dispone di una cucina interna per la preparazione di piatti gastronomici freschi tutti i giorni e un reparto pescheria con arrivi quotidiani di pesce freschissimo proveniente dai mercati locali a disposizione del reparto friggitoria e pesce cotto.

Il supermercato dispone anche di un fornitissimo reparto ortofrutta con un angolo dedicato agli amanti dei prodotti vegani, una rivendita self service di pane fresco con servizio di taglio del pane, una vasta offerta di prodotti biologici e per celiaci, un reparto casalinghi e una cantina con esclusive etichette di vini.
A un così variegato assortimento, si affiancano centinaia di prodotti in offerta proposti giornalmente dal punto vendita, che si andranno ad aggiungere alle consuete e periodiche promozioni che caratterizzano l’insegna.

L’attenzione nella progettazione è stat posta alle logiche green: il supermercato infatti è caratterizzato da format e attrezzature innovative che consentono una riduzione dei consumi energetici e da scelte progettuali e impiantistiche orientate alla sostenibilità ambientale. Il punto vendita è l’unico del territorio caratterizzato da un altro elemento di novità, i display segna prezzi luminosi, con luci led. Ciò consentirà ai clienti di visualizzare più facilmente i prezzi e gli altri elementi dell’offerta.

Arca Spa di Longiano (Fc) ha con una rete commerciale formata da oltre 100 punti di vendita tra Emilia Romagna e Marche che presidiano i diversi canali distributivi con le insegne Famila, A&O e C+C. Arca Spa fa capo al Gruppo Unicomm di Dueville (Vi), associato a Selex.

Il nuovo punto di vendita è stato inaugurato alla presenza del Sindaco di Forlì Davide Drei, del Presidente dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese Giorgio Frassineti, dell’Assessore Comunale Francesca Gardini, del Presidente di Arca Giovanni Baldacci e del Presidente del Gruppo Unicomm Cavaliere Marcello Cestaro.

Con il riciclo abiti Auchan Retail premiata con lo HUMANA Eco-Solidarity Award 2017

Il contenitore digitale per la raccolta d’indumenti usati del progetto di HUMANA People to People Italia di Concesio.

Il progetto del contenitore digitale per la raccolta d’indumenti usati che ha permesso di raccogliere oltre 270 mila chili di abiti e ha contribuito al sostegno del programma “Farmers’ Clubs” in Malawi per la sicurezza alimentare e lo sviluppo delle attività agricole ha permesso ad Auchan Retail Italia di essere premiata con l’“HUMANA Eco-Solidarity Award 2017” come terzo classificato nella categoria nazionale grande distribuzione organizzata/quantità assoluta abiti.

Nel 2016, HUMANA, in collaborazione con i punti vendita Auchan e Simply di Auchan Retail Italia, ha raccolto sul territorio delle province di Bergamo, Brescia, Cuneo, Lecco, Lodi, Monza Brianza, Milano, Mantova, Piacenza, Pescara, Pavia, Roma, Rovigo, Torino, Treviso, Varese, Vicenza e Verona esattamente 273.239 chili di abiti, determinando impatti positivi dal punto di vista ambientale, economico e sociale nel Sud del mondo.

Grazie agli abiti raccolti, infatti, HUMANA ha contribuito a sostenere il programma “Farmers’ Clubs” in Malawi, volto a guidare i piccoli coltivatori nel passaggio da un’agricoltura di sussistenza a una commerciabile, attraverso l’aumento e la diversificazione della produzione, l’impiego di tecniche di lavorazione minima del terreno, la diversificazione delle colture e la preservazione delle scarse risorse idriche.

Allo stesso tempo la raccolta abiti ha prodotto benefici per l’ambiente: gli abiti donati hanno evitato l’emissione di oltre 980mila chili di anidride carbonica nell’atmosfera, pari all’attività di assorbimento di 9.837 alberi, e di risparmiare oltre 1 miliardo e 600 milioni di litri di acqua utili a riempire 656 piscine olimpioniche.

Nella stessa mattinata della premiazione c’è stata anche la raccolta straordinaria nella sede centrale di Auchan Retail Italia, in Provincia di Milano, durante la quale i dipendenti hanno donato 335 kg per i bambini di Chilangoma, in Malawi.

La premiazione della società è avvenuta in occasione dell’HUMANA People to People Day 2017, evento internazionale, giunto alla VIII edizione, che coinvolge i membri della federazione HUMANA in Europa e che, quest’anno, mette al centro il tema dell’“Access to Energy”.
«Il fatto di disporre dell’energia è per noi ormai una cosa quasi scontata. Come potremmo immaginare la nostra vita senza avere la luce in casa o l’energia per ricaricare il cellulare? Nel mondo però la situazione è ancora molto diversa, seppur passi in avanti siano stati fatti. Per questo al centro dell’HUMANA Day di quest’anno abbiamo deciso di mettere proprio il tema dell’accesso all’energia, con particolare focus al tema delle energie pulite» ha ricordato Ulla Carina Bolin, Presidente di HUMANA People to People Italia ONLUS.

«Sono molto onorato e vi ringrazio di cuore per questo riconoscimento. Da molti anni, come gruppo, crediamo nell’importanza di valorizzare la nostra capillare presenza sul territorio nazionale anche a supporto di reti sociali, come quella proposta da Humana. Ed io, personalmente, sono molto sensibile alle iniziative di solidarietà. Ritengo infatti che tutti noi siamo chiamati a un senso di responsabilità e coinvolgimento personale nei confronti di chi è in difficoltà. Credo sia proprio la condivisione di questi valori alla base della nostra collaborazione solida e duratura» è stato il commento di Denis Lionnet, Direttore Risorse Umane di Auchan Retail Italia.

Gruppo Pam e Gruppo Cappelli ancora insieme fino a dicembre 2023

Il punto vendita inaugurato lo scorso mese a Roma è il quarto supermercato Pam gestito in franchising dal Gruppo Cappelli.

Cinque anni di rinnovo di contratto di franchising fino a dicembre 2023 e l’apertura di un quarto punto vendita: si rinnova l’accordo tra Gruppo Pam e Gruppo Cappelli, un sodalizio nato nel 2001, a 11 anni dalla fondazione della società romana.

La storia dell’accordo parte con il primo supermercato aperto in via Gian Francesco Biondi a Roma, l’anno successivo il secondo punto vendita in piazza della Balduina, e nel 2008 la nuova sfida con l’acquisizione di un supermercato in via Settevene Palo a Cerveteri. E, a suggellare la rinnovata fiducia, giovedì 9 novembre è stato aperto il quarto supermercato Pam gestito in franchising dal Gruppo Cappelli.

«Siamo felici di rinnovare il sodalizio con il Gruppo Pam e di aver raggiunto la quota di quattro punti vendita in città. Inoltre, grazie al nuovo accordo, nei prossimi anni inaugureremo insieme nuovi supermercati Pam nella zona di Roma – assicura Alessandro Cappelli, Gruppo Cappelli -. Il nuovo punto vendita si trova in via Simone Martini e sarà aperto al pubblico 7 giorni su 7, con orario prolungato. Tutti i negozi Pam che gestiamo sono caratterizzati dalla presenza dei reparti dei freschi, della macelleria e del banco del pesce a servizio. L’obiettivo è garantire il meglio ai nostri clienti e garantire un servizio e una qualità di alto livello».

«L’apertura del Pam in via Simone Martini rappresenta un’ulteriore dimostrazione della capacità di Pam Panorama nell’affiancare i nostri imprenditori nel loro percorso di sviluppo – ha detto Lorenzo Seccafien, Direttore Vendite Pam Franchising -. Il nuovo punto vendita è l’esempio di come si possa coniugare una proposta moderna e un’offerta completa anche in centro città. Il Gruppo Cappelli, nostro storico imprenditore a Roma, ha dimostrato una grande capacità nel rendere l’esperienza d’acquisto unica, ricca e gratificante: si tratta di un importante valore aggiunto che ricerchiamo nei nostri partner di oggi e di domani».

Sciopero nazionale nella grande distribuzione annunciato da Filcams per il 22 dicembre

È sciopero nazionale nella Gdo: la Filcams Cgil ha proclamato, per il prossimo 22 dicembre, lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Distribuzione Cooperativa e delle aziende associate a Federdistribuzione, senza Contratto Nazionale da quattro anni.
La scelta della giornata del venerdì antecedente il Natale ha evidentemente l’obiettivo di rendere più efficace la mobilitazione, e, secondo una nota del sindacato, “potrà essere articolato diversamente dalle strutture territoriali, con la previsione di 4 ore da effettuarsi lo stesso 22 dicembre e le ulteriori 4 ore da programmare a livello locale, anche al fine di effettuare scioperi improvvisi, entro il 6 gennaio 2018”.

«Ormai da quattro anni, le aziende della Grande Distribuzione Organizzata associate a Federdistribuzione impongono unilateralmente l’applicazione di quello che a tutti gli effetti risulta essere un regolamento associativo, residuo del precedente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Terziario, Distribuzione e Servizi scaduto nel 2013 – ha affermato Maria Grazia Gabrielli, Segretaria Generale della Filcams Cgil Nazionale -. L’associazione datoriale infatti, disconoscendo quanto garantito da disposizioni costituzionali in materia, non solo si rifiuta di definire un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore, tanto da aver cessato ogni trattativa, ma continua a rendersi indisponibile anche ad applicare il rinnovo del Contratto Nazionale Confcommercio del 2015, determinando per le lavoratrici e i lavoratori un danno sia dal punto di vista retributivo che contributivo».

Ma c’è “forte preoccupazione anche per il Contratto Nazionale della Cooperazione” continua la Segretaria Generale della Filcams Cgil, “scaduto ugualmente da quattro anni. Abbiamo esortato ancora una volta le imprese della Distribuzione Cooperativa a definire velocemente una soluzione negoziale per avere una cornice di riferimento utile ad affrontare le particolarità aziendali”.
La mediazione proposta dalle cooperative sarebbe “tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un insostenibile arretramento dell’attuale disciplina del trattamento di malattia. Il nuovo Contratto che vorrebbero le Coop peggiorerebbe diritti e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello di Confcommercio.”
“Ad aggravare ulteriormente la difficile situazione contrattuale”, tiene infine a precisare Gabrielli, “contribuiscono le tante vertenze che coinvolgono i gruppi e le imprese del comparto distributivo, le procedure di licenziamento collettivo, le disdette dei contratti integrativi aziendali, l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi, che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per decine di migliaia di lavoratori.”

Federdistribuzione: tra digitalizzazione e nuove tecnologie quattro regole per la buona impresa

Parità di regole tra commercio on line e off line, incentivi alla formazione per gestire l’impatto della quarta rivoluzione industriale sul lavoro, una reale politica che incentivi le azioni finalizzate all’efficienza energetica e la riduzione della tassa sui rifiuti per chi fa donazioni alle persone bisognose: sono i “quattro messaggi chiave”, le quattro regole per fare buona impresa secondo Federdistribuzione, che ha presentato giovedì a Roma la terza edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore della Distribuzione Moderna Organizzata (BSS) realizzato dalla Federazione e le sue aziende associate con la collaborazione di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

Digitalizzazione e nuove tecnologie al centro della sfida

L’evento di presentazione del BSS è stata l’occasione per riflettere su come il fare impresa secondo criteri di Responsabilità Sociale e sostenibilità si debba confrontare con le nuove sfide e i dirompenti fattori di cambiamento che il settore deve affrontare. Tra questi ultimi, uno su tutti emerge: la digitalizzazione e l’introduzione della tecnologia. Un fil rouge che accompagna e lega ogni aspetto della gestione dell’impresa. In questa logica sono stati approfonditi i quattro grandi temi individuati.

1) Sviluppo dell’ e-commerce e trasformazione digitale nelle imprese.

Nel 2017 gli Italiani hanno acquistato online per oltre 27 miliardi, con una crescita negli ultimi 5 anni dell’87%, che diventa del 285% per beni e prodotti (i servizi sono aumentati “solo” del 36%), arrivati ormai ad assorbire il 52% del mercato on line. Le vendite on line rappresentano il 31% nel turismo, il 22% nell’informatica, il 7% nell’abbigliamento, lo 0,5% nell’alimentare (in fortissima crescita: vedi la video intervista a Valentina Pontiggia Spesa online pronta a decollare ma il punto vendita resta, ci vuole integrazione). «Ma c’è un problema che bisogna affrontare – dichiara Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione – la disparità di regole tra chi opera nell’on line e chi lo fa nell’off line. Le regolamentazioni, nazionali e regionali, su promozioni e sottocosto, valgono per il commercio fisico ma non si applicano all’e-commerce. Sappiamo inoltre come le imprese di puro commercio on line abbiano la possibilità di non pagare le tasse locali ponendo le sedi legali nei cosiddetti paradisi fiscali. Siamo di fronte quindi a una vera e propria concorrenza sleale, che deve essere denunciata e combattuta. Federdistribuzione è in prima linea in questa battaglia, chiedendo anche per il commercio fisico le semplificazioni di cui gode l’on line, come la piena liberalizzazione delle promozioni».

2) Impatto della quarta rivoluzione industriale sul mondo del lavoro

Introdurre innovazione nelle imprese significa anche riflettere sull’evoluzione delle professioni e dell’organizzazione del lavoro e ripensare al contempo alle figure più impattate dal cambiamento. La fotografia del settore fatta da Federdistribuzione parla di un costo del lavoro rappresenta oltre l’11% delle vendite e il 72% del Valore Aggiunto redistribuito sotto forma di remunerazione del lavoro. Un settore in cui il 91% dei contratti sono a tempo indeterminato, con collaboratori per il 58% donne, per il 64% con laurea o diploma superiore, per il 16% con meno di 30 anni, per il 45% con part time. «La formazione ha e avrà un ruolo fondamentale – commenta il Presidente di Federdistribuzione – si rafforzerà l’acquisizione di competenze trasversali quali l’attenzione al cliente, l’efficacia relazionale, la capacità di trasmettere i valori aziendali. Sarà necessario completare le conoscenze tecnologiche di ampie fasce occupazionali. Un’indagine tra le nostre aziende associate ha evidenziato come oltre la metà di loro già svolge una “formazione digitale” e nei prossimi due o tre anni circa l’80% la realizzerà. Per questo incentivare questi percorsi formativi con agevolazioni sarà fondamentale da parte del Governo per scongiurare effetti non voluti sull’occupazione. Energie e risorse dedicate dunque alla formazione, da sempre per le imprese di Federdistribuzione un vero fattore strategico, come dimostra il fatto che negli ultimi 10 anni gli investimenti per addetto sono più che raddoppiati (+137%). Responsabilità Sociale d’Impresa è quindi anche questo: investire per valorizzare il personale”.

3) L’uso efficiente delle risorse

Tutela dell’ambiente, economia circolare e innovazione tecnologica significano uso efficiente delle risorse. “Un processo che non deve essere solo guidato dall’alto ma che deve permeare ogni singolo protagonista della società, sia esso un soggetto economico del settore primario, dell’industria o dei servizi o un singolo individuo. La responsabilità estesa del produttore, l’efficiente gestione dei rifiuti così come la razionalizzazione dei consumi energetici e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento rappresentano la strada obbligata di ogni strategia aziendale che miri ad un’effettiva sostenibilità” secondo Federdistribuzione. Che spiega come le imprese associate hanno diminuito i consumi di energia per metro quadro nel 2016 dell’8% rispetto all’anno precedente. Al tempo stesso stanno aumentando dell’8,3% l’acquisto di energia proveniente da fonti rinnovabili (arrivata nel 2016 al 65% del totale, rispetto a una media nazionale del 45% – dato 2015). «L’economia circolare deve ormai rappresentare il punto di riferimento nell’attività dell’impresa – afferma Cobolli Gigli – e l’attività politica deve promuovere e supportare comportamenti virtuosi e innovazioni aziendali che si muovono in questa direzione. Mi pare che ci siano ancora molti spazi in cui lavorare per definire un approccio ai temi dell’ambiente e dell’energia che sia sempre più efficace e orientato al futuro e alla sostenibilità».

4) Lotta allo spreco e aumento delle donazioni

È un tema di attualità e sensibilità per tutti: cittadini, operatori economici, enti caritativi e autorità. In Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano, ogni anno si generano 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari. Di queste meno del 9% viene recuperato per diventare sostegno ai più bisognosi, il resto è spreco. Uno spreco che equivale a 12,6 miliardi di euro, il 15,4% dell’intero consumo alimentare nel Paese. Si può certamente fare meglio, e in questo sono impegnati attori della filiera ed enti caritativi, ad esempio partecipando a progetti come LIFE-Food.Waste.StandUp, co-finanziato dalla Commissione Europea nel quadro del programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE 2014-2020) che vede come partner Federalimentare (capofila), Federdistribuzione, Unione Nazionale Consumatori e Fondazione Banco Alimentare Onlus. «Una riflessione e uno stimolo: il fatto di fare donazioni da parte di un’impresa è testimonianza di un senso di responsabilità sociale e di etica, andando anche contro ragioni economiche. Tuttavia questa attività di donazioni contribuisce a diminuire i costi della comunità, riducendo le quantità di beni che le amministrazioni locali devono gestire come rifiuti. Sarebbe quindi auspicabile che una parte di questo risparmio venisse convertito in premialità per i soggetti che donano, ad esempio riducendo la tassa sui rifiuti. Ciò potrebbe costituire un impulso per aumentare le donazioni, dando piena attuazione alla recente legge antispreco, la cosiddetta legge Gadda, e rendendo più raggiungibile l’obiettivo indicato dal Ministro Martina di raddoppiare le donazioni arrivando a 1 milione di tonnellate».

 

Il Bilancio di Sostenibilità: verso un impegno concreto

Un percorso avviato da Federdistribuzione nel 2012 con un’iniziativa unica in Italia: un Bilancio di Sostenibilità sviluppato a livello di settore anziché di singola impresa, con l’intento di illustrare agli stakeholder le iniziative delle aziende della Distribuzione Moderna Organizzata (DMO) rilevanti in ambito di Responsabilità Sociale d’Impresa ma scarsamente riconosciute. La seconda edizione, nel 2014, ha garantito continuità nella rendicontazione, dimostrando che l’impegno nei confronti della sostenibilità non era un evento occasionale, ma un processo costante, in crescita e strutturato, con l’obiettivo di “fare buona impresa”, nonostante il difficile contesto economico. Questa terza edizione introduce numerosi elementi di novità, sia dal punto di vista metodologico, con un’impostazione allineata al più riconosciuto standard internazionale di rendicontazione, il Global Reporting Initiative, sia dal punto di vista dei contenuti, ampliati ospitando diversi contributi esterni sul nostro settore, realizzati da partner di prestigio quali Censis, EY e PwC, con l’intento di fornire occhiali nuovi e diversi con i quali provare a leggere la DMO.

Il Presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, ha annunciato un’iniziativa importante. “Abbiamo voluto che il Bilancio di Sostenibilità di Settore 2017 segnasse l’avvio di un cammino di presa in carico, da parte delle aziende associate a Federdistribuzione, di obiettivi in chiave di Responsabilità Sociale d’Impresa, in coerenza con l’Agenda 2030 e i Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite. È un cambio di passo significativo, che riflette una ferma consapevolezza dell’impatto dell’attività d’impresa sulla società e che evidenzia la nostra volontà di contribuire concretamente alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile, a vantaggio delle generazioni future. È un cammino che abbiamo deciso di intraprendere e sul quale dovremo lavorare nei prossimi mesi, per definire il punto di partenza, target, tempi di realizzazione e indicatori di misurazione. Vi diamo quindi appuntamento nel 2018, quando avremo maturato il nostro progetto e potremo presentarvi come Federdistribuzione e le sue imprese associate intendono assumersi una responsabilità concreta in chiave di sostenibilità».

Coop Insieme verso un futuro sostenibile premia cinque fornitori molto “green”

A.I.A., Copack GmbH, Co.ind, San Lidano Coop Agricola, SCA Hygiene Products: sono le cinque imprese che hanno ottenuto il riconoscimento “Coop Insieme verso un futuro sostenibile”, un progetto volto a sensibilizzare i fornitori Coop sui temi della sostenibilità cui hanno aderito 328 aziende.

A 11 anni dall’avvio del progetto, partito nel 2006, anche la concezione di sostenibilità è cambiata: oltre all’efficienza energetica, Coop ha monitorato azioni più ampie includendo le tematiche degli sprechi, della riduzione dei consumi idrici, della produzione di rifiuti e delle donazioni, ma non solo.

È cresciuta anche l’adesione dei fornitori, passati da poche decine a oltre tre centinaia e ad oggi, in base ai valori dichiarati, si è stimato un risparmio di circa 500.000 tonnellate di C02 non immesse in atmosfera. Le 328 imprese aderenti fanno capo a 497 stabilimenti totali all’interno dei quali sono stati effettuati importanti interventi volti a migliorare le proprie prestazioni a favore della sostenibilità.

Nel 2006 Coop fu la prima insegna della Gdo italiana ad invitare i fornitori di prodotto a marchio ad adottare azioni mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra per essere in linea con gli obiettivi sanciti allora dal Protocollo di Kyoto, e prevedendo la collaborazione per la verifica dei dati di Bureau Veritas Italia (organizzazione internazionale che si occupa di certificazione e attività di auditing).

Undici anni dopo, Coop amplia il contesto di riferimento includendo nell’analisi non solo le azioni volte a diminuire le emissioni di anidride carbonica, ma anche altre tematiche strettamente correlate alla sostenibilità: l’energia, certo, ma anche i consumi idrici, i rifiuti, l’utilizzo di materiali riciclati, le certificazioni adottate, la riduzione degli scarti, le donazioni. Ne esce una sorta di “radiografia” complessiva, partendo dal presupposto che molte azioni, oltre a portare ad un beneficio per l’ambiente e per l’’uomo, possono generare contemporaneamente un beneficio economico per le aziende, grazie al risparmio sui singoli costi. Gli scarti e sottoprodotti destinati a valorizzazione energetica sono stati quasi 2 milioni di tonnellate e sono state devolute a donazioni quasi 230.000 tonnellate di prodotto.

«Una delle caratteristiche primarie dei nostri prodotti è l’attenzione all’impatto ambientale generato dall’intero processo produttivo – ha spiegato Marco Pedroni, Presidente Coop Italia intervenuto alla premiazione -. Il prodotto a marchio Coop è buono, sicuro, etico, conveniente, ecologico e trasparente. Questo progetto rientra perciò a pieno titolo nella nostra strategia e i fornitori coinvolti dimostrano di crederci molto».

 

L’evento di premiazione si è svolto a Bologna presso Fico Eataly: ecco le motivazioni della selezione:

A.I.A (carni e uova) ha una filiera controllata dall’allevamento alla macellazione includendo monitoraggio dei consumi, recupero di calore, riduzione dei volumi di fanghi da smaltire e conseguente risparmio di combustibile.

Copack (surgelati pesce e piatti pronti) ha investito molto sul versante sostenibilità dei propri impianti realizzando sistemi di recupero calore ad alta efficienza, illuminazione a led e puntando su energia elettrica da fonte rinnovabile e impianto fotovoltaico. Il tutto ha permesso di ridurre del 4,9% in tre anni le emissioni di C02.

Co.ind (caffè, cacao, cioccolato, igiene persona e prodotti per la sanificazione) ha ottimizzato i propri processi produttivi per ridurre il fabbisogno d’acqua e ha svolto un importante azione di riduzione in peso e sostituzione con materiali compostabili degli imballaggi.

San Lidano Coop Agricola (ortofrutta e IV gamma) ha investito molto sugli impianti necessari per la riduzione del volume di acqua nei processi di lavorazione e ha reimpiegato 4.617 tonnellate di scarto di lavorazione a fini zootecnici.

SCA Hygiene Products (prodotti per la casa a base di cellulosa) ha ideato un sistema di calcolo volontario delle emissioni di C02 finalizzato a compensazioni volontarie e una fitta rete di certificazioni volte al miglioramento dell’efficienza energetica.

Nell’ambito della premiazione 2017 sono state menzionate anche nove aziende risultate più sensibili sul versante della lotta allo spreco, di materie prime e di prodotti, ovvero Centro Latte Bressanone, Cerelia Italia, Dial, Fiorani & C, Mazzei Manufacturing, Ontex Bvba, Orogel, Quality Food Group, Zeta Casa.

Differenze inventariali, emorragia da 2,3 mld di euro, Gdo e abbigliamento perdono di più

Un’emorragia stimabile intorno a 2,3 miliardi di euro e pari all’1,1% del fatturato delle aziende nel settore retail in Italia: è il costo delle differenze inventariali nel 2016 in Italia stimate da uno studio realizzato da Crime&tech, spin-off company del centro Transcrime di Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con il Laboratorio per la Sicurezza e il supporto di Checkpoint Systems. Un costo che sale complessivamente a 3,5 miliardi di euro, 56 euro ad abitante, se si conta anche la spesa in sistemi di sicurezza (pari in media allo 0,5% del fatturato): come se fosse la quinta azienda retail in Italia per fatturato.

Ne emerge un quadro a luci e ombre con differenze anche notevoli tra i settori: con un valore superiore alla media per Fast fashion, Gdo, Calzature e accessori e inferiore per Intimo, Fai da te, Articoli sportivi. Secondo la maggior parte dei rispondenti poi le differenze inventariali sono in diminuzione, ma in alcuni comparti (come Lusso, Calzature, Beauty&Cosmetics) appaiono in aumento.

Le differenze sono anche geografiche: le regioni con il valore più elevato di differenze inventariali sono Campania (1,4%), Puglia (1,4%) ed Emilia Romagna (1,3%). Particolarmente colpite la bassa padana tra Alessandria e Bologna, le province di Bari e Brindisi e l’area compresa tra Napoli e Cosenza. Si tratta in genere di zone interregionali e attraversate da importanti vie stradali. In media, gli ammanchi sono più alti nei negozi situati in aree più periferiche, in comuni più piccoli, meno densamente popolati, con PIL pro-capite inferiore e tassi più alti di giovani e disoccupati.
Le differenze inventariali sono maggiori nei punti vendita dei centri commerciali rispetto ai negozi in città. La ragione può essere legata alle maggiori difficoltà di monitoraggio, al più basso conversion rate clienti-visitatori e alla minore customer care.

La causa più frequente delle perdite sono i furti compiuti da soggetti esterni, seguiti da quelli ad opera di dipendenti infedeli (i.e. furti interni) e quindi di fornitori e trasportatori. La causa meno frequente sono gli errori amministrativi e contabili. Tra i soggetti esterni, sono in aumento i furti organizzati sia ad opera di micro-bande di 2-3 persone che quelli compiuti da veri e propri gruppi criminali (soprattutto sotto forma di intrusioni notturne). L’uso di borse schermate (con fogli di alluminio o simili, per evitare i sensori anti-taccheggio) appare il modus operandi più frequente.

Le fasce d’età più ricorrenti dei “ladri di negozi” sono 18-25 e 26-40 tra gli uomini (soprattutto nel Fai da te, Stazioni di Servizio e nel Lusso) e le donne tra 26 e 40 anni (soprattutto nel Beauty & Cosmetics, nelle Calzature e nell’Abbigliamento). In termini di nazionalità, prevalgono i soggetti dell’Est Europa. .Si può ipotizzare che in aree con maggiori difficoltà socio-economiche, e un maggior tasso di popolazione giovanile, ci sia una maggiore propensione a commettere furti per necessità, furti occasionali, o ad entrare a far parte di una banda organizzata. Ma non esiste alcuna correlazione tra il numero di stranieri residenti e il numero di furti.

I prodotti più rubati variano ovviamente a seconda del settore merceologico. In generale però si può dire che risultano più appetibili quelli con un alto valore economico per centimetro cubo, più facilmente occultabili e con una maggiore rivendibilità sul mercato. Nella Gdo le prime cinque categorie più rubate sono carne salumi e formaggi, alcolici, dolciumi, profumeria e abbigliamento.

Top 5 categorie di prodotto per numero di pezzi rubati. Anno 2016 (N=17).

Centri commerciali più colpiti. Gli ammanchi sono maggiori nei negozi situati all’interno dei centri commerciali (1,16%) rispetto a quelli localizzati in città (1,06%), anche se gl autori sottolineano che sarebbe necessario un campione più ampio per confermare questo pattern da un punto di vista statistico. Hanno però fatto una classifica dei centri coinvolti.

Lo studio dati raccolti secondo due metodi: informazioni quantitative e qualitative raccolte tramite questionario (copertura: 30 aziende, 8.140 PV stimati, 11,5% del fatturato del retail in Italia). E dati quantitativi e informazioni per punto vendita, condivisi direttamente dalle aziende (copertura: 12 aziende, 1.088 PV, 2,9% del fatturato del retail in Italia).

Debutta a Brescia il primo Auchan (sic), nuovo format per il supermercato urbano

Si fa presto a dire Auchan, ma tra Sma, Simply e MyAuchan, un supermercato con questo nome non s’era ancora visto: e invece da oggi c’è, a Brescia, in via San Bartolomeo dove debutta il primo supermercato di 1500 metri quadri a insegna, appunto, Auchan.

Botteghe dei freschi, laboratori di eccellenza gastronomica, un rinnovato e più ampio assortimento di tutti i settori alimentari con particolare attenzione al naturale, al salutistico, al vegano, ai localismi, ma anche tanti prodotti per la cura del corpo e gli amici a quattro zampe sono solo alcune delle novità del nuovo punto vendita, che accoglie il cliente con un’area bar e una zona relax a sua disposizione, per godere in tranquillità una colazione, un aperitivo e una pausa pranzo con la disponibilità di tablet per navigare online.

 

Botteghe dei mestieri e cucina dal vivo

C’era una volta il panettiere, il fruttivendolo e il macellaio. Persone note di cui ci si fidava. All’interno dell’area vendita del nuovo Auchan, sono state inserire vere e proprie botteghe specializzate, espressione dei tradizionali mestieri nel settore del fresco, con un’occhio ai nuovi stili di consumo. Nello spazio della frutta e dalla verdura fresca, ad esempio, ci sono spremute, centrifughe e frutta già tagliata per mangiare in modo sano. I maestri fornai sfornano più volte al giorno pane fresco e i pasticceri preparano diverse proposte dolci. Gli esperti macellai consigliano i tagli migliori della carne di alta qualità, anche con oltre 20 giorni di frollatura, mentre nel reparto pescheria il personale qualificato suggerisce i prodotti più adatti alle ricette e i preparati. E non solo la spesa si può programmare in anticipo, grazie ai servizi di prenotazione e ordinazione, ma c’è la possibilità della consegna direttamente a casa.

Altra novità è il live cooking: fornelli sempre accesi in una apposita postazione dedicata dove gli chef Auchan preparano per i clienti gustose ricette accompagnate da una proposta di vini per ogni occasione.

 

Pagamento da smartphone con speedy pass

Filo conduttore dell’esperienza di acquisto è la possibilità di usufruire di diverse soluzioni innovative, grazie alla comunicazione digitale che informa i clienti e alle rinnovate modalità di pagamento che permettono di risparmiare tempo, con casse self, self scanning e la nuova tecnologia speedy pass che sarà attivata nelle prossime settimane per consentire il pagamento attraverso il proprio smartphone senza sostare alle casse.

Tra i servizi dedicati ai clienti c’è la possibilità di ricaricare i propri device durante la spesa, stampare foto, effettuare fotocopie e fax, prenotare interventi di manutenzioni per la casa, prenotare biglietti per eventi e spettacoli o ritirare i libri scolastici.

Il nuovo Auchan è dotato di parcheggio anche coperto, con posti dedicati alle mamme.

Gdo e dotcom: Groupe Casino si accorda con Ocado per mettere i robot in magazzino

Un magazzino robotizzato e, naturalmente, l’accelerazione del canale e-commerce: porterà a questo l’accordo tra Ocado, dot com britannica concentrata sull’e-commerce alimentare, e Groupe Casino, storica insegna francese che opera anche con i marchi Monoprix, Franprix, Leader Price, Spar e Vival in Francia e con punti vendita in vari Paesi. Le alleanze tra insegne “fisiche”, spesso storiche, e operatore online sembrano entrare sempre più nell’agenda della grande distribuzione (vedi Amazon e U2 in Italia e Aldi con Instacart in Germania).

Nella fattispecie Ocado investirà secondo il Financial Times 15 milioni di sterline nello sviluppo della piattaforma Ocado Smart Platform (“OSP”). E in Borsa le azioni di Ocado sono subito salite del 22 per cento: l’accordo segna infatti non solo l’ingresso di Ocado nel “fisico” ma anche quello in un mercato fuori dal Regno Unito.

“La soluzione Osp – si legge in una nota dell’insegna francese – evoluta e modulare, è una risposta unica alle opportunità e alle sfide poste dall’accelerazione delle vendite online nella distribuzione alimentare. Tale piattaforma comprende la costruzione di un deposito automatizzato di ultima generazione (nel quale Ocado inserirà delle cellule di stoccaggio e dei robot), una soluzione logistica integrata, che include un sito Internet con alcune dell migliori funzionalità del mercato, e l’ottimizzazione della consegna nell’ultimo chilometro e la gestione in tempo reale dei dati dei clienti”.

Il primo a utilizzare la piattaforma sarà il sito online, Monoprix.fr Sarà anche messo in servizio un deposito CFC («Customer Fulfilment Centre») nella regione parigina che si occuperà delle consegne verso Parigi, Ile-de-France, Normandia e Hauts de France.

Ma cosa ci guadagna Ocado per mettere a disposizione la sua tecnologia avanzata “Il gruppo Casino verserà ad Ocado delle commissioni alla firma del contratto, durante la fase di installazione e di utilizzo della piattaforma, in proporzione alla capacità effettivamente utilizzata e dei livelli di servizio raggiunti”.

«Questo accordo rappresenta un grande avanzamento in termini di qualità: in un primo tempo saranno proposte 50000 referenze di prodotti alimentari  ai clienti che potranno usufruire di consegne rapide ed efficaci. Il gruppo Casino è fiero di aver concluso questo accordo che contribuirà a rinforzare ancora di più la qualità del servizio ai suoi clienti, al centro dei suoi pensiero da 120 anni» ha commentato il presidente e direttore generale Jean-Charles Naouri.

“Stiamo continuando ad investire per industrializzare la nostra piattaforma brevettata e questo accordo sarà potrebbe essere il primo di una serie di fruttuose collaborazioni con grandi distributori in tutto il mondo” ha detto Tim Steiner, presidente e direttore generale d’Ocado.

Il gruppo Casino ha oltre 12.960 punti vendita in Francia e all’estero in Argentina (insegne Libertad, Mini Libertad), Brasile (Pão de Açúcar, Extra, Assaí), Colombia (Éxito), Oceano Indiano (Jumbo, Score), Uruguay (Disco, Devoto) e in una dozzina di Paesi africani. Conta 227.842 collaboratori, nel 2016 aveva un fatturato consolidato di 36 miliardi di euro ed è la prima insegna in Brasile e Colombia  e la seconda in Francia per l’E-commerce.

 

Extracoop, la “nuova spesa” di Coop Alleanza 3.0, al via dal 2 dicembre in tre ipermercati

Nasce Extracoop, nuova idea di Coop Alleanza 3.0, “un nuovo modo di vivere la spesa” che da quotidiana diventa straordinaria. Per ora non è dato saperne molto di più, a parte ciò che segnala il sito. La data: il 2 dicembre alle 8,30, e il luogo, anzi i luoghi: il Centro Nova alle porte di Bologna, l’Esp di Ravenna e il Grandemilia di Modena, tre tra i negozi più grandi dell’insegna.

“È una Coop nella quale andare non solo per fare la spesa quotidiana, ma dove al centro ci sei tu, con le tue esigenze e i tuoi bisogni. I nuovi spazi ti accolgono proponendoti non solo la qualità, la freschezza e la convenienza di Coop, ma anche tanti negozi specializzati per i tuoi desideri e per il tuo tempo libero” si legge.

Nuovi prodotti e servizi sono attesi, quasi tutti del bouquet già presente nei vari format o corner Coop: un gioiello, un mazzo di fiori o un profumo, articoli e idee per la casa, le novità e i marchi prestigiosi di tecnologia, piccoli elettrodomestici per semplificarti la vita in cucina. Ma anche libri, viaggi, occhiali. Tutto in un sol luogo: “sarà come trovare dentro la Coop tanti negozi specializzati, dove ricercare quello che ami di più”.

Per completare le ultime attività di ristrutturazione prima dell’inaugurazione, i suddetti tre punti vendita saranno chiusi al pubblico dal 27 novembre al 1 dicembre. In questi giorni a disposizione dei clienti, nella galleria dei centri commerciali, ci sono degustazioni gratuite di prodotti del territorio, “il tutto accompagnato da un sorso di vino o di birra gourmet”. Gli stand delle degustazioni sono aperti dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.

Il 2 dicembre invece è previsto un fitto calendario di eventi speciali e appuntamenti, show cooking, lezioni di stile, spettacoli per bambini. Con personaggi amatissimi dal grande pubblico come Lino Banfi, Carla Gozzi, Carolina Benvenga del programma Rai “La Posta di Yoyo” e Valerio Braschi, vincitore dell’ultima edizione di Masterchef.

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