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Fake news: quando il cibo può far paura

Paura del cibo? Sì, per 3 italiani su 4, ovvero per il 66% dei nostri connazionali.

A ingenerare il timore per le conseguenze che gli alimenti possano avere sulla nostra salute sono molto spesso le fake news propalate dal web. Ecco quanto emerge dall’indagine Coldiretti/ixè presentata in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare nell’ambito del corso di formazione, organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura.

Naturalmente da questa affermazione non bisogna però trarre la conseguenza che la rete vada criminalizzata in toto, si affretta a precisare Moncalvo, presidente Coldiretti. Perché internet, al contrario, può divenire un ottimo strumento per smascherare le bufale.

Est modus in rebus, quindi.

“Per questo – precisa – siamo impegnati nell’educazione nelle scuole e nell’informazione nei mercati degli agricoltori con il progetto Campagna Amica che consente di ricostruire un rapporto diretto tra chi produce e chi consuma nel segno della trasparenza. Un arricchimento culturale che, con la conoscenza diretta, contribuisce a combattere le fake news, ma anche ad adottare comportamenti di acquisto più informati e consapevoli che aiutano a scegliere i prodotti sugli scaffali anche nelle forme più tradizionali della distribuzione”.

Penny Market vende il mug solidale per aiutare le scuole

Originale iniziativa solidale di Penny Market in occasione della festa della Mamma: in vendita nei punti vendita dell’insegna del gruppo Rewe ci sono infatti quattro tazze mug con i disegni dei bambini vincitori del concorso lanciato lo scorso dicembre “Disegna un sorriso”. L’obiettivo dell’operazione è di sostenere 11 doposcuola nelle periferie di alcune grandi città come Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo e promuovere interventi di manutenzione ordinaria in 20 scuole pubbliche su tutto il territorio nazionale.

Da oltre 10 anni Penny Market sostiene la Fondazione Mission Bambini che aiuta i bambini in difficoltà in Italia e le loro famiglie grazie all’apertura di asili nido e spazi gioco, oltre a sostenere le attività di dopo-scuola e la manutenzione degli edifici scolastici. 

I disegni realizzati da Matias, Rachele, Nikita e Sofia sono stati scelti per diventare i soggetti delle PENNYMUG a seguito della prima fase del concorso, durante la quale i bambini erano stati invitati a realizzare un disegno dedicato al tema della famiglia. Ora, in occasione della festa della mamma, Penny Market commercializzerà le tazze con i disegni dei bambini, infatti per ogni tazza venduta 0,50 centesimi saranno dati alla Fondazione Mission Bambini.

«Siamo veramente orgogliosi di essere protagonisti di questa iniziativa insieme a Mission Bambini – ha dichiarato il CFO di Penny Market Italia, Roberto Fagnani –. Per noi si tratta di un importante esempio di modello circolare in cui pubblico, privato e terzo settore collaborano per il bene comune, impegnandosi in progetti di pubblica utilità che, in questo caso, contribuiscono al miglioramento degli spazi e dei servizi scolastici a beneficio non solo dei bambini, ma anche delle famiglie. Per Penny Market possiamo parlare di interesse pubblico in atto privato».

 

Bufera su Lidl, la destra invoca il boicottaggio, la polemica imperversa sui social

È bufera politica sulla Lidl, la catena di tedesca che conta centinaia di punti vendita anche in Italia, dopo il licenziamento di due dipendenti che nello scorso febbraio a Follonica rinchiusero due donne di etnia Rom che stavano rovistando nei rifiuti in un gabbiotto. Un gesto discutibile, reso ancora più controverso dal fatto che i due girarono un video con il telefonino, poi postato sui social, in cui si vedevano le due donne terrorizzate urlare per essere liberate. Sulla vicenda la Procura di Grosseto ha aperto un fascicolo per sequestro di persona.

“Era uno scherzo”, si erano giustificati i due. E pare anche che conoscessero le donne e fossero abituati a prenderle di mira “bonariamente”. Ma l’azienda tedesca non ha preso sul ridere il gesto, anche a causa del danno di immagine provocato, e ha licenziato il 35enne con un contratto a tempo indeterminato e non ha rinnovato il contratto al 25enne assunto a tempo determinato. Una decisione che ha suscitato molte polemiche. Sfociate nella proposta di boicottaggio della catena lanciata dalla formazione di estrema destra Casa Pound con una serie di striscioni esposti nella notte davanti ad alcuni supermercati romani per solidarizzare con i due lavoratori. “Prima gli Italiani. Boicotta Lidl”, si legge sugli striscioni.

Posizioni scontante, eppure anche Sinistra Italiana, da posizioni politiche diametralmente opposte, critica la decisione di Lidl. “La triste vicenda di Follonica – scrive in un comunicato la direzione nazionale del partito – si è conclusa in un modo che a noi non piace affatto: con il licenziamento di due lavoratori. Troviamo la misura sbagliata per molti fattori: innanzitutto è secondo noi sproporzionata rispetto all’offesa. In secondo luogo Lidl, che non è un ente né morale né caritatevole ma un’azienda che deve fare profitto, non ha ruoli educativi nei confronti della popolazione generale e con il suo atto non fa che aumentare l’attrito tra i cittadini residenti e le categorie disgraziate che cercano di arrancare nella vita di tutti i giorni”.

Contro Lidl si era subito schierato anche il leader della Lega Matteo Salvini, secondo cui è “roba da matti lasciare a casa due ragazzi con mutuo e famiglia, licenziati per aver fermato e filmato due ladre”. Salvini ha invitato al boicottaggio della catena e ha sollecitato i cittadini a sommergere di commenti negativi la pagina Facebook e il profilo Twitter della Lidl. Anche il conduttore della trasmissione di Radio 24 “La Zanzara”, Giuseppe Cruciani, ha preso le difese di Ramon e Andrea, i due dipendenti, invitando qualche imprenditore ad assumerli.

I due dipendenti peraltro hanno tenuto un profilo molto diverso sulla vicenda. Mentre Andrea ha scelto il silenzio, Ramon ha lanciato dure accuse alla Lidl trasformando la sua pagina Facebook in una palestra di commenti di entrambi i segni.

La stessa Lidl del resto, molto attenta alla sua politica social e attiva su Facebook, fin dall’inizio della vicenda a febbraio aveva annunciato, proprio sul social di Zuckerberg, che avrebbe preso provvedimenti.

Nei prossimi giorni i due ex dipendenti Lidl decideranno con i loro avvocati le future mosse di una vicenda che sembra tutt’altro che conclusa.

Lidl ha inaugurato il 4 maggio un punto vendita a Napoli in Via Nazionale delle Puglie.

ln Australia apre il supermercato antispreco dove paghi quel che puoi

La lotta allo spreco passa anche per un supermercato che vende cibo commestibile, ma non abbastanza presentabile per gli scaffali: si chiama OzHarvest market e ha aperto a Sydney. Interessante il sistema di pagamento: come vuole la base dell’etica anarchica “da ciascuno secondo la sua possibilità a ciascuno secondo le sue necessità”, al supermercato la spesa si paga quanto si vuole, o si può. E tutto ciò è reso possibile dal fatto che il cibo è recuperato da giacenze destinate a finire nella spazzatura perché non più vendibile, e al fatto che la gestione è affidata a volontari: da 5 a 10, che servono circa 150 clienti al giorno (il punto vendita ha aperto il 19 aprile). In vendita un po’ tutto ciò che si trova in un supermercato “normale”, da frutta e verdura allo scatolame, dal dentifricio ai detergenti ai prodotti per l’infanzia. Anche se, forzatamente, l’assortimento è limitato e soggetto a disponibilità del momento.

Numerosi i suggerimenti per sprecare meno appeso strategicamente in giro per il punto vendita.

 

Amici famosi

L’iniziativa è partita da OzHarvest, la prima organizzazione australiana che raccoglie cibo vicino alla scadenza o in avanzo da attività commerciali (supermercati, ristoranti, bar) e lo “gira” a oltre 500 enti di beneficienza. OzHarvest che recentemente è sbarcato nel Regno Unito. La cassa mediatica è garantita da amici di grande spessore che ne supportano l’iniziativa, ovvero i celebrity chef di fama mondiale quali Jamie Oliver e la sua fondazione, che ha promosso lo “spin off” britannico e raccolto 500mila sterline con una cena stellata benefica, e Massimo Bottura, che ha parlato a Sidney a una cena per raccogliere fondi. “Il potere di cambiare può venire dagli chef e dalla loro abilità a riciclare e ricreare il cibo, devono aiutare a diffondere questo concetto in modo che la gente impari come fare e sia ispirata dalle loro ricette e dalle loro idee”  ha detto. 

Alla cena benefica di Londra c’erano grandi nomi della cucina internazionale come Bill Granger e Brett Graham, Angela Hartnett, Atul Kochhar e Gennaro Contaldo: “un grande esempio di cosa si può creare quando le organizzazioni, le aziende, le comunità e gli individui lavorano insieme per raccogliere soldi al fine di attivare iniziative per l’educazione alimentare e la riduzione dello spreco.”

 

Anche in Italia

OzHarvest market è insomma una sorta di supermercato soldale, insomma, che incrocia solidarietà sociale e lotta allo spreco. Non è l’unico né il primo. All’ombra della crisi e della nuova sensibilità verso le tematiche ambientali ne sono nati anche altrove. Innovativo è ad esempio il caso in Italia con degli Empori Solidali presenti in Emilia -Romagna a Rimini (vedi Nasce Emporio Rimini, il supermercato sociale, tra solidarietà e spreco zero) Reggio Emilia e Modena. In Danimarca un’iniziativa molto simile, Wefood, sta aprendo i secondo punto vendita (vedi Wefood: basta con gli sprechi).

Il vino cinese arriva sugli scaffali della Gdo britannica: dall’import alla concorrenza?

La selezione di vini cinesi in vendita da Tesco.

Fase uno i cinesi scoprono il vino, e diventano tra i maggiori importatori al mondo; fase due i cinesi pensano che, in fondo spazio e clima adatti non mancano, ed iniziano a farselo a casa loro. E questo stesso vino finisce sugli scaffali di due delle maggiori insegne della Gdo britannica, Sainsbury’s e Tesco.

Sorprendente? Certamente no, la Cina per l’International Organisation of Vine and Wine vanta oggi la seconda superficie vitata al mondo dopo la Spagna e, se negli ultimi anni la produzione era diretta sostanzialmente al mercato interno (la classe media cinese, target delle vendite, sarebbe più numerosa dell’intera popolazione del Regno Unito), ora le cose sembra stiano cambiando, anche grazie a un aumento della qualità. La “Napa Valley” cinese sarebbe la regione settentrionale del Ningxia, che vanta un clima secco e caldo con 3mila ore di sole all’anno. 

La vocazione vinicola potrebbe prendere la strada di tante altre industrie che stanno facendo la forza dell’economia cinese. Già i dati più recenti secondo Decanter mostrano un rallentamento delle importazioni a volume mentre si alza il loro valore. Nei primi tre mesi del 2017 le importazioni di vino in bottiglia sono aumentate “solo” del 5,6% a volume e a valore sono diminuite del 3,6% secondo DecanterChina mentre nello stesso periodo del 2016 gli incrementi erano stati del 31,1% a volume e del 47,3% a valore.

Il mercato import sembra dunque percorso da venti di cambiamento che non si presentano affatto uniformi a varian da Paese a Paese. Francia e Australia (i primi due importatori) hanno sì visto un buon incremento di vendite, 10% e 14,9% nel primo trimestre del 2017, ma con un crollo a valore dell’8,8% e dell’8,6% il che suggerisce una virata verso etichette meno care.

 

Crai, il nuovo concorso Operazione sorriso si sobbarca mutuo, affitto e spesa

Trentamila mila euro per pagare il mutuo o l’affitto e 5.000 euro in buoni spesa, premi certi a tema benessere per tutti i possessori della carta fedeltà Carta Più CRAI: è il grande concorso “Operazione Sorriso” – Ci pensa CRAI, attivo dal 2 al 31 maggio, mese in cui si celebra la Festa del Cliente in tutti i punti vendita CRAI. Con una spesa minima di 25 euro e l’acquisto di almeno un prodotto sponsor, chi si sarà registrato al sito craioperazionesorriso.it potrà partecipare all’estrazione finale dei premi.

L’estrazione permetterà a 3 vincitori di aggiudicarsi un premio del valore di 10.000 euro ciascuno da utilizzare per il pagamento del mutuo o dell’affitto della propria casa e ad altri fortunati clienti di vincere 20 buoni spesa da 25 euro, per un valore complessivo per ogni cliente di 500 euro.

L’edizione di quest’anno prevede anche una novità esclusiva e dedicata ai soli titolari della Carta Più: ciascun cliente possessore della carta fedeltà che avrà partecipato al concorso potrà godere di un premio certo, consistente in un voucher benessere. Si potrà usufruire a scelta tra: una settimana in palestra, un corso di fitness, una lezione con un personal trainer, un trattamento estetico o un taglio di capelli. Il voucher potrà essere utilizzato in una delle 2.260 strutture disponibili in tutta Italia.

«Mutuo, affitto, spesa, sono i pensieri ricorrenti nel bilancio familiare. Ecco perché abbiamo pensato di creare un concorso che mettesse in palio cose e benefici veramente utili per tutte le famiglie». – dichiara Mario La Viola, direttore marketing, format, rete e sviluppo CRAI Secom –. Inoltre, per la prima volta, abbiamo pensato di premiare con un premio certo e garantito tutti i clienti Crai e quelli nuovi che arriveranno, e che sono titolari della carta fedeltà Carta Più Crai. Premi utili e, pensiamo, apprezzati da tutti con focus l‘area del benessere. Con il concorso Operazione Sorriso – Ci pensa CRAI! vogliamo distinguerci ed essere ancora più vicini al nostro territorio e ai nostri clienti».

L’iniziativa sarà promossa a livello nazionale attraverso una campagna radio su Radio Rai1 e Rai2, Radio Capital, Radio DeeJay e Radio Italia Solo Musica Italiana, oltre ad azioni specifiche su Facebook e attraverso materiali pop.

Carrefour e un anno di Piemunto: +10% per i 170 prodotti a latte “Km zero”

È tempo di bilancio a un anno dal lancio del progetto Piemunto adottato da Carrefour nato su proposta dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero e finalizzato alla valorizzazione della filiera lattiero casearia Piemontese. Grazie alla riconoscibilità del marchio, posto in oltre 100 punti vendita Carrefour in Piemonte, oltre 170 prodotti “Piemunto” hanno fatto registrare un incremento delle vendite presso i punti vendita Carrefour del 10% in un anno, con un picco del +46% grazie a un’attività promozionale e di comunicazione ad hoc nei primi mesi del 2017.

«Il successo di Piemunto è la dimostrazione di quanto il consumatore moderno sia informato e attento alla valorizzazione della filiera. Come Carrefour Italia crediamo molto nel valore della trasparenza e dell’informazione che, grazie a Piemunto, diventa volano per un fattivo contributo al tessuto economico del territorio che, attraverso la crescita dei produttori locali, ha la possibilità di mantenere vive tradizioni ed eccellenze” dice Marco Selmo, Responsabile Prodotti Libero Servizio, Carrefour Italia.

Giorgio Ferrero, Assessore dell’Agricoltura ha dichiarato: «I risultati raccolti a un anno dal varo ci dicono che Piemunto è una scommessa che stiamo vincendo. Valorizzare il latte piemontese è stato uno dei nostri impegni, i dati ci raccontano che Piemunto sta facendo la sua parte. D’altro»nde l’idea di qualità e trasparenza che è dietro il marchio è la stessa che ha mosso il governo a varare l’etichettatura obbligatoria per i prodotti lattiero-caseari. Piemunto è un po’ l’antesignana della etichettatura: una garanzia dell’origine di un prodotto come il latte piemontese e dei formaggi che da esso derivano, in grado di soddisfare l’esigenza di qualità che sempre più forte emerge tra i consumatori».

Ad oggi sono oltre 170 i prodotti a marchio Piemunto presso la rete di vendita Carrefour nell’area della Regione Piemontese, che spaziano dal latte, allo yogurt, ai formaggi e che continueranno, anche nel 2017, a essere sottoposti a stringenti controlli di qualità da parte degli enti certificatori e della Regione Piemonte stessa.

Selex, per la Mdd un restyling non solo di forma, al via semi e vegetale 100%

Oltre 5mila referenze, crescita del fatturato del 22% in tre anni con 824 milioni nel 2016, con un incremento medio delle vendite superiore al 3% ma con picchi del 15% nei segmenti bio e premium, una linea base che copre il 72% delle vendite e linee specialistiche in forte aumento che oggi pesano per il 20% (l’8% è appannaggio dei marchi di fantasia): è la MDD del Gruppo Selex che ha annunciato importanti novità. Che riguardano il completo restyling del packaging “che però ha spesso coinvolto anche un ripensamento nella formulazione e una risegmentazione” come ha spiegato Luca Vaccaro, direttore marche del distributore di Selex, ma anche il lancio di due nuove linee con un conseguente ampliamento dell’assortimento: Linea Vegetale 100% Selex priva di ingredienti di origine animale e Semi, legumi secchi, frutta secca e disidratata, in un’ottica salutistica che segue i nuovi stili di consumo.

La linea dedicata a vegetariani e vegani prevede 16 referenze, che arriveranno sugli scaffali da aprile a settembre, e vanno dal gelato (alla soia, la prima referenza in vendita) ai surgelati, dai secondi alle salse.

Semi, frutta secca e legumi presenta 80 referenze sia biologiche sia che incontrabo el nuoev esigenze salutistiche. Dai semi ai legumi alla frutta, sono accomunati da un unico look, un packaging in carta ecru molto attrattivo. I prodotti convenzionali hanno la scritta più scura con il classico logo Selex rosso, mentre quelli biologici si distinguono per la scritta e il logo in verde.

 

L’andamento del fatturato della MDD Selex.

Restyling di forma e di sostanza

Quanto al packaging, l’idea era di ripensare l’immagine grafica in ottica più moderna, in modo che fosse facilmente riconoscibile e quindi con una continuità con il passato. Le referenze sono state divise in cinque macro categorie: alimentare e bevande, cura persona, cura casa e non food, petfood, parafarmacia. Ognuna contraddistinta da una diversa veste grafica, con l’obiettivo di collegare ogni prodotto al suo mondo di riferimento..

Alcune categorie sono anche caratterizzate da un brand ombrello: Ego Selex per la cura persona, Casa Bella Selex per igiene e detergenza, Amico Mio Selex per il petfood.

Il restyling grafico è però solo un aspetto di un progetto molto più esteso, finalizzato a rendere sempre più appetibile e personalizzata l’intera offerta dei prodotti a marca del distributore Selex, lavorando sulle formulazioni e sul gradimento dei clienti. A questo scopo è stato attivato un programma continuativo di “assaggi” effettuati da un panel di famiglie campione, da cui scaturiscono contributi e suggerimenti.

Le oltre 5.000 referenze MDD sono suddivise tra prodotti Selex, prodotti Vale (l’altra marca del Gruppo), il marchio Il Gigante, le proposte Sù e Vanto, le due linee dedicate al canale cash & carry, e Prodotto Risparmio. A queste vanno aggiunte le linee a marchio di fantasia, da Le Vie dell’Uva, selezione di vini del territorio italiano, a Le Bontà del Pasticciere, ad Armonia & Benessere, dedicata alla cura e alla bellezza, a Storie di Gastronomia.

 

Aperture festive nel commercio il 62% degli italiani dice no, la proposta di Confesercenti

Negozi aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7? Non è una necessità impellente, quanto meno per il 62% degli italiani che secondo un’indagine Confesercenti-SWG è favorevole alla regolamentazione nei giorni di festa comandata. Il commercio, insomma, non è considerato dalla maggioranza come un servizio essenziale al pari di quelli forniti da ospedali, polizia e mezzi di trasporto. 

Un giudizio che secondo l’indagine è molto influenzato dalla consapevolezza che la deregulation, introdotta dal Governo Monti nel 2012 con la possibilità di rimanere aperti sempre, anche a Pasqua e Natale, sta schiacciando i negozi. Il 71% degli intervistati, infatti, segnala che negli ultimi due anni, nel proprio quartiere o città, hanno chiuso negozi di cui erano clienti abituali, mentre il 66% ha visto crescere il numero di locali sfitti o che hanno cambiato tipologia di attività, passando dal commercio alla ristorazione o ai servizi.

La posizione dei consumatori sulla deregulation trova evidenti assonanze con quella espressa dai commercianti. Che, però, vivono con ancora maggiore preoccupazione gli effetti della liberalizzazione, che ha portato le attività commerciali, in media, ad essere aperte 30 giorni di più all’anno. Il 61%, infatti, ritiene che il regime di apertura continua abbia danneggiato la propria attività, contro appena un 12% che dichiara effetti positivi.

 

La proposta di Confesercenti

12 chiusure festive e domenicali obbligatorie durante l’anno, con la possibilità da parte dei sindaci di raddoppiarle o annullarle a seconda delle esigenze del territorio: è questa la proposta che riscuote il favore quasi unanime dei commercianti: tra gli intervistati si è detto favorevole l’87%, contro un 4% di contrari e un 9% di incerti.  “Un esito motivato dal desiderio degli imprenditori di limitare la distorsione della concorrenza a favore della Gdo – si legge in una nota -, ma che nasce anche dalla considerazione che la debolezza del mercato interno rende insostenibile l’eccesso di deregulation“. Infatti, interrogati sul futuro della propria attività, la maggioranza degli imprenditori – il 52% – vede il maggior fattore di rischio nella situazione economica del Paese, mentre Gdo e centri commerciali sono indicati da un terzo degli intervistati e la concorrenza dell’online solo dal 15%.

«La nostra proposta – spiega il Presidente di Confesercenti Massimo Vivoli – prevede di passare dalla deregulation totale ad un minimo di regolamentazione, ragionevole e assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà di concorrenza. Monti aveva promesso che con questa liberalizzazione sarebbe aumentato il Pil, sarebbe aumentata l’occupazione, si sarebbe stimolata una maggior concorrenza. Tutte e tre queste cose sono risultate non vere. Gli unici effetti certi rilevati con certezza sono stati la compressione dei diritti dei piccoli imprenditori e lo spostamento di quote di mercato – il 3%, pari a 7 miliardi di fatturato – dai negozi tradizionali alla grande distribuzione. È chiaro che noi non chiediamo di stare chiusi sempre, ma di restare aperti solo quando e dove necessario, come ad esempio nelle località turistiche, per predisporre un programma di aperture attento alle esigenze dei consumatori ma anche di chi lavora e di quel modello distributivo italiano che è, storicamente, fatto di piccole e medie imprese».

L’indagine è stata condotta su un campione di 1300  consumatori e 600 imprenditori della distribuzione relativamente al tema della deregulation del commercio.

 

TUTTOFOOD 2017, l’agenda degli appuntamenti: convegni, academy, eventi

TUTTOFOOD 2017, un palinsesto ricco di eventi animerà i 4 giorni della manifestazione

Salute, alimentazione, innovazione tecnologica, opinioni, confronti, show cooking e spettacoli.

Il programma: academy – convegni – eventi – retail

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