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Con YouBeep scansione e checkout si fanno con un’App

Tra i tanti sistemi di check-out spedito alle casse, ci è sembrata interessante questo proposto da una start-up portoghese, YouBeep, adottato in Portogallo dalle insegne Lidl e Pingo Doce.

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Il dispositivo di lettura può essere collegato a qualsiasi tipo di cassa.

Il fast check out tecnicamente è disponibile da molti anni, e figura tra i servizi più richiesti dai clienti di oggi, sempre meno disposti a passare tempo in coda davanti alle casse. Il vantaggio di YouBeep, che utilizza per la scansione dei prodotti acquistati un QR code, è la semplicità. Viene attivato scaricando l’App, registrandosi sempre tramite codice QR all’entrata del negozio e quindi consente di effettuare la spesa e presentare il conto finale dal proprio smartphone alla cassa, senza dover utilizzare dispositivi del pdv, e in modo più veloce (di tre volte, dicono dall’azienda) rispetto a una cassa check-out media. Questo lato cliente, mentre dal lato retailer prevede costi molto più bassi rispetto a un sistema interno e velocità di implementazione: niente hardware, solo una piccola scatola da collegare a ciascuna cassa standard.

“Tra l’altro è stato rilevato che, conoscendo l’importo man mano che si fa la spesa, il consumatore tende a riempire il carrello fino all’8/10% in più perché, psicologicamente, sa esattamente cosa spenderà, in caso contrario tende ad acquistare meno per paura di spendere troppo” ci spiega David Sobrinho di Xhockware, società che ha sviluppato l’App, che ha anche ottenuto un contributo della Ue.

L’app è in grado di integrare i sistemi di fidelizzazione, lo store locator, le liste della spesa eventuali coupon digitali e promozioni, e anche le interazioni con i social.

 

Infografica: perché i consumatori usano YouBeep? Risultati del progetto pilota nei pdv Lidl e Pingo Doce in Portogallo

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Pam punta ai Big Data reclutando talenti all’Università di Padova, con un game

Migliaia di dati passano dalle casse di un supermercato ogni giorno, ma analizzare e tradurre questi “Big Data” in strategie commerciali è una delle grandi sfide per la GDO. Gruppo Pam si sta muovendo in questo senso, e cerca laureati e laureandi dell’Università di Padova da inserire con contratto a tempo indeterminato nel nuovo team che si occuperà di analisi e modellizzazione dei comportamenti di acquisto del consumatore. E lo fa con un metodi innovativo, il “Data Scientist Recruiting Game”, un’iniziativa ideata in collaborazione con PwC e con il Career Service dell’Università di Padova.

«Stiamo costruendo una nuova squadra per aiutare il business a indirizzare la politica commerciale sulla base di informazioni preziose che derivano da milioni di dati che si generano alle nostre casse – afferma Lara Facchinetti, Responsabile Sviluppo Risorse Umane e Organizzazione -. Cerchiamo giovani laureati e laureandi appassionati dell’analisi dati, con una solida base di conoscenze statistiche, spinti da curiosità e voglia di risultati e abbiamo scelto un modo nuovo di dialogare con i candidati: un gioco, che darà loro modo di cimentarsi con dati reali e di elaborare una risposta concreta per il business. E lo faremo all’interno dell’Università, grazie alla collaborazione del Professor Paolo Gubitta e del team del Career Service dell’Università di Padova che, insieme al Dipartimento di Scienze Statistiche, ha accolto con grande entusiasmo la nostra iniziativa».

Possono partecipare laureati e laureandi in Economia, Statistica, Ingegneria Informatica, Matematica e Fisica. Per il Career Service dell’Università di Padova questo evento si inserisce in una più ampia strategia di collaborazione con le aziende del territorio. «Il nostro obiettivo – sottolinea Paolo Gubitta, delegato al Placement – è diventare veri partner delle direzioni del personale delle imprese: organizzare un game invece del tradizionale invio dei curricula è un esempio da manuale di innovazione dei processi di reclutamento e selezione».
PwC, presente all’incontro con consulenti esperti in ambito digitale, fornirà ai partecipanti informazioni utili e suggerimenti per il più corretto svolgimento del Game secondo le metodologie più in uso nel mercato Retail, alimentare e non.

L’appuntamento è per Giovedì 1 ottobre 2015, dalle ore 13.30 alle ore 18.30 presso il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova (Aula ASID60). È necessario iscriversi entro il 26 settembre 2015 sul sito dedicato www.unipd.it/pam.

Un Pam Local anche a Milano: apre via Giambellino

Arriva anche a Milano Pam Local, il format innovativo di Pam per i negozi di prossimità che approda in quella via del Giambellino (al civico 7) amata dal Cerutti Gino e dai sui amici del bar. Oggi ben più centrale di un tempo, visto che lambisce il quartiere di tendenza Savona-Tortona.

Pensato per una spesa facile, comoda e veloce, il nuovo punto vendita è un convenience store che darà lavoro ad una decina di persone, tutte sotto i 30 anni, e porterà a 21 i punti vendita attivi sul territorio nazionale (gli altri sono a Roma, Torino e Bologna).

Offerta selezionata per offrire qualità a un buon prezzo, focus sui freschi e i prodotti Dop e Igp, confezioni monoporzione per single contraddistinguono il format Local. Il piano di espansione prevede altre aperture nei prossimi mesi.

Auchan democratizza la lampadina a Led con la promozione a un euro

Promozione Auchan in tutti i punti vendita d’Italia sulle lampadine a Led, in vendita da oggi al prezzo speciale a partire da 1 euro. Obiettivo, “democratizzare l’acquisto dei Led da parte delle famiglie, contribuendo al risparmio nell’acquisto e in bolletta”. La lampadina a Led infatti ha una durata da oltre 10.000 ore, con più di 10 anni di vita e consuma dieci volte in meno di quella incandescente. Inoltre, consente un risparmio nei consumi dell’87% rispetto alla lampadina ad incandescenza e del 37% rispetto a quella a fluorescenza.
L’iniziativa si inserisce nell’impegno dell’azienda a favore del risparmio energetico, che comprende azioni quali l’installazione di sistemi di illuminazione con tecnologia a LED e gli interventi sugli impianti di refrigerazione alimentare. Auchan, inoltre, produce energia elettrica da fonte rinnovabile, grazie agli impianti fotovoltaici, con un produzione complessiva che è arrivata a 1,6 milioni di kWh annui. Interventi che si riflettono anche nel campo della logistica e dei trasporti: nell’anno analizzato, i veicoli utilizzati conformi alle Direttive Euro 5 sono arrivati al 52% del totale, quelli Euro 4 al 33% e quelli Euro 6 al 15%, mentre il 100% degli autisti viene formato secondo le norme di una guida eco-sostenibile.

La sfida del retail omnichannel passa dalla supply chain integrata

Nello scenaro omnichannel che si sta configurando sempre di più la supply chain è l’elemento chiave per integrare i diversi canale e consentire di avere una visione comune dell’inventario. È, questa, secondo Franck Lheureux, GVP South & CE Europe di JDA, che abbiamo incontrato al Word Retail Congress, il fattore critico di maggiore impatto per il retail. Una più stretta integrazione tra eCommerce, gestione ordini e tutti gli elementi della supply chain sarà vitale per fornire un servizio migliore ai clienti, grazie alla maggiore reattività e, contemporaneamente, al miglioramento dell’efficienza aziendale.

La questione principale per i retailer è quella di presidiare i diversi canali facendo arrivare al cliente i prodotti in maniera profittevole. «La profittabilità è il mantra per i retailer».

Secondoi risultati di una indagine presentata da Jda al World Retail Congress, per il 71% degli intervistati la strategia omnicanale è una priorità, ma il 30% afferma di operare ancora per canali distinti,  il 31% dichiara di offrire un’esperienza omnicanale ai clienti, ma di essere ancora in difficoltà nel back-end e il 19%  dichiara di avere il back end allineato con il front end, ma che è troppo complesso e costoso. Solo il 16%, quindi, afferma di gestire l’omnicanalità con profitto.

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Anche il fattore tempo è determinante nell’organizzazione della supply chain, perché i cicli stanno accelerando. «I tempo oggi si misura in istanti – dice Lheureux – ed è importante per la profittabilità nella gestione della domanda dei clienti. Poiché è necessario rispondere istantaneamente agli ordini dei clienti occorre che l’inventario sia disponibile esattamente nel posto e nel momento in cui il cliente si aspetta che il prodotto sia consegnato».

In questo processo anche i punti vendita devono cambiare: la shopper experience dovrà essere arricchita e devono diventare luoghi di esperienza piacevole in sé. «Se non si connette emozionalmente il cliente con il brand, se non si crea interattività, si rischia di perdere la brand equity e di conseguenza i consumatori», sottolinea Lheureux.

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Nel bio-retail la Gdo guida le vendite, ma gli specializzati stanno crescendo bene

Il biologico, è ormai un dato consolidato, è il settore che, a dispetto degli anni di crisi e della caduta dei consumi, ha sempre mantenuto un trend in crescita. Nel 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Sana 2015, diffusi nel giorno di apertura della manifestazione a Bologna in corso in questi giorni, il 2014 si è chiuso con un valore delle vendite di 2,1 miliardo di euro (che cresce a 2,5 miliardi con la ristorazione) registrando un incremento del 12,6%. E anche nel primo semestre del 2015 le vendite nella sola Gdo fanno registrare un balzo del 18% per i prodotti a peso imposto (fontr: Nielsen).

È proprio la Gdo è ormai protagonista del biologico in Italia. Secondo i dati della ricerca Ismea Bio-Retail, la distribuzione moderna registra un fatturato nel segmento di circa 855 milioni (il 40% del valore del bio-retail), mentre le superfici specializzate nella vendita di prodotti biologici muovono più di 760 milioni di euro (equivalenti al 35% del totale). Tra specializzato e Gdo, afferma l’Ismea, lo spread dei prezzi è del 10%-20%, a fonte di un plus di servizio offerto dai punti vendita specializzati come l’assortimento, l’informazione e la capacità di creare engagement anche attraverso i social network. L’aumento delle vendite nel canale specializzato – sottlinea sempre Ismea- è risultato più accentuato rispetto a quello riscontrato nei punti vendita della Distribuzione moderna. Si stimano 1-2 punti percentuali in più, nei ritmi di crescita medio annui, rispetto alle pur rilevanti performance registrate dagli Iper e Super, dai discount e dal libero servizio.

Più precisamente lo specializzato ha registrato, nell’ultimo quinquennio, tassi di crescita del 12-15% nella media di ciascun anno. È prevedibile nei prossimi anni una sostanziale equiparazione dei ritmi di espansione delle vendite tra i due canali considerati.

Il restante 25% è appannaggio degli altri canali rappresentati per il 10% da mercatini, vendite dirette, gruppi di acquisto solidali (Gas) ed e- commerce, per l’8,9% dai negozi tradizionali e per il 5,1% dalle farmacie. Quasi trascurabile, pari allo 0,6%, la quota complessiva riconducibile ad erboristerie e parafarmacie.

In crescita anche l’export. Nel 2014 le vendite di prodotti agroalimentari italiani certificati bio all’estero – afferma l’Osservatorio Sana 2015 – sono state pari a 1,4 miliardi di euro (4% sull’export agroalimentare italiano totale). Forte è la propensione all’export agroalimentare delle imprese del bio: il fatturato che raggiunge i mercati internazionali rappresenta il 24% (a fronte del 18% registrato dalle imprese agroalimentari italiane nel complesso). Ricordiamo però che il mercato mondiale del biologico esprime un fatturato complessivo di 72 miliardi di dollari, secondo l’Ifoam (International foundation for organic agriculture)

Presentata Biofach, la fiera mondiale del biologico

Un nuovo Alìper debutta a Cusinati di Tezze sul Brenta

Ha aperto le porte ieri a Cusinati di Tezze sul Brenta il 106° punto vendita della catena dei supermercati Alì e Alìper (14° nella provincia di Vicenza).

Lo store si sviluppa su 2.200 mq, ha 12 casse e impiega 50 dipendenti. All’interno vari servizi quali reparto pasticceria, freschi, banco caldo con polli allo spiedo, friggitoria, piatti pronti, pescheria e cantinetta vini. Situato in una Galleria Commerciale, è affiancato da un bar, una parafarmacia, un’ottica, un negozio di abbigliamento, uno di articoli regalo e un pulisecco.

NIBI0542_stPer il gruppo, presente da oltre 40 anni nel panorama della grande distribuzione organizzata, si tratta della terza apertura dall’inizio del 2015. «Il nostro impegno – ha dichiarato Francesco Canella, Presidente Alì S.p.A.– sarà quello di contribuire alla crescita del territorio, attraverso il miglioramento del benessere sociale e della ricerca di soluzioni sempre nuove come risposta alle sfide che ci pone questa società in continua evoluzione. Continueremo a soddisfare i clienti con la qualità al miglior prezzo, e ci impegneremo a favorire l’occupazione e il lavoro delle PMI del territorio, a migliorare l’ambiente dove operiamo e a sostenere iniziative benefiche o progetti a favore della collettività, confermandoci un’azienda veneta a conduzione familiare profondamente radicata nel territorio».

Ospite d’onore all’inaugurazione è stato il maratoneta Ruggero Pertile, 4° ai Mondiali di Pechino e primo europeo. Sono previste animazioni e promozioni nel punto vendita fino a sabato 12 settembre, con il coinvolgimento di un gruppo rock’n’roll, sorprese per i più piccini, happy hour e una maxi grigliata, ma anche la colazione gratis per tutti i clienti.

Stabilimento di produzione in etichetta: il Governo reintrodurrà l’obbligo di indicazione

Negli ultimi mesi è stata una lotta che ha coinvolto la GDO nostrana quella contro la norma del Regolamento europeo 1169/2011 che prevede l’eliminazione dello stabilimento di produzione dall’etichetta dei prodotti alimentari. La mobilitazione, partita da Twitter, aveva portato a una petizione e a una raccolta firme che aveva sfiorato quota 30.000 (vd nostro articolo).

Ieri, con una nota, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che “il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art.4 contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura. L’obbligo di indicazione della sede dello stabilimento riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Allo stesso tempo partirà a breve la notifica della norma alle autorità europee per la preventiva autorizzazione. L’Italia insisterà sulla legittimità dell’intervento in applicazione di quanto previsto dall’articolo 38 del regolamento n. 1169/2011, motivandola in particolare con ragioni di più efficace tutela della salute dei consumatori”.

«Quello di oggi – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – è un passo importante che conferma la volontà del Governo di dare indicazioni chiare e trasparenti al consumatore sullo stabilimento di produzione degli alimenti. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato in questi mesi a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Non ci fermiamo qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l’etichettatura sia sempre più completa, a partire dall’indicazione dell’origine degli alimenti. Per noi si tratta di un punto cruciale, perché la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano passa anche da qui. Lo scorso anno per la prima volta il Governo ha chiamato i cittadini a esprimersi ufficialmente su questa materia, attraverso una consultazione pubblica online. Il 90% dei 26 mila italiani che hanno risposto ha detto che vuole leggere la provenienza chiaramente indicata sui prodotti che consuma».

Soddisfazione è stata espressa su Twitter da vari esponenti delle insegne nostrane.

Unes diventa U2 anche a Vimercate: oggi l’inaugurazione

Ha riaperto oggi come U2 il supermercato Unes di Vimercate (MB), diventando il 117° della catena e il 61° in Lombardia. Il punto vendita di 621 mq ha cinque casse, 12 addetti e dispone di un parcheggio con 50 posti auto.
Impegno nella tutela dell’ambiente e adozione del format Every Day Low Price (EDLP) sono come sempre i pilastri sui quali si fonda il format U2.
Nel punto vendita rinnovato il cliente potrà scegliere tra 700 referenze fra le quali 300 di gastronomia e panetteria (la Panetteria Pane Sfuso offre prodotti genuini appena sfornati) insieme a un ampio assortimento di frutta e verdura, carne, surgelati, latticini, scatolame e prodotti non food, per un totale di 650 referenze freschissime e di 6000 a scaffale.

DHL Supply Chain distribuirà 20.000 pallet all’anno di carne Montana

DHL Supply Chain, società del gruppo Deutsche Post DHL , ha siglato un nuovo accordo con Inalca, del Gruppo Cremonini, per la gestione su tutto il territorio nazionale dei prodotti in scatola a marchio Montana. L’intesa prevede il trasporto e la distribuzione di circa 20.000 pallet all’anno di carne in scatola prodotti nello stabilimento di Rieti e destinati alla GDO.

La collaborazione deriva dal know-how maturato da DHL Supply Chain nel mercato Consumer, settore nel quale gestisce le attività logistiche di oltre 40 Aziende primarie che consentono efficaci sinergie soprattutto a livello distributivo. Inoltre, l’offerta della multinazionale del gruppo Deutsche Post DHL prevede il monitoraggio della spedizione e della sua esitazione in tempo reale grazie a strumenti come il track&trace e la IOD (Information of delivey).

“La conoscenza e la competenza sul canale richiesto dal cliente e la nostra capacità di offrire servizi a valore aggiunto sono elementi che ci distinguono e che spingono i nostri clienti a riporre la loro fiducia in noi – ha dichiarato Eddy de Vita, Presidente e Amministratore delegato di DHL Supply Chain Italy –. La collaborazione con Montana, in questo senso, premia la strategia aziendale di specializzazione nella grande distribuzione per offrire sempre un servizio di qualità superiore”.

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