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La carica dei surgelati: i dati dell’Osservatorio TUTOOFOOD

Positivo l’andamento del frozen. Stando, infatti, agli approfondimenti dell’Osservatorio TUTTOFOOD su dati IRI, il settore si distingue per un incremento delle vendite. Complice anche la chiusura di pasticcerie e gelaterie, persoddisfare il bisogno di gratificazione gli italiani hanno riscoperto gelati e surgelati al super. Il comparto del frozen, dal bakery alla terza gamma, fino al segmento carni, sta vivendo un momento di grande cambiamento.
I dati parlano chiaro. In Italia nella distribuzione organizzata, tra gennaio e luglio 2020, il segmento dei gelati “del supermercato” ha fatto registrate un incremento delle vendite del 4,3% in valore, superando abbondantemente il mezzo miliardo di euro (558 milioni). Secondo i dati registrati da Nielsen a partire dal 24 maggio, dall’inizio della Fase 2, gli acquisti di gelati nella GDO sono aumentati del +53%. I player del settore sono pressoché unanimi nel commentare le ragioni di questo successo: non solo bisogno di gratificazione nei consumatori, ma anche una qualità sempre crescente dei prodotti coniugata con alto contenuto di servizio e un occhio attento alle esigenze più innovative, come quelle salutistiche, magari curato anche esteticamente. “Durante il lockdown il ‘bisogno di dolcezza’, insieme alla chiusura di pasticcerie e gelaterie, ha portato a un non trascurabile incremento di vendite del dolce e gelato nella GDO – spiega Orlando Bottone, titolare di Dolce Idea –. Un’impennata caratterizzata anche da un approccio salutistico cui il settore ha risposto con un ulteriore aumento della qualità”.
Concorda Sarah Marengo, Marketing Office di Dolceria Alba: “Le famiglie hanno cercato gratifiche alternative, prendendo sempre più in considerazione i dessert congelati. La qualità dei nostri prodotti ci ha permesso di conquistare e fidelizzare consumatori, che ora continuano a premiare le nostre vendite. E, se in passato il cliente cercava il prodotto semplicemente ‘buono’, oggi lo vuole anche ‘bello’ e ‘sano’. Noi ci stiamo orientando sempre più a soddisfare nuove esigenze di packaging sostenibile, di etichetta corta, di prodotto tutto naturale e biologico”. A cui fanno eco le parole di Angela Neglia, Direttore Commerciale di Callipo Gelateria: “Durante il lockdown abbiamo assistito a una crescita importante nel consumo di gelato in casa e, con la riapertura e le vacanze, è ripreso il consumo fuori casa, che probabilmente ritornerà ai livelli originari. C’è attenzione alla ricerca di pack riciclabili e sugli aspetti funzionali, come i prodotti senza lattosio. Ora la nostra attenzione è rivolta alle monoporzioni in multipack e i prodotti a grammatura ridotta”.

Surgelati in tavola
Il lockdown ha modificato la spesa degli italiani, favorendo prodotti con una durabilità prolungata come gli alimenti surgelati. E non solo di verdure o cibi pronti. Lo dice il Rapporto annuale sui Consumi dei Prodotti Surgelati di IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, ora integrato in Unione Italiana Food, che ha presentato numeri interessanti sui primi quattro mesi del 2020, oltre all’andamento nel 2019. E se, nel primo quadrimestre 2020 le vendite complessive nel canale Retail hanno segnato un +13,5%, gli snack salati surgelati sono cresciuti del +21,5% e le pizze del +12,5%. Gli aumenti a due cifre confermano infatti la validità del percorso di crescita del settore: prodotti di sempre maggiore qualità e contenuto di servizio, che rispondono al nuovo bisogno di convivialità. “In effetti, pizze e snack surgelati con una durabilità prolungata e pronti all’uso hanno registrato un incremento considerevole nel Retail durante il confinamento – spiega Tiziano Zanuto, CEO di Prodal Srl –. La nostra azienda, più orientata al Food Service e Ho.Re.Ca.,sta ora notando una crescita di vendite di basi e pizze surgelate nel fuoricasa, che sta sempre più ampliando la gamma frozen che garantisce elevati standard di sicurezza alimentare e salubrità. Noi abbiamo da anni anche la linea Bio/Organic. Inoltre, siamo un’azienda certificata BRC, IFS ed ISO22000 ed imponiamo ai nostri fornitori elevati standard qualitativi”. La gestione della logistica del freddo sta infatti diventando una sfida importante ma anche una grande opportunità, come puntualizza Paolo Vaccaro, Responsabile Marketing di Abbondanza del Pane dal 1945: “Il consumatore ha scoperto il piacere di nuovi prodotti surgelati direttamente a domicilio e realizzati con materie primeeccellenti. Noi abbiamo raccolto la sfida dando vita a nuovi prodotti che puntano in questadirezione del salutismo, utilizzando farine poco raffinate ad alto contenuto di fibre, e cheriducono gli sprechi alimentari grazie a prodotti minisize”. L’attenzione al prodotto surgelato e alla qualità degli ingredienti utilizzati sono alla base della realtà Impasto Italiano che realizza prodotti di panificazione artigianale utilizzando la tecnologia della catena del freddo: ciò permette di ottenere un prodotto in grado di preservare tutte le
proprietà organolettiche e di gestire la cottura nel punto vendita solo quando è richiesta, evitando quindi inutili sprechi.

Bene anche la carne
Oltre il bakery, l’Osservatorio TUTTOFOOD riscontra che anche le carni hanno beneficiato dello spostamento dei consumi verso i surgelati confermando un trend già cominciato nel 2019. Come afferma Luca Scorcella, Direttore Commerciale di Baldi: “Come azienda leader degli hamburger gourmet congelati constatiamo che i nostri prodotti hanno fatto da traino nella fase iniziale del lockdown e, in seguito, hanno registrato un aumento in termini di volumi confrontando lo stesso periodo 2019. Alla richiesta di nutrizione salutistica e sostenibile il settore risponde con approvvigionamenti di qualità e con processi prodottivi che li garantiscono, il tutto supportato da una comunicazione adeguata ed efficace”. Il consumatore in questo periodo sembra aver abbandonato le reticenze nei confronti del surgelato, esplorando anche prodotti che forse non conosceva, come ha osserva Arianna Errante, Marketing Manager di Zini Prodotti Alimentari: l’azienda ha infatti lavorato a una gamma ‘healthy’ a base di vegetali, clean label e in confezioni 100% compostabili.

I mercati esteri
Francia e UK, Paesi e mercati a confronto Francia e Regno Unito sono entrambi Paesi di destinazione molto importanti perl’agroalimentare italiano, e in particolare per il settore in forte crescita del frozen. Per capire meglio questo scenario, fornendo un orientamento agli attori italiani della filiera delsurgelato, ITA – ICE Agenzia, UNAS e TUTTOFOOD hanno unito le forze e organizzatoun webinar dedicato al confronto tra i due mercati. Parlando di numeri nel Regno Unito il 60% dei prodotti agroalimentari è importato e di questi tre quarti (75%) provengono dalla UE, ma solo il 6% dall’Italia (siamo il nono partnercommerciale), quindi vi sono ampi margini di crescita. Secondo dati della British Frozen Food Federation (BFFF), nel 2019 il mercato britannico dei surgelati valeva 8,6 miliardi disterline con una crescita del 4,4% anno su anno ed è la merceologia in più rapida crescita.Quanto alla Francia, secondo l’associazione di categoria Syndigel il mercato valeva 9miliardi di euro nel 2019 per 2 milioni di tonnellate di merce venduta, con una penetrazioneche raggiunge il 98,6% delle famiglie e una spesa media pari a 223 euro l’anno a persona. In Francia, l’industria agroalimentare vale 178 miliardi di euro l’anno, che rappresentano il 20% dell’intero fatturato del settore manifatturiero. Forte esportatrice e meno importatrice rispetto al Regno Unito la Francia è comunque, storicamente, uno dei Paesi che apprezza di più il made in Italy agroalimentare. Per molti consumatori la fase di lockdown ha rappresentato, nell’ottica di un’economia domestica per l’approvvigionamento di scorte alimentari, l’occasione di acquistare più prodotti di lunga durata e per ‘riscoprire’ le qualità dei surgelati, che vanno incontro alle nuove esigenze di consumo come la naturalità e il salutismo: molti hanno ‘scoperto’ solo oggi, ad esempio, che il processo di surgelazione industriale, a differenza del congelamento domestico, non altera le caratteristiche organolettiche e nutritive del prodotto e non richiede l’uso di conservanti.

Il prossimo appuntamento con TUTTOFOOD è a fieramilano a Rho dal 17 al 20 maggio 2021.

 

Surgelati, si punta a un rilancio anche nel Food Service

Con la riapertura di mense scolastiche e aziendali, il settore degli alimenti surgelati punta a rilanciarsi anche nel Food Service dopo che nei primi 4 mesi del 2020, a causa dell’emergenza Coronavirus, questo canale ha segnato perdite per circa 150 milioni di euro.

Parliamo di un segmento che nel 2019, prima dell’emergenza legata al Covid-19, ha superato una quota del 37% del totale dei consumi di alimenti surgelati nel nostro Paese registrando ottime performance e attestandosi a 318.500 tonnellate (+1,1% sul 2018). Tra i prodotti più consumati nel settore del Catering nel 2019, ci sono stati i vegetali (173.500 tonnellate), le patate (75.000 tonnellate), i prodotti ittici (20.000 tonnellate), le carni rosse e bianche (14.600 tonnellate), pizza e snack (14.600 tonnellate), i piatti ricettati (13.600 tonnellate), frutta (3.000 tonnellate) e le paste semilavorate (2.300 tonnellate).

“Il lockdown in generale, con la chiusura delle mense scolastiche, dei bar, di ristoranti e quant’altro ha colpito molto la nostra economia. Anche il settore degli alimenti surgelati, che in generale ha visto crescere i consumi nell’ambito del retail, ha però segnato pesanti perdite nel fuori casa. Ora che la riapertura delle scuole si avvicina, gli alimenti surgelati si apprestano a recuperare un ruolo da protagonisti sulle tavole degli italiani. Chi lavora nelle mense scolastiche e aziendali, nei bar e nei ristoranti, infatti, ne apprezza la velocità della preparazione, l’opportunità di poter contare su stock di materie prime adeguate – anche a fronte di una domanda difficile da quantificare – fino alla riduzione degli sprechi. Senza considerare la sicurezza alimentare che, in questo ambito, è elemento imprescindibile più che mai. Insomma, siamo certi che anche su questo fronte i consumi di alimenti surgelati saranno pronti a ripartire”, ha spiegato Vittorio Gagliardi, Presidente IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati.

 

Surgelati: stabile il comparto nel suo complesso; cresce dell’1,6% il catering

Stabili (anche se non brillanti) i prodotti surgelati nel 2018, che hanno chiuso l’anno  a -0,3%, in linea con i volumi del biennio 2016-2017, quando invece fu registrato un forte boom di vendite. A regalarci un’istantanea del mercato è IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, nel suo “Rapporto annuale sui Consumi dei prodotti surgelati”.

Dallo studio emerge che nel 2018 sono state acquistate 838.580 tonnellate di prodotti “sottozero” (vs. le 841.500 del 2017), con i vegetali (398.310 tonnellate), l’ittico (112.700 tonnellate), le patate (145.760 tonnellate) e le pizze (91.450 tonnellate) che restano tra i prodotti più amati dal consumatore. Se il consumo “in casa”, si è attestato a quota 523.580 tonnellate (-1,5% sul 2017), sorprende invece il dato del catering: che ha superato le 315.000 tonnellate, crescendo  del 1,6% rispetto all’anno precedente.

“In linea con quanto accaduto nel comparto alimentare in generale, anche in quello dei surgelati – afferma Vittorio Gagliardi, Presidente IIASla lieve flessione emersa nel 2018 ha riguardato solo i consumi domestici, mentre il ‘fuori casa’ ha registrato una importante crescita, che ha bilanciato l’andamento del mercato, mantenendo invariato il risultato finale in termini di consumi complessivi sul 2017 (anno da considerarsi ‘eccezionale’ per i frozen food)”.

E le previsioni per il 2019?

E’ ancora prematuro – precisa Gagliardi – fare dei consuntivi, dal momento che il 2019 si è aperto in un clima di grande incertezza per tutta l’economia italiana. Tuttavia, se consideriamo i dati di consumo disponibili dei primi quattro mesi del 2019 nel comparto surgelati, notiamo un andamento positivo che fa bene sperare: i vegetali recuperano con un +0,4% sul 2018 (registrando un’interessante crescita di passati/zuppe/minestroni pronti al consumo); prosegue il rilancio delle carni, in particolare bianche; le patate fermano la loro inspiegabile decrescita; l’ittico mantiene le posizioni conquistate; il mercato delle pizze così come quello dei ricettati rimangono stabili, ma strettamente connessi alla mutevole situazione economica italiana”.

Consumi in Italia

Pur non raggiungendo i livelli pro capite toccati in UK (31,5 chilogrammi pro capite) il nostro paese si posiziona bene in termine di consumi di frozen food, attestandosi a 13,8 Kg annui a testa (compreso il catering), per un valore di mercato tra 4,3 e 4,6 miliardi di euro. E di fatto sono oltre 25 milioni le nostre famiglie che hanno consumato frozen food (circa il 95, 5% del totale).

Interessanti le performance dei surgelati nel fuori casa: fuori dalle mura domestiche, i consumi hanno infatti superato nel 2018 le 315.000 tonnellate. E se tra il 2015 e il 2018 i consumi complessivi di surgelati in Italia sono aumentati del +1,7%, passando da 824.195 tonnellate a 838.580 tonnellate; nel ‘fuori casa’,  i consumi di frozen food hanno avuto un tasso di crescita quasi doppio: +3%, con un incremento che ha portato da 305.600 a 315.000 tonnellate.

Le tipologie preferite

Sebbene, in valori assoluti, per i vegetali si segnali una flessione del -1% rispetto al 2017 (che ha toccato nel retail un -2,3%, compensato poi dal +0,7% del catering), sono loro a confermarsi in testa ai consumi dell’intero comparto (47,5% del totale), raggiungendo nel 2018 quota 398.310 tonnellate, grazie anche all’exploit di zuppe e passati ricettati (+2,4%).

Performance interessanti anche per i prodotti ittici, che si confermano il secondo segmento del comparto: nel 2018, ne sono state consumate 112.700 tonnellate, con una diminuzione nel retail del -1,1%, ma con un aumento nel catering del +1,5%.

Continuano a crescere nel 2018 i consumi di patate surgelate, che raggiungono quota 145.760 tonnellate, con un lieve incremento del +0,3% rispetto al 2017. Da sottolineare nel canale retail, l’incremento delle patate “elaborate”, con versioni innovative sempre più in linea con le esigenze dietetiche della popolazione.

Le pizze si confermano un prodotto molto gradito dal consumatore, con consumi pari a 91.450 tonnellate (quarto segmento del comparto con una quota del 10,9%). Rispetto al 2017, si è registrato un -1,1% nel retail (che totalizza l’84% dei consumi totali) e un +3,6% nel catering. Innovazione continua, qualità raggiunta e costante ampliamento dell’offerta sono i fattori vincenti di questo segmento. Senza glutine, vegetariana, con farine integrale o di Kamut, tonda, quadrata, piccola, grande, fina o spessa: le aziende offrono al consumatore una scelta di pizze che soddisfa ogni esigenza, unendo tradizione e fantasia in quello che rimane l’alimento più gradito degli Italiani.

Tengono nel 2018 anche i consumi dei piatti ricettati, che si attestano complessivamente a 45.480 tonnellate (5,4% del totale), un valore analogo a quello del 2017 (45.500). Un calo è stato registrato nel canale retail (-1,6%), cui ha risposto anche stavolta un incremento nel catering (+3,8%), permettendo – in valori assoluti – di avere consumi positivi rispetto agli anni precedenti.

Contro ogni attesa, il 2018 segna anche una ripresa del segmento delle carni. Benchè si tratti di una nicchia molto circoscritta, possiamo comunque constatare che  complessivamente, i consumi di carni rosse e bianche hanno totalizzato 27.265 tonnellate (+3,5% rispetto al 2017). L’aumento – rilevante soprattutto per le carni bianche (+4,9%) – ha riguardato, per la prima volta dopo anni, anche le carni rosse (+0,5%) e ha interessato sia il retail sia il catering.

 

 

Pizza surgelata: oggi la mangiano più di 6 famiglie su 10

Image by Andreas Riedelmeier from Pixabay

Pizza: grande amore degli italiani. Anche surgelata. Come dimostrano i recenti dati IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), infatti, nell’ultimo anno gli italiani hanno consumato in media 1,5 kg di pizza surgelata pro capite, mentre il comparto della pizza sottozero copre il 20% del mercato complessivo.

Consumi in dettaglio

Nel 2017, i consumi hanno toccato complessivamente quota 91.500 tonnellate, con una crescita del +2,1% rispetto all’anno precedente e un exploit di consumo delle “pizze grandi”, che hanno guadagnato oltre il +7% sull’anno precedente (scendendo nel dettaglio, sono state consumate nel canale retail circa 50.000 tonnellate di pizze surgelate – a cui si aggiungono poi gli snack salati – e oltre 14.500 tonnellate nel catering). In soli 11 anni, dal 2006 al 2017, il valore di mercato relativo a questo prodotto è quasi raddoppiato: da 130 a 254 milioni di euro.

Oggi, le mangiano più di 6 famiglie su 10 (63%) e la loro crescita traina quella dell’intero settore dei surgelati, al punto che le pizze hanno guadagnato negli anni una fetta sempre più significativa dei consumi complessivi dei surgelati nel nostro Paese. Una fetta che lo scorso anno è arrivata a superare il 12% del totale, complice anche la diversificazione dell’offerta, divenuta sempre più in linea con i trend alimentari emergenti (salutismo, ricerca del benessere, sensibilizzazione verso le intolleranze) e la rispondenza alle diversificate abitudini di consumo degli Italiani

L’evoluzione della pizza

Nel corso degli anni, l’offerta di spessori, impasti, dimensioni, farciture delle pizze surgelate è enormemente cresciuta (dalle pizze vegan a quelle gluten free e bio, fino ad arrivare agli impasti speciali con farine integrali o di kamut), alimentata dall’ottima accoglienza da parte di un consumatore che ha iniziato ad apprezzare questo prodotto oltre che per i suoi contenuti di convenienza, praticità e varietà, anche per la sua bontà,  giudicata oggi in tutto e per tutto simile a quella gustata in pizzeria.

Comunque, nonostante questa evoluzione, la Margherita rimane  ancora e sempre la più amata.

“Per quanto riguarda le tipologie di pizze più richiesteprecisa infatti Vittorio Gagliardi presidente di IIASabbiamo riscontrato che negli anni è aumentata la quota destinata alla tradizionale pizza Margherita (passata da meno di un terzo a quasi la metà del totale) che si conferma ancora come la ‘più amata nel Bel Paese’. A preferire la ‘margherita’ sono soprattutto le donne: la scelgono per la sua semplicità, il gusto piacevole, la leggerezza e la facilità nella digestione. Gli uomini optano più spesso per la pizza farcita, preferita per varietà e versatilità, per soddisfazione visiva e palatale e anche perché rappresenta un pasto completo. Per i bambini, invece, negli ultimi anni, sono nati formati ad hoc, di dimensioni più ridotte e con tanti gusti sfiziosi, in grado di conquistare le loro preferenze”.

 

H.T.S.T. (high temperature, short time): la ragione del successo

Alla base del successo italiano c’è stata, di fatto, una importantissima rivoluzione produttiva degli anni 90, quando si passò dal sistema di preparazione tipico dei panificatori (che prevedeva una temperatura del forno compresa tra i 250 e i 280° C e  un tempo di cottura di 20-25 minuti) a quello dei pizzaioli (che utilizzavano invece la temperatura del forno a 400° C e impiegavano 2-4 minuti di cottura). Un passaggio epocale dal cosiddetto metodo “LTLT” (Low Temperature, Long Time) alla tecnica “HTST” (High Temperature, Short Time).

Da allora, un’innovazione continua e costante, la selezione di ingredienti di qualità e la rispondenza alle esigenze e ai gusti dei consumatori hanno contribuito a rendere il mercato delle pizze surgelate sempre più vivace e in continua ascesa, nonostante la crisi imperversata negli scorsi anni nel settore alimentare.

“Fin dai suoi esordi negli anni ‘60 del secolo scorso – racconta infatti Gagliardi – in Italia la pizza surgelata ha dovuto scontrarsi con la concorrenza ingombrante del prodotto ‘fresco’. Sfida oggi superata, come dimostrano le 91.500 tonnellate consumate nel 2017, pari al 12% in volume di tutti gli alimenti surgelati”.

 

 

Surgelati, un mercato in ascesa. Verdure, pesce e pizza in pole position: i dati IIAS

Se è vero che dopo cinque anni di consumi alimentari in crisi, il carrello torna  sorridere (+2,5% nei primi 6 mesi dell’anno), è vero pure che i surgelati sono ampiamente responsabili di questa risalita, facendo registrare nel retail un incremento dei consumi superiore anche alla crescita del settore alimentare, con un positivo +2,9%, dopo un 2016 sostanzialmente “flat” (+0,1%), pari a quasi 330 mila tonnellate consumate, nel solo canale Retail. Queste le principali evidenze del “Rapporto sui Consumi dei prodotti surgelati, realizzato dall’ IIAS – l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati.

Tuttavia la ripresa del 2017 affonda già le sue radici nell’anno precedente, in cui i consumi aveno già iniziato a stabilizzarsi.

“Già nel 2016  – spiega infatti Vittorio Gagliardi, Presidente dell’IIAS –  il settore dei surgelati aveva segnato un andamento migliore rispetto a quello dell’alimentare in generale, che si era fermato a un -0,5%. Nei primi mesi di quest’anno le cose stanno andando ancora meglio e la tenuta positiva del comparto che è stata costante anche durante i precedenti anni di profonda crisi economica, ha fatto di questi prodotti non più degli alimenti ‘emergenziali’, ma dei veri coprotagonisti della dieta degli italiani. Questo, sicuramente, grazie alla capacità di innovare tipica di questo settore, che ogni anno – in media – fa contare un 30% in più di nuovi prodotti sul mercato. Ma anche grazie alla qualità organolettica dei prodotti, alla disponibilità in ogni stagione, alla velocità di preparazione, alla valenze nutrizionali, a una etichettatura precisa e trasparente, nonché a una lunga durata nel freezer di casa: plus che ne fanno prodotti ideali per la dieta di tutti i giorni”.

Consumo pro capite

Nel 2016, in Italia è stato pari a 13,69 kg (contro i 13,55 del 2015, +1%). Sono state circa 24.700.000 le famiglie italiane (95,6% del totale) che hanno acquistato surgelati e lo hanno fatto in media 2 volte al mese (24 acquisti all’anno), per un valore complessivo del mercato di 4,5 miliardi di euro. Un consumo che, peraltro, appare non più appannaggio delle sole regioni del Nord Italia: Nord-est (32,9%), Nord-ovest (20,1%), Centro (26,3%) e Sud (20,7%).

I mercati più performanti

Il segmento dei vegetali resta uno tra i più amati dai consumatori: nel 2016 ne sono state consumate complessivamente, tra retail e food service, 395.500 tonnellate (+0,6% vs. 2015), mentre nei primi 8 mesi del 2017, complice anche l’esplosione di nuove tendenze alimentari come il biologico o il forte incremento di vegetariani e vegani, la crescita, nel solo canale Retail, ha già toccato quota +4,1% (con un rimarchevole +7,8% per le zuppe e i minestroni ricettati).

Non da meno risultano le performance del settore ittico: 108.000 le tonnellate consumate in totale nel 2016 e ben 61.958 quelle acquistate da gennaio ad agosto 2017 nel solo Retail, con una crescita del +4,4%. A riprova della sempre più accentuata propensione degli italiani a ridurre il consumo di carne (soprattutto nelle preparazioni surgelate), prediligendo spesso il pesce – al naturale, panato, pastellato, in bastoncini – apprezzato per la valenza nutrizionale, la leggerezza e la sicurezza garantita dalla massima trasparenza in etichetta.

Anche pizze e snack mostrano segnali molto positivi, confermandosi una vera alternativa al pasto principale. Circa 89.600 sono state le tonnellate consumate, tra retail e food service, nel 2016 (+4,2% rispetto al 2015), in crescita anche in questo 2017 (+4,6% nel solo retail). Un dato positivo che si spiega anche grazie alle importanti innovazioni introdotte: dal “gusto” (dalle farciture agli impasti, tra cui quello gluten free) al formato (non più solo pizze tonde e quadrate, ma anche rettangolari e calzoni).

Impennata signifiativa per i piatti ricettati che, dopo anni di continua decrescita, si è finalmente stabilizzato, iniziando ad avanzare cautamente. Nel 2016, sono state 44.650 le tonnellate acquistate complessivamente in questo segmento; nei primi 8 mesi del 2017, ne sono state consumate già 20.060 nel solo canale Retail, con una lieve crescita del +0,5% e senz’altro le aziende continueranno a spingere sull’innovazione tecnologica, allargando l’offerta delle “meal solution” e arricchendola anche con gamme ispirate a nuovi sapori, come ad esempio quelli etnici, sempre più richiesti. Infine, nel 2017, a crescere sono anche dessert (+4,5% vs. 2016) e frutta surgelata (+27,1% vs. 2016).

Menzione speciale, infine, per la crescita delle vendite a domicilio, che nel comparto alimentare in generale hanno chiuso il 2016 con un +3,3%. Nel settore dei surgelati, in particolare, il mercato del “porta a porta” ha segnato una crescita su base annua di circa l’1,5%: le categorie più performanti rimangono quelle della pizza, del pesce e dei vegetali, che hanno contribuito in maniera consistente a questo sviluppo, grazie all’offerta di prodotti di ottima qualità e contraddistinti da un altissimo contenuto di “servizio”.

In controtendenza, invece, il settore delle patate (fritte ed elaborate, che rappresentano il 17% del totale dei surgelati), che registra una decrescita del -1,2% rispetto all’anno precedente, così come i prodotti a base di carne (-6% circa per la carne rossa e -6,5% per quella bianca) e le paste semilavorate (-22,2% nei primi 8 mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016).

I surgelati incontrano i nuovi trend di consumo

Come confermano anche i dati Nielsen, più della metà degli italiani identifica i surgelati come veri prodotti “freschi”, perché mantengono al meglio il valore nutritivo e le proprietà organolettiche nel tempo. 1 italiano su 3 li predilige per il risparmio di tempo e di sforzi in cucina, mentre circa il 10% ne apprezza l’aspetto più ecologico: il surgelato è visto, insomma, come vero “cibo anti-spreco”, perché un consumo frequente di questi prodotti può abbattere del 47% gli sprechi alimentari (che nel 42% dei casi si verificano a livello domestico). E non basta, i surgelati vengono considerati anche una risposta esauriente ai nuovi trend alimentari, dal “bio” al “veg”, fino ad arrivare ai “senza” – glutine, lattosio, ecc.

“In questo contesto – sottolinea Vittorio Gagliardi, Presidente IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati) – il comparto dei surgelati, da sempre in grado di intercettare i trend di consumo emergenti, sta facendo la sua parte. Le aziende del settore, più di altri comparti dell’alimentare, si sono contraddistinte negli anni per la capacità di innovare (tendenzialmente, ogni anno, circa il 30% in più di nuovi prodotti surgelati viene immesso nel mercato) e molti di questi iniziano anche ad andare incontro alle nuove tendenze alimentari”.

Il rating dei consumatori

In altri termini, un rapporto di fiducia lega i consumatori al mercato dei surgelati. A confermarlo i dati IPSOS da cui emerge che per ben il 37% degli italiani è proprio il comparto dei prodotti surgelati quello in cui, negli ultimi 3 anni, le aziende hanno innovato maggiormente, intendendo per “innovazione” soprattutto “sostenibilità” e “nuove preparazioni”. A guidare le scelte del consumatore resta “la qualità” il primo driver nelle scelte d’acquisto, insieme al prezzo; a seguire, le materie prime utilizzate e la fiducia verso il paese di provenienza (44%). Il bisogno di rassicurazione dei consumatori si sposa con la ricerca della qualità e sfocia nel valore del “locale”: il 70% degli italiani dichiara di prediligere prodotti di provenienza locale; il 56% ritiene che “alta qualità” faccia rima con “regionalità”.

La stessa indagine IPSOS sottolinea poi come per 1 italiano su 2 (51%), i prodotti surgelati aumenteranno ancora di più il loro peso nel carrello della spesa, nei prossimi 5 anni: sia quelli pronti al consumo (per il 35% del campione) sia quelli pronti per la cottura (per il 28%), in parallelo con lo sviluppo dei prodotti biologici/vegani (39% degli intervistati). Si intravede, dunque, in tendenza un ulteriore incremento della sinergia tra surgelati e alimentazione sana.

Ed in effetti, anche in Europa, secondo una ricerca Mintel, la crescita più rilevante nei prodotti surgelati si registra nell’ambito dei claims ‘salutisti’ (+24% “vegetariano”; +15% “senza glutine”; +5% “senza alcun additivo aggiunto”, etc…).

 

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