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Le soluzioni green di Franprix Noè, prossimità sostenibile

“I clienti l’anno inventato e Franprix l’ha realizzato”: è questa, sintetizzata da Jean-Charles Naouri, direttore esecutivo di Groupe Casino, la filosofia del format Franprix Noè debuttato a settembre 2017. Tre punti vendita a Parigi, di cui abbiamo visitato il primo, nella borghese rue Mouffetard. Un concept “interamente adattato agli stili urbani odierni” che presenta varie soluzioni interessanti, tutte nel segno della sostenibilità e della salute. Quasi 3000 le referenze in 225 metri quadri.

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Oltre che supermercato fortemente connotato nella scelta dei prodotti (le referenze ci sono tutte, dal fresco al non food, ma selezionate nel senso del naturale, della trasparenza, dell’origine) il concept noé è stato concepito come un “laboratorio” in progress dove testare nuovi prodotti e servizi per tutti i punti vendita di “ultraprossimità” Franprix (oltre 900 concentrati nell’Ile-de-France). L’idea è poi di sviluppare un insegna “allo stesso tempo sostenibile e popolare”. 
 
Franprix è un’insegna del Gruppo Casino.

Riconoscimento facciale e robot, le tecnologie più avanzate si usano per vendere hamburger

Un chiosco con riconoscimento facciale che – giustappunto – ti riconosce e ricorda grazie all’intelligenza artificiale i tuoi ordini, già testato nel punto vendita di Pasadena, e un robot cuoco che cuoce alla perfezione e senza errori hamburger tutti (perfettamente) uguali, che dovrebbe partire nel corso del 2018: le ultime frontiere dell’interazione tra uomo e macchina non si trovano in qualche campus universitario americano ma da Caliburger, catena californiana con succursale a Dubai specializzata nel più diffuso tra i fast food, l’hamburger, appunto.

Il chiosco di Caliburger, sviluppato con la tecnologia di NEC Corporation of America, unisce riconoscimento facciale, analisi degli ordini precedenti e programma fedeltà per fornire un’esperienza personalizzata e coinvolgente. Ai clienti – già ora a Pasadena – è sufficiente andare al chiosco e sorridere per visualizzare i propri ordini precedenti, eventualmente riordinarli con un clic e nel frattempo guadagnare punti fedeltà. In una seconda fase che potrebbe già attivarsi quest’anno il riconoscimento facciale dovrebbe poter essere utilizzato anche per il pagamento.

«Legare il programma fedeltà al riconoscimento facciale riduce molto gli ostacoli legati alla registrazione e al suo uso; inoltre consente a una catena di ristoranti come CaliBurger di fornire ai clienti un’esperienza personalizzata e interattiva al chiosco per gli ordini -ha detto l’Ad di Cali Group di John Miller -. Il nostro obiettivo nel 2018 è di sostituire le carte di credito con i pagamenti tramite riconoscimento facciale. quest’ultimo fa parte di una strategia più ampia che consenta ai settori della ristorazione e del commercio di garantire lo steso tipo di benefici e convenienza nel mondo reale di quelle che i clienti sperimentano con retailer come Amazon nel mondo digitale».

Quanto al robot cuoco, soprannominato Flippy, secondo il produttore Miso Robotics impara dall’esperienza, e non avrebbe l’ambizione di sostituire gli umani ma piuttosto lavorerà al loro fianco. Potrebbe essere impiegato in 50 ristoranti nella catena già da quest’anno, e oltre a cuocere hamburger e può essere programmati per svolgere nuovi compiti come tagliare verdure o friggere pollo.

E i dipendenti in surplus dalla cucina? Secondo il produttore potranno essere reimpiegati in sala per interagire con la clientela. Sempre, naturalmente, che non sia troppo occupata a sorridere al chiosco per gli ordini…

I tempi sono dunque maturi per il ristorante automatico, in cui il cliente interagisce solo con le macchine? Teoricamente sì, la tecnologia c’è. Va detto però che la prima “mini-catena” di ristoranti automatici, Eatsa, ha chiuso i battenti di cinque dei suoi sette ristoranti automatici dopo poco più di un anno dall’apertura. Al momento piuttosto che insalate salutari sta vendendo la sua tecnologia ad altre catene fast food. La prima, Wow Bao, specializzata in ravioli cinesi, ha aperto a dicembre a Chicago il suo primo ristorante automatico. Cuochi nel retro, nascosti, e un paio di assistenti per aiutare i clienti negli ordini, ma nessun cameriere. Secondo il presidente Geoff Alexander i tempi sono maturi: «Il mondo era forse pronto per Facebook? O per fare acquisti su Amazon? È la stessa cosa con i ristoranti. L’ospitalità sta evolvendo» ha detto al Chicago Tribune

Retailer che innovano: lo store, i clienti, le strategie. La Survey di JDA e RSR

Retailer disruptor: chi sono esattamente? Quali strategie stanno adottando? Quali obiettivi si propongono? In cosa  e in che misura differiscono dai retailer tradizionali?

Sono questi alcuni dei temi affrontati dalla 2018 Retail Disruptors Survey, presentata da JDA Software Group, Inc. ed elaborata da Retail Systems Research (RSR), coinvolgendo oltre 100 retailer mondiali (innovatori e non).

“I risultati dell’indagine sono chiari: gli innovatori sono più disposti a sacrificare una crescita più rapida per riuscire ad offrire l’esperienza cliente che gli acquirenti si aspettano. I retailer innovativi inoltre sono consapevoli che la tecnologia rappresenti un fattore strategico e non solo un costo da gestire. Questa consapevolezza sarà fondamentale per il loro successo nella fase di  continua evoluzione del settore ” ha dichiarato JoAnn Martin, vice president industry strategy, JDA.

Gli highlights della survey

Dalla ricerca è emerso che:

– Sono essenzialmente 4 le aree principali su cui i disruptors stanno focalizzando le proprie strategie: omnichannel (vedi tavola), informed insight (frutto della combinazione di dati e intuizione umana), customer acquisition (l‘esperienza del cliente si conferma la priorità più alta) e ruolo dello store.

– Deve essere sfatato il mito per cui i disruptor giocano un ruolo essenzialmente digitale. E l’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon ne è la prova lampante.

– Disruptor e tecnologie: l’obiettivo è fare investimenti ponderati che attirino i clienti e supportino velocità ed efficienza. 

– Il futuro dei disruptor giunti alla maturità.

Identikit degli innovatori nel retail

Ma quali sono le peculiarità che accomunano tra loro i disruptor, distinguendoli dai retailer più tradizionali?

I retailer intervistati da RSR indicano tre fattori chiave che li rendono innovatori: forniscono prodotti e servizi di altissima qualità (53%); sono molto più veloci e reattivi dei retailer tradizionali (51%) e hanno cambiato radicalmente l’esperienza cliente (42%).

 

E i risultati parlano chiaro: il 66% degli innovatori ha dichiarato di essere profittevole, mentre il 18% ha affermato di diventarlo nei prossimi 18 mesi. Il 49% dei retailer innovativi cresce a un tasso annuale superiore all’11%, mentre solo il 30% dei retailer tradizionali registra la stessa percentuale di crescita. I risultati completi della 2018 Retail Disruptors Survey sono disponibili qui.

I must per i retailer innovativi

Gli innovatori affermano che la chiave del loro successo risiede nella velocità fornita dalla tecnologia, nel bilanciare i profitti e nel mantenere le promesse al cliente. L’affidabilità, in particolare l’attenzione alla coerenza di esecuzione (62%) e alla profittabilità (60%), è la qualità che gli innovatori ritengono più importante, mentre si rifiutano di sacrificare la redditività per una crescita più rapida.

 Gli innovatori affrontano la tecnologia in modo diverso

I retailer innovativi hanno più successo nell’utilizzare la tecnologia per migliorare l’esperienza cliente rispetto a quelli tradizionali. Il 25% degli innovatori offre un’esperienza di shopping continua attraverso tutti i canali, rispetto al solo 13% dei tradizionali.

Dalla survey emerge pure come gli innovatori attribuiscano alle intuizioni umane lo stesso valore di quelle basate sui dati in settori chiave, mentre i tradizionali sono meno propensi:

  • Operazioni in negozio: 40% degli innovatori vs. 29% dei tradizionali
  • Approvvigionamento e procurement: 34% degli innovatori vs. 29% dei tradizionali
  • Merchandising: 34% degli innovatori vs. 16% dei non innovatori

Investimenti in tecnologie digitali

I retailer innovativi privilegiano investimenti in funzionalità digitali incentrate sul cliente: parliamo del 25% dei disruptor rispetto a un più risicato 19% dei tradizionali.

E non basta: dei non innovatori il 35% non ha intenzione di implementare nuove tecnologie, mentre tra i disruptor la percentuale scende al 25%.

Il cliente, fulcro del business

Gli investimenti in funzionalià digitali mostrano che gli innovatori sono concentrati al massimo sull’esperienza del cliente, e quindi implementano tecnologie che consentono di migliorare questa esperienza:

  • Social media per il coinvolgimento del cliente: 60% dei innovatori vs. 55% dei non innovatori
  • Dispositivi mobile per il personale in negozio: 51% dei innovatori vs. 38% dei non innovatori
  • Integrazione di dispositivi IoT e dati: 51% dei innovatori vs. 45% dei non innovatori

Le aree di investimento più soddisfacenti

  • Visibilità totale della supply chain: 49% degli innovatori vs. 23% dei non innovatori
  • Centri di distribuzione regionale o localizzata: 38% degli innovatori vs. 30% dei non innovatori
  • Collaborazione con i fornitori: 38% degli innovatori vs. 29% dei non innovatori

 

“Gli innovatori sono più propensi a implementare nuove tecnologie per migliorare l’esperienza del cliente, ma sono anche pronti a cambiare rotta quando non vedono i benefici previsti.”, ha osservato Martin.

La customer experience

tutti i retailer concordano sul fatto che investire nella customer experience è fondamentale per attirare clienti presso i propri negozi e farli ritornare (55% degli innovatori vs. il 54% dei non innovatori).

Dove invece si notano più discrepanze tra innovatori e non sono:

il lifestyle (58% di disruptor vs 45 nd);

eventi e attività orientati al cliente (57% vs 34%)

 

Il futuro dei negozi fisici

I risultati dell’indagine confermano che i negozi fisici non scompariranno a breve: 87% degli innovatori e 79% dei non innovatori hanno negozi fisici e continueranno ad aprirne altri in futuro. Ma la chiave del successo dei punti vendita sta nel creare esperienze accattivanti e nell’utilizzarli anche come centri di distribuzione per evadere gli ordini effettuati attraverso altri canali. Il 71% degli innovatori intervistati ha dichiarato che la soddisfazione cross-channel porterà traffico nei negozi, un chiaro segno che le opzioni volte alla soddisfazione del cliente come acquistare online, ritirare in negozio (BOPIS) e acquistare online e fare il reso in negozio (BORIS) saranno sempre più diffuse. Anche la tecnologia interattiva (62%) e i programmi di fidelizzazione (60%) sono consideranti rilevanti per  favorire l’incremento delle  visite ai negozi.

 

 

Guerra alla plastica: la strategia dell’Ue punta su innovazione ed economia circolare

Economia circolare e riduzione dell’uso della plastica: anche l’Unione europea prende posizione e affronta un tema sempre più d’attualità, quella della gestione dei rifiuti di plastica. Un materiale inquinante a lunghissimo termine che sta soffocando i mari ed entrando – per mezzo delle microplastiche – anche nella nostra catena alimentare e nei nostri organismi.

«Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci – ha detto Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile -. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo. L’unica soluzione a lungo termine è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più. Si tratta di una sfida che i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono affrontare insieme. Con la strategia dell’UE sulla plastica stiamo inoltre propugnando un nuovo modello di economia più circolare. Occorre investire in nuove tecnologie innovative che proteggano i nostri cittadini e mantengano il nostro ambiente sicuro, senza farci rinunciare alla competitività della nostra industria».

“Porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettino le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui siano sviluppati materiali più sostenibili” è dunque l’obiettivo del piano strategico dell’Ue, che 

adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave lungo tutte le fasi del ciclo, per misurare i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale e di UE. Tra i punti chiave:

  • Rendere il riciclaggio redditizio per le imprese: saranno sviluppate nuove norme sugli imballaggi al fine di migliorare la riciclabilità delle materie plastiche utilizzate sul mercato e accrescere la domanda di contenuto di plastica riciclata. Previsti impianti di riciclaggio più efficienti e capaci e un sistema per la raccolta differenziata e lo smistamento dei rifiuti migliore e standardizzato.
  • Ridurre i rifiuti di plastica: la normativa europea ha già determinato una significativa riduzione dell’uso di sacchetti di plastica in diversi Stati membri. I nuovi piani si concentreranno ora su altri prodotti di plastica monouso e attrezzi da pesca, sostenendo campagne di sensibilizzazione nazionali e determinando l’ambito di applicazione delle nuove norme che saranno proposte a livello di UE nel 2018 sulla base di una consultazione delle parti interessate e di studi scientifici. La Commissione adotterà inoltre nuove misure per limitare l’uso delle microplastiche nei prodotti e stabilire l’etichettatura delle plastiche biodegradabili e compostabili.
  • Fermare la dispersione di rifiuti in mare: nuove disposizioni relative agli impianti portuali di raccolta si concentreranno sui rifiuti marini nelle acque prevedendo misure intese a garantire che i rifiuti generati a bordo di imbarcazioni o raccolti in mare non siano abbandonati, ma riportati a terra e lì adeguatamente gestiti.
  • Orientare gli investimenti e l’innovazione: la Commissione fornirà orientamenti alle autorità nazionali e alle imprese europee su come ridurre al minimo i rifiuti di plastica alla fonte. Il sostegno all’innovazione sarà aumentato, con 100 milioni di Euro di finanziamenti ulteriori per lo sviluppo di materiali plastici più intelligenti e più riciclabili, per processi di riciclaggio più efficienti e per tracciare e rimuovere le sostanze pericolose e i contaminanti dalle materie plastiche riciclate.
  • Stimolare il cambiamento in tutto il mondo: l’Unione europea lavorerà con i suoi partner in tutto il mondo per proporre soluzioni globali e sviluppare standard internazionali. 

La Commissione intende avviare la revisione della direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggi ed elaborare orientamenti per la raccolta differenziata e lo smistamento dei rifiuti perché siano pronti nel 2019.

Dei 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti ogni anno in Europa, meno del 30% è raccolto per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei, con la presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti.

 

Cuki lancia tre nuove referenze impegnate per l’ambiente

Cuki lancia tre nuovi prodotti caratterizzati da una mission comune, l’attenzione e l’impegno per la sostenibilità ambientale.  Sono i nuovi prodotti “Impegnati per l’ambiente”:  Cuki Sacchetti Gelo in MATER-BI, gli unici sacchetti gelo per alimenti completamente biodegradabili e compostabili, sviluppati in partnership esclusiva con Novamont, Cuki Alluminio 100% Riciclato e Cuki Carta Forno Naturale in fogli.

  • Cuki Sacchetti Gelo in MATER-BI: l’unico sacchetto gelo per alimenti completamente biodegradabile e compostabile, sviluppato in partnership esclusiva con Novamont. Sono realizzati in MATER-BI, una bioplastica contenente materie prime di origine vegetale rinnovabili, frutto di una filiera produttiva italiana. Cuki Sacchetti Gelo in MATER-BI, ecosostenibile e con ottime caratteristiche per la conservazione degli alimenti, può essere smaltito, dopo l’uso, nella raccolta differenziata dell’umido, per poter essere avviato al processo di compostaggio.
  • Cuki Alluminio 100% Riciclato (20 m). Viene prodotto con alluminio riciclato al 100%, proveniente da scarti di produzione Cuki. Le sue peculiarità principali sono ecosostenibili: il riciclo dell’alluminio permette di risparmiare il 95% dell’energia necessaria a produrlo dalla materia prima. Cuki Alluminio 100% riciclato è a sua volta interamente riciclabile. Al pari dell’alluminio Cuki prodotto da materia prima, è ottimale per avvolgere gli alimenti, mantiene le caratteristiche di resistenza e protegge al meglio dai fattori esterni, grazie al suo effetto barriera.
  • Cuki Carta Forno Naturale in Fogli (20 fogli – 33 x 38 cm.). Interamente biodegradabile e compostabile, non è trattata e ha un aspetto grezzo di colore marroncino. Cuki Carta Forno Naturale in fogli, certificata FSC (Forest Stewardship Council), è prodotta con fibre di cellulosa ricavate da legname proveniente da boschi gestiti in modo sostenibile per la protezione delle foreste. Antiaderente, resistente a temperature fino a 220°C, utilizzabile in forno, in padella, a bagnomaria e nel microonde. Grazie alla mancanza del seghetto, l’astuccio può essere smaltito nella raccolta differenziata della carta.

Obiettivo della innovativa linea di prodotti, con caratteristiche green, è quello di poter rispondere ad una domanda costantemente più crescente di prodotti e soluzioni ecosostenibili da parte del consumatore, che ha sviluppato un’attenzione sempre maggiore per l’ambiente.

 

Super food, la carica dei 20 alimenti che piacciono perché fanno bene

Super food, obiettivo benessere. Sempre più spesso i consumatori apprezzano ciò che fa bene. Il risultato?  Un vero e proprio boom per alimenti e ingredienti “benefici” che stanno cambiando il carrello degli italiani.

Sono una ventina i nuovi protagonisti identificati dall’Osservatorio Immagino creato da GS1 Italy e Nielsen e vanno dai semi di lino all’avocado, passando dalla pirulina, ino ad arrivare al cocco e alla canapa.

Ciascuno con le sue peculiarità e la sua platea di elezione. Tra tutti, comunque, è lo zenzero (ia al naturale che come ingrediente salutistico di tanti prodotti) il best performer, che in 12 mesi ha visto raddoppiare le vendite dei prodotti in cui è presente (+108,4%). In totale valgono 25 milioni di euro e rappresentano lo 0,2% degli alimenti del perimetro.

Performances di tutto rispetto anche per le mandorle,  che compaiono nell’1,2% dei prodotti alimentari di largo consumo venduti in Italia, egenerano l’1% delle vendite totali nella distribuzione moderna. Nell’anno terminante a giugno 2017, le vendite dei prodotti alimentari in cui sono presenti le mandorle (soprattutto prodotti da ricorrenza e per la prima colazione, snack dolci, ma anche gelati e latte vegetale) sono cresciute del 17,4% a valore, arrivando a generare un giro d’affari di oltre 240 milioni di euro. E non basta: le virtù benefiche delle mandorle, infatti, sono anche ampiamente riconosciute dal personal care.

Crescita interessante, infine, anche per i mirtilli (presenti nello 0,9% dei prodotti alimentari e con una crescita annua dell’8,0% delle vendite a valore), il farro (che registra una crescita del fatturato del 20,4%, entrando nello 0,9% dei prodotti alimentari di largo consumo) e la quinoa, che cresce del 63,5% annuo.

 

La “torre” di Asda consegna lo shopping online in un minuto e contiene 500 pacchi

Una torre che è un gigantesco locker in grado di contenere fino a 500 buste, e distribuire i prodotti ordinati online nel giro di 60 secondi: l’ha installata l’insegna britannica Asda, sussidiaria Walmart, nel punto vendita di Trafford Park a Manchester.

L’unità è pensata per consegnare le spese ordinate online con ritiro in negozio (click and collect) ed è predisposta anche per ricevere resi. Il sistema, primo nel Regno Unito e immaginiamo anche in Europa, è stata testato negli USA da Walmart, che ne ha installate un centinaio negli Stati Uniti.
Gli ordini sono quelli del sito per abbigliamento di Asda George.com e di aziende partner quali Asos, Missguided e Decathlon.

L’unità di distribuzione dei pacchi è alta 4,8 metri e larga 1,4.

Una volta in negozio i clienti che hanno ordinato online passano il codice Qr inviato sul telefono nella torre, detta Parcel Tower, e ricevono il pacco.

Neil Drake, Systems and Innovation Manager di Asda, ha commentato: «Sappiamo  «Sappiamo che la velocità e la convenienza sono fattori importanti per i clienti e per i partner del nostro servizio toyou [il sistema di consegne in negozio di ordini online anche da retailer terzi con ritiro nella rete di 600 punti vendita  Asda, ndr], e pensiamo sempre a nuovi modi per soddisfarli. Le Parcel Towers sono solo l’esempio più recente di come, usando le nuove tecnologie, cerchiamo di far risparmoare tempi e soldi ai clienti».

Nei primi giorni dall’installazione la risposta è stata “fantastica”, secondo Stephen Clinton, Store Manager del punto vendita Asda di Trafford Park, e in meno di una settimana ha già servito 1500 clienti.

Ahold-Delhaize testa la spesa senza cassa

Ahold-Delhaize come Amazon Go: nel punto vendita di prossimità di Zaandam sta testando la spesa senza cassa, con scansione di codice NFC e pagamento via carta, e presto anche via smartphone. Il sistema, dopo il test che ha preso il via a dicembre in un punto vendita Albert Heijn olandese, potrebbe essere attivato in altri tra i 76 store dell’insegna già dal giugno prossimo.

Dice Jan-Willem Dockheer, amministratore delegato di Albert Heijn: «Gli sviluppi tecnici sono rapidi e possiamo iniziare ora [il test era stato annunciato per il 2018 ma è già partito, ndr], quindi perché aspettare? Prima partiamo, più velocemente impariamo. Il sistema “Tap to go” risponde alle esigenze di velocità e convenienza dei nostri clienti».

Il punto vendita di Zaandam, dove si trova la sede di Ahold Delhaize, è dotato di schede di scaffali elettronici che possono essere scansionati con una carta contactless, e presto con uno smartphone. Dopo una registrazione una tantum tramite un’app, i partecipanti al test possono prendere il caffè o il pranzo ancora più velocemente. Tutto quello che devono fare è toccare l’etichetta elettronica con la carta e prendere il prodotto. Dopo di che, il cliente può uscire dal negozio senza dover passare per le casse e continuare per la sua strada. Entro 10 minuti l’importo viene automaticamente addebitato sul suo account, grazie all’accordo con una banca.

La scelta dei punti vendita di prossimità si spiega con le ridotte dimensioni numero di referenze e con la facilità di acceso a tutte le etichette. Il futuro però sta nella localizzazione del cliente all’interno del punto vendita e nella individuazione automatica di ciò che acquista, senza necessità da parte del cliente di fare altra azione oltre quella di prendere i prodotti dallo scaffale. Un come in Amazon Go, il cui sistema di Seattle non è però ancora stato replicato.

Tra Csr e robotica, quattro tendenze della tecnologia per un 2018 sempre più green

Foto: Alex Knight on Unsplash.

I progressi della tecnologia, inarrestabili e rapidissimi, stanno entrando a far parte sempre più delle nostre vite, lavorative e non: ma cosa ci dobbiamo aspettare nel 2018? Epson, attraverso i propri manager europei, ha individua quattro tendenze principali per l’anno che sta per arrivare: Crs, robotica, realtà aumentata e digitalizzazione dei documenti.

Sarà la CSR (Corporate Social Responsibility) a guidare le scelte delle aziende, considerato i desiderata dei clienti, sempre più attenti a sostenibilità ambientale e sociale. In particolare, le offerte IT terranno sempre più conto dei criteri di CSR, rendendo il processo di acquisto molto più aperto, collaborativo e orientato a supportare il raggiungimento degli obiettivi posti a livello mondiale. Le tecnologie che offrono concreti benefici ecologici senza compromettere la produttività escluderanno altre opzioni più dannose per l’ambiente.
«In occasione di eventi di rilevanza mondiale come COP 23, le aziende, la società e i governi stanno diventando più collaborativi e allineati alle priorità ecologiche. Mentre il 2017 è stato un anno di situazioni alterne, il 2018 sarà importante per portare le discussioni al livello successivo e procedere per ottenere risultati. In occasione di gare, il design ecologico e le prestazioni ambientali diventeranno fattori sempre più determinanti nelle decisioni delle imprese e del settore pubblico. I prossimi 18 mesi vedranno un maggior numero di PMI prendere decisioni di acquisto in ambito IT sulla base di criteri CSR» dice Henning Ohlsson, CSR Director di Epson Europe.

La robotica diventerà più accessibile portando vantaggi crescenti sia alle grandi sia alle piccole medie imprese. Secondo IDC, la spesa globale per la robotica e i servizi correlati raddoppierà fino a 188 miliardi di dollari entro il 2020. L’aumento della spesa per la robotica e l’automazione porterà a un impiego più efficiente in settori come logistica, assistenza sanitaria, utility e risorse, dove si prevede che il 35% delle grandi aziende automatizzerà le attività entro il 2019.
«Epson offre sia una robotica di fascia alta, dotata di sensori integrati e di elevata autonomia, in grado di supportare il lavoro delle persone, sia una gamma di prodotti semplici, economici, facili da utilizzare e da integrare» ricorda Volker Spanier, Head of Factory Automation di Epson Germany.

Le tecnologie di realtà aumentata e le comunicazioni visive evolveranno, focalizzandosi verso il rispetto dell’ambiente e la collaborazione: si prevede che il mercato dei videoproiettori aumenterà dal 2016 al 2020 con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 27%. La crescita di questo settore è in parte dovuta alla riduzione dell’impronta ambientale consentita dall’uso dei videoproiettori poiché, grazie alle riunioni da remoto, permette alle aziende di eliminare la necessità di lunghi viaggi.
Le applicazioni di realtà aumentata supporteranno sempre di più settori chiave come la vendita al dettaglio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, i musei e l’intrattenimento, le attività di riparazione e manutenzione. «La realtà aumentata si sta affermando rapidamente, dal momento che molte aziende stanno passando dalle dimostrazioni concettuali alle realizzazioni sul campo. I casi d’uso reali continuano a crescere in una vasta gamma di settori commerciali, tra cui vendita al dettaglio, assistenza sanitaria, odontoiatria, istruzione, intrattenimento, riparazione e manutenzione, musei e attrazioni per i visitatori» spiega Valerie Riffaud-Cangelosi, Head of New Market Development di Epson Europe. 
Sia la videoproiezione sia la realtà aumentata supporteranno sempre di più anche l’istruzione: la realtà aumentata sta iniziando a essere implementata nei musei, nelle strutture didattiche e nelle università. Una recente ricerca Epson mostra che il 76% di coloro che lavorano nel settore dell’educazione ritiene che una proiezione su una superficie interattiva di grandi dimensioni contribuirebbe a una maggiore efficienza della didattica stessa.

Visto che il mondo del lavoro diventa sempre più digitale, gli uffici richiedono nuove soluzioni per la gestione e la digitalizzazione dei documenti. Nel 2018 la funzione di stampa si diversificherà per offrire più opzioni ad aziende, industrie e persone e la tecnologia inkjet continuerà a dimostrare di essere la miglior scelta per le realtà attente all’ambiente. Poiché il mondo del lavoro diventa sempre più digitale, gli uffici richiedono nuove soluzioni per la gestione e la digitalizzazione dei documenti. La carta resterà uno strumento fondamentale in ufficio, come dimostrato dalla crescente quota nel mercato europeo delle stampanti a getto d’inchiostro di Epson: attualmente valutata 38 miliardi di euro, nel biennio 2015-17 è passata dal 15% al 40% ed è destinata a un’ulteriore crescita nel 2018 e negli anni successivi.

Duncan Ferguson, Executive Director Professional Printing & Robotics di Epson Europe, sottolinea che “In seguito alle recenti discussioni politiche in Europa, la CSR e le pressioni legate all’ambiente sono più forti che mai, soprattutto nell’agenda di chi si occupa di soluzioni di stampa”, che è il motivo per il quale la tecnologia inkjet continuerà a dimostrare di essere la miglior scelta per le realtà attente all’ambiente perché rispetto a quella laser fa diminuire fino al 99% i rifiuti e le emissioni di ozono, fino al 92% la produzione di CO2 e fino al 96% il consumo di energia.

Prosegue con successo The positive Cup di Nespresso, attivo in 58 città

The Positive Cup di Nespresso, il programma per la raccolta e il riciclo delle capsule esauste prosegue con successo. Anche quest’anno l’azienda sostiene l’operato di Banco Alimentare Lombardia attraverso la donazione di 410 quintali di riso.

Il progetto, attivo in Italia dal 2011 grazie alla collaborazione tra Nespresso, CIAL, Federambiente e il CIC (Consorzio italiano Compostatori), consente ogni anno di recuperare e destinare ad una seconda vita le capsule usate, riciclando i due materiali di cui sono composte: l’alluminio e il caffè residuo. Dalla sua attivazione il progetto ha permesso di raccogliere 2.062 tonnellate di capsule in alluminio e di donare oltre 1.801 quintali di riso a Banco Alimentare Lombardia.

 Le capsule, recuperate grazie all’impegno dei consumatori, vengono avviate al processo di riciclo e valorizzazione dei due materiali.  L’alluminio viene riciclato al 100% mentre il caffè viene utilizzato come fertilizzante nella risaia di Roncaia, in Provincia di Pavia. Il riso coltivato viene poi acquistato da Nespresso e donato a Banco Alimentare Lombardia, che a sua volta lo distribuisce a chi ne ha più bisogno attraverso gli enti caritativi convenzionati, incluse numerose mense dei poveri.

Ad oggi il programma di raccolta delle capsule esauste è attivo in 58 città in tutta Italia con 97 punti di raccolta, di cui 49 Boutique Nespresso e 48 isole ecologiche.

Per partecipare attivamente al progetto e conoscere nel dettaglio tutti i punti di raccolta Nespresso è possibile visitare i siti web:

https://www.nespresso.com/it/it/pages/store-locator#RECYCLING

https://www.bancoalimentare.it/it/lombardia

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