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IRI e New Line Ricerche di Mercato: sinergia tra partner strategici

IRI – leader mondiale nella fornitura di informazioni sui mercati del Largo Consumo e sullo shopper – e New Line Ricerche di Mercato – azienda specializzata in analisi di mercato, consulenza e report per le Farmacie Italiane – annunciano la sigla di un accordo di collaborazione finalizzato ad offrire al mercato Consumer Health servizi di informazione e consulenza che consentono di analizzare e monitorare al meglio le dinamiche del comparto in Italia.
Grazie a questo accordo esclusivo, i clienti possono accedere ad un portafoglio completo ed unico nel mercato di soluzioni integrate di dati, analisi e consulenza. La sinergia delle esperienze maturate nei canali mass market e farmacia consente di mettere a disposizione degli operatori la più completa visione d’insieme delle dinamiche del mercato indispensabile per gestire le attività di marketing, vendita e trade marketing con maggiore confidenza ed efficacia.
IRI e New Line Ricerche di Mercato si propongono così come partner strategici ideali per tutte le aziende che operano nel settore del Consumer Health sia sul fronte produttivo che distributivo.
“Questa partnership permetterà di offrire un immediato cambiamento nel valore della nostra offerta grazie ad una visione unica e completa di tutte le dinamiche che caratterizzano il mondo del Consumer Health grazie alla possibilità di sfruttare competenze complementari nei canali della grande distribuzione organizzata e della farmacia”. Ha commentato Angelo Massaro, Amministratore Delegato di IRI in Italia.
Sulla stessa linea d’onda anche  Gabriele Pierani, Presidente di New Line Ricerche di Mercato che ha dichiarato:“Questa partnership ci aiuterà a rafforzare le nostre posizioni in Italia, con l’integrazione delle rispettive competenze. Ma, proprio grazie alla sua dimensione internazionale, IRI ci permetterà anche di affacciarci al mercato europeo”.

Largo Consumo Confezionato: le previsioni di Iri per i prossimi mesi

Largo Consumo Confezionato, quale futuro?

Delineare uno scenario in cui inquadrare gli ultimi mesi del 2016 e quelli successivi del 2017 è un esercizio obbligato per gli operatori del settore. Di seguito proponiamo le previsioni elaborate da IRI, leader nelle informazioni di mercato per il Largo Consumo, il Retail e lo Shopper.

L’anno in corso, dicono le stime, non avrà una chiusura eclatante, ma poco al di sopra dei livelli del 2015. Dopo una crescita nel 2015 del 2,2%, sostenuta anche da un’estate particolarmente calda che ha aiutato le categorie stagionali come le bevande, il 2016 è infatti previsto attestarsi su un modesto +0.3.logo-iri-jpg

Iri dice di “guardare agli ultimi mesi del 2016 con un cauto ottimismo in parte confortato dall’atteso rimbalzo sull’ultimo quadrimestre «fiacco» del 2015”.

Si tratta comunque di un risultato buono, se si considera il brutto andamento della prima parte di quest’anno.

2016: le criticità

Due le cause principali di queste performances fiacche: la prima (di carattere socio-politico) è il crollo della fiducia della domanda (deteriorata da attentati, sfiducia sull’Europa, crisi delle banche…) che ha accentuato un atteggiamento volto alla cautela negli acquisti durante tutta la prima parte del 2016. La seconda causa è legata all’andamento meteorologico: il clima estivo più fresco, infatti, ha penalizzato i mercati legati alla stagionalità estiva, comportando una perdita di vendite di prodotti di Largo Consumo valutabile in circa 570 milioni di euro.

Secondo IRI, tale discontinuità è destinata ad assorbirsi gradualmente nel corso dell’anno corrente. Nell’ipotesi peggiore (ovvero di propagazione dell’effetto anche nel corso dei mesi restanti) si stima un contributo peggiorativo fino a circa 0.7 punti di mancata crescita che riporterebbe il comparto vicino alla crescita 0 già nell’anno corrente.

Il 2017

Moderatamente ottimisti, per quanto attiene al prossimo anno anche in virtù delle attese cautamente ottimistiche sul quadro economico generale. La speranza viene riposta anche nell’ipotesi che non ci siano altre forti discontinuità economiche e geo-politiche.

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Il Largo Consumo

In generale i canali fisici di vendita del Largo Consumo illustrano una tendenza all’aumento della quota parte dell’Alimentare, che incide sempre di più sulla spesa per beni primari degli italiani. Questa tendenza proseguirà anche durante l’anno prossimo.

Per le Bevande, ipotizzando un’estate 2017 più favorevole dal punto di vista climatico (“nella norma”) rispetto a quella appena trascorsa, si attende un rimbalzo positivo della domanda.

Per quanto concerne l’andamento delle vendite a valore lo scenario previsionale è supportato da una duplice ipotesi:

  1. Il clima economico resterà orientato alla deflazione, o comunque alla sostanziale stabilità dei prezzi.
  2. Il governo non ricorrerà alla clausola di salvaguardia, non intervenendo perciò sulle imposte indirette.

Secondo questo scenario l’evoluzione dei ricavi sarà solo di poco superiore a quella dei volumi, e comunque contenuta all’interno del punto percentuale di crescita.senza-titolo2

IRI e The Kroger Co.: una partnership a vantaggio dei consumatori

IRI, leader mondiale nella gestione di big data, e The Kroger Co. , uno dei principali distributori al mondo, hanno siglato un accordo di lungo periodo, destinato a ottimizzare il rapporto con la clientela.

L’obiettivo della partnership, infatti, è quello di supportare la strategia core di Kroger denominata Customer 1st e rafforzare l’offerta ed il servizio al mercato ed al consumatore offerti delle due aziende.

All’interno di questa strategia, IRI sarà il partner principale per i servizi riguardanti le informazioni di mercato, che forniranno al distributore e a tutti i produttori con cui collabora una visione univoca delle performance del business comparata al resto del mercato.

Operativamente, il punto di forza di questo approccio risiede nell’innovativa piattaforma tecnologica IRI Liquid Data™ e nelle informazioni sui prodotti e su dati provenienti da fonti terze (ad inclusione di meteo, costi dei carburanti e fattori macroeconomici) che faciliteranno la collaborazione di Kroger e dei suoi fornitori e la presa decisionale.

“IRI e Kroger sono in prima linea nell’evoluzione dello scenario del retail grazie a informazioni di mercato più puntuali e tecnologia all’avanguardia per la creazione di strategie di marketing centralizzate sul cliente che, in ultima analisi, consentono di generare crescita” – Ha commentato Andrew Appel, President and Chief Executive Officer di IRI.
“In tutto quello che facciamo e in ogni decisione che prendiamo mettiamo al primo posto i nostri clienti. La collaborazione con IRI rappresenta per noi un ulteriore passo in questa direzione” – ha commentato Mike Donnelly, Executive Vice President dell’area merchandising di Kroger. “Siamo fermamente convinti che IRI detenga gli strumenti migliori per consentire a Kroger e ai suoi fornitori di accedere a insights più rilevanti, che ci permettono di migliorare la shopping experience di tutti i clienti.”

Vino in Gdo: segnali positivi. Le anticipazioni del Vinitaly

Vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione: dopo anni di stasi, si registra una crescita più decisa delle vendite  sia in volume che a valore. In attesa della 50° edizione di Vinitaly (a Verona dal 10 al 13 aprile), l’istituto di ricerca IRI ha elaborato, in esclusiva per Veronafiere, i dati sull’andamento di mercato nel 2015.

Le vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%.

“Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di IRI – perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell’1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri”.

Risultati positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila.

“A poco più di un mese dal via del 50° Vinitaly, si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino” – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere.

Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore.
Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce dell’8,5% e del Trebbiano (+5,6%).

Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro.
Da notare la seconda posizione del veneto Valpolicella Ripasso e la quarta posizione del piemontese Nebbiolo.

IRI Holistic Retail Solutions: indicazioni sul business in tempo reale

IRI lancia anche in Europa una soluzione per la generazione di analisi avanzate che prevede l’utilizzo di dati provenienti da fonti diverse, disponibili in un’unica piattaforma dedicata agli operatori della distribuzione. IRI Holistic Retail Solution (IRI HRS) si basa su tecnologia IRI Liquid Data e consente di aggregare ed armonizzare miliardi di dati in pochi secondi.
Invece che attendere settimane per poter rispondere a interrogativi sulle performance dei punti vendita, grazie a IRI HRS i distributori potranno avere indicazioni sul business in pochi secondi. Questo consentirà di prendere molto velocemente decisioni strategiche su prezzi, promozioni e sull’ottimizzazione degli assortimenti, inoltre favorirà la collaborazione con l’industria e supporterà implementazioni di piani di crescita per gli store format principali.

Vantaggi del sistema
Molti distributori hanno già in casa tutti i dati e le informazioni necessarie per avere maggior successo sul mercato, ma purtroppo sono ancora pochi gli operatori in grado di utilizzarli ed elaborarli in modo efficiente quando necessitano di valutare le proprie performance, l’andamento del Largo Consumo o il comportamento degli acquirenti.
“I distributori comprendono perfettamente l’importanza dei dati, ma si trovano a doverne gestire così tanti che è spesso molto difficile accedervi e utilizzarli in modo veloce ed efficace. – ha commentato Roberto Bandera, Senior Vice President Solutions and Innovation Europe – IRI HRS può fornire risposte a domande di business fondamentali in pochi secondi anziché in giorni o addirittura mesi”.
In primo luogo IRI HRS armonizza set di dati eterogenei che sono molto spesso disponibili tramite sistemi o formati diversi – tra cui informazioni interne o provenienti da fornitori esterni, come i dati sui Punti di Vendita, a livello di singolo negozio, dati sulla supply chain, informazioni finanziarie, informazioni demografiche sui consumatori, sulla competition, loyalty card, calendari promozionali, informazioni stagionali e dati sul comportamento degli shopper on line.
“Quando esiste una piattaforma unica contenente tutte le informazioni – continua Bandera- è molto più semplice dare risposta ad interrogativi fondamentali come: Qual è l’assortimento corretto nella offerta non –food in un particolare negozio ed in una determinata stagione? Quali promozioni sono più efficaci in una categoria e quando? Qual è il soft drink più profittevole nello store format considerato? Quali prodotti sono più importanti per i miei principali clienti?”.

Le prospettive
IRI è assolutamente convinta che HRS permetterà ai distributori di accedere più velocemente ad un maggior numero di insights immediatamente traducibili in azioni. Questo li aiuterà a migliorare la presa decisionale e a gestire la performance del business in modo più flessibile, fattore essenziale per raggiungere continui successi in una realtà in evoluzione come il Largo Consumo.

IRI HRS si basa sulle migliori soluzioni analiche e tecnologiche del mercato. Offre inoltre a distributori e produttori la possibilità di rinnovare la modalità di collaborazione. Infatti le due controparti hanno l’opportunità di condividere informazioni dettagliate sulle abitudini dei consumatori, sull’efficacia delle promozioni e sulle variazioni di prezzo, il che consente di focalizzare le strategie di marketing in ottica customer-centric, ottimizzare i piani strategici e le negoziazioni, generando crescita per entrabe.
IRI è fermamente convinta che Holistic Retail Solution sia la soluzione per la gestione delle informazioni più avanzata a disposizione dei distributori.
Tim Lee, Head of Enterprise Analytics presso Marks & Spencer ha commentato: “Gli insight generati dalle informazioni son il miglior catalizzatore di successo nelle attività commerciali. Collaborare con i nostri fornitori basandoci su questo tipo di analisi assicura l’allineamento necessario a individuare le opportunità che ci permettono di offrire ai nostri clienti i prodotti ed il servizio migliori. L’aver scelto IRI come nostro partner significa per noi avere accesso ad una expertise globale sul retail e poter utilizzare una piattaforma tecnologia attraverso cui implementare un processo decisionale basato su informazioni concrete”.

Le potenzialità
La soluzione base prevede dati sui PdV (settimanali o giornalieri) accompagnati da dati transazionali (quali il metodo di pagamento utilizzato o se l’acquirente è in possesso di carta fedeltà).
Inoltre la soluzione può prevedere:
– Inventory
– Costi e margini
– Target finanziari
– Planogrammi
– Informazioni demografiche
– Attributi dei negozi
– Ricerche Shopper
– Eventi promozionali e piani
– Previsioni
– Elaborazione dati multi-country e multi-currency
– Elasticità al prezzo

Olio, a peso d’oro: nel 2015 rincari del 19,8%

Olio di Oliva nei supermercati europei: il prezzo sale vertiginosamente. Ad evidenziarlo un recente studio di IRI che ha registrato mediamente un rincaro pari al 19,8% durante lo scorso anno.

Due le cause principali di questi aumenti: da una parte l’epidemia degli Ulivi che ha colpito la Puglia da ormai due anni e che sta causando il disseccamento di oltre un milione di piante; dall’altra la scarsità del raccolto in Spagna, principale produttore in Europa, che è cominciata già dal 2014 con impatti significativi sulla produzione.

Schermata 2016-02-09 a 12.52.02I produttori e i distributori che commercializzano offerta a marchio, durante lo scorso anno, hanno applicato rincari sui prodotti per coprire gli incrementi della materia prima cui dovevano sopperire. Il risultato è stato che gli acquirenti hanno speso 231 milioni di Euro in più per l’acquisto di Olio di Oliva, facendo così registrare un trend delle vendite a valore pari al +9,5% (per un totale di 2,7 milioni di Euro).

L’aumento dei prezzi è stato più consistente in Spagna, Italia e Grecia, paesi in cui l’Olio è uno degli ingredienti fondamentali della cucina locale. In particolare, rispetto all’anno precedente, durante il 2015 si è registrato un incremento di prezzo del +27,2% in Spagna, del 21% in Italia e del 12,2% in Grecia.

Schermata 2016-02-09 a 12.49.29Le conseguenze sui consumi

Come c’era da aspettarsi con i rincari, che hanno registrato tassi maggiori verso la fine dello scorso anno, i consumatori hanno ridotto gli acquisti.

Le analisi di IRI indicano un calo delle vendite di Olio di Oliva in tutti i paesi ad eccezione dell’Italia, dove gli andamenti sono rimasti quasi piatti. Al contrario in Grecia si registra un ”tonfo” pari al -18% ed in Spagna pari al -16,2% rispetto all’anno precedente.

E’ interessante inoltre evidenziare che anche le altre tipologie di prodotto sono in calo nei paesi considerati nell’analisi IRI, cosa che sta ad indicare che gli shopper non fanno switch verso altre varianti di Olio anche a fronte di prezzi cedenti (-0,9%).

Marche del distributore: rincari maggiori.

In tutti i paesi, ad eccezione della Gran Bretagna, il rialzo di prezzo delle marche del distributore è stato maggiore rispetto al totale categoria, fattore comune quando aumentano i costi delle materie prime. Tuttavia, il rincaro dei prezzi della Marca Commerciale ha avuto solo un lieve impatto sui consumi di Olio di Oliva (-0,5 punti rispetto all’anno precedente). Ci sono comunque grosse differenze da paese a paese.

In Spagna, per esempio, dove la marca del distributore ha una tradizione molto forte, il rialzo dei prezzi dell’Olio di Oliva è stato molto simile tra marca industriale e private label (rispettivamente 26,6% e 28,6%). Al contempo la marca del distributore è cresciuta in termini di quote a volume di 3,1 punti, segnando un aumento delle vendite del 13.3% e raggiungendo i 529 milioni di euro.

La Gran Bretagna evidenzia trend analoghi alla Spagna in termini di evoluzione delle quote a valore della marca commerciale, con un aumento di 5,3 punti rispetto al 2014 (da notare che si tratta della crescita più alta registrata nei sette paesi coinvolti nell’analisi). Questo fenomeno è stato causato con ogni probabilità dal forte rialzo dei prezzi dell’Olio di marca (+6,1%) mentre le marche commerciali hanno segnato una diminuzione del 1,8%.

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In Francia, invece, si è assistito al fenomeno opposto. Dal momento che l’industria di marca è impegnata in una “feroce guerra” giocata sui prezzi, il rincaro dell’ dell’Olio di Oliva ha impattato solo le marche dei distributori con il conseguente calo della quota a volume (-7,2 punti rispetto all’anno precedente).

A causa del rialzo considerevole dei prezzi dell’Olio di Oliva di Marca i consumatori in Gran Bretagna preferiscono acquistare i prodotti dei distributori che risultano più convenienti.

“La produzione di Olio di Oliva è legata all’andamento metereologico della stagione, ma l’epidemia che ha colpito gli ulivi in Italia è un fattore completamente nuovo che ha avuto un qualche impatto sull’intero mercato Europeo. Addirittura si sono verificati episodi di furti nelle coltivazioni spagnole in quanto dall’Italia è emersa l’esigenza di aumentare l’approvvigionamento di materia prima da Spagna e Grecia”. – ha commentato Marco Raimondi, Business Insights Director di IRI. -“L’olio d’oliva, che è un prodotto di prima necessità nei paesi dell’Europa meridionale, sembra essere diventato un prodotto ‘premium’ per gli heavy user europei.”. Continua Raimondi.

Yogurt: greco e di soia, i nuovi signori del mercato

Le origini dello yogurt si perdono nella notte dei tempi: era già citato nella Bibbia, descritto da Aristotele, Senofonte, Erodoto e Plinio.
La leggenda sulla scoperta dello yogurt tramanda che l’inventore di questo prelibato alimento sia stato un pastore, che dimenticando per qualche tempo il latte in un otre di pelle, lo ritrovò trasformato più denso e più saporito. Lo yogurt, per le sue caratteristiche organolettiche, è considerato da molti buono, utile alla salute ed indicato per le diete ipocaloriche. Forse anche per questo è protagonista di diversi momenti di consumo, prevalentemente a casa, per la prima colazione, talvolta come merenda perfetta anche per i più piccoli o addirittura come «mini dessert» dopo pasto per i più grandi.
Oggi il mercato offre una grande varietà di prodotti che rimandano sempre all’idea di salute, benessere, leggerezza e gusto. Lo yogurt è consumato da 23 milioni di famiglie italiane (pari al 94,4% del totale famiglie) che durante un anno acquistano mediamente oltre 14,6 kg di prodotto (fonte dati Gfk). Purtroppo il clima economico non positivo degli scorsi anni ha impattato in modo negativo su numerose categorie di consumo, ma alcuni mercati/segmenti per fortuna non ne hanno risentito.
Questo soprattutto quando i prodotti sono stati in grado di far leva su alcuni trend emergenti che, anche in tempi di difficoltà, sono riusciti a stimolare l’interesse dei consumatori.

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Nel caso specifico del mercato dello yogurt, servizio e benessere sono state le motivazioni che hanno guidato il consumatore verso acquisti con battute di cassa anche superiori alla media del mercato di riferimento.
Alcuni segmenti del mercato dello yogurt possono infatti essere considerati a giusta ragione dei «best in class».
Il presente studio ha l’obiettivo di indagare le dinamiche di questo importante mercato all’interno del canale moderno, evidenziando problematiche ed opportunità per produttori e distributori.
Lo yogurt nel canale moderno
Durante l’ultimo anno, il mercato dello yogurt nel canale moderno ha visto un giro di affari pari a 1.386 milioni di euro (in termini di volumi parliamo di 345.738 tonnellate) con un trend positivo sia a volume che a valore del +1.5%. La performance del mercato dello yogurt è legata alla flessione dei due segmenti classici: yogurt Intero e yogurt Magro. Anche lo yogurt Funzionale ha segnato performance negative sul dato a valore (-2.3%).
Le performance negative degli yogurt classici sono state compensate dalle performance molto positive dello yogurt da Bere e di altri due segmenti che registrano performance veramente eccezionali: yogurt alla Soia ed in particolare lo yogurt Greco.
Una ricerca Shopper Insight condotta da IRI evidenzia che è cresciuto il consumo condiviso, prevalente nel segmento tradizionale, a discapito del consumo singolo, tipico del mondo salutistico.
La ricerca di leggerezza e benessere resta la principale aspettativa dei consumatori di yogurt, in particolare per quanto riguarda la prima colazione.
Mentre la ricerca di gusto è maggiormente legata ad un consumo nei fuori pasto come spuntino o “spezzafame” e perfino come mini dessert.

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I “primi della classe”
Tra i diversi segmenti con performance positive, si evidenzia la crescita dello yogurt di Soia (+30.5% a volume).
Le positività del segmento della soia sono in linea con andamenti analoghi in altre categorie del  largo consumo. Questi prodotti offrono infatti un’alternativa ai consumatori con particolari intolleranze e al contempo propongono “leggerezza e benessere” anche a chi semplicemente vuole stare in forma. Un interessante segmento, che fino a 3/4 anni fa veniva ancora considerato una «nicchia» di mercato, è quello dello yogurt Greco che incontra la ricerca di gusto dei suoi acquirenti. Questo segmento ha registrato durante l’ultimo anno una crescita significativa: +53.6% a volume.
Tra i segmenti in crescita si evidenzia anche lo yogurt da Bere con un +20.1% a volume, che raggiunge il 2.9% della quota a volume della categoria. Possiamo interpretare questi andamenti (crescita dei segmenti Soia e Greco) come una scelta da parte degli acquirenti di acquistare prodotti più adatti al mantenimento del proprio benessere ma senza rinunciare al gusto, con un prezzo medio più alto rispetto anche al segmento dei Funzionali. La marca commerciale gioca un ruolo importante nel mercato dello yogurt (quota volume del 15.5%), ma con trend decisamente negativi (-4.3%).

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Prezzi e promozioni
In un contesto difficoltoso come quello degli ultimi 2 anni, il fattore prezzo è sicuramente molto importante anche nella categoria dello yogurt. Non a caso aziende produttrici e distributori stanno pianificando attività promozionali molto intense.
Già ormai da un paio di anni la pressione promozionale della categoria si aggira intorno al 40%. Si tratta di un dato decisamente superiore alla media del comparto del largo consumo che si attesta, negli ultimi 8 mesi, intorno al 27.7%, in decremento rispetto al pari periodo del 2014. Lo yogurt è uno dei prodotti più presenti sul volantino promozionale. Questo strumento di comunicazione all’interno della categoria è molto importante.
Una ricerca sullo shopper condotta da IRI evidenzia infatti che il 61% dei consumatori dichiara di prestare attenzione al volantino rispetto al 55% del 2010. In generale, il prezzo dello yogurt è stabile (-0.1%). Un fattore calmieratore dei prezzi, come già segnalato, è sicuramente l’elevata promozionalità. Un fenomeno da evidenziare è sicuramente quello della riduzione dei prezzi dello yogurt alla Soia nel corso dell’ultimo anno(-2.4%). Nel periodo in analisi questo segmento ha raggiunto un indice di prezzo rispetto alla categoria di 147 contro il 189 dello yogurt Greco.
La pressione promozionale dello yogurt Greco e di quello di Soia è inferiore rispetto alla categoria (rispettivamente 35.9% e 31.0%).  
Innovazione
Storicamente la crescita del comparto dello yogurt è stata favorita anche da un notevole fermento in termini di novità di prodotto, gusti e formati.
Negli anni passati infatti abbiamo assistito al lancio di nuove linee di prodotto che rispondevano a bisogni specifici dei consumatori, sia di tipo funzionale (es. anticolesterolo, probiotico, ecc…), che di gusto, come mousse, piuttosto che di yogurt cremosi con frutta e cereali per colazioni sane e complete.
I nuovi prodotti lanciati negli ultimi tre anni sviluppano ad oggi quasi il 16.5% dei volumi della categoria yogurt, con tassi di crescita e successo altalenanti.
Nell’ultimo anno risulta essere molto intensa l’innovazione di gusto, necessaria per la vitalità di questo mercato; le novità di formato vengono utilizzate per stimolare nuove tendenze e modalità di consumo.
Particolarmente interessanti sono proprio i lanci nell’area del gusto, che coniugano la freschezza dello yogurt alla golosità di cioccolato, frutta secca e gusti ‘caldi’ per un momento di piacere oltre che di benessere.
Problematiche e prospettive
La segmentazione del consumo, la penetrazione nel canale moderno con promozioni e investimenti pubblicitari, il valore del brand che firma il prodotto, soprattutto nell’area di mercato più innovativa e il tasso di innovazione sono gli elementi su cui puntare per rivitalizzare anche segmenti considerati maturi o in difficoltà.
Per gli italiani lo yogurt è legato alle sensazioni di benessere, salute, dieta, come pure di distensione. Ma anche l’edonismo gioca un ruolo importante: infatti mangiare uno yogurt può diventare come concedersi un dessert.
Da un lato emerge l’esigenza di recuperare la genuinità degli alimenti: ne hanno beneficiato i player che hanno saputo meglio interpretare temi come naturalità, semplicità, salute e «bontà» (es. yogurt di soia e alla greca). Dall’altro lato, rispetto ad alcuni anni fa, lo yogurt diventa un alimento gradito e adatto per ogni momento della giornata in cui il gusto diventa un importante criterio di scelta.
Non da ultimo, la possibilità di condivisione del prodotto all’interno dell’intera famiglia, diventa un ulteriore plus che in questo momento viene apprezzato dai consumatori (anche nell’ottica di evitare sprechi).
Nei periodi di incertezza economica, anche l’attenzione verso la leva prezzo tende ad aumentare. Nonostante i segnali macroeconomici positivi, in momenti come quello attuale il consumatore continua a badare al risparmio, ma non dimentichiamoci che lo yogurt ha di per sé in valore assoluto, una battuta di cassa contenuta. Anche uno yogurt con un indice di prezzo di 189 rispetto alla categoria, se racchiude in se i valori sopra elencati, può trovare largo spazio nella lista della spesa degli shopper.
Case history
Parlando della necessità di conoscere il consumatore, un produttore ha espresso l’esigenza di comprendere meglio la segmentazione e le dinamiche che guidano all’acquisto dello yogurt e quali sono i bisogni sottesi a quest’acquisto.
IRI ha sviluppato un’analisi quali/quantitativa con la quale ha risegmentato lo scaffale dello yogurt “attraverso gli occhi del consumatore” e indicato quali sono le “nuove esigenze” che guidano gli acquisti della categoria. Ed ecco i risultati.
Il produttore ha ripensato lo scaffale dello yogurt in termini di layout e di comunicazione per guidare al meglio l’acquisto del consumatore. Inoltre ha ripensato la sua offerta in termini di formati e innovazione per rispondere ai bisogni espressi in fase di analisi.
I fattori di criticità riguardano il possibile incremento del prezzo della materia prima latte e lo sviluppo di nuovi prodotti sostitutivi: in alcune diete il latte ed i suoi derivati vengono banditi perché è in forte aumento la percezione di intolleranza: questa percezione genera «ansie» verso le categorie del latte e dei suoi derivati.
Su quest’onda, un fenomeno interessante che si sta sviluppando in altre categorie del comparto lattiero caseario, è la nascita dei prodotti senza lattosio (es. formaggio senza lattosio, latte senza lattosio…).
Questa potrebbe essere una opportunità di sviluppo anche per i produttori di yogurt.

 

A CURA DI IRI

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