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FederBio, è urgente l’approvazione della legge sul biologico

Una nuova crescita per il biologico nel 2020. Questa la fotografia che emerge dai dati internazionali presentati dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con IFOAM, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale.

Con 2,1 milioni di ettari, 102mila in più rispetto al 2019, l’Italia si conferma il terzo Paese in Ue come superficie coltivata a biologico, la precedono Spagna (2,4 milioni di ettari) e Francia (2,5 milioni di ettari). Globalmente le superfici bio in Ue hanno raggiunto i 14,9 milioni di ettari globali.

Il nostro Paese mantiene il primato come numero di produttori biologici attivi (71.590), seguono la Francia con 53.255 e la Spagna con 44.493. L’Italia brilla anche come incidenza di superficie bio sul totale 16,6 %, la più elevata in Ue che ha raggiunto una media del 9,2%.

L’andamento del mercato bio fa registrare un incremento record del 15,1%, raggiungendo un valore delle vendite al dettaglio di 44,8 miliardi di euro in Ue che diventano 52 miliardi di euro considerando l’intera Europa. L’Unione europea diventa così il secondo mercato mondiale dopo gli Stati Uniti.

“Anche se la Francia sta crescendo a un ritmo più sostenuto, l’Italia continua a mantenere la leadership europea sia come numero di produttori che come percentuali di superficie coltivata. Il boom delle vendite di prodotti conferma come il biologico possa davvero essere il motore di rilancio dell’intero sistema agroalimentare. È necessario però investire a livello nazionale per aumentare i consumi interni che crescono in misura inferiore rispetto agli altri Paesi. Occorrono perciò politiche e un quadro normativo adeguato a sostenere la conversione agroecologica, oltre a investimenti in ricerca, innovazione, formazione. Per non perdere il ruolo di primo piano in un settore che ci vede già naturalmente vocati diventa quindi prioritaria la promulgazione della Legge sul bio, che dopo essere stata modificata il 9 febbraio dalla Camera deve adesso tornare in Senato per la definitiva approvazione. Ci auguriamo che si arrivi in tempi molto stretti alla definitiva approvazione di questa norma fondamentale per supportare la transizione ecologica e sostenere il futuro stesso dell’agricoltura italiana”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

Gdpr questo sconosciuto: al via il 25 maggio, ma molte aziende non sono ancora pronte

Il 25 maggio entra in vigore il General Data Protection Regulation (Gdpr), la nuova normativa europea sulla protezione della privacy che mira a standardizzare per tutti i Paesi membri dell’Ue la legislazione in materia, e a cui sono tenuti ad adeguarsi tutte le società che gestiscono dati personali. In base alla nuova normativa dovrà essere garantito a qualsiasi cittadino l’accesso, il controllo, la visualizzazione e il diritto di cancellare i dati raccolti dalle aziende nell’ambiente digitale. I cittadini dovranno essere informati su quali dati le aziende raccolgono e per quale scopo e dovranno fornire il proprio consenso esplicito. Inoltre, le aziende saranno tenute a implementare i meccanismi di sicurezza volti a impedire a terzi l’accesso alle informazioni sensibili e dovranno avere la protezione dei dati personali degli utenti e dei clienti in massimo conto, formando del personale addestrato in materia e prevedendo in taluni casi la figura nuova del Dpo, il Data Protection Officer..

Il tema è particolarmente importante dopo gli scandali che hanno coinvolto Facebook e Cambridge Analytica. Eppure, secondo un’indagine condotta dalla società leader negli analytics Sas su 183 manager di aziende a una settimana dalla fatidica scadenza, il 93% del campione afferma di non essere ancora totalmente conforme al nuovo regolamento. E se il 46% delle organizzazioni conta di mettere a punto tutto negli ultimi sette giorni che precedono il 25 maggio, il resto crede di non farcela, percentuale più alta per le aziende americane.

L’84% degli intervistati (il 91% degli europei) crede che il regolamento Gdpr migliorerà la gestione e l’amministrazione dei dati, mentre per il 69% esso addirittura aumenterà la fiducia dei clienti nei confronti delle organizzazioni. La metà degli intervistati europei sottolinea come il Gdpr avrà un impatto significativo sui progetti legati all’Artificial Intelligence. Preoccupano in particolare gli aspetti legati ai consensi informati, alla profilazione dei dati e al coinvolgimento umano nelle decisioni di Ai.

Ma che cosa succederà alle aziende o alle organizzazioni che il 25 maggio non saranno pronte? Le conseguenze potranno essere rilevanti. Le aziende fuorilegge sui dati personali potranno infatti subire sanzioni economiche fino al 4% del fatturato annuo e comunque fino a 20 milioni di euro.

Dall’Europa no all’aranciata senza arancia, succo minimo al 20%

Stop all’aranciata senza arancia: è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui si rende noto il perfezionamento positivo della procedura di notifica alla Commissione Europea dell’articolo 17 della legge n. 161 del 2014. Si è infatti conclusa positivamente – fa sapere la Coldiretti – la valutazione da parte di Bruxelles del provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome dell’arancia a succo o recanti denominazioni che a tale agrume si richiamino.

“Con la pubblicazione in Gazzetta – spiega il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – inizia un percorso di adeguamento, che alcune importanti aziende produttrici hanno già intrapreso, che dovrà concludersi obbligatoriamente per tutti entro il 6 marzo 2018“. L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia modifica una norma del 1958 e mira, in primo luogo, a tutelare la salute dei consumatori.

Burocrazia dimezzata e innovazione con il testo unico del vino

È entrato in vigore il 12 gennaio  testo unico del vino, approvato definitivamente il 28 novembre 2016. Una legge, la “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”, che. come aveva annunciato a suo tempo il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina “dà ai produttori una sola legge di riferimento con 90 articoli che riassume tutta la normativa precedente. Un’operazione di semplificazione che era attesa da anni e che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori”.

Tra le novità, la possibilità di introdurre in etichetta sistemi di informazione al consumatore che sfruttino le nuove tecnologie contribuendo ad aumentare la trasparenza. Una disposizione sulla salvaguardia dei vigneti eroici o storici al fine di promuovere interventi di ripristino recupero e salvaguardia di quei vigneti che insistono su aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico. E sul fronte della tutela del prodotto contro la contraffazione, i controlli sulle imprese del settore vitivinicolo che confluiscono nel registro unico dei controlli (RUCI) a prescindere se siano o no imprese agricole.

La Coldiretti stima che l’entrata in vigore del Testo Unico sul vino consenta di tagliare del 50% il tempo dedicato alla burocrazia. Un vantaggio non da poco se oggi sarebbero 100 le giornate di lavoro che ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore.

“Un risultato di semplificazione frutto di una lunga mobilitazione per liberare le energie del settore più dinamico del Made in Italy agroalimentare che ne rappresenta peraltro la principale voce dell’esportazione” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo “si sostiene la competitività di un settore che in Italia genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino, e che dà opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone”.

Etichette nutrizionali per tutti dal 13 dicembre, istruzioni per l’uso con la guida del Crea

Entrerà in vigore il 13 dicembre del 2016 la nuova normativa europea che obbliga i prodotti alimentari a riportare in etichetta i nutrienti presenti, la loro quantità nonché il loro valore energetico complessivo. Si tratta dell’ultima tranche del regolamento Ue n. 1169/2011 del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.

Uno strumento in più per favorire una scelta consapevole ai consumatori, nella direzione di un’alimentazione sana ed equilibrata. Che arriva proprio nel momento in cui i consumatori richiedono maggiori informazioni, in particolare sul contenuto in ogni prodotto  di quegli ingredienti ritenuti poco sani quali zuccheri, sale e grassi. Spesso però lo stesso consumatore non possiede le informazioni necessarie per comprendere ciò che legge e per scegliere nel modo giusto.

Proprio in considerazione di ciò, un team multidisciplinare di ricercatori del CREA, Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, coordinato dal Gabriella Lo Feudo, ha messo a punto una nuova e ampliata una nuova edizione della Guida dedicata all’etichetta nutrizionale (ce n’erano già state due precedenti).

Lo strumento, di facile consultazione, ha una grafica che riproduce fedelmente le etichette nutrizionali più diffuse di numerose tipologie di prodotto.

«La ricerca è anche questo – spiega Ida Marandola, direttore generale CREA – fornire ai cittadini elementi certi di conoscenza per poter migliorare la qualità della vita di ogni giorno e per diffondere la consapevolezza dell’unicità del nostro patrimonio agroalimentare».

La guida è scarivabile all’indirizzo http://www.crea.gov.it/wp-content/uploads/2016/09/etichette-nutrizionali-on-line.pdf

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