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Click and collect, quanto mi costi… e John Lewis fa pagare il servizio

Niente più ritiro gratis per un paio di ciabattine da John Lewis.

I costi della logistica per le spedizioni online sono da sempre una spina nel fianco dei retailer: il consumatore è abituato a non pagare alcun costo di spedizione, ma non sempre questo è possibile, Una soluzione sembrava essere il click and collect, l’ordine online con ritiro in negozio. Anche i questo caso però i costi ci sono, e in un Paese dove questo servizio ha raggiunto ormai proporzioni ragguardevoli (80 milioni di ordini l’anno scorso secondo IMRG, con tre acquirenti online su quattro che l’hanno utilizzato) c’è chi corre ai ripari.

John Lewis ad esempio, insegna di gamma medio-alta, ha deciso che a partire dal 28 luglio applicherà una prezzo di 2 sterline (circa 2,80 euro) per acquisti inferiori alle 30 sterline (42 euro circa). Una decisione non da poco per l’insegna inglese, che ogni anno movimenta attraverso il click and collect 6 milioni di ordini, e nel 2013 ha superato il miliardo di sterline di vendite online: oggi sono il 33% delle vendite totali.

L’attuale servizio gratuito sarebbe secondo il retailer britannico “insostenibile”: la logistica che dal magazzino centrale di Milton Keynes distribuisce pacchi in 360 punti di raccolta non può più essere coperta per i piccoli ordini, tipo il rossetto o la collanina bijoux. “La maggior parte degli ordini rimarrà gratuita e questo cambiamento ci permetterà di investire ulteriormente nel servizio” ha dichiarato Mark Lewis, il direttore dell’online di John Lewis. Secondo la Bbc, l’hanno scorso gli ordini sotto le 30 sterline sono stati il 18% del totale.

Facile pensare che a breve altri retailer seguiranno questa politica. Magari convincendo i clienti a pagare per un servizio più efficiente e veloce. E infatti Amazon guarda avanti: ha appena lanciato nel centro di Londra Amazon Prime Now, il servizio di spedizioni a casa o in ufficio entro un’ora. Il prezzo? 6,99 sterline (quasi 10 euro).

Polimi e IIT brevettano l’Etichetta dinamica, “parlante”, economica e sostenibile

Ha tutto le qualifiche per diventare l’etichetta per imballaggi del futuro: è parlante, ovvero riporta su un display tutta una serie di informazioni utili. È sostenibile, cioè riciclabile perché interamente realizzata con materiali recuperabili: tutti i componenti elettronici sono plastici o facilmente separabili dalla plastica e tutti i materiali elettronici della componentistica sono caratterizzati da una bassa temperatura di fusione che permette il recupero di metalli o ossidi di metallo tramite filtraggio. Inoltre, il display che si autoalimenta con energia solare. Infine, è economicamente sostenibile.

Denominata “Etichetta Dinamica, è un brevetto di IIT, Istituto Italiano di Tecnologia e PoliMi – Politecnico di Milano. Può essere stampata o integrata sulla confezione di carta o plastica.

L’etichetta è dotata di una sorgente energetica fotovoltaica che autoalimenta un modulo di controllo (transistor a film sottile organico a bassa tensione di alimentazione) e un display di visualizzazione (realizzato nella forma di uno strato di materiale elettro-cromico). Il modulo di controllo è predisposto per inviare al display i messaggi desiderati.
L’etichetta, infine, è compatibile con gli attuali processi di produzione degli imballaggi, aggiungendo un costo trascurabile.

Santa Margherita si rafforza in Toscana e punta al biologico

Presente da diversi decenni in Toscana nel Chianti (Lamole di Lamole) e in Maremma (Sassoregale), Santa Margherita Gruppo Vinicolo ha inaugurato a metà giugno il nuovo polo di Greti, nel comune di Greve in Chianti, che rappresenta oggi il nucleo operativo e logistico in Toscana del Gruppo Vinicolo. Qui sono state accorpate e razionalizzate le fasi più importanti, in un unico centro di lavorazione dotato di tecnologie all’avanguardia.

Una nuova e moderna linea di imbottigliamento e di stoccaggio, l’affinamento in legno e in acciaio, una sezione sperimentale dedicata all’affinamento in cemento e a quello in bottiglia (che varia da un minimo di 6 a un massimo di 12 mesi) per Riserve e Gran Selezione, sono solo alcune delle principali caratteristiche di Santa Margherita Tenimenti Toscani.

Inoltre proprio nella tenuta di Lamole (177 ettari, di cui 57 a vigneto e 4 uliveto) dagli anni Novanta ad oggi sono stati costanti gli investimenti per ripristinare e ricostruire i vigneti, preservare il paesaggio, sviluppare un’agricoltura che dal 2017 potrà fregiarsi della certificazione biologica maturando un’attenzione alla salvaguardia della biodiversità, delle risorse idriche e a tutte quelle tecniche che, allontanando la chimica di sintesi dai vigneti, rendono il vino un prodotto di estrema salubrità.

La scelta del biologico, facilitata dalla collocazione dei vigneti di Lamole in posizione isolata, circondata da boschi, elevata in altitudine e arieggiata, presume sempre da parte dell’uomo una riflessione partecipe sulla sostenibilità delle risorse e sul proprio futuro, che il Gruppo Vinicolo ha messo al centro della propria operatività.

Complessivamente per le attività in Toscana Santa Margherita ha investito dal 2011 al 2015 13 miloni di euro.

Heineken sceglie la logistica ecologica di Pgm, consegna merci a emissioni zero

La logistica ecologica è non solo un impegno che ogni azienda dovrebbe affrontare all’interno delle pratiche di responsabilità aziendale, ma anche una necessità data la presenza sempre più diffusa nelle aree urbane di Ztl, zone a traffico limitato. Heineken Italia ha scelto PGM Logistica, azienda di distribuzione beverage operante a Bergamo e provincia con mezzi elettrici, per effettuare consegne “ad emissione zero” nell’area coperta. La multinazionale della birra a partire dal 2011 ha avviato diverse iniziative volte a ridurre le emissioni di CO2 prodotte dalle attività logistiche, sviluppando in particolare l’intermodalità e scegliendo mezzi sempre più ecologici.

Pgm dispone al momento di un furgone Nissan e-NV200 a zero emissioni, cui presto se ne aggiungeranno altri (si prevede di arrivare a 30 veicoli nei prossimi tre anni), per le consegne dell’ultimo miglio (per la distribuzione delle merci a Milano e a Bergamo, a partire dalle ZTL del centro e in Città Alta). Una colonnina per la ricarica è già attiva nel piazzale dell’azienda, e a breve entrerà in funzione un impianto fotovoltaico capace di azzerare i costi di carburante dei mezzi della PGM ma anche totalmente le sue emissioni di CO2.
L’azienda è certificata UNI EN ISO 9001 e registrata alla piattaforma internazionale ECOVADIS, società che opera nel campo della valutazione, il monitoraggio e la certificazione delle catene di approvvigionamento globali, con il fine di migliorare le politiche ambientali e migliorare le performance di sostenibilità..

Amazon dietro le quinte: apre al pubblico il centro logistico di Piacenza

Cade il velo su uno degli aspetti strategici di Amazon. Da giugno sarà possibile partecipare a delle visite guidatepresso i centri di distribuzione in Europa, compreso quello italiano di Castel San Giovanni alle porte di Piacenza. Il centro, aperto l’anno scorso su una superficie di 85 mila metri quadrati ha sostituito quello precedentemente aperto nel 2011 sempre a Castel San Giovanni. Nel centro di distribuzione Amazon riceve, immagazzina smista, imballa e spedisce le merci di deine di migliaia di aziende che vendono i loro prodotti attraverso il marketplace di Amazon, oltre a fornire il servizio di gestione dei resi.

Amm. del. Amazon Logistica
L’amministratore delegato di Amazon Italia Logistica Tareq Rajjal

«Poter vedere da vicino il modo in cui i nostri addetti spediscono decine di milioni di pacchi ogni anno suscita molta curiosità – afferma l’amministratore delegato di Amazon Italia Logistica Tareq Rajjal – e vogliamo offrire l’opportunità a tutti di scoprire cosa accade dopo aver cliccato “Acquista” sul sito Amazon.it».

Così dal 18 giugno – per un giorno al mese – sarà possibile effettuare un tour alla scoperta del dietro le quinte di Amazon.

L’infrastruttura logistica consente una rapida evasione degli ordini: nella giornata di picco degli ordini registrata lunedì 15 dicembre 2014, è stata gestita la spedizione di oltre 249.137 unità in Italia e in oltre 50 diversi paesi esteri. Sono stati così evasi 396.261 ordini di clienti, al ritmo di oltre 4 al secondo.

Centro distributivo amazon 2

Con il programma Spedizione Mattino, 1.301 CAP italiani possono ricevere il prodotto entro le ore 12.00 del giorno successivo. Mentre con Spedizione Sera la consegna è possibile nella stessa giornata in 44 codici postali del milanese.

I tour si svolgeranno ogni terzo giovedì del mese e saranno aperti a tutti i clienti con età superiore ai sei anni. Ogni tour avrà la durata di circa un’ora e il numero massimo di partecipanti sarà di 30 persone alla volta. Per registrarsi è sufficiente collegarsi al sito http://amazontours.it e compilare il modulo di iscrizione.

 

Apre Ipack-Ima. Il mercato del packaging vale 42 miliardi di euro

Quante volte in un giorno abbiamo a che fare con un imballaggio, scatola o bottiglia, sacchetto o astuccio, tappo o vaschetta che sia? E’ stato calcolato almeno 35. Si tratta di un mercato che vale a livello planetario 540 miliardi di euro e nel quale l’Italia vanta eccellenze di primo piano: dalle confezioni per i farmaci alle bustine del tè, dai pacchetti di sigarette alle bottiglie di plastica per l’acqua minerale. In media il 25% delle tecnologie per confezionare nel mondo parla italiano. Le aziende italiane del settore – fortemente export oriented – forniscono tecnologie di punta per il confezionamento dei prodotti food e non food ai grandi marchi italiani ed esteri e alla grande distribuzione, generando un fatturato annuo di circa 42 miliardi di euro (tra macchine e materiali per imballaggio).

Schermata 2015-05-18 alle 17.22.03Apre domani i battenti a Fieramilano Rho, fino al 23 maggio, Ipack-Ima, in contemporanea con altre cinque manifestazioni (Meat-Tech, Dairytech, Fruit Innovation – dal 20 al 22 maggio – Converflex, Intralogistica Italia) in un evento professionale e di filiera senza precedenti.

La settimana del packaging e delle tecnologie alimentari riunirà circa duemila espositori (con il 33% da 54 paesi) occupando una superficie di 160.000 mq distribuita su 11 padiglioni e ospiterà 500 delegazioni di buyers da oltre 50 paesi, di cui 270 ufficiali organizzate grazie alla collaborazione con il Mise e ICE-Agenzia.

“Quando si beve un espresso a Shanghai, o New York, pochi sanno che non solo il caffè è probabilmente italiano, ma che lo è anche la cialda che lo contiene: una su due nel mondo è prodotta infatti con macchinari italiani” dice Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-Ima spa. “E una su quattro delle bustine di zucchero in circolazione è stata realizzata su confezionatrici prodotte in Italia. Ma forse non vi piace il caffè espresso e preferite quello in stick? Bene, uno stick su 5 nasce su macchine automatiche prodotte da aziende italiane”.

Succede in molti altri comparti. Per esempio quello del thé, o dei detergenti per la casa, dove le nuove pratiche monodosi per lavastoviglie e lavatrici che si sciolgono in acqua prendono forma e contenuto grazie a materiali e linee automatiche ad alta velocità realizzate in Italia ed esportate in tutto il mondo. Per non parlare della pasta secca, settore in cui la tecnologia nel mondo è indiscutibilmente tricolore (e Ipack-Ima è leader): dal sacco di farina quando entra in stabilimento fino al pacco o alla scatola di pasta che arriva ai supermercati e quindi nella cucina di ognuno di noi.

I cinque giorni di Ipack-Ima sono anche un’occasione unica per incontrarsi, confrontarsi e approfondire le sfide prossime venture: di un settore che come pochi altri ha una stretta attinenza con i grandi temi della sicurezza alimentare, della conservazione corretta del cibo ed eliminazione degli sprechi, dell’alimentazione sana e per tutti.

Ai grandi quesiti sul futuro sollevati da EXPO, Ipack- Ima e le sue verticali danno una risposta: quella della tecnologia, che già oggi è disponibile e che può aiutare grandemente a superare malnutrizione, sprechi e squilibri inaccettabili, come quello che contrappone 800 milioni di essere umani sottoalimentati a 1,6 miliardi di esseri umani in sovrappeso o obesi.

Proprio in quest’ottica vanno visti i due principali appuntamenti convegnistici in programma: il convegno di apertura del 19 in cui si parlerà di innovative forme di packaging digitalizzato e della sua interazione con il consumatore, e la conferenza internazionale del 20 maggio, che proverà a ipotizzare i megatrend che l’agroindustria globale dovrebbe imboccare per reggere l’impatto di oltre 9 miliardi di consumatori da qui al 2050.

Numerosi altri eventi sveleranno mercati in rapido sviluppo, dagli integratori alimentari (2,3 miliardi di euro e + 8% di crescita annua a valore) ai prodotti Halal per il mondo islamico (come la carne, il cui consumo è in rapida crescita anche in Italia).

Lamberet: la catena del freddo su quattro ruote è anche green

Presente in 35 paesi con un fatturato di 140 milioni di euro, Lamberet è un player europeo nel settore del trasporto frigorifero con un’ampia varietà di soluzioni per chi opera nel food ai diversi livelli, dalla gdo alla ristorazione, dal negozio al dettaglio all’industria alimentare. Si tratta sempre di veicoli isotermici con casse realizzate con materiali brevettati per un’elevata tenuta della temperatura, cellule integrate con alte performance, telaio specifico per frigo per una perfetta integrazione tra veicolo, allestimento e sistemi di refrigerazione.

Il tutto per garantire standard di prestazione e qualità con un occhio di riguardo al trasporto cittadino “green” con insonorizzazioni per ridurre la rumorosità, rispettando le norme PIEK, a partire dal pianale in alluminio speciale fino alla porta sollevabile isotermica con assistenza pneumatica, alla sponda e al gruppo frigo silenziati. L’elevata manovrabilità dei mezzi LAMBERET permette di arrivare nei supermercati cittadini trasportando 33 euro pallets o 66 pallets su due livelli con un’unica consegna, riducendo così il numero dei veicoli in città con un grande risparmio energetico.

Tra le ultime realizzazioni di Lamberet, presentate all’ultima edizione di Tuttofood vi sono due allestimenti Peugeot per il trasporto dei freschi: Peugeot Pianale Cabina Partner con cella isotermica 4 m³ e gruppo frigo Carrier mod. Xarios 200 RS 220 V e Peugeot Telaio Cabinato Boxer con box Lamberet Frigoline 10 m³ e gruppo frigo Carrier mod. Xarios 350.

Con Ford invece due allestimenti per il trasporto dei freschi e dei surgelati: Ford Transit V363 con cella isotermica Lamberet da 15 m³ e gruppo frigo Carrier modello Xarios 350 e Cassa rimorchio 750 KG PPT da 2,8 m³.

MD Discount inaugura un polo logistico nazionale non food. Presto l’e-commerce

Gricignano d’Aversa, provincia di Caserta: qui il Gruppo Lillo (MD Discount-Ld Market) ha inaugurato l’8 maggio, a soli sei mesi dall’avvio dei lavori, un nuovo polo logistico nazionale per il non food: oltre 6 mila metri quadrati di superficie per 4,5 milioni di investimento. Il magazzino può accogliere 1000 container all’anno per 20 mila tonnellate di prodotti, dispone di 7 mila posti pallet e 8 porte di carico che possono lavorare contemporaneamente e, quel che conta, aumenterà la capacità distributiva del gruppo di oltre il 40%. Inoltre un sistema di illuminazione a Led che si attivano solo al passaggio degli addetti e un impianto di climatizzazione di ultima generazione garantiscono l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi.

Patrizio Podini, patron e fondatore di Lillo Spa, secondo player italiano del discount con le insegne MD Discount e LD Market
Patrizio Podini, patron e fondatore di Lillo Spa, secondo player italiano del discount con le insegne MD Discount e LD Market

L’inaugurazione, festeggiata con i dipendenti e i fornitori di MD-LD, fondata nel 1994 da Patrizio Podini, bolzanino con l’idea di sviluppare il canale discount nel Sud, negli anni in cui il fenomeno esplodeva in Italia, riveste una serie di valenze che vale la pena raccontare.

La location. La nuova ala non food completa il polo distributivo del gruppo che si estende su una superficie di 62 mila metri quadrati e si trova nella Zona ASI di Gricignano, salito alle cronache in queste settimane perché qui si trova anche l’impianto Indesit che i neo proprietari di Whirlpool intendono chiudere, con ricadute pesanti sull’occupazione del territorio. Il contrasto con un’azienda distributiva che invece investe per crescere è clamoroso. E se ne sono accorti anche i rappresentanti delle istituzioni presenti all’inaugurazione. tanto che è stata annunciata (ma siamo in campagna elettorale) l’ipotesi di creare una zona franca industriale nell’area con detrazione per tre anni per le aziende che assumono.

Sulla motivazione di creare un polo logistico nazionale concentrato, Podini, che sull’efficienza logistica ha costruito il successo del gruppo, ha le idee molto chiare: «Importiamo dalla Cina prodotti che generano l’80% del fatturato non food. Avevamo quindi bisogno di essere vicini a un porto. L’area di Gricignano è poi più adeguata per servire la Sicilia e la Sardegna più di quanto fosse Genova. D’altro canto i nostri camion non fanno mai un viaggio a vuoto e questo ci consente un risparmio di qualche milione all’anno».

La strategia. Patrizio Podini l’ha ripetuto più volte. «Il non food è strategico per il nostro gruppo. Completa l’assortimento non alimentare ed essendo continuativo serve a portare clienti nei nostri punti vendita». Il polo di Gricignano ha infatti una valenza nazionale. Da qui verranno serviti gli altri cinque depositi del gruppo (Trezzo, Mantova, Macomer, Bitonto ed Enna) e i punti vendita di riferimento.

Per inciso, a Macomer in Sardegna, è prevista la trasformazione del deposito di 45 mila metri quadrati in un nuovo polo da 210 mila metri quadrati nei prossimi due anni.

Ma il non food è talmente strategico per il gruppo Lillo che 1.000 metri quadrati dei 6.000 complessivi sono destinati alla nuova attività di e-commerce, che sarà online da giugno. Una sfida impegnativa non solo per il  fatto che si tratta del primo discounter italiano ad entrare nell’e-commerce. Ma anche perché è immediato il confronto con Amazon ed eBay, due competitori non da poco. «Nell’online ci crediamo ed è necessario fare esperienza in questo canale», sottolinea Podini, che però esclude il ricorso al click & collect ritenendolo troppo oneroso dal punto di vista organizzativo.

L’assortimento prevede non solo i prodotti a marchio MD come MxD e Axil nelle lampadine a basso consumo (Led) «acquistate in Italia, perché più performanti», ma anche alcuni prodotti di marca soprattutto nell’elettronica.

Lo sviluppo. Ma l’orizzonte strategico nell’online non fa perdere di vista i canali fisici. Con 2 miliardi di euro di vendite, 5.000 dipendenti e 720 punti vendita il Gruppo Lillo ha una quota del 15% nel comparto del discount ed è il secondo player italiano. Ma la marcia non si arresta. «Due mesi fa è partita una nuova società MD Immobiliare – spiega Podini – con il progetto di aprire 60 nuovi punti vendita in cinque anni grazie a un investimento di 250 milioni di euro e di realizzare un nuovo format da 1.200-1.500 metri quadrati con 200-250 posti auto e la previsione di assumere 1250 persone». Intanto sta partendo il piano rinnovo dei punti vendita e di sostituzione dell’illuminazione con nuove lampadine Led che in cinque anni cambierà il volto a tutta la rete MD Discount, destinata a diventare l’unica insegna del Gruppo.

Ma non è tutto, perché, non dichiarate, ci sono ancora altre novità che traghetteranno MD in un ampliamento dell’offerta a settori che solo qualche anno fa il discount non considerava nemmeno.

Allora, abbiamo chiesto, ha senso ancora parlare di discount? Patrizio Podini non ci pensa nemmeno un secondo: «Oggi il discount costituisce ancora un valore perché spiega ai consumatori che cosa facciamo e qual è la nostra promessa».

Un mercato unico digitale europeo: l’Ue ha un piano

Dovrebbe essere finalizzato entro la fine del 2016 il piano per creare un mercato unico digitale nell’Unione europea. Presentato dal Vice-Presidente della commissione Andrus Ansip, il piano risponde a un obiettivo: utilizzare il potere di un mercato unico per la rivoluzione digitale che sta cambiando le nostre vite.

“Al momento, le barriere online implicano che i cittadini perdano opportunità di beni e servizi: solo il 15% di loro fa acquisti online da un altro Paese Ue, le aziende online e le start-up non possono avvantaggiarsi pienamente delle opportunità della crescita online; le aziende e i governi non stanno traendo tutti i benefici possibili dagli strumenti digitali” si legge in un comunicato dell’UE.
Lo scopo di un mercato unico digitale darebbe quello di abbattere le barriere e creare, da 28 mercati nazionali, un mercato unico comune, che potrebbe contribuire con 415 miliardi di euro l’anno all’economia europea e creare migliaia di nuovi posti di lavoro.
La Strategia per un singolo mercato digitale adottata comprende 16 azioni che dovrebbero essere intraprese entro la fine dell’anno prossimo e si sviluppano lungo tre direttive. Un migliore accesso per i consumatori e le aziende ai beni e servizi digitali in tutta Europa. La creazione delle giuste condizioni e un campo d’azione uniforme perché possano fiorire network digitali e servizi innovativi. Infine, la massimizzazione del potenziale di crescita dell’economia digitale.
“Oggi, gettiamo le fondamenta del futuro mercato digitale europeo – ha dichiarato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker – . Voglio vedere reti di telecomunicazioni paneuropee, servizi digitali che varcano le frontiere, e un’ondata di start-up innovative europee. Voglio vedere ogni consumatore cogliere gli affari migliori e ogni azienda avere accesso a un mercato più grande, ovunque in Europa”.

“La tecnologia deve essere il nostro futuro” dice Juncker nel video.

DHL porta nuove soluzioni per il trasporto food a Expo

Sta per partire e durerà sei mesi la grande kermesse di Expo dedicata ormai tutti lo sanno all’alimentazione. Tonnellate di cibo di tutte le fogge, i sapori e i profumi saranno movimentate per tutti il periodo, da tutto il mondo verso i padiglioni e i ristoranti del sito espositivo, ma anche in partenza per i visitatori che hanno approfittato del viaggio per acquistare eccellenze agroalimentari Made in Italy. Chi li trasporterà dovrà averne massima cura e attenzione, specie se si tratti di alimenti freschi, garantendo la catena del freddo. Nuove soluzioni per il trasporto food in sicurezza sono state messe in campo da DHL Express. Monitoraggio continuo, assistenza dedicata e pack innovativi per le spedizioni a temperatura controllata fanno parte di un un sistema di processi e soluzioni sviluppati per il settore specifico, che prevede anche un manuale di autocontrollo basato sui principi del sistema HACCP, validato in collaborazione con RINA SERVICES.

Per le spedizioni più sensibili alle variazioni di temperatura DHL Express mette a disposizione un nuovo pack per il trasporto a temperatura controllata, appositamente ideato per garantire il mantenimento delle condizioni termiche più idonee, contribuendo alla corretta conservazione dei prodotti trasportati.

Il trasporto di questi prodotti diventa ancor più attento e scrupoloso, attraverso l’attivazione di un servizio di monitoraggio dedicato. Qualora infatti il viaggio della spedizione subisse un imprevisto, un team specializzato potrà intervenire in modo proattivo per agevolare il più possibile il buon esito della spedizione.

Le nuove soluzioni food di DHL sono pronte alla prova dei fatti a EXPO Milano 2015. Qui, attraverso una serie di partnership con player di primo piano del mercato presenti con un proprio Padiglione, DHL Express è presente per offrire ai visitatori la possibilità di spedire nei Paesi di origine i propri acquisti alimentari, attraverso service point e corner dedicati, un servizio di assistenza e consulenza in loco, indicazioni e pack su misura in base alle regolamentazioni doganali delle nazioni di riferimento.

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