CLOSE
Home Tags Logistica

Tag: logistica

Logistica ed e-commerce, a che punto siamo in Italia

Logistica ed e-commerce sono intimamente legati. Tanto il secondo è destinato a trainare il settore della logistica (già oggi in Italia le imprese operanti nella logistica conto terzi un fatturato di 77 miliardi di euro), quanto la prima è spesso il vero tallone d’Achille del commercio online, non solo nel nostro Paese.

Anzi è il fattore critico di successo su cui si stanno misurando non solo i colossi dell’e-commerce, ma anche i retailer che accanto ai negozi fisici sviluppano un’attività di e-commerce. Tempi di consegna sempre più brevi, tipologie di consegna personalizzate e servizi ancora in fasedi sviluppo come il “predictive shipping” e la consegna tramite droni sono il terreno sul quale si misura la relazione con il consumatore e il successo delle vendite (il tempo di consegna rapido è una delle maggiori richieste degli acquirenti online).

idealo, il portale di comparazione prezzi leader in Germania con una presenza consolidata in Europa, ha provato ad analizzare le soluzioni logistiche più diffuse nel settore e-commerce in Italia sulla base di un censimento effettuato su 50 negozi partner con le migliori performance sulla piattaforma di comparazione italiana.

Quali sono gli operatori logistici più diffusi in Italia? Quali sono i servizi aggiuntivi offerti dagli shop in materia di spedizione e consegna? Quali e quante soluzioni alternative vengono comunemente offerte agli e-shopper italiani? Queste alcune delle domande cui risponde lo studio di idealo.

Tra i servizi di spedizioni disponibili in Italia, una delle scelte preferite degli operatori e-commerce è l’azienda BRT S.p.a., nota anche come Bartolini. Il 62% dei negozi online presi in esame nello studio ha scelto il corriere espresso italiano per le consegne sul territorio italiano. Il 26% dei siti e-commerce si affida completamente a Bartolini per le spedizioni – è il caso di importanti marketplaces come Redcoon e Pixmania. Altri servizi frequentemente adoperati dai merchant italiani sono TNT e UPS.

Scelta del corriere – Nessuno shop tra quelli esaminati, tuttavia, offre agli utenti la possibilità di scegliere l’operatore tramite cui farsi recapitare la merce. Data la diversificazione dei servizi offerti, il consumatore dovrebbe avere maggior voce in capitolo nella scelta dello spedizioniere di fiducia e delle relative offerte logistiche.

corrieri utilizzati

Unica possibilità di scelta è la consegna tramite corriere espresso per ricevere velocemente la merce acquistata: oltre il 70% degli shop online indagati offre questo servizio.

consegna express

Tempi di consegna – Ma sui tempi di consegna c’è ancora poca disponibilità a effettuarla nello stesso giorno, anche se è il tema centrale su cui si discute nel mondo dell’e-commerce, solo tre dei 50 negozi online presi in esame – tutti appartenenti al gruppo Banzai – offrono questa modalità di spedizione.

same delivery

Consegna alternativa – Un altro elemento critico evidenziato dallo studio di ideolo riguarda la possibilità di consegna a un indirizzo alternativo (ufficio, familiare, punto di ritiro): solo Bartolini o TNT danno questa opzione, ma occorre notare che l’espansione sul territorio italiano entro il 2015 della rete di lockers e altre postazioni automatiche presso cui ritirare la merce senza alcun vincolo è destinata ad accrescere ulteriormente il potenziale dell’e-business in Italia.

Servizi a valore aggiunto – Sono relativamente numerosi gli e-commerce che offrono servizi a valore aggiunto in materia di consegne e spedizioni, come ad esempio la consegna al piano, la consegna serale, al weekend, su appuntamento e con spedizioni multiple – circa il 36% degli shop esaminati offre una delle precedenti opzioni. Quelli più diffusi (li propone il 22% del campione) sono la consegna al piano e quella su appuntamento. Solo 4 mechant su 50 consegnano nel week end.

Click and Collect – Uno dei trend più interessanti riguarda il ritiro presso un punto vendita fisico, una filiale del negozio online o un punto di ritiro (Pick-Up Point). In questo modo, i merchant hanno la possibilità di combinare i vantaggi dell‘e-commerce con quelli derivanti da un contatto diretto con i clienti tipico della vendita al dettaglio. Un impulso decisivo in questo senso è la strategia del Click & Collect – l’acquisto online collegato al ritiro presso l’esercizio commerciale del venditore. A seconda del modello di business, la merce viene predisposta in loco per il ritiro o consegnata presso una filiale attraverso un normale servizio di spedizione. Si tratta inoltre di uno degli esempi principali di omnicanalità.

click_and_collect_it

Il 42% dei negozi online presi in esame offre l’opzione pick-up come metodo di consegna alternativo. Il vantaggio per l’acquirente è rappresentato di solito da una tempistica di evasione dell’ordine più breve e dal risparmio sui costi di spedizione. I ‘locker’ risultano invece ancora scarsamente implementati.

La sfida della consegna green – Tra le aziende leader nel settore della logistica si moltiplicano le iniziative volte a ridurre le emissioni di CO2 all’interno della supply chain. Alcune delle iniziative più note sul tema “Carbon Neutrality” sono i programmi di spedizione eco-friendly promossi da DHL (‘GoGreen‘), UPS (‘UPS Carbon Neutral‘), o Hermes (‘We Do!’). Sorprende, invece, che nessuno tra i negozi online considerati nello studio abbia fatto proprio il tema dell’ambiente e della sostenibilità: nessun riferimento ad eventuali opzioni green in materia di trasporti e al rispetto per l’ambiente nella cultura delle vendite online in Italia.

Nel futuro maggiore flessibilità – Rivenditori online e spedizionieri sono destinati a lavorare sempre più a stretto contatto per sviluppare opzioni di spedizione sempre più comode e allettanti per gli e-shopper. La scelta del partner logistico diventa così di cruciale importanza per posizionarsi nel mercato online con una proposta veloce, flessibile e personalizzata.Attualmente, il settore e-commerce risulta nel complesso ancora poco innovativo in materia di consegna e spedizione. Gli operatori di logistica, invece, sono già in grado di offrire servizi innovativi per rendere l’invio e la ricezione delle merci più semplici e flessibili. I merchant che intendono restare competitivi sul mercato digitale e attrarre nuovi clienti dovrebbero essere aperti alle nuove tendenze. Sarà allora di cruciale importanza:

premere sull’acceleratore per la consegna in giornata;
generalizzare la consegna su appuntamento;
sviluppare l’offerta del ritiro presso ‘locker’ e distributori automatici;
rendere la consegna espressa la modalità di consegna di default.

Infine, se già i maggiori operatori della logistica offrono metodi di trasporto a zero emissioni, lo sviluppo di opzioni di consegna e di imballaggio a ridotto impatto ambientale dovrebbe essere parte integrante dell’e-commerce del futuro.

Supermercato24 fa e-commerce puntando sulla consegna veloce

Supermercato24 è una start up veronese nata nel settembre 2014 che consente di fare la spesa online in un supermercato a scelta e averla consegnata a casa entro un’ora o in giornata. Una sorta di e-commerce per conto terzi, che si avvale di 1200 fattorini ad oggi attivati su 58 province italiane del Centro-Nord (Roma compresa). L’e-commerce nel grocery, lo sappiamo, in Italia non ha mai decollato. Qual è dunque il senso del progetto? Ne abbiamo parlato con il fondatore e AD Enrico Pandian, 35 anni e alle spalle una serie di iniziative online create fin da quando era ragazzo.

Enrico Pandian

“Siamo partiti lo scorso settembre su Verona per vedere la reazione della gente, poi ci siamo allargati ad altre province del Veneto e della Lombardia e a gennaio siamo arrivati a Roma. Ci siamo infilati in un’area di mercato non presidiata: in Italia c’è una sola insegna che fa e-commerce, Esselunga, e qualche sperimentazione. Il nostro modello è stato l’americana Instacart. La nostra forza? La consegna in un’ora”.

Ci spiega come funziona?

Non siamo un supermercato ma una rete logistica che lavora in crowdsourcing. Il cliente va sul sito (non c’è l’app ma è ottimizzato per tablet e smartphone) e trova tutti i supermercati di almeno 600 mq nel raggio di una decina di chilometri. Può scegliere tra 8/15mila prodotti del supermercato che ha scelto, e la consegna a casa in un’ora (la richiede il 25% dei clienti) o in giornata (la vogliono 9 clienti su 10). Grazie a un algoritmo viene contattato il fattorino più vicino al supermercato, che prende l’ordine, fa la spesa e si occupa della consegna. Oggi abbiamo 1200 fattorini che presto arriveranno a 2000, padroncini ma anche privati che iniziano con poche consegne e poi aprono la partita IVA. Il cliente può pagare in contanti e da poco anche con bancomat. La spesa media è infatti ultimamente passata dalle 40 euro iniziali a più di 130, segno che i clienti hanno provato il servizio, si fidano e acquistano di più.

Una sorta di Uber della spesa insomma. Ma cosa ci guadagnate?

Con le insegne abbiamo vari tipi di accordi che vanno dalla comunicazione allo sharing: ogni insegna ragiona secondo le sue logiche. Il nostro obiettivo è garantire al cliente il migliore servizio possibile. Noi prendiamo una percentuale sulla spesa che va dal 5 al 15% mentre al fattorino va la fee di consegna che dipende dal volume e dall’importo della spesa. I prezzi sono indicativi, non possiamo cambiarli in tempo reale ma il cliente può scegliere il supermercato che conosce e sa quali sono i prezzi in quel punto vendita.

Il vostro punto di forza?

La velocità, soprattutto. La gente vede il frigo vuoto e vuole la spesa per cucinare al pasto successivo. Anche le poche insegne che fanno e-commerce consegnano il giorno dopo. I nostri fattorini non hanno un accesso privilegiato in cassa, ma abbiamo i dati dei flussi del punto vendita e sappiamo a che ora arrivare per fare meno coda. Abbiamo poi visto che la provincia, che non è coperta dall’e-commerce, è molto ricettiva. Possiamo consegnare anche nei paesi più sperduti. Non solo. Stiamo iniziando ad ampliare l’offerta con nuove tipologie di prodotto, come il pranzo o la cena. A Verona stiamo testando un accordo con una catena di fast food. E stiamo pensando anche al parafarmaco. Sono i clienti a chiederci quello di cui hanno bisogno, e la nostra idea per il futuro è quella di consegnare qualsiasi tipo di merce, in un’ora.

Non avete paura che le insegne si “svegliano” e inizino a pensare seriamente all’e-commerce?

No, perché non sono strutturate per fare consegne in un’ora, tanto che molti dei nostri clienti ci chiedono di fare la spesa all’Esselunga. Piuttosto abbiamo avuto richieste di operatori che vogliono usarci per le consegne delle loro merci.

Come utilizzate i dati?

Sono il nostro bene più prezioso perché sappiamo che tipo di spesa fa un nostro cliente e dove la fa. In futuro li utilizzeremo per fare proposte mirate e personalizzate sul sito, tra un mese partirà il nuovo sito completamente rinnovato. Ma potremmo anche vendere i dati non aggregati alle insegne ad esempio.

Quali i piani futuri?

Stiamo già lavorando per aprire a Londra entro giugno e partire con il servizio a settembre, anche facendo accordi con situazioni analoghe come Just Eat (consegne a domicilio per ristoranti, ndr) e puntando su due zone: il centro di Londra e la provincia, che ha logiche simili a quella italiana. Poi partiremo a Parigi, perché ce lo chiede uno dei nostri investitori, il fondo francese 360 Capital (supermercato24 ha vinto a gennaio i 360mila dollari della 360by360 competition, ndr). In Italia per ora consolideremo le province che abbiamo. Ma stiamo studiando il Sud, in particolare la Puglia dove vediamo delle potenzialità.

Chi è il vostro cliente tipo?

Per ora professionisti, giovani mamme, anziani, gente che non ha tempo o modo di andare a fare la spesa. Ma nei prossimi 6/9 mesi abbiamo intenzione di allargare la base e il target dei nostri clienti. Per questo se oggi facciamo la gran parte della comunicazione online, in seguito inizieremo ad usare iniziative di marketing “da supermercato”, tipo volantini e cartellonistica

Palletways raddoppia a Vinitaly, e si prepara per Expo

Il 30% delle spedizioni riguardano vino e olio, e un terzo ha come destinatario la GDO: sono questi i numeri di Palletways, che non a caso sceglie per l’ottavo anno consecutivo di partecipare a Vinitaly 2015, a Verona dal 22 al 25 marzo. Quest’anno lo spazio espositivo, nei colori aziendali, verde e blu, è due volte più ampio rispetto allo scorso anno, e scenograficamente delimitato da “pareti” di pallet.

E proprio nel servizio di trasporto di vino e olio su pallet l’azienda di Calderara di Reno (BO) intende differenziarsi maggiormente rispetto alla concorrenza. “Sono prodotti un po’ speciali e con molte caratteristiche in comune, quando si parla di spedizioni – spiega Roberto Rossi, presidente di Palletways Italia e Francia e consigliere di Palletways Europe GmbH – . Sono trasportati generalmente in bottiglie di vetro di capacità simile e richiedono la massima cura, specie nelle fasi di carico e scarico, per garantire l’integrità dei contenitori. Entrambi hanno un elevato rapporto peso/volume e spesso destinazioni simili, come ristoratori, enoteche o piccoli negozi di specialità gastronomiche; le confezioni di olio e vino devono essere spesso tolte dal bancale e consegnate singolarmente, per soddisfare le esigenze di approvvigionamento dei clienti finali. Per i prodotti invece destinati alla GDO, cui consegnamo circa mezzo milione di pallet l’anno, le caratteristiche del servizio per l’ultimo miglio richiedono la massificazione delle spedizioni”.

Prova generale per Expo

Quest’anno il Vinitaly precede di poche settimane l’inizio dell’EXPO Milano 2015. “Per il Network è una grande opportunità di crescita, che intendiamo valorizzare attraverso investimenti mirati – spiega Rossi -. Abbiamo potenziato l’Hub milanese di Siziano (PV) e le strutture dei Concessionari limitrofi, aumentato le flotte dei mezzi a disposizione, pianificato le tempistiche di ritiro e consegna della merce in funzione di un previsto aumento dei volumi, legato all’evento”. Expo 2015 offre il contesto ideale per stringere nuove alleanze e aprire canali commerciali finora inesplorati. Per un Network che abbraccia 14 Paesi europei – Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Spagna, con un totale di oltre 400 Concessionari – l’evento rappresenta un’occasione imperdibile per esprimere al meglio la propria vocazione internazionale. “Al Vinitaly avremo un assaggio di ciò che sarà l’Esposizione Universale. Siamo pronti a coglierne tutte le opportunità – ricorda Rossi -. Senza dimenticare il richiamo alla sostenibilità, implicito nel tema della manifestazione, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, e punto focale dell’attività di Palletways”.

Dal 2014 l’azienda è infatti parte attiva nella tutela dell’ambiente, attraverso la partecipazione, con Treedom, a un progetto di responsabilità sociale d’impresa finalizzato a promuovere la tutela di territori ricchi di risorse naturali, come le Province di Catania e Siracusa. In ottica green, Palletways è impegnata nella gestione degli Epal (un sistema per il riciclo e l’interscambio efficiente dei pallet, con l’obiettivo di ridurne lo smarrimento), nell’utilizzo di mezzi di nuova generazione per ridurre l’inquinamento atmosferico e nella gestione attenta degli scambi, allo scopo di ottimizzare le percorrenze e contenere costi e consumi.

Per JDA 8 aziende su 10 segmentano la supply chain, ma non sempre in modo innovativo

La  crescente complessità della supply chain impone scelte precise ed aziende manifatturiere e i retailer ne sono consapevoli, tanto che l’80% dichiara di aver adottato processi e metodi avanzati come la segmentazione della stessa: è ciò che emerge dal JDA Vision 2015 Supply Chain Market Study, un nuovo report realizzato da Talant per JDA Software Group che ha coinvolto 255 decisori aziendali di retailer e aziende manifatturiere in 17 Paesi.

Le strategie sono peraltro diverse, e non sempre utilizzano soluzioni tecnologiche avanzate e best practice comprovate. “Le supply chain di retailer e aziende manifatturiere sono diventate sempre più complesse, spesso distribuite su più aree geografiche, con decine di partner commerciali coinvolti – ha dichiarato Kevin Iaquinto, Chief Marketing Officer di JDA -. Il nostro report dimostra che, nonostante i decisori aziendali riconoscano tale complessità, nei fatti vi è una lenta adozione di pratiche e soluzioni tecnologiche all’avanguardia per gestire le sfide in aree chiave quali pianificazione e programmazione della produzione, pianificazione ed esecuzione della supply chain, gestione della domanda e dei trasporti”.

Il 58% ha citato “l’integrazione dei processi di Sales and Operations Planning  (S&OP)” come priorità strategica per i prossimi 12 mesi, mentre il 46% ha indicato tra le priorità strategiche “migliorare l’agilità dei processi di pianificazione e produzione.

Tre le tendenze principali emerse dalla ricerca:

1- Pianificazione ed esecuzione della supply chain: innovazione necessaria, ma non supportata

Quali sono le priorità in tema di gestione delle scorte? Pochi i dubbi e le sfumature, visto che il 93% degli Executive ha risposto “Migliorare i livelli di servizio” e l’88% “Allineare le scorte alla domanda”. Manca però un metodo chiaro per misurare e migliorare l’efficacia in questa area: gli intervistati hanno indicato almeno 25 parametri diversi per valutare le performance in ambito di gestione delle scorte. Inoltre, la maggior parte delle aziende non dispone di strumenti tecnologici avanzati e specifici. Il 59% degli intervistati pensa che “Implementare l’automazione” per gestire le scorte sia un’iniziativa chiave per il futuro.  I tre principali obiettivi relativi alla pianificazione ed esecuzione della supply chain indicati sono: integrazione di processi S&OP con il processo di pianificazione dell’inventario (indicato dal 100%);  miglioramento della produttività degli addetti alla pianificazione tramite una migliore gestione delle eccezioni e una maggiore automazione (indicato dal 93%); razionalizzazione del portafoglio prodotti (indicato dal 90%).

 

2- Gestione della domanda: lanci e promozioni frequenti richiedono previsioni più accurate

Per soddisfare le esigenze dei consumatori di oggi, attenti al prezzo e orientati all’innovazione, retailer ed aziende manifatturiere hanno sostenuto ingenti investimenti per lanciare frequentemente nuovi prodotti e sostenere campagne promozionali più aggressive. Dal sondaggio di JDA emerge però che le aziende non dispongono di soluzioni avanzate per prevedere gli effetti di queste costose iniziative. Per il lancio di nuovi prodotti, il 59% delle aziende interpellate non utilizza strumenti predittivi o fa affidamento su stime retrospettive sviluppate dai team di vendita e marketing, e solo il 3% dei responsabili intervistati ha indicato che la propria organizzazione utilizza tecnologie a supporto delle metodologie statistiche per prevedere i risultati delle promozioni commerciali.

 

3- Gestione dei trasporti: meno costi grazie a partnership e tecnologia

La gestione dei processi di trasporto rappresenta il momento della verità in termini di redditività, eppure, in media, il panel della survey JDA ha riferito che il 33% degli ordini richiede azioni aggiuntive di expediting, riducendo sensibilmente i margini. Un numero sorprendente di aziende non impiega né gli strumenti avanzati né le buone pratiche che possono risolvere questo problema. Solo il 26% delle organizzazioni adotta un modello basato su servizi condivisi per la gestione centralizzata dei trasporti e solo il 46% ha istituito un programma per i vettori. Inoltre, solo il 43% delle società utilizza soluzioni software per ottimizzare la gestione di processi e operazioni nell’ambito dell’organizzazione dei trasporti.

 

Logistica ed e-commerce: tracciabilità e ritiro in prossimità i trend del futuro

Netcomm dà in numeri dell’e-commerce in Italia pubblicando un Libro Bianco “Una Nuova Logistica per l’E-commerce. Dal Locker al Drone” e focalizzandosi su un aspetto davvero cruciale, ovvero la logistica. Che sarà in grado nei prossimi tempi di far decollare una modalità di acquisto ormai strettamente legata al commercio tradizionale del punto vendita.
Nel corso del 2014 il commercio elettronico ha movimentato 9,5 milioni di pacchi al mese (+16% rispetto al 2013). A differenza di molti Paesi europei dove ormai la consegna nel punto fisico è assai diffusa, in Italia ancora l’84% dei beni fisici è consegnato a casa, mentre il 7,4% è ritirato nel luogo di lavoro.

Ciò crea ritardi per mancate consegne e inconvenienti vari. Perché in fondo chi fa e-commerce è gente che lavora e non è mai a casa. E spesso trova molto più semplice ritirare il pacco atteso per strada, magari davanti a un supermercato o a una stazione di servizio (“posti d’elezione” per i locker TNT). “Diversi fattori suggeriscono che in futuro le modalità di ritiro avranno un peso decisamente maggiore rispetto all’attuale – dice Roberto Liscia, Presidente di Netcomm -. Innanzitutto, il maggior utilizzo dei servizi di consegna è legato all’attuale offerta dei merchant, ad oggi principalmente costruita attorno al recapito a domicilio. I merchant dal canto loro offrono un insieme di modalità di delivery e di servizi a valore aggiunto contenuto a causa della limitatezza dei servizi a loro proposti dagli operatori logistici, ancora troppo legati al sistema B2B e ai canali tradizionali. Inoltre, un elemento a favore dello sviluppo dei punti di ritiro è la propensione degli acquirenti italiani verso la modalità di pagamento in contanti o comunque alla consegna, in particolare in quella fascia di acquirenti online meno a loro agio con i sistemi di pagamento elettronico. I servizi aggiuntivi alla consegna che i consumatori considerano più interessanti sono poi proprio quelli che permettono di ridurre i disagi insiti nella consegna a domicilio”.

Insomma è la logistica l’elemento cruciale per l’ulteriore diffusione dell’e-commerce nel Paese. “La consegna è l’elemento che maggiormente incide sulla soddisfazione complessiva dell’e-shopper, seguita dalla facilità di individuazione e di acquisto del prodotto e dalla chiarezza delle condizioni di vendita e di consegna offerte dal merchant in fase di acquisto – spiega Liscia -. Inoltre, nonostante gli acquirenti italiani siano mediamente soddisfatti degli attuali servizi logistici offerti dai merchant, diversi elementi mostrano come ci siano interessanti aree di evoluzione”.

 

Cosa vuole l’e-consumatore

Al di là della battuta di Giacomo Fusina di Human Highway che ha effettuato una ricerca proprio sui desiderata degli acquirenti digitali ovvero che il cliente vuole “tutto, subito e gratis”, sicuramente in futuro a fare la differenza saranno i servizi a valore aggiunto come la consegna al sabato o serale, l’avviso della consegna 30 o anche 15 minuti prima e, soprattutto, la possibilità di rispondere all’avviso ed eventualmente riprogrammare l’orario o il punto di consegna o la consegna entro 90 minuti dall’ordine. Tra le innovazioni più futuribili c’è la consegna direttamente nel bagagliaio dell’auto tramite comando da remoto: per ora l’ha testata Volvo.

Ma forse la soluzione è evitare la consegna a casa (che comporta anche notevoli costi per l’operatore logistico) e optare per il ritiro in prossimità, ovvero in negozio, in un pick up point o in un locker.

Possiamo dire che l’e-commerce è evoluto da una prima fase “pura” (acquisto e pagamento su web e consegna a casa) a una fase avanzata ibrida e multicanale. “Oggi, nell’era degli acquisti online di massa, le esigenze degli acquirenti sono più diversificate di una volta e i servizi di consegna a domicilio non sono ancora adeguatamente attrezzati a rispondervi – dice Liscia -. Il miglioramento della logistica potrà avere un significativo impatto positivo anche sulla crescita e sulla nuova occupazione. I progressi che avverranno nella logistica porteranno benefici a tutti gli attori coinvolti nelle attività del commercio elettronico, dai consumatori ai merchant e agli stessi operatori logistici”

Oltre ai driver di sviluppo di natura business, l’evoluzione del sistema logistico richiederà un adeguamento dell’attuale quadro normativo e fiscale che disciplina le attività logistiche. Lo scenario di riferimento risulta infatti complesso ed articolato, non in grado in alcuni casi di disciplinare in maniera efficace ed efficiente la filiera logistica dell’e-commerce. Il Libro Bianco di Netcomm ha individuato diversi ambiti normativi e fiscali sui quali si auspica che il legislatore e le istituzioni di riferimento possano prontamente intervenire, quali la normativa in tema di RAEE e le procedure fiscali per la gestione delle transazioni cross-border.

 

Il grocery sta per arrivare?

Con un solo operatore attivo e una quota di e-commerce che non supera l’ì1% l’e-commerce del grocery è ancora marginale, a differenza di altri Paesi europei. La sensazione, unita a una maggiore dimestichezza degli italiani al commercio online e al successo dei siti food, è che tutto ciò potrebbe a breve cambiare. “Alcuni player si stanno attivando, assistiamo ad iniziative sperimentali che stanno crescendo, ma deve essere un investimento serio, se no l’esperienza ci dice che non funzionerà – dice Riccardo Mangiaracina del Politecnico di Milano -. Sta andando bene il food and wine enogastronomico. Ma è facile pensare che nel campo dei freschi arriveranno presto in Italia le grandi Dot-Com (come Amazon Fresh) mentre cresce il numero di start-up del mondo alimentare”. Nuovi player che cercano di farsi strada approfittando del “vuoto”.

Anna Muzio

 

750 milioni di costi di trasporto in meno con la logistica collaborativa

logisticacollaborativa2015_miniIn una filiera come quella del largo consumo che movimenta circa 3 miliardi di colli ogni anno, la gestione collaborativa della logistica ha un impatto direttamente misurabile in termini di efficienza e di sostenibilità. Secondo i dati presentati ieri al convegno “La logistica collaborativa: una leva sempre più strategica” organizzato oggi a Milano da GS1 Italy | Indicod-Ecr il potenziale risparmio in tutta la filiera del largo consumo con unità di carico efficienti e una saturazione di viaggi prossima al 100% è di circa 750 milioni di euro con 600 milioni di chilometri percorsi in meno e una riduzione delle emissioni di CO2 del 47%, pari a 510 mila tonellate all’anno.

Risultati che riconoscono nell’efficienza delle unità di carico e nella saturazione dei mezzi di trasporto le due leve “collaborative” su cui deve concentrarsi la filiera del largo consumo italiana se vuole ridurre ulteriormente i costi del sistema industria-distribuzione, a vantaggio del consumatore.

« Sono numeri importanti per le imprese del largo consumo e per l’intero sistema paese» ha anticipato Stefano Agostini, Presidente e Amministratore Delegato di Sanpellegrino Nestlé Waters e Consigliere di GS1 Italy | Indicod-Ecr, nel suo intervento di apertura. «È necessario però un cambio di mentalità, occore avere il coraggio di cambiare e l’unico modo è quello di confrontarci con i clienti, con i consumatori».

Questi numeri sintetizzano anche il valore della collaborazione di filiera nella logistica e un richiamo ai ben più ampi benefici che, secondo Daniel Corsten, Professore presso l’IE Business School di Madrid, potrebbe ricevere il largo consumo italiano dalle buone pratiche Ecr per superare la frammentazione che lo caratterizza. A patto che la loro implementazione, dice Corsten, si basi su un solido allineamento degli obiettivi e su validi meccanismi di coordinamento.

«La collaborazione di filiera, infatti, richiede il superamento del perimetro aziendale» ha commentato Silvia Scalia, Coordinatore Ecr Italia di GS1 Italy | Indicod-Ecr «e l’adozione di modelli di condivisione dei processi tra tutti gli attori della filiera. Principi a cui da sempre si ispirano le aziende che partecipano a Ecr Italia, rendendo possibile la realizzazione delle soluzioni innovative e strumenti operativi che presentiamo oggi e che favoriranno le buone pratiche della logistica collaborativa».

Il riferimento è ai risultati delle attività di ricerca che Ecr Italia ha svolto in collaborazione con i poli universitari rappresentati da Fabrizio Dallari, Direttore del Centro di Ricerca sulla Logistica di LIUC Università Cattaneo, e da Gino Marchet, Professore ordinario di Logistica  del Politecnico di Milano:

  • Mappatura dei flussi logistici: uno studio dei fenomeni che caratterizzano la logistica del sistema del largo consumo italiano e una fotografia dei flussi logistici e della loro morfologia, la quantificazione del loro dimensionamento e un approfondimento specifico sulla saturazione dei mezzi sia in pianta che a volume.
  • Analisi dei costi della mancata ottimizzazione: una quantificazione dei costi delle attività del processo order to delivery che ha evidenziato i differenziali di costo esistenti tra pratiche logistiche e modelli di riordino differenti, ed ha prodotto un vero e proprio Simulatore di Riordino Ottimo di filiera – SI.RI.O. – un tool che consente di valutare il differenziale di costo tra diverse ipotesi di riordino per una determinata referenza.
  • Atlante della logistica: una mappa geografica aggiornata e un censimento dei principali nodi logistici – oltre 1.000 tra Ce.Di e centri di stoccaggio di beni di largo consumo alimentare gestiti da operatori logistici – presenti sul territorio italiano, con l’obiettivo di fornire una visione della rete distributiva nazionale e di evidenziare le opportunità di ottimizzazione lungo la filiera e di transport & asset sharing.

Prima candelina per Supply Chain Initiative, buone pratiche nella filiera

Nata per promuovere le buone pratiche lungo la filiera della distribuzione agroalimentare, Supply Chain Initiative festeggia il primo anno di attività con la presentazione del primo rapporto annuale. Un punto della situazione e uno sprone a continuare nelle azioni e accogliere nuovi membri.

Le associazioni di settore e le aziende che aderiscono al Sci sottoscrivono un impegno ad attuare pratiche corrette verso tutti gli attori della catena di distribuzione agroalimentare, dagli agricoltori ai distributori finali. A 14 mesi dal lancio, i gruppi che hanno sottoscritto tali impegni sono 164 in rappresentanza di 860 aziende tra cui per la Gdo Lidl, Sisa, Carrefour, Auchan, e tra le multinazionali Ferrero, Coca Cola, Nestlè e Unilever.

Le aziende registrate sono invitate a partecipare a un’indagine annuale per verificare che gli impegni presi siano stati mantenuti. La prima indagine ha rivelato che sono stati formati 18mila dipendenti, e tra questi quasi quattro su dieci hanno utilizzato l’e-learning di SCI. La soddisfazione dei partecipanti è alta, al 73%.

Il direttore generale di EuroCommerce Christian Verschuere ha commentato: “Siamo convinti che l’adempimento volontario sia la via giusta. Il SCI fa sì che le buone pratiche ricadano da Bruxelles al management delle aziende e giù, ai venditori e agli acquirenti. È un sistema che offre un meccanismo redditizio, veloce e meno antagonistico per promuovere le buone pratiche come base per le relazioni commerciali e la progressione dell’impresa”.

Cosa si intenda per “buone pratiche” è spiegato nel documento appena pubblicato. Tra queste, troviamo la trasparenza di ogni parte del contratto, comprese le eventuali sanzioni, che presuppone siano scritte e concordate tra le parti in anticipo, la fornitura di informazioni rilevanti all’altra parte, l’uso di termini e condizioni generali nei contratti che facilitino l’attività e contengano clausole giuste.

Build-A-Bear orsetti fai da te scelgono soluzioni Txt

Build-A-Bear, retailer americano pioniere della customizzazione che consente, tramite 400 negozi in tutto il mondo, di creare il proprio animaletto di peluche, ha scelto le soluzioni di pianificazione ‘end-to-end’ TXT, fornitore internazionale per il Lusso, la Moda e il Retail. TXT Retail Planning è pensato per pianificazione dei prodotti e degli assortimenti, pre-stagione e in-stagione, lungo tutti i canali di vendita.

Fondata a St. Louis nel 1997, Build-A-Bear Workshop ha una rete di vendita che comprende negozi di proprietà negli Stati Uniti, Porto Rico, Canada, Regno Unito e Irlanda, a cui si affiancano i punti vendita in franchising in Europa, Australia, Africa e Messico. A questi si aggiunge il sito web buildabear.com. La crescita rapida dei diversi canali di vendita in Nord America ha rappresentato l’elemento trainante del progetto con TXT. “La maggiore complessità di gestione di canali diretti e indiretti in una molteplicità di Paesi, ha reso prioritaria l’esigenza di accrescere le nostre capacità di pianificazione. Cercavamo un sistema in grado di supportare un modello di pianificazione misto, centralizzato e decentralizzato, e che ci consentisse di lavorare con diverse valute – afferma Jeff Fullmer, Managing Director Planning and Allocation di Build-A-Bear Workshop -. Dopo un processo di selezione rigoroso, abbiamo scelto la flessibilità della soluzione TXT Retail Planning. Il team TXT ci aiuterà a rispondere in modo efficace alle esigenze così uniche del nostro business”.

La piattaforma TXT Retail Planning fornirà a Build-A-Bear funzionalità di pianificazione End-to-End insieme ad avanzate capacità di simulazione e analisi. “Siamo entusiasti di questo nuovo progetto”, commenta Peter Charness, Senior Vice President Nord America e Global Chief Marketing Officer di TXT. “Build-A-Bear è un marchio davvero speciale. Entrando in un negozio Build-A-Bear i clienti possono creare il proprio orsetto personalizzato; l’azienda è leader nel retail interattivo”.

In città consegne elettriche con Twizy Cargo

Il trasporto merci cittadino cerca nuove soluzioni. Proprio nel momento in cui la movimentazione di pacchi e beni si intensifica, complice l’e-commerce ma anche l’esigenza dei consumatori di avere consegne sempre più veloci (vedi Consegne a domicilio problematiche per uno su 5), diventa problematico l’accesso alle ZTL, le zone centrali a traffico limitato.

Una soluzione arriva da Twizy Cargo di Renault, la versione di Twizy dedicata al trasporto merci, che promette consegne a zero emissioni, servizi rapidi e sicuri e una mobilità libera in città. Ha due sedili “in tandem”, con il posto di guida avanzato, cui si aggiunge un piccolo vano per il trasporto di oggetti nella parte posteriore accessibile tramite un portellone. Il “bagagliaio” ha una capienza di 180 litri, per una capacità di trasporto di 75 kg.

RENAULT TWIZY CARGO4Twizy Cargo è destinato principalmente alle aziende specializzate in consegne o interventi rapidi. Può essere parcheggiato ovunque, grazie anche alla sua maneggevolezza, è un mezzo 100% elettrico, che usufruisce dei vantaggi riservati in molte città ai veicoli a zero emissioni: dal libero accesso alle ZTL alla sosta gratuita, a fasce orarie agevolate per il carico e scarico delle merci.

Addio dunque a pony express in motoretta e furgoni inquinanti parcheggiati davanti ai portoni? Vedremo se l’elettrico prenderà piede per le consegne a breve raggio. Intanto a Milano per il trasporto privato sono già disponibili per il car-sharing varie postazioni con minicar e quadricicli elettrici.

La logistica collaborativa, appuntamento al convegno GS1 Italy| Indicod-Ecr Italia

Mercoledì 28 gennaio 2015 si terrà a Milano presso l’Auditorium Gio Ponti il convegno gratuito “La logistica collaborativa: una leva sempre più strategica” organizzato da GS1 Italy | Indicod-Ecr per approfondire i temi legati alla logistica per il settore del largo consumo.

Oggi più che mai infatti il largo consumo e la sua continua ricerca di efficienza e di soluzioni innovative sceglie la strada della collaborazione di filiera, superando la tradizionale visione solitaria della singola azienda per sposare la più ampia prospettiva di “sistema” in grado di comprendere la supply chain nel suo complesso, come fondamento per la generazione di valore per il consumatore e per la filiera.
Con queste premesse GS1 Italy | Indicod-Ecr in ambito Ecr Italia dedica alla supply chain il convegno “La logistica collaborativa: una leva sempre più strategica” dove verranno offerti diversi spunti di interesse:
una nuova chiave di lettura dell’attuale composizione della supply chain dei beni di largo consumo
un quadro preciso del livello effettivo di saturazione dei trasporti in partenza e in arrivo e delle logiche di ottimizzazione messe in atto da parte degli operatori della filiera
una mappa dettagliata della “dotazione logistica” dei centri distributivi e dei magazzini conto terzi
una visione chiara degli elementi di criticità lungo la filiera, per cogliere possibili linee di intervento e ottimizzare le attività in un’ottica di sistema.

Di seguito il programma dell’evento, disponibile anche sul sito di GS1 Italy | Indicod-Ecr:

– Benvenuto e introduzione
Stefano Agostini, Presidente e Amministratore Delegato Sanpellegrino Nestlé Waters; Consigliere GS1 Italy | Indicod-Ecr
– Innovazione e collaborazione: un nuovo ruolo per la logistica in azienda
– La logistica per la creazione di valore nella filiera del largo consumo
Fabrizio Dallari, Direttore del Centro di Ricerca sulla Logistica LIUC Università Cattaneo
Gino Marchet, Professore ordinario di Logistica Politecnico di Milano
– Soluzioni condivise e pratiche collaborative per l’efficienza della filiera: il punto di vista delle aziende
Andrea Mantelli, Responsabile Supply Chain Conad
Marco Porzio, Supply Chain Director of South European Region Nestlé Purina

– L’agenda di ECR Italia:
Optimal Shelf Availability: da progetto a processo
Mauro Maiocco, Value Chain and Customer Relations Manager L’Oréal
Intermodability: il largo consumo e la sfida del trasporto ferroviario 
Riccardo Stabellini, Logistics Italy Associate Director Barilla G&R F.lli
Pallet: modelli e costi di gestione nella filiera del largo consumo 
Paolo Rangoni, Direttore Supply Chain Carrefour Italia
Prevenzione e trattamento delle eccedenze alimentari: un approccio collaborativo per ridurre gli sprechi
Carlo Delmenico, Direttore Responsabilità Sociale d’Impresa Sma

La partecipazione al convegno è gratuita previa iscrizione sul sito.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare