CLOSE
Home Tags Lusso

Tag: lusso

Luxury Retail Conference, al Museo Ferrari l’evento dedicato al retail del lusso

Si terrà il 25 e il 26 gennaio presso il Museo Ferrari di Maranello (Modena) la Luxury Retail Conference 2024 che punterà i riflettori sulle sfide della progettazione, realizzazione e gestione degli spazi del lusso, con una panoramica su strategie e soluzioni che stanno rivoluzionando il comparto. Organizzato da Spazio Progetto, l’evento intende esplorare tutto il ciclo vita degli spazi destinati a fungere da autentiche “case” del lusso. Spazi che rappresentano il palcoscenico per prodotti esclusivi e riflettono l’identità dei marchi più prestigiosi nei settori della moda, dell’alta ristorazione, dell’automotive, della gioielleria, del wellness e del real estate.

Pensare, progettare, costruire e gestire i building che ospitano il luxury retail oggi implica una maggiore attenzione alle esigenze e ai valori in gioco, includendo una vasta gamma di professionalità: dai fornitori di materiali agli architetti, in un mix di competenze dove convergono visione artistica e precisione ingegneristica, comprensione profonda delle aspettative del cliente e innovazione costante. Un’opera di precisione che coinvolge una filiera altamente specializzata chiamata, a fronte di una capacità di spesa molto più ampia da parte dei brand del lusso, a mettere a punto idee e soluzioni in grado di superare gli schemi tradizionali con progetti sempre più ambiziosi e spesso pioneristici.

“Il processo creativo che si cela dietro gli spazi del lusso supera la semplice realizzazione architettonica, ma unisce un’estetica raffinata a soluzioni tecniche avanzate”, commenta Giancarlo Cavazzoni, Owner di Cavazzoni Associati, nonché ideatore e promotore dell’evento insieme a Spazio Progetto e a numerosi altri partner del settore che ne hanno condiviso valori e obiettivo. “La Luxury Retail Conference offre un’opportunità imperdibile, guidando attraverso il complesso percorso dalla progettazione alla gestione degli spazi retail di lusso, promuovendo soluzioni per le sfide urgenti del settore”.

Alla Luxury Retail Conference sono attesi designer, visual merchandiser, uffici di procurement, general contractor, tecnici retail, advisor immobiliari, progettisti e architetti. Tra gli interventi invece, quello di Maurizio Mori di Fendi, Samuele Frosio di RSG Group, Luca Montemezzo di EssilorLuxottica e Claudio Viscardi di Panerai.

L’evento è su invito, rivolto ai professionisti del settore, partner e stampa. Per poter partecipare occorre compilare il modulo online sul sito e richiedere l’accesso alla waiting list
https://www.luxuryretailconference.com/iscrizione

Full Jet e Baozun: alleanza in nome del lusso

La società Full Jet ha annunciato la sua acquisizione da parte di Baozun, azienda quotata al Nasdaq e Hong Kong, che ha raggiunto un fatturato di 1,05 miliardi di dollari nel 2019, (+35% rispetto al 2018). Specializzata nella creazione di piattaforme di e-commerce in Cina per i marchi di lusso e di moda occidentali, Full Jet è stata creata nel 2013 a Shanghai dall’imprenditrice francese Sandrine Zerbib, ha raggiunto un volume di vendite di quasi 100 milioni di euro nel 2020. L’alleanza strategica tra le due società permetterà ai marchi italiani ed europei di intensificare la loro presenza sul mercato cinese, beneficiando della potenza e della competenza tecnologica di Baozun.

La Cina e il lusso italiano

La Cina ha il maggior numero di utenti Internet attivi nel mondo, con quasi un miliardo di consumatori[1]. Secondo la società di ricerca americana eMarketer, il giro d’affari dell’e-commerce cinese è stato di oltre 2 trilioni di dollari nel 2020[2], quasi tre volte superiore a quello statunitense, il secondo più grande mercato di vendite online del mondo.

Ogni anno, l’intero settore del commercio elettronico in Cina cresce in media del 27,3%.

Nel 2020, le vendite online di beni di lusso sono aumentate del 45%. L’e-commerce rappresenta quindi un enorme potenziale per le aziende italiane e occidentali che desiderano entrare nel mercato cinese.

Tuttavia, il mercato dell’e-commerce cinese rimane molto complesso e richiede una buona conoscenza per approcciarlo, date le differenze sostanziali rispetto a quello occidentale. La concorrenza fra piattaforme e-commerce è feroce e in continua rapida evoluzione, è un mercato veloce, dove i trend e le abitudini di consumo mutano continuamente, nel quale i consumatori vivono il lusso come esperienza emozionale e che vede tra gli utenti più attivi quelli della fascia 25-30 anni.

Le visioni dei protagonisti

Vincent Qiu, Presidente e CEO di Baozun ha commentato “Il nostro obiettivo comune è aiutare i marchi internazionali di lusso e di fascia alta a cogliere rapidamente le opportunità nel mercato cinese. Grazie alla nostra eccellente performance nelle operazioni di e-commerce, la nostra profonda conoscenza del mercato del lusso e la nostra infrastruttura, combinata con l’esperienza di Full Jet nello sviluppo del brand e del business, saremo in grado di consentire a un numero crescente di marchi internazionali di realizzare le loro ambizioni nel mercato cinese. Crediamo che il business luxury e premium sarà un forte motore di crescita per Baozun, che genererà un volume lordo di transazioni annuale di 20 miliardi di Yuan – tre miliardi di dollari – nei prossimi tre-cinque anni”.

Sandrine Zerbib, fondatrice e Managing Partner di Full Jet ha affermato: “Siamo rimasti colpiti dal grande lavoro svolto da Vincent Qiu e dal suo team, come dalla visione di Baozun, che ha contribuito a renderlo un leader indiscusso in Cina dove le operazioni e-commerce e il mercato dei servizi crescono rapidamente. Baozun è il partner ideale per noi, può aiutarci ad aumentare rapidamente la quota di mercato dei nostri clienti. Poiché condividiamo la stessa visione, ci aspettiamo che questa acquisizione porti il settore dell’e-commerce internazionale dei brand premium e luxury a un livello superiore”.

Due realtà complementari

Fondata nel 2007, Baozun è la principale piattaforma di e-commerce in Cina. Con un portafoglio di oltre 260 marchi, l’azienda ha generato nel 2019 un volume di vendite lordo di 6,8 miliardi di dollari per tutti i marchi presenti sulla sua piattaforma. Con l’acquisizione di Full Jet, l’azienda rafforza le sue competenze nello sviluppo del business, nella consulenza strategica e nella gestione del marchio, aumentando il suo appeal su un maggior numero di marchi premium e di lusso in tutto il mondo.

Dal 2013 Full Jet è specializzata nella creazione di piattaforme di e-commerce per marchi premium e di lusso che cercano di stabilire una presenza a lungo termine nel mercato cinese. Le sue attività principali includono lo sviluppo online, la consulenza strategica, le operazioni di e-commerce e il marketing. Con uffici a Parigi, Hong Kong e Shanghai, i team di Full Jet vantano una conoscenza approfondita del mercato dell’e-commerce specifico della Cina e sono coinvolti nello sviluppo di marchi di lusso internazionali.

[1] https://forbes.it/2021/02/05/la-cina-raggiunge-un-nuovo-record-conta-quasi-1-miliardo-di-utenti-internet/

[2] https://www.emarketer.com/content/china-ecommerce-2020

Luxury shoppers: l’acquisto corre sui social

Non c’è più il lusso di una volta. O meglio: non si comprano più i prodotti di  lusso come una volta. A mutare le abitudini d’acquisto hanno infatti fortemente contribuito le piattaforme social come FB e i suoi fratelli (Instagram, Messenger e WhatsApp): più di 3 acquirenti di beni di lusso su 4 in tutto il mondo utilizzano ogni giorno queste piattaforme nel processo di acquisto.

Oggi infatti il modo in cui i consumatori scoprono, cercano e decidono di comprare capi di alta gamma, accessori e gioielli è fortemente influenzato dalle interazioni online. A rivelarlo è uno studio commissionato da Facebook e condotto da IPSOS su un campione di 4.500 persone, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, in 6 mercati – Stati Uniti, Francia, Italia, Regno Unito, Hong Kong e Giappone – che ha evidenziato come la maggior parte dei touch-point che guidano l’intera esperienza di acquisto di prodotti di lusso sia digitale. L’indagine ha analizzato le piattaforme utilizzate, il comportamento e il percorso di acquisto dei clienti luxury con un focus sulla Next Generation, che comprende la Generazione Z (fino ai 22 anni) e i Millennials (23-34 anni), e sui consumatori alto-spendenti, ovvero persone che hanno fatto acquisti per almeno 10.000 dollari nell’ultimo anno.

L’utilizzo delle piattaforme digitali

Chi compra prodotti di lusso è sempre più connesso, dispone di oltre 3 device digitali e passa in media quasi 17 ore a settimana online, contraddistinguendosi per un maggiore utilizzo dei social network. Il 93% usa le piattaforme digitali come fonte di ispirazione per scoprire le novità, navigare e connettersi con le community, al contrario dei consumatori non luxury tra i quali il 79% le utilizza nei processi di acquisto.

A livello globale, il 92% degli appassionati del lusso utilizza la famiglia delle app di Facebook, una percentuale che cresce ulteriormente in Italia, attestandosi al 99%, e confermando il nostro Paese come uno dei mercati con il tasso più elevato di utilizzo dei prodotti Facebook (superato solo da Hong Kong).

Il comportamento d’acquisto

I clienti alto-spendenti (38%) sono più propensi a fare acquisti online rispetto al resto dei consumatori di beni di lusso (24%). Sebbene lo shopping online sia, quindi, ancora marginale e l’80% dei prodotti di lusso venga acquistato nelle boutique e nei punti vendita fisici, i touchpoint digitali sono fondamentali per influenzare le scelte d’acquisto, che nell’80% dei casi vengono guidate dalle interazioni online. Il digitale diventa, inoltre, un prezioso alleato anche nella fase decisionale: in Europa il 77% di chi acquista capi di moda di lusso consulta, infatti, lo smartphone mentre si trova in negozio.[1] 

In questo contesto, secondo lo studio IPSOS, il 42% dei processi di acquisto a livello globale coinvolge almeno un’app della famiglia Facebook, una percentuale che sale al 64% per i consumatori alto-spendenti e al 65% per la Next Generation. Se si considera il mercato italiano, le app della famiglia Facebook vengono utilizzate nel processo di acquisto dal 53% degli intervistati e, nello specifico, dal 63% degli alto-spendenti e dal 78% della Next Generation.

L’Italia si attesta, quindi, al primo posto in Europa per l’utilizzo delle app della famiglia Facebook nei processi di acquisto dei beni di lusso, seguita da UK (30%) e dalla Francia (26%).

Il percorso di acquisto

Facebook e Instagram sono le piattaforme dove le persone scoprono nuovi prodotti, traggono ispirazione e fanno ricerche e sono quindi risorse cruciali per prendere una decisione di acquisto: più di 1 persona su 3 ha cercato o scoperto un prodotto attraverso le app di Facebook, 1 persona su 2 nel caso della Next Generation e degli alto-spendenti, mentre il 60% ha letto recensioni e raccomandazioni su Facebook o Instagram per prendere decisioni migliori. Le recensioni di altri acquirenti sono ritenute utili nella fase che precede l’acquisto.

Anche dopo l’acquisto, la condivisione sui social è parte fondamentale dello shopping di lusso, in quanto il 47% dei clienti della Next Generation e della fascia alto-spendente condivide foto del proprio acquisto con la Community o ne discute su Facebook o Instagram.

L’utilizzo di Facebook e Instagram

Ma Facebook e Instagram non sono interscambiabili: ognuno ha un suo ruolo:  Facebook è considerato, da chi acquista beni di lusso, il luogo ideale per ricevere consigli, connettersi con brand e aziende e trovare informazioni personalmente rilevanti: il 52% lo usa per cercare informazioni su eventi, il 43% per aggiornarsi e il 39% per guardare anteprime di prodotti. Gli acquirenti della Next Generation vorrebbero, per esempio, che i messaggi e le storie dei brand rispondessero, con contenuti autentici, ai problemi che affrontano e che fossero aderenti ai loro interessi.

Instagram si conferma, invece, la piattaforma preferita per scoprire le ultime tendenze, entrare in contatto con influencer, celebrità e aziende e trovare contenuti divertenti con messaggi e storie creative. Chi acquista prodotti di alta gamma desidera vedere su Instagram nuovi trend (45%), lanci di nuovi stili, prodotti o servizi (41%), indicazioni dagli influencer (39%) e testimonianze di personaggi famosi (38%).

Luxury disruption: serve innovare i modelli di business

Fisico o digitale?

In effetti non è più questa la distinzione dirimente. Quello che oggi conta, e che fa realmente la differenza nell’immaginario di un consumatore  sempre più internazionale e globetrotter, è che il negozio NON sia noioso.

Originalità e divertimento sono le nuove parole d’ordine in grado di soddisfare clienti connessi e digitali, dediti all’omnicanalità. Un negozio  “phygital” (chedendo venia per l’orribile neologismo), che però non rinneghi i valori dell’artigianlaità e dell’esclusività.

Ecco alcune delle principali evdienze del White Paper Come cambia il mercato del lusso nell’era della experience economy elaborata da M-Cube Digital Engagement, gruppo italiano leader nel retail digital engagement per grandi marchi retail e fashion, che ha fotografato il mercato luxury a livello mondiale e analizzato le tendenze future.

Ma chi è il nuovo cliente del lusso?

In termini di nazionalità, si registra una presenza crescente di tutsiti di paesi emergenti come Russia, Sud Corea, ma soprattutto Cina, da cui proviene 1 cliente su 6. Il nuovo cliente ama viaggiare e fare shopping all’estero.

Il 30% degli acquirenti è nella fascia dei millennial, (scontrino medio di $1.400) target che nel 2024 rappresenterà addirittura il 50% degli acquirenti.

Naturalmente il device preferito per gli acquisti è lo smartphone e i social sono la piattaforma preferita per scambiare opinioni e pareri.

La qualità? Continua ad avere un ruolo. Certo. ma da sola non basta più: la strategia vincente per i brand sia da ricercare in un modello evoluto di Customer Experience Management, giocato su più piani di ascolto e di relazione.

Customer experience evoluta

In un mercato così focalizzato sulla gestione della customer experience, diventa prioritario ricorrere a una nuova intelligenza phygital (physical+digital), che impatta in modo significativo sul modo in cui vengono sviluppati, commercializzati, venduti e rilasciati prodotti e servizi.

Uno sguardo alle più recenti concretizzazioni, potrà contribuire ad arricchire il tema.

[Not a valid template]

 

 

I 7 trend topic individuati da M-Cube 

Consumatore globetrotter – dunque – ma anche giovane, omnichannel e deciso a NON annoiarsi: in questo scenario come dovranno parsi le aziende, su quali leve dovranno puntare?

Da M-Cube un vademecum contenente 7 trend topic da non dimenticare:

  • L’artigianalità assume più importanza dell’estetica: tornano valori quali esclusività, artigianalità, qualità e classicità, essenziali per i consumatori core che attribuiscono loro un peso ben superiore rispetto alla qualità come riconoscibilità del brand e alla componente estetica.
  • Il “made in” punto distintivo dell’attrazione: la provenienza dei prodotti è una discriminante per l’80% dei consumatori, soprattutto nei paesi emergenti. In questo senso il made in Italy riscuote ancora ampi consensi, superando il primato del Made in France.
  • Il passaparola è un differenziale del business: i 2/3 dei consumatori sono soliti raccomandare e suggerire i propri brand preferiti.
  • Gli uomini i nuovi protagonisti dei consumi di lusso: il segmento maschile è in crescita e acquistano per sé ma anche per gli altri, con i regali che rappresentano il 30% dei loro acquisti.
  • Assortimento e prezzo come binomio che guida l’interesse: il nuovo consumatore effettua molti dei propri acquisti al di fuori del proprio paese, a causa di prezzi più convenienti e maggiore assortimento. Milano si registra come seconda solo a Parigi come meta di shopping, con Mosca, Singapore e Macao che si avvicinano alle principali città italiane nelle preferenze dei consumatori.
  • Localizzazione dei concept store in base alle aree geografiche: i consumatori dei paesi maturi preferiscono negozi specializzati in location esclusive che consentano un’esperienza d’acquisto intima mentre quelli delle realtà emergenti prediligono i grandi flagship store in cui la tradizionale esperienza fisica si fonde con quella virtuale e digitale.
  • Convergenza phygital (physic & digital): il mondo digitale influenza oltre il 50% degli acquisti. I clienti si sono abituati a cercare online informazioni e opinioni, molto prima dei prodotti e oltre a un exploit dell’e-commerce, che passerà dall’attuale 5% del totale al 15%.

A commento di queste evidenze, il Group CeO di M-Cube Manlio Romanelli ha dichiarato: “L’evoluzione del mercato del lusso e di conseguenza del profilo dei clienti sta portando i brand a rivolgersi con sempre maggiore attenzione al mondo del digitale e della tecnologia per rendere i propri store ancora più vicini all’idea di esperienza di shopping multisensoriale che il cliente si aspetta.”

 

Dal live streaming delle sfilate agli acquisti con un click, il lusso in Cina passa per WeChat

Anche nel lusso, in Cina, le varie fasi degli acquisti di abbigliamento passano da WeChat. Un’app che ha cambiato i comportamenti di acquisto di oltre un miliardo di cinesi, che ne fanno uso quotidianamente: dalla chat agli acquisti, passando per l’informazione, i taxi, i viaggi e tutto quanto sia digitalizzabile nelle loro vite, comprese le richieste di divorzio. E incluso, ça va sans dire,  il rapporto con i brand. 

Dunque le opportunità sono ricche. Ma cosa serve a una marca che voglia distinguersi nel mercato cinese su WeChat a raggiungere il giusto target di clienti e migliorare le proprie performance? Lo ha spiegato presentando i nuovi servizi WeChat Digital Retex, società del Gruppo Retex specializzato nell’innovazione del punto vendita fisico e digitale, e partner ufficiale dell’app per l’Europa, durante un evento presso la MonteNapoleone Vip Lounge. Perché degli oltre 14 milioni di account ufficiali presenti su WeChat, solo il 30% è gestito in modo realmente efficace.

“La Cina – spiega Fausto Caprini, Amministratore Delegato di Retex – pesa il 30% sugli acquisti di lusso a livello globale. I brand del lusso devono saper cogliere la sfida e interagire con i propri clienti cinesi, parlando “la loro lingua”. Avere solo una vetrina sulla Cina attraverso WeChat, è ormai diventata la normalità; è il momento di essere unici e distintivi. Esserci non è più abbastanza”.

 

Da vetrina di prodotti e di servizi a luogo d’intrattenimento e coinvolgimento

I brand avranno ora a disposizione official account WeChat sempre più evoluti e ricchi di contenuti, con elementi interattivi e di engagement. 

A queste novità si aggiungono campagne di advertising sempre più sofisticate; la social ads su WeChat si è evoluta dalla semplice banneristica a esperienza complessa che attrae e coinvolge l’utente e aiuta a convertire l’interazione in vendita.

Una delle principali novità è Iconic, la piattaforma realizzata da Retex dedicata alla gestione degli account ufficiali su WeChat, che da oggi si arricchisce della funzionalità “StoreFront”, attraverso la quale è possibile fare eCommerce direttamente all’interno del proprio account ufficiale in modo semplice e veloce.

Grande rilevanza è data anche al live streaming, powered by Tencent cloud, che permette di trasmettere in diretta su tutte le principali piattaforme digitali cinesi eventi quali sfilate o lanci di nuovi prodotti, rendendoli direttamente acquistabili via WeChat.

 

Milano meta favorita dai fan del lusso

La clientela cinese riveste un ruolo sempre più importante nel settore lusso: infaticabili ricercatori delle ultime tendenze occidentali nelle capitali europee, ne diventano ambasciatori nella loro madrepatria con un grande vantaggio per i brand italiani.

Milano, simbolo a livello internazionale di lusso ed eccellenza, è protagonista nell’immaginario dei cittadini asiatici: frequentate ogni giorno da oltre 25.000 persone, di cui l’80% extra-europee, le vie del Quadrilatero della moda Montenapoleone, Verri, Sant’Andrea, Santo Spirito, Borgospesso, Gesù e Bagutta hanno ormai da tre anni come principale target proprio i cinesi.

WeChat è di proprietà di Tencent, gruppo cinese che offre servizi per l’intrattenimento, i mass media, internet e smartphone. Grazie agli account ufficiali, la piattaforma di WeChat dà la possibilità ai brand di interagire direttamente con i propri follower, attraverso l’invio di messaggi, info e news one-to-one e one-to-many. 

Cresce il fashion in Italia, trainato dai Millennials e dal pubblico internazionale

Passa a  pieni voti l’esame dei mercati il comparo della moda che nel 2017 ha fatto registare un fatturato di 64,8 miliardi di euro, in crescita del 2,5%: lo conferma l’Osservatorio sui Fashion Trend in Italia nel 2017 di American Express.

E a rafforzare questa evidenza ecco un altro dato: nel complesso la spesa annua dei Titolari di Carta American Express nei negozi di abbigliamento è cresciuta del 7% nel 2017. A dimostrarsi particolarmente affezionato all’acquisto di abbigliamento in Italia, è il pubblico internazionale, lo dimostra il fatto che quasi il 30% degli acquisti proviene da Titolari di Carta non residenti (28%) che si indirizzano soprattutto sui negozi di lusso (Luxury Fashion), dove la percentuale arriva addirittura al 50%.

Età e geografia

Se sul fronte anagrafico, sono i Millennials a dare linfa al comparto (si registra un aumento di spesa anche superiore al 50% tra i ragazzi tra i 18-25 e di circa il 20% per i giovani tra i 26-35 anni) sul piano geografico la città driver si conferma Venezia (+14%).

Anche se pure Napoli ha performance di tutto rispetto: +11%.

Bene pure Torino e Milano, che registrano aumenti degli acquisti rispettivamente del 10% e del 9%, scende invece in quinta posizione Firenze, che quest’anno registra “solo” un +6%.

“Dai risultati diffusi dalla Camera Nazionale della Moda si evince che il sistema moda Italia continua a crescere e viene sempre più apprezzato a livello internazionale per la qualità e il design dei suoi prodotti, in grado di soddisfare le differenti esigenze e tipologie di clientela”, commenta Piotr Pogorzelski, Vice President & General Manager Global Merchant Services di American Express Italia. “Dall’Osservatorio sui Fashion Trend in Italia di quest’anno abbiamo varie conferme: fra queste, i due fattori determinanti che trainano la crescita degli acquisti sono le fasce d’età più giovani e i Titolari di Carta non residenti in Italia”.

Luoghi di consumo

L’incremento degli acquisti dei capi di abbigliamento avviene in primis nei Centri Commerciali (+12%), seguiti dal settore Lusso (+8%) e Casual di ampia diffusione (+7%), mentre il Lusso accessibile (Aspirational Luxury) registra una crescita più contenuta, pari al 3%.

In termini assoluti, invece, la spesa media annuale e per singola visita è maggiore nei negozi di Lusso e di Lusso accessibile.

Anche nel 2017 i negozi di abbigliamento casual di ampia diffusione (High Street) si confermano i preferiti dai Titolari di Carta American Express, totalizzando oltre la metà delle visite (52%), seguiti dalle tipologie Aspirational Luxury (23%), dai Department Stores (14%) e dal Luxury (10%). Mentre il giorno della settimana che registra il tasso di crescita maggiore nel 2017 è la domenica.

 

 

L’omnicanalità non passa per i beni di lusso, ma il futuro è tra pop up e mobile app

Sembra paradossale ma la digitalizzazione dei processi di acquisto procede molto a rilento per i prodotti e i beni di lusso, malgrado una clientela che risulta tecnologizzata e connessa come, se non più, rispetto alla media. E allora qual è il problema? Fondamentalmente uno: le case produttrici diffidano dai processi di acquisto digitale perché temono che essi possano essere percepiti dal cliente come deludenti rispetto all’esperienza sartoriale che si vive nei negozi che vendono prodotti di alta gamma. La paura di perdere il controllo sull’immagine del marchio e la difficoltà a gestire contemporaneamente i circuiti online e fisici spiegano la riluttanza di alcuni marchi di lusso a offrire percorsi in parallelo alla clientela.

 

Digitale raddoppierà in cinque anni

Esiste quindi una questione aperta. Il cambiamento dell’approccio e dei comportamenti della clientela è inarrestabile, l’omnichannel sta diventando un fattore essenziale di crescita e presenza sul mercato, e anche le aziende del lusso devono adeguarsi, scendendo dalla torre d’avorio di una fruizione tradizionale, affascinante ma limitata. Quindi i marchi del lusso e i loro rivenditori devono ripensare il loro approccio al digitale, studiando e adottando nuove soluzioni tecnologiche. Anche perché si calcola che nel 2025 il commercio elettronico varrà 70 miliardi di Euro nel settore del lusso, pari al 18% delle vendite totali, il triplo del 2015. Secondo il rapporto The New Luxury World of 2020 redatto da ContactLab e Exane BNP Paribas, le vendite generate dal digitale raddoppieranno entro 5 anni e i clienti online saranno in grado di generare fino alla metà delle vendite di un’azienda. Il successo di un brand dipenderà quindi sempre più dalla sua capacità di tenere conto dei profili digitali dei clienti e di sviluppare iniziative per ogni canale di vendita. I clienti con identità digitale rappresenteranno circa il 90% della base di contatti tra potenziali clienti (45%) e clienti contattabili sia tramite e-mail che tramite notifica push (41%).

 

Pop up e app di pagamento tra le soluzioni

E quindi come soddisfare questa clientela sempre più esigente e tecnologica? Una soluzione certamente non esaustiva ma interessante è data dai cosiddetti pop-up store, che consentono ai brand di estendere al punto vendita fisico l’offerta disponibile su Internet e di lanciare con successo un prodotto attraverso una comunicazione efficace sui social network, trasformandolo in evento. In questo modo i brand possono testare un mercato specifico, soddisfare la voglia del pubblico di sentirsi parte di qualcosa di speciale e catturare un maggior numero di consumatori, fidelizzandoli come fossero parte di un club esclusivo.

Un’altra modalità innovativa ci viene offerta dall’esperienza cinese. Secondo una ricerca di Bain&Company l’80% dei consumatori cinesi acquista prodotti di lusso all’estero, e questo ha incoraggiato i brand del lusso a sviluppare una strategia omnicanale in grado di offrire un’esperienza di acquisto confortevole, sicura e veloce. La più diffusa modalità di pagamento dei consumatori cinesi si chiama Alipay, che conta su 520 milioni di utenti attivi e 175 milioni di transazioni giornaliere, e che è stata adottata anche dai negozi Printemps in Francia e dai punti vendita Lacoste negli Stati Uniti d’America. Altri brand di lusso dei gruppi LVMH, Richmond e Kering stanno lavorando a questo progetto. Interessante anche il caso di WeChat Pay, sistema di pagamento dell’App di messaggistica WeChat che conta ben 900 milioni di utenti. Diversi brand del lusso hanno già realizzato alcune campagne di vendita ad hoc per questo supporto. Tra i primi Christian Dior, che con una campagna di personalizzazione online per la sua borsa Lady Dior, ha permesso ai clienti di scegliere il colore, il design e gli accessori ed acquistarli direttamente tramite l’applicazione WeChat e ha venduto in 24 ore tutte le borse a un prezzo di 3500 euro l’una. Particolarmente interessanti per questo sviluppo dell’eCommerce del lusso sono i millennial cinesi, sempre molto informati sulle tendenze e le mode e influenzati dai social network WeChat e Weibo e dai cosiddetti Kol (key opinion leader).

E l’Italia? La multicanalità da noi sta crescendo grazie al supporto di innovative soluzioni di mobile payment. Per sfruttare i molteplici canali di vendita, l’azienda dovrà lasciare la scelta del canale al cliente e personalizzare l’esperienza in base a ciascun tipo di consumatore.

 

 

Prodotti di lusso, uno su dieci è contraffatto e sul web dilaga il “tarocco”

Un prodotto fashion e di lusso su dieci acquistato negli ultimi 12 mesi è contraffatto. Un problema che riguarda soprattutto l’e-commerce: tre prodotti contraffatti su quattro sono stati comprati infatti online da consumatori che credevano di acquistare un prodotto autentico, mentre solo un prodotto contraffatto su quattro è stato acquistato in un negozio fisico. Sono i dati diffusi da Certilogo, l’azienda fondata nel 2006 a Milano e che fornisce l’unica tecnologia per l’autenticazione dei prodotti grazie a un meccanismo di collaborazione tra brand e consumatori perché questi ultimi possano identificare i prodotti contraffatti, sia nei punti vendita fisici sia online, utilizzando il proprio smartphone o il pc con una connessione Internet. I brand che scelgono Certilogo contrassegnano ciascun prodotto con un codice univoco che il consumatore può “punzonare” attraverso un autenticatore disponibile online o tramite app. A oggi, il servizio – che ha un portafoglio di oltre 50 aziende leader tra cui Versace, Diesel, Sandvik, Campagnolo, per un totale di 100 milioni di prodotti garantiti – è stato utilizzato da circa 1,4 milioni di consumatori che hanno potuto avere la sicurezza di acquistare un prodotto autentico. Le autenticazioni Certilogo sono aumentate negli ultimi quattro anni del 140%, raggiungendo la cifra di quasi 300mila da ottobre 2015 a oggi. Una tutela che però rappresenta ancora una goccia nel mare dei “tarocchi”. I prodotti contraffatti nel mondo hanno sottratto in un anno circa 1,8 miliardi di dollari all’economia in chiaro, danneggiando non solo i consumatori, ma anche i marchi e le autorità fiscali

Attualmente Certilogo opera in circa 170 Paesi, primi fra tutti Regno Unito (67.942 autenticazioni), Stati Uniti (31.600), Corea del Sud (26.011), Italia (25.571) e Cina (22.662). Dei circa 300mila prodotti sottoposti ad autenticazioni negli ultimi 12 mesi, circa 27mila (il 9,7%) si sono rivelati falsi.

L’approccio “crowdsourcing” alla verifica dell’autenticità sembra garantire in modo semplice e intelligente la qualità dei prodotti e i consumatori che li acquistano. «Stiamo aiutando milioni di persone – dice il Chief Business Officer di Certilogo Jim Evans – a risolvere un problema che sembrava non avesse soluzione, coinvolgendo tutti gli attori della catena del valore, dai brand ai retailer autorizzati ai consumatori. La piattaforma Certilogo rafforza i brand, traccia e monitora i prodotti dalla produzione ai punti vendita, successivamente abilita i consumatori finali a verificare l’autenticità dei propri acquisti, sia se effettuati in store fisici sia online. Tutto il processo è monitorato, dall’inizio alla fine».

A Thinking Retail (Parigi 19 marzo) si discute di lusso, fashion, retail nell’era multicanale

La gestione degli assortimenti ‘customer driven’ è al centro di Thinking Retail, evento europeo dedicato al lusso, alla moda e al retail specializzato, che si svolgerà a Parigi il 19 marzo. In particolare a tenere banco è come l’integrazione dei processi di pianificazione, PLM e supply chain aiuti i retailer a rispondere alla domanda del consumatore ‘multicanale’, a definire assortimenti efficaci e a ottimizzare le scorte.

Organizzato da TXT Retail, leader nelle soluzioni di pianificazione end-to-end, il simposio annovera tra i relatori della giornata, retailer del calibro di Adidas, Miroglio, Pandora e Sephora, leader nei settori degli articoli sportivi, del fast fashion, della gioielleria e della cosmetica.

L’evento è realizzato in collaborazione con Microsoft, partner di lungo corso di TXT, e con le società di consulenza Viseo e PricewaterhouseCoopers. Tra i relatori, George Lawrie, Vice President e Principal Analyst di Forrester terrà il discorso di apertura, nel quale analizzerà le attuali tendenze nella pianificazione degli assortimenti. Supportato da casi reali e ricerche di mercato, l’analista fornirà al pubblico in sala i modelli e i parametri di riferimento per valutare il grado di maturità della propria organizzazione e le azioni da intraprendere per ottimizzare la pianificazione multicanale.

«La pianificazione multicanale ha generato nuove sfide per i retailer e richiede nuovi modelli di business, nuove regole, nuove tecnologie di supporto», afferma Peter Charness, Chief Marketing Officer di TXT Retail. «Discuteremo come l’integrazione end-to-end della pianificazione, del merchandising, del design e degli acquisti consenta ai retailer una migliore comprensione della domanda su tutti i canali, insieme alla capacità di trasferire questa conoscenza a monte, ad ogni funzione aziendale. Che si tratti di innovazione, di assortimenti o di gestione del magazzino, il risultato sono decisioni più rapide ed efficaci».

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare