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Asiago DOP Stagionato: 2017 un anno di successi

Asiago DOP Stagionato, il 2017 si chiude con risultati ottimi. Lo scorso anno, infatti, la produzione di Asiago DOP Stagionato è aumentata del 4,8% rispetto al 2016, con quotazioni in crescita dell’8% (dato dicembre 2017 su dicembre 2016) e vendite a +19,1%, ovvero ai massimi degli ultimi dieci anni.

Nel corso del 2017, grazie anche al piano di regolazione dell’offerta, è stato possibile immettere sul mercato una quantità di prodotto adeguata alla domanda. Come conseguenza, per entrambe le tipologie della specialità veneto-trentina, sono stati evitati incrementi eccessivi delle scorte, rimaste a livelli fisiologici per l’Asiago Fresco e ridotte ai minimi storici per l’Asiago Stagionato, con un calo di oltre il 20% rispetto ai livelli dell’anno precedente. In particolare, mentre sono state prodotte 1.339.118 forme di Asiago DOP Fresco, l’Asiago DOP Stagionato, prodotto in 232.436 forme, ha visto aumentare di oltre il 19% la quantità venduta dai caseifici produttori, grazie a un crescente apprezzamento da parte di un pubblico sempre più esigente e attento alla qualità di questo prodotto, capace di raccontare l’eccellenza di un territorio.

In quest’anno, Asiago DOP Stagionato si è anche imposto all’attenzione mondiale proprio per le sue caratteristiche uniche, a riprova del livello qualitativo raggiunto. Riconosciuto, a Luxury Cheese, l’evento italiano dedicato ai formaggi di qualità, tra i dieci formaggi più preziosi al mondo, toccando quotazioni di 200 euro/kg per le stagionature dell’annata 2009, Asiago DOP Stagionato ha conquistato anche il titolo “Super Gold”, il prestigioso riconoscimento assegnato ai World Cheese Awards di Londra, la più grande competizione al mondo dedicata ai formaggi. I due riconoscimenti internazionali confermano e supportano l’azione di promozione che vedrà il Consorzio di Tutela impegnato anche nel corso del 2018 nella ricerca di mercati nei quali gli alti livelli qualitativi di questo prodotto vengono riconosciuti e stimati.

Loacker diventa distributore esclusivo dei prodotti Darbo in Italia

Loacker è diventato il distributore esclusivo dei prodotti Darbo in Italia – ad eccezione del Trentino-Alto Adige – apportando così nuovo valore alla linea di prodotti premium che attualmente distribuisce in Italia: Twinings, Ovomaltina, Lorenz Snack-World, e Pema.

Un connubio vincente tra due brand che hanno fatto dell’utilizzo di materie prime di qualità e dell’attenzione alla produzione dei veri e propri cavalli di battaglia.

Siamo onorati che un brand come Darbo si sia affidato a noi come partner per la distribuzione dei propri prodotti; le nostre vision aziendali sono molto vicine, basate sulla realizzazione di prodotti di qualità, in grado di trasmettere il massimo della bontà ai nostri consumatori’ – ha dichiarato Florian Waldmüller, Direttore Brand Management Italia– “Noi di Loacker scegliamo con molta cura i nostri collaboratori, in particolare esigiamo che tutti siano allineati con la nostra filosofia di ricerca e attenzione per materie prime di grande qualità, in questo caso Darbo rispecchia in pieno questa vision.”

Tra tutti i prodotti che compongono l’offerta Darbo, Loacker si concentrerà nella fase di lancio soprattutto sulle linee di confetture per il mercato italiano:

  • Confetture Naturrein 450g: il marchio Naturrein, fondato nel 1979, letteralmente significa ‘pura natura’ o ‘fatto in casa’. Queste confetture vengono prodotte secondo un’antica ricetta di famiglia con solo frutta di alta qualità, riscaldandola e rimestandola accuratamente così da conservare l’aroma naturale della frutta stessa che raggiunge un gusto unico. Frutta, zucchero, succo di limone concentrato e gelificante pectina, niente di più nelle confetture Naturrein Darbo che seguono la preparazione secondo il clean label.
  • Creme Ricco di Frutta 200g: delle vere e proprie creme spalmabili che contengono il 70% di frutta, sono prive di conservanti e mantengono la ricetta originale di famiglia. Solo frutta di alta qualità che in questo prodotto raggiunge il massimo della sua espressione e poesia. Anche in questo caso la produzione segue il clean label, ossia utilizza solo 4 ingredienti.
  • Confetture a Ridotto Contenuto Calorico 220g: 60% di frutta e il 67% di calorie in meno rispetto alle confetture tradizionali Darbo. Niente glucosio-fruttosio, conservanti, coloranti o aromi, solo la bontà della frutta migliore…senza pensieri per la linea!

 

 

 

 

 

 

È benessere la parola chiave del 2018 per il sondaggio Coop: e a Natale consumi a +15,6%

Foto: Anna Dziubinska on Unsplash

Un 2018 in ripresa, in cui ripartono i consumi in settori “spenti” come arredo e casa mentre parole come benessere, novità e soddisfazione fotografano l’umore degli italiani: lo rivela il sondaggio di fine anno Coop-Nomisma insieme alle previsioni sui consumi del “Rapporto Coop” 2017.

Il sentiment insomma volge finalmente al sereno: tra le parole con cui gli italiani descrivono l’anno che è appena iniziato scendono i termini dalla connotazione negativa quali “timore” e “crisi”, due parole d’ordine del 2017 indicate rispettivamente da oltre il 10% e il 7,6% del campione, ora entrambe intorno al 4,5%. Salgono voci quali “ripresa” (15,4%), “cambiamento” (15,1%), “benessere” (10,3%), “novità” (7,9%). A crederci di più gli over 50 rispetto a generazioni più giovani. E il Mezzogiorno fa da apripista della “ripresa” (parola che qui arriva al 18%).

Un ottimismo che si riflette sulle intenzioni di spesa 2018 rispetto al 2017. Tutte le voci sono al rialzo, ma ad avanzare sono soprattutto i segmenti dedicati al tempo libero, ai viaggi, al piacere personale. Ritorna anche la vecchia passione degli italiani per la casa, accantonata co decisione negli anni della crisi: aumentano le spesa per arredamento, ristrutturazioni, grandi elettrodomestici. Consapevolmente poi gli italiani mettono tra le voci di spesa in aumento anche bollette, utenze e servizi sanitari.

Già il 2017 si era rivelato migliore rispetto alle attese sul versante consumi, sfiorando l’1,5%. Sono quindi buoni gli auspici anche per il 2018, grazie a un aumento del potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe raggiungere ritmi di crescita prossimi all’1%. Un bicchiere mezzo pieno che toccherà, stando alle previsioni, maggiormente i comparti dell’audiovisivo, computer e accessori (+ 8,5% nel 2018), telefoni e equipaggiamento (+7,8%) e solo in parte l’alimentare (+ 2,1%).

Andamento ancora positivo (+1%) anche per la distribuzione moderna, ma dimezzato nei ritmi di marcia rispetto al 2017, anno contrassegnato da un eccezionale effetto climatico.

Se è prevista una buona performance per il largo consumo confezionato (+1,3%) e del fresco ortofrutticolo (+ 1,6%), continua a registrare un andamento negativo il no food (-3,7%). A livello territoriale, la tendenza attesa è quella di una parziale inversione di tendenza rispetto al 2017: archiviata una fase in cui il Sud ha sovraperformato in confronto alla media nazionale, si osserva un incremento del fatturato più solido nel Nord Italia (+1,2% e +1,4% per le aree del Nord-Ovest e Nord Est).

 

Natale con incrementi a due cifre

Il rapporto fa anche un primo consuntivo delle vendite natalizie, che è decisamente positivo. La settimana di Natale ha fatto registrare un +15,6% (iper + super dati Nielsen per Coop) rispetto alla stessa settimana di un anno fa. Più carne che pesce, molta gastronomia e formaggi con un Centro Sud che guida ancora la classifica degli acquisti (Campania in testa con un +16,2% seguita da Molise, Umbria, Puglia). In controtendenza ma giustificato dall’effetto Natale anche il dato di un +9,7% segnato dai settori no food (che comprende giochi ed elettronica). 

La versione integrale del sondaggio “L’anno che verrà” e le Previsioni 2018 sono visionabili e scaricabili su http://www.italiani.coop

Retail e turismo, un matrimonio d’interessi

Il retail è per sua natura favorito dai luoghi di passaggio frequente ma questo vantaggio non è sempre stato sfruttato a dovere dalla vendita al dettaglio tradizionale nelle zone ad alta densità di turisti. Parliamo ad esempio delle stazioni ferroviarie, dei porti e degli aeroporti, zone spesso popolate solo da negozi di gadget turistici. Per molto tempo si è perseverato nel luogo comune che vede tra i bisogni del viaggiatore solo quelli strettamente connessi alla natura dei suoi spostamenti.

Ma le cose in Italia sono cambiate negli ultimi anni, grazie anche ad alcuni progetti di valorizzazione dei nostri luoghi di passaggio. Se ne è parlato a Milano in occasione della 5a edizione del convegno “Travel Reatil”, organizzato dal Retail Institute.

Qui si è fatto l’esempio di “Grandi Stazioni”, progetto delle Ferrovie dello Stato per valorizzare le proprie location “esclusive per posizioni e flussi di passeggeri”: sono infatti ben 750 milioni i passaggi di persone in un anno all’interno delle stazioni ferroviarie delle principali città italiane, di cui 150 milioni a Roma e 148 milioni a Milano.

Nelle Grandi Stazioni il 60% dei metri quadri è dedicato al retail, il 25% al food e solo il 15% ai servizi. E se il food&beverage “rende” 30mila euro al metro quadro, a farla da padrone sono i settori di moda e cosmesi che generano fino a 40mila euro per metro quadro.

L’importanza di essere un punto d’incontro
Come ha spiegato Gianni Saccani, Head of Leasing di Grandi Stazioni Retail, “La stazione, nella nostra vision, diventa uno spazio che completa il viaggio. Da semplici luoghi di transito le stazioni diventano nodi dell’intermodalità cittadina e punti di incontro per shopping, cultura ed eventi”.

Un concetto che Luigi Fusco, coo di Unieuro, conosce bene grazie agli 11 store dell’elettronica disseminati tra stazioni e aeroporti.

“La multicanalità – spiega – è una questione semplice: il cliente vuole trovarti nelle migliori condizioni possibili. Per questo il nostro obiettivo consiste innanzitutto nell’assisterlo nelle classiche dimenticanze di chi viaggia”.

Un passaggio importante: da calamite e souvenir si è passati a vendere adattatori di corrente, carica batterie, cuscini da viaggio, cuffiette e power bank.

Ma in questi posti non transitano solo viaggiatori e per questo non si possono avere solo accessori da viaggio.

“In aeroporto ci sono anche molti dipendenti – prosegue Fusco – che spesso fanno acquisti sul luogo di lavoro per comodità. D’altronde se la tua location è su un punto di passaggio importante hai delle conversioni, altrimenti no”.

Sulla stessa linea Fabrizio Brogi, presidente di Nau! che sta investendo moltissimo nel travel retail: “Nelle stazioni c’è il fenomeno dei pendolari che passando più volte hanno la possibilità di rientrare di frequente a vedere cosa c’è di nuovo con tempi di riacquisto più brevi e maggiore stimolo all’acquisto d’impulso. Nei nostri punti vendita abbiamo registrato ben 18 milioni di passaggi vetrina”.

La strategia di Sea: velocizzare le operazioni

Anche Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi ha iniziato a investire su progetti di retail negli ultimi 4 anni. Le revenue non derivanti dal trasporto aereo sono diventate una delle principali leve di crescita della società: rappresentano infatti il 33% dei ricavi totali, cresciuti di 10 punti percentuali rispetto al 2013.

Un risultato ottenuto lavorando sul tempo passato in aeroporto dai passeggeri: velocizzando di circa il 17%  le procedure di controllo passaporti e check-in è stato possibile garantire ai passeggeri fino al 25% di tempo in più per le attività di shopping e di food & drink.

A Milano Malpensa questo si è tradotto in un aumento del 21% della spesa per passeggero e del 17% di incremento del volume d’affari di negozi e ristoranti.

Il retail nei luoghi di passaggio obbligato, dunque, diventa sempre più un affare: un discorso che si può estendere anche ai centri cittadini, alle location di grandi eventi o ai luoghi a soggiorno obbligato come possono essere i parchi a tema, gli outlet, i villaggi vacanza,  o le crociere.

Business da crociera

Anche a bordo delle navi sono moda e bellezza a farla da padrone. “I prodotti più venduti in assoluto sono gli orologi, seguiti dai profumi. – ci spiega un portavoce di Costa Crociere – I negozi a bordo delle navi della flotta Costa Crociere sono gestiti attraverso un concessionario che si chiama Starboard, una della aziende più grandi e affermate al mondo nella gestione di spazi commerciali su navi da crociera. In assortimento oltre 160 marchi tra prodotto italiani ed esteri”

In conclusione Retail e Turismo sono destinati sempre più a viaggiare a braccetto in un connubio che porta vantaggi ad entrambi: il retail tradizionale può rivolgersi ad una platea di big spender e acquirenti d’impulso, molto più propensi a spendere quando sono in viaggio. Dall’altra il turismo, che negli hanno ha visto i suoi margini risicati dall’avanzare dei modelli low cost, può aumentare il fatturato grazie ai ricavi derivanti dalle così dette ancillary revenue.

di Domenico Palladino

Morando torna in tv e rilancia la sua comunicazione su Facebook

Morando ritorna in tv dal 24 dicembre al 20 gennaio.

La continuità è alla base della strategia media dell’azienda che vede l’utilizzo del mezzo televisivo sulle tre principali piattaforme generaliste, RAI, MEDIASET e LA7, e un rilancio sulla pagina Facebook Morando per trasmettere l’empatia del messaggio su cui punta: “Il miglior modo di amarli è alimentare con piccoli gesti quotidiani l’unicità della relazione tra uomo e animale”.

La pianificazione prevede tutta la programmazione più qualitativa del periodo con una concentrazione di passaggi nel prime time, nei programmi legati alle news, all’approfondimento e intrattenimento di qualità. Il formato dello spot è 15”.
Creatività Gruppo DDB Italia. Produzione Filmmaster con la regia di Davide Gentile.

I 5 siti italiani più frequentati agli e-Christmas Shopper. L’oro va a e.price

Cresce l’attitudine degli italiani per lo shopping online. E in occasione del Natale tale propensione è ancora più spiccata.

A dirci come gli utenti si muovono nell’immenso mondo del web e delle app alla ricerca del regalo perfetto ci ha pensato un’analisi di Ogury – piattaforma di mobile data che fornisce la più completa visione del comportamento degli utenti mobile a livello globale – che tra novembre e dicembre 2017 ha preso in considerazione oltre 500 mila utenti mobile e i loro spostamenti sui siti e le app più popolari nei “classici” settori da regalo: tecnologia, elettrodomestici, moda, libri e cesti di leccornie.

La top 5 del Natale italiano

Nel periodo monitorato, tra tutti gli e-commerce presi in considerazione dallo studio di Ogury, è E.price a guadagnarsi il podio come migliore sito di vendita specializzata con il 27,1%. Dietro di lui Unieuro che guadagna il 24,8% di visitatori. Mentre Zalando, il pioneristico e-commerce nel settore dell’abbigliamento, appare al terzo posto con il 23,5% di visitatori unici. Sembra quindi che sarà un Natale all’insegna della tecnologia quello che ci apprestiamo a vivere, non solo per le modalità con cui acquistiamo i regali, ma anche per i doni che troveremo sotto l’albero. Anche il quarto posto in classifica, infatti, è occupato da un e-commerce specializzato in tecnologia ed elettrodomestici, Euronics, con il 15,7% di utenti.

Un piccolo spazio però lo guadagnano anche i libri: è infatti IBS a chiudere la top 5 posizionandosi al quinto posto con il 12,1% di visitatori unici.

Rimangono fanalino di coda gli e-commerce di alimenti e vini; a quanto pare noi italiani per questo genere di regali preferiamo ancora affidarci ai nostri negozi di fiducia: perfino l’e-commerce di Eataly non guadagna più dell’1% degli utenti unici.

L’identikit dell’e-Christmas Shopper italiano

Quando si tratta di tecnologia gli uomini superano le donne, anche se di poco. Infatti, nei principali siti e app di questo settore la percentuale di utenti uomini si aggira intorno al 60-65% contro il 40%-35% di donne. Situazione che si ribalta con i siti di abbigliamento, dove la percentuale di utenti donne è del 75% o più, eccezione fatta per Zalando, dove la percentuale di uomini sale a circa 40%, pareggiando quasi i conti.

Sul piano geografico, invece, è la Lombardia la regione dove risiede il maggior numero di “mobile e-Christmas shopper”. La seguono in classifica il Lazio e la Campania, dove sembrano avere grande successo gli e-commerce di abbigliamento.

Da un punto di vista anagrafico, infine, emerge che nella maggior parte dei casi gli utenti hanno tra i 45 e i 54 anni (quindi non è vero che siano solo i Millennials lo zoccolo duro degli e-comsumer), fatta eccezione per alcuni e-commerce di abbigliamento come Yoox, Zalando, Zara eH&M, dove gli utenti sono più giovani, con una fascia che si posiziona tra i 35 e i 44 anni. Anche app e siti di libri, come IBS, Feltrinelli e Libraccio,sembrano attrarre utenti più giovani, anche in questo caso la fascia di età è 35-44. Solo uno tra i numerosi e-commerce monitorati ha una maggioranza di utenti giovanissimi, (25-34); si tratta di Zaful, specializzato in abbigliamento low cost.

 

Prosegue con successo The positive Cup di Nespresso, attivo in 58 città

The Positive Cup di Nespresso, il programma per la raccolta e il riciclo delle capsule esauste prosegue con successo. Anche quest’anno l’azienda sostiene l’operato di Banco Alimentare Lombardia attraverso la donazione di 410 quintali di riso.

Il progetto, attivo in Italia dal 2011 grazie alla collaborazione tra Nespresso, CIAL, Federambiente e il CIC (Consorzio italiano Compostatori), consente ogni anno di recuperare e destinare ad una seconda vita le capsule usate, riciclando i due materiali di cui sono composte: l’alluminio e il caffè residuo. Dalla sua attivazione il progetto ha permesso di raccogliere 2.062 tonnellate di capsule in alluminio e di donare oltre 1.801 quintali di riso a Banco Alimentare Lombardia.

 Le capsule, recuperate grazie all’impegno dei consumatori, vengono avviate al processo di riciclo e valorizzazione dei due materiali.  L’alluminio viene riciclato al 100% mentre il caffè viene utilizzato come fertilizzante nella risaia di Roncaia, in Provincia di Pavia. Il riso coltivato viene poi acquistato da Nespresso e donato a Banco Alimentare Lombardia, che a sua volta lo distribuisce a chi ne ha più bisogno attraverso gli enti caritativi convenzionati, incluse numerose mense dei poveri.

Ad oggi il programma di raccolta delle capsule esauste è attivo in 58 città in tutta Italia con 97 punti di raccolta, di cui 49 Boutique Nespresso e 48 isole ecologiche.

Per partecipare attivamente al progetto e conoscere nel dettaglio tutti i punti di raccolta Nespresso è possibile visitare i siti web:

https://www.nespresso.com/it/it/pages/store-locator#RECYCLING

https://www.bancoalimentare.it/it/lombardia

Sano, senza OGM, biologico e a Km 0: ecco il cibo che piace

Alimenti sani (senza grassi o sale), privi di OGM, biologici e possibilmente realizzati con ingredienti a KM0 : ecco i cibi preferiti dagli italiani. A dirlo l’indagine online realizzata da GfK in 17 paesi, chiedendo quali sono le caratteristiche più importati che considerano quando scelgono cosa mangiare o bere.

Un italiano su due (49%) ha indicato come fattori decisionali importanti il fatto che un alimento sia privo o a basso contenuto di zuccheri, realizzato senza utilizzo di OGM e privilegiando ingredienti a chilometro zero. Seguono nella classifica di importanza gli alimenti privi o con pochi grassi (44%) e quelli realizzati con ingredienti biologici (42%). Un italiano su tre considera valuta positivamente il fatto che un alimento sia privo di sodio o potenziato con vitamine e minerali. Infine, ben il 19% considera come caratteristica importante il fatto che un prodotto sia senza glutine.

I localismi

Gli italiani risultano i più sensibili in assoluto sul tema del KM0: nel nostro Paese si registra la percentuale più alta di persone che considera importante l’utilizzo di ingredienti locali quando si tratta di scegliere cosa mangiare.

Non emergono grandi differenze nelle classifiche di uomini e donne, anche se queste ultime esprimono in generale delle opinioni più marcate (in particolare per quanto riguarda gli alimenti a basso contenuto di zuccheri e di grassi).

Come prevedibile, le famiglie ad alto reddito assegnano in media maggiore importanza alle caratteristiche degli alimenti, rispetto a quelle a basso reddito. Interessante notare però come anche le persone meno abbienti tengano in grande considerazione i prodotti a KM0, in percentuale quasi uguale alle altre fasce di reddito.

A ogni età il suo cibo

Guardando invece ai risultati per fasce d’età, emergono alcune tendenze specifiche. La fascia d’età degli over 60 – ad esempio – risulta essere la più attenta in generale alle caratteristiche del cibo. Particolare importanza viene data a fattori quali l’utilizzo di ingredienti a KM0, senza OGM e a basso contenuto di sodio e grassi. Tra i ventenni invece c’è una spiccata preferenza per gli alimenti realizzati con ingredienti biologici e prodotti localmente. Infine, nella fascia 30-39 anni gli italiani danno particolare importanza ai prodotti senza glutine e che contengono probiotici.

Nel resto del mondo

A livello internazionale, si prediligono in linea di massima gli alimenti a basso contenuto di zucchero o senza zucchero e quelli privi di OGM (entrambi con il 48%). Al terzo posto si posizionano i prodotti privi o a basso contenuto di sale (45%), seguiti a breve distanza dai prodotti realizzati con ingredienti biologici, quelli a basso contenuto di grassi e arricchiti con vitamine o minerali.

Dall’indagine emerge inoltre come i più selettivi in assoluto siano essere i cittadini cinesi: per 8 categorie su 9, infatti, la Cina è al primo posto. L’unica eccezione riguarda gli alimenti a KM0, caratteristica che vede l’Italia al primo posto per importanza assegnata. Particolarmente esigenti anche i consumatori del Brasile, che si posiziona al secondo posto in classifica per l’importanza attribuita a ben 5 categorie.

L’indagine

GfK ha condotto un’indagine online in 17 Paesi, coinvolgendo oltre 23.000 persone dai 15 anni in su. Gli intervistati dovevano rispondere alla domanda: “Quando sono importanti le seguenti caratteristiche, quando devi scegliere un cibo o una bevanda?”. Le opzioni elencate erano: È realizzato con ingredienti biologici; Utilizza ingredienti o viene prodotto a KM0; È privo (o a basso contenuto) di zuccheri; È privo (o a basso contenuto) di grassi; È privo (o a basso contenuto) di sodio; È fortificato con vitamine o minerali; Contiene prebiotici o probiotici; È privo di OGM (Organismi Geneticamente Modificati); È senza glutine.

La rilevazione è stata effettuata nell’estate 2017.

I paesi coinvolti nella ricerca sono: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Russia, Corea del Sud, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

Conad fatturato oltre i 13 miliardi (+5%), accordo con Enel per 250 colonnine di ricarica

Un giro d’affari 2017 per Conad a 13 miliardi di euro, 600 milioni in più rispetto al 2016 (con un incremento del 5%), spinto dalla performance della marca marca del distributore (che registra un +29%) e l’accordo con Enel che porterà ad installare 250 colonnine di ricarica per auto ad alimentazione elettrica nei parcheggi dei punti vendita entro il 31 giugno 2018: sono queste le principali novità comunicate da un vulcanico Ad Francesco Pugliese e dal management Conad ieri a Milano alla conferenza di fine anno.

Una crescita doppia rispetto al mercato Gdo, che si prevede chiuderà l’anno con un +2,5% (fonte: Nielsen Trade*Mis – Stime Nielsen su dati AdEx). Il secondo attore del mercato italiano (inseguitore di una Coop in affanno) ha anche aumentato la quota di mercato, salita al 12,1% (dal 9,5% nel 2006) e si rafforza la leadership nei supermercati, al 21% (12,7% nel 2006) (fonte: GNLC I° semestre 2017). In crescita anche il patrimonio netto, passato a 2,4 miliardi di euro, 180 milioni in più rispetto al 2016.

Il risultato è frutto degli investimenti nella rete di vendita (con un piano triennale di 413 milioni di euro al termine dell’anno in corso, 402 nel 2018 e 286 nel 2019, per un terzo in ristrutturazioni e due terzi per le nuove aperture). Un ruolo di primo piano l’hanno avuto anche i prodotti a marchio Conad, che oggi rispondono per una quota record per l’Italia nel Largo Consumo Confezionato del 29% contro il 19,5% del valore medio dei supermercati (fonte: IRI, progressivo a ottobre 2017). Il fatturato 2017 della marca del distributore si attesta a 3,2 miliardi di euro (200 milioni in più rispetto al 2016), nonostante la diminuzione della pressione promozionale. In particolare Verso Natura (lanciata a fine 2016) che ha oggi oltre 200 referenze, ha fatturato 150 milioni di euro ma, a regime (già nel 2018) dovrebbe arrivare ai 250 milioni (“e pensiamo che una media impresa alimentare italiana fattura 80 milioni” ha ricordato Pugliese).

La produttività si attesta a 6.140 euro al metro quadro (superiore ai 5.490 della media di mercato) con una dimensione media di punti vendita di 638 metri quadri (fonte: GNLC I° semestre 2017).

Risultati ottenuti nonostante la diminuzione della pressione promozionale, comune a tutto il mercato, anche se l’efficacia di quella Conad continua ad essere più alta rispetto ai competitor. Nell’anno in corso ha generato oltre 715 milioni di euro di risparmio per i clienti Conad nel solo Largo Consumo Confezionato (fonte: IRI). La spesa alimentare mensile delle famiglie (441 euro, fonte Istat) ha tratto beneficio dall’operazione nazionale Bassi&Fissi – nel 2017 ha ribassato in media del 28,8% il prezzo di 421 prodotti rappresentativi delle 80 principali categorie di acquisto – generando un risparmio annuo per famiglia di 1.440 euro.

«Anche quest’anno abbiamo ottenuto risultati buoni, molto buoni, grazie ad un solido piano di investimenti per crescere a tassi superiori alla media di mercato – ha detto Francesco Pugliese -. Abbiamo puntato, ancora una volta, sulla relazione sempre più forte con i clienti. La capacità di entrare in sintonia con i territori e le comunità che lì vivono, la centralità dei nostri punti di vendita in tali contesti ci consentono di dare risposte alle attese di quanti scelgono Conad per la spesa, ma anche per tanti altri servizi che portano qualità e convenienza su altrettanti consumi. Il legame con le comunità è l’identità del nostro modello imprenditoriale cooperativo che punta ad essere sempre più socialmente responsabile».

 

Un futuro di mobilità sostenibile, e Conad si prepara…

Conad ed Enel hanno firmato un protocollo d’intesa per favorire lo sviluppo e la diffusione della mobilità elettrica, che prevede l’installazione, entro il primo semestre 2018, di circa 250 postazioni di ricarica nei supermercati, centri commerciali e ipermercati in tutta Italia. Due le tipologie previste: circa 120 colonnine Pole Station (22 kW), che permettono la ricarica dei veicoli in meno di un’ora (“giusto quella che mediamente si impiega per fare una grossa spesa”), e circa 40 Fast Recharge (50 kW) in grado di garantire un pieno di energia in circa 20 minuti (saranno installate nelle vicinanze dei caselli autostradali). Infatti la prima infrastruttura Fast Recharge è stata installata presso il supermercato Conad di Altopascio, in provincia di Lucca, e rientra nel progetto EVA+, cofinanziato dalla Commissione Ue e coordinato da Enel, che prevede 180 punti di ricarica veloce lungo le strade extraurbane per favorire gli spostamenti di lungo raggio.

Sono sempre più numerosi gli italiani che stanno modificando le proprie abitudini di consumo nell’ottica di un maggiore rispetto per l’ambiente e della conservazione delle risorse naturali. Un trend confermato dall’andamento del mercato delle auto ad alimentazione elettrica o ibrida. Dal 2005 al 2016 il numero degli autoveicoli elettrici BEV (Battery Electric Vehicle) e PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) è cresciuto a un tasso medio del 41% all’anno (Fonte: E-Mobility Revolution, Ambrosetti-Enel).

Il senso della partnership (“siglata in  sole tre settimane con Enel”) lo spiega ancora Pugliese: «Nel nostro Paese sta crescendo in modo significativo l’attenzione verso modelli di consumo più rispettosi dell’ambiente, e Conad da tempo si pone come obiettivo quello di soddisfare questa nuova domanda, dando maggiore forza all’offerta di prodotti e servizi che si inseriscano in un’ottica di responsabilità ambientale. Il servizio di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici è parte di questo disegno. Il nostro Paese ha ancora molta strada da fare per raggiungere un modello di sviluppo davvero ecocompatibile. Per arrivare a questo traguardo è necessario che non solo i governi facciano la loro parte attuando politiche incentivanti, ma che le imprese siano in prima linea e interpretino la sostenibilità come elemento di sviluppo. È doveroso per le aziende iniziare a rivedere i propri modelli di Business, e contemporaneamente incoraggiare consumi eco compatibili. Ed è questo ciò che Conad ha iniziato a fare».

 

Auchan e il “Bollino” che fa discutere

E’ scoppiato il caso del “Bollino blu” Auchan. L’operatore della grande distribuzione alcuni mesi fa ha deciso di indicare con un marchio i prodotti che, all’interno delle varie categorie merceologiche, sono giudicati migliori dal punto di vista nutrizionale rispetto ai competitor. Tutto ciò, con l’obiettivo di promuovere stili di vita più salutari nei propri clienti. Il giudizio, secondo quando riportato nella pagina web dedicata all’iniziativa (https://www.auchan.it/it-IT-it/static/lavitainblu.aspx), è emesso da un pool di esperti in base alla lettura delle etichette dei prodotti messi a confronto.

Il sistema dei “bollini” non è nuovo. Nel Regno Unito sulle etichette sono riportati dei semafori che assegnano un bollino rosso, giallo e verde a seconda della validità nutrizionale; in Francia il Nutri-score, che identifica gli alimenti con 5 colori, dal verde intenso all’arancio intenso. In Italia questo approccio non è stato adottato perché ritenuto troppo semplicistico e addirittura penalizzante per alcune eccellenze – anche sotto il profilo nutrizionale – alimentari nazionali.

Anche la scelta di Auchan ha sollevato delle perplessità presso alcuni nutrizionisti e associazioni consumeristiche, che non reputano sufficientemente chiari i criteri di scelta su cui il “bollino” viene attribuito.

Neppure l’industria di marca è favorevole. “L’iniziativa di Auchan rivela un’elevata discrezionalità –  commenta Luigi Bordoni, Presidente di Centromarca – Le informazioni fornite al consumatore non consentono di identificare con chiarezza quali sono i criteri per l’assegnazione dell’evidenziazione a scaffale. Ne risulta una comunicazione incompleta e fuorviante, che confonde e può determinare una distorsione della concorrenza. Quindi non in linea con le prescrizioni del Codice del Consumo, in cui è stabilito che le informazioni devono essere espresse in modo chiaro e comprensibile, tali da assicurare la consapevolezza del consumatore. Per questo abbiamo incontrato i rappresentanti di Auchan ed esposto le evidenze delle nostre analisi. Ora attendiamo un riscontro dal gruppo”.

Elena Consonni

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