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Papà con il carrello: dove, come e quando. L’indagine Adiconsum

Ma i papà sono anche consumatori coscienziosi?

Se lo è chiesto Adiconsum che, in occasione della festa del Papà, ha lanciato su Facebook il sondaggio: “Oltre ad essere un super papà  sei anche un super consumatore?”.

Interessanti i risultati. In primis in quanto è emerso che oggi i papà sono decisamente più sensibili sul tema della spesa.

Sembra infatti che il 57,3% dei papà controlla cosa manca in casa, redige una lista, va a fare la spesa e sceglie i prodotti leggendo le etichette. Da evidenziare anche il fatto che l’8% dei papà sceglie i prodotti con un occhio alla loro sostenibilità, prendendo, ad esempio, in considerazione il packaging riciclabile, ecc..

Le 5 domande
Cinque quesiti a risposta singola, vediamo cosa è emerso

1) Quanti anni hai?

·      un 57,3% ha un’età compresa tra i 55 e i 65 anni

·      un 25,3% tra i 45 e i 54

·      un 14,7% tra i 35 e 44

·      un 2,7% tra i 25 e i 34

 

2) Quando vai a fare la spesa?

·      Il 57,3% controlla cosa manca in casa, fa la lista e va a fare la spesa

·      Il 20% segue le indicazioni della moglie/compagna

·      Il 14,7% effettua gli acquisti basandosi sulle offerte disponibili

·      L’8% va a braccio e compra quello che trova

3) Dove preferisci fare la spesa?

·      Il 54,7% in compagnia della moglie/compagna

·      Il 38,7% da solo

·      Il 6,7% in compagnia

  4) Quale fattore conta quando devi scegliere un prodotto?

·      Il 42,7% l’etichetta

·      Il 33,3% il costo

·      Il 16% la marca

·      L’8% la sua sostenibilità

 
5)  Dove preferisci fare la spesa?

·      Il 77,3% al supermercato

·      Il 12% va al mercato

·      Il 10,7% al minimarket

 

Made in Italy: un brand che continua a crescere a doppia cifra

Made in Italy: continua la crescita  a doppia cifra anno dopo anno, grazie ad una solida presenza sulla scena mondiale.

È quanto emerge dalla classifica BrandZTM Top 30 Most Valuable Italian Brands 2019 stilata da WPP e Kantar, secondo cui i marchi italiani hanno aumentato il loro valore del 14% negli ultimi 12 mesi raggiungendo i 96,9 miliardi di dollari, nonostante il clima di incertezza economica e politica.

Gucci si distingue come il marchio italiano di maggior valore e in maggiore crescita, raggiungendo i 24,4 miliardi di dollari di brand value, valore in crescita del 50% rispetto allo scorso anno.

Tra i primi 5 marchi della classifica si trovano TIM, con 9,41 miliardi di dollari di valore complessivo, Enel (7,94 miliardi di dollari), Kinder (6,79 miliardi di dollari) e Ferrari (4,75 miliardi di dollari).

Altri quattro brand presenti nella Top 30 hanno visto crescere il valore del loro brand di oltre il 20%. Si tratta di Ferrari (+36%, 4,75 miliardi di dollari), Fiat (+23% con 1,39 miliardi di dollari), Campari (+23% con 591 milioni di dollari) e Fendi (+22% con 1,88 miliardi di dollari).

La novità della Top 30 italiana del 2019 è Fastweb (27° in classifica con un valore di 891 milioni di dollari), brand percepito dai consumatori come particolarmente innovativo nel settore delle telecomunicazioni grazie alle sue connessioni veloci e alle offerte trasparenti per i consumatori.

Il Brand Italia oltre confine

L’analisi di Kantar ha confermato la presenza eccezionalmente forte dei marchi italiani sulla scena mondiale, con dieci brand nella Top 30 che presentano un’esposizione oltre confine superiore al 90% (come combinazione di fatturato, volumi venduti e profittabilità).

BrandZ ha inoltre evidenziato che i brand con esposizione oltre confine superiore al 50% hanno aumentato il valore del marchio di circa il 20% anno su anno, mentre il valore di quelli con una  presenza  all’estero inferiore è rimasto invariato.

Nella nostra classifica vediamo molte “Industry Heroes”, aziende che rappresentano un modello di business tipicamente italiano che sta ottenendo risultati straordinari sulla scena mondiale” ha commentato Massimo Costa, Country Manager WPP Italia. “Dall’analisi emerge un gruppo di imprese agili e interconnesse, guidate da un forte spirito imprenditoriale, che dettano il ritmo di crescita e innovazione nel loro business “.

La Top 30 italiana di BrandZ evidenzia le straordinarie opportunità di crescita per le imprese italiane che vogliono investire nei propri brand” afferma David Roth, WPP. “Andare oltre i confini del mercato di riferimento di un marchio richiede ambizione e coraggio, e i marchi leader italiani si distinguono da quelli degli altri paesi per resilienza e innovazione, e per la capacità di saper offrire una straordinaria consumer experience“.

La creatività aiuta

L’Innovazione in Italia è il principale fattore di crescita per il brand. I marchi  percepiti come fortemente innovativi hanno aumentato il loro valore del 17% rispetto a una crescita dell’1% dei brand che lo sono meno.

 

Oltre ai settori come l’alimentare, l’automotive e la moda, dove l’Italia è universalmente riconosciuta come leader mondiale, il nostro studio dimostra come i marchi italiani raggiungano risultati eccezionali anche in settori come l’energia, l’oil & gas e le crociere, con grandi aziende come Enel, A2A, Eni, MSC e Costa Crociere” ha dichiarato Federico Capeci, CEO Insights Division, Kantar Italia. “L’innovazione potrebbe svolgere un ruolo chiave per generare ulteriore crescita. In questo senso, anche piccoli ma significativi cambiamenti potrebbero essere la soluzione per molti brand, a patto di supportarli con una comunicazione chiara e dirompente“.

La forza del lusso e del food

Il settore del lusso  porta il maggior contributo al valore del ranking (quasi il 40%), trainato da Gucci, Prada e Armani. Ed è anche la categoria che maggiormente opera oltre confine: i sette marchi in classifica hanno esposizioni all’estero mediamente superiori al 90% (Gucci, Prada, Armani, Fendi, Bottega Veneta, Salvatore Ferragamo, Bulgari).

Dopo il lusso, il settore alimentare occupa il secondo posto per  valore del brand. La presenza di Kinder (numero 4), Nutella (numero 8), Ferrero Rocher (numero 11) Barilla (numero 26), Lavazza (29) e Campari (30) dimostra l’efficacia degli imprenditori italiani che hanno saputo trasformare i propri marchi in giganti internazionali della categoria.

Il settore TLC,  terzo  nel ranking, è sempre più competitivo in Italia, con una crescita della industry del 12%, con marchi come TIM, Wind, e l’unico nuovo brand entrato nella Top 30 di quest’anno – Fastweb.

L’energia segue con due marchi, Enel e A2A, che rappresentano insieme il 9% del valore della Top 30.

Due marchi anche per l’automotive: rappresentano entrambi l’Italia nel mondo, anche se in modi diversi. Per i consumatori, Ferrari (numero 5) è sinonimo di audacia, passione, esclusività, energia e potere mentre Fiat (numero 20) è considerata il volto più accessibile e friendly dell’industria automobilistica italiana.

 

Fratelli Polli acquisisce il ramo d’azienda di Valbona

Fratelli Polli S.p.A., società leader in Italia nel settore delle conserve, ha acquisito da Europa Investimenti, operatore specializzato nel mercato distressed italiano, il 100% di una Newco nella quale è stato conferito il ramo d’azienda operativo e commerciale di Valbona, azienda di Lozzo Atestino (PD).  Valbona ha registrato a fine 2018 un fatturato di 30 milioni di Euro e conta 91 dipendenti. Questa acquisizione consente a Polli di passare dagli 80 milioni di Euro di fatturato del 2018 a 110 milioni nel 2019, con una previsione di 130 milioni nel 2021.

L’operazione ha l’obiettivo di accrescere la capacità produttiva di Polli dando avvio al piano triennale 2019-21 che prevede un aumento del fatturato del 63% e dei volumi del 57%. Con l’ingresso nella Newco, Fratelli Polli rileva in particolare l’immobile dello stabilimento produttivo, gli impianti, i macchinari, il magazzino materie prime e prodotti finiti, i contratti commerciali e tutti i 91 dipendenti di Valbona. Al termine del processo i dipendenti del Gruppo saranno complessivamente quasi 300.

Consulenti di Fratelli Polli in questa operazione sono stati : Oaklins-Arietti in qualità di advisor M&A, Evershed Sutherlands e Studio LCA per la consulenza legale, Ethica Debt Advisory per la consulenza finanziaria.

“Con questa operazione– dichiara Manuela Polli – puntiamo a una leadership nel settore delle conserve vegetali attestandoci tra le prime aziende in Italia per fatturato e dipendenti, con un incremento a doppia cifra della capacità produttiva, in particolare quella destinata all’export. L’avvio di un percorso di internazionalizzazione con la costituzione di filiali commerciali in UK, Germania e Francia, e l’apertura di nuovi canali distributivi, insieme a una politica di crescita per linee interne ed esterne, fanno parte del nostro nuovo e ambizioso piano di sviluppo per prossimi anni. In questa fase – conclude Polli – l’azienda sta affrontando un significativo cambio di pelle anche con il recentissimo ingresso del nuovo CEO Marco Fraccaroli”.

Fraccaroli, che vanta una comprovata esperienza nel settore alimentare e una conoscenza approfondita dei mercati internazionali è stato Chairman di Granarolo International e ha diretto all’estero alcune delle principali aziende del gruppo. Ha iniziato la sua carriera in società di consulenza di direzione e organizzazione aziendale, prima di entrare come manager in Pastificio Rana, dove ha avviato la sua esperienza nel settore food. 

 

 

Caffè tostato in GDO: le vie del cambiamento

Il caffè tostato, con un giro d’affari di 1,1 miliardi di euro ed oltre 273 milioni di unità vendute, mostra nel 2018 ancora segnali di instabilità, così come già accaduto negli ultimi anni; la categoria infatti ha perso dal 2013 ad oggi circa il 3% del valore.

I profondi cambiamenti negli stili di vita e di consumo degli italiani sono, almeno in parte, alla base di questa tendenza.

Ma come performa la categoria  in Distribuzione moderna, e quali potranno essere le evoluzioni del mercato?  Ecco le evidenze proposte sul tema da Iri

 

Andamento del caffè tostato nel canale moderno

In Distribuzione Moderna (Ipermercati, Supermercati e Libero Servizio Piccolo) circa il 72% dei volumi del Caffè tostato sono spiegati dal segmento Moka, che tuttavia sviluppa il 52% del valore complessivo con un andamento in decisa flessione (-2,2% in volume e -5% in valore). Proporzioni inverse per le Capsule che

incidono solamente per il 7% sui volumi della categoria ma sviluppano il 28% del valore e che, con un posizionamento di prezzo elevato, sono l’unico segmento che sostiene la categoria con un trend del +14% in volume e +10% in valore.

Le Capsule crescono sia in termini di vendite che in termini di offerta. L’incremento riguarda tutte le aree con una maggiore accelerazione al Sud, in cui hanno un’incidenza più bassa. Nel Nord Ovest, dove si sviluppa la maggior parte dei volumi,  si registra un rallentamento. Considerando invece il caffè tostato al netto delle Capsule, è proprio il Nord Ovest a contribuire maggiormente alla flessione della categoria e in generale si contraggono gli assortimenti.

La metà dei volumi del caffè tostato sono sviluppati in condizioni promozionali anche nel segmento Capsule, in cui i nuovi lanci sembra stiano ricreando lo scenario competitivo dei segmenti più maturi guidati dalla leva promozionale e di prezzo.

Le capsule: continua la crescita

Il segmento trainante cresce con tutti i sistemi compatibili anche se a ritmi diversi. Tra questi ‘A Modo Mio’, che sviluppa circa il 32% del fatturato delle Capsule, frena la crescita (+0,5%) con un incremento significativo della pressione promozionale e conseguente calo del prezzo medio, mantenendo dinamicità a livello dei volumi (+10%).

L’andamento migliore è quello delle Capsule compatibili Nespresso, (+33,7% nella spesa e +36% in volume) con un’incidenza del 30%sul valore del segmento, il cui assortimento aumenta in maniera importante a seguito dei nuovi lanci, con 24 referenze medie a scaffale nel 2018 ed un incremento di 5 referenze rispetto al 2017.

I sistemi Dolce Gusto, che spiegano il 26% del fatturato, mantengono livelli positivi (+7,7% in valore e +12,5% in volume).

I nuovi stili di vita e le tendenze di consumo

Stiamo assistendo negli ultimi anni ad una forte accelerazione nei mutamenti delle abitudini e degli stili di vita degli Italiani che trovano origine in cambiamenti sociali profondi: la gestione della vita professionale e privata è sempre più complessa, gli spazi domestici sono più piccoli, crescono le famiglie monocomponenti e i giovani faticano a trovare l’indipendenza economica restando più a lungo in famiglia.

Questi mutamenti inducono i consumatori ad essere più efficienti nelle scelte alimentari senza rinunciare al gusto, premiando i prodotti ad alto livello di servizio come le Capsule appunto, e anche nel fare la spesa.

Una recente ricerca di Shopper Insightrealizzata da IRI a livello europeo indica che l’acquirente italiano diversifica l’acquisto di prodotti Grocery tra i canali alternativi più della media europea; inoltre i dati InfoscanCensus©confermano che nel 2018 le vendite si sono spostate dai canali tradizionali verso i canali specializzati, i discount e l’online. 

Focalizzandoci in particolare su quest’ultimo, vale la pena sottolineare che il Largo Consumo Confezionato nel canale Online supera i 458mio€ con una crescita pari a quasi  il 40% rispetto al 2017.  IRI e-commerce Panel, l’esclusiva soluzione di trackingdelle vendite online, indica proprio il caffè macinato come prima categoria venduta nel canale digitale. Anche Amazon elenca tra le categorie più vendute quella del caffè nelle diverse tipologie.

Il caffè tostato ha mostrato buone performance nel 2018 anche nel canale Discount, grazie al contributo dell’aumento dei punti vendita. Il segmento delle Capsule cresce infine anche nel canale Drugstore.

Le nuove tendenze Alimentari: il biologico

Un’importante tendenza degli ultimi anni nel Largo Consumo Confezionato è il biologico, che ha sviluppato nel 2018 1,6 miliardi di Euro, con una crescita del 5,8% rispetto al 2017.

Il caffè macinato biologico non fa eccezione. Infatti questo segmento ha realizzato nel 2018 un fatturato di 6 milioni di Euro con un trend in valore del +18,2% e del 15% in volume.

Quali possibili scenari per il mercato del Caffè?

Nel canale moderno prezzi e promozioni sembrano guidare ancora la categoria. I nuovi ingressi nelle Capsule ed in particolare nei sistemi Nespressocompatibili potrebbero avere come conseguenza l’aumento della pressione promozionale ed un incremento dei formati convenienza.

La vera sfida per il mercato del caffè si giocherà tuttavia anche fuori dai canali tradizionali. Gli specializzati, i Drugstore, i Discount e soprattutto l’online potrebbero essere il terreno di gioco per la competition, sia sul mondo capsule che sui segmenti tradizionali.

Le nuove tendenze di consumo legate al mondo biologico ed all’ecosostenibilitàinfluenzeranno il mercato? E’ possibile ipotizzare che nel lungo termine alcuni temi legati in particolare al segmento Capsule possano indurre il mercato a proporre alternative in linea con le attuali tendenze relative al mondo del biologico e della ecosostenibilità. 

 

Piatti pronti di nuovo in auge, ma purché siano naturali, e (perché no?), free from

Vita nuova per i piatti pronti? Parrebbe proprio di sì.Stando a quanto emerge dalla quarta edizione dell’Osservatorio Immagino  Nielsen GS1 Italy. A rinvigorire il mercato è la voglia di naturalità, come emerge dall’analisi delle informazioni riportate sul packaging di 60.930 prodotti alimentari di largo consumo commercializzati in Italia negli ipermercati e nei supermercati e digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy.

Morale? Gli italiani non rinunciano alla praticità del piatto pronto, ma pretendono, oggi, che sia sano e naturale e magari anche  free form.

Pare infatti che i piatti “senza” abbiano il peso maggiore all’interno della categoria, realizzando oltre la metà del giro d’affari complessivo (51,6%) e incrementando le vendite, nell’anno finito a giugno 2018, del +6,6% rispetto ai 12 mesi precedenti, con punte di +30% per le zuppe fresche.

Ma quali sono le indicazioni in etichetta più gettonate?

 

In pole position, senza dubbio, “senza conservanti”, che è presente nel 34,4% dei prodotti (+8,2% di crescita annua), seguito da “pochi grassi” (28,9% di quota e +6,9% di crescita annua) e “senza additivi” (22% di quota e +23,3% di crescita annua). Anche la dicitura “adatto a una dieta vegana/vegetariana” è un elemento sempre più presente sul packaging dei piatti pronti, in particolare sulle zuppe fresche (il claim genera la metà delle vendite della categoria), così come si consolida l’incidenza del biologico (8% delle vendite).

Oltre alle indicazioni salutistiche, che sono il fattore più potente che spinge i consumatori verso i piatti pronti, anche l’italianità (della materia prima e della ricetta), con il suo bagaglio di rassicurazione e di “vicinanza” alla quotidianità della cucina, è un elemento molto presente sulle etichette dei piatti pronti, sia che si tratti dei freschi che dei surgelati, in tutte le categorie vendute. L’Osservatorio Immagino evidenzia che i prodotti che riportano in etichetta elementi grafici come il tricolore o la dicitura “prodotto in Italia” o “100% italiano” realizzano il 42,9% delle vendite totali della categoria, oltretutto con trend di crescita estremamente dinamici (+17% nell’anno mobile).

Asiago DOP: un 2018 positivo sia per lo Stagionato che per il Fresco

Asiago DOP chiude il 2018 con una positiva crescita su entrambe le tipologie. Ottima la performance dell’Asiago Stagionato, prodotto in 10.200 forme in più rispetto al 2017, pari al +3,8%, mentre l’Asiago DOP Fresco conta 1.340.776 forme (+0,15% rispetto al 2017) e l’Asiago DOP Prodotto della Montagna, prodotto oltre i 600 metri d’altezza, raggiunge le 66.119 forme.

Riconosciuto dal Rapporto ISMEA-Qualivita 2018 tra i primi quindici prodotti italiani a indicazione geografica per valore alla produzione, il formaggio Asiago ha visto, nel 2018, un aumento della produzione per entrambe le tipologie. Asiago DOP Stagionato, in particolare, è stato prodotto in 241.331 forme, 10.200 in più rispetto al 2017, pari al + 3,8% dal 2017 con un aumento, nell’ultimo biennio, dell’8,8%. A confermare il trend positivo del 2018, la crescita dell’Asiago DOP Fresco con 1.340.776 forme prodotte (+0,15% rispetto al 2017) e soprattutto dell’Asiago DOP Prodotto della Montagna, prodotto oltre i 600 metri d’altezza in 66.119 forme, che, nel 2018, ha visto un aumento produttivo di oltre il 7% rispetto al 2017.

Il positivo risultato del 2018 conferma il percorso virtuoso intrapreso dal Consorzio di tutela che, da un lato, con il piano di crescita programmata, ha adeguato la produzione all’effettiva domanda e favorito la riduzione delle scorte ai minimi storici dal 2013 ad oggi, dall’altro, ha rafforzato l’impegno nella valorizzazione del prodotto. Il 2018, infatti, ha visto il Consorzio di tutela realizzare un articolato progetto di posizionamento che ha coinvolto le principali insegne della GDO e DO ed aumentato la conoscenza del prodotto, della sua storia millenaria e delle sue caratteristiche, con particolare riferimento all’Asiago Stagionato, il tutto accompagnato da un’intensa attività di tutela e promozione in Italia e all’estero coronata dal successo, tra gli altri, in Messico e Giappone, dove la denominazione è oggi riconosciuta e pienamente tutelata nell’ambito degli accordi globali della Ue con i due Paesi.

 “La DOP è un progetto collettivo che tutela la ricchezza del territorio e valorizza la diversità delle produzioni – afferma il Presidente del Consorzio, Fiorenzo Rigoni – e proprio questo aspetto risulterà sempre più strategico. Su questo tema intendiamo apportare il nostro contributo di esperienza anche a Siena, il prossimo 5 febbraio, nell’incontro Kickoff promosso da Qualivita, dove i Consorzi di tutela delle Indicazioni Geografiche si confronteranno per definire una nuova proposta a supporto dello sviluppo del settore. Crediamo che solo la valorizzazione delle produzioni capaci di esaltare la pluralità e diversità di un territorio e dei suoi produttori riuniti intorno ad un Consorzio di tutela sia la strada vincente da percorrere.”

Pam Panorama presenta a Marca le sue novità più recenti

IAnche Pam Panorama –  dopo gli ottimi risultati raggiunti dalla propria private label nel 2018 – sarà presente a Marca Bologna, dove presenterà in anteprima alcune delle novità previste per il 2019.

Oggi le linee a marchio Pam Panorama sono 12 e rappresentano appieno i valori aziendali di qualità e convenienza, due caratteristiche fondamentali che hanno portato la private label a raggiungere e superare il 19% del fatturato*. Questo importante risultato è stato raggiunto grazie anche all’introduzione di tre nuove linee: ZÓA, dedicata al pet food, ECO, che comprende prodotti ecologici per la cura della casa e del bucato, e PamIntegro, la gamma di integratori a marchio.

Decisivo poi l’ampliamento delle linee già esistenti su cui, per tutto il 2018, Pam Panorama ha voluto investire al fine di offrire ai propri Clienti una scelta sempre più ampia per rispondere in modo puntuale alle loro richieste, anticipandone i trend. Le principali innovazioni lanciate riflettono le esigenze di eccellenza e italianità, con tanti articoli premium selezionati tra i prodotti certificati come agroalimentari tradizionali, ma anche nella ricerca della salute e benessere con particolare attenzione alla filiera, come dimostrano le linee dedicate al reparto freschi e al BIO.

“Per il prossimo anno, abbiamo scelto di lavorare su tematiche di primaria importanza sia per noi che per i nostri clienti: salute e ambiente.” Commenta Sara Penello, Responsabile Private Label Pam Panorama “Un esempio? Siamo al lavoro per accorciare le liste ingredienti dei nostri prodotti a marchio e per ridurre la plastica dai nostri pack, entrambe tematiche di grande interesse per il consumatore di oggi.”

My Story, la soluzione basata sulla blockchain, che valorizza le eccellenze italiane

Storytelling certificata e ancorata all’ecosistema della blockchain, così da valorizzare le eccellenze produttive italiane e l’origine e le specificità dei loro prodotti?

Si può fare.Lo dimostra My Story™, la soluzione dell’ente di certificazione internazionale DNV GL, basata sulla blockchain pubblica VeChainThor e adottata (sono stati i primi) dai vini di tre cantine d’eccellenza distribuite lungo lo Stivale:
– Il Santella del Gröm Curtefranca Rosso DOC 2013 della cantina Ricci Curbastro in Franciacorta;
– Il Riserva Ducale Oro Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2014 della cantina toscana Ruffino;
– Il Veritas Castel del Monte Bombino Nero Rosato DOCG 2017 della cantina pugliese Torrevento.

Ma qual è il plus di “My Story™? Lo spiega  Luca Crisciotti, CEO di DNV GL – Business Assurance: “La trasparenza e l’immediatezza garantite dalla blockchain, unitamente alle verifiche di My Story™ e ai controlli già in essere effettuati da Valoritalia, contribuiscono a far chiarezza sui prodotti e sulle relative filiere; sfruttando la blockchain stiamo rivoluzionando il mondo della certificazione, portando i risultati delle attività di verifica direttamente al consumatore.”

Come funziona My Story™

E’ una soluzione basata su una serie di controlli di filiera e di prodotto. I dati raccolti sul campo, i risultati delle verifiche svolte da DNV GL e da altri enti di controllo confluiscono in un vero e proprio racconto, dal grappolo d’uva alla bottiglia, a cui i consumatori potranno facilmente accedere attraverso un QR-code posto in etichetta.
Inquadrando il codice su una bottiglia di Santella del Gröm, ad esempio, tra le altre informazioni si può immediatamente leggere che la bottiglia è una delle 6.580 imbottigliate il 29 dicembre 2016. O ancora che l’energia utilizzata nei processi produttivi è al 100% proveniente da pannelli fotovoltaici. Allo stesso modo scansionando l’etichetta presente sul Veritas, si può scoprire che si tratta dell’unico rosato in Italia al quale è stata riconosciuta la denominazione DOCG, mentre dal QR code presente sulla bottiglia del Riserva Ducale Oro 2014 si scopre che ha ottenuto il riconoscimento “Tre Bicchieri” dal Gambero Rosso.
“Siamo partiti da un prodotto iconico come il vino, che più degli altri è scelto per la sua storia: cantina, anno di vendemmia, metodo produttivo fanno la differenza per il consumatore. Tuttavia, si tratta solo della prima applicazione di My Story™: sono in corso molti progetti che coinvolgono altre realtà del settore agroalimentare, del luxury, dell’healthcare e dell’automotive, anche finalizzati all’introduzione di sistemi di incentivazione, per il consumatore e per le imprese, che hanno come obiettivo la riduzione, ad esempio, della carbon footprint. Attraverso My Story™ e la digitalizzazione delle filiere, siamo convinti di poter offrire un contributo significativo nella valorizzazione del made in Italy e nella tutela dell’autenticità del prodotto” ha aggiunto Renato Grottola, M&A and Digital Transformation Director di DNV GL – Business Assurance.
Con My Story™ DNV GL intende costruire un ecosistema di riferimento per la ‘Digital Assurance’, basato su VeChainThor, che vede il coinvolgimento di attori diversi: dalle realtà multinazionali, alle start up italiane attive nel mondo blockchain, associazioni di categoria ed altri organismi di certificazione.

 

 

 

 

 

Shopping natalizio: l’on line spicca il volo. La ricerca Salesforce

Lo shopping natalizio da mobile, quest’anno, ha superato quello da PC, ed è la prima volta. E non basta: il 50% degli acquisti natalizi è stato completato entro lunedì 3 dicembre e l’80% già entro il 15 dicembre, ovvero l’ultimo giorno disponibile per ricevere la spedizione prima delle festività.

Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca ricerca 2018 All Wrapped Up Shopping Report realizzata da Salesforce leader mondiale nel CRM.

E vanno tutte verso una direzione univoca: l’e-commerce prende sempre più piede. Come conferma anche Rob Garf, VP, Industry Strategy for Retail di Salesforce, quando dichiara: “I retailer hanno goduto di una forte crescita digitale nelle ultime festività”. La trasformazione digitale, grazie al mobile, ai social e all’intelligenza artificiale, ha facilitato la navigazione dei consumatori permettendo loro di fare acquisti senza difficoltà anche quando erano fuori casa”.

Vediamo nel dettaglio quanto emerso dalla ricerca.

Acquisti sotto Natale

I retailer hanno goduto di una forte crescita dell’attività digitale nel periodo delle festività: tra il 20 novembre e il 3 dicembre, il 25% dei consumatori (il tasso più alto mai registrato) ha cominciato a pensare agli acquisti di Natale, completando un ordine, aggiungendo uno o più prodotti al carrello, avviando le pratiche di checkout o utilizzando la funzione di ricerca all’interno di un sito. Inoltre, come anticipato,  il50% degli acquisti natalizi è stato completato entro lunedì 3 dicembre e l’80% già entro il 15 dicembre in modo da approfittare dell’ultimo giorno utile per la consegna.

Shopping da mobile

Il 48% degl ordini è stato gestito tramite smartphone rispetto al 44% gestito da computer (+19% rispetto al 2017). Il 66% del traffico ha avuto origine da dispositivi mobili (+11% rispetto al 2017) con un clamoroso 74% di utenti attivi con il proprio cellulare anche il giorno di Natale, che si è attestato come il giorno più mobile dell’intera stagione: sia per quanto riguarda gli ordini sia per il traffico, è stata registrata la più alta percentuale di engagement mobile di sempre (rispettivamente il 60% e il 74%).

Checkout in fase di acquisto

Il 28% di chi ha acquistato da mobile si è servito di soluzioni come Apple Pay o PayPal e nei giorni di picco delle vendite il 29% degli ordini è stato pagato con un portafoglio digitale.

La Cyber Week

La crescente propensione per lo shopping on line è stata confermata ampiamente dalle performance della Cyber Week, che – quest’anno – ha registrato il 37% delle entrate dell’intera stagione, con un aumento del 4% rispetto al 2017. Gli sconti sono cominciati prima, con un valore percentuale medio del 27%. I maggiori ribassi della stagione ci sono stati durante il Cyber Monday, in cui si è registrato uno sconto medio record del 31%. L’80% degli ordini effettuati nella settimana della Cyber Week ha goduto delle offerte legate alle spese di spedizione gratuite. L’offerta “spedizione gratuita” si è ripetuto anche nella settimana immediatamente successiva e il 68% degli ordini post-Cyber Week ha potuto usufruire di tale vantaggio.

I social media

Con un aumento del 22% nel traffico social, Facebook e Instagram hanno guidato il 93% delle visite ai siti ecommerce.

Nell’arco dell’intero periodo (20 novembre – 26 dicembre), il traffico social è aumentato del 34% e i brand con il miglior social feed sono stati Nike, Amazon e iPhone.

Salesforce e lo shopping delle feste

In relazione ai propri clienti, durante la stagione dello shopping natalizio, Salesforce ha registrato che:

  • I clienti di Commerce Cloud hanno visto una crescita del 18% negli ordini digitali rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente i brand e i retailer globali hanno registrato una crescita complessiva dei ricavi digitali superiore al 12% durante l’intera stagione, con un aumento del traffico complessivo del 10%. I maggiori guadagni si sono verificati nella giornata del 23 dicembre.
  • Con Marketing Cloud sono stati inviati oltre 88 miliardi di SMS, e-mail e notifichenell’intera stagione dello shopping delle feste (20 novembre – 26 dicembre).
  • Tramite Service Cloud gli operatori del customer service hanno ricevuto oltre 2,7miliardi di richieste di assistenza e oltre 1,2 miliardi di chiamate nella stagione festiva.

 

2018 Salesforce Holiday Insights and Predictions: metodologia

I dati elaborati Salesforce si basano sull’attività di centinaia di milioni di consumatori globali gestite tramite Commerce Cloud in oltre 30 paesi, miliardi di insight relativi all’engagement sui social media provenienti da Marketing Cloud e dati provenienti dalle oltre 200 milioni di pratiche Assistenza Clienti gestite con Service Cloud. Tutti i dati ottenuti sono stati poi comparati con quelli ottenuti dal report “Shopper First Retailing” realizzato in collaborazione con Publicis.Sapient che ha coinvolto tramite sondaggi un campione di oltre 6.000 consumatori in sei paesi diversi.

Sabelli Group presenta a Marca la nuova divisione Sabelli Industrial

Una nuova architettura aziendale per rispondere meglio alle necessità dei clienti: è con questa novità che Sabelli Group si presenta a Marca 2019, la fiera internazionale dedicata alle private label in programma il 16 e 17 gennaio a Bologna. Lo stand Sabelli (Pad. 29 Stand C/56 – D/55) quest’anno è dedicato alla divisione Sabelli Industrial, che ha come area di attività la produzione per la Marca del Distributore, compreso lo sviluppo di linee a marchio di fantasia.

Sabelli Industrial nasce come parte di una riorganizzazione di Sabelli Group, attiva dal 2019, che supera la suddivisione per stabilimenti attuata finora per raggruppare le attività in base alle aree di competenza. Accanto alla divisione Industrial, nasce quindi Sabelli Brands, per la gestione dei prodotti a marchio Sabelli e Val d’Aveto, a cui si affianca la Sabelli Retail, per la gestione dei punti vendita aziendali sul territorio locale, e la già esistente Sabelli Distribuzione, la piattaforma logistica dell’azienda per il Centro Italia.

“La nuova organizzazione rappresenta una svolta importante che renderà ancora più puntuale ed efficiente il nostro servizio ai clienti – commenta Simone Mariani, ad di Sabelli Group – Per questo è importante per noi essere a Marca con Sabelli Industrial, una struttura fortemente specializzata che unisce l’esperienza di Sabelli alla competenze specifica maturata da Trevisanalat ed Ekolat, gli stabilimenti che abbiamo acquisito nel 2016”.

Il nuovo assetto arriva al termine di un 2018 molto positivo per Sabelli Group, che ha confermato il trend di crescita degli ultimi anni, con un fatturato di 150 milioni di euro (+7% rispetto al 2017). “I risultati premiano le nostre scelte di sviluppo industriale, che passano per importanti investimenti in ricerca e produzione e acquisizioni societarie di alto profilo – ha dichiarato Angelo Galeati, ad di Sabelli Group – La nostra direzione è chiara: offrire la qualità e la freschezza che ci contraddistingue fin dalle origini, insieme alla migliore efficienza, i controlli, e le garanzie di processi produttivi all’avanguardia”.

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