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Tra il nutriente e l’edonistico si muove la spesa degli italiani

Si muove a zig zag in direzioni che a prima vista potrebbero apparire contrastanti la spesa degli italiani: più proteine, fibre e grassi (e quindi più calorie) ma meno zuccheri, tra salute, italianità ed edonismo. Lo rivela la quarta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, lo studio realizzato da Nielsen e da GS1 Italy che, ogni sei mesi, incrocia oltre 100 indicazioni presenti sulle confezioni dei prodotti di largo consumo con le rilevazioni scanner di Nielsen su venduto, consumo e fruizione dei media.

“Nella scelta di cosa comprare nel mondo alimentare entrano in gioco tanti “ingredienti” che concorrono alle scelte: il cuore e la mente, i sensi e il portafoglio. E ognuno combina il proprio mix come preferisce e come può – commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy -. La comunicazione dei beni di largo consumo influenza questo complesso processo di scelta in diversi modi: attraverso le informazioni di prodotto veicolate dalle etichette, con elementi che colpiscono la sfera delle emozioni, dell’irrazionale, della gratificazione e dell’esperienza multisensoriale e con il posizionamento di prezzo, diretto alla sfera più razionale. In questo processo in continuo movimento l’Osservatorio Immagino cattura l’operato dell’offerta e le scelte della domanda, misurandone il risultato finale e restituendo un quadro aggiornato dei consumi degli italiani».

La nuova edizione dell’Osservatorio Immagino ha analizzato le informazioni riportate sulle etichette di ben 94.179 prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy (10 mila in più rispetto all’edizione precedente). Di questi, 54 mila sono prodotti alimentari che riportano la tabella nutrizionale: è su questo sub-campione che è stato elaborato il metaprodotto Immagino, l’unico indicatore statistico che riesce a misurare la qualità nutrizionale della spesa degli italiani e a seguirne l’evoluzione nel corso del tempo.

Dall’analisi è emerso che, tra giugno 2017 e giugno 2018, il carrello della spesa degli italiani è diventato più nutriente: l’apporto calorico medio è salito del +0,2%, arrivando a 182,8 calorie per 100 g/ml. Il nuovo mix di acquisti alimentari degli italiani, con l’aumento degli acquisti di alcuni prodotti a maggior tenore di grassi e con un più alto apporto calorico, ha avuto come effetto l’aumento dell’incidenza sul metaprodotto Immagino di alcune componenti percepite come positive (come fibre e proteine) e di quelle energetiche (come i lipidi) ma anche il calo di quelle considerate più critiche (come carboidrati e zuccheri).

A livello più generale, le scelte alimentari degli italiani continuano a essere guidate da un tandem di valori: il salutismo e l’edonismo. Uno scenario fotografato con efficacia dall’Osservatorio Immagino che, nell’anno terminato a giugno 2018, tra le otto grandi tendenze più rilevanti sul carrello della spesa, rileva trend positivi soprattutto nelle vendite di alimenti legati al lifestyle (ossia biologici, veg, halal e kosher, +8,9%) e di prodotti rich-in (in particolare integrali o con fibre, +5,2%). Ancora positiva, ma più lenta che nei mesi scorsi, la crescita delle vendite di prodotti per intolleranti al glutine o al lattosio (+3,2% contro il +4,4% dei 12 mesi precedenti) e “free from” (+1,0% rispetto al +2,3% dell’anno mobile precedente).

Su tutti i trend aleggia però incontrastata la ricerca dell’italianità dichiarata in etichetta, che accomuna il 25,1% dei prodotti e raggiunge il 22,5% di quota sul giro d’affari complessivo del mass market, in crescita del 3,5% rispetto all’anno finito a giugno 2017. Complessivamente sono oltre 6,4 miliardi di euro le vendite generate dai prodotti che riportano in etichetta claim come “100% italiano”, “made in Italy” e “solo ingredienti italiani”, pittogrammi (come la bandiera nazionale) e indicazioni geografiche riconosciute in ambito Ue (come Dop, Igp, Doc e Docg).

IV gamma, ottime performance anche nel 2018: +5,2% a volume, +4,5% a valore

IV gamma in crescita anche nei primi sei mesi del 2018. Dopo un 2017 all’insegna del segno più anche ques’anno si rivela infatti profittevole per la categoria. Secondo rilevazioni Nielsen*, infatti, rispetto a giugno 2017 la crescita nelle vendite di ortofrutticoli di IV gamma è stata pari al +5,2% in volume e al +4,5% a valore. Il mese di giugno 2018 ha addirittura segnato +7,6% a valore e +11% a volume rispetto a giugno 2017.

Il successo si deve in primo luogo dalla crescita del parco acquirenti. Secondo i dati aggiornati al 17 giugno 2018, infatti, il numero di famiglie che acquistano prodotti di IV gamma risulta aumentato di circa 300.000 unità, toccando quota 19,6 milioni.

Il costante incremento del numero di famiglie che acquistano i prodotti di IV gamma è un segnale molto importante per tutto il settore” – commenta Gianfranco D’Amico, Presidente di AIIPA IV Gamma. “I dati attestano un atteggiamento di apprezzamento e fiducia da parte del consumatore nei confronti dei prodotti di IV gamma, reso ancora più significativo dall’aumento della frequenza d’acquisto”.

Del resto i numerosi vantaggi offerti da questi prodotti non si discutono: freschi e pronti per il consumo, non necessitano di ulteriori lavaggi domestici e, dal punto di vista nutrizionale, sono del tutto equiparabili agli ortaggi di prima gamma. Come ha dimostrato la recente ricerca “Il posizionamento dei prodotti vegetali freschi e pronti all’uso nella distribuzione moderna”, curata dalla Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Sede di Piacenza, è confermata l’esistenza di un nesso tra l’aumento nella quota di famiglie che acquista stabilmente i prodotti di IV Gamma e la maturazione di un atteggiamento “time for money” nei consumatori. Questi ultimi non solo privilegiano le proposte a maggior contenuto di servizio, ma riconoscono anche che l’offerta in assortimento sta migliorando, rendendo disponibili sullo scaffale prodotti che alla varietà e “completezza” del contenuto uniscono formati e packaging comodi e pratici.

 

* Fonte Nielsen: Market *Track – Iper + Super + Lis + HD – Dati aggiornati alla settimana terminante il 17/06/2018

Pedretti è il nuovo Group President Nielsen per Europa Meridionale, Centro-Orientale, Turchia e America Latina

Roberto Pedretti è il nuovo Group President di Nielsen per il Sud Europa, l’Europa Centro-Orientale, la Turchia e l’America Latina.

Dopo un’esperienza internazionale maturata nella multinazionale, Pedretti assume anche la responsabilità dell’Italia che, insieme a Spagna e Portogallo, costituisce il cluster Sud Europa, mentre Giovanni Fantasia, dopo aver guidato con successo e impegno Nielsen Italia negli ultimi 4 anni, guarda ora a nuove opportunità internazionali nell’ambito del Gruppo.

Dopo una laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano e un’esperienza nel colosso americano Fedex, Pedretti ha costruito la sua carriera all’interno di Nielsen ricoprendo dal 1998 diversi ruoli sia in Italia sia all’estero. È stato Operation Director e Client Service & Business Development Director in Italia, Managing Director in Polonia e successivamente in Italia e in Turchia, Managing Group Director per l’Europa Centro-Orientale e la Turchia. 

L’esperienza internazionale maturata da Roberto Pedretti all’interno del Gruppo è un importante contributo al percorso di rinnovamento necessario per affrontare le sfide di mercati complessi in veloce e continua trasformazione.

L’approccio di Nielsen all’innovazione – ha dichiarato Roberto Pedrettirimarrà un tratto distintivo per identificare i bisogni attuali del consumatore, anticipare quelli futuri e individuare opportunità di crescita sostenibile per le aziende”.

Carrello della spesa: è trionfo dei super food. I dati Nielsen

Carrello in evoluzione per i consumatori italiani, anche se il suo valore rimane stabile.

Vediamo le principali evidenze segnalate da Nielsen. In primo luogo, dopo 3 anni di crescita sostenuta dei fatturati e dei volumi di vendita nel largo consumo, si evince come i primi 4 mesi del 2018 abbiano fatto registrare un trend del + 1% nel giro d’affari e del +0,4% nei volumi rispetto allo stesso periodo del 2017. Si evidenzia, quindi, un rallentamento generale delle vendite rispetto all’aprile 2017, quando l’incremento a valore era stato del +2,2% e dello 0,9% a volume rispetto ai primi 4 mesi del 2016.

Quali le cause di questa frenata?

Una spiegazione è il calo deciso dei prodotti collegati ai primi piatti tradizionali (pasta riso condimenti legumi) in Area  4 (Sud e Isole) e ai trend contenuti in Area 1. A fronte di questo trend negativo, si nota invece che i prodotti più richiesti negli ultimi mesi sono quelli salutistici e gourmet (prodotti tipici di alta qualità).  A seguire l’andamento dei mercati ad aprile 2018:

primi piatti tradizionali: – 1,1%;

primi e secondi pronti: +7,1%;

aperitivo in casa: +3,8%;

gourmet: +7%

benessere  / salute: +5,6%.

Invece il  trend per aree merceologiche nei primi 4 mesi del 2018 è così delineato:

grocery: +1,0 (valore), +0,4  (volume);

bevande: +0,9, -0,2;

cura casa: –1,3, -0,5;

cura  persona: +0,4,  +0,7;

food confezionato: -0,7, -1,0;

freddo: +0,1, -0,6;

fresco: +4, +2,6;

pets: +0,9, +0,2.

Aumentano a valore i seguenti ingredienti: mandorla +14,6%, mirtillo +6%, avena +4,8%, farro +16,1% zucchero di canna +10%, cocco +5%, stevia +19,2%, quinoa +43,1, farina di riso +8,4%, zenzero +91,6%, semi di lino +51,5%.

Attenzione alla salute

L’attenzione al benessere, alle intolleranze e alla responsabilità sociale implicano una crescita importante di prodotti che certificano direttamente sulla confezione la loro peculiarità. I claim “Senza…”, “Ricco di…”, “Bio”, “Veg” e certificati sono cresciuti in maniera significativa nel 2017. Nel dettaglio, i prodotti “ricchi di…” (Rich in) sono cresciuti dell’8% nel 2017 (+5,4 % nel 2016), i “Senza…” (Free from) del +2,3% (idem nel 2016), i prodotti per Intolleranti del +4,4% (+1,1% nel 2016). I prodotti certificati (CSR) fanno registrare nel 2017 una crescita del 3,6% (+8,4% nel 2016), i Lifestyle del +10,7%  (+10% nel 2016) con performance importanti per il Bio (+14,9%) e il Veg (+9,8%). Fonte: Nielsen Comm-On Pack Iper+super 2017

Nuovi formati

Oggi lo scenario competitivo si compone di varie forme di retail che presentano performance differenti. I cambiamenti e la trasformazione della domanda richiedono nuove modalità di analisi sulla base delle quali Nielsen ha riformulato le principali variabili di segmentazione: non più solo la metratura ma le politiche commerciali adottate dai distributori. Nei primi 4 mesi dell’anno, i negozi a bassa intensità promozionale fanno registrare a valore un trend del +0,6% (2017: +2,7%),  quelli ad alta intensità  del -0,1% (2017: +1,8%). Dal punto di      vista del prezzo, i leader (negozi con prezzi più bassi) fanno registrare un calo del –2,5% (2017: +0,4%), i  campioni  del FMCG (negozi più performanti) un calo deciso, del -1,8%   (2017: +1,4%), gli stagionali estivi del –0,9% (2017:+2,7%). I metropolitani, infine, del -2,7% (2017: +0,3%).

La crisi dei top 20

Continua la crescita delle vendite della Marca del Distributore (MDD) e dei piccoli brand, mentre i più grandi continuano a perdere terreno, generando così una sempre maggiore frammentazione del largo consumo. Nei primi quattro mesi dell’anno emerge un trend negativo (-1,9%) delle vendite a valore dei «top 20» (escluse le  MDD).  Trend  negativo anche  dei «follower», dalla 21esima  posizione alla 200 che calano del -1,4% (nel 2017: +2,6%). Continua il trend positivo dei «follower» dalla posizione 201 in giù: +4,6% (+3,6% nel 2017). Crescita del +3,8% per la MDD (discount inclusi).

Valori generazionali

Nei millenials (fino a 34 anni) il claim più recepito è il “cruelty free”, davanti a “bio” e “dop”. Per quanto riguarda la generazione X (35-49 anni) vince il “bio” davanti al “cruelty free”, tra i baby boomers (50–64 anni) gli indici di penetrazione più elevati sono quelli di “bio” e “dop”, tra i greatest gen (over 65) è superiore quello “dop” mentre il “bio” e il “cruelty free” sono inferiori alla media.

Nuovi scenari

Ai consumatori si presenta uno scenario sempre più frammentato dove la competizione delle parti si intensifica e la componente digitale (e-grocery, food delivery) è fondamentale per competere sul mercato. Alla base di questi rallentamenti di inizio anno ci sono anche 3 rilevanti vettori  che hanno condizionato il trimestre: la ripresa del «fuori casa» (il 64% ha mangiato fuori casa almeno una volta), la moda dell’e-food channel (8% ha acquistato cibo a domicilio almeno una volta al mese) e l’apertura verso nuove culture culinarie.

Commentando i risultati della survey, l’amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia, ha dichiarato: «Stiamo assistendo a un’evoluzione nel mondo dei consumi nella grande distribuzione. Non possiamo eludere il dato che siamo davanti a un andamento più contenuto del processo di crescita, sia dei volumi sia dei valori, pur mantenendoci in territorio positivo. Sondando le ragioni alla base di tale trend, siamo dell’idea che l’Italia, come il resto delle grandi economie, è uscita da un periodo di crisi decennale. D’altra parte, il percorso che ci attende non è privo di ostacoli. Pensiamo per esempio alle ampie sacche di povertà ancora presenti sul territorio nazionale e all’accentuazione della polarizzazione degli status sociali. Occorre dunque che il mondo della gdo sappia affrontare la sfida di un carrello della spesa sempre più variegato, ricco di prodotti che escono dal perimetro dei consumi ordinari (primi piatti tradizionali e primi e secondi pronti) e che rilevano abitudini di consumo più personalizzate e meno prevedibili che non necessariamente rispettano la logica dei volumi attesi all’interno di una congiuntura favorevole. Infine, non possiamo prescindere da un contesto socio economico non privo di incertezze. Per potere fare leva sul processo di crescita è necessario dunque essere aderenti alle esigenze dei consumatori tenendo conto della complessità dei fattori in gioco quando si decide di acquistare un prodotto».

Consumi Under 35: più edonismo senza figli, più salute con, ma restano tutti green

Ecologia, benessere, salute. Sono i principali fattori che guidano e orientano i consumi degli “under 35”, la fascia di popolazione più sensibile ai valori emergenti della società e più consapevole nelle scelte di acquisto. Persone che guidano la svolta etica degli stili di vita, puntando al rispetto per l’ambiente e per gli animali, all’attenzione al tema delle intolleranze alimentari e talvolta all’alimentazione veggie. Il profilo di questi consumatori esigenti e informati è tracciato dalla seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy. Due in particolare le tipologie di “under 35” individuate dalla ricerca, con consumi un po’ diversi tra di loro.

 

Senza figli: eco, animalisti, ricercano il benessere e il free from

Da un lato ci sono le cosiddette “pre-familiy”, ovvero single e coppie senza figli che perciò sono più liberi di intercettare e interpretare al meglio i nuovi valori e le tendenze emergenti nel largo consumo. Dall’osservatorio Immagino emerge che sono loro ad acquistare più prodotti “ecologici”: spendono più della media italiana in prodotti per la cura personale definiti “senza parabeni”, “vegan” e “cruelty free”. È quasi scontato che anche l’acquisto di prodotti alimentari sia guidata da esigenze di benessere e di forma fisica. Nel carrello della spesa degli “under 35” hanno un peso sopra la media i prodotti con poche calorie e a basso tenore di zuccheri, quelli “senza” (che siano il lattosio, gli allergeni, il glutammato, il glutine). Meno presenti nel carrello, invece, gli alimenti definiti in etichetta “biologici” o “senza OGM” e quelli caratterizzati da una delle indicazioni geografiche europee (come Dop, Doc e Igp), forse a causa del costo troppo elevato per la limitata disponibilità economica degli “under 35”.

 

Con figli: nel nome della salute e della sicurezza alimentare

Quando poi arriva un figlio cambia tutto. Nasce la “new family” under 35, con bisogni e conseguentemente consumi di altro genere. Le scelte più edonistiche o legate alla forma fisica sono sostituite da quelle dettate dal soddisfacimento dei bisogni dei figli. Nelle famiglie giovani con bimbi fino a sette anni crescono le spese per l’acquisto di prodotti privi dei nutrienti che vanno controllati nell’alimentazione dei bambini (come sale e zuccheri) e di quelli che, al contrario, hanno un alto tenore di nutrienti importanti nell’età della crescita (come ferro, calcio e vitamine). Anche qui vanno per la maggiore i prodotti “senza” ma in questo caso a essere sbianchettati sono gli additivi, i coloranti e i conservanti. Le new family sono attente alla giusta presenza in tavola di alimenti vegetali ma non eliminano gli alimenti di origine animale: dall’analisi dell’Osservatorio Immagino emerge che per questi consumatori il fenomeno “veggie” registra una minor diffusione sia rispetto alla media nazionale sia rispetto al cluster di famiglie più giovani.

Nessun passo indietro, invece, da parte dei giovani genitori sulla difesa dei valori di fondo della loro generazione improntati all’ecologia: anche nel budget di spesa delle nuove famiglie trovano ampio spazio i prodotti green, quelli biologici, i cruelty free, e i prodotti biodegradabili o confezionati in plastica riciclata.

 

Foto: Lou Liebau / Unsplash

Gli italiani e la spesa alimentare: i cinque nuovi profili Nielsen

Addio vecchi schemi basati su rilevazioni socio demografiche, la società, spinta dalla rivoluzione tecnologica e dall’invecchiamento della popolazione, cambia e così Nielsen identifica cinque nuovi profili di acquisto per gli italiani. Basati sugli acquisti reali delle novemila famiglie campione. Christian Centonze, Leader Soluzioni per il Largo Consumo di Nielsen, presenta i nuovi profili di acquisto degli italiani e considera come stanno impattando, e come influiranno in futuro, sui vari canali di acquisto, dall’iper all’eCommerce.

Frammentati oggi, polarizzati sempre più in futuro

Se stupisce la presenza ancora importante (4 milioni di famiglie) del segmento traditional, sicuramente, all’interno di questa ampia frammentazione che non ragione più per fasce di età ma piuttosto per disponibilità di spesa e aspirazioni, due sono le categorie verso cui nei prossimi anni tenderanno a convergere i consumi: la premium (golden shopper), definita “il sacro Graal del largo consumo” che detta tendenze e privilegia prodotti ad alto valore aggiunto (free from, bio, nutraceutici, con un focus sul benessere) e i low cost, che puntano alla convenienza e acquistano per la metà nel canale discount.

Insomma, nonostante le differenze, gli stili individuati da Nielsen non devono essere considerati compartimenti stagni, bensì “vasi comunicanti”, che fanno registrare migrazioni da un approccio alla spesa all’altro. E del resto sono 2 milioni le famiglie che negli ultimi due anni hanno già cambiato approccio alla spesa alimentare.

Nutritionally correct: più fibre e proteine, ma meno grassi. Così cambia l’alimentazione degli italiani

Nutritionally correct, così si sta progressivamente rivelando l’alimentazione degli italiani, stando quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che, a sei mesi dal lancio della prima, torna a fotografare i cambiamenti avvenuti sia nell’offerta dei prodotti di largo consumo venduti in Italia sia nella shopping list dei consumatori. Dall’indagine emerge infatti che i prodotti alimentari venduti in Italia sono più virtuosi e corretti dal punto di vista nutrizionale, con una riduzione di zuccheri e di grassi saturi e un incremento di fibre e di proteine. Sostanzialmente invariato l’apporto calorico, fermo a 184,8 calorie/100 g/100 ml.

Il metaprodotto

Lo studio in particolare ha monitorato la variazione della composizione nutrizionale di 40 mila prodotti venduti nei reparti drogheria alimentare, fresco, freddo e bevande e che, elaborando queste variazioni su basi statistiche, ha permesso di definire un “metaprodotto”, in figura esemplificato da un superpanino dell’informazione alimentare con cui evidenziare la media dei valori delle principali componenti nutrizionali (carboidrati, zuccheri, proteine, grassi, grassi saturi, fibre e calorie) su 100 grammi o 100 ml.

Il metaprodotto Immagino -Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 2, 2017

L’Osservatorio Immagino ha evidenziato, in particolare, una crescita della presenza delle fibre negli acquisti degli italiani (+2,3% nell’anno terminante a giugno 2017), elemento nutrizionale che arriva a pesare quasi per il 2% nella composizione del metaprodotto che per la restante parte si compone per il 20,8% di carboidrati di cui 8,5% zuccheri, per l’8,6% di grassi di cui 3,0% saturi, e per il 6,2% di proteine. Le fibre sono la tendenza più importante sul mercato in questo frangente, mentre calano i grassi saturi (-0,8% in una componente lipidica media sostanzialmente invariata) e gli zuccheri (-0,1%). Cresce anche l’apporto medio di proteine (+1,7%) elemento su cui pone attenzione un ampio target di consumatori: dagli sportivi ai vegetariani/vegani, alle prese con la sostituzione di proteine di natura animale.

L’Osservatorio Immagino

Dal suo esordio a oggi, ha esteso la sua copertura, arrivando a comprendere un paniere di prodotti sempre più ampio che inquesta seconda edizione  ha analizzato oltre 100 variabili presenti sulle etichette di una base di 73.500 prodotti del largo consumo nata dal confronto tra gli 88.500 prodotti della banca dati del servizio Immagino di GS1 Italy a giugno 2017 e i prodotti in vendita nella grande distribuzione rilevati da Nielsen. Si tratta di prodotti che, nell’anno terminante a giugno 2017, hanno sviluppato circa 33 miliardi di euro di vendite, pari al 78% delle vendite totali del largo consumo realizzate in ipermercati e supermercati italiani.

 

Nasce Osservatorio Immagino di GS1 Italy e Nielsen: i consumi visti dalle etichette

Raccontare i consumi degli italiani e i loro mutamenti incrociando le informazioni presenti sulle etichette dei prodotti registrate da Immagino con i dati Nielsen su vendite, consumo e fruizione dei media: è questa l’idea che sta alla base di Osservatorio Immagino, il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra GS1 Italy e Nielsen. Obiettivo: scandagliare più a fondo le tendenze di consumo.

Un vero progetto di Big data insomma che integra due immensi patrimoni informativi: le oltre 100 variabili presenti sulle etichette degli 80 mila prodotti di largo consumo digitalizzati da Immagino messe a disposizione da GS1 Italy con i dati scanner raccolti in 10 mila punti vendita della distribuzione moderna, con quelli relativi ai consumi di 9 mila famiglie e alle loro abitudini di consumo  e alla di fruizione dei contenuti televisivi e online di Nielsen.

 

Integrale, free from, Dop, bio i trend

La prima edizione dell’Osservatorio Immagino è basata sui dati dell’anno 2016 relativi a 58 mila prodotti di largo consumo, che hanno sviluppato circa 31 miliardi di euro di vendite, pari al 74% di quanto venduto nel totale del largo consumo in Italia da ipermercati e supermercati. L’obiettivo di GS1 Italy e Nielsen è di estendere progressivamente l’insieme di prodotti.

Dall’Osservatorio emergono stili di consumo e scelte di acquisto rivolte al consumo di prodotti free from (ad esempio “senza glutine” o “senza olio di palma”) e di quelli arricchiti, con una crescita dell’universo veg e delle intolleranze alimentari, e dei consumatori interessati all’italianità dei prodotti e ai prodotti biologici.

«Attraverso le tabelle nutrizionali abbiamo tracciato l’identikit di un “metaprodotto”, ossia i valori nutrizionali del prodotto “medio” acquistato dai consumatori: si tratta di un prodotto equilibrato, che conferma il buon rapporto degli italiani con l’alimentazione – spiega Romolo de Camillis, retailer director di Nielsen -. Analizzando gli ingredienti dei prodotti abbiamo misurato come la loro presenza possa influenzare l’acquisto. Abbiamo anche osservato come cambia il consumo di un ingrediente al variare del reddito, dell’età e del ciclo di vita della famiglia: ad esempio, le fasce di popolazione con reddito e istruzione più elevata consumano prodotti con minore contenuto di zucchero».

Più (fibre) meno (zucchero, sale, olio di palma)

Ad esempio l’Osservatorio indaga due trend apparentemente contrapposti, ma che vanno verso una stessa direzione salutistica: quello del free from e quello dei prodotti arriccchiti.

Al mondo alimentare si aggiunge il mondo della cura persona con l’analisi su 9.700 prodotti che ne ha messo in luce le caratteristiche focali e i trend del momento, come il cruelty free, la valorizzazione del made in Italy e la diffusione di alcuni ingredienti di origine vegetale (come noce di cocco, calendula, soia e avena).

L’Osservatorio Immagino verrà aggiornato due volte l’anno, in formato cartaceo e digitale, arricchendosi a ogni edizione di nuovi approfondimenti.

Il 2017 parte bene, Gdo trainata dall’alimentare, +3,4% per food, beverage e pet nel 1Q

È l’alimentare a trainare la crescita della Gdo italiana secondo gli ultimi dati Nielsen. Food, beverage e pet hanno fatto registrare nel periodo gennaio-aprile 2017 un aumento delle vendite in valore del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre i prodotti non alimentari hanno subito un decremento del 2,5%. Gli incrementi maggiori riguardano frutta e verdura (+9,6%), freddo (+5,8%), pane, pasticceria e pasta (+5,7%), pet food (+3,8%), bevande (+2,5%) e cibo confezionato (+2,4%). Performance negative invece per la cura della persona (-1,3%), la cura della casa (-1,7%), bazar e tessile (-2,5%).

I dati sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa di apertura di Linkontro, la convention annuale di Nielsen. Un evento, giunto all’edizione numero 33 che vede la partecipazione dei player del settore e ne mette a fuoco i trend. Il tema dell’anno è “Get Agile! Il nuovo imperativo nell’era della discontinuità”.

I primi quattro mesi del 2017 hanno confermato gli andamenti positivi a volume degli anni precedenti (2015 e 2016). Nel 2017 tornano a crescere in maniera interessante anche i valori: con un tasso di incremento del 2,2%, che è il miglior risultato degli ultimi cinque anni anche grazie a un 2016 che ha visto crescere gli investimenti pubblicitari del +3,6%.

 

Quasi metà della crescita da Benessere e naturale

I segmenti benessere e naturale (compresa l’ortofrutta) partecipano per il 41% alla crescita complessiva del largo consumo. Le altre componenti che spiegano la crescita sono: affettati in busta 10%, piatti pronti freschi 9%, prodotti gourmet 5% e pet care 4%. Non si rinuncia a prodotti che offrono esperienze di gusto superiori, o un elevato contenuto di servizio come zuppe pronte fresche (+33%), sushi (+25%), caffè in capsule (+20%). Colpisce che mercati fino a ieri considerati nicchie siano oggi così importanti per la crescita. Il biologico, ad esempio, ha raggiunto un giro d’affari di 1,292 miliardi di euro (+19,8%), con 5,2 milioni di famiglie che lo acquistano tutte le settimane. Il boom dei prodotti integrali ha generato vendite per 435 milioni (+11,3%). Anche i free-from (i prodotto “senza”) hanno andamenti sempre più positivi: il senza glutine raggiunge 170 milioni (+26,3%), il senza lattosio 376 milioni (+6,3%) e le bevande vegetali 198 milioni (+7,4%).

 

L’E-commerce cresce e cambia le priorità

Importante l’apporto dell’e-commerce. Dei 30,7 milioni di internauti (26,2 milioni dei quali sono connessi grazie al cellulare) 14,4 milioni visitano i siti dei retailer (9,4 milioni, +9%), degli aggregatori di promozioni (7 milioni, +2%), dei brand (6,6 milioni, +20%). Cresce anche il fatturato proveniente degli acquisti effettuati online, che generano 622 milioni di euro nel 2016 (+45% rispetto al 2015), con un’incidenza pari all’1,1% del fatturato complessivo del largo consumo. Il personal care si conferma la categoria con la percentuale più alta di acquirenti (11,8%), in crescita di 3,8 punti percentuali rispetto al 2015.

Tra i criteri che più influenzano i comportamenti d’acquisto crescono la comodità di acquisto, la semplicità, la shopping experience e la disponibilità dei prodotti mentre perdono importanza la promozione e gli sconti. Le vendite promozionate sono in leggero calo e la pressione promozionale scende di 0,8 punti, arrestando la spirale di incremento degli acquisti in promozione. Tornano a crescere, pur se di poco, i prezzi che contribuiscono alla crescita dei fatturati. Crescono gli assortimenti (+3,8% rispetto al 2016) grazie a nuove referenze che seguono le tendenze della domanda. Stabile invece l’incidenza delle vendite di prodotti delle marche del distributore (18,7% delle vendite complessive) che vede crescere i segmenti premium e crollare i primi prezzi. Quanto alla dimensione delle imprese, quelle medie e piccole sembrano più dinamiche (rispettivamente +2% e +3,6%), ma anche i grandi player crescono rispetto alle performance del 2016 (-1,1%). Crescono soprattutto discount (+3,5%), supermercati (+3%) e specialisti drug (+2,3%). A livello geografico buona performance dei mercati distribuitivi nel Centro-Sud: l’area 3, che comprende Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Sardegna, cresce del 2,3% a valore, l’area 4 (tutto il Sud e la Sicilia) del 2,7% a valore nei primi quattro mesi dell’anno.

«La velocità del cambiamento – dichiara l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – è la principale caratteristica degli attuali mercati. Lo studio evidenzia uno scenario mutevole e frenetico, che impone alle imprese di adattarsi alla nuova domanda del consumatore. La crescita dei prodotti ad alto contenuto di servizio, il continuo sviluppo dei consumi salutistici, una sempre maggiore propensione alla digitalizzazione del customer journey, l’uscita dei prezzi dal terreno deflattivo dello scorso anno, la vivacità degli assortimenti proposti ai clienti e ai consumatori sono le principali evidenze del momento. L’obiettivo della kermesse di Nielsen è quindi quello di offrire spunti di riflessione e nuove prospettive ai manager delle aziende per intercettare i trend del momento. Occorre cogliere le opportunità con agilità, come conditio sine qua non per continuare a crescere».

Tiendeo usa il geotracking per misurare l’efficacia delle campagne digital

Misurare l’efficacia delle campagne digitali e stimare un ROI più realistico: questo l’obiettivo del nuovo strumento di geotracking lanciato da Tiendeo, start-up spagnola, in collaborazione con Nielsen.

Tiendeo.it, portale per offerte online geolocalizzate e volantini, offre sostanzialmente con il nuovo tool ai commercianti la possibilità di calcolare il ritorno sugli investimenti attraverso l’analisi delle metriche generate dagli utenti durante l’uso dei dispositivi mobili, dalla lettura dei volantini digitali fino alla visita nel punto vendita fisico.

Il tutto senza metterne a rischio la privacy: la raccolta dei dati geolocalizzati infatti non richiede l’installazione di strumentazione addizionale nei punti vendita. Il tool combina le metriche derivanti dalle interazioni degli utenti della app Tiendeo con i dati estratti dalla geolocalizzazione dei dispositivi mobili. La privacy degli utenti non viene compromessa perché Tiendeo Geotracking non registra né pubblica dati privati o personali relativi ai consumatori che utilizzano l’applicazione mobile Tiendeo; piuttosto, crea dei profili a partire dal comportamento dei consumatori.

 

Dalla ricerca online all’acquisto offline: ora si può misurare

Tiendeo Geotracking è in grado di determinare una misura reale dell’effetto ROPO (Research Online-Purchase Offline), permettendo di conoscere quali vendite nel negozio fisico sono state motivate dalla pianificazione online dell’acquisto. Un modo per i retailer di avere una visione più completa del processo di acquisto intrapreso dai consumatori e delle loro preferenze: quando pianificano, a quali prodotti sono più interessati, quanto tempo passa prima che si rechino in negozio, quanti km percorrono e così via.

A questo punto, si hanno degli strumenti affidabili che consentono di riallineare le proprie strategie di marketing digitale, ma anche migliorare tutti gli aspetti che influenzano il processo di acquisto per capire meglio come, quando e dove i clienti acquistano.

In questo caso, l’analisi dei Big Data consente non solo di migliorare le proprie strategie di vendite, ma anche – e di conseguenza – di migliorare i servizi offerti ai consumatori. Sapendo il momento in cui un consumatore acquista, dove si trova e quali sono le sue preferenze, è possibile instaurare una linea di comunicazione tra negozio e cliente, e facilitare il processo.

Per saperne di più sull’uso delle tecnologie nel punto vendita guarda l’intervista di InStore: Geofencing beacon e mobile: come portare visitatori nel punto vendita

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