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Italia, Europa, Mondo: questione di fiducia. La survey

Foto di silviarita da Pixabay

Quanto ci crede il mondo? E quanto è confidene nel futuro? Stando alla Conference Board® Global Consumer Confidence™ Survey svolta in collaborazione con Nielsen emerge che nel primo trimestre del 2019 la fiducia dei consumatori italiani si stabilizza a quota 68 punti, -2 rispetto al trimestre precedente e +2 rispetto allo stesso periodo del 2018.
Se quella mondiale e del continente europeo risultano in lieve calo su base trimestrale(-1 punto, da 107 a 106, la prima,  -1 punto, da 84 a 83, la seconda), l’Eurozona è invece stabile. Vede infatti una netta ripresa dell’indice in Francia (+8 punti, quota 72, ne aveva persi 13 durante il periodo gilets jaunes) e un calo di 6 punti in Spagna, che è ora a quota 88. Rimangono fermi rispettivamente a 104 e 98 Germania e Regno Unito.

“L’ultimo aggiornamento della Consumer Confidence Survey denota una sostanziale stabilità in tutta Europa, con l’Italia in calo fisiologico dopo le performance più che positive del 2018 – dichiara Laurent Zeller, Presidente e AD di Nielsen Italia – Il valore che il largo consumo crea per il PIL esprime la crescente centralità della domanda di benessere e servizio nei consumi quotidiani degli italiani, e si riscontra nell’andamento
positivo dei fatturati della GDO, che inizia l’anno con un +2,0% su base tendenziale.”

La mappa delle opinioni
Diminuisce di 4 punti la percentuale di chi pensa si il momento giusto per fare acquisti (ci attestiamo infatti, al 23%), a questo dato fanno da pendant l’aumento di chi crede il Paese in recessione (84%, +5pp) e il calo di chi si dichiara ottimista sulle proprie finanze (29%, -4pp). Pressoché invariato, invece, il numero di persone che credono che si uscirà dalla recessione nei prossimi 12 mesi (20% vs. 21% nel trimestre precedente) e di coloro che credono nella ripresa del mercato del lavoro (fermo al 18%).

Questo mood spiega bene il fatto che, una volta coperte le spese essenziali (bollette, rate del mutuo, affitti, etc.) e accantonati i risparmi, calano gli italiani che indicano preferenze d’acquisto espresse tra le voci “extra”.

A questo punto – verrebbe da dire – si risparmia di più. E invece no: diminuisce, infatti, la percentuale di italiani che adottano misure per risparmiare: sono il 54%, -2pp rispetto al trimestre precedente, ma cambiano le principali voci di riduzione delle spese: aumenta chi risparmia sul vestiario (che è indicato come possibile taglio dal 58% dei rispondenti, vs. 54% di fine 2018, anche se permane in testa alla classifca dei prodotti più acquistati) e cala chi risparmia sui pasti fuori casa (53% vs. 59% di fine 2018) e sull’intrattenimento fuori casa (50% vs. 56% di fine 2018).

Le paure
L’analisi di Nielsen prende anche in considerazione le principali preoccupazioni degli italiani. In prima posizione c’è sempre il posto di lavoro (indicata dal 16% dei rispondenti, in calo di -2pp vs. trimestre precedente). Seguono le preoccupazioni per l’economia nazionale (13%, in lieve calo) e per la stabilità politica (8%, in aumento di +4pp). Si riducono le apprensioni relative a salute (7%) ma aumentano lievemente quelle legate ai debiti (8%) e all’immigrazione (6%).

I 25 prodotti più innovativi nel Largo Consumo Europeo

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Specchio, specchio delle mie brame, qual è l’innovazione più importante in Europa? Ce lo rivela Nielsen BASES con la nuova edizione dell’elenco delle 25 innovazioni più importanti nel largo consumo europeo. Il Nielsen Breakthrough Innovation Report inquadra le innovazioni di prodotto che, lanciate in diverse categorie e mercati europei, hanno avuto un notevole successo commerciale.
Il successo di tutti i “vincitori” di quest’anno è riconducibile alla capacità di conquistare quote di mercato e generare crescita, ma anche di implementare strategie specifiche. I prodotti in elenco sono il risultato di un puntuale ascolto dei consumatori, di un ripensamento del pack design e di un’eccellente esecuzione nella rete di vendita.
I successi spaziano da iniziative “speciali”, con un successo a breve termine, a prodotti che cavalcano uno o più trend di consumo di lunga data, come la salubrità, per connettersi meglio con determinate nicchie di consumatori, o per attirare gli acquirenti alto-spendenti.
“Nel largo consumo odierno, i marketer subiscono molta pressione per differenziare l’offerta”, osserva Smruti Kulkarni, leader europeo, Machine Learning & Design Solutions, Nielsen. “Le esigenze e gli atteggiamenti dei consumatori si sono evoluti con l’emergere dell’e-commerce, della marca del distributore e dei messaggi pubblicitari sempre più personalizzati. La feroce competizione per attirare l’attenzione dei consumatori ha
reso l’innovazione di prodotto un’attività molto impegnativa.”
I criteri di selezione che Nielsen BASES adotta per stilare l’elenco delle 25 innovazioni più importanti riguardano la distintività, la rilevanza e la “resistenza”. L’innovazione può infatti avere forme diverse: può essere rivoluzionaria, oppure ideata per difendersi dalla competition, o per sfruttare una tendenza emergente.

I 4 nuovi prodotti italiani
Per l’Italia quattro nuovi prodotti sono riusciti a entrare nella top 25 di Nielsen BASES: Buitoni La Sfoglia Rotonda Senza Glutine (Nestlé), prodotto free-from, il frollino integrale Buongrano Mulino Bianco (Barilla), la birra Ichnusa Non Filtrata (Heineken Italia S.p.A.), prodotta con puro malto d’orzo e un concept ispirato al passato, e il preparato umido per gatti Purina Gourmet Gold Tortini (Nestlé) che cavalca il trend della qualità in un Paese dove non si bada a spese per il petfood.
Il seguente elenco di prodotti è stilato in base all’innovazione e alla crescita che ogni prodotto ha portato alla rispettiva categoria.

Tra il nutriente e l’edonistico si muove la spesa degli italiani

Si muove a zig zag in direzioni che a prima vista potrebbero apparire contrastanti la spesa degli italiani: più proteine, fibre e grassi (e quindi più calorie) ma meno zuccheri, tra salute, italianità ed edonismo. Lo rivela la quarta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, lo studio realizzato da Nielsen e da GS1 Italy che, ogni sei mesi, incrocia oltre 100 indicazioni presenti sulle confezioni dei prodotti di largo consumo con le rilevazioni scanner di Nielsen su venduto, consumo e fruizione dei media.

“Nella scelta di cosa comprare nel mondo alimentare entrano in gioco tanti “ingredienti” che concorrono alle scelte: il cuore e la mente, i sensi e il portafoglio. E ognuno combina il proprio mix come preferisce e come può – commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy -. La comunicazione dei beni di largo consumo influenza questo complesso processo di scelta in diversi modi: attraverso le informazioni di prodotto veicolate dalle etichette, con elementi che colpiscono la sfera delle emozioni, dell’irrazionale, della gratificazione e dell’esperienza multisensoriale e con il posizionamento di prezzo, diretto alla sfera più razionale. In questo processo in continuo movimento l’Osservatorio Immagino cattura l’operato dell’offerta e le scelte della domanda, misurandone il risultato finale e restituendo un quadro aggiornato dei consumi degli italiani».

La nuova edizione dell’Osservatorio Immagino ha analizzato le informazioni riportate sulle etichette di ben 94.179 prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy (10 mila in più rispetto all’edizione precedente). Di questi, 54 mila sono prodotti alimentari che riportano la tabella nutrizionale: è su questo sub-campione che è stato elaborato il metaprodotto Immagino, l’unico indicatore statistico che riesce a misurare la qualità nutrizionale della spesa degli italiani e a seguirne l’evoluzione nel corso del tempo.

Dall’analisi è emerso che, tra giugno 2017 e giugno 2018, il carrello della spesa degli italiani è diventato più nutriente: l’apporto calorico medio è salito del +0,2%, arrivando a 182,8 calorie per 100 g/ml. Il nuovo mix di acquisti alimentari degli italiani, con l’aumento degli acquisti di alcuni prodotti a maggior tenore di grassi e con un più alto apporto calorico, ha avuto come effetto l’aumento dell’incidenza sul metaprodotto Immagino di alcune componenti percepite come positive (come fibre e proteine) e di quelle energetiche (come i lipidi) ma anche il calo di quelle considerate più critiche (come carboidrati e zuccheri).

A livello più generale, le scelte alimentari degli italiani continuano a essere guidate da un tandem di valori: il salutismo e l’edonismo. Uno scenario fotografato con efficacia dall’Osservatorio Immagino che, nell’anno terminato a giugno 2018, tra le otto grandi tendenze più rilevanti sul carrello della spesa, rileva trend positivi soprattutto nelle vendite di alimenti legati al lifestyle (ossia biologici, veg, halal e kosher, +8,9%) e di prodotti rich-in (in particolare integrali o con fibre, +5,2%). Ancora positiva, ma più lenta che nei mesi scorsi, la crescita delle vendite di prodotti per intolleranti al glutine o al lattosio (+3,2% contro il +4,4% dei 12 mesi precedenti) e “free from” (+1,0% rispetto al +2,3% dell’anno mobile precedente).

Su tutti i trend aleggia però incontrastata la ricerca dell’italianità dichiarata in etichetta, che accomuna il 25,1% dei prodotti e raggiunge il 22,5% di quota sul giro d’affari complessivo del mass market, in crescita del 3,5% rispetto all’anno finito a giugno 2017. Complessivamente sono oltre 6,4 miliardi di euro le vendite generate dai prodotti che riportano in etichetta claim come “100% italiano”, “made in Italy” e “solo ingredienti italiani”, pittogrammi (come la bandiera nazionale) e indicazioni geografiche riconosciute in ambito Ue (come Dop, Igp, Doc e Docg).

IV gamma, ottime performance anche nel 2018: +5,2% a volume, +4,5% a valore

IV gamma in crescita anche nei primi sei mesi del 2018. Dopo un 2017 all’insegna del segno più anche ques’anno si rivela infatti profittevole per la categoria. Secondo rilevazioni Nielsen*, infatti, rispetto a giugno 2017 la crescita nelle vendite di ortofrutticoli di IV gamma è stata pari al +5,2% in volume e al +4,5% a valore. Il mese di giugno 2018 ha addirittura segnato +7,6% a valore e +11% a volume rispetto a giugno 2017.

Il successo si deve in primo luogo dalla crescita del parco acquirenti. Secondo i dati aggiornati al 17 giugno 2018, infatti, il numero di famiglie che acquistano prodotti di IV gamma risulta aumentato di circa 300.000 unità, toccando quota 19,6 milioni.

Il costante incremento del numero di famiglie che acquistano i prodotti di IV gamma è un segnale molto importante per tutto il settore” – commenta Gianfranco D’Amico, Presidente di AIIPA IV Gamma. “I dati attestano un atteggiamento di apprezzamento e fiducia da parte del consumatore nei confronti dei prodotti di IV gamma, reso ancora più significativo dall’aumento della frequenza d’acquisto”.

Del resto i numerosi vantaggi offerti da questi prodotti non si discutono: freschi e pronti per il consumo, non necessitano di ulteriori lavaggi domestici e, dal punto di vista nutrizionale, sono del tutto equiparabili agli ortaggi di prima gamma. Come ha dimostrato la recente ricerca “Il posizionamento dei prodotti vegetali freschi e pronti all’uso nella distribuzione moderna”, curata dalla Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Sede di Piacenza, è confermata l’esistenza di un nesso tra l’aumento nella quota di famiglie che acquista stabilmente i prodotti di IV Gamma e la maturazione di un atteggiamento “time for money” nei consumatori. Questi ultimi non solo privilegiano le proposte a maggior contenuto di servizio, ma riconoscono anche che l’offerta in assortimento sta migliorando, rendendo disponibili sullo scaffale prodotti che alla varietà e “completezza” del contenuto uniscono formati e packaging comodi e pratici.

 

* Fonte Nielsen: Market *Track – Iper + Super + Lis + HD – Dati aggiornati alla settimana terminante il 17/06/2018

Pedretti è il nuovo Group President Nielsen per Europa Meridionale, Centro-Orientale, Turchia e America Latina

Roberto Pedretti è il nuovo Group President di Nielsen per il Sud Europa, l’Europa Centro-Orientale, la Turchia e l’America Latina.

Dopo un’esperienza internazionale maturata nella multinazionale, Pedretti assume anche la responsabilità dell’Italia che, insieme a Spagna e Portogallo, costituisce il cluster Sud Europa, mentre Giovanni Fantasia, dopo aver guidato con successo e impegno Nielsen Italia negli ultimi 4 anni, guarda ora a nuove opportunità internazionali nell’ambito del Gruppo.

Dopo una laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano e un’esperienza nel colosso americano Fedex, Pedretti ha costruito la sua carriera all’interno di Nielsen ricoprendo dal 1998 diversi ruoli sia in Italia sia all’estero. È stato Operation Director e Client Service & Business Development Director in Italia, Managing Director in Polonia e successivamente in Italia e in Turchia, Managing Group Director per l’Europa Centro-Orientale e la Turchia. 

L’esperienza internazionale maturata da Roberto Pedretti all’interno del Gruppo è un importante contributo al percorso di rinnovamento necessario per affrontare le sfide di mercati complessi in veloce e continua trasformazione.

L’approccio di Nielsen all’innovazione – ha dichiarato Roberto Pedrettirimarrà un tratto distintivo per identificare i bisogni attuali del consumatore, anticipare quelli futuri e individuare opportunità di crescita sostenibile per le aziende”.

Carrello della spesa: è trionfo dei super food. I dati Nielsen

Carrello in evoluzione per i consumatori italiani, anche se il suo valore rimane stabile.

Vediamo le principali evidenze segnalate da Nielsen. In primo luogo, dopo 3 anni di crescita sostenuta dei fatturati e dei volumi di vendita nel largo consumo, si evince come i primi 4 mesi del 2018 abbiano fatto registrare un trend del + 1% nel giro d’affari e del +0,4% nei volumi rispetto allo stesso periodo del 2017. Si evidenzia, quindi, un rallentamento generale delle vendite rispetto all’aprile 2017, quando l’incremento a valore era stato del +2,2% e dello 0,9% a volume rispetto ai primi 4 mesi del 2016.

Quali le cause di questa frenata?

Una spiegazione è il calo deciso dei prodotti collegati ai primi piatti tradizionali (pasta riso condimenti legumi) in Area  4 (Sud e Isole) e ai trend contenuti in Area 1. A fronte di questo trend negativo, si nota invece che i prodotti più richiesti negli ultimi mesi sono quelli salutistici e gourmet (prodotti tipici di alta qualità).  A seguire l’andamento dei mercati ad aprile 2018:

primi piatti tradizionali: – 1,1%;

primi e secondi pronti: +7,1%;

aperitivo in casa: +3,8%;

gourmet: +7%

benessere  / salute: +5,6%.

Invece il  trend per aree merceologiche nei primi 4 mesi del 2018 è così delineato:

grocery: +1,0 (valore), +0,4  (volume);

bevande: +0,9, -0,2;

cura casa: –1,3, -0,5;

cura  persona: +0,4,  +0,7;

food confezionato: -0,7, -1,0;

freddo: +0,1, -0,6;

fresco: +4, +2,6;

pets: +0,9, +0,2.

Aumentano a valore i seguenti ingredienti: mandorla +14,6%, mirtillo +6%, avena +4,8%, farro +16,1% zucchero di canna +10%, cocco +5%, stevia +19,2%, quinoa +43,1, farina di riso +8,4%, zenzero +91,6%, semi di lino +51,5%.

Attenzione alla salute

L’attenzione al benessere, alle intolleranze e alla responsabilità sociale implicano una crescita importante di prodotti che certificano direttamente sulla confezione la loro peculiarità. I claim “Senza…”, “Ricco di…”, “Bio”, “Veg” e certificati sono cresciuti in maniera significativa nel 2017. Nel dettaglio, i prodotti “ricchi di…” (Rich in) sono cresciuti dell’8% nel 2017 (+5,4 % nel 2016), i “Senza…” (Free from) del +2,3% (idem nel 2016), i prodotti per Intolleranti del +4,4% (+1,1% nel 2016). I prodotti certificati (CSR) fanno registrare nel 2017 una crescita del 3,6% (+8,4% nel 2016), i Lifestyle del +10,7%  (+10% nel 2016) con performance importanti per il Bio (+14,9%) e il Veg (+9,8%). Fonte: Nielsen Comm-On Pack Iper+super 2017

Nuovi formati

Oggi lo scenario competitivo si compone di varie forme di retail che presentano performance differenti. I cambiamenti e la trasformazione della domanda richiedono nuove modalità di analisi sulla base delle quali Nielsen ha riformulato le principali variabili di segmentazione: non più solo la metratura ma le politiche commerciali adottate dai distributori. Nei primi 4 mesi dell’anno, i negozi a bassa intensità promozionale fanno registrare a valore un trend del +0,6% (2017: +2,7%),  quelli ad alta intensità  del -0,1% (2017: +1,8%). Dal punto di      vista del prezzo, i leader (negozi con prezzi più bassi) fanno registrare un calo del –2,5% (2017: +0,4%), i  campioni  del FMCG (negozi più performanti) un calo deciso, del -1,8%   (2017: +1,4%), gli stagionali estivi del –0,9% (2017:+2,7%). I metropolitani, infine, del -2,7% (2017: +0,3%).

La crisi dei top 20

Continua la crescita delle vendite della Marca del Distributore (MDD) e dei piccoli brand, mentre i più grandi continuano a perdere terreno, generando così una sempre maggiore frammentazione del largo consumo. Nei primi quattro mesi dell’anno emerge un trend negativo (-1,9%) delle vendite a valore dei «top 20» (escluse le  MDD).  Trend  negativo anche  dei «follower», dalla 21esima  posizione alla 200 che calano del -1,4% (nel 2017: +2,6%). Continua il trend positivo dei «follower» dalla posizione 201 in giù: +4,6% (+3,6% nel 2017). Crescita del +3,8% per la MDD (discount inclusi).

Valori generazionali

Nei millenials (fino a 34 anni) il claim più recepito è il “cruelty free”, davanti a “bio” e “dop”. Per quanto riguarda la generazione X (35-49 anni) vince il “bio” davanti al “cruelty free”, tra i baby boomers (50–64 anni) gli indici di penetrazione più elevati sono quelli di “bio” e “dop”, tra i greatest gen (over 65) è superiore quello “dop” mentre il “bio” e il “cruelty free” sono inferiori alla media.

Nuovi scenari

Ai consumatori si presenta uno scenario sempre più frammentato dove la competizione delle parti si intensifica e la componente digitale (e-grocery, food delivery) è fondamentale per competere sul mercato. Alla base di questi rallentamenti di inizio anno ci sono anche 3 rilevanti vettori  che hanno condizionato il trimestre: la ripresa del «fuori casa» (il 64% ha mangiato fuori casa almeno una volta), la moda dell’e-food channel (8% ha acquistato cibo a domicilio almeno una volta al mese) e l’apertura verso nuove culture culinarie.

Commentando i risultati della survey, l’amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia, ha dichiarato: «Stiamo assistendo a un’evoluzione nel mondo dei consumi nella grande distribuzione. Non possiamo eludere il dato che siamo davanti a un andamento più contenuto del processo di crescita, sia dei volumi sia dei valori, pur mantenendoci in territorio positivo. Sondando le ragioni alla base di tale trend, siamo dell’idea che l’Italia, come il resto delle grandi economie, è uscita da un periodo di crisi decennale. D’altra parte, il percorso che ci attende non è privo di ostacoli. Pensiamo per esempio alle ampie sacche di povertà ancora presenti sul territorio nazionale e all’accentuazione della polarizzazione degli status sociali. Occorre dunque che il mondo della gdo sappia affrontare la sfida di un carrello della spesa sempre più variegato, ricco di prodotti che escono dal perimetro dei consumi ordinari (primi piatti tradizionali e primi e secondi pronti) e che rilevano abitudini di consumo più personalizzate e meno prevedibili che non necessariamente rispettano la logica dei volumi attesi all’interno di una congiuntura favorevole. Infine, non possiamo prescindere da un contesto socio economico non privo di incertezze. Per potere fare leva sul processo di crescita è necessario dunque essere aderenti alle esigenze dei consumatori tenendo conto della complessità dei fattori in gioco quando si decide di acquistare un prodotto».

Consumi Under 35: più edonismo senza figli, più salute con, ma restano tutti green

Ecologia, benessere, salute. Sono i principali fattori che guidano e orientano i consumi degli “under 35”, la fascia di popolazione più sensibile ai valori emergenti della società e più consapevole nelle scelte di acquisto. Persone che guidano la svolta etica degli stili di vita, puntando al rispetto per l’ambiente e per gli animali, all’attenzione al tema delle intolleranze alimentari e talvolta all’alimentazione veggie. Il profilo di questi consumatori esigenti e informati è tracciato dalla seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy. Due in particolare le tipologie di “under 35” individuate dalla ricerca, con consumi un po’ diversi tra di loro.

 

Senza figli: eco, animalisti, ricercano il benessere e il free from

Da un lato ci sono le cosiddette “pre-familiy”, ovvero single e coppie senza figli che perciò sono più liberi di intercettare e interpretare al meglio i nuovi valori e le tendenze emergenti nel largo consumo. Dall’osservatorio Immagino emerge che sono loro ad acquistare più prodotti “ecologici”: spendono più della media italiana in prodotti per la cura personale definiti “senza parabeni”, “vegan” e “cruelty free”. È quasi scontato che anche l’acquisto di prodotti alimentari sia guidata da esigenze di benessere e di forma fisica. Nel carrello della spesa degli “under 35” hanno un peso sopra la media i prodotti con poche calorie e a basso tenore di zuccheri, quelli “senza” (che siano il lattosio, gli allergeni, il glutammato, il glutine). Meno presenti nel carrello, invece, gli alimenti definiti in etichetta “biologici” o “senza OGM” e quelli caratterizzati da una delle indicazioni geografiche europee (come Dop, Doc e Igp), forse a causa del costo troppo elevato per la limitata disponibilità economica degli “under 35”.

 

Con figli: nel nome della salute e della sicurezza alimentare

Quando poi arriva un figlio cambia tutto. Nasce la “new family” under 35, con bisogni e conseguentemente consumi di altro genere. Le scelte più edonistiche o legate alla forma fisica sono sostituite da quelle dettate dal soddisfacimento dei bisogni dei figli. Nelle famiglie giovani con bimbi fino a sette anni crescono le spese per l’acquisto di prodotti privi dei nutrienti che vanno controllati nell’alimentazione dei bambini (come sale e zuccheri) e di quelli che, al contrario, hanno un alto tenore di nutrienti importanti nell’età della crescita (come ferro, calcio e vitamine). Anche qui vanno per la maggiore i prodotti “senza” ma in questo caso a essere sbianchettati sono gli additivi, i coloranti e i conservanti. Le new family sono attente alla giusta presenza in tavola di alimenti vegetali ma non eliminano gli alimenti di origine animale: dall’analisi dell’Osservatorio Immagino emerge che per questi consumatori il fenomeno “veggie” registra una minor diffusione sia rispetto alla media nazionale sia rispetto al cluster di famiglie più giovani.

Nessun passo indietro, invece, da parte dei giovani genitori sulla difesa dei valori di fondo della loro generazione improntati all’ecologia: anche nel budget di spesa delle nuove famiglie trovano ampio spazio i prodotti green, quelli biologici, i cruelty free, e i prodotti biodegradabili o confezionati in plastica riciclata.

 

Foto: Lou Liebau / Unsplash

Gli italiani e la spesa alimentare: i cinque nuovi profili Nielsen

Addio vecchi schemi basati su rilevazioni socio demografiche, la società, spinta dalla rivoluzione tecnologica e dall’invecchiamento della popolazione, cambia e così Nielsen identifica cinque nuovi profili di acquisto per gli italiani. Basati sugli acquisti reali delle novemila famiglie campione. Christian Centonze, Leader Soluzioni per il Largo Consumo di Nielsen, presenta i nuovi profili di acquisto degli italiani e considera come stanno impattando, e come influiranno in futuro, sui vari canali di acquisto, dall’iper all’eCommerce.

Frammentati oggi, polarizzati sempre più in futuro

Se stupisce la presenza ancora importante (4 milioni di famiglie) del segmento traditional, sicuramente, all’interno di questa ampia frammentazione che non ragione più per fasce di età ma piuttosto per disponibilità di spesa e aspirazioni, due sono le categorie verso cui nei prossimi anni tenderanno a convergere i consumi: la premium (golden shopper), definita “il sacro Graal del largo consumo” che detta tendenze e privilegia prodotti ad alto valore aggiunto (free from, bio, nutraceutici, con un focus sul benessere) e i low cost, che puntano alla convenienza e acquistano per la metà nel canale discount.

Insomma, nonostante le differenze, gli stili individuati da Nielsen non devono essere considerati compartimenti stagni, bensì “vasi comunicanti”, che fanno registrare migrazioni da un approccio alla spesa all’altro. E del resto sono 2 milioni le famiglie che negli ultimi due anni hanno già cambiato approccio alla spesa alimentare.

Nutritionally correct: più fibre e proteine, ma meno grassi. Così cambia l’alimentazione degli italiani

Nutritionally correct, così si sta progressivamente rivelando l’alimentazione degli italiani, stando quanto emerge dalla seconda edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che, a sei mesi dal lancio della prima, torna a fotografare i cambiamenti avvenuti sia nell’offerta dei prodotti di largo consumo venduti in Italia sia nella shopping list dei consumatori. Dall’indagine emerge infatti che i prodotti alimentari venduti in Italia sono più virtuosi e corretti dal punto di vista nutrizionale, con una riduzione di zuccheri e di grassi saturi e un incremento di fibre e di proteine. Sostanzialmente invariato l’apporto calorico, fermo a 184,8 calorie/100 g/100 ml.

Il metaprodotto

Lo studio in particolare ha monitorato la variazione della composizione nutrizionale di 40 mila prodotti venduti nei reparti drogheria alimentare, fresco, freddo e bevande e che, elaborando queste variazioni su basi statistiche, ha permesso di definire un “metaprodotto”, in figura esemplificato da un superpanino dell’informazione alimentare con cui evidenziare la media dei valori delle principali componenti nutrizionali (carboidrati, zuccheri, proteine, grassi, grassi saturi, fibre e calorie) su 100 grammi o 100 ml.

Il metaprodotto Immagino -Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 2, 2017

L’Osservatorio Immagino ha evidenziato, in particolare, una crescita della presenza delle fibre negli acquisti degli italiani (+2,3% nell’anno terminante a giugno 2017), elemento nutrizionale che arriva a pesare quasi per il 2% nella composizione del metaprodotto che per la restante parte si compone per il 20,8% di carboidrati di cui 8,5% zuccheri, per l’8,6% di grassi di cui 3,0% saturi, e per il 6,2% di proteine. Le fibre sono la tendenza più importante sul mercato in questo frangente, mentre calano i grassi saturi (-0,8% in una componente lipidica media sostanzialmente invariata) e gli zuccheri (-0,1%). Cresce anche l’apporto medio di proteine (+1,7%) elemento su cui pone attenzione un ampio target di consumatori: dagli sportivi ai vegetariani/vegani, alle prese con la sostituzione di proteine di natura animale.

L’Osservatorio Immagino

Dal suo esordio a oggi, ha esteso la sua copertura, arrivando a comprendere un paniere di prodotti sempre più ampio che inquesta seconda edizione  ha analizzato oltre 100 variabili presenti sulle etichette di una base di 73.500 prodotti del largo consumo nata dal confronto tra gli 88.500 prodotti della banca dati del servizio Immagino di GS1 Italy a giugno 2017 e i prodotti in vendita nella grande distribuzione rilevati da Nielsen. Si tratta di prodotti che, nell’anno terminante a giugno 2017, hanno sviluppato circa 33 miliardi di euro di vendite, pari al 78% delle vendite totali del largo consumo realizzate in ipermercati e supermercati italiani.

 

Nasce Osservatorio Immagino di GS1 Italy e Nielsen: i consumi visti dalle etichette

Raccontare i consumi degli italiani e i loro mutamenti incrociando le informazioni presenti sulle etichette dei prodotti registrate da Immagino con i dati Nielsen su vendite, consumo e fruizione dei media: è questa l’idea che sta alla base di Osservatorio Immagino, il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra GS1 Italy e Nielsen. Obiettivo: scandagliare più a fondo le tendenze di consumo.

Un vero progetto di Big data insomma che integra due immensi patrimoni informativi: le oltre 100 variabili presenti sulle etichette degli 80 mila prodotti di largo consumo digitalizzati da Immagino messe a disposizione da GS1 Italy con i dati scanner raccolti in 10 mila punti vendita della distribuzione moderna, con quelli relativi ai consumi di 9 mila famiglie e alle loro abitudini di consumo  e alla di fruizione dei contenuti televisivi e online di Nielsen.

 

Integrale, free from, Dop, bio i trend

La prima edizione dell’Osservatorio Immagino è basata sui dati dell’anno 2016 relativi a 58 mila prodotti di largo consumo, che hanno sviluppato circa 31 miliardi di euro di vendite, pari al 74% di quanto venduto nel totale del largo consumo in Italia da ipermercati e supermercati. L’obiettivo di GS1 Italy e Nielsen è di estendere progressivamente l’insieme di prodotti.

Dall’Osservatorio emergono stili di consumo e scelte di acquisto rivolte al consumo di prodotti free from (ad esempio “senza glutine” o “senza olio di palma”) e di quelli arricchiti, con una crescita dell’universo veg e delle intolleranze alimentari, e dei consumatori interessati all’italianità dei prodotti e ai prodotti biologici.

«Attraverso le tabelle nutrizionali abbiamo tracciato l’identikit di un “metaprodotto”, ossia i valori nutrizionali del prodotto “medio” acquistato dai consumatori: si tratta di un prodotto equilibrato, che conferma il buon rapporto degli italiani con l’alimentazione – spiega Romolo de Camillis, retailer director di Nielsen -. Analizzando gli ingredienti dei prodotti abbiamo misurato come la loro presenza possa influenzare l’acquisto. Abbiamo anche osservato come cambia il consumo di un ingrediente al variare del reddito, dell’età e del ciclo di vita della famiglia: ad esempio, le fasce di popolazione con reddito e istruzione più elevata consumano prodotti con minore contenuto di zucchero».

Più (fibre) meno (zucchero, sale, olio di palma)

Ad esempio l’Osservatorio indaga due trend apparentemente contrapposti, ma che vanno verso una stessa direzione salutistica: quello del free from e quello dei prodotti arriccchiti.

Al mondo alimentare si aggiunge il mondo della cura persona con l’analisi su 9.700 prodotti che ne ha messo in luce le caratteristiche focali e i trend del momento, come il cruelty free, la valorizzazione del made in Italy e la diffusione di alcuni ingredienti di origine vegetale (come noce di cocco, calendula, soia e avena).

L’Osservatorio Immagino verrà aggiornato due volte l’anno, in formato cartaceo e digitale, arricchendosi a ogni edizione di nuovi approfondimenti.

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