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Riserva Oro 100%, il nuovo olio biologico di Filippo Berio

Filippo Berio – brand premium del Gruppo Salov – presenta il nuovo Riserva Oro 100% italiano biologico, referenza che arricchisce la gamma di prodotti Filippo Berio dedicata al retail e che risponde alla crescente richiesta dei consumatori di prodotti di alta qualità, a filiera controllata e 100% italiani.

Riserva Oro 100% italiano biologico non solo può vantare la “firma” del Metodo Berio – percorso di qualità e garanzia tracciato e certificato dal campo alla bottiglia – ma anche la certificazione biologica: un connubio che rende il prodotto di altissima qualità e, allo stesso tempo, accessibile nella GDO.

Il Riserva Oro 100% italiano e biologico, frutto di una ricercata selezione dei migliori oli 100% italiani prodotti secondo i principi dell’agricoltura biologica e di un disciplinare molto rigoroso – controllato e certificato dsa SGS, si inserisce nel segmento degli oli 100% italiani posizionandosi come un prodotto selezionato e ancora più premium, pensato per soddisfare i palati più esigenti e da utilizzare nelle occasioni speciali.

Proposta nella bottiglia in vetro da 750ml, la nuova referenza è disponibile in Autogrill con uno special pack da due bottiglie e, dal mese di aprile, nella grande distribuzione.

Olio Zucchi, alleato perfetto per le fritture di carnevale

Se è vero che “a carnevale ogni scherzo vale”, è altrettanto vero che in tema di dolci golosi il carnevale non scherza. La frittura la fa da padrona, tra dorate castagnole, chiacchiere croccanti e profumate frittelle di mela extra soffici, e l’olio di semi di girasole altoleico 100% italiano da filiera tracciata e certificata Zucchi è l’alleato ideale per rendere ancora più squisite queste prelibatezze carnevalesche.

Grazie al suo alto punto di fumo e alla sua composizione in acidi grassi, è perfetto per fritti leggeri e croccanti, e per qualsiasi tipologia di cottura ad alta temperatura. Il prodotto è acquistabile nei migliori supermercati e sull’e-shop Zucchi.

Mescolando pochi e semplici ingredienti si ottiene una cremosa pastella con cui ricoprire le mele. Basterà poi tuffare la golosa preparazione nell’olio di semi di girasole altoleico 100% italiano da filiera tracciata e certificata Zucchi e le mele si trasformeranno, con l’aggiunta di una spolverata di zucchero e cannella, in uno spuntino sfizioso e facile da preparare.

Non resta dunque che godersi la festa più divertente dell’anno insieme a Oleificio Zucchi, assaporando una delle ricette più golose della tradizione italiana.

BuondiOli: nasce il primo Olio Bio tracciato con tecnologia Blockchain

L’ azienda agricola BuondiOli è la prima azienda agricola a tracciare il suo olio extravergine Biologico con la soluzione My StoryTM basata su tecnologia blockchain. Le informazioni sono verificate da DNV GL, uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale. Il progetto è iniziato a maggio 2018 con l’incontro tra BuondiOli ed i ragazzi di xFarm, la startup che digitalizza le aziende agricole. Una volta comprese le potenzialità dei dati per un utilizzo operativo interno, BuondiOli ha intuito come potessero anche essere mostrati in piena trasparenza ai consumatori per raccontare la produzione del suo olio nel Parco Nazionale del Gargano. Da lì è nata l’idea di tracciare il primo Olio EvO Bio al mondo con tecnologia blockchain verificato da DNV GL. Come si è sviluppato? Il primo passo è stato compiuto da xFarm, che ha installato una stazione meteo xSense in un oliveto coltivato 100% Ogliarola Garganica Bio. I sensori xSense registrano h24 parametri agrometeorologici indispensabili alla gestione intelligente del campo. In particolare le irrigazioni, le concimazioni, la potatura, la resa in frantoio, i trattamenti biologici effettuati ecc… il tutto documentato da fotografie scattate dai sensori durante le operazioni. Successivamente alla raccolta dei dati, le informazioni relative alla trasformazione e all’imbottigliamento vengono inviate a xFarm. Il sistema le assorbe insieme ai dati meteo di xSense e alle attività in campo registrate dall’applicazione gestionale. I dati elaborati vengono restituiti in forma di racconto al consumatore finale tramite My Story, la soluzione di digital assurance basata su blockchain di DNV GL. Il progetto ha coinvolto una serie limitata di 1000 bottiglie riportanti un QR code che tramite My Story permette al consumatore di ripercorrere l’intera filiera di produzione fino al campo. La presentazione ufficiale in anteprima mondiale è avvenuta durante il GFSI, Conferenza sulla sicurezza alimentare tenuta a Seattle dal 25 al 28 febbraio 2020.

L’olio Sagra più classico ora è anche in formato spray

Piacerà ai gourmet appassionati di cucina la novità Sagra, storico marchio italiano di olio sempre attento all’innovazione, che propone sugli scaffali della Gdo il suo best seller, l’Extra Vergine Il Classico, nel nuovo formato spray. Obiettivo: trasformare il tradizionale “filo d’olio” in una nuvola leggera in grado di donare ai cibi un condimento delicato e uniforme.

Proprio per il suo gusto delicato, frutto di una accurata modulazione delle note di amaro e piccante, calibrati con straordinaria sapienza dai master blender Sagra, l’Olio Extra Vergine di Oliva Il Classico  è particolarmente apprezzato dai consumatori, adatto per cotture brevi e condimenti leggeri. Da questa versatilità è nata l’idea della versione spray, che lo rende disponibile anche nei momenti come i pic-nic, le scampagnate e in generale nelle occasioni in cui un contenitore più pratico e meno ingombrante ne facilita l’utilizzo rispetto alla classica bottiglia di vetro.

L’innovativo spray Sagra si caratterizza per una grande versatilità, grazie infatti al suo moderno erogatore è possibile calibrare in modo molto efficace la quantità di prodotto da irrorare sui cibi, garantendo una nebulizzazione precisa e mirata. Inoltre, il pack in alluminio garantisce una conservazione ottimale del prodotto e una resistenza superiore agli urti.

Il nuovo packaging in formato spray permette una varietà di utilizzi più ampia rispetto alla classica bottiglia e un’esaltazione del sapore senza precedenti.

Olio, EVO e semi i più usati, biologico in crescita ma il prezzo è decisivo

Mai più senza, e non certo di bassa qualità: è stretto il rapporto tra italiani ed olio, uno dei capisaldi della dieta mediterranea, con il 72% che ne consuma più di un litro di olio al mese.

È quanto emerge da una ricerca Doxa per l’azienda Pietro Coricelli, che sottolinea come il 44% tien in casa tre bottiglie di olio contemporaneamente, tra queste il 98% dichiara di avere in casa olio extra vergine, il 68% olio di semi e il 18% olio di oliva. E, se la spesa media per l’acquisto di un litro d’olio si attesta su 5,5 Euro, il 63% degli intervistati dichiara di comprare olio biologico.

 

In Gdo centrale resta il prezzo

La ricerca, realizzata su un campione di consumatori italiani appartenenti alla community Doxa Roamler, evidenzia come per il 58% di consumatori che acquistano al supermercato, il prezzo è centrale: il 54% sceglie in base al prezzo/promozioni. E, se il 35% risulta sensibile all’estetica del packaging, ben l’80% dichiara di affidarsi alla lettura dell’etichetta per distinguere le diverse tipologie di olio extra vergine presente sugli scaffali.

Se è radicata la conoscenza e la cultura dell’olio, c’è però ancora da lavorare: il 76% degli intervistati dichiara di leggere l’etichetta, considera molto importante (68%) la provenienza dell’olio e, nel 67% dei casi, ritiene importanti le indicazioni in merito all’utilizzo. Insomma, gli italiani sembrano conoscere le proprietà, i benefici e l’utilizzo corretto dell’olio in cucina, ma è ancora bassa la conoscenza sull’approccio sensoriale e sulle differenze di gusto. Solo il 19% sa che l’acidità dell’olio non si percepisce dal gusto, mentre il 50% ritiene erroneamente che l’extra vergine di oliva “più è verde più e buono”.

«La degustazione è fondamentale per imparare a riconoscere le qualità dell’olio, per percepire le differenze, per imparare a scegliere quello più affine al proprio gusto o il prodotto migliore da abbinare ad un piatto. L’approccio sensoriale gioca un ruolo fondamentale per la conoscenza di questa preziosa materia prima e questi dati dimostrano che bisogna lavorare ancora in questa direzione. La nostra missione è da sempre quella di diffondere la cultura dell’olio e momenti come questi diventano occasioni uniche per condividere con tutti gli appassionati e i curiosi, la nostra conoscenza, frutto di oltre 80 anni di esperienza, amore e passione mia e della mia famiglia per l’olio» ha commentato Chiara Coricelli.

Italia solo terza nella produzione di olio Evo, servono 150 milioni di nuovi ulivi

L’Italia dell’olio scende per la prima volta dal podio mondiale in termini di produzione. O meglio quasi. Il nostro Paese infatti è ormai doppiato dalla Spagna, distanziato dalla Grecia e sarebbe superato anche dalla Siria se questo Paese non fosse penalizzato gravemente dalla drammatica guerra che lo insanguina.

«In base ai dati provvisori – spiega il presidente del Cno (Consorzio nazionale olivicoltori) Gennaro Sicolo – della corrente campagna di commercializzazione dell’olio di oliva, iniziata nel mese di ottobre 2016 e che terminerà in settembre 2017, la Grecia ha prodotto 195mila tonnellate contro le 183mila dell’Italia. I dati sono quelli ufficiali pubblicati dalla Commissione europea e si basano sulle dichiarazioni periodiche trasmesse da ogni singolo Stato membro. A questi numeri andrebbero aggiunti i dati della Siria che non sono disponibili ma supererebbero di molto le 200mila tonnellate. Infatti, il Paese mediorientale ha massicciamente investito nell’olivicoltura professionale, a partire dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso e poco prima che scoppiasse il conflitto. Ma ci sono altri concorrenti agguerriti che minacciano i primati del made in Italy. Per esempio, nelle ultime sei annate, la Tunisia che investe molto nello sviluppo della filiera olivicola, per ben tre volte ha prodotto più olio di oliva rispetto al volume ottenuto dall’Italia nella corrente campagna 2016-2017».

 

Negli ultimi sei anni -31% della produzione

Un vero smacco per una voce che da sempre è trainante per il made in Italy agroalimentare. Per anni infatti l’Italia è stata leader incontrastato nel settore olivicolo-oleario mondiale. Poi un tracollo, misurabile con un -31% di produzione negli ultimi sei anni, mentre nello stesso periodo i Paesi concorrenti mettevano in atto performance di tutt’altro segno: +44% il Marocco, +27% la Turchia, +16% la Spagna, +8% la Tunisia. Solo la Grecia è scesa ma in modo meno drastico di noi: -22%.

«La produzione cresce – si duole Sicolo – laddove è in atto una mirata politica di investimenti e prevale un orientamento favorevole verso la tecnologia, l’innovazione e l’impresa. Da noi in Italia, invece, il potenziale produttivo olivicolo indietreggia. Alla base dei cattivi risultati della olivicoltura nazionale degli ultimi anni ci sono tre principali ragioni: il processo di abbandono della coltivazione, la frammentazione della struttura produttiva ed il mancato ammodernamento del settore».

E anche la politica avrebbe le sue colpe. «Perché si è ostinata – punta il dito Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia (Confederazione agricoltori italiani) – a non voler riconoscere e affrontare i problemi con interventi incisivi, tempestivi e coerenti con le esigenze del settore».

 

Servono 150 milioni di nuovi ulivi

Ma non tutto è ancora perduto. Si può invertire la rotta e riportare l’Italia al posto che le compete “attuando il prima possibile – propone Sicolo – un piano nazionale, articolato a livello regionale e di distretti produttivi, per la riconversione, la ristrutturazione e l’ammodernamento della olivicoltura italiana, anche tramite un processo di razionalizzazione fondiaria. Il settore olivicolo oleario italiano per tornare leader mondiale avrà bisogno di più di 150 milioni di nuovi ulivi in produzione e almeno 25 mila nuovi addetti che riequilibrino il ricambio generazionale nei campi, ora fermo sotto il 3%. Per l’olivicoltura sarebbe un passo straordinario essere riconosciuta alla stregua della vitivinicoltura nazionale, che ottiene il triplo delle risorse europee per gli investimenti e la promozione del comparto, per poter programmare con più dinamicità tutti gli interventi utili allo sviluppo e al rilancio del settore”.

Nel frattempo all’Italia resta indiscutibile soltanto il primato della qualità, ma è una magra consolazione.

L’olio extravergine di oliva? Bisogna assaggiarlo dice l’Onaoo. E a Expo un contest mondiale tra assaggiatori

L’industria olivicola nazionale, alfiere dell’olio extravergine d’oliva (sono oltre 40 gli oli Dop e Igp) sta guardando con una certa apprensione l’evolversi di questa stagione , dopo il disastro della campagna 2014-2015 che si è chiusa con un calo della prduzione del 50%. «La campagna olivicola 2014/2015 – commenta Marcello Scoccia, Capo Panel e Vice Presidente Onaoo –  verrà ricordata come una delle peggiori in Italia sia in termini qualitativi che quantitativi. Basti pensare che la produzione di oli vergini (in cui rientrano gli extra vergini di qualità, i vergini, i lampanti, cioè quelli di categoria inferiore) non ha superato le 200.000 tonnellate, in relazione alla media degli anni precedenti che si aggira sulle 300.000/400.000 tonnellate. Si è addirittura registrato un calo dell’80% in alcune Regioni del centro Italia. La causa principale? Il meteo e l’attacco da parte di parassiti (nel dettaglio, la mosca olearia “Bactrocera Olea”) che quest’anno si è propagata da Nord a Sud condizionando la quantità dell’olio».

Se a questo aggiungiamo chein Italia se ne consumano più di 650 mila tonnellate, si comprende che i ripetuti allarmi contro la presunta invasione di oli “taroccati” lanciate dalle organizzazioni agricole possono apparire strumentali. L’industria olearia ha sviluppato una grande maestria nella creazione di blend (di cui sci instoremag si è già occupato), su cui si è costruito il successo all’estero dell’olio evo italiano. Su un altro versante, l’Onaoo (, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva) ha sviluppato da quando è nata nel 1983 a Imperia, una metodologia di assaggio che consente di valutare la qualità dei prodotti. E non è un caso che siano ormai diversi i buyer delle catene distributive che hanno frequentato i suoi corsi.

Il Presidente Lucio Carli afferma che «Insegnare l’assaggio dell’olio di oliva è indispensabile affinché ogni individuo sappia utilizzare al meglio le proprie capacità di valutazione organolettica del prodotto e diventi così lui stesso il primo valutatore. Ma prima di difenderne la qualità è necessario conoscerne l’incredibile biodiversità: avere più di 40 DOP è straordinario, purtroppo nessuno le apprezza».

La figura dell’assaggiatore, spiega il responsabile scientifico di Onaoo Mauro Amelio, ha un ruolo fondamentale per le aziende, nella valutazione del prodotto finale, ma anche durante tutto il processo della filiera produttiva, importante nell’individuare gli eventuali “difetti dell’olio” che possono verificarsi prima o dopo la trasformazione delle olive. In tal modo, i produttori possono intervenire, risalendo all’origine del difetto e preservando le annate successive.

I corsi si tengono abitualmente presso la sede centrale di Imperia ma, vista la richiesta sempre più intensa, sono attivi anche i corsi online. Onaoo invia una campionatura di oli da analizzare col docente in una seduta telematica. Un servizio perfetto anche per i residenti all’estero o per gli stranieri, con lezioni in lingua. La scuola organizza, inoltre, corsi negli Stati Uniti, Sud Africa, Taiwan, Turchia, Tunisia e Marocco, intervallati da viaggi annuali in Spagna, Grecia, Marocco e Portogallo.

A Expo l’associazione sta preparando  la “Sfida Mondiale Assaggiatori Olio d’Oliva Onaoo (The Worldwide Olive Oil Tasters’Challenge by Onaoo)”. Il 13 Settembre presso il Padiglione Italia,  cinquanta concorrenti di tutto il mondo si sfideranno in due prove: una di assaggio e una teorica, con test di valutazione degli attributi organolettici positivi e negativi, individuazione e riconoscimento delle origini, ed un test sulle cultivar, le tecniche di coltivazione, produzione e trasformazione, l’analisi sensoriale, la legislazione, il mercato. In palio il trofeo di miglior assaggiatore mondiale di olio d’oliva.

Anche l’Olio Garda Dop a Tuttofood

Il Consorzio di Tutela Olio Garda DOP partecipa a Tuttofood (Pad. 2 Stand U16) in Fiera a Milano. Quattro giorni di fiera per raccontare e far assaggiare l’Olio Garda DOP grazie alla presenza dei produttori e soci del Consorzio di Tutela.
“Tuttofood quest’anno è una presenza per noi importantissima – sottolinea Andrea Bertazzi, Presidente del Consorzio – Milano in questi giorni avrà i riflettori puntati grazie anche alla concomitanza con Expo Milano 2015. Il primo maggio comincerà infatti questo grande evento proprio a pochi passi dal quartiere espositivo. Noi punteremo sul nostro olio DOP, un rappresentante per eccellenza della gastronomia italiana”.
Tuttofood è il primo impegno del Consorzio di Tutela Olio Garda DOP nel periodo di Expo. Tra le altre attività in programma da maggio a ottobre la partecipazione al contenitore di eventi promosso da Expo Veneto per la promozione dei prodotti DOP e IGP della regione (info www.expoveneto.it) e la Rassegna Valtenesi con Gusto e del Pesce di Lago, manifestazione che promuove l’olio del Garda attraverso i ristoratori del lago (info www.expo.bs.it).

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