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OGM: Stati liberi di vietare ma falle nella nuova legge

Ogni Stato membro dell’UE potrà limitare o vietare la coltivazione di colture contenenti organismi geneticamente modificati (OGM). Lo stabilisce la legge approvata ieri dal Parlamento europeo con 480 voti favorevoli, 159 voti contrari e 58 astensioni e che entrerà in vigore nella primavera del 2015. Un testo di compromesso che, se consente di fatto la scelta al singolo stato, secondo le associazioni del biologico non dà le dovute garanzie né agli agricoltori né al consumatore.

 

La nuova normativa

Oltre alla possibilità data agli Stati membri di vietare gli OGM (a oggi sono nove i Paesi che hanno fatto questa scelta, Italia compresa, mentre solo in quattro, e principalmente in Spagna, esistono coltivazioni OGM), si è ampliata la “rosa” delle motivazioni: non solo per ragioni di politica ambientale, diverse da quelle espresse nella valutazione dei rischi legati alla salute e all’ambiente effettuata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ma anche “altri motivi, quali gli obiettivi di pianificazione urbana e rurale, l’impatto socio-economico, per evitare la presenza involontaria di OGM in altri prodotti, e gli obiettivi della politica agricola“. Prima che uno Stato membro possa adottare tali misure, però, l’azienda che coltiva l’OGM oggetto del processo di autorizzazione può esprimere il suo accordo alle restrizioni prevista all’immissione in commercio. Tuttavia, nel caso la società non sia d’accordo, lo Stato membro può imporre il divieto in maniera unilaterale. L’accordo siglato prevede che gli Stati membri garantiscano “aree cuscinetto” in modo che le colture GM non contaminino altri prodotti e una particolare attenzione deve essere rivolta alla prevenzione della contaminazione transfrontaliera con i Paesi vicini. Il mais MON810 è attualmente l’unica coltura GM autorizzata e coltivata nell’UE.

 

“Ambiguità e vaghezze” per il mondo bio, soddisfazione da Coldiretti 

Una legge che secondo alcuni era “l’unico compromesso possibile” tra le fazioni opposte dopo quattro anni di trattative. Secondo le tre principali associazioni, AIAB, FederBio e Associazione Agricoltura Biodinamica, “Il voto di oggi, nonostante le innegabili ricadute positive, rischia di essere un regalo alle multinazionali del biotech. Allo stesso tempo, ponendo limiti all’obbligo di etichettatura, si ignora la volontà di gran parte dei cittadini che, a più riprese, hanno detto ‘no’ agli OGM”. Inoltre, ci sarebbero ambiguità e vaghezze sull’introduzione delle ragioni ambientali invocabili da ogni Stato per sostenere il divieto di coltivare prodotti transgenici. “Un notevole danno anche economico – sottolinea Carlo Triarico, presidente dell’Associazione Agricoltura Biodinamica – se si pensa al boom di domanda interna ed esportazioni che ha avuto negli ultimi anni l’agricoltura biologica e biodinamica. Così si tagliano le gambe a uno dei pochi settori in crescita, che fa dell’Italia un gioiello nella produzione dell’agroalimentare di qualità”.

Fortemente critici sinistra e verdi che hanno votato contro, “per il principio che un’azienda sia messa alla pari di uno stato e per l’assenza di sicurezze sulla protezione delle coltivazioni “altre” dalla contaminazione, per le quali nel caso non c’è la possibilità di chiedere un risarcimento”.

Soddisfatta invece Coldiretti: “La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l’Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 che si oppongono al biotech nei campi è una ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell’Unione – ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione da OGM a tutela della straordinaria  biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy.

Cpr System: anche il pallet può essere green

CPR SYSTEM, primaria azienda italiana che produce imballaggi  riutilizzabili a sponde abbattibili, conferma la sua vocazione alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente. I suoi pallet in legno hanno infatti ottenuto la certificazione forestale PEFC, che attesta la provenienza da aree boschive gestiste secondo criteri di sostenibilità.

Questo significa che la materia prima legnosa utilizzata deriva da foreste gestite in maniera sostenibile secondo rigorosi disciplinari che obbligano alla conservazione della foresta come habitat per animali e piante; al  mantenimento della  funzione protettiva delle foreste nei confronti dell’acqua, del terreno e del clima; alla tutela della biodiversità degli ecosistemi forestali; alla verifica dell’origine delle materie prime legnose; alla esecuzione del taglio delle piante rispettando il naturale ritmo di crescita della foresta; al rimboschimento delle aree tagliate o alla rigenerazione e rinnovo naturale e infine alla tutela dei diritti e della salute dei lavoratori e dei proprietari forestali.

La certificazione ottenuta da CPR SYSTEM è un nuovo tassello che conferma l’attenzione dell’azienda romagnola verso le tematiche ambientali, partita con l’utilizzo di imballaggi in plastica riutilizzabili e riciclabili movimentati con il sistema a ciclo chiuso a impatto ambientale zero. Non solo. Il  Pallet di legno verde di CPR SYSTEM, grazie al sistema di gestione efficiente, ha costi di utilizzo molto competitivi rispetto ai concorrenti, oltre al nuovo, importante plus a livello ambientale.

L’utilizzo  dei pallet CPR SYSTEM non è destinato solo all’ortofrutta, è infatti attivo da qualche mese anche con il segmento deperibili a marchio Conad grazie al quale si stanno sviluppando importanti movimentazioni con potenziali di sviluppo anche nei prossimi mesi.

Il sistema Pallet di CPR SYSTEM  e’ operativo dal 1 aprile 2009 ed in cinque anni di attività è stato in grado di offrire agli oltre 1000 soci una modalità di movimentazione competitiva  che ha raggiunto oggi numeri al di sopra delle aspettative, con circa 5 milioni di movimentazioni e un trend in crescita.

I pomodori Datterini Così Com’è anche freschi

Cosi-Com-e_vaschetta-datterino-rosso_sCosi-Com-e_vaschetta-datterino-giallo_sRaccolti nella Piana del Sele e immediatamente confezionati: sono i datterini freschi Così Com’è, marchio di Finagricola che coltiva i datterini (giallo, rosso e pizzutello) controllando l’intera filiera produttiva, dalla scelta dei semi alla raccolta. Sono inoltre coltivati utilizzando il metodo della lotta integrata, con particolare attenzione alla qualità di ogni singolo pomodoro che viene confezionato, in modo da garantire l’arrivo sugli scaffali prima e sulla tavola dopo nelle migliori condizioni. Le vaschette infatti ne preservano il profumo, il colore e il sapore intenso.

I pomodorini freschi sono l’ultima estensione dell’offerta di Finagricola, che comprende una gamma completa di prodotti in vetro, sempre delle tre varietà di pomodorini nelle varianti al naturale, in succo e pelato in succo. Sono prodotti anche quattro sughi, due al basilico e due all’arrabbiata con datterini rossi e datterini gialli. La gamma Così Com’è è già presente sugli scaffalio della Gdo e nel reparto freschi di diverse cinsegne, tra le quali Esselunga, A&O, Famila e Sì Con Te. E Eataly.

Nei punti vendita Pam e Panorama arriva il nutrizionista

logo_campagna[1]In 132 punti vendita Pam e Panorama i colori e le proprietà nutrizionali di frutta e verdura diventano protagonisti con il sostegno alla campagna “Nutritevi dei colori della vita”, promossa da Unaproa ((Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio) con il cofinanziamento dell’Unione europea e dello Stato italiano. La campagna, rifinanziata per il triennio 2015-2017 è già in corso da tre anni e ha già coinvolto l’insegna Pam in iniziative di promozione (vedi l’immagine in alto).

Così in tre periodi tra novembre e fine gennaio tra i banchi di vendita dell’ortofrutta, grazie a colorati allestimenti, alla Guida ai colori del benessere e ai consigli dal vivo dei nutrizionisti (presenti in 115 dei 132 punti vendita aderenti all’iniziativa), i consumatori potranno fare la conoscenza con i suggerimenti di salute della campagna di Unaproa, incentrata sul fatto che, come sottolineano più numerosi studi scientifici, con almeno 5 porzioni giornaliere tra frutta e ortaggi di 5 colori diversi (giallo-arancio, bianco, rosso, verde, blu-viola) possiamo garantire al nostro organismo il giusto apporto di nutrienti e fitocomposti  per mantenerci in salute.

«Per Pam Panorama il settore dei freschi è sempre stato un fiore all’occhiello». Afferma il direttore marketing di Pam Panorama Michela Airoldi. «Frutta e verdura nei nostri punti vendita arrivano sempre freschi, da fornitori selezionati e in buona parte da agricoltori vicini ai nostri punti vendita. Mettere al centro la salute delle persone è un tema che ci appassiona e su cui abbiamo deciso di puntare con questa importante iniziativa promossa da Unaproa».

La campagna prevede la diffusione di comunicati radio, presso il circuito CNR, che invitano il pubblico a recarsi nei punti vendita in cui si svolge l’operazione.

Sipo porta i buyer internazionali “in campo”

Una fase della lavorazione in stabilimento.

SIPO visita guidata clienti esteriSi parte dal campo per arrivare alla tavola: e quindi Sipo, azienda romagnola attiva nel mercato dei prodotti ortofrutticoli di I e di IV gamma, ha colto l’occasione della rassegna Macfrut per coinvolgere buyers e importatori della Gdo provenienti da tutto il mondo in una “visita tecnica in campo”. Approfittando della vicinanza con la fiera, il gruppo di operatori esteri, provenienti da Ungheria e Giappone, Austria e Polonia, Germania e Inghilterra, è stato accompagnato a visitare oltre 45 ettari coltivati a lattuga, indivia, cavolo, finocchi, cavolo nero, cavolo cinese, cavolo cappuccio, sedano, pan di zucchero e diverse varietà di zucche. Una sorta di “stand fieristico all’aperto”, dove i responsabili di Sipo hanno potuto evidenziare le caratteristiche dei prodotti e le tecniche di coltivazione.

“Abbiamo avviato un processo di internazionalizzazione che ci ha portato in diversi Paesi dell’Europa Nord Orientale e più in generale in tutte quelle aree contraddistinte da un elevato potere di acquisto e da condizioni climatiche avverse alle produzioni agricole” ha dichiarato Massimiliano Ceccarini, Development Manager di SIPO.

L’interesse per i mercati esteri non si fermerà all’export del prodotto: l’azienda sta pensando infatti di “esportare” anche le colture. Sono già partiti i test per la produzione di cavolfiori, rucola e sedano in Serbia nelle campagne vicino a Belgrado. Obiettivo: avviare la produzione locale degli ortaggi a foglia con lavorazione in loco, per poi costituire una filiale produttiva e commerciale nell’ex Paese yugoslavo.

Nuovo mix da 400 grammi di spicchi di mela da Vog Products

_D4Z6080BTutti i colori della mela in un mix di spicchi freschi già tagliati, lavati e pronti al consumo in una pratica busta da 400 grammi. È l’ultima novità di Leni’s, il brand degli specialisti dei trasformati a base di mela Vog Products.

Il mix da 400 grammi, che affianca il tradizionale formato da 80 grammi, contiene spicchi di mele rosse Gala e Fuji, di verde Granny Smith e di gialla Golden Delicious con una shelf life di due settimane.

“Si tratta di un prodotto innovativo per il mercato italiano – ha dichiarato il direttore di Vog Products Klaus Gasser – perché per la prima volta spicchi di mela gialli, rossi e verdi sono proposti insieme, per soddisfare al meglio il pubblico sempre più numeroso degli appassionati dei nostri snack di mela”.

Gli spicchi di mele affiancano le altre proposte Leni’s per il reparto ortofrutta: le spremute 100% mela non da concentrato, nei formati da 1 l e 250 ml, e la mousse di pura mela in vasetto di vetro.

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