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Al via le nuove regole per la IV gamma. L’UNC chiede “controlli a tappeto”

Mai più sopra gli 8°C e indicazioni chiare sulle confezioni circa conservazione, preparazione e durata: sono le nuove regole in vigore da pochi giorni sui pro​dot​ti or​tofrut​ti​col​i di IV gamma.

Ecco le principali regole, pre​vi​ste dal de​cre​to at​tua​ti​vo 20 giu​gno 2014 dell​’art. 4 della legge n. 77/2011:

1) Nei sup​er​mer​ca​ti e nei ne​go​zi i pro​dot​ti or​to​frut​ti​col​i di IV gamma do​vran​no es​se​re man​te​nu​ti ad una tem​pe​ra​tu​ra in​fe​rio​re a 8°C.

2) È cons​en​tit​a l’ag​giun​ta di in​gre​dien​ti di ori​gi​ne ve​ge​tal​e non fre​schi o secchi, ma in quan​ti​tà non supe​rio​re al 40% del pro​dot​to fi​ni​to.

3) Sulla con​fez​io​ne do​vran​no es​se​re ri​por​ta​te,“in un punto evi​den​te dell​’e​ti​chetta, in modo da es​se​re fa​cil​men​te vi​si​bil​i e chia​ra​men​te leg​gi​bi​li“:

a) “pro​dot​to (op​pu​re il tipo di pro​dot​to, ad es. in​sal​a​ta) la​va​to e pron​to per il con​sumo“, o “pro​dot​to lava​to e pron​to da cuo​ce​re“;
b) le istru​zio​ni per l’uso per i pro​dot​ti da cuo​ce​re;
c) la di​ci​tu​ra: “con​ser​va​re in fri​go​ri​fe​ro a tem​pe​ra​tu​ra in​fe​rio​re agli 8°C“;
d) la di​ci​tu​ra: “con​su​ma​re entro due gior​ni dall​’a​per​tu​ra della con​fe​zio​ne e co​mun​que non oltre la data di sca​den​za”, a meno che il pro​dot​to non sia da cuo​ce​re nella con​fe​zio​ne in​te​gra.

In questo modo, non sarà più possibile farintendere tra prodotti lavati e pronti all’uso con quelli da cuocere. Inoltre, l’obbligo di mantenere il prodotto a una temperatura inferirore agli 8°C vale lungo tutta la filiera, carico/scarico, stoccaggio in magazzino e trasporto inclusi.

 

Controlli a tappeto

L’UNC, Unione Nazionale Consumatori, chie​de alle au​to​ri​tà com​pe​ten​ti di effettuare con​trol​li a tappeto per ac​cer​ta​re eventuali vio​la​zio​ni ed in​vi​ta il con​su​ma​to​re a se​gna​la​re inos​ser​van​ze. Tra i nuovi obb​li​ghi, sotto la lente c’è quello di manten​e​re i pro​dot​ti or​to​frut​ti​col​i ad una tem​pe​ra​tu​ra inferio​re a 8°C, e non tutti i punti vendita sono at​trez​za​ti con fri​go​ri​fe​ri adat​ti. “Sono prod​ott​i che si sono af​fer​ma​ti sul mer​ca​to per la loro como​di​tà e pra​ti​ci​tà, anche se, ov​via​mente, que​ste qual​i​tà si paga​no. Le nuove dis​po​si​zioni sono un passo avan​ti in ma​te​ria di si​cu​rez​za ali​men​ta​re e verso la traspa​ren​za e la cor​ret​ta in​for​ma​zione del con​su​ma​to​re. Un raff​or​za​men​to delle sue tu​tel​e, anche se alcune pre​vi​sio​ni po​tran​no com​por​ta​re un au​men​to dei costi” ha di​chia​ra​to Ago​sti​no Macrì, responsabile dell’A​rea si​cu​rez​za ali​men​ta​re dell​’Unione Na​zio​nal​e Con​su​ma​to​ri.

In ogni caso,  i pro​dot​ti eti​chet​ta​ti o im​mes​si in com​mer​cio non con​for​mi alle nuove di​spo​si​zio​ni potran​no es​se​re com​mer​cial​iz​za​ti fino a esau​ri​men​to delle scor​te e, quin​di, al​me​no per al​cu​ne di queste re​gol​e, come per l’e​ti​chet​ta​tu​ra (ma non per la con​ser​vaz​io​ne a -8°C), po​treb​be es​ser​ci qualche gior​no di tol​le​ran​za prima che scat​ti​no le san​zio​ni, ma trattandosi di prodotti freschi, l’UNC giudica che questo si proprogherà “al mas​si​mo fino al 20 ago​sto”.

Packaging flessibili confezione del futuro? Saranno 800 miliardi nel 2018

Sono pratici, leggeri e duraturi, occupano poco spazio negli armadi, si danneggiano meno facilmente e sono più leggeri da trasportare: per questo motivo i packaging flessibili avranno un ruolo sempre più determinate in futuro. Secondo la società di ricerche Canadean, nel 2018, solo per i prodotti alimentari, raggiungeranno quota 800 miliardi (per l’esattezza, 786.095 milioni) di pezzi, salendo a una quota di mercato del 53,1%.
Una delle aree più promettenti è quella degli Instant Meal e degli snack, ma anche delle confezioni per microonde che promettono di andare a sostituire gradualmente le confezioni di alluminio “che grazie al rivestimento di plastica esterno sono concepite per raffreddarsi velocemente mentre il contenuto resta caldo, e ciò consente al consumatore di mangiarlo subito dopo che è stato estratto dal forno” spiega Kirsty Nolan, analista di Canadean. Un’atout non trascurabile in questa nostra società sempre più di corsa.
Gli imballaggi flessibili innovativi insomma stanno gradualmente andando a sostituire, secondo Canadean, quelli in vetro, metallo e carta. “Il mercato degli imballaggi flessibili per alimentari crescerà di 2.489 unità dal 2014 al 2017, con un aumento del 14,9%. Gli imballaggi in metallo vedranno la crescita più esigua, aumentando di un mero 2,5%” dice ancora Nolan.

Dalla Pop Art ai Foodies.. il restyling di Campbell's passa per i packaging flessibili.
Dalla Pop Art ai Foodies.. il restyling di Campbell’s passa per i packaging flessibili.

A prova di ciò anche la mitica Campbell’s, assurta alla storia dell’arte grazie ai quadri raffiguranti i suoi metallicissimi barattoli di zuppa firmati Andy Wharol, vera icona della Pop Art, ha lanciato recentemente sul mercato le Go Soup: target, i Millennials foodie in carenza di tempo.

I gusti sono stati pensati per attirare consumatori più avventurosi, e hanno anche un fondo trasparente che consente di vedere gli ingredienti i contenuti prima dell’acquisto.

 

I plus degli imballaggi trasparenti secondo Canadean

– costi ridotti grazie alle sottili pareti di plastica e all’assenza di packaging esterno
– confezioni facili da aprire e richiudibili
– scarti minimi se si utilizzano materiali biodegradabili multi-strato che aumentano anche la durata a scaffale

Polimi e IIT brevettano l’Etichetta dinamica, “parlante”, economica e sostenibile

Ha tutto le qualifiche per diventare l’etichetta per imballaggi del futuro: è parlante, ovvero riporta su un display tutta una serie di informazioni utili. È sostenibile, cioè riciclabile perché interamente realizzata con materiali recuperabili: tutti i componenti elettronici sono plastici o facilmente separabili dalla plastica e tutti i materiali elettronici della componentistica sono caratterizzati da una bassa temperatura di fusione che permette il recupero di metalli o ossidi di metallo tramite filtraggio. Inoltre, il display che si autoalimenta con energia solare. Infine, è economicamente sostenibile.

Denominata “Etichetta Dinamica, è un brevetto di IIT, Istituto Italiano di Tecnologia e PoliMi – Politecnico di Milano. Può essere stampata o integrata sulla confezione di carta o plastica.

L’etichetta è dotata di una sorgente energetica fotovoltaica che autoalimenta un modulo di controllo (transistor a film sottile organico a bassa tensione di alimentazione) e un display di visualizzazione (realizzato nella forma di uno strato di materiale elettro-cromico). Il modulo di controllo è predisposto per inviare al display i messaggi desiderati.
L’etichetta, infine, è compatibile con gli attuali processi di produzione degli imballaggi, aggiungendo un costo trascurabile.

Infografica: da social, blog e forum il packaging alimentare sotto la lente. E gli sfusi sono graditi

In Italia si stima che l’industria alimentare nel corso dell’ultimo anno siano state “movimentate” 3.,5 milioni di tonnellate di imballaggi. Nonostante Conai e Federalimentare citino dati confortanti a testimonianza dell’impegno che si sono assunti in tema di miglioramento dell’efficienza per quanto riguarda il packaging e l’imballaggio, tra cui la riduzione del 40% degli imballaggi rispetto a 10 anni fa, il popolo della rete quando scrive in tema di packaging è fortemente negativo. Il 74% esprime pareri sfavorevoli e negativi sull’imballaggio alimentare, contro il 21% di giudizi positivi e il 5% di neutri. In particolare il 26% di questi ultimi si riferisce alle informazioni in etichetta, alla praticità e funzionalità del pack, dei formati, alla funzione di conservazione degli alimenti. Al contrario e specularmente, i pareri negativi riguardano l’impatto ambientale dei materiali utilizzati, lo smaltimento e la dispersione nell’ambiente (per 3 dei sei materiali utilizzati), il fatto che l’imballaggio non favorisce le logiche di localismo e di produzione a chilometro zero, la mancanza di informazioni sul prodotto o una scarsa chiarezza in etichetta, la mancanza di determinati formati, la scarsa praticità.

packaging_web research

Se il 76% dei pareri non negativi è rinvenuto nei Social, il 78% dei pareri negativi è invece stato intercettato in Blog e Forum e un andamento analogo ha anche la ripartizione tra Influencer (72% tra i negativi) e Naviganti (79% tra i favorevoli), a testimonianza del fatto che l’impatto ambientale degli imballaggi alimentari è un tema che scalda gli animi.

Ricordiamo infatti che più il dibattito si svolge nei Social più l’argomento è trattato in maniera generalista; quando invece se ne scrive in ambienti web dedicati la materia è trattata con maggiore conoscenza e approfondimento. Inoltre precisiamo che con Influencer indichiamo quei naviganti ritenuti dagli altri fonte attendibile nell’80% dei casi e che la media web nazionale di Influencer è il 20%: è indicativo che nel caso dei pareri negativi gli Influencer siano 3 volte e mezzo la media web nazionale.

Precisiamo di avere escluso per scelta metodologica siti proprietary, articoli della stampa specializzate e news, per analizzare unicamente il sentiment che i consumatori hanno lasciato spontaneamente nel web nazionale.

I prodotti sfusi

L’analisi semantica dei testi rinvenuti, effettuata con i software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali, ha permesso di individuare un argomento menzionato nel 26% dei casi e sempre positivamente: l’elogio dei prodotti sfusi o alla spina.

Abbiamo ritenuto che questo argomento meritasse un approfondimento.

Da quando nel 2012 a Berlino nacque Original Unverpackt, per iniziativa di due giovani imprenditrici (Sara Wolf di 23 anni e Milena Glimbovski di 30, che si finanziarono col crowfunding), hanno iniziato a diffondersi in tutta Europa e quindi anche in Italia, negozi dove è possibile acquistare prodotti sia alimentari che cura-casa, cura–persona e in alcuni casi anche per l’infanzia e pet care, non confezionati.

Altra peculiarità di tali negozi alla spina sono l’approvvigionamento da produttori locali, la vendita di prodotti Bio ed equosolidali.

In Italia sono nate alcune catene/franchising, cooperative oltre a numerosi negozi singoli (privati) abbastanza conosciute dal popolo del web.

I prodotti citati, per quanto riguarda l’acquisto in negozi alla spina, si accorpano nelle varie categorie vedono ovviamene gli alimentari primeggiare, seguiti dalla cura casa. Più distanziati la cura persona, il Pet e altri prodotti. Nell’infografica, un dettaglio delle ricorrenze dei diversi prodotti alimentari.

E le insegne della Gdo?

Non sono certo rimaste a guardare questo nascente mercato e si sono parzialmente attivate.

La frequenza di citazione di insegne della GDO menzionate quando si parla di prodotti alla spina (menzioni multiple) riguarda però solo cinque insegne e quattro gruppi: Auchan/Simpòy, Coop, Conad, Crai.

È doveroso precisare che stando al popolo della rete ci si reca presso Coop e Conad quasi esclusivamente per acquistare biodetersivi alla spina; da Auchan / Simly e Crai non solo per i detersivi ma anche e soprattutto per gli alimentari sfusi (poche ma statisticamente rappresentative anche le citazioni per il petfoood alla spina).

Segnaliamo che Crai, per lo studio di fattibilità e la realizzazione del progetto, si è affidata alla consulenza di una Onlus – Plef (Planet Life Economy Foundation) – e ciò è premiato dai consumatori che lo menzionano nel 22% dei casi (fatto 100 il totale dei pareri intercettati su Crai e la spesa alla spina).

Quanto alle motivazioni d’acquisto, ai primi due posti si posizionano i prodotti ecologici e bio e il fatto che si pensa siano cibi più sani e salutari. A seguire la consapevolezza di ridurre gli imballaggi, il risparmio di denaro, il localismo dei prodotti e la riduzione di emissioni di CO2.

Si digita per commentare l’imballaggio dei prodotti alimentari e la spesa alla spina quasi esclusivamente dal Nord (46%) e dal Centro (39%); più donne (61%), di età giovane – media (fascia 18 – 45 anni: 72%), di cultura media-medio/alta (68%); soprattutto residenti in aree metropolitane (38%) e urbane (32%).

Conclusioni

Il popolo della rete domestica è pesantemente schierato contro l’imballaggio dei prodotti alimentari; come sempre non entriamo nel merito delle ragioni alla base del sentiment che analizziamo; sicuramente il web è una grande cassa di risonanza soprattutto per le criticità che suscitano spesso fenomeni virali; di contro anche istituzioni ed associazioni si sono attivate da oltre un decennio per la riduzione del packaging e sono sempre più i consumatori che premiano questi comportamenti; sicuramente la GDO è in ritardo; quando i netsurfer nazionali digitano di spesa alla spina comunque le motivazioni salutiste sono superiori a quelle ecologiste.

 

Gian Marco Stefanini

www.web-research.it

 

Ulteriori dati sulla web research effettuata sono disponibili contattando
www.web-research.it Srl

È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico. Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring.

 

Delverde renews the pack to exploit its water

The new brand image and new packaging of Pastificio Delverde have been presented at Expo, in the Federalimentare CIBUS E’ ITALIA Pavilion.

The pack is designed not only to have maximum visibility and differentiation on the shelf but also to satisfy the most demanding consumers, with a series of value-added services, such as geolocalised QR code, which immediately provides a variety of recipes in different languages, and the inclusion “split-second” cooking times to ensure optimal results.

The focus of the new image concentrates on the uniqueness of the processing of the pasta that takes place in the Maiella National Park, thanks to the work of master pasta makers that combine the best durum wheat semolina with the purest water from the Spring of the River Verde. And the new communication focuses precisely on this very ancient spring, dating back more than 7 million years, from which Delverde draws a microbiologically pure and multi-mineralised water, full of important elements (such as calcium, phosphorus, potassium and magnesium) which are also transferred to the pasta. The water is used directly in the production process (without storage, filtration, chlorination or thermal treatment), after having been drawn at a depth of 80 metres at the natural temperature of 8°C, considered ideal for kneading and for those working with low drying, since it creates the best conditions for protection of the gluten and allows a pasta with good consistency and stability during cooking to be produced.

The new brand image enhances the role of the water through the new logo, simpler and more essential, with its clean design, evoking the purity of the ingredients. First and foremost, of course, the water, an iconic element which is the protagonist of the new pack, where we find the distinctive image of the drop (as a window or as a graphic representation) as well as a pictogram representing a seal depicting the spring of the River Verde, emphasising the link between water and pasta.

The graphic restyling was entrusted to Saatchi & Saatchi. The launch of the new pack will be supported in store by updated POP materials to communicate the new brand image, as well as by an international press campaign that will have as its main focus water and which will run in the main markets of the brand, Canada and Brazil first of all and, of course, Europe.

“We could not be missing at the biggest event ever organised on food and nutrition – said Luca Ruffini, Managing Director of Delverde – and we thought that Expo 2015 could be the best opportunity to present ourselves with a new image, which fully represents our values as a “premium” pasta manufacturer. Our philosophy is closely linked to the excellence typical of Made in Italy, that every day we seek for our consumers, thanks to the experience acquired in production processes and to the extraordinary raw materials available to us, first and foremost, the pure water of the Spring of the River Verde”.

Delverde rinnova il Pack a Expo per valorizzare la sua acqua

È stato presentato a Expo, dove si trova nel padiglione CIBUS E’ ITALIA di Federalimentare, la nuova immagine di marca e il nuovo packaging di pastificio Delverde.

Il pack è pensato non solo per avere massima visibilità e distintività sullo scaffale ma anche per venire incontro al consumatore più esigente, con una serie di servizi a valore aggiunto, come il QR code geolocalizzato, che fornisce immediatamente una varietà di ricette in lingue diverse, e l’inserimento di tempi di cottura che “spaccano il secondo” per garantire un risultato ottimale.

Il focus della nuova immagine punta sull’unicità nella lavorazione della pasta che nasce nel Parco Nazionale della Maiella, grazie al lavoro di maestri pastai che uniscono le migliori semole di grano duro all’acqua purissima della Sorgente del fiume Verde. E la nuova comunicazione verte proprio su questa antica sorgente, di oltre 7 milioni di anni, da cui Delverde attinge un’acqua batteriologicamente pura, oltre che oligominerale, e per questo ricca di importanti elementi (quali calcio, fosforo, potassio e magnesio) che vengono trasferiti anche alla pasta. L’acqua è utilizzata direttamente nel processo produttivo (senza stoccaggio, filtraggi né clorazione o trattamenti di tipo termico), dopo essere stata prelevata a 80 metri di profondità, alla temperatura naturale di 8 °C, considerata ideale per l’impastamento e per chi lavora a bassa essiccazione, in quanto crea le migliori condizioni per la protezione del glutine e consente di produrre una pasta con elevata consistenza e capacità di tenuta in cottura.

La nuova brand image valorizza il ruolo dell’acqua tramite il nuovo logo, reso più semplice ed essenziale, dal disegno pulito, che evoca la purezza degli ingredienti, primo tra tutti, appunto, l’acqua, elemento iconico protagonista sui nuovi pack, dove troviamo l’immagine distintiva della goccia (come finestra o come riproduzione grafica) nonché un pittogramma che rappresenta un sigillo con la raffigurazione della sorgente del Fiume Verde, ad enfatizzare il legame tra acqua e pasta.

Il restyling grafico è stato affidato alla Saatchi & Saatchi. Il lancio del nuovo pack sarà sostenuto sul punto vendita da materiali pop aggiornati per comunicare la nuova immagine di marca, nonché da una campagna stampa internazionale che avrà come focus principale l’acqua e che sarà declinata nei principali mercati del marchio, Canada e Brasile in primis, e naturalmente Europa.

“Non potevamo certo mancare al più grande evento mai organizzato sull’alimentazione e sulla nutrizione – ha dichiarato Luca Ruffini Ceo Managing Director Delverde – e abbiamo pensato che Expo 2015 potesse essere l’occasione migliore per presentarci con una nuova immagine, che rappresenta in pieno i nostri valori di pastificio “premium” la cui filosofia è strettamente legata all’eccellenza tipica del Made in Italy, che quotidianamente ricerchiamo per i nostri consumatori, grazie all’esperienza maturata nei processi di produzione e alle straordinarie materie prime a nostra disposizione, prima tra tutte l’acqua purissima della Sorgente del Fiume Verde”.

Dal pesce ai succhi, l’HPP li conserva più naturali e più a lungo

HPP ovvero High Pressure Processing è una tecnologia di conservazione a freddo e ad alte pressioni. Un metodo innovativo, tanto da essere presente nel supermercato del futuro di Coop a EXPO con i prodotti ittici. In Italia la prima realtà imprenditoriale ad offrire il servizio di trattamento degli alimenti con la tecnologia delle alte pressioni in modo dedicato è la start up parmense HPP Italia, che opera grazie alla partnership tecnologica esclusiva con la statunitense Avure, leader mondiale nel settore. Tra i vantaggi della tecnica ci sono la sicurezza alimentare totale garantita al consumatore, con benefici in termini di brand protection per l’industria alimentare e il mondo GDO, la shelf life allungata, per competere con successo su mercati sempre più lontani, e il mantenimento delle proprietà nutrizionali della materia prima. Sotto il profilo della sicurezza alimentare, la tecnologia HPP assicura l’eliminazione dai prodotti alimentari di forme microbiche pericolose per la salute umana. «Gli alimenti che subiscono il trattamento HPP – continua Gherri – hanno quindi un grande appeal sia per il consumatore finale, che sempre più richiede cibi di qualità, sani e sicuri, sia per l’industria alimentare e il mondo GDO, perché neutralizzare potenziali minacce come l’Escherichia coli, la Salmonella e la Listeria monocytogenes è importante in termini di brand protection». Sul fronte della shelf life, nel caso del pesce, il prodotto ittico trattato, rispetto a quello fresco, ha una vita commerciale da due a 5-6 volte maggiore. Ma a quali alimenti si presta di più la tecnologia di conservazione a freddo? «Il pesce innanzitutto. Non solo la tecnologia ne preserva le caratteristiche di healthy food, ma lo rende anche più facile da utilizzare in cucina, permettendo di sviluppare prodotti Ready-to-Eat o pronti da cuocere, senza che il consumatore debba impegnarsi in operazioni di pulizia e preparazione, che richiedono un minimo di perizia» spiega il CEO di HPP Italia Giulio Gherri. Altri prodotti trattati con la tecnologia delle alte pressioni sono marmellate, paste, sughi, piatti precucinati a base di carne, salumi stagionati e ingredienti come spezie e basi per i gelati artigianali. Il metodo HPP si applica sia ad alimenti solidi che liquidi. Come i succhi di frutta, ultimo prodotti presentato da HPP Italia. «Rispetto ad un analogo prodotto pastorizzato tradizionalmente, il succo di frutta trattato con le alte pressioni conserva sia il contenuto di vitamine e minerali che le proprietà nutritive e organolettiche della frutta fresca: il “segreto” di questo risultato sta nel fatto che l’HPP è un processo a freddo – dice Gherri -. Inoltre la tecnologia HPP aiuta a contrastare il fenomeno dell’ossidazione della frutta, con vantaggi in termini di gusto, e garantisce l’assenza di batteri pericolosi per la salute umana».

Pizza Hut trasforma il cartone di pizza in un proiettore

È proprio vero non ci sono limiti alla creatività umana quando si tratta di vendere. Pizza Hut, nota catena di ristorazione fast con locali in tutto il mondo, ha lanciato ad Hong Kong un servizio di consegne davvero originale: la pizza ordinata non solo arriva a casa in una scatola a scelta tra quattro “temi”, ma si trasforma in un proiettore che consente di guardare un film.
Proprio la coppia pizza e film, amata in tutto il mondo evidentemente, è stata la molla che ha fatto scattare l’idea dei creativi dell’agenzia Reed Collins: perché non fornire al cliente entrambi, in una volta sola?

Dentro la scatola c’è una lente per proiettare sulla parete, sistemata nell’apposito slot del cartone, le immagini del film scelto, visualizzate dal proprio smartphone grazie a un QR Code. Il cartone è, ça va sans dire, a tema cinematografico: fantascienza, romantico, horror o avventura. Nel video è svelato il funzionamento del tutto.

Non è la prima volta che Pizza Hut utilizza la tecnologia per migliorare l’esperienza del cliente, intrattenendolo. Come con la pizza costruita e ordinata su un tavolo con schermo touch screen. Si chiama entertainment (o pizza-tainment com è stato chiamato). Buona visione!

 

Look più colorato e pop, così la birra Dreher ha più impatto a scaffale

Un’esplosione di colore e una bottiglia dalla linea esclusiva: così Dreher affronta l’estate 2015 rinnovando completamente il packaging (etichetta, logo, bottiglia, tappo, lattina) della famiglia di birre a partire dalla storica Lager e dalla categoria delle Limone Radler e Limone Zero Radler, quest’anno arricchita dalla referenza Pompelmo Radler.

Disegnata appositamente per Dreher dall’agenzia dBOD di Amsterdam, la nuova bottiglia è caratterizzata dal collo allungato che ne esalta la silhouette elegante e dai colori vivaci dell’etichetta e del cluster in cartoncino che la fa risaltare su uno scaffale particolarmente affollato come è quello della birra.

Da Conai 200mila euro per i packaging “green”

Non c’è dubbio che quello della sostenibilità, dei processi produttivi ma anche del packaging, sia un tema sempre più forte che ogni azienda specie nel food dovrebbe prendere in considerazione. Alcune insegne della GDO si sono spese in prima persona, come Unes con gli imballaggi dell’acqua, ma le aziende eco consapevoli anche quest’anno avranno un motivo in più, oltre alla responsabilità sociale e ambientale, per valorizzare il proprio approccio green. È infatti partita la seconda edizione del “Bando CONAI per la prevenzione – Valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballaggi” promosso da CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, per premiare le soluzioni di packaging più innovative ed ecosostenibili immesse sul mercato nel biennio 2013-2014.

Al bando potranno partecipare tutte le aziende consorziate che hanno rivisto il proprio packaging in ottica di innovazione e sostenibilità ambientale, agendo su almeno una di queste leve: riutilizzo, risparmio di materia prima, ottimizzazione della logistica, facilitazione delle attività di riciclo, utilizzo di materie provenienti da riciclo, semplificazione del sistema di imballo e ottimizzazione dei processi produttivi.

Le proposte dovranno essere presentate entro il 31 luglio 2015 scaricando l’apposito bando dal sito dell’associazione. Saranno quindi analizzate attraverso lo strumento Eco Tool di Conai, che permette di calcolare, attraverso un’analisi LCA semplificata, gli effetti delle azioni di prevenzione attuate dalle aziende sui propri imballaggi attraverso una comparazione prima-dopo in termini di risparmio energetico, idrico e di riduzione delle emissioni di CO2.
Il Consorzio Nazionale Imballaggi metterà a disposizione dei progetti meritevoli un monte premi di 200.000 euro, di cui 60.000 euro destinati ai sei casi più virtuosi.

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