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Anche Penny Market attiva Apple Pay

Si estende la funzionalità di Apple Pay alle insegne della Gdo: da oggi è possibile effettuare transazioni più veloci e sicure con il nuovo servizio Apple Pay attivo in tutti i punti vendita Penny Market, sui dispositivi POS che presentano il logo Contactless.

Il Gruppo si rinnova e decide di investire sull’innovazione del sistema dei pagamenti per andare incontro alle esigenze dei consumatori del futuro, garantendo rapidità, sicurezza e privacy per tutti i clienti del nuovo servizio.

«Il nostro impegno quotidiano è quello di garantire una spesa facile, conveniente e veloce a tutti i nostri clienti. Con l’abilitazione di questo nuovo servizio di pagamento in mobilità vogliamo rispondere soprattutto alle necessità dei nostri clienti garantendo comunque la massima sicurezza che caratterizza Apple Pay» commenta Roberto Fagnani, Amministratore Delegato di Penny Market.

 

Come funziona Apple Pay

Per poter utilizzare Apple Pay basta essere muniti di un dispositivo Apple collegato ad una carta di credito del circuito Mastercard o Visa erogata da Unicredit. In alternativa si può utilizzare anche una carta di debito V Pay e Maestro, anche in questo caso erogata da Unicredit.

Il numero della carta non viene registrato né sul dispositivo POS né sui server di Apple ma viene assegnato un codice univoco crittografato chiamato Device Account Number, salvato nel Secure Element del proprio dispositivo. In questo modo ogni transazione è autorizzata con un codice di sicurezza dinamico univoco.

Per pagare basta un semplice tocco: avvicinando il dispositivo Apple abilitato al POS Penny Market e tenendo il dito sul sensore Touch ID o premendo due volte il tasto laterale di Apple Watch. Una notifica segnalerà l’avvenuto pagamento.

Per poter configurare Apple Pay sul proprio dispositivo si possono seguire le istruzioni riportate sul sito Apple

Leggi anche: Apple Pay arriva in Italia, e Carrefour rende subito disponibili i pagamenti

Instant Payments, in Italia crescono lentamente, ma il futuro è qui

Gli instant payments crescono (lentamente) in Italia, e questo consentirà di attenuare il costo sociale dell’uso del contante, che gli esperti calcolano tra gli 8 e i 10 miliardi all’anno. Lo dice uno studio Deloitte sui trend evolutivi della “payment industry” in Italia e nel mondo che analizza le tendenze attuali e fino al 2020.

 

Italia nelle retrovie: nel 2020 ancora il 70% in contanti

Secondo il report ancora nel 2017 il 73,7% del volume delle transazioni nel nostro Paese avviene in contanti (nel 2014 eravamo al 77,2%), e questo dato scenderà lentamente nei prossimi anni, attestandosi appena sotto il 70% (69,4%) nel 2020. Il resto delle transazioni avviene con le carte di debito (8,6%, mentre nel 2014 era il 6,6% e nel 2020 sarà il 10,5%), con bonifici Sepa (oggi 6,8%, nel 2014 6,4%, nel 2020 7,3%), con carte di credito (3,3%, tre anni fa 3,1%, tra tre anni 3,4%) e con altri metodi residuali che comprendono dividendi digitali, emoney (oggi al 2,4% ma in grande crescita: nel 2020 sarà al 4,4%) e gli assegni, che coprono ancora lo 0,9% delle transazioni ma che sono in forte calo, che gli esperti prevedono si accentuerà con l’introduzione degli Sct (i bonifici Sepa) digitali.

Di certo secondo lo studio Deloitte manca ancora in Italia una precisa comprensione del fenomeno dell’instant payments. Pesa la necessità di una riorganizzazione del front-end e la frammentazione eccessiva dei player: troppe iniziative concorrenti finiscono per indebolirsi a vicenda. Front end interoperabili e l’ingresso sul mercato di nuovi player con una elevate user experience potranno agevolare l’incremento dei pagamenti peer to peer.

 

Psd2 la normativa per favorire il peer-to-peer

Importante in questa fase sarà l’adozione della Psd2, la nuova direttiva europea per l’attivazione di una normativa comune che dovrebbe favorire l’adozione dei pagamenti digitali. Di recente in Italia è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 170 del 12 agosto 2016 che delega il Governo al recepimento della direttiva. Direttiva che ha come scopi principali la fornitura di nuovi servizi, l’ingresso nel mercato di nuovi player, l’esenzione per certe tipologie di pagamenti, regole addizionali per i Payment Service Providers e, soprattutto, maggiore protezione per i consumatori. Importante anche la riduzione dei costi, che potrebbe costare alle banche entro il 2020 fino al 29,5% dei ricavi del business dei pagamenti rispetto al livello raggiunto nel 2015. Gli istituti bancari non dovranno limitarsi a ottemperare alle regole del Psd2, ma dovranno diventare concorrenziali trasformandosi in piattaforme digitali grazie anche alla collaborazione con player che svilupperanno app. Importante anche la relazione anche psicologica con il cliente, che dovrà vivere l’esperienza del pagamento digitale in tutta sicurezza e con il minor numero di frizioni possibile. Questo passaggio sarà certamente favorito dal progressivo ricambio generazionale.

Apple Pay arriva in Italia, e Carrefour rende subito disponibili i pagamenti

Apple Pay arriva in Italia e Carrefour offre da subito la possibilità di usare il sistema di pagamento da mobile più famoso al mondo dei suoi punti vendita italiani: un modo per concludere con maggiore velocità ed efficienza i pagamenti. Apple Pay, lanciato due anni fa in USA e disponibile in alcuni Paesi europei come Uk, Svizzera e Francia, funziona sui dispositivi POS che presentano il logo Contactless, e che sono presenti in tutti i punti vendita Carrefour e nella maggior parte degli esercizi commerciali. Per poter utilizzare Apple Pay in Italia non è necessario aprire un nuovo conto in banca: basta richiedere la Carta PASS presso gli sportelli Carrefour Banca o sul sito www.carrefourbanca.it che funziona con tutti i terminali nel mondo del circuito Mastercard. Carrefour Banca è tra le prime banche, insieme a UniCredit e all’app Boon, a essere abilitata ai pagamenti.

Sicurezza e privacy sono assicurati dal fatto che quando si utilizza una carta di credito o di debito tramite Apple Pay il numero della carta non viene registrato né sul dispositivo né sui server di Apple. Viene invece assegnato un codice univoco crittografato chiamato Device Account Number che viene salvato in sicurezza nel Secure Element del proprio dispositivo. Ogni transazione è autorizzata con un codice di sicurezza dinamico univoco. Apple Pay funziona nei punti vendita tramite dispositivi iPhone SE, iPhone6 e versioni seguenti e Apple Watch.

È possibile anche effettuare acquisti online di app e acquisti online su siti internet che accettano Apple Pay: è sufficiente toccare con un dito il sensore Touch ID, non vi è alcuna necessità di completare manualmente lunghi form di pagamento o cliccare ripetutamente sulle informazioni riguardanti la spedizione e la fatturazione. Quando si effettuano pagamenti mentre si è in movimento per beni o servizi in app o su browser Safari, si può utilizzare Apple Pay su dispositivi quali iPhone 6 o seguenti, Apple Watch o sui nuovi MacBook Pro tramite il sensore Touch ID.

Carta PASS oltre a consentire innovativi pagamenti da mobile completa l’ampio portafoglio di vantaggi offerti al cliente, tra i quali PASS Day (10% di sconto un giorno a settimana negli ipermercati e nei supermercati aderenti), la raccolta di punti extra PAYBACK e la possibilità di pagare tutti gli acquisti effettuati in Carrefour tramite tre rate a zero interessi.

 

Cassa istantanea con Rfid, l’avanguardia è dei minimarket giapponesi

Il supermercato con cassa istantanea, senza scanner? Sta nascendo in Giappone, grazie alla tecnologia Rfid che consente di leggere immediatamente il contenuto del cestino. Tutti a guardare Amazon Go a Seattle, che la cassa non l’ha ma poi pare non riesca a gestire più di 20 clienti alla volta, e intanto la prossima generazione di pagamenti veloci si sta sviluppando dall’altra sponda dell’Oceano, in Giappone. E non in location di lusso o ipertecnologiche, ma nei più umili convenience store, ovvero i minimarket per acquisti d’impulso o di passaggio, come Seven Eleven, il più noto, ma anche i concorrenti Lawson, Ministop, FamilyMart e Newdays che partiranno l’anno prossimo con il nuovo sistema. Con l’obiettivo di coprire tutto il Giappone entro il 2025.

Tecnicamente si tratta dell’utilizzo della tecnologia Rfid (radio frequency identification), tramite etichette più sottili di un millimetro, e legge automaticamente i codici senza la necessità di dover scansionare prodotto per prodotto, e nemmeno di togliere la spesa dal cestino. Tutte e cinque le insegne hanno deciso di usare lo stesso tipo di frequenza dei chip per semplificare le operazioni e facilitare il lavoro dei fornitori, e il Ministero dell’industria e del commercio si auspica che il sistema venga adottato da altri tipi di retailer, come super e ipermercati, e si è anche impegnato a favorire l’impiego tramite sgravi fiscali o sovvenzioni secondo Nikkei Asian Review.

Finora le etichette Rfid sono state usate per contenere informazioni quali la data di scadenza o la posizione sugli scaffali che possono essere “lette” in remoto. 

Sullo sfondo, causa o conseguenza che sia, la riduzione del personale (e dei costi operativi).

I pagamenti digitali crescono a 190 miliardi (+9%), 24% dei consumi degli italiani

Piano piano la strada si apre anche in Italia per i pagamenti digitali: spinti da mobile payment (3,9 miliardi di euro, +63% e Apple Pay sta arrivando), carte contactless (ormai giunte a 40 milioni, 2 carte su 5, e 1 milione di POS, uno su due abilitati con 7 miliardi di euro di pagamenti contactless, +700%) e transazioni “innovative” (che hanno superato i 30 miliardi di euro). Sono i dati dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano.

new-digiyal-paymentsL’impennata dei pagamenti contactless traina i “New Digital Payment” (eCommerce, ePayment, Mobile Payment & Commerce a distanza e in prossimità, Mobile POS e Contactless Payment) che valgono il 16% del totale dei pagamenti digitali con carta (+51% sul 2015). «Nel 2016, i New Digital Payment hanno dimostrato di essere il motore in grado di avvicinare gli italiani ai pagamenti elettronici in sostituzione del contante. Tale crescita proseguirà nei prossimi anni raggiungendo nel 2019 i 100 miliardi di euro, pari al 44% del totale dei pagamenti digitali, e andrà a sostituire gli Old Digital Payment e, soprattutto, allargherà la quota dei Digital Payment rispetto a strumenti di pagamenti più inefficienti come il contante» spiega Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce.

L’acquisto e il pagamento di prodotti e servizi da PC o tablet (tramite carta o Mobile Wallet) cresce del +14% arrivando a valere 18,7 miliardi di euro.
Crescono anche gli acquisti di beni e servizi tramite Mobile site o Mobile app (+63%) e raggiungono i 3,3 miliardi di euro, pari a circa il 17% del totale transato eCommerce.
I pagamenti effettuati utilizzando lo smartphone come POS raggiungono i 600 milioni di euro (+61%), con i pagamenti legati ai trasporti che raddoppiano e raggiungono i 90 milioni di euro.
La Customer Experience nell’uso dei mobile wallet è positiva: un utilizzatore su due si dichiara molto soddisfatto. al contempo, il mercato italiano sembra risvegliarsi dal lungo sonno, e ha registrato segnali incoraggianti: finalmente gli esercenti mostrano maggior interesse ad accettare i pagamenti con il cellulare e i consumatori appaiono sempre più incuriositi dalle opportunità offerte.

«Nel 2016 i pagamenti digitali con carta in Italia sono cresciuti del 9%, raggiungendo i 190 miliardi di euro, pari al 24% dei consumi delle famiglie italiane. Assistiamo a una svolta nell’approccio da parte dei consumatori e degli esercenti. I possessori di carte contactless hanno acquisito maggior consapevolezza dello strumento che hanno nel portafoglio (in precedenza molti non sapevano nemmeno che la propria carta fosse contactless) e gli esercenti (soprattutto nelle grandi catene) hanno orientato il POS verso il cliente, permettendogli di avvicinare la carta in autonomia generando un effetto trascinamento: vedere compiere sempre più spesso il gesto di avvicinare la carta e velocizzare il pagamento genera infatti la curiosità di testare quella modalità in prima persona» dice Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation, Politecnico di Milano.

 

Arrivano le carte contactless anche per pagamenti sopra i 25 euro

Nel 2016 sono più di 140 milioni le transazioni effettuate in modalità contactless dai possessori di carte e oltre 7 miliardi di euro il transato complessivo. Numeri giustificati da una progressiva crescita dell’infrastruttura: ormai 2 carte su 5 (40 milioni di carte a fine 2016, +100% rispetto al 2015) e 1 POS su 2 (1.000.000 a fine 2016, raddoppiati rispetto al 2015) sono contactless, e soprattutto da una maggior consapevolezza dello strumento da parte di consumatori ed esercenti. I numeri dimostrano come il “tap & go” non sia utilizzato solo per i micro pagamenti sotto i 25 euro (per cui non serve inserire il PIN), ma anche per i pagamenti con un ammontare superiore, segno che la possibilità di non inserire la carta nel POS è reputata più comoda e veloce in qualsiasi circostanza. Lo scontrino medio si aggira infatti poco sotto ai 50 euro, inferiore allo scontrino medio con carta che è circa 63,5 euro. Si stima che i pagamenti contactless entro il 2019 varranno tra i 50 e i 70 miliardi di euro.

 

Il portafoglio nello Smartphone
L’acquisto di prodotti e servizi attraverso il telefono cellulare, sia attraverso app e Mobile site che utilizzando lo smartphone in modalità di pagamento proximity (NFC, QR code e geo-localizzazione), cresce del 63% e raggiunge i 3,9 miliardi.
Questa componente è trainata soprattutto dalla crescita del 63% di chi effettua l’intero processo di acquisto online, che raggiunge i 3,3 miliardi di euro di transato (valeva 2 miliardi nel 2015), pari a circa il 17% del totale transato eCommerce (nel 2015 rappresentava il 12%). Questo tipo di acquisti fa segnare il proprio picco nei mesi festivi di agosto e dicembre.
Grazie ad iniziative mirate volte a convogliare gli acquisti su mobile anche per categorie generalmente più associate al mondo PC per facilità di consultazione delle foto e personalizzazione del prodotto come quella dell’arredamento (arrivato a pesare il 26% del totale, in crescita dell’80% rispetto al 2015 in termini di transato), si stima che nei prossimi tre anni il Mobile Remote Commerce potrà raddoppiare e valere tra i 6,7 e i 7,7 miliardi di euro.

Nel 2016 il Mobile Remote Payment raggiunge i 600 milioni di euro (+61% rispetto al 2015). Crescono i pagamenti di bollette e bollettini, arrivando a oltre 115 milioni pagati tramite i Mobile Wallet (escludendo i pagamenti da Mobile Banking) inquadrando il codice 2d con lo smartphone (+54% rispetto al 2015).
Raddoppiano i pagamenti da cellulare legati ai trasporti (biglietti del bus, pagamento delle soste, taxi e car/bike sharing), raggiungendo i 90 milioni di euro (+97%). Nel 2016 sono stati acquistati oltre 8 milioni di biglietti, pagate quasi 7 milioni di soste e oltre 10 milioni di corse di car sharing. Anche il settore dei Taxi conta oggi quasi 4,5 milioni di euro pagati tramite smartphone. I servizi di Mobile Remote Payment hanno un valore medio della transazione molto bassa, ma una frequenza di utilizzo sempre più alta e interessante da parte degli utenti: hanno quindi il merito di abbattere progressivamente le barriere all’utilizzo del cellulare da parte degli utenti e fare da traino anche agli altri servizi di Mobile Payment & Commerce. Si stima che nei prossimi tre anni la frequenza di utilizzo aumenterà ulteriormente e che nel 2019 il transato di Mobile Remote Payment raddoppierà raggiungendo 1 miliardo di euro.

L’evoluzione del settore passa inoltre anche attraverso l’utilizzo dello smartphone come strumento di accettazione: a fine 2016 si stima ci siano circa 85.000 unità (+21%, erano 70.000 nel 2015) di Mobile POS. Cresce il transato, che raggiunge gli 800 milioni di euro (+75% rispetto al 2015), a dimostrazione che chi lo ha provato ne è rimasto soddisfatto e lo utilizza sempre più quotidianamente. Il transato annuo per ogni singolo Mobile POS si attesta sopra i 9.500 euro, in crescita rispetto ai 7.000 euro scarsi del 2015.
Se l’offerta evolverà verso sistemi di POS evoluti (ad esempio con integrazione di servizi di couponing e gestione del magazzino) nei prossimi tre anni i Mobile POS attivi arriveranno a transare tra gli 1,2 e gli 1,6 miliardi di euro all’anno.

 

Cambio di marcia tra gli esercenti
Il 2016 è l’anno in cui, forse per la prima volta, a fare da promotori nella direzione dei pagamenti innovativi sono stati gli esercenti. Dall’indagine condotta su 68 Top Retailer italiani è emerso che l’innovazione dei sistemi di pagamento è una delle priorità (il 44% degli intervistati dichiara di volerci lavorare nel 2017). I grandi esercenti italiani, in particolare nel campo della ristorazione, si sono messi in gioco in due modi: da un lato integrando alcuni sistemi di pagamento all’interno delle loro app e dall’altro accettando i pagamenti offerti da altri attori.
I pagamenti, non solo da Mobile, stanno vivendo un periodo di profonda trasformazione portata dalle innovazioni digitali in cui lo smartphone può diventare strumento abilitante. L’analisi di 378 startup a livello mondiale, 50 in più rispetto allo scorso anno, e lo studio del contesto internazionale permettono di individuare le principali direzioni di innovazione che potranno rivoluzionare i pagamenti nei prossimi anni e con le quali il Mobile Payment si dovrà confrontare.
«L’oggetto di conquista principale all’orizzonte sono i pagamenti in negozio, nel mondo ‘fisico’ – i più frequenti tra i consumatori, per lo più gestiti in contante o tramite carte di pagamento – afferma Ivano Asaro, Ricercatore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce -. Sono molteplici le direttrici di innovazione in ambito pagamenti: dal Mobile Wallet evoluto che integra pagamento digitale e carte fedeltà, alla geo-localizzazione per pagare senza estrarre il telefono dalla tasca; dai pagamenti con password biometriche (scansione dell’iride o dell’impronta digitale) all’evoluzione delle nuove monete virtuali (blockchain e criptovalute); senza dimenticare le applicazioni legate all’Internet of Things, con automobili in grado di pagare il parcheggio e frigoriferi “smart” capaci di valutare automaticamente le scorte».

Apple Pay arriva in Italia: Carrefour Banca, UniCredit e Boon i primi partner

Entro, metto nel carrello, pago con il telefonino ed esco: questa ultima funzione, tema fondamentale nel supermercato che ci immaginiamo proiettato nel futuro, potrebbe essere tra poco disponibile grazie all’arrivo in Italia di Apple Pay, il sistema sviluppato dall’azienda di Cupertino per effettuare pagamenti direttamente con iPhone o Apple Watch nei negozi. L’annuncio non coglie certo impreparati ed era anzi atteso da tempo, visto che il servizio è stato lanciato negli Usa nel 2014 ed è stato poi esteso in Australia, Canada, Cina, Francia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Regno Unito, Russia, Singapore, Spagna e Svizzera. L’annuncio dell’attivazione imminente (anche se non ci sono tempistiche precise) nel Paese che ancora utilizza il contante come principale moneta di scambio è apparso sul sito ufficiale di Apple. Ma potrebbe essere questione di giorni.

 

Come funziona

Il sistema consente ai possessori di iPhone di associare allo smartphone le carte di credito Visa e Mastercard e i circuiti bancari partner che per ora sono UniCredit, Carrefour Banca e Boon, ma non è escluso che ne subentreranno di nuovi. Una volta giunti alla cassa del negozio fisico, avvicinando il telefono al terminale come fosse una carta contactless, si dà l’ok al pagamento. Per evitare sventure, è necessario che lo smartphone riconosca il proprietario. E ciò sarà possibile con l’attivazione del touch ID.

 

Banche, operatori telefonici, sistemi operativi: chi la spunterà?

Apple, come è stato Amazon per le consegne di grocery online, potrebbe essere la testa di ponte che pare il Paese finora riluttante ai servizio di pagamento rapido. Dopo Apple presumibilmente arriveranno infatti Samsung Pay e Android Pay. Secondo l’’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano ci troviamo davanti a un settore composto da diversi attori: dai produttori di telefoni (Apple, Huawei, Samsung, Xiao- mi), ai fornitori di sistemi operativi (Android e Microsoft), fino agli operatori telefonici (Vodafone). Un quadro variegato, dunque, accomunato dalla scelta della tecnologia NFC (ovvero, del contactless). Tra questi attori, le banche, che non vogliono perdere il presidio dei loro clienti potrebbero attivare propri servizi di Mobile Wallet, in collaborazione con gli attori dell’ecosistema Mobile, ma anche con progetti autonomi. La concorrenza è agguerrita. E secondo l’Osservatorio non c’è spazio per tutti, perché i margini unitari sono estremamente ridotti e la scala è di conseguenza un differenziale competitivo importante. Staremo a vedere.

La spesa si pagherà dall’automobile connessa: Auchan testa in Francia

Auchan testa in Francia un sistema, chiamato Automatric, per pagare senza scendere dalla propria automobile, tramite il riconoscimento della targa e il collegamento al computer di bordo, ormai nemmeno più un optional. Il sistema non è nuovo, è già utilizzato da oltre 60mila persone in Spagna e Portogallo presso un centinaio tra stazioni di rifornimento e parcheggi. Ma potrebbe essere utilizzato ad esempio per pagare la spesa al drive, un sistema molto diffuso (vedi Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica).

In Francia la filiale bancaria d’Auchan, Oney, per sviluppare il progetto presso gli ipermercati ha scelto di lavorare con PSA (gruppo che riunisce Peugeot e Citroen) per sviluppare il sistema, che in una prima fase richiederà di inserire nel computer di bordo un codice. Ma teoricamente, anche senza carta di credito o smartphone, ormai basta un clic dalla propria auto e il pagamento è effettuato.

«Siamo molto fieri di associarci con il grippo OSA per questa anteprima mondiale, La nascita della automobile connessa che apre delle nuove vie e delle belle opportunità per i servizi a bordo, coincide con l’innegabile decollo del settore dei pagamenti. Automatric è la conseguenza logica per dei consumatori che desiderano più fluidità. facilità d’uso e un percorso di acquisto che si adatti ai loo stil di vita» ha detto Jean-Pierre Viboud, Ad di Oney

Del resto il futuro dell’automobile è fatto di multiproprietà magari, ma senz’altro di connessione con i dispositivi del guidatore. Al Ces di Las Vegas si sono visti oltre ad auto self-drive, a quelle in grado di rivelare un parcheggio libero nelle vicinanze o determinare la presenza di biciclette, bizzarrie come il sistemi che riconoscono l’umore di chi guida e propongono una musica adatta. Il pagamento dunque è solo uno dei tanti servizi che promettono di rivoluzionare il rapporto con la nostra auto.

2017, l’anno in cui il portafoglio non servirà più (o quasi)

Magari non scomparirà del tutto, ma il portafoglio nel 2017 potrebbe diventare un accessorio decisamente obsoleto. Da un’analisi realizzata da Affinion, leader mondiale nella fornitura di servizio di customer engagement, emerge che il prossimo anno potrebbe essere quello del grande balzo in avanti dei pagamenti via mobile. La possibilità di pagare tramite telefono cellulare è ormai infatti una realtà: che si faccia shopping online o di persona, la tecnologia di Apple Pay o del suo concorrente Android potrebbe, d’ora in poi, rendere inutile ricordarsi del portafoglio. Questo approccio più leggero e agile sembrerebbe destinato a conquistare, in un tempo ragionevole, anche gli italiani, tradizionalmente legati al contante. Ciò che i pagamenti mobili offrono è un più elevato livello di comfort e personalizzazione e un maggiore grado di sicurezza. Invece di portare in giro un portafoglio pesante, pieno zeppo di carte, contanti, ricevute e buoni, infilato a forza nella tasca posteriore dei pantaloni o sepolto nella borsa, è molto più facile raggiungere quell’oggetto senza il quale raramente si esce di casa: il cellulare.

La vita senza portafoglio è più vicina di quanto si immagini. Nel 2016, a livello internazionale, una serie di rivenditori hanno sdoganato i pagamenti tramite Apple Pay: multinazionali come Starbucks e KFC e operatori locali come Yorkshire Bank nel Regno Unito e Boulanger in Francia. E nel 2017 ci potrebbe essere un ulteriore salto di qualità anche in Italia. Secondo Affinion, si tratta di una questione di fiducia. Per un certo periodo l’espansione di questo sistema è stata ostacolata da preoccupazioni legate al tema della sicurezza, ma i dati recenti suggeriscono che le cose stanno cambiando.

 

Traguardo ancora lontano, ma ci s’avvicina

I dati provenienti dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, per esempio, mostrano che nel 2015 il numero delle transazioni digitali pro capite è stato di 44,1 contro le quasi 39 dell’anno precedente, ma si resta comunque molto lontani dalla media europea. L’Associazione Carte di Credito del Regno Unito conferma che il numero di pagamenti effettuati tramite la tecnologia contactless nel primo trimestre del 2016 è di gran lunga superiore a quello relativo all’intero 2015. Poiché questo comporta il semplice avvicinare una carta di credito ad una cassa senza inserire il PIN per pagamenti fino a 30 sterline, è evidente che i consumatori sono più disposti a dare maggior fiducia alla tecnologia. Anche i provider di pagamenti via mobile stanno lavorando per modificare l’opinione pubblica sull’elemento sicurezza delle loro offerte.

PwC prevede che entro il 2019 il valore dei pagamenti mobili raggiungerà 142 miliardi di dollari rispetto ai 52 miliardi di dollari del 2014, una cifra che comprende non solo i pagamenti fatti utilizzando un telefono cellulare all’interno di un negozio, ma anche quelli fatti per lo shopping online. Si tratta di una crescita significativa che offre alle imprese un enorme potenziale per creare relazioni più strette con il proprio pubblico – che si tratti di clienti, stakeholders e investitori.

 

Punti e pagamenti in un sol luogo

Questo sviluppo crea anche grandi opportunità in termini di fidelizzazione dei clienti. Fino ad ora, i membri dei programmi di fidelizzazione hanno avuto bisogno di estrarre dai loro portafogli due carte: una per il pagamento e l’altra per guadagnare punti. Se le due carte fossero una cosa sola – quella per i pagamenti e quella fedeltà – l’intero processo potrebbe essere eseguito più agevolmente. «Sappiamo per esperienza – dice Antonio Di Salvo, Country Manager di Affinion in Italia – che la fedeltà offre un enorme potenziale alle aziende che cercano di crescere, e alcuni dati pubblicati dall’Harvard Business Review supportano questo punto di vista. Gli esperti di fedeltà Federico Reichheld e Phil Schefter hanno rilevato che incrementare del 5% il tasso di ritenzione cliente aumenta i profitti dal 25% a 95%. Essi sottolineano che la maggior parte dei clienti online di oggi mostrano una chiara propensione verso le tecnologie di fidelizzazione, e che tali strumenti web, se usati correttamente, possono ulteriormente incrementare questa attitudine. Per la maggior parte delle aziende, quindi, acquisti ripetuti e clienti fedeli rappresentano il fondamento per la crescita. Con l’aiuto della tecnologia moderna, si può mettere in atto una strategia per ottenere entrambi i risultati. Anzi, esplorare e valorizzare le opportunità legate ai pagamenti mobili per conto dei nostri clienti è qualcosa su Affinion sta lavorando da tempo. Anche per i consumatori lo spostamento verso un approccio più snello, dove il portafoglio può essere lasciato a casa a vantaggio dello smartphone, potrebbe ridurre la complessità in molti aspetti della loro vita».

Natale, tanti auguri senza contanti. Il regalo ormai si paga contactless

Contanti auguri addio. Ormai lo shopping di Natale si fa con carta contactless e con altre e più innovative forme di pagamento, non solo online. E le tecnologie di pagamento trainano anche le nuove abitudini di acquisto nella corsa al regalo. Lo dice il Digital Payment Study 2016 di Visa reso noto nei giorni scorsi, secondo cui sono oltre 165 milioni le carte contactless in circolazione in Europa, a cui vanno aggiunti 3,4 milioni di terminali abilitati al pagamento mediante tecnologia NFC. Secondo lo studio, il loro utilizzo per i pagamenti è passato dal 36% del 2015 al 52% del 2016. Si tratta di un trend osservabile non solo tra i più giovani consumatori, più esperti nell’approccio alle nuove tecnologie. Il contactless, infatti, è in crescita presso tutte le fasce di età e registra l’aumento più sostenuto nella fascia dei 55-64enni, generalmente considerati più diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie, che ha invece assistito a una crescita del 64% dal 2015. E l’adozione di metodi di pagamento innovativi traina anche gli altri aspetti della digitalizzazione dello shopping. I titolari di carte contactless sono più predisposti all’utilizzo di dispositivi mobili di pagamento sia nei negozi (52% dei titolari di contactless contro il 32% degli altri) sia con le app dell’esercente (49% contro 31%).

visa-pagamenti

Il diffondersi di strumenti di pagamento digitale peraltro non annulla il piacere dell’esperienza fisica dello shopping. Il Digital Payments Study di Visa rivela come i consumatori amino combinare i canali fisici e quelli online al momento dell’acquisto, soprattutto quando si tratta di prodotti e servizi di particolare valore. Questo ha fatto nascere alcune figure tipiche dell’acquirente digitalizzato. Sette europei su dieci sono “showroomer”, ovvero preferiscono vedere di persona un prodotto nel punto vendita prima di procedere all’acquisto online. Il 66% apprezza il “webroom”, ovvero cerca il miglior prezzo online prima di acquistare il prodotto nel punto vendita fisico. Nonostante la crescita delle vendite di regali di Natale online, i punti vendita fisici continuano ad essere parte importante dei comportamenti di acquisto medi. Il 60% dei consumatori apprezza ancora la possibilità di interagire con commessi e personale di vendita e quella di poter vedere il regalo di persona.

«La crescente familiarità dei consumatori europei con i pagamenti con carta contactless – spiega Davide Steffanini, generale manager di Visa Italia – sta portando a una normalizzazione di tutte le forme di pagamento digitale. Questo Natale vedrà una serie di metodi di pagamento diversi, utilizzati per un’ampia varietà di acquisti: dai regali da mettere sotto l’albero agli aperitivi di auguri con gli amici, fino al cenone di Vigilia o al pranzo di Natale. Quest’ampia scelta permette di pagare anche presso il punto vendita in modo veloce e sicuro. Il successo nelle vendite, per questo Natale, risiederà quindi anche nell’abilità degli esercenti di fornire ai consumatori accesso ai loro metodi di pagamento preferiti».

Pagamenti in cassa con lo smartphone nei supermercati di Coop Liguria

Pagamenti in cassa (automatiche e con operatore) tramite smartphone attenderanno i clienti di Coop Liguria, a partire nelle prossime settimane.

Ad annunciarlo, nel corso del Forum Retail di Milano, è stato Giovanni Clavarino, Responsabile Organizzativo ipermercati e innovazione Coop Liguria e Presidente di Energya SpA. Come sistema di mobile payment per gli iper e i supermercati Coop Liguria ha scelto Mobysign, un’app in grado di garantire i più alti livelli di sicurezza, una user experience facile e intuitiva. I clienti, previa registrazione sull’app Mobysign (www.mobysign.com/it), potranno pagare leggendo un QR code con il cellulare e confermare l’acquisto con l’impronta digitale o digitando un PIN sullo smarthphone. Con Mobysign lo smartphone può essere utilizzato da solo o a supporto di altri dispositivi, come la cassa del supermercato, la pagina web sul PC dove vogliamo fare login o acquisti. Il primo centro commerciale ad utilizzare l’app Mobysign sarà “L’Aquilone” di Genova Bolzaneto. App che sarà utilizzabile anche presso altri esercenti e che se scaricata attraverso l’app iCoop darà diritto ad ulteriori promozioni esclusive del mondo Coop.

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