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Walmart lancia Walmart Pay, pagamenti tramite smartphone nel pdv

Non a caso viene lanciato durante il periodo trafelato delle spese natalizie Walmart Pay, la nuova funzione dell’app di Walmart, prima catena degli Stati Uniti, che consente di pagare dal proprio smartphone alla cassa del supermercato.

Semplice nell’uso – apri, scannerizza e vai – la funzionalità è attiva in qualsiasi cassa e consente di risparmiare tempo. Inizialmente introdotta in alcuni punti vendita selezionati, sarò estesa a tutti i 4.665 supermercati americani entro la prima metà del 2016. L’App già oggi è utilizzata da 22 milioni di clienti e consente, oltre alle funzioni ormai tipiche come la lista della spesa, di accordarsi sulle modalità del ritiro in negozio del proprio ordine click and collect, localizzare un articolo nel punto vendita e riordinare i farmaci di una ricetta.

«L’App di Walmart è stata concepita per rendere la spesa più facile e veloce – ha detto Neil Ashe, presidente and CEO di Walmart Global eCommerce -. Walmart Pay è l’ultimo esempio di come stiamo trasformando la shopping experience dei 140 milioni di clienti che fanno la spesa da noi tutte le settimane collegando senza soluzione di continuità l’online, il mobile e i negozi».

Walmart Pay funziona con i sistemi Android e iOs e con praticamente tutte le soluzioni di pagamento.

Gli italiani utilizzano meno il contante. Carte: pagamenti elettronici a +6,5%

Il 2014 ha riconfermato il trend di costante crescita della diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante, sia in termini di volumi che di numero di transazioni. Infatti, il numero dei pagamenti effettuati in Italia con strumenti diversi dal contante è cresciuto del +6.5% rispetto al +5.4% registrato l’anno precedente.

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Coerentemente con questa dinamica, si osserva una crescita, anche se meno sostenuta, del volume complessivo delle transazioni effettuate (+3.7%), che raggiungono il numero assoluto più alto degli ultimi cinque anni. Al contempo, si registra una diminuzione dell’importo medio transato annuo, pari a 1.860 Euro, rispetto ai 1.911 Euro del 2013 (-3%), che conferma il trend di riduzione iniziato nel 2011.

Sono queste l principali evidenze dell’Osservatorio sulle Carte di Credito realizzato da Assofin, CRIF e GfK, presentato oggi a Milano.

Nel corso del 2014 le carte di credito in circolazione nel nostro Paese continuano a diminuire (-3.5% rispetto al 2013), principalmente a causa delle politiche di razionalizzazione dell’offerta.

Interessante rilevare che il valore medio delle transazioni è in diminuzione di 3 euro dagli 87 euro del 2013, segno che in Italia l’utilizzo degli strumenti elettronici si sta diffondendo anche per acquisti di medio-basso valore, il che favorisce una maggiore trasparenza nei consumi.

Crescono poi del 5,1% le carte di debito in circolazione, così come quelle prepagate, che mettono a segno un +13,9%, con un valore medio delle transazioni di 46 euro, in ribasso per due anni consecutivi. Anche questo dato può essere spiegato dalla nuova abitudine da parte degli italiani di usare la moneta elettronica anche per l’acquisto di beni di importo più contenuto.

Oggi contactless, domani via smartphone, tempo e convenienza spingono il cliente verso i pagamenti digitali

Un futuro di pagamenti digitali, che vedrà lo smartphone sempre più protagonista. Lo prevede Carlos J Menendez, Presidente Enterprise and Growth Partnership di MasterCard. Se mobile shopping, trasporti e ristoranti sembrano all’avanguardia della nuova onda di pagamenti facili e veloci, i supermercati sono lungi dall’essere esclusi. Si paga contactless già quotidianamente in Australia, Canada e Polonia. Perché la “nuova” spesa è più frequente e il carrello più piccolo, e il cliente in debito di tempo vuole che sia anche veloce. Da qui, superate ormai le preoccupazioni per la sicurezza, la richiesta di soluzioni che facciano risparmiare tempo. E le nuove generazioni sono le prime a richiederle.

Anche in Italia, che da sempre vanta una densità di cellulari e smartphone molto alta a fronte di un utilizzo dei pagamenti digitali ai minimi in Europa, il consumatore sembra pronto. Dalla ricerca Mastercard sull’analisi delle interazioni social gli italiani dimostrano di apprezzare in particolar modo i pagamenti digitali quando l’esperienza di acquisto riguarda la tecnologia consumer (99%), i viaggi (98%) e la moda (97%). Il tema più discusso è la comodità dei pagamenti digitali (34%), seguito dalla possibilità di ottenere benefit e servizi aggiuntivi (29%) e dal servizio clienti (14%). Secondo Fabrizio Burlando, Head of Europe Mastercard “bisogna far capire al consumatore quali sono i vantaggi di usare la carta. Oggi ci sono 250mila carte contactless sul mercato ma di fatto rispetto agli altri Paesi europei abbiamo saltato una generazione in quanto a uso dei pagamenti digitali. Un ritardo che potrebbe essere colmato proprio grazie all’uso dei pagamenti mobile, vista la grande affezione nazionale verso smartphone e affini”.

Confidando su ciò e per spingere ulteriormente l’utilizzo specie da parte dei piccoli esercizi Mastercard ha scelto l’Italia per lanciare un nuovo servizio, Local Market Intelligence. Presentato al World Retail Forum 2015, consente un’analisi dei dati e dei competitor geolocalizzata “perché i vantaggi dei pagamenti digitali lato retailer possono non essere immediatamente evidenti ma ci sono, ad esempio in termini di analisi dei dati della clientela, utili a riposizionare l’offerta ove necessario e seguire meglio il mercato” spiega Burlando. Local Market Intelligence è una piattaforma che consente una migliore comprensione delle proprie performance di business tramite l’analisi dei dati, processati in forma anonima e aggregata, che permette la trasformazione dei Big Data in informazioni utili alle imprese. Gli analytics utilizzati dalla piattaforma analizzano le transazioni effettuate con le carte di credito in aree cittadine che rappresentano un benchmark temporale, geografico e per categoria merceologica, fornendo alle PMI informazioni fondamentali per comprendere al meglio il mercato e migliorare le loro strategie di business.

Visa: superano il miliardo i pagamenti contactless in Europa nell’ultimo anno

Oltre un miliardo, per la precisione 1,1 miliardi: sono i pagamento contactless effettuata in Europa negli ultimi 12 mesi su prodotti Visa. A riprova della crescente diffusione di questo mezzo di pagamento, ormai diffuso – come opportunità più che come utilizzo invero – anche in molti punti vendita della grande distribuzione.

I dati più recenti di Visa Europe confermano questa tendenza, evidenziando come ad esempio i volumi di spesa con pagamenti contactless abbiano raggiunto un totale di 1,6 miliardi di Euro nel solo mese di marzo 2015, un incremento a tripla cifra rispetto allo stesso periodo nel 2014.

Il Regno Unito è il paese leader in Europa per numero di carte contactless Visa, ve ne sono 49,6 milioni in circolazione, seguito dalla Francia, con un bacino di 20,3 milioni di carte; mentre la Spagna è leader nel continente per numero di terminali di accettazione di pagamenti contactless con un totale di 593mila dispositivi. Indietro l’Italia, che soffre un grave ritardo quanto a diffusione di pagamenti digitali rispetto al resto del Continente, ma che comunque ha in circolazione oltre 4 milioni di carte contactless Visa, con un network di accettazione di pagamenti contactless di oltre 300mila terminali abilitati, che portano il nostro Paese (potenzialmente quanto meno) al livello di un mercato maturo come quello polacco che comprende 354mila terminali e 14,5 milioni di carte contactless.

In tutto il continente sono ora in circolazione 131 milioni di carte Visa contactless che vengono utilizzate regolarmente in oltre 2,6 milioni di punti di accettazione, ed entro il 2020 la totalità dei terminali POS Visa in Europa accetteranno pagamenti in modalità contactless. Attualmente sono 240 le banche che in tutta Europa già emettono carte Visa contactless e la stragrande maggioranza dei titolari di un prodotto Visa avranno accesso a un dispositivo di pagamento contactless entro il 2020.

I dati di Visa Europe mostrano che i consumatori europei pagano contactless le spese quotidiane presso i negozi di alimentari e le drogherie, e per i pasti al ristorante. La modalità di pagamento contactless viene invece usata per pagare acquisti di importo superiore, quale per esempio la spesa alimentare settimanale, in paesi come la Repubblica Ceca, la Polonia e la Spagna, dove i titolari possono effettuare il pagamento avvicinando la carta al terminale e digitando il PIN sul display.

“I dati confermano che i consumatori europei sono sempre più consapevoli della comodità e della rapidità di questa tecnologia per pagare le spese di ogni giorno, e ne sono sempre più conquistati avendo effettuato ben oltre un miliardo di transazioni contactless nei soli ultimi 12 mesi. La popolarità di questo tipo di pagamenti sarà destinata a crescere ulteriormente con l’arrivo deila nuova generazione di pagamenti digitali, dove la comodità e la rapidità dei pagamenti contactless è estesa a soluzioni NFC mobile e wearable” ha commentato Sandra Alzetta, Executive Director Core Products di Visa Europe.

Ingenico lancia il Pos con cassa in un unico dispositivo

Racchiude in sé le funzioni di più dispositivi: registratore di cassa con memoria fiscale, POS bancario e sistema di fatturazione elettronica predisposto all’invio telematico dei corrispettivi l’ECR-Pos presentato da Ingenico per la prima volta in Italia.

Le nuove iniziative di legge prevedranno la semplificazione degli adempimenti fiscali sfruttando le leve della tecnologia e il nuovo terminale Ingenico è stato progettato in linea con queste tendenze.

ECR-POS è un Misuratore Fiscale piccolo, leggero e portatile (è alimentato a batterie). Ha touch-screen a colori (che può anche trasmettere filmati informativi o pubblicitari), stampante veloce, connettività GPRS ed elevato livello di sicurezza. In grado di emettere anche fatture elettroniche, è già predisposto per l’eventuale trasmissione dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate, in sostituzione degli obblighi di registrazione.

Utile per consegne a domicilio (e-commerce o click and collect) o attività fuori sede, per vending machine (che dal gennaio 2017 saranno obbligate a trasmettere i corrispettivi), e anche per “alleggerire” le code alle casse o al ristorante, per pagamenti al tavolo, e in generale per tutti i commercianti. Consente anche la dematerializzazione dello scontrino lato merchant, perché gli importi sono salvati in un archivio centralizzato.

In qualità di POS, il nuovo terminale ECR-POS è progettato per accettare ogni strumento di pagamento, sia bancario che privativo: carte a chip, a banda magnetica, contactless, telefoni NFC, e-wallet e, in futuro,  ApplePay.

“ECR-POS è un ottimo esempio di come l’innovazione tecnologica possa agevolare gli esercenti nella gestione quotidiana della propria attività. Ingenico ha sviluppato non solo un prodotto certificato e in linea con gli obblighi di legge, ma anche il dispositivo più innovativo con la soluzione di business più compatta disponibile sul mercato” ha commentato Luciano Cavazzana, presidente e amministratore delegato di Ingenico Italia.

Il dispositivo wireless ECR-POS (denominato Ingenico iWE280) è il primo di una nuova linea di terminali di ultima generazione che Ingenico svilupperà con le funzionalità di misuratore fiscale e di POS bancario, che rappresenteranno una grande opportunità per aggiornare e semplificare le attività del punto cassa.

Sullo sfondo la “War on Cash” che da tempo stanno operando Banca d’Italia e Governo, con una serie di iniziative di legge volte a ridurre l’utilizzo del contante, anche in funzione anti evasione fiscale. “Sette anni fa in Italia il 95% delle transizioni era in contanti – ha detto Cavezzana – oggi siamo oltre l’80%. Sempre 30 punti percentuali in più della Ue. La carta è usata solo per spese elevate, questi dispositivi possono aiutare a introdurre i pagamenti quotidiani digitali”.

Al via ad aprile i pagamenti mobile con Visa tramite tokenizzazione

Sarà disponibile da metà aprile presso le istituzioni finanziarie il servizio di tokenizzazione di Visa Europe che consente di smaterializzare la carta di credito e utilizzarla per pagamenti tramite smartphone o qualsiasi altro dispositivo wearable (ad esempio uno smartwatch).

Il servizio secondo una nota di Visa Europe sarà “personalizzato sul mercato europeo”. La tokenizzazione sarà alla base delle nuove soluzioni di mobile payment e si presenta come uno dei metodi più sicuri per la prevenzione dalle frodi e la protezione dei dati. La tecnologia infatti sostituire le informazioni sul conto di pagamento che si trovano sulla carta di credito fisica con una serie di numeri che possono essere usati per autorizzare i pagamenti, senza rilasciare alcun dettaglio sul conto dal quale sarà prelevata la somma. Quando un consumatore usa il suo dispositivo mobile per effettuare un pagamento contactless nel punto vendita dunque presenta un token e non i dettagli del conto. La lotta ai tentativi di frode è resa ancora più efficace dal fatto che le istituzioni finanziarie (banche ecc) sono in grado di controllare l’ambiente dove il token può essere usato: un token settato per i pagamenti contactless, ad esempio, non può essere usato per fare acquisti online. Inoltre, in caso di perdita o furto del dispositivo mobile, il token può essere facilmente e immediatamente disattivato.

“Riteniamo che il 2015 sarà l’anno in cui i consumatori europei avranno accesso ai pagamenti contectless. La tokenizzazione è una delle tecnologie più importanti che sono emerse nel mondo dei pagamenti digitali e ha il potenziale di iniziare un capitolo completamente nuovo dei prodotti che saranno sviluppati. Per questo motivo, abbiamo progettato questo servizio flessibile e modulare, che consente alle istituzioni che lo erogano, ai merchant, ai compratori di fornire ai consumatori la prossima generazione di metodi di pagamento innovativi: il tutto con l’alto livello di sicurezza che si aspettano” ha commentato Sandra Alzetta, Executive Director, Core Products di Visa Europe.

Infografica. Cerved: si riducono i ritardi di pagamento, nonostante la crisi

Tra luglio e settembre 2014 si sono ridotti i tempi medi di liquidazione delle fatture: i ritardi di pagamento hanno toccato un minimo dal 2012 ed è proseguito per il quinto trimestre consecutivo il calo dei protesti tra le imprese, con livelli che sono tornati al di sotto di quelli pre-crisi in molti settori e regioni della Penisola. Lo rileva l’ultima rilevazione dell’Osservatorio sui protesti e pagamenti delle imprese del Cerved, cui si riferisce l’infografica che presentiamo.

Secondo i dati dell’Osservatorio, tra luglio e settembre 2014 le imprese hanno pagato in media le proprie fatture in 77,5 giorni, 0,2 giorni in meno rispetto allo stesso periodo del 2013 e 3,7 giorni in meno del 2012.

Quattro i motivi principali che spiegano, secondo il Cerved, come mai in tempi di crisi si sono ridotti i ritardi di pagamento: l’espulsione dal mercato dei cattivi pagatori, una maggiore cautela nel concedere credito commerciale, richiesta di scadenze sempre più brevi nei settori più a rischio, riduzione dei protesti per un minore impiego di assegni e cambiali.

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A Shangai per pagare basta metterci la faccia

Quello dei pagamenti veloci è un tema sempre più dibattuto, e il 2015 potrebbe essere l’anno dell’esplosione della tecnologia contactless via smartphone, già adottata da alcune insegne di casa nostra. Ma a Shangai una catena si è spinta decisamente oltre, e consente di effettuare la transazione tramite un software di riconoscimento facciale.

Secondo il “China Daily” nei punti vendita della catena 100% Genuine Imported Food Chain si può pagare semplicemente mostrando la faccia e le mani a un programma di riconoscimento facciale, che utilizza la posizione della rete capillari unica e distintiva in ogni individuo, registrata in precedenza tramite uno scanner a infrarossi. Una sorta di impronta facciale insomma.

“I sistemi di pagamento attuali richiedono che i clienti paghino in contanti o tramite carta di credito, oppure online: tutti sistemi che implicano qualche problema di sicurezza” ha detto al “China Daily” Chen Haibo, managing director dei negozi 100% Genuine Imported Foods, società che importa in Cina prodotti alimentari da Europa, USA, Australia e Nuova Zelanda e che ha come obiettivo un fatturato annuo di 2 miliardi di USD. Lo raggiungerà con questa trovata?

Infografica: Italiani e solidarietà: una ricerca GFK Eurisko per MasterCard

Italiani popolo solidale: lo conferma una ricerca GfK Eurisko commissionata da MasterCard in occasione del lancio della piattaforma Priceless Causes di donazione online integrata in collaborazione con il World Food Programme delle Nazioni Unite e Poste Italiane, che consente a tutti i titolari di carta che aderiranno di compiere micro-donazioni a favore di World Food Programme ogni volta che utilizzeranno la propria carta.

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La ricerca si compone di un’analisi aggiornata fondata sull’osservatorio annuale che l’istituto realizza dal 2003 sull’andamento delle donazioni in Italia e di una survey ad hoc condotta su un campione di 560 individui conclusa il 2 novembre.

Secondo la ricerca, la propensione a donare è fortemente guidata dal coinvolgimento di persone a noi vicine (43%) e dai mezzi di comunicazione (40%). I dati confermano che tra le 3 motivazioni più sentite dagli italiani per effettuare donazioni, anche in termini di propensione futura, si annoverano la ricerca medico scientifica (32%), le emergenze umanitarie (17%), il sostegno a chi soffre la fame in paesi in via di sviluppo(17%), seguite dall’aiuto ai più poveri in Italia, all’assistenza e cura dei malati e alla protezione degli animali. Oltre la metà degli italiani (51%) dichiara che la propensione a donare cresce con la fiducia nell’organizzazione che gestisce la raccolta fondi (valore che raggiunge circa l’80% tra coloro che dichiarano di avere già donato); altri elementi importanti per alimentare la fiducia a favore delle donazioni sono la possibilità di ricevere informazioni sull’utilizzo delle donazioni (39%) e la consapevolezza che il proprio contributo possa effettivamente aiutare a cambiare le cose (38%). Più di due italiani su tre considerano la possibilità di verificare in ogni momento i dettagli della donazione come un importante incentivo a donare. Strumenti online, come quello presentato oggi, potrebbero essere una semplice risposta a questa esigenza.

La ricerca indaga il rapporto tra tecnologia e donazioni, mostrando come gli smartphone e i tablet siano tra gli strumenti preferiti per esprimere la propria solidarietà; il 28% degli italiani ha, infatti, utilizzato il suo smartphone per le donazioni, secondo solo al contante tra gli strumenti più utilizzati. Internet assume un ruolo importante nelle donazioni: una buona fetta degli italiani lo considera un canale utile (40%) e semplice (57%). Particolarmente propensi all’utilizzo di internet  come canale semplice (61%) e utile (73%) sono coloro che già in passato hanno sostenuto emergenze umanitarie. In linea generale è emerso che Internet potrà apportare alle donazioni benefici concreti in termini di tracciabilità (74%), flessibilità (73%)e sicurezza (64%). La possibilità di accedere a una piattaforma tecnologica come quella presentata è stata ritenuta particolarmente interessante per verificare in ogni momento i dettagli delle donazioni (64%) e per poter gestire l’ammontare delle donazioni in relazione alla propria disponibilità economica (55%).

In generale la ricerca ha mostrato che secondo i consumatori la solidarietà è percepita come un gesto quotidiano. E’ emerso, infatti, che per il 54% degli italiani la donazione può anche essere un gesto quotidiano, dove un piccolo contributo di molti individui può apportare importanti benefici a favore dei più deboli. Infinite il 65% degli italiani mostra il suo interesse e la sua sensibilità a favore dei bisognosi tutto l’anno, non legandoli principalmente a festività o momenti importanti.

Commissioni sulle carte, EuroCommerce chiede regole condivise

Il Consorzio Bancomat si è accordato con l'Antitrust per applicare una commissione fissa di 7 centesimi sui pagamenti.

Quanto costano i pagamenti con carta, e quanto dovrebbero incidere le commissioni su commercianti e consumatori? La commissione europea questa settimana sta cercando di definire delle regole condivise con lo scopo di garantire una maggiore competizione e innovazione nel mercato dei pagamenti, che sta come sappiamo per subire grandi sconvolgimenti con l’ingresso del contactless, ad esempio. I rappresentanti del commercio riuniti in EuroCommerce, spesso critici verso condizioni che incidono pesantemente sui costi annui (vedi il “caso” Walmart vs Apple Pay), hanno chiesto alla politica di intervenire per creare “regole comuni per un mercato comune”.

Il testo al momento in discussione presenterebbe alcuni problemi: prima di tutto esclude alcune carte di credito non europee come Amex per quote di mercato sotto il 5%: ciò penalizzerebbe settori come alberghi e compagnie aeree che dovrebbero fare i conti con carte molto più care del resto del mercato. Inoltre non ci sarebbero “certezze legali”: la proposta di una “media pesata” consente ai Paesi Ue di avere un sistema con alcune carte che hanno commissioni che superano il tetto dello 0,2% e altre che sono sotto. La media sarebbe calcolata su base annua con un meccanismo complesso, che renderebbe difficile controllare il rispetto delle regole da parte di retailer e consumatori. Infine sarebbero troppe le eccezioni per i vari stati membri, uno dei quali ha già richiesto una proroga di due anni nell’applicazione della legge.

EuroCommerce, l’organismo che riunisce i retailer e le associazioni di commercianti di 31 Paesi europei, chiede che sia rimossa dal testo di legge la media pesata per ritornare a un tetto fisso dello 0,2% o di 7 centesimi, di far partire le nuove regole in tutti gli Stati entro sei mesi dall’approvazione, e di includere le carte commerciali e di terze parti, senza eccezioni.

Secondo il direttore di EuroCommerce Christian Verschueren “questa è una delle leggi più importanti che influenzerà i commercianti e i consumatori per gli anni a venire: dobbiamo pensarla bene. Alcuni compromessi sono necessari, ma non a spese dei principi di base del mercato unico”.

Intanto il Consorzio Bancomat, il circuito più diffuso in Italia con 30 milioni di carte di debito in circolazione (80% del totale nel 2012) e 1,3 milioni di Pos attivi (85%) ha deciso di far passare le commissioni interbancarie da 10 a 7 centesimi per ogni operazione. In futuro questo valore sarà ancorato a un’analisi dei costi sostenuti dagli operatori, e si ridurrà per effetto delle eventuali efficienze riscontrate a livello di sistema. L’impegno è stato preso con l’Antitrust al termine di un’istruttoria avviata il 19 febbraio scorso per accertare l’eventuale sussistenza di profili anticoncorrenziali, in violazione dell’art. 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. La commissione interbancaria multilaterale (MIF) di 10 centesimi era stata applicata a partire dal gennaio 2014, senza prevedere un termine ultimo di applicazione.

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