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Probios, pane biologico e nuova granola per colazioni healthy

Probios lancia sul mercato il primo keto bread bio, disponibile con semi o nella versione alla barbabietola, adatto sia a chi ha deciso di intraprendere una dieta chetogenica, sia a chi non vuole rinunciare alla bontà del pane controllando calorie e salute.

Con il 65% in meno di carboidrati rispetto alla media dei pani morbidi a fette, il keto bread è prodotto con farina di tapioca e disponibile nella confezione “apri e gusta”. Oltre a essere low carb, il nuovo pane confezionato è anche senza glutine e mutuabile dal sistema sanitario nazionale.

Novità anche per la linea senza zuccheri che si amplia con due nuove tipologie di granola di avena biologiche: una con nocciole e l’altra con mandorle al gusto di mela, coniugando il gluten free al senza zuccheri aggiunti.

“Se davvero siamo quello che mangiamo, scegliere prodotti biologici e sostenibili, frutto di quella continua ricerca e innovazione che caratterizza i prodotti Probios, significa migliorare di giorno in giorno il nostro benessere e l’ambiente che ci circonda, spiega Renato Calabrese, direttore generale Probios. “La sfida più grande è unire i diversi claim per assecondare diversi stili ed esigenze alimentari: con il keto bread abbiamo unito il gluten free e il low carb. Ampliando la nostra linea sugar free con le granole miriamo invece a sottolineare l’importanza di una colazione sana e gustosa, valorizzando il rito del pasto più importante della giornata”.

Nuova Granola di avena e noci e granola di avena e mandorle al gusto mela
Per 9 italiani su 10 la colazione è un’abitudine consolidata. Lo confermano i dati dell’Osservatorio Doxa – Unionfood, che hanno sottolineato l’importanza del primo pasto della giornata, a partire dalla pandemia. Farla in maniera più sana è però più di un buon proposito dell’anno, ma una priorità. Per questo l’azienda toscana amplia ulteriormente la sua linea senza zuccheri, sviluppando due nuove referenze che si aggiungono alle tante opzioni di colazione.

La granola di avena e noci e la granola di avena e mandorle al gusto mela, come tutta la linea senza zuccheri, contiene l’eritritolo biologico, dolcificante naturale estratto dalla fermentazione del mais. Due prodotti ideali per una colazione sana e ricca di fibre per iniziare al meglio la giornata. Adatti per chi desidera ridurre l’assunzione di zuccheri, sono prodotti gluten free (e mutuabili dal sistema sanitario nazionale), ideali per chi è intollerante al glutine.

Pan Piuma, arriva la Christmas Edition 2022

A partire dal mese di novembre sugli scaffali arriverà, in una particolare confezione, la Christmas Edition di Pan Piuma per festeggiare con allegria il momento più speciale dell’anno. 

La Christmas Edition Pan Piuma coinvolge tutte le referenze della linea Classica nella versione richiudibile da 400g: Pan Piuma con farina di grano tenero dal sapore classico e genuino, Pan Piuma con farina di grano duro dal gusto più deciso e saporito, Pan Piuma con farina integrale che offre tutte le proprietà delle fibre naturali senza rinunciare alla morbidezza e infine Pan Piuma Fiocchi di Cereali con aggiunta di fiocchi di avena, farro, orzo, segale e semi di girasole.

Le fette di Pan Piuma sono soffici e genuine perché realizzate con pochi semplici ingredienti. Grazie alle materie prime selezionate, Pan Piuma presenta il vero sapore di pane e la lunga lievitazione lo rende morbidissimo.

Le fette sono inoltre senza lattosio e prive di zuccheri, coloranti, conservanti e additivi. Un prodotto sano e all’avanguardia che grazie alla genuinità degli ingredienti, alla sua morbidezza e all’allegria delle confezioni è sempre più apprezzato anche dai più piccoli.

Da provare per realizzare aperitivi o antipasti delle feste, come i rotolini al forno, canapè o cestini di pane, ma anche per pietanze dolci come il tiramisù o lo strudel dolce. Sul sito www.panpiuma.it è disponibile una vasta scelta di ricette.

Eurostat, da grano a pane il prezzo aumenta più di 10 volte

Dal grano al pane i prezzi aumentano più di dieci volte a causa dei rincari record di energia, mangimi e fertilizzanti scatenati dalla guerra in Ucraina e delle distorsioni all’interno delle filiere che impoveriscono le tasche dei cittadini e danneggiano gli agricoltori. A denunciarlo è la Coldiretti nel commentare l’analisi Eurostat secondo cui il costo del pane non è mai stato così alto nell’Ue, cresciuto ad agosto mediamente dell’Unione del 18% rispetto allo stesso mese del 2021. Il risultato è che in Italia le famiglie spenderanno nel 2022 oltre 900 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente per il prodotto più presente sulle tavole, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat dell’inflazione ad agosto.

Un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città, secondo Coldiretti. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale pari a circa il 10% in media, come dimostra anche l’estrema variabilità delle quotazioni al dettaglio lungo la Penisola mentre quelli del grano sono influenzati direttamente dalle quotazioni internazionali Se a Milano una pagnotta da un chilo costa 4,46 euro, a Roma si viaggia sui 2,92 euro, a Bologna siamo a 4,91 euro, a mentre a Palermo costa in media 3,89 euro al chilo, a Napoli 2,16 euro, secondo elaborazioni Coldiretti su dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico a luglio.

Peraltro i prezzi al consumo – continua la Coldiretti – non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del grano, che per lungo tempo sono state al di sotto dei costi di produzione. Nonostante il crollo dei raccolti fino al -30% abbia limitato la disponibilità di prodotto in Italia, il grano viene, infatti, in questo momento sottopagato agli agricoltori.

La guerra ha dunque moltiplicato – sottolinea la Coldiretti – manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori, aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere già per il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci.

“Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici”.

Il pane più sano? È viola, lo possono mangiare tutti ed è nato in università

È viola e può essere consumato da tutti. Si chiama “Well Bred” ma è tutto italiano ed è un pane a lievitazione naturale a prolungata conservabilità e adatto a consumatori con esigenze particolari (intolleranti al glutine, vegani, ipertesi, eccetera). Un miracolo possibile grazie a tre “super ingredienti”: il lievito madre, gli antiossidanti naturali e le pectine.

Il primo è il più antico metodo di lievitazione al mondo: permette di migliorare sapore, valore nutrizionale e conservabilità del pane apportando composti probiotici e sali minerali. Tra le sue virtù quella di diminuire la quantità di sale aggiunta nell’impasto e quella di ritardare il processo di raffermamento, proteggendo il pane dalle muffe e dal deterioramento organolettico. Gli antiossidanti sono forniti dalle patate liofilizzate Vitelotte, che producono una farina che sostituisce parte di quella tradizionale, fornendo peraltro lo scioccante colore viola. Infine le pectine, sostanze naturali contenute nella buccia della frutta, che assorbendo l’acqua garantiscono migliore struttura, sofficità e serbevolezza del prodotto finale. Composti che possono essere ricavati da altre filiere alimentari, come ad esempio quella dei succhi di frutta, contribuendo a ridurre e valorizzare gli scarti di produzione.

Il prodotto è frutto degli studi del gruppo di Tecnologie alimentari, in collaborazione con la laureanda Anna Valentina Luparelli e la dottoranda Isabella Taglieri dell’istituto di Biochimica agraria dell’università di Pisa, coordinate dalla professoressa Angela Zinnai. Il progetto ha partecipato alla finale di PhD+, il corso dell’Università di Pisa che insegna a pensare innovativo e a trasformare le idee in impresa.

«“Well-Bred” – spiegano le ricercatrici – rappresenta un prodotto in grado di sintetizzare una serie di aspetti positivi per un alimento, quali l’elevato valore nutraceutico, le migliorate caratteristiche tecnologiche e sensoriali, nonché la maggiore sostenibilità ambientale. Il prodotto può rappresentare un modello per l’intero comparto dei prodotti da forno, che prevedrebbe la rivisitazione delle ricette sia di merende o snack, per uno spuntino nutrizionalmente bilanciato, sia di quei dolci che fanno parte a pieno titolo della grande tradizione dolciaria italiana (panettone, pandoro, colomba eccetera). Abbiamo scelto il nome “Well-Bred” (cresciuto bene), giocando sull’assonanza con il termine bread (pane), per valorizzare allo stesso tempo le sue caratteristiche altamente salutari». Un prodotto nuovo, in grado di soddisfare le esigenze di un segmento di consumatori in continua crescita, non solo in Italia, ma anche nei Paesi che amano la filiera agro-alimentare italiana, come gli Stati Uniti o la Germania. “Inoltre – aggiungono le ricercatrici – questo tipo di prodotto, che ancora è in fase di studio, potrebbe rappresentare una risorsa economica per tutti gli operatori della filiera, in particolare per i produttori primari, perché potrebbe diventare uno strumento di valorizzazione del territorio di produzione, analogamente a quanto accade spesso nel settore vitivinicolo. Un’adeguata retribuzione dei produttori di varietà di grano tradizionali (grani antichi) costituirebbe un valido aiuto per arginare la continua perdita crescente di superficie agricola utilizzabile».

 

Pane: fresco, artigianale e con materie prime poco raffinate. Si ritorna alle origini

Pane? Sì, certo, ma fresco e naturale, perché l’importante è che faccia bene. Il benessere in tavola, ricomincia da qui.

Ecco uno dei dati principali emersi da un convegno AIBI, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, anizzato durante il Sigep.

“E’ una sorta di ritorno alle origini – ha spiegato al convegno Palmino Poli, presidente di AIBI – di rincorsa alla naturalità intesa come leggerezza e salute. In un mondo sempre più tecnologico, può sorprendere ma, come abbiamo visto al convegno, la ricerca del naturale appartiene anche ad epoche diverse ed il pane, che fin dall’antichità è visto come ‘dono degli dei’, rappresenta al meglio questa tendenza di consumo, vecchia e nuova al tempo stesso”.

Free from e materie selezionate

Tra il 2011 ed il 2016, è il pane a valore aggiunto, prodotto con materie prime selezionate, quello che ha guadagnato maggiori consensi, con una crescita del 10%. Oggi, secondo Cerved, il segmento più vivace del settore punta proprio sul binomio “naturale-salutare”: attualmente questa componente vale il 20% dell’intero mercato ma è destinata a crescere ancora.

In particolare, il consumatore di oggi chiede un pane fresco e artigianale, ottenuto con materie prime poco raffinate. Non compra sempre lo stesso tipo di pane ma ne cerca e ne sperimenta di nuovi.  Anche nell’arte bianca si assiste al trionfo del “free from”: senza sale, senza glutine, senza grassi. 

Materie prime selezionate

Ciò spiega il successo dei pani realizzati con un importante contributo nutrizionale: multicereali, multivitaminici, ricchi di fibre e sali minerali, ma con un ridotto contenuto di sodio. In generale le farine sono sempre più altamente selezionate, con l’obiettivo di offrire prodotti di qualità: poco raffinate, integrali, biologiche, con un alto valore proteico, con un basso indice di glutine, macinate a pietra o a km 0.

E la pasticceria non è da meno

Piacciono sempre di più le brioche integrali, oppure realizzate con farina di cereali e con zucchero di canna, arricchite con ingredienti naturali, come la frutta secca ed i frutti di bosco. I panificatori puntano su soluzioni alleggerite delle ricette classiche: grassi diversi e più salutistici come l’olio d’oliva, ricotta di capra al posto di pecora, pasta di mandorle con meno zucchero.

Un passaporto per il futuro

Grazie alla ricerca scientifica, si potrà andare ben oltre la lista degli ingredienti e dare informazioni al pubblico sulla naturalità dei prodotti e degli ingredienti. Al convegno AIBI, Cesare Manetti, responsabile del corso in Biotecnologie Agro-Industriali e Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università “La Sapienza” ha spiegato i vantaggi del “Passaporto dell’Alimento”, che permetterebbe di disegnare il “profilo”, ovvero l’identitkit del pane, e di confrontarlo con i “profili” dei consumatori. “Oggi – ha sottolineato Manetti – la scienza può comprendere quanto la fase di trasformazione possa conservare il ‘naturale’ e, sulla base di queste indicazioni, selezionare processi più adatti a conservare la ‘naturalità’ degli ingredienti.

Roberto Capello, presidente della Federazione italiana panificatori, guarda con favore al contributo della ricerca. “Il rigore scientifico – afferma – può aiutarci a definire sempre meglio cosa deve davvero intendersi per ‘naturale’. Al contrario, assistiamo ad un impiego spesso arbitrario di questo aggettivo, sia in senso positivo che negativo. Il motivo? Non esiste una definizione legislativa di naturalità e, cosa ancora più grave, manca in Italia una vera cultura del pane, che aiuterebbe a fare chiarezza e ad impedire la diffusione di notizie infondate e pericolose sul nostro modo di lavorare e sui prodotti della panificazione artigianale”.

Cotture a vista nel supermercato, Rational propone SelfCookingCenter

Basta entrare in un supermercato di recente apertura è la cosa è evidente: sempre più le cotture a vista, di pane e pasticceria in primis, ma non solo, sono uno dei punt di forza con cui le insegne cercano di attirare clientela ad alto valore aggiunto. Il reparto panetteria diventa dunque una vera e propria postazione dove il profumo del pane appena sfornato diffonde nel punto vendita un senso di genuinità e naturalità, di cui di avvantaggiano anche le vendite dei reparti attigui. Sul fronte della gastronomia invece i pasti caldi e in generale le soluzioni da asporto riscuotono sempre più successo tra i consumatori.

Rational propone con il SelfCookingCenter uno strumento che, grazie alle funzioni intuitive delle unità di cottura, permette di cucinare una serie di ricette e raggiungere ottimi risultati anche in presenza di staff poco esperto. Prodotti da forno, pollo, cibi spadellati e alla griglia, contorni e piatti a base di uova di ogni tipo possono essere cucinati in uno spazio di un metro quadro. L’apparecchio multifunzionale si pulisce da solo premendo un tasto, e consuma il minimo indispensabile di elettricità, acqua, detergenti e decalcificanti.

«Usiamo Rational perché il cibo buono attrae un numero maggiore di clienti nei nostri negozi» sintetizza Herbert Lehnert, Service Division Manager per nove punti vendita bavaresi di Edeka Stenger, catena di supermercati tedesca che ha recentemente ampliato la proposta del banco gastronomia creando ogni giorno un menù per il pranzo nella zona d’ingresso. Edeka Stenger oggi genera il 70% delle proprie vendite all’ingresso dei negozi solo con i menù del pranzo.

Il SelfCookingCenter può anche essere controllato e monitorato dal PC in ufficio. Anche i dati HACCP possono essere trasferiti automaticamente usando il softwaredi Rational KitchenManagement System, possono essere visualizzati come tabelle o come grafici.

I supermercati possono inoltre richiedere all’azienda un’unità per eseguire test di cottura, senza impegno, e dispongono di ogni supporto in loco anche dopo l’acquisto. Vengono tenuti regolarmente dei seminari base e avanzati, mentre il ClubRational offre accesso online a ricette internazionali e a consigli di cucina da chef di tutto il mondo, per 365 giorni l’anno.

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