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Packaging, si aprono nuove frontiere

Da semplice contenitore a veicolo di valore aggiunto. Negli ultimi anni il packaging si è evoluto in modo sostanziale, andando ben oltre la sua semplice funzione d’uso. Grafica e design sono solo gli aspetti più visibili di questa rivoluzione, che si sta sviluppando lungo due direttive principali: servizio aggiunto e sostenibilità.

Una confezione di Waitrose

Se infatti praticità e funzionalità sono ormai caratteristiche imprescindibili sia per i consumatori che per le imprese della distribuzione, l’attenzione all’ambiente e, in ambito food, a eliminare gli sprechi di cibo, sta diventando un’istanza sempre più sentita anche da parte delle aziende produttive. Senza contare che, come rivela il recente report di Nielsen “Breakthrough Innovation”, in caso di packaging innovativo e appealing le vendite aumentano di circa il 5,5% rispetto a confezioni tradizionali.

«I vincitori dell’ultima edizione dell’Oscar dell’imballaggio possono dare un’idea sulle tendenze più attuali in fatto di innovazione – illustra Marco Sachet, direttore dell’Istituto italiano imballaggio –. Ci sono soluzioni semplici ma dall’elevato servizio, come la confezione per la mozzarella dotata di pretaglio che consente l’apertura in due momenti, facendo prima fuoriuscire il liquido di governo. Oppure la busta per gli alimenti freschi da banco con un sottilissimo strato di rame dall’effetto antibatterico: una soluzione che permette una maggiore conservazione del prodotto e contribuisce a ridurre il problema dello spreco domestico. Uno sviluppo interessante è anche dare una seconda vita al contenitore dopo che ha svolto il suo compito primario. È il caso del vaso di vetro della Nutella, con un collo riprogettato per adattarsi alla capsula Bormioli».

L’e-commerce detta nuove regole

Ma se questi sono filoni tutto sommato “classici”, nuovi segmenti si stanno aprendo e sono ancora tutti da sviluppare. La crescita dell’e-commerce, per esempio, sta ponendo nuove sfide ai produttori, che devono mettere a punto confezioni singole funzionali al trasporto e, fattore non trascurabile, che rispondano ai requisiti standard richiesti dal colosso Amazon. Un aumento della complessità, dal punto di vista del processo produttivo così come di imballi e trasporti.

McHall Farms

«Fra i vincitori di quest’anno – aggiunge Sachet – è da ricordare una pompetta con beccuccio richiudibile: una soluzione molto utile per l’e-commerce perché si presta a pack più semplici e anche per il vending, perché ripiegandosi su se stessa non si incastra all’interno della macchina. Sono invece ancora da sviluppare delle soluzioni efficienti per fare sì che il pack rimandi alla realtà aumentata. Le confezioni infatti tendono a diventare sempre più piccole, lasciando meno spazio per inserire le informazioni, che aumentano sempre di più. C’è quindi la necessità di rimandare dal pack alla realtà virtuale, al di là del QR code che già è utile ma che trova ancora un utilizzo limitato».

Ma secondo alcuni, l’ultima vera frontiera rimane il packaging commestibile, di cui si parla già da qualche tempo. La scoperta più recente, che arriva dagli Stati Uniti, riguarda una pellicola protettiva derivata dalle proteine del latte, quindi naturalmente biodegradabile, in grado di conservare il cibo 500 volte meglio dei materiali tradizionali. In futuro si potrebbero aggiungere aromi naturali e additivi nutrienti per migliorarne il gusto.

C’è fermento nell’ortofrutta

Il dibattito si accende, almeno nel Regno Unito, quando si arriva alle confezioni dell’ortofrutta. Sta facendo molto discutere infatti la scelta di Asda di eliminare o almeno ridurre fortemente l’offerta di frutta e verdura sfusa dai suoi punti vendita e di diminuire i formati di quella confezionata, al fine di diminuire gli sprechi. Secondo Feedback, una charity inglese che si batte proprio contro lo spreco di cibo, la decisione comporterà invece l’aumento di confezioni di plastica e di cibo che verrà buttato, oltre che un danno per gli agricoltori inglesi, costretti a fornire frutta e verdura di dimensioni standard.

Ma nel frattempo c’è chi sta sfruttando proprio i vegetali per dare vita a packaging green. Waitrose per esempio ha deciso di utilizzare piselli e legumi scartati per la vendita per creare scatole sostenibili ed eleganti per la pasta. Ora il 15% dei packaging dei fusilli gluten free a marca privata è realizzato con i legumi, riducendo del 15% l’utilizzo di alberi per ogni scatola e del 20% le emissioni di gas durante la produzione.

E il retailer britannico non è il solo. Come riporta la rivista Packaging World, il canadese Pure Hothouse Foods, specializzato nella coltivazione e nella vendita di vegetali, ha recentemente lanciato la linea Cloud 9 di pomodori in un packaging di cartone arricchito con fibre di pomodoro, prodotto da Solidus Solutions; è diventato così la prima azienda canadese a imballare pomodori attraverso le piante stesse e a creare un’economia circolare.

E anche in Francia Idyl, produttore di pomodori, meloni, frutta mediterranea, vegetali ed erbe fresche, ha cominciato a utilizzare packaging arricchiti con fibre delle piante di pomodori.

L’innovazione dell’americano McCall Farms sta invece nella nuova lattina di plastica trasparente introdotta per le conserve vegetali pronte del suo brand Glory Foods. Si tratta, di fatto, della prima innovazione nel mercato delle lattine da quando furono lanciate, nel 1833.

Dove andrà il mercato?

Impossibile dirlo con certezza, ma qualche previsione Smithers Pira l’ha fatta. Il gruppo, specializzato nelle analisi e nei servizi per il mercato del packaging, della carta e della stampa, ha analizzato il possibile sviluppo di alcuni segmenti.

  • Le bioplastiche, innanzitutto, il cui utilizzo industriale, secondo il gruppo, crescerà a una media annuale del 17% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo un valore di quasi 7,2 miliardi di dollari. Attualmente il segmento ha un’incidenza molto bassa sul totale imballaggi in plastica, ma gli sviluppi tecnologici permetteranno la creazione di nuovi tipi di polimeri e biopolimeri rinnovabili e biodegradabili. L’Europa è in prima linea sul fronte della ricerca e sviluppo e incide il 31% a livello globale per quanto riguarda l’utilizzo di pack in bioplastica; entro il 2022, tuttavia, i tre quarti di questi materiali saranno prodotti in Asia.
  • Poi, i packaging flessibili, dedicati sia ai consumatori finali che all’industria, che secondo Smithers Pira avanzeranno a un tasso annuale del 4,1% arrivando nel 2022 a 33,5 milioni di tonnellate per 282,6 miliardi di dollari. Un mercato che, rispetto alle confezioni rigide, offre numerosi vantaggi nel risparmio dei costi, compresi quelli di trasporto, nella riduzione del peso e nell’allungamento della shelf life. I “pouch” (confezioni a sacchetto), soprattutto nella versione stand-up, sono il segmento a più veloce crescita.
  • Infine, avanzeranno le soluzioni con film protettivi, utilizzati per esempio nelle confezioni di ready meal da scaldare nel microonde, meglio ancora se flessibili: un mercato che crescerà del 4,7% tra il 2016 e il 2021 raggiungendo 11,32 miliardi di dollari.

 

Facile come bere una noce di cocco

Uno speciale sistema pratica un foro nella noce di cocco, inserisce un tappo richiudibile e biodegradabile e avvolge la noce in un film che riporta le informazioni di prodotto e il codice a barre: in questo modo è possibile bere l’acqua di cocco direttamente dalla noce. Il brevetto è di Coco Taps, azienda di Las Vegas che ha cominciato a vendere il prodotto nei negozi di healthy food e su Amazon, per poi arrivare in Whole Foods Market. La catena lo ha lanciato a novembre 2016 in 56 dei suoi store in Arizona, California e Nevada. I plus del prodotto sono la praticità e semplicità della confezione, associata alle straordinarie qualità nutrizionali dell’acqua di cocco; la pricipale criticità è invece legata alla logistica, considerato il peso delle noci di cocco e l’ubicazione dello stabilimento di confezionamento.

Come ti allungo la vita di frutta e verdura

Non è una cassetta qualunque, ma uno strumento che riduce lo spreco alimentare. “Attivo” è il packaging che Bestack ha realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna dopo cinque anni di analisi, panel test e campionamenti e che permette di prolungare la shelf life della frutta, salvando potenzialmente dalla spazzatura 850 mila tonnellate di prodotto ogni anno in Italia.

L’imballo è stato testato questa primavera sulle fragole Candonga di Apofruit, la varietà tipica della Basilicata commercializzata con il brand Solarelli. I risultati hanno evidenziato che la shelf life del prodotto aumenta da uno a due giorni e lo scarto di fragole si riduce dall’8 al 18% rispetto al prodotto conservato in altri tipi di packaging; anche per i rivenditori gli scarti si riducono dal 3 all’8%. E su un campione di 400 consumatori intervistati, il 74% ha percepito una miglior conservazione della frutta contenuta nell’imballaggio Attivo.

 

 

 

I vincitori dell’Oscar dell’imballaggio

1) BUSTARAME – ADERCARTA

Busta salvafreschezza 100% riciclabile, con elevata barriera alla luce e capacità antibatteriche (fino al 99%), per il confezionamento dei prodotti freschi da banco come salumi e formaggi, per la Gdo e l’industria alimentare. Realizzata con il 99% di carta certificata FSC e lo 0,2% di rame applicato tramite sublimazione e brinamento, riciclabile come rifiuto cartaceo.

2) DRIP PACK – DI MAURO OFFICINE GRAFICHE

Confezione stand-up in materiale flessibile per prodotti contenenti liquidi o in forma granulare, che si basa su un doppio pre-taglio: aprendo il primo, la busta resta chiusa a eccezione di un canale di drenaggio, attraverso cui è facile far defluire il liquido capovolgendola. È un esempio di progettazione volta alla semplificazione, che incrementa il servizio al consumatore.

 

3) RAPIDA – TAPLAST

Pompa con beccuccio richiudibile, per incontrare anche i requisiti della vendita su e-commerce e adatto a tutti i flaconi. Il volume compatto evita rotture e attuazioni accidentali, senza necessitare di ulteriori imballaggi di protezione; la doppia chiusura del beccuccio realizzata per il cliente Amazon evita spreco di materiale dovuto a rotture accidentali e permette l’eliminazione del termoretraibile.

 

4) DARFRESH RANGE – SEALED AIR

Confezione sottovuoto “skin”, realizzata con due materiali che avvolgono il prodotto come una seconda pelle, in grado di estendere notevolmente la durata di conservazione degli alimenti e mantenere le proprietà nutrizionali. La riduzione dei volumi delle confezioni fino al 50% rispetto ad altri sistemi permette la razionalizzazione dello spazio espositivo, di magazzinaggio e di trasporto. Inoltre, ha un forte impatto sul consumatore grazie all’effetto tridimensionale del prodotto.

 

5) CORNERLESS – GRUPPO SADA

Vassoio in cartone ondulato robusto e riciclabile, adatto a food e non food. Si adatta a linee di confezionamento automatiche e permette di sfruttare al massimo la superficie dei vassoi. A parità di formato, consente di ottenere un importante risparmio di materia prima se confrontato con i vassoi tradizionali e la grande apertura offre vantaggi dal punto di vista espositivo e di circolazione dell’aria.

 

6) NUTELLA EMBOSSED – MRSMITH PER FERRERO

Barattolo per Nutella riutilizzabile per conserve e altri usi in ambito domestico. Senza perdere la forma iconica del barattolo, il nuovo formato offre notevoli vantaggi sul piano della sostenibilità ecologica; l’innovazione è di particolare rilevanza anche in relazione al basso valore aggiunto della tipologia di imballaggio, che appartiene a un settore maturo.

 

di Giulia Colombo

Morando torna in tv e rilancia la sua comunicazione su Facebook

Morando ritorna in tv dal 24 dicembre al 20 gennaio.

La continuità è alla base della strategia media dell’azienda che vede l’utilizzo del mezzo televisivo sulle tre principali piattaforme generaliste, RAI, MEDIASET e LA7, e un rilancio sulla pagina Facebook Morando per trasmettere l’empatia del messaggio su cui punta: “Il miglior modo di amarli è alimentare con piccoli gesti quotidiani l’unicità della relazione tra uomo e animale”.

La pianificazione prevede tutta la programmazione più qualitativa del periodo con una concentrazione di passaggi nel prime time, nei programmi legati alle news, all’approfondimento e intrattenimento di qualità. Il formato dello spot è 15”.
Creatività Gruppo DDB Italia. Produzione Filmmaster con la regia di Davide Gentile.

Con il Fondo per il commercio equosolidale un milione di euro per incentivare il fairtrade

La discussione sulla legge finanziaria ha portato un importante risultato per il movimento del commercio equosolidale italiano: è nato infatti il Fondo per il commercio equosolidale, istituito dal Governo in seguito alla proposta di alcuni parlamentari attenti alle istanze del fair trade.

A partire dal 2018, il Fondo di un milione di euro prevede l’inserimento di meccanismi incentivanti per le imprese che partecipano a gare d’appalto pubbliche per la fornitura di servizi delle pubbliche amministrazioni.

Si tratta di un passo significativo che avviene dopo più di un anno dall’approvazione alla Camera della Legge sul Commercio Equosolidale, ancora in attesa di approvazione in Senato, e pochi mesi dopo l’inserimento del commercio equo tra le attività di interesse generale nella disciplina sul Terzo Settore e sull’Impresa Sociale.

L’obiettivo più rilevante, ovvero l’approvazione della Legge, sembra però ancora molto difficile, se si considra l’imminente scioglimento delle Camere. Per questo motivo l’inserimento di questo emendamento all’interno della legge finanziaria riconosce, seppure parzialmente, l’importanza del Commercio Equosolidale a livello italiano.

In attesa dell’approvazione finale della legge finanziaria, questo potrebbe essere un primo passo verso la completa approvazione di una Legge ad hoc. Una gestazione che dura da oltre 10 anni e che, nonostante l’ampio consenso, ancora non riesce a vedere la luce.

Le tre organizzazioni che rappresentano il Commercio Equo italiano (Equo Garantito, Fairtrade Italia e Associazione Italiana Botteghe del Mondo) hanno recentemente promosso una campagna di coinvolgimento dei sindaci italiani, che ha mobilitato 105 amministratori di città piccole, medie e grandi per sollecitare il Parlamento e chiedere la chiusura dell’iter legislativo per l’approvazione definitiva della Legge.

Fairtrade Italia è il consorzio che dal 1994 rappresenta e promuove il Marchio di Certificazione Fairtrade e i valori del Commercio Equo e Solidale certificato sul territorio italiano. Equo Garantito (già AGICES – Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale) è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane, mentre Associazione Botteghe del Mondo nasce nel 1991 per creare una rete di economia solidale tra le Botteghe del Mondo e promuovere il Commercio Equo e Solidale a tutti i livelli.

MasterChef Italia: Acqua Minerale San Benedetto si riconferma Partner Ufficiale

Acqua Minerale San Benedetto si riconferma Partner Ufficiale di MasterChef Italia, il talent culinario più amato della televisione, giunto quest’anno alla sua settima edizione, che tornerà in onda Giovedì 21 Dicembre alle ore 21.15 su Sky Uno HD.

L’unicità e l’eleganza dell’acqua oligominerale, pura, equilibrata e 100% italiana di San Benedetto Prestige Rose Edition accompagnerà in tutte le prove gli aspiranti MasterChef, valutati da quattro giudici d’eccezione: Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e dalla new entry Antonia Klugmann.

Nella linea in vetro della Prestige Rose Edition il mondo floreale è il tema predominante dell’etichetta, scelto per donare alla bottiglia un’identità esclusiva ed elegante. Il simbolo principale è proprio la rosa,  il fiore più evocativo che da sempre narra passioni ed emozioni e che, in “Rose Edition”, diventa un emblema per raccontare l’unicità di una linea dallo stile unico. La trasparenza pregiata del vetro e il design essenziale e slanciato, mettono in evidenza l’etichetta con la caratteristica finestra con vista oggi arricchita dal tocco particolare della rosa dalle intense tonalità per una vera esplosione di colori differenziati per gusto: amaranto per l’acqua naturale, blu per quella frizzante e verde per la leggermente frizzante. Immancabile, sul fondo, il tricolore simbolo dell’italianità e garanzia della qualità e della sensibilità estetica firmate Made in Italy.

Una linea ideale per ogni esigenza del fuoricasa con quattro formati (25cl, 50cl, 75cl e 1L) studiati per rendere  ogni servizio piacevole ed esclusivo. “Rose Edition” rappresenta così la perfetta interpretazione di tutte le eccellenze di San Benedetto Prestige: freschezza e purezza, leggerezza e raffinatezza per una linea di grande ricercatezza dedicata al ristoratore che vuole dare un tocco di classe alla tavola e al consumatore che sa apprezzare l’eleganza, lo stile e il gusto del bello tutto italiano.

 

Prosegue con successo The positive Cup di Nespresso, attivo in 58 città

The Positive Cup di Nespresso, il programma per la raccolta e il riciclo delle capsule esauste prosegue con successo. Anche quest’anno l’azienda sostiene l’operato di Banco Alimentare Lombardia attraverso la donazione di 410 quintali di riso.

Il progetto, attivo in Italia dal 2011 grazie alla collaborazione tra Nespresso, CIAL, Federambiente e il CIC (Consorzio italiano Compostatori), consente ogni anno di recuperare e destinare ad una seconda vita le capsule usate, riciclando i due materiali di cui sono composte: l’alluminio e il caffè residuo. Dalla sua attivazione il progetto ha permesso di raccogliere 2.062 tonnellate di capsule in alluminio e di donare oltre 1.801 quintali di riso a Banco Alimentare Lombardia.

 Le capsule, recuperate grazie all’impegno dei consumatori, vengono avviate al processo di riciclo e valorizzazione dei due materiali.  L’alluminio viene riciclato al 100% mentre il caffè viene utilizzato come fertilizzante nella risaia di Roncaia, in Provincia di Pavia. Il riso coltivato viene poi acquistato da Nespresso e donato a Banco Alimentare Lombardia, che a sua volta lo distribuisce a chi ne ha più bisogno attraverso gli enti caritativi convenzionati, incluse numerose mense dei poveri.

Ad oggi il programma di raccolta delle capsule esauste è attivo in 58 città in tutta Italia con 97 punti di raccolta, di cui 49 Boutique Nespresso e 48 isole ecologiche.

Per partecipare attivamente al progetto e conoscere nel dettaglio tutti i punti di raccolta Nespresso è possibile visitare i siti web:

https://www.nespresso.com/it/it/pages/store-locator#RECYCLING

https://www.bancoalimentare.it/it/lombardia

Sano, senza OGM, biologico e a Km 0: ecco il cibo che piace

Alimenti sani (senza grassi o sale), privi di OGM, biologici e possibilmente realizzati con ingredienti a KM0 : ecco i cibi preferiti dagli italiani. A dirlo l’indagine online realizzata da GfK in 17 paesi, chiedendo quali sono le caratteristiche più importati che considerano quando scelgono cosa mangiare o bere.

Un italiano su due (49%) ha indicato come fattori decisionali importanti il fatto che un alimento sia privo o a basso contenuto di zuccheri, realizzato senza utilizzo di OGM e privilegiando ingredienti a chilometro zero. Seguono nella classifica di importanza gli alimenti privi o con pochi grassi (44%) e quelli realizzati con ingredienti biologici (42%). Un italiano su tre considera valuta positivamente il fatto che un alimento sia privo di sodio o potenziato con vitamine e minerali. Infine, ben il 19% considera come caratteristica importante il fatto che un prodotto sia senza glutine.

I localismi

Gli italiani risultano i più sensibili in assoluto sul tema del KM0: nel nostro Paese si registra la percentuale più alta di persone che considera importante l’utilizzo di ingredienti locali quando si tratta di scegliere cosa mangiare.

Non emergono grandi differenze nelle classifiche di uomini e donne, anche se queste ultime esprimono in generale delle opinioni più marcate (in particolare per quanto riguarda gli alimenti a basso contenuto di zuccheri e di grassi).

Come prevedibile, le famiglie ad alto reddito assegnano in media maggiore importanza alle caratteristiche degli alimenti, rispetto a quelle a basso reddito. Interessante notare però come anche le persone meno abbienti tengano in grande considerazione i prodotti a KM0, in percentuale quasi uguale alle altre fasce di reddito.

A ogni età il suo cibo

Guardando invece ai risultati per fasce d’età, emergono alcune tendenze specifiche. La fascia d’età degli over 60 – ad esempio – risulta essere la più attenta in generale alle caratteristiche del cibo. Particolare importanza viene data a fattori quali l’utilizzo di ingredienti a KM0, senza OGM e a basso contenuto di sodio e grassi. Tra i ventenni invece c’è una spiccata preferenza per gli alimenti realizzati con ingredienti biologici e prodotti localmente. Infine, nella fascia 30-39 anni gli italiani danno particolare importanza ai prodotti senza glutine e che contengono probiotici.

Nel resto del mondo

A livello internazionale, si prediligono in linea di massima gli alimenti a basso contenuto di zucchero o senza zucchero e quelli privi di OGM (entrambi con il 48%). Al terzo posto si posizionano i prodotti privi o a basso contenuto di sale (45%), seguiti a breve distanza dai prodotti realizzati con ingredienti biologici, quelli a basso contenuto di grassi e arricchiti con vitamine o minerali.

Dall’indagine emerge inoltre come i più selettivi in assoluto siano essere i cittadini cinesi: per 8 categorie su 9, infatti, la Cina è al primo posto. L’unica eccezione riguarda gli alimenti a KM0, caratteristica che vede l’Italia al primo posto per importanza assegnata. Particolarmente esigenti anche i consumatori del Brasile, che si posiziona al secondo posto in classifica per l’importanza attribuita a ben 5 categorie.

L’indagine

GfK ha condotto un’indagine online in 17 Paesi, coinvolgendo oltre 23.000 persone dai 15 anni in su. Gli intervistati dovevano rispondere alla domanda: “Quando sono importanti le seguenti caratteristiche, quando devi scegliere un cibo o una bevanda?”. Le opzioni elencate erano: È realizzato con ingredienti biologici; Utilizza ingredienti o viene prodotto a KM0; È privo (o a basso contenuto) di zuccheri; È privo (o a basso contenuto) di grassi; È privo (o a basso contenuto) di sodio; È fortificato con vitamine o minerali; Contiene prebiotici o probiotici; È privo di OGM (Organismi Geneticamente Modificati); È senza glutine.

La rilevazione è stata effettuata nell’estate 2017.

I paesi coinvolti nella ricerca sono: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Russia, Corea del Sud, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

Auchan e il “Bollino” che fa discutere

E’ scoppiato il caso del “Bollino blu” Auchan. L’operatore della grande distribuzione alcuni mesi fa ha deciso di indicare con un marchio i prodotti che, all’interno delle varie categorie merceologiche, sono giudicati migliori dal punto di vista nutrizionale rispetto ai competitor. Tutto ciò, con l’obiettivo di promuovere stili di vita più salutari nei propri clienti. Il giudizio, secondo quando riportato nella pagina web dedicata all’iniziativa (https://www.auchan.it/it-IT-it/static/lavitainblu.aspx), è emesso da un pool di esperti in base alla lettura delle etichette dei prodotti messi a confronto.

Il sistema dei “bollini” non è nuovo. Nel Regno Unito sulle etichette sono riportati dei semafori che assegnano un bollino rosso, giallo e verde a seconda della validità nutrizionale; in Francia il Nutri-score, che identifica gli alimenti con 5 colori, dal verde intenso all’arancio intenso. In Italia questo approccio non è stato adottato perché ritenuto troppo semplicistico e addirittura penalizzante per alcune eccellenze – anche sotto il profilo nutrizionale – alimentari nazionali.

Anche la scelta di Auchan ha sollevato delle perplessità presso alcuni nutrizionisti e associazioni consumeristiche, che non reputano sufficientemente chiari i criteri di scelta su cui il “bollino” viene attribuito.

Neppure l’industria di marca è favorevole. “L’iniziativa di Auchan rivela un’elevata discrezionalità –  commenta Luigi Bordoni, Presidente di Centromarca – Le informazioni fornite al consumatore non consentono di identificare con chiarezza quali sono i criteri per l’assegnazione dell’evidenziazione a scaffale. Ne risulta una comunicazione incompleta e fuorviante, che confonde e può determinare una distorsione della concorrenza. Quindi non in linea con le prescrizioni del Codice del Consumo, in cui è stabilito che le informazioni devono essere espresse in modo chiaro e comprensibile, tali da assicurare la consapevolezza del consumatore. Per questo abbiamo incontrato i rappresentanti di Auchan ed esposto le evidenze delle nostre analisi. Ora attendiamo un riscontro dal gruppo”.

Elena Consonni

IP4M, le nuove telecamere del Gruppo Urmet per banche e retail

Il Gruppo Urmet – realtà italiana con presenza internazionale che progetta, sviluppa e commercializza prodotti e sistemi nei settori della comunicazione e sicurezza integrata dell’edificio – lancia la nuova linea di telecamere IP4M, un top di gamma che, per le sue caratteristiche tecniche estremamente performanti e la qualità delle rese video, è particolarmente indicato per luoghi in cui è essenziale un sistema di videosorveglianza ad alta definizione, come aree pubbliche, retail, banche e luoghi d’arte.

Le prestazioni

Parliamo di prodotti versatili e flessibili per diversi sistemi d’impianto. In tal senso, il Codec H.265, grazie a un nuovo standard di compressione video ad alta risoluzione (High Efficiency Video Coding), introduce un incremento di efficienza nella gestione degli streaming video riducendo il bit rate del 50% rispetto al codec H.264, per una trasmissione multi-stream sia su banda stretta che larga. Inoltre, la funzione V-Dect costituisce un ulteriore valore aggiunto: si tratta di un’analisi video che permette di delimitare il monitoraggio ad alcune aree specifiche, verificare il transito di soggetti da un punto all’altro o la loro permanenza, impostando allarmi automatici in caso di attraversamento di una zona etichettata come “non consentita”. L’opzione Corridor Mode, in più, restringe la visuale delle telecamere, focalizzandole su un’area più ristretta. Tra le specifiche tecniche più rilevanti delle telecamere IP4M, l’ottica motorizzata 2,8-12mm con autofocus, lo slot SD (per l’eventuale videoregistrazione locale) e la doppia alimentazione, tramite alimentatore esterno o PoE.

I Plus

Le soluzioni Urmet presentano l’importante plus di essere completamente gestibili tramite un’unica piattaforma Urmet Video Smart (UVS) e un’unica App, iUVS, comuni a tutti i prodotti di videosorveglianza Urmet IP e AHD, a garanzia di un utilizzo semplice e intuitivo. Software e App sono disponibili rispettivamente per sistemi Windows Mac e Android e IOS (smartphone e tablet). È disponibile anche l’interfaccia per browser Internet Explorer e Safari.  Tra le funzioni più interessanti per l’utente finale, l’opzione Playback consente di accedere da remoto on demand al registrato di ogni flusso collegato.

 

Redesign per la linea di burro Fiore Bavarese® Meggle

Fedele al connubio tradizione & innovazione, Meggle – azienda familiare bavarese fondata nel 1887 – si è specializzata nella produzione e distribuzione internazionale di prodotti lattiero-caseari di qualità premium.

La filiale italiana, operativa dal 2004, rilancia la linea di burro Fiore Bavarese® con l’obiettivo di consolidare la sua posizione di azienda di riferimento per il burro non italiano nel mercato nazionale.

Dal prossimo dicembre, nel canale GDO la gamma Fiore Bavarese® di Meggle, avrà una nuova veste, frutto di un recente e innovativo restyling.

Le nuove confezioni propongono colori più caldi e richiamano il giallo paglierino tipico del burro di qualità, un paesaggio bavarese ricorda la naturalezza del luogo di lavorazione mentre una forchetta con un ricciolo di burro ne suggerisce l’uso in cucina come ingrediente immancabile. Ogni elemento visivo, insieme al claim Cremoso, a lenta lavorazione, ricordano il genuino mondo Meggle e i suoi valori centenari: un mondo fatto di naturalezza e alta qualità, in cui il Burro Fiore Bavarese® nasce per centrifuga direttamente dalla prima panna del latte, per questo si può definire tradizionale, che viene lasciata riposare per almeno 16 ore. Meggle offre una rinnovata attenzione ai propri consumatori attivando un servizio di assistenza per i propri clienti e includendo sulla confezione i simboli delle certificazioni Halal e Kosher, il pratico dosatore (25 g) e il link alle ricette (http://meggle.it/ricette) per sollecitare la creatività in cucina di ognuno.

La linea Burro Fiore Bavarese sarà disponibile nei formati da 250g, 125g e 100g (suddivisi in 6 monoporzioni da 16,7g) nella referenza tradizionale, da 125g nelle versioni leggermente salato e senza lattosio.

Un vero e proprio invito, per tutti i consumatori italiani, a riscoprire il burro come suggeriscono i più

moderni studi scientifici, un alimento gustoso e cremoso dalle tante qualità nutritive.

Ricco di vitamine A, E, K2, calcio e sali minerali, facilmente digeribile è ottimo se consumato crudo o utilizzato come ingrediente per preparazioni dolci e salate.

 

Glifosato, la Ue rinnova l’ok per altri cinque anni

Glifosato ancora legale, almeno per i prossimi cinque anni: è la risoluzione presa dai paesi Ue riuniti in Comitato d’appello lunedì a favore del rinnovo dell’autorizzazione del contestatissimo erbicida. Secondo l’ANSA, gli equilibri sono stati spostati dal voto positivo della Germania, con 18 Paesi a favore, 9 contrari e un astenuto. 

L’Italia è tra i nove Paesi che hanno votato contro la proposta di rinnovo dell’autorizzazione, con Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lettonia, Cipro e Malta. Astenuto il Portogallo. A cambiare gli equilibri rispetto alla riunione del 9 novembre scorso, che non aveva espresso una maggioranza, è stato il voto favorevole di Romania, Bulgaria, Polonia e Germania, che in precedenza si erano astenute. Romania, Bulgaria e Polonia perché ritenevano che un’autorizzazione per cinque anni fosse troppo poco, la Germania perché chiedeva un prolungamento dell’attuale autorizzazione per tre anni.

Parla di “regalo alle multinazionali della chimica” Greenpeace. «Il voto odierno è un regalo alle multinazionali agrochimiche, a scapito di salute e ambiente. Bene comunque il voto contrario dell’Italia che ha dimostrato nuovamente di dare priorità alla tutela delle persone, e non al fatturato di chi produce e commercia il glifosato» ha detto Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

Secondo Coldiretti, in Italia il divieto di uso del glifosato resta nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. Lo stabilisce il decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016, che non viene modificati dalla attuale decisione dell’Unione Europea.

“L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione Europea e fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe, come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”. Un principio che deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA), dove al contrario si prevede l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato.

La proposta della Commissione Ue è basata su una dubbia valutazione del rischio sul glifosato, che afferma che non vi sono prove sufficienti su un legame della sostanza al rischio di cancro, nonostante l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo abbia classificato come “probabilmente cancerogeno” per le persone.

Allo stato attuale nessuno può affermare con certezza che il glifosato sia sicuro, specie dopo le rivelazioni che stanno continuando a emergere grazie ai cosiddetti “Monsanto Papers” e lo scandalo del “copia-incolla”, relativo a parti del rapporto dell’EFSA sui rischi dell’uso del glifosato copiate dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione di Monsanto.

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