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Alto Adige, quando il territorio parla di qualità

L’Alto Adige con i suoi masi e le sue malghe rappresenta una risorsa importante per l’eccellenza alimentare italiana.

Nel 1941 a Bolzano viene fondata la Federazione Latterie Alto Adige, cooperativa che da allora riunisce le 10 latterie sociali altoatesine con lo scopo di promuovere le attività dei soci e di farsi garante davanti ai consumatori – con il Marchio di Qualità Alto Adige che si trova sulle confezioni di latte, yogurt, mozzarella, burro e formaggio altoatesini – della qualità dei prodotti lattiero-caseari del territorio.

Il marchio di qualità

Oltre al latte, l’assortimento di prodotti lattiero-caseari con il marchio di qualità Alto Adige include yogurt, formaggio, mozzarella, mascarpone, ricotta, burro, panna e latte UHT. C’è inoltre il formaggio Stelvio, l’unico formaggio altoatesino con una denominazione di origine protetta a livello europeo (DOP).

La Federazione

La cooperativa oggi vanta una produzione di circa 392 milioni di kg di latte all’anno, pari al 3,5% della produzione italiana di latte e allo 0,3% della produzione europea, impiega 940 addetti e ha al suo attivo un fatturato di 461 milioni di euro. Con la quantità di latte a disposizione vengono realizzati i seguenti prodotti:

Latte Fresco21,5 milioni di kg, di cui latte fresco biologico 1,2 milioni di kg
Latte UHT29,2 milioni di kg
Yogurt135,4 milioni di kg, di cui yogurt biologico 5,0 milioni di kg
Formaggio20,4 milioni di kg, di cui 14 milioni di kg di Mozzarella
Burro3,2 milioni di kg
Panna2,6 milioni di kg
Mascarpone, Ricotta9,5 milioni di kg

Le novità dei soci

L’impegno della Federazione è quello di promuovere il “gusto” dell’Alto Adige e in quest’ottica l’innovazione diventa prioritaria.

Tante le nuove proposte dedicate ai consumatori e alle loro esigenze si spazia dai nuovi imballaggi sempre più green alle referenze free from, per arrivare a sapori nuovi e inediti in grado di esaltare una materia prima naturale come il latte.

Vediamo insieme una rapida carrellata delle proposte più recenti, presentate a Milano nella cornice del IN KITCHEN LOFT.

Latteria Merano presenta:

  • due nuove referenze per la linea Bellavita Free – cocco e caffè zero.
  • il maxi formato da 400 grammi senza lattosio, sia nella versione classica che con zero grassi.
  • lo yogurt da bere nel formato eco pack.

 

Latteria Tre Cime presenta:

  • il formaggio Montagna Alto Adige Superior a pasta semidura, di forma rotonda con un diametro di 38 cm e un’altezza di 10 cm e al taglio si evidenzia una pasta semidura di un bel giallo oro e dall’occhiatura scarsa a forma di noce.
  • il formaggio Originale Dobbiaco, il prodotto più tradizionale e più noto della Latteria Tre Cime. La particolare forma a stanga, lunga 35 cm e con un’altezza e una larghezza di 13 cm, lo rende un formaggio dal formato originale e inconfondibile.
  • Il formaggio Inticina, nome ladino della città di San Candido, un formaggio da tavola a pasta semidura prodotto con latte vaccino intero proveniente dagli alpeggi dell’Alta Pusteria.

Brimi presenta:

  • la nuova Mozzarella Latte Fieno 125gr.
  • Mozzarella Brimi Senza Lattosio è prodotta solo con latte vaccino pastorizzato delattosato che ha un contenuto inferiore allo 0,01% di lattosio.
  • la ricotta monoporzione di Brimi con il suo nuovo e pratico formato da 100 grammi

Latteria Vipiteno presenta:

  • tre nuove referenze della gamma Sapori di Vipiteno Pera e camomilla, Miele e melissa, Mirtillo rosso.

Mila presenta:

  • il nuovo yogurt da bere Fiori di Sambuco e Lime di Mila, nella bottiglietta richiudibile
  • lo yogurt bicomparto Gusto + Gusto nella versione senza lattosio.
  • Il nuovo gusto della linea “Gli speciali” Mango maracuja e kiwi
  • la variante Benessere Zero Grassi Frutto del Drago – Guaranà.

La linea di salumi Beretta “amica degli animali” in esclusiva da Carrefour

Lorenzo Beretta di Flli Beretta e Lorenza Cortivo di Carrefour Italia.

Tutela del benessere animale: un tema sempre più “caldo” che inizia a farsi strada anche nella Gdo, come nella nuova linea di salumi “Filiera Benessere Animale”, realizzata in esclusiva per Carrefour Italia da Salumificio Fratelli Beretta.

Distribuita in esclusiva presso tutta la rete dei punti vendita Carrefour, è realizzata partendo da allevamenti che tutelano il benessere animale attraverso un’alimentazione vegetale, prevalentemente da erba e foraggi, e certificata NO-OGM. Viene inoltre assicurato il rispetto del ciclo naturale di crescita attraverso allevamenti non intensivi e all’aperto.

Al momento sono quattro le referenze: Prosciutto Cotto Nostrano Alta Qualità, Prosciutto di Parma DOP, Salame Milano e Bresaola. Sono riconoscibili grazie all’indicazione sul packaging “Filiera Benessere Animale”

Frutto della collaborazione tra Carrefour Italia e Salumificio Fratelli Beretta la nuova linea è un esempio di prodotto realizzato con specifici requisiti relativi al benessere animale già rigidamente regolamentati in alcuni Paesi del Nord Europa, e che viene incontro alle nuove richieste dei consumatori.

«Carrefour è uno dei pionieri in tema di attenzione riposta nella filiera, per la quale già a partire dal 1991 abbiamo sviluppato un sistema di tracciabilità all’avanguardia che ci permette di dare risposte concrete a ciò che oggi i nostri clienti ci chiedono: attenzione per il rispetto dell’ambiente, per la qualità e genuinità del cibo, per lo spreco alimentare e, in maniera sempre più crescente, per il benessere animale – ha commentato Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia -. Questa collaborazione con il partner Fratelli Beretta ci permette ancora una volta di andare incontro a quanto ci chiedono i nostri clienti: garantire un welfare agli animali durante la loro vita, che non significa per Carrefour solo agire in modo etico avendo rispetto degli animali, ma anche pensare alla salute, al benessere e al futuro dei consumatori finali continuando a presidiare la filiera».

Importante è la collaborazione tra l’azienda e la grande distribuzione come sottolinea Lorenzo Beretta, Direttore Commerciale del Gruppo Fratelli Beretta: «Per la prima volta in Italia intraprendiamo un percorso congiunto con un grande player della grande distribuzione, sulla base di esperienze maturate in altri mercati europei, quale quello inglese, svizzero e scandinavo, dove da tempo i consumatori si sono dimostrati sensibili al tema del benessere animale. È un passo significativo, perché grazie ai nuovi processi di produzione e alle nuove tecniche di allevamento promosse dalla nostra azienda oggi siamo in grado di rispondere alle crescenti richieste dei nostri clienti garantendo il massimo benessere per gli animali».

Ferrero domina i social: ad aprile Fb e Instagram “parlano” piemontese

Ferrero spopola sia su Facebook che su Instagram: questa la principale evidenza emersa da Top Brands, l’osservatorio di Blogmeter, che nel mese di aprile ha indagato l’andamento dei marchi food sul mercato italiano.

In linea generale si può comunque dire che, a ridosso delle festività pasquali, l’andamento positivo ha riguardato un po’ tutte le aziende affrenti al comparto del cioccolato.

La top 5 di Facebook
Su Facebook è la pagina corporate di Kinder,  che  grazie alle  137.153 mila interazioni, conquista la medaglia d’oro sia per engagement che per nuovi fan (quasi 35 mila). In particolare, a generare la maggior parte delle interazioni è il prodotto #KinderGranSorpresa, che risulta il più coinvolgente tra tutti i prodotti che il brand promuove sulla propria pagina. In seconda posizione, ma per una manciata di voti (137.035), si colloca la pagina Galbani, Ricette di Casa Mia. Sul terzo gradino del podio, infine  (con 122 mila tra reactions, commenti e share) torna di nuovo Ferrero con la pagina Facebook di Mon Chéri che punta su una comunicazione emozionale ed ispirazionale, mediante anche l’uso di hashtag dedicati come #lasciatistupire. Ferrero conferma la sua presenza anche in quarta posizione, con  Kinder Bueno (circa 118 mila interazioni) che coinvolge con post molto interattivi e divertenti, in cui le confezioni Kinder Bueno vengono posizionate nei posti più improbabili. Infine chiude la Top 5 Facebook relativa al total engagement, Parmalat con post dedicati alla Pasqua e alla Festa della Liberazione. Tra le pagine che incrementano maggiormente la propria fan-base ad aprile, spicca al secondo posto subito dopo Kinder, la pagina di Ferrero Rocher (20 mila nuovi fan) seguita da Pringles (17 mila) la cui partnership con Casa Surace per il lancio delle #nuovepringlestortilla sta generando grandi consensi sui social. In quarta posizione Lindt con i suoi Gold Bunny (16 mila nuovi fan) e infine la già citata Kinder Bueno (14 mila). 

La classifica su Instagram

Qui a spopolare è Nutella che risulta il migliore sia per engagement che per nuovi follower. Nonostante ad aprile abbia pubblicato solo 10 post, conquista ben 52 mila interazioni, merito soprattutto di una content strategy basata sulla condivisione di foto di dolci deliziosi ed invitanti a base di Nutella. Conquista la medaglia d’argento (sia per engagement che per follower) il profilo di Kinder Italia (12 mila interazioni e più di 5 mila nuovi seguaci) che su Instagram condivide le foto di utenti che ritraggono i suoi prodotti, in particolare le uova Kinder Gran Sorpresa. Nelle successive posizioni per entrambe le metriche, troviamo due profili del gruppo Barilla: il brand Mulino Bianco, la cui campagna #unmondobuono riscuote un gran successo (8,5 mila interazioni) e il prodotto Pan di Stelle che riposta le foto degli utenti con le #ricettedistelle, ottenendo quasi 8 mila interazioni. Ottime performance ancora per Parmigiano Reggiano che ad aprile spopola con l’inziativa “Caseifici aperti” (più di 6 mila interazioni) e Kinder Bueno che guadagna 1,8 mila followers durante il mese.

Asiago, positivo il bilancio 2016 approvato dai soci del Consorzio

Bilancio 2016 positivo quello approvato dai soci del Consorzio di Tutela Formaggio Asiago.

I punti clou:  grazie al piano di crescita programmata, le produzioni sono state ridotte del 3,35% rispetto all’anno precedente, mentre i consumi hanno registrato una crescita  sia presso le famiglie (+ 2,1%, dati GFK-Eurisko) sia nella Grande Distribuzione (+2,3%, dati Iri-Infoscan). Risultati in netta controtendenza rispetto al comparto dei formaggi semiduri che, nello stesso anno, ha segnato un doppio calo dei volumi del 1,3% e del valore del 1,7% (dati GFK-Eurisko).

Un segnale positivo arriva anche dal calo, a fine 2016, dello stock aggregato di prodotto, rispetto a fine 2015; aspetto che ha consentito di iniziare il 2017 con premesse migliori rispetto allo scorso anno.

La produzione

Nel 2016, sono state prodotte 1.365.597 forme di Asiago Fresco e 221.772 di Asiago Stagionato, per un totale di 1.587.369 forme; produzioni che, nel contesto del piano di regolazione 2017-2019, continueranno a garantire un equilibrio tra domanda ed offerta, proseguendo nella valorizzazione della denominazione e puntando a rafforzare l’orientamento al mercato a fianco dei produttori impegnati ad esportare Asiago DOP nel mondo.

L’export

Il 2016 è stato anche l’anno nel quale si è proseguito nel rafforzamento del mercato estero con un +6,5% di export rispetto al 2014 ed una performance pari a +66% negli ultimi sei anni. Le esportazioni di formaggio Asiago hanno superato per la prima volta le 1700 tonnellate, raggiungendo il massimo volume storico. Tra i principali acquirenti della specialità veneto-trentina, Svizzera (+12%) e Australia (+16%) risultano in testa, entrambi in aumento per il terzo anno consecutivo. L’Australia, in particolare, si impone per la prima volta come terzo mercato di destinazione delle esportazioni, dopo USA e Svizzera, superando la Germania, che, nel 2016, ha realizzato un positivo +4% di crescita. A riprova dell’impegno profuso, il Consorzio di Tutela, nel 2016, ha rafforzato l’attività di promozione avviando due progetti cofinanziati dall’Unione Europea, per un valore complessivo pari a 5,5 milioni di euro: il primo negli Stati Uniti e in Canada, in partnership con i consorzi del Pecorino Romano e dello speck Alto-Adige; il secondo “Cheese It’s Europe”, insieme ai Consorzi di Tutela Parmigiano Reggiano e Gorgonzola, mirato al rafforzamento e al consolidamento delle esportazioni in Austria, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia

Maggio mese del benessere, e il personal nutritionist arriva da Pam

Dopo il personal shopper, arriva il personal nutritionist, ovvero qualcuno che ci dice cosa mettere nel carrello, dopo aver valutato le nostre abitudini alimentari: succede a maggio in dieci punti di vendita selezionati, in occasione del mese del Benessere di Pam Panorama. Tutti i sabati di maggio, un nutrizionista sarà a disposizione dei clienti che lo richiederanno e suggerirà alcuni accorgimenti per seguire ogni giorno un’alimentazione equilibrata. Alla fine della consulenza, il nutrizionista fornirà una scheda di valutazione alimentare personalizzata e un prodotto a marchio Pam Panorama in linea con le singole esigenze e con il tema della giornata, che cambierà ogni sabato.

Sotto i riflettori ci sono le tendenze alimentari che vanno per la maggiore al momento. Le prime due giornate hanno approfondito la scelta vegetariana, che sottolinea l’importanza di un apporto adeguato di nutrienti nel caso in cui si segua una dieta vegetariana e/o vegana, e l’alimentazione vegetale, seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che invitano a consumare cinque porzioni di frutta e verdura ogni giorno, possibilmente di cinque colori diversi in quanto ogni colore indica la presenza di diversi micronutrienti. La terza giornata avrà come concept La dieta semplice e buona, dedicata a chi presenta delle esigenze alimentari specifiche e quindi desidera integrare la sua dieta con prodotti senza glutine, senza zuccheri aggiunti, con pochi grassi, ricchi di fibre o funzionali. Il Mese del Benessere si concluderà sabato 27 maggio con La tavola biologica, tendenza “forte”, che vede sulle tavole degli italiani sempre più prodotti provenienti da agricoltura biologica.

I punti vendita che aderiscono all’iniziativa sono: Panorama Udine Palmanova, Panorama Udine, Panorama Treviso, Panorama San Mauro Torinese, Panorama Parma, Panorama Roma Aurelia, Panorama Roma Lunghezza, Panorama Roma Granai, Panorama Ostia e Panorama Ariccia.

Nel frattempo è partita la terza edizione di “Nutri il Sapere”, il progetto formativo di Pam Panorama nato per approfondire le tematiche della corretta educazione e diffondere la consapevolezza alimentare nelle scuole. Oltre alle lezioni che si sono svolte e si svolgeranno all’interno degli istituti scolastici fino a dicembre 2017, alcuni appuntamenti si terranno all’interno dei punti vendita. Le passate edizioni hanno coinvolto protagonisti 7700 studenti in 308 laboratori.

I primi incontri fuori dalle scuole si sono tenuti il 10 e l’11 maggio presso il Panorama Tiburtina e Panorama Lunghezza di Roma con il tema “Il pesce: catena del freddo e proprietà nutrizionali”.

Quest’anno la novità riguarda il concorso in cui gli si chiede di sviluppare un disegno dedicato alle tematiche trattate da Nutri il Sapere. Le classi che proporranno i tre disegni migliori saranno premiate con dei buoni spesa per l’acquisto di materiale scolastico.

 

PRO SUS presenta la nuova linea bio

PRO SUS, il marchio della Cooperativa Produttori Suini – che coinvolge una sessantina di soci tra Lombardia, Emilia Romagna e Toscana – ha presentato a TUTTOFOOD le nuove proposte della Linea Premium Skin e il debutto della Linea Bio.

PRO SUS, infatti, si è impegnata nel sostenere l’estensione della linea della gamma Premium Skin, presentata con un nuovo layout di packaging, e la conversione di tutta la produzione al senza glutine.

Quanto alla gamma, passerà dagli attuali sette prodotti a 16 nuovi pack Premium Skin, sempre a peso fisso, in formati che vanno dai 180 ai 250 grammi.

Ed eccoci alla seconda novità presentata in Fiera dalla Cooperativa: il debutto della linea bio, proposta sia in vaschetta Skin che tradizionale, nata grazie alla sinergia con cinque aziende socie della Cooperativa, recentemente convertite al biologico. Questi bacini produttivi rispondono a regole molto ferree dove le caratteristiche principali del capitolato biologico prevedono norme relative all’alimentazione, per la maggior parte derivata quasi esclusivamente da cereali nobili bio, precise direttive sugli spazi a disposizione degli animali, raddoppiati rispetto all’allevamento convenzionale, la possibilità per i suini di uscire all’aperto e tempi di svezzamento doppi rispetto a quelli degli allevamenti classici.

Nel dettaglio, l’offerta bio si compone di quattro referenze della linea Premium Skin, leggermente ricettate e disponibili a peso fisso, e di quattro in vaschetta Atm.

I valori di PRO SUS

I prodotti PRO SUS derivano da una filiera garantita “dai campi alla tavola”, grazie alla caratteristica fondante dell’azienda: la sua natura cooperativa, che fa interamente capo al mondo allevatoriale-agricolo. I soci possono contare su 10mila ettari di terreni di proprietà, dove vengono coltivati i cereali che alimentano i suini. Da sempre, PRO SUS fa della macellazione e lavorazione della carne suina di origine italiana la propria attività principale, con una distinzione ben precisa: la tracciabilità della filiera. Nell’impianto di Vescovato (Cr) vengono macellati solo suini italiani che rientrano nei circuiti Dop Parma e San Daniele, oltre il 70% sono conferiti da allevatori associati alla Cooperativa, PRO SUS, nel suo ruolo di capo filiera, è in grado di garantire anche l’origine nazionale degli animali forniti dai terzi. Questa garanzia di origine 100% italiana è un importante valore aggiunto dei prodotti dell’azienda.

L’Italia dice no alle etichette a semaforo: nasce L’alleanza europea “contro”

L’Italia non si ferma al semaforo. E guida l’Europa in una battaglia contro il sistema di etichette a semaforo, che applica un colore diverso a seconda della presunta salubrità dell’alimento: verde, giallo e rosso. Un sistema efficace ma rozzo, pensato per tutelare il consumatore ma che finisce invece per condizionarne le scelte in modo talora superficiale. Per questo Coldiretti, Federalimentare e un primo gruppo di deputati europei coordinati da Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del PE, hanno creato l’Alleanza europea contro i sistemi di etichettatura a semaforo per contrastare un sistema di informazione considerato fuorviante, discriminatorio e incompleto che è stato già lanciato in Francia e in Gran Bretagna e ora rischia di diffondersi in tutta Europa, pregiudicando una informazione corretta ai consumatori e il funzionamento del mercato comune.

Le iniziative nazionali sui “semafori” sono secondo gli ideatori dell’Alleanza un campanello di allarme che non si può trascurare. Non si può soprattutto in Italia, che rischia di essere penalizzata visto che Il sistema di etichettatura finisce per suggerire paradossalmente l’esclusione dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta, come l’olio extravergine d’oliva. Il Parmigiano-Reggiano, il Grana Padano e il prosciutto di Parma.

Non solo: l’idea che per lo stesso prodotto in differenti Paesi europei il semaforo possa assumere colorazioni diverse appare senza dubbio contrario a un “mercato unico”. Sistemi di segnalazione al consumatore diversi su base nazionale, in assenza di un quadro comune di riferimento, possono far sospettare comportamenti opportunistici dei singoli Stati membri, i cui specifici interessi economici potrebbe influenzare l’architettura dei sistemi di classificazione delle qualità nutritive e salutistiche dei prodotti agro-alimentari.

L’Alleanza europea contro i sistemi di etichettatura a semaforo chiede all’Europa di intervenire attivamente, definendo un quadro normativo adatto a garantire maggiore trasparenza e univocità sul territorio europeo e promuovendo le soluzioni più adeguate per soddisfare il bisogno di un’informazione sempre più dettagliata e leggibile da parte del consumatore. L’Alleanza si propone di aprire spazi di dibattito e riflessione sul tema, per offrire il proprio contributo per l’aggiornamento e il rafforzamento della legislazione relativa alle informazioni in etichetta per i prodotti alimentari sulla base della trasparenza e del reale interesse dei consumatori. I promotori credono che un’Europa più forte e credibile passi anche per una maggiore attenzione al consumatore e alle imprese che contribuiscono allo sviluppo del nostro Paese con la stessa trasparenza che vorrebbero fosse garantita ai nostri consumatori.

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Il carrello di domani? Scopriamolo tra le novità Tuttofood

Sale spray, aceto balsamico solido, caffè verde, taralli al cioccolato. Tanti cibi che vengono incontro alle esigenze alimentari più diverse, ai regimi alternativi per necessità, salute, etica, ideologia. Sono i prodotti che troveremo nel carrello del futuro prossimo. Quelli che concorrono al premio #atuttainnovazione, che sarà assegnato ai prodotti nuovi o migliorati, che soddisfano nuove esigenze del cliente sotto l’aspetto qualitativo, del contenuto tecnologico o delle prestazioni, nel corso di Tuttofood, la fiera internazionale del B2B dedicata al food & beverage organizzata da Fiera Milano dall’8 all’11 maggio 2017. A valutare i prodotti, che arrivano da aziende italiane e straniere, saranno gli esperti di Ipsos, società leader nei servizi di ricerca di marketing. Ecco una carrellata di quelli più interessanti.

Stefania Scarpa

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2017: momenti e occasioni di consumo, l’indagine Ipsos per TUTTOFOOD

2017, quale sarà il canale di consumo privilegiato dagli italiani?

Be’ la scelta non sarà univoca, a confermarlo è l’indagine Dal ristorante alla Rete. Le tendenze del food di domani”, promossa da TUTTOFOOD e condotta da Ipsos durante il mese di marzo 2017, con metodologia CAWI (interviste online) su un campione di oltre 800 soggetti tra i 18 e i 65 anni.

Il motivo ispiratore sarà sempre e comunque la ricerca della qualità. Ma il luogo in cui si cercherà di appagare questo bisogno non sarà monolitico.

L’agone, piuttosto, si presenterà quadripartito: preparazioni casalinghe, ordini on line, street food, ristorazione fuori casa.

A far pendere l’ago della bilancio per l’una o per l’altra soluzione saranno la contingenza, la disponibilità economica e il contesto sociale.

È un dato accertato che i consumi fuori casa siano in crescita (il40% del campione conferma di aver pranzato/cenato fuori casa almeno una volta a settimana) e che gli acquisti alimentari on line siano sempre più considerati una risorsa per risparmiare tempo ereperire prodotti “rari”, ma è vero anche che tra le pareti cansalinghe aumenta il tempo trascorso ai fornelli.

Rispetto alla media di un’ora e 15 minuti registrata nel 2015 e nel 2016, quest’anno, infatti, si registra un incremento sensibile, con una media di un’ora e 30 minuti, soprattutto legato al desiderio di fare bella figura in caso di ospiti.

Ma quali sono i piatti che gli italiani amano preparare?

 

Come primo, le preferenze degli italiani confluiscono sulla pasta a base di pesce (39%). Più distanti i primi al forno (18%) e i piatti di pasta a base di carne (17%). Più equilibrati i giudizi sui secondi: quelli di pesce (48%), soprattutto di mare (24%) sono leggermente preferiti ai secondi di carne (43%), tra i quali si registra la preferenza degli uomini per la carne rossa alla brace. Poco appeal, ancora, per i piatti (primi o secondi che siano) vegetariani).

Quanto ai vini, la differenza la fanno tanto il sesso quanto l’età: tra i bianchi, per esempio, lo Chardonnay (30%) è il  preferito dalle donne), mentre tra le bollicine il Prosecco è il “prodotto” deibaby boomer,  lo Champagne quello dei millennial,  lo Spumante dolce piemontese è infine il “beniamino” del gentil sesso. Le differenze anagrafiche colpiscono anche i rossi: se il Brunello di Montalcino (27-38%) è gettonatissimo dai tra i baby boomer, tra i Millennials le preferenze vanno al Chianti (22%).

Il consumatore e i suoi punti fermi

Dalle rilevazioni Ipsos effettuate con il sistema Behavioral Shopper-Lab, è emerso che durante il processo di acquisto il cliente è mosso da un forte legame affettivo con la sua marca abituale, acquistata nell’85% dei casi.

L’influenza dell’etichette è invece “ritardato” in quanto solo il 3- 9% le legge in store, ma sono importanti strumenti di loyalty, che permettono al consumatore di conoscere a fondo il prodotto (specialmente in relazione all’origine delle materie prime, tema ritenuto importante dal 94% degli intervistati) una volta acquistato.

 

 

 

 

Rio Mare lancia il Tonno Linea Bio certificato MSC

Si allarga la consapevolezza della fragilità dei mari e della necessitò di una pesca sostenibile presso le grandi aziende con l’allargamento a un sempre maggior numero di referenze, rendendo così al consumatore la possibilità di scegliere anche sugli scaffali della Gdo: arriva anche in Italia il Tonno Rio Mare Linea BIO proveniente da pesca sostenibile certificata MSC (Marine Stewardship Council).

Realizzato con tonno Pinna Gialla e olio extra vergine di oliva proveniente da agricoltura biologica – in cui sono utilizzate solo sostanze naturali, senza concimi, diserbanti o insetticidi – il nuovo Tonno Rio Mare Linea BIO è certificato MSC, la più autorevole certificazione di pesca sostenibile. La quale deve seguire tre criteri fondamentali: deve lasciare in mare abbastanza pesci per far si che possano riprodursi e l’attività di pesca possa così proseguire nel tempo, deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto, consentendo a piante e animali sottomarini di prosperare e deve essere gestita dalle aziende in modo responsabile e nel rispetto delle leggi vigenti.

«Il lancio in Italia della prima referenza di tonno Rio Mare certificata MSC è per noi un grande traguardo e un passo importante del nostro percorso verso per una pesca sostenibile. Un percorso iniziato nel 2009 con la nascita di ISSF (International Seafood Sustainability Foundation), di cui siamo membri fondatori e che è ad oggi la più importante organizzazione no profit internazionale per la sostenibilità della pesca del tonno, che riunisce i più autorevoli scienziati, ONG e WWF International – dichiara Luciano Pirovano, Direttore CSR di Bolton Alimentari – ISSF è impegnata a garantire attraverso un approccio scientifico la sostenibilità a lungo termine degli stock di tonno, la riduzione della pesca accidentale e la salute dell’ecosistema marino, con il fine ultimo di avere negli anni a venire tutte le fishery in grado di rispettare gli standard fissati dalla certificazione MSC. Come Rio Mare siamo convinti quindi, in accordo con la mission di ISSF, che MSC sia il miglior standard esistente per la sostenibilità degli stock di tonno, per questo supportiamo la certificazione MSC e lavoriamo con i nostri fornitori per lo sviluppo di Fishery Improvement Project (FIP) credibili e volti all’ottenimento della certificazione, e per avere sempre più aree di pesca e prodotti certificati MSC. Anche WWF, nella sue linee guida per l’approvvigionamento del tonno, suggerisce di privilegiare nella scelta degli approvvigionamenti tonno certificato MSC».

Per Rio Mare la sostenibilità della pesca e la tutela dell’ecosistema marino sono parte integrante della strategia aziendale, un approccio che è stato tradotto in filosofia di business nel 2011 con la nascita del progetto di Corporate Social Responsibility Qualità Responsabile, che prevede anche attività e iniziative nell’area della sostenibilità della pesca, della tutela dell’ambiente, del rispetto delle persone e nella promozione dei principi di una corretta alimentazione, per migliorare la vita del singolo e il benessere della società.

Rio Mare ha pubblicato il suo secondo Report di sostenibilità, consultabile al link www.qualitaresponsabile.it

 

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