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Tutto quello che avreste voluto sapere sulla pasta ve lo dice Aidepi, con la guida al sugo

Quali sono i formati di pasta più richiesti? e il sugo più adatto a quel formato? A questa e altre domande risponde Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, che ha presenta una guida per abbinare ad ogni formato di pasta il suo condimento.

Che dice come ad esempio Spaghetti, Penne, Rigatoni, Fusilli da soli raccolgono il 70% del gradimento dei nostri connazionali. Ma anche che dei 300 formati esistenti, ognuno racconta una storia, ognuno si lega a un condimento d’elezione. Qualche esempio? Con la Carbonara rigatoni o spaghetti. Con i sughi di mare vanno preferiti i formati più lisci. E guai ad abbinare gli Ziti con un aglio olio e peperoncino. Al di là delle “coppie fisse” stabilite da una tradizione secolare (Spaghetti sono con aglio olio e peperoncino o con il sugo al pomodoro, Trofie con il pesto, Tagliatelle con il ragù alla bolognese) ci sono, secondo Aidepi, quattro parametri da tenere d’occhio: la trafila, il formato, la capacità di contenere sughi e l’intensità al palato. Perché, in base al formato (rigato, liscio, bucato, spesso o sottile), l’esperienza gustativa è differente ed è necessario comportarsi in maniera adeguata. Ecco come raccapezzarsi:

Pasta lunga:

Bucatini: amatriciana. gricia, sughi strutturati con pomodoro e formaggi
Bavette: sughi semplici di pesce, pesto alla genovese
Capellini: minestre
Fusilli: con ragù alla napoletana, sughi di carne, ricotta.
Lasagne: sughi ricchi di carne, formaggi e verdure
Maccheroncini: ragù alla napoletana, sughi di carne.
Rigatoni: sughi corposi, ragù di carne, verdure, salsiccia. adatti anche a timballi al forno, con sughi di carne
Spaghetti: serviti asciutti, con filetto di pomodoro, sughi all’olio, sughi di pesce, carbonara
Ziti: serviti asciutti, in timballo o spezzati con ragù alla napoletana o sughi di carne.

Pasta corta:

Conchiglie: con salsa di pomodoro, sughi semplici, sughi di carne.
Farfalle: sughi semplici all’olio, paste fredde estive
Mezze maniche rigate: pomodoro fresco o sughi semplici al burro, carbonara
Orecchiette: cime di rapa, sughi al pomodoro e ricotta.
Pasta mista: in brodo, brodo, minestroni, zuppe, la pasta e fagioli.
Penne lisce: sughi leggeri di pesce e verdure, pasta fredda
Paccheri: ragù di pesce, sughi corposi di verdure
Trofie: lessate con fagiolini e patate e poi condite con il classico pesto alla genovese

 

L’Italia è leader mondiale nella produzione (3,2 milioni di tonnellate) e consumo (24 kg a testa) di pasta.

Thè San Benedetto presenta le sue nuove lattine sleek Special Edition

Thè San Benedetto, presenta la nuova edizione delle lattine “sleek” Special Edition, disegnate dagli studenti del Triennio in Graphic Design & Art Direction della prestigiosa NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
 
Il tema sviluppato quest’anno è legato al claim della nuova campagna di comunicazione “San Benedetto, I Love You!”, interpretato con uno stile contemporaneo, divertente e pensato anche per un consumatore internazionale. Ideatori  del rinnovamento del packaging sono gli studenti del Triennio in Graphic Design & Art Direction della prestigiosa accademia milanese NABA, chiamati a dare una personale interpretazione grafica della celebre lattina sleek del Thè San Benedetto.
 
Come per la campagna dell’ultimo anno, con protagonista la bellissima Cindy Crawford, viene scelta la donna come colonna portante del progetto grafico delle nuove lattine “sleek” Special Edition. La purezza del bianco delle figure rispecchia così la qualità del prodotto ed il rosso delle labbra delle donne raffiguranti riprende la passione rappresentando un elemento forte per creare l’ideale di donna sensuale. La figura femminile emerge a tal punto con la sua capigliatura che espande la figura rendendola parte totale dell’oggetto grafico.
 
Rimangono, invece, inalterati i tre gusti e colori identificativi: rosa per la Pesca, giallo pastello per il Limone e verde acquamarina, per il Thè Verde con Aloe vera.

Fairtrade, tre giorni a maggio per invitare a consumare equo, in tutto il mondo

Una campagna mirata ai consumatori e al loro senso etico, che invita a riflettere sull’origine e le condizioni di produzione per una spesa più consapevole: è questo il senso del World Fairtrade Challenge, che si terrà dal 12 al 14 maggio in appositi spazi allestiti della grande distribuzione, oltre che in un centinaio di bar in tutta Italia e in alcune università. Tre giorni in cui l’associazione inviterà tutti a consumare, a colazione e non solo, prodotti certificati di commercio equo come caffè, tè, zucchero, biscotti, frutta secca, cioccolato e marmellate per sostenere chi li produce. La giornata mondiale del commercio equo si celebra il 13 maggio in tutto il mondo.

 

Il primo 29 anni fa, oggi sono 35mila

Il primo prodotto Fairtrade, il caffè, è apparso nei Paesi Bassi nel 1988. Quasi 30 anni più tardi, più di 35mila prodotti del commercio equo sono venduti in tutto il mondo e il numero aumenta di anno in anno: sempre più agricoltori e lavoratori, attraverso il loro impegno, possono costruire una vita più dignitosa e un futuro migliore per le loro famiglie e comunità. Il sistema internazionale Fairtrade, infatti, assicura che le aziende paghino un prezzo più equo per ciò che viene coltivato, oltre a una somma extra di denaro destinata ad agricoltori e lavoratori, da investire nelle loro organizzazioni o comunità.

La “Challenge 2017” coinvolgerà anche i consumatori di Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Australia, Corea, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Sudafrica, Spagna, Svezia e Stati Uniti. L’obiettivo è organizzare l’evento Fairtrade più grande al mondo: un’occasione per i consumatori di sentirsi parte di un movimento globale, con la consapevolezza che tramite le proprie scelte di consumo si possono sostenere i produttori dei Paesi in via di sviluppo.

Si potrà partecipare alla “Grande Sfida” registrando le colazioni Fairtrade consumate nei locali, a casa o negli atenei e i momenti dedicati all’iniziativa, come una pausa caffè con i colleghi di lavoro o una cena con la famiglia, sull’apposito sito web www.fairtradechallenge.org. Una mappa indicherà i luoghi e l’ora di tutti gli eventi nel mondo.

Ciascuno è poi invitato a organizzare la propria colazione “equa” e a postare le immagini che si sfideranno in un contest fotografico ideato per l’occasione da Fairtrade Italia. 

 

I numeri del movimento
Sono oltre 1,6 milioni gli agricoltori e lavoratori in 75 Paesi che aderiscono a Fairtrade. L’ultimo arrivato, l’anno scorso, è il Tagikistan.

Ci sono più di 1.800 Fairtrade Towns, città, villaggi e altre comunità in 28 Paesi, e decine di migliaia di attivisti e consumatori.

I consumatori hanno speso 7,3 miliardi di euro in prodotti Fairtrade nel 2015, +16% sul 2014.

Il Fairtrade Premium è aumentato in modo significativo e ammonta a 138 milioni di euro (dato riferito al 2015), in crescita del 30% a partire dal 2014. 

Caffè: 430 organizzazioni impiegate nella coltivazione di caffè Fairtrade, 856.000 coltivatori di caffè in 30 Paesi hanno ricevuto 71 milioni di euro di Premium +18% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite sono aumentate del 18% rispetto al 2014.

Banane: 131 gruppi di coltivazione in 12 Paesi, più di 22.000 piccoli coltivatori e lavoratori hanno ricevuto più di 27 milioni di euro in Premium +11% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite sono aumentate del 12% rispetto al 2014.

Cacao: 129 organizzazioni in 19 Paesi, più di 197.000 piccoli agricoltori e lavoratori hanno ricevuto 18 milioni di euro in Premium, in crescita del 26% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite di semi di cacao sono aumentate del 27% sul 2014.

Bresaola, cibo in ascesa: e per promuoverlo il Consorzio lancia l’app

Bresaola, questa sconosciuta. Malgrado sia consumato da oltre 42 milioni di italiani (praticamente otto su dieci), il salume più magro che esista soffre di luoghi comuni che non sempre corrispondono a realtà. E che ne penalizzano il consumo. Ha deciso di smascherarli il Consorzio di tutela bresaola della Valtellina Igp, che ha anche creato la web app Bresaola Inedita per promuovere nuovi abbinamenti e valorizzare un prodotto di qualità straordinaria.
Tra i falsi miti della bresaola c’è ad esempio l’errata convinzione che stia bene condita con del succo di limone. Falso: l’agrume la ossida, cuocendola un po’. Perché la bresaola non va assolutamente cotta, e se proprio la si vuole aggiungere a piatti cotti (come una pizza) questo deve essere fatto proprio a fine cottura. Altre cose da sapere: la fetta deve essere sottile per valorizzarne gli aspetti organolettici, una volta tagliata deve essere consumata subito, o comunque conservata per non più di 24 ore in un contenitore chiuso ermeticamente e va accompagnata preferibilmente al vino bianco (il rosso ne coprirebbe il sapore delicato).
Gli italiani amano quindi la bresaola della Valtellina Igp. Ma un italiano su tre la prepara sempre nello stesso modo: con olio e limone oppure con rucola e grana. E questo è un peccato. Ma quali sono i “nuovi” abbinamenti suggeriti per accompagnare il salume valtellinese? I formaggi, del territorio (Casera stagionato, Scimudin, Bitto) ma non solo; le verdure con sapori non troppo invadenti (sì a melanzane, zucchine, spinaci, soprattutto al finocchio, no o almeno nì a peperoni rossi, rucola e carciofi); la frutta esotica come mango, avocado, ananas ma anche quella nostrana; la frutta secca come noci, mandorle, pistacchi, fichi secchi, il pane, meglio se con un fiocchetto di burro, lo zenzero (senza esagerare) e il rosso d’uovo (non l’albume).

 

Consumi a +43% dal 2000

Quella della bresaola della Valtellina Igp è una storia di grande successo del made in Italy alimentare. Prodotta nel 2016 in 12.700 tonnellate, con una crescita del 3,2% rispetto all’anno precedente e addirittura del 43% rispetto al 2000, è consumata in ogni momento del giorno. Secondo un’indagine realizzata dalla Doxa il 34% degli italiani la mangia a cena, il 19% a pranzo, il 28% in entrambi i casi. L’aumento della produzione non ha compromesso l’originarietà e la tipicità del salume, garantito dal marchio Igp, che si avvale del clima della Valtellina, della qualità della carne bovina utilizzata (che proviene per lo più da allevamenti di qualità europei o sudamericani), della salagione effettuata rigorosamente a secco, dell’utilizzo di aromi naturali, della stagionatura lenta ma non eccessivamente lunga (un massimo di otto settimane per evitare che assuma un colore troppo bruno).
La nuova web app Bresaola Inedita è nata da un summit di degustatori professionisti, chef, ristoratori, critici gastronomici, foodblogger e sommelier guidati dall’esperto Marco Chiapparini. Tre panel di degustatori hanno analizzato l’alimento in tutti i suoi aspetti, ricavandone un vademecum di dieci regole e 40 piatti alla portata di tutti, suddivisi per antipasti, primi, insalate e street food, tutti abbinati a un calice di vino.

Questione di Karma, Acqua Sant’Anna lo sa

Acqua Sant’Anna presenta la nuova linea karma verde, giallo e rosso: delicato mix di frutta e verdura per ritrovare l’armonia. Non semplici bevande, ma veri e propri alleati di benessere che uniscono alle proprietà dell’Acqua Sant’Anna, acqua leggera che nasce nella natura incontaminata delle granitiche vette alpine, uno speciale mix di ingredienti vegetali e frutta, sapientemente dosati per dare vita ad una bevanda buona, dissetante e in grado di soddisfare precise esigenze di salute e benessere. Queste bevande, oltre ad offrire tutte le importanti proprietà benefiche della frutta e della verdura, sfruttano il loro colore per stimolare uno specifico chakra, ovvero uno dei centri di energia presenti nel nostro corpo. Nasce così una bevanda unica, che fa bene al corpo e contemporaneamente all’anima. 

Karma Verde è ispirato al 4° chakra Anahata, connesso all’empatia e all’espansione dell’amore, è una bevanda a base di un delicato mix di succo di frutta e verdure: Mela (simbolo di sintonia), Cetriolo (simbolo di cambiamento), Carciofo (simbolo di apertura) e Zenzero (simbolo di equilibrio), ingredienti che svolgono anche un’importante funzione depurativa per l’organismo.

Karma Giallo è ispirato al 3° chakra Manipura, connesso all’ottimismo e allo sviluppo del potere personale, è una bevanda a base di un delicato mix di succo di frutta e verdure dal colore giallo: Ananas (simbolo di trasformazione), Zucca (simbolo di abbondanza), Aloe vera (simbolo di armonia) e Salvia (simbolo di identità), ingredienti che svolgono anche un’importante funzione dimagrante e digestiva.         

Karma Rosso è ispirato al 1° chakra Muladhara, connesso alla stabilità e alla gioia di vivere il proprio radicamento. Karma Rosso è una bevanda a base di un delicato mix di succo di frutta e verdure dal colore rosso: Pomodoro (simbolo di desiderio), Arancia Rossa (simbolo di vigore) e Basilico, ingredienti che svolgono inoltre un’importante funzione antiossidante.

Granripieni Fini, nuove referenze in arrivo nel banco frigo

Fini,  azienda emiliana specializzata nella pasta fresca ripiena fondata a Modena nel 1912, annuncia due nuove proposte biologiche che arricchiranno la linea “I Granripieni”.

Oltre a “I Granripieni di Sapore” e “I Granripieni di Benessere”, attualmente già in distribuzione presso le principali insegne, da giugno saranno disponibili anche “I Granripieni BIO”, ricette nate per rispondere alla sempre più crescente richiesta da parte dei consumatori di un’alimentazione naturale, più sana e sostenibile.

Due le referenze: Ravioli Ricotta Spinaci e Ravioli Verdure Grigliate realizzati esclusivamente con prodotti biologici al 100%, dedicati a chi cerca prodotti naturali e genuini senza voler rinunciare al gusto di mangiare bene.

Tutti gli ingredienti sono provenienti da Agricoltura Biologica e sono lavorati secondo processi certificati e senza l’utlizzo di sostanze chimiche: la semola di grano duro, i ripieni, le uova. Per questi ravioli sono stati scelti formati importanti, per esaltare i ripieni, cremosi e saporiti, racchiusi nella sfoglia ruvida trafilata al bronzo che è il carattere distintivo dei prodotti Fini.

 

 

Amici di Melinda, il nuovo marchio per le ciliegie dei soci della OP La Trentina

Sarà Melinda, per i prossimi tre anni, a commercializzare le ciliegie prodotte dai soci della OP La Trentina. Il prodotto verrà distribuito con il marchio “Amici di Melinda” a garanzia della medesima qualità di tutte le referenze offerte dal Consorzio. L’accordo appena siglato consentirà all’azienda di consolidare il proprio ruolo di fornitore specializzato italiano per le ciliegie “tardive” sul mercato interno ed estero, di fatto anticipando la stagione di reperibilità dei frutti che saranno disponibili per tutto il periodo compreso tra il mese di luglio e la prima metà di agosto.
L’attenzione di Melinda al mondo delle ciliegie è iniziata qualche anno fa, ma in pochissimo tempo ha riscontrato un elevato successo sul mercato grazie all’ottima qualità dei frutti. Il Consorzio ha da subito deciso di investire in questa direzione, destinando consistenti risorse al miglioramento di tutte le fasi della filiera, orientato all’ottenimento di prodotti rispondenti agli altissimi standard previsti.

Il centro di lavorazione

Nel 2016 è stato inaugurato il nuovissimo centro di lavorazione – uno stabilimento di 1500 metri quadrati presso la sede C.O.Ce.A. a Segno, dove i frutti sono selzionati e analizzati, sia a mezzo dell’occhio esperto del personale che delle macchine d’ispezione predisposte sulla linea. La macchina per la lavorazione, che ha previsto un investimento di circa 1 milione di euro, è dotata di Cherry Vision Unitec Technology, l’esclusiva tecnologia per la rilevazione della qualità interna ed esterna delle ciliegie. Permette di rilevare calibro, colore, difetti interni ed esterni, morbidezza, assenza o meno di gambo, grado Brix. L’Hydrocooler, il sistema in grado di raffreddare velocemente le ciliegie, consente di lavorare i frutti in macchina prolungando di fatto la loro shelf life.

La coltivazione
La ciliegie “Amici di Melinda”, così come le “Melinda”, sono tutte coltivate sotto telo: questo permette di evitare il danneggiamento e la spaccatura dovuti a intemperie e fenomeni di cracking.  Il clima delle montagne trentine e la particolare esposizione al sole assicurano poi una consistenza e un sapore unici. La tecnologia a disposizione oggi del Consorzio Melinda nel nuovo stabilimento, insieme alla qualità oggettiva delle ciliegie trentine, permette di offrire esclusivamente frutti polposi, di grande calibro, estremamente dolci, croccanti e duraturi apprezzatissimi da trade e consumatori.

Omia cambia il mercato dei deodoranti: naturali, eco bio e senza sali di alluminio

OMIA arricchisce il proprio ventaglio di offerta entrando nel mercato dei deodoranti con la linea eco biologica EcoBioDeo.

Sono 3 le texture proposte:

  • una con Olio di Argan, proveniente da agricoltura biologica certificata e un derivato naturale della canna da zucchero, disattiva l’azione dei batteri responsabili dei cattivi odori.
  • una per pelle sensibile e reattiva con Tea Tree Oil, che insieme a ingredienti derivati dal mais e dalla canna da zucchero, svolge la sua azione anti sudore e anti odore. 
  • una  anti iper sudorazione con Aloe Vera, anti-traspirante, rinfresca e regola la sudorazione, senza ostacolare la traspirazione fisiologica della pelle. Con un derivato naturale dell’amido di mais assorbe il sudore in eccesso per un effetto asciutto 24 ore.

Ciascuna è declinata nei tre formati Deo Spray Aerosol, Deo Vapo no gas e Deo Roll on, le cui galeniche rappresentano rispettivamente il 52%, il 14% e il 18% del mercato deodoranti (fonte dati IRI).
 
Tutti i prodotti della linea EcoBioDeo sono Cruelty Free e testati ai metalli pesanti come nichel, cobalto e cromo e sono privi di sali di alluminio. Non contengono ingredienti di derivazione animale e sono adatti a vegetariani e vegani. La sicurezza, la dermo-compatibilità e l’efficacia di questi prodotti sono state testate sotto controllo dermatologico e valutate con test sensoriali specifici da volontari selezionati per ciascun profilo dermatologico.
 

Italiani e macchine per caffè, è ancora espresso (infografica). Cresce l’online

Un amore assoluto e intramontabile quello tra gli italiani e il caffè: il 97% lo beve almeno una volta al giorno. E dal tradizionale espresso ci si sta spostando lentamente verso altre tipologie, come l’americano, mentre reggono cappuccini e macchiati. Quasi tutte le case italiane dispongono di attrezzature per fare il caffè. Ma che tipo di metodo va per la maggiore? Il portale di comparazione prezzi idealo ha analizzato che tipo di prodotti vengono maggiormente monitorati online, nel periodo compreso tra aprile 2016 e marzo 2017.

Se consideriamo le intenzioni di acquisto nel corso degli ultimi 12 mesi, scopriamo che quasi un italiano su due ha preferito la macchina per il caffè espresso, anche se le moka continuano a destare un certo interesse insieme a quelle a capsule. 

Le ricerche hanno riguardato per quasi la metà (il 48%) le macchine per caffè espresso, mentre le macchine da caffè a capsule sono al 13,9%, la macchine da caffè a cialde solo al 3,1% e le caffettiere francesi detengono uno sparuto 0,3%. Anche gli accessori, tra cui i montalatte, hanno avuto un riscontro limitato.

Per quanto riguarda l’interesse delle singole regioni, le macchine per caffè espresso raccolgono il maggior numero di intenzioni di acquisto praticamente ovunque. Ci sono comunque delle differenze per quanto riguarda le percentuali. Per poter fare un confronto, i dati sono stati ponderati “a ogni 100mila abitanti”. La Top10 vede sul podio Lombardia (22,9% dei click), Lazio (18%) e Piemonte (7,4%). In generale le prime due regioni sono le stesse anche per quanto riguarda le intenzioni di acquisto riguardanti la moka, l’espresso e le capsule. 

Anche Auchan dice basta alle uova in gabbia, cinque anni per la exit strategy

Dopo il nord Europa, anche da noi iniziano a pesare le considerazioni sul benessere animale e Auchan Retail Italia dichiara in una nota la decisione di non vendere più uova da allevamenti in gabbia. L’insegna francese ha già da tempo avviato il processo di eliminazione delle uova provenienti da allevamenti in gabbia negli ipermercati Auchan e supermercati Simply, partendo dal prodotto a marchio.

Attualmente, infatti, tutte le uova a marchio Auchan provengono da allevamenti a terra o sono biologiche. Per quanto riguarda la linea di primo prezzo e le uova sfuse, è stato avviato nel 2017 il processo di passaggio da fornitori con allevamenti in gabbia ad allevamenti a terra.

Anche sui prodotti con i marchi dei fornitori, è stato già ridotto l’assortimento delle uova da allevamenti in gabbia a favore delle altre. La previsione per essere 100% cage free è di un quinquennio.

In Italia anche Carrefour (da marzo scorso) e Coop (dal 2010) hanno deciso di bandire dalla vendita le uova di allevamenti in gabbia.

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