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Alibaba Group celebra il vino nel “Tmall 9.9 Global Wine & Spirits Festival”

Alibaba Group ha celebrato il “Tmall 9.9 Global Wine & Spirits Festival”, il primo evento interamente dedicato al vino e alle bevande alcoliche con l’intento di promuovere la crescente popolarità di vini e bevande alcoliche importati tra i consumatori cinesi, soprattutto tra le nuove generazioni.

Oltre 100.000 tipologie di vini e bevande alcoliche provenienti da più di 50 Paesi hanno avuto accesso al mercato di 434 milioni di consumatori cinesi.
L’Italia è stata rappresentata da 50 cantine, tra cui Allegrini, Antinori, Bolla, Folonari, Frescobaldi, Mezzacorona, Planeta e Ruffino, e più di 500 etichette.
Italia, Spagna, Francia, Germania, Austria, Belgio e Cile sono stati i paesi più rappresentati nelle vendite. L’Italia è stata seconda solo alla Francia in termini di  numero di etichette di vini offerti su Tmall.
Durante le ventiquattro ore dedicate all’evento, i consumatori cinesi hanno effettuato 100 milioni di ordini di vini e bevande alcoliche provenienti da tutto il mondo. Nella prima ora, le vendite sono state dieci volte superiori rispetto a quelle registrate il 9 settembre dello scorso anno. Per quasi la metà si è trattato del primo acquisto su Tmall di questa tipologia di prodotti, a riprova del fatto che l’evento ha attratto un nuovo pubblico di consumatori on line.

Le performances
Il Gruppo Mezzacorona ha venduto 10.000 bottiglie di vino durante il 9.9, con una media di 415 bottiglie all’ora.
Tignanello, il vino con cui hanno brindato Jack Ma e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi durante il G20, è andato esaurito.

Le Rovole e Natale Verga sono tra gli altri brand Italiani che hanno riscosso maggiore successo durante l’evento.
Il “Tmall 9.9 Global Wine & Spirits Festival” ha permesso alle cantine di tutto il mondo di  farsi conoscere, in particolare si sono registrate vendite significative per le bottiglie di Chateau Lafite, al prezzo di 2.700 euro.
Il Maotai cinese, il liquore più famoso del Paese, ha registrato vendite superiori di quasi il 50% rispetto alle vendite dell’intero 2015.
Manfredi Minutelli, Business Development Manager Responsabile Food&Wine Alibaba Italia  ha dichiarato: “Siamo particolarmente entusiasti del risultato raggiunto. I numeri delle vendite durante il ‘Tmall 9.9 Global Wine & Spirits Festival’ confermano la nostra convinzione di come Alibaba possa fare molto per aiutare l’export italiano a crescere in Cina in un settore come quello del vino che ha ampi margini di crescita avendo oggi una quota di mercato pari solo al 6% . Al fianco delle cantine del nostro Paese, Alibaba si pone l’obiettivo di recuperare posizioni di mercato più in linea con quello che l’Italia rappresenta nel mondo: il primo produttore di vino. Grazie al supporto e all’adeguata preparazione di Alibaba, le aziende presenti sulle nostre piattaforme, come i tre flagship store citati,  possono ottenere importanti risultati in termini di vendite e brand awareness”.

Valfrutta presenta la collezione “I Fruttamici”

Valfrutta rinnova la gamma dei succhi di frutta in vetro da 125 ml con la collezione “I Fruttamici”, caratterizzata da comodi e pratici tappi Twist-off – richiudibili e molto efficaci per conservare il prodotto una volta aperto – che educano i più piccoli ad una sana alimentazione e nel contempo li fanno divertire (insieme a tutta la famiglia) con il gioco del memory, presente all’interno della confezione in cartone 6x125ml.

I 20 nuovi tappi coloratissimi e collezionabili dei “Fruttamici” illustrano inoltre con le loro icone i valori e la filiera di Valfrutta, per diffondere tra i bambini importanti messaggi eticamente corretti: all’interno delle confezioni vengono approfonditi – sempre in maniera leggera e facilmente fruibile da parte dei baby consumatori – alcuni temi cari a Valfrutta, come la solidarietà, la natura, la famiglia.

Con tutti questi tappi è possibile giocare, in una divertente sfida incentrata sulla memoria che diviene un’occasione unica per apprendere quanto la frutta sia importante per il nostro benessere e quanto i giusti comportamenti verso la natura e l’ambiente siano utili al pianeta.

Nei gusti Albicocca, Pesca, Pera e Mela i succhi “Fruttamici” Valfrutta garantiscono tutta la genuinità e la qualità controllata ed esclusiva della frutta italiana, proveniente solo da coltivazioni presenti nelle regioni dove le condizioni climatiche e ambientali sono ottimali, mentre il tappo Twist-off ne mantiene inalterata tutta la qualità, direttamente dalle coltivazioni alla tavola.

All’interno della gamma è infine possibile gustare da oggi anche la nuova bevanda al Mirtillo, un delizioso frutto che oltre a dissetare con la sua naturale dolcezza, è un toccasana per l’organismo, grazie alle sue proprietà benefiche antiossidanti, nutritive e preventive.

Mareblu lancia il tonnetto striato certificato MSC

Mareblu lancia il tonno skipjack (tonnetto striato) certificato MSC Pesca Sostenibile, una referenza che rappresenta una grande novità per il mercato nazionale.
Infatti MSC è uno dei programmi di etichettatura e certificazione più importanti al mondo per la pesca sostenibile, che soddisfa i più alti standard e costituisce una garanzia e un riferimento per i consumatori che desiderano acquistare prodotti provenienti da pesca sostenibile.
Il nuovo tonno Mareblu MSC sarà a scaffale a partire dal mese di ottobre 2016.
“Ormai da diversi anni noi di Mareblu stiamo lavorando a un miglioramento costante delle nostre performance di sostenibilità, ottenendo sostanziali progressi in ogni ambito: dal monitoraggio delle attività a bordo dei nostri pescherecci e sui fornitori, alla tracciabilità del prodotto” – dichiara Matteo Scarpis, Direttore Generale Mareblu. “Oggi rilanciamo ulteriormente, introducendo in Italia una referenza di tonno certificata MSC Pesca Sostenibile. Questo è solo il primo passo di un percorso concreto di sostenibilità, la nostra ambizione è infatti lanciare altre referenze certificate già nel 2017, per arrivare entro il 2020 ad avere tutti i nostri prodotti Mareblu provenienti da pescherecci che rispettano gli standard MSC o che hanno intrapreso progetti di miglioramento della pesca (FIP, Fishery Improvement Projects) volti a raggiungere la certificazione”.

PiantaNatura porta i micro ortaggi in grande distribuzione

Si chiama MicroLab ed è l’originale palestra professionale di due giovani imprenditori, Marta Crippa e William Thake, che qui coltivano oltre 25 varietà di micro ortaggi, raccolti prima del loro sviluppo completo.

Da questo laboratorio botanico è nata la start up PiantaNatura, che con il suo progetto di agricoltura urbana – dopo aver conquistato il mondo della ristorazione – è pronta a portare i micro ortaggi al grande pubblico, attraverso la grande distribuzione.
PiantaNatura è, infatti, la prima azienda italiana a vendere i micro ortaggi attraverso il canale della
grande distribuzione: dallo scorso agosto, quattro varietà di micro ortaggi (SENAPE, CRESCIONE,
RAVANELLO E RUCOLA), sono venduti ancora VIVI, pronti da recidere ed assaporare.

Ma cosa sono i micro ortaggi?

Nati negli Stati Uniti, dove vengono utilizzati in cucina da molti anni, i microgreens o micro ortaggi
sono le parti verdi edibili che germogliano dai semi di ortaggi, piante aromatiche e spontanee,
raccolte prima del loro completo sviluppo, dopo la formazione delle prime due foglioline. Si
differenziano dai germogli tradizionali sia per le modalità di coltivazione (luci, percentuale di
umidità molto più bassa) sia per l’intensità di sapore.

Perché piacciono?
“I micro ortaggi piacciono perché aiutano non solo a decorare i piatti in modo scenografico, ma
grazie al sapore intenso e all’odore evocativo aggiungono carattere alle preparazioni”  – commenta
William, statunitense ed ideatore del progetto. “Sono facili da usare: basta tagliare e guarnire
qualsiasi tipo di piatto, dal semplice panino, alle pizze, agli aperitivi, alle zuppe; inoltre hanno
ottime qualità nutrizionali”.
Secondo alcuni recenti studi, effettuati dal Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, infatti, i micro
ortaggi contengono in media livelli 5 volte più elevati di vitamine e carotenoidi rispetto alle rispettive
piante adulte. Rappresentano quindi un prodotto molto interessante, non solo per le caratteristiche
organolettiche, bensì anche da un punto di vista nutrizionale.

 

Samsung e Apple guidano il mercato smartphone, ma Huawei cresce del 140%

Otto italiani su 10 scelgono uno smartphone Samsung o Apple ma la maggior crescita si registra dall’outsider Huawei, mentre la penetrazione di smartphone sul mercato nazionale ha raggiunto nel mese di maggio 2016 il 68,7%, con 30,6 milioni di utenti, in crescita del 17% rispetto allo stesso mese dello scorso anno: sono i dati diffusi da Mobilens di comScore.

Il mercato italiano degli smartphone è dominato da Android, installato sui dispositivi del 69,5% degli utenti (67,6% nel 2015), seguito da Apple/iOS, con una quota di mercato pari al 17,7% (17,2% nel 2015), e Microsoft, oltre la soglia del 10% ma in calo rispetto all’11,1% dello scorso anno. La società di misurazione cross-piattaforma ritiene che questi numeri rimarranno stabili nel corso dei prossimi mesi. Una volta scelto, il sistema operativo rappresenta un elemento fidelizzante, e a dimostrarlo sono le intenzioni di acquisto per i prossimi sei mesi: solo il 13% degli utenti Android dichiara di voler passare a piattaforma Apple, e il 16% degli utenti Apple è disposto a fare il percorso inverso.
Si può invece immaginare un effetto cannibalizzazione dei dispositivi non-smartphone: oltre la metà (53%) di coloro che possiedono un telefono cellulare di vecchia generazione e intenzionati a un prossimo upgrade dichiarano la preferenza per Android nel momento del passaggio a uno smartphone.

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Samsung in cima ma Huawei cresce di più
Se Samsung detiene il 42,4% di quota di mercato, al di sopra di Apple (17,7%) e Nokia (8,9%), quest’ultima, in calo, è incalzata da Huawei, arrivato all’8,1% di quota di mercato e in crescita del 140% nell’ultimo anno.
Gli utenti che hanno acquistato uno smartphone nel corso di maggio 2016 sono pari a 1,4 milioni (sono stati 1,2 milioni nello stesso mese del 2015), il 75% dei quali ha optato per Android come SO, con Apple/iOS a seguire al 18,2% e Microsoft al 5,2%.
Samsung si conferma il brand di smartphone più diffuso anche negli ultimi acquisti (33,8%), mentre i dispositivi Apple sono stati poco meno di un quinto del totale (18,2%), a seguire Huawei con il 14,7% e LG con il 6,6%.
Guardando la top 10 dei modelli, otto dei primi dieci smartphone più acquistati a maggio 2016 sono dispositivi Samsung o Apple, anche se il più acquistato in assoluto (con il 6,7% del totale acquisti) è stato il Huawei P8 Lite.
Seguono iPhone 6s (4,8%) e 5s (4,4%), Samsung Galaxy J5 (3,1%) e S6 (2,7%). Gli ultimi dispositivi Apple dotati di schermo di grandi dimensioni come l’Iphone 6 Plus non appaiono ancora nelle prime posizioni.
Quasi 4 acquirenti su 5 hanno speso oltre 400 € per il nuovo smartphone (19,2%), segue la fascia di chi ha speso tra i 170 € e i 249 € (18,6%).

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Ma che tipo di smartphone cercano gli utenti nel 2016? Sempre secondo la rilevazione comScore, ci si sta spostando verso dispositivi con display di maggiori dimensioni e con caratteristiche più potenti. A maggio 2016 oltre metà degli utenti (54,4%) ha acquisito dispositivi con display compreso tra i 5″ e i 6″, mentre nello stesso mese dello scorso anno erano al 27,9% a fronte del 58,4% che aveva acquisito un nuovo smartphone tra con display compreso tra i 4″ e i 5″.
Stesso discorso per la risoluzione della fotocamera, con la maggioranza di fotocamere nei nuovi dispositivi comprese tra i 12 e i 14 Megapixel (39,7%, erano al 12,3% nel 2015), seguiti dalle fotocamere con risoluzione tra 8 e 10 Megapixel (28,9%, erano al 41,7% nel 2015). La motivazione della ricerca di caratteristiche più potenti nei nuovi dispositivi può essere individuata, oltre alla maggiore disponibilità e alle fisiologiche evoluzioni del prodotto, nell’utilizzo che gli utenti fanno del proprio smartphone, che si configura sempre più come strumento per attività diverse dalla classica telefonata.
Sono infatti quasi 16 milioni gli utenti che dichiarano di aver guardato video o contenuti televisivi sul proprio dispositivo (in crescita del 17% rispetto a maggio 2015 e pari al 52% della smartphone audience), oltre 13 milioni (43%) coloro che hanno condiviso foto o video con amici, parenti e conoscenti (crescita del 14% in termini di utenti) e hanno ascoltato musica (in crescita dell’11%).

Pedon si conferma partner di Whole Foods e lancia due nuove referenze

Pedon prosegue con successo la sua collaborazione con Whole Foods Market e rafforza così la propria presenza sul mercato americano, introducendo due nuove referenze bio per la colazione a marchio Engine2, un mix di avena, quinoa e frutti rossi e uno di avena, quinoa, chia e canapa. Confezionati in una pratica confezione doypack stampata, con sistema apri e chiudi salva-freschezza realizzato dalla stessa Pedon, sono stati pensati per la preparazione di porridge aggiungendo latte, il piatto della tradizione anglosassone più consumato a colazione negli Stati Uniti.

Entrambi i mix sono arricchiti da ingredienti dall’alto contenuto nutrizionale come la quinoa, il sesamo, la chia, la canapa e completati dai frutti rossi. 100% biologici, certificati senza glutine e Kosher, rispondono alle esigenze del consumatore moderno alla ricerca di praticità e benessere, oltre ad essere idonei anche per chi soffre di intolleranze o per scelta segue un regime alimentare restrittivo.

Una nuova importante commessa che conferma la politica vincente di internazionalizzazione di Pedon, frutto della flessibilità e dell’innovazione di prodotto, caratteristiche che hanno permesso all’azienda di divenire un affidabile co-packer anche per la realizzazione di prodotti che non sono parte dalla cultura alimentare e gastronomica italiana.

Pedon, impresa italiana leader mondiale nel settore dei semi, legumi e cereali, collabora da tempo con Whole Foods Market, la prima catena americana negli alimenti naturali e bio, che vanta un fatturato di 14 miliardi di dollari e conta 421 punti vendita negli Stati Uniti, in Canada e Regno Unito.

Stuffer lancia i wurstel vegetariani al frumento

Le esigenze dei consumatori che, per scelta etica o di salute, scelgono di consumare prodotti “free-from” sono sempre più prese in considerazione dalle aziende, che ampliano la gamma a disposizione del largo pubblico. Così l’azienda Stuffer di Bolzano, che amplia la gamma “Stuffer per Vegetariani” con i nuovi “Würstel Vegetali”, proposta rivolta non solo ai vegetariani, ma a chi desidera seguire un’alimentazione sana e leggera, senza rinunciare al gusto e a un corretto apporto nutrizionale.

La nuova referenza a base di frumento e proteine dell’uovo fornisce infatti 237 Kcal e 18 g di proteine per 100 g di prodotto ed è priva di additivi e aromi o derivati da Ogm. La totale assenza di lattosio la rende inoltre ideale anche per i consumatori intolleranti a latte e latticini.

La linea “Stuffer per Vegetariani” racchiude una gamma di proposte pensate per soddisfare le esigenze dei consumatori, sempre alla ricerca di novità che uniscano bontà, qualità e sicurezza.

 

Nuova linea vegana per le insalate Ortoromi

Punta ancora sui piatti pronti e salutari, segmento in crescita, OrtoRomi, con la nuova linea di insalate e prodotti 100% vegani, che si aggiunge alla vasta gamma di referenze Insal’Arte, marchio d’eccellenza della cooperativa agricola votato alla proposta di prodotti rivolti a un pubblico attento alla salute e al mangiar bene.

Ceci e canapa, carpaccio aromatico vegetale e formaggio vegano e infine pomodorini e tofu sono le nuove referenze, un mix di ingredienti freschi e nutrienti.

La novità sarà rappresentata a MacFrut, che si terrà a Rimini dal 14 al 16 settembre, in uno stand allestito con una spettacolare parete ad acqua ed un frigo espositore di 6 metri, per dare massimo risalto sia alle novità della stagione che ai prodotti best seller dell’azienda. Allo stand, per tutta la durata della manifestazione, si potrà assistere agli show cooking dello chef-artista Vincenzo Menichino.

Melinda, al via la raccolta, previste 500mila tonnellate di mele

Qualità conforme agli standard e quantità soddisfacente: nonostante le gelate primaverili sono positive le previsioni per la stagione di raccolta 2016-17 delle mele Melinda, iniziata ufficialmente nelle valli Trentine vocate, Non e Sole. A debuttare come sempre sono le Gala. Seguiranno poi le tre varietà DOP Melinda: Renetta Canada, Red Delicious e, a partire da metà settembre, la Golden Delicious. Sarà infine il turno di Evelina e Fuji che concluderanno ad autunno ormai avviato il periodo della raccolta in Trentino.

Per la precisione, ammonta a 500mila tonnellate di mele, delle quali circa l’80% prodotte nelle Valli di Non e Sole, la previsione formulata dagli esperti di settore per la raccolta nel solo territorio trentino. Un dato in linea con quanto registrato negli ultimi anni.

Per quanto riguarda la situazione delle vendite nella stagione in corso, al 21/08/2016 la giacenza di mele in casa Melinda è pari a circa 18.000 tonnellate di Golden Delicious, perfettamente in linea con quanto previsto nei piani di decumulo stabiliti a inizio anno. Questa quantità, pari a circa il 5% del raccolto 2015, risulta essere il quantitativo ideale per poter terminare la commercializzazione alla fine di settembre, congiungendosi così con il nuovo raccolto 2016. Le vendite di tutte le altre varietà si sono chiuse regolarmente alla fine del mese di luglio.

La stagione commerciale in via di conclusione, nonostante l’importante percentuale di prodotto grandinato presente in Val di Non e la difficile situazione del mercato melicolo a livello continentale, è stata agevolata dalle temperature rimaste fresche anche nei mesi primaverili fino alla metà di giugno. Questo ha permesso di mantenere i prezzi di vendita in linea con quanto prospettato a inizio stagione.

Prosegue poi l’impiego nella sponsorizzazione: anche per la stagione 2016/17 Melinda sarà Golden Sponsor di Trentino Volley, società più volte Campione del Mondo, d’Europa e d’Italia.

 

Salame, crudo e cotto sempre al top. Cresce l’attenzione per i più leggeri

In varie lingue straniere il termine “salumi” identifica insaccati e prosciutti prodotti in Italia; i salumi sono uno dei prodotti che connotano il Made in Italy e il mercato estero continua a premiarli, mentre nel mercato domestico, a causa della crisi economica e della conseguente riduzione della spesa alimentare, gli ultimi anni hanno fatto registrare una contrazione delle vendite.

 

Wikipedia.it elenca ben 311 differenti tipi di salumi italiani così ripartiti:

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Vediamo ora quanto emerso dalla nostra web research di sentiment analysys, riguardo a salumi e prosciutti della tradizione italiana, lasciati nella rete domestica da privati che scrivono in social, blog e forum.

I più menzionati

Quando i naviganti scrivono nella rete domestica pareri e commenti sui salumi menzionano (citazioni multiple):

Tipologie

tipologie

Gli “arrosti affettati da carni bianche” e la bresaola, vengono spesso accomunati in quanto rappresentano un sotto segmento che potremo definire “dietetico”, o “salute/benessere” e complessivamente totalizzano il 40% dei pareri intercettati, se considerati come un unico segmento scalzerebbero dal primato della popolarità il cotto (31%).

A sua volta, se considerassimo l’accoppiata “cotto + crudo” come un unico segmento totalizzerebbe il 56%.

Infine, se considerassimo la terna “storica” della tradizione dei salumi “cotto, crudo, salame” come un unico segmento, totalizzerebbe il 78%.

A titolo di curiosità segnaliamo alcune citazioni, statisticamente irrilevanti, riguardanti salame di selvaggina e di pesce sia di mare sia di acqua dolce.

Pur riguardando i salumi della tradizione italiana è stato inevitabile intercettare anche citazioni su salumi di produzione straniera: nel 6% dei pareri della categoria “altri”, tra i salumi d’importazione primeggiano gli spagnoli serrano e pata negra e nella categoria “esotici” quelli di struzzo (sebbene molti prosciutti di struzzo siano prodotti domestici).

 

Formati distributivi

Stando ai pareri (multipli) intercettati, questa la ripartizione delle tipologie di store dove vengono maggiormente acquistati salumi e prosciutti:

Formati distributivi

formati distributivi

Il mercato domestico dei salumi è estremamente segmentato per brand, linee e referenze, stilare una classifica per singolo prodotto menzionato avrebbe avuto una significatività estremamente ridotta anche a causa delle citazioni multiple. Abbiamo così optato per una riclassificazione delle referenze menzionate, accorpandole secondo le holding di appartenenza.

 

La top ten dei produttori

Questa la classifica per produttore (primi dieci, citazioni multiple):

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Tale classifica può essere interpretata come una web brand awaraness.

Le citazioni per i salumi a marca privata (del distributore, non del produttore) sono il 20%

I momenti di consumo sono equamente distribuiti e trasversali a tutta la giornata e a tutte le occasioni (menzioni multiple):

Momenti di consumo

momenti di consumo

 

Sottolineiamo che in quasi un caso su tre (18% + 12%) i salumi vengono acquistati per essere consumati fuori casa ; in quasi un caso su due sono consumati come ingredienti del classico “panino”.

Abitudini di consumo

Dal punto di vista delle abitudini di consumo è da segnalare che quando si hanno ospiti sia per pranzo che per cena e/o aperitivo gli affettati non mancano (quasi) mai: sono presenti nel 90% dei pareri riguardanti il menù degli inviti.

I temi più trattati in rete, quando i netsurfer nazionali scrivono riguardo l’argomento salumi, sono (citazioni multiple):

  • dietetico / salute e benessere (46%)
  • naturale (preparazione) (38%)
  • italianità (del prodotto) (32%)
  • territorialità (specialità regionale; produzione locale) (27%)
  • formati / packaging (24%)
  • DOP & IGP (21%)

Questa classifica può essere interpretata anche come quella dei principali driver di acquisto da parte del popolo della rete nazionale.

Ci ha stupito trovare con bassa frequenza pareri su:

  • fresco (8%)
  • prezzo (7%)
  • gastronomia (4%)

I pareri negativi

I pareri negativi, fatto 100 il numero delle opinioni intercettate ed analizzate, sono il 19% e sono ripartiti in tre argomenti :

  • conservanti (9%)
  • allevamento intensivo (5%)
  • componenti e valori nutrizionali (4%)
  • altro (1%)

Analizziamo ora il profilo socio demografico di chi ha lasciato i propri mood riguardo salumi e prosciutti nel web domestico.

Più uomini: 54%, di età compresa tra i 35 ed i 55 anni (51%), di cultura media (58%).

Distribuita uniformemente la provenienza dei pareri in base all’area geografica: Nord (35%), seguiti da quelli provenienti dal Centro (33%), quindi quelli digitati dal Sud e Isole (32).SALUMI 1

Questa la provenienza delle opinioni rispetto all’urbanizzazione: da aree metropolitane nel 31%, da zone urbane nel 30%, da aree suburbane nel 28%, da piccoli insediamenti / zone rurali 11%.

Utilizzo uniforme degli ambienti web : Social Media (51%), seguiti da Blog e Forum (49%).

Ricordiamo che i pareri lasciati in ambiti dedicati come Blog e Forum sono maggiormente approfonditi e competenti, mentre quelli provenienti dai Social sono più superficiali.

Provengono da influencer il 26% delle opinioni intercettate.

CONCLUSIONI  

Le maggiori menzioni sono per la terna “cotto, crudo, salame”, da tenere sotto controllo “arrosti affettati da carni bianche, bresaola” per la connotazione light e fitness; in 3 casi su 4 salumi e prosciutti vengono acquistati presso i supermercati; in un terzo dei casi vengono consumati a cena ed in un altro terzo “fuori casa” come colazione “al sacco”; gli argomenti maggiormente trattati sono ascrivibili alla sfera della salute e del benessere; i pareri negativi, meno di uno ogni 5, si concentrano principalmente sui conservanti.

 

di Gian Marco Stefanini

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