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La Lombardia è in testa alle top ten dello shopping italiano

Il TradeLab Shopping Index è l’indicatore di GS1 Italy che elabora il ranking tra i due principali “contenitori” commerciali esistenti in Italia – le agglomerazioni urbane centrali e i centri commerciali – in base alla capacità di attrazione di ciascun punto vendita della moderna distribuzione che vi si trova.

La classifica per attrattività delle agglomerazioni urbane centrali non registra new entry nella top 10, ma solo un riposizionamento in termini di ranking. Al primo posto resta salda Milano zona Duomo e al secondo Roma Centro. In terza posizione sale Bologna zona Indipendenza/Bassi/D’Azeglio, che fa retrocedere il centro storico di Torino in quarta posizione. Nel complesso, tra le prime dieci agglomerazioni urbane centrali cinque si trovano in città del Nord (Torino, Bologna, Genova e Milano, che fa il bis, grazie a Corso Buenos Aires e dintorni), due in città del Centro (Firenze e Roma) e tre città del Sud (Palermo, Napoli e Bari).

Tra i centri commerciali, il primo per attrattività resta l’Orio Center di Orio al Serio (BG), mentre in seconda posizione sale il Centro Campania di Marcianise (CE), che in un anno ha guadagnato ben due posizioni, facendo slittare la galleria commerciale Porta di Roma al terzo posto e il centro commerciale Roma Est al quarto. Tra i top 10 c’è una sola new entry: è il Centro Sicilia di Misterbianco (CT), che è risalito di quattro posizioni, raggiungendo il decimo posto in classifica.

 

Buona parte degli italiani continua a supportare lo shopping di prossimità

Allo shopping di prossimità gli italiani associano soprattutto i concetti di tradizione, qualità e italianità, dimostrando il ruolo strategico dei piccoli negozi nella promozione delle eccellenze, della cultura e delle tradizioni delle comunità locali. È quanto emerge dalla nuova ricerca condotta da SDA Bocconi per American Express a sostegno di Shop Small, la campagna attiva su tutta l’Italia che mira a incoraggiare i titolari di carta a fare acquisti nei negozi di quartiere, una delle iniziative con cui American Express supporta le piccole imprese, portando ancora più italiani a riscoprire il meglio del commercio locale.

La frequenza di spesa presso i piccoli negozi
L’indagine ha messo in luce che il 40% degli italiani acquista almeno una volta alla settimana nei piccoli negozi, a dimostrazione della resilienza delle botteghe di quartiere. Per quanto riguarda lo shopping locale, si riscontra un maggiore peso sulla spesa delle famiglie per le categorie di ristorazione e benessere (rispettivamente del 53% e del 42%), valori che aumentano se si considera anche l’e-commerce di piccoli negozi e produttori. Tra le città italiane coinvolte nella ricerca, la preferenza per i negozi di prossimità è più marcata a Napoli e a Venezia, dove rispettivamente il 54% e il 43% del campione intervistato acquista abitualmente presso piccoli negozi.

Tra le diverse generazioni, la fascia più giovane ha riscoperto il fascino della bottega di quartiere: il 45% del campione tra i 18 e i 25 anni vi si reca settimanalmente, come gli over 60 (47%). Tra le persone giovani, oltre 1 su 3 acquista abitualmente anche da piccoli negozi e produttori online, rivelando come l’integrazione tra i due canali sia sempre più necessaria da parte dei merchant per fidelizzare questo segmento di popolazione.

I valori dei negozi di prossimità
Quando si parla di piccoli negozi, oltre alla prossimità e alla tradizione, concetti associati da circa una persona su due, gli italiani considerano due valori altrettanto fondamentali: la qualità e l’italianità (32% ciascuno). In maniera immediata, il concetto di tradizione è associato al dettaglio di prossimità, ma vi sono sfumature interessanti tra le fasce di età. Guardando infatti al campione per età, le persone over 60 sono più legate alla tradizione (56%), mentre la fascia under 40 si dimostra meno sensibile a questa dimensione (circa 34%). Per gli under 25 i piccoli negozi sono sinonimo anche di unicità di prodotti e servizi (21%), mentre la fascia 26-39 manifesta un’associazione marcata al concetto di qualità (21%).

Negozi top of mind: cosa premiano i consumatori
Tra i negozi “top of mind”, ossia quelli citati dalla popolazione come migliori nello shopping di prossimità, vengono esaltati soprattutto quelli che vendono prodotti Made in Italy (69%). Tra le preferenze degli italiani rientrano disponibilità e competenza del personale (68%), insieme a qualità dei prodotti e servizi offerti (67%), in linea con le peculiarità associate in generale alle botteghe di quartiere. Tuttavia, in base all’area geografica, emergono alcune differenze. A Milano la possibilità di pagare attraverso tutti i metodi di pagamento tradizionali (contante, carte di credito e carta di debito/bancomat) è la caratteristica più importante attribuita ai negozi top of mind dal 66% degli intervistati, a dimostrazione di come il consumatore premi la possibilità di scegliere il metodo di pagamento preferito. A Venezia, Firenze e Napoli prevale invece la storicità (rispettivamente 73%, 84% e 79%) mentre a Roma è la qualità a essere messa al primo posto, a pari merito con la storicità (71%).

Rapporto Censis-Confimprese, rialzo positivo dei consumi

È stato presentato pochi giorni fa il 2° Rapporto Censis-Confimprese, realizzato con il contributo di Nhood, società di servizi immobiliari focalizzata sugli immobili a uso misto e sulle riqualifiche urbane, nonché attore primario del mondo dei centri commerciali, che è sempre a supporto e sostegno del mondo retail anche attraverso il contributo a studi e ricerche mirati alla realizzazione di report utili al settore. Dal Rapporto sono emersi risultati molto interessanti che manifestano un grosso incremento nell’andamento del mondo del retail e dei consumi: in particolare, la spesa delle famiglie supererà i 1.000 miliardi di euro a fine anno. Dopo il +14,2% nel secondo trimestre del 2021, quest’anno i consumi aumenteranno di 60 miliardi rispetto all’anno scorso. Cresce la voglia di canali fisici del retail: il 65% degli italiani vuole tornare nelle piazze dello shopping. Il Rapporto è stato presentato da Francesco Maietta, responsabile dell’area politiche sociali Censis, e discusso da Francesco Montuolo, executive vice president Confimprese, Ettore Papponetti, Head of Commerce & Leasing Nhood Italy e Massimiliano Valerii, direttore generale Censis.

Ettore Papponetti, Head of Commerce & Leasing Nhood Italy: “Phygital, esperienzalità e sostenibilità sono tra le tendenze evidenziate dal rapporto stilato da Censis e Confimprese e trovano nel Centro Commerciale un luogo ideale di realizzazione, sia per la naturale conformazione e grandezza dei suoi spazi, sia perché la sinergia tra proprietà, gestione e operatori può fare la differenza nel rendere i luoghi d’acquisto fisici attrattivi e desiderabili quanto quelli digitali. Siamo già al lavoro su questi punti chiave, sia negli assetattualmente gestiti che in quelli in via di sviluppo, come Merlata Bloom Milano: siamo infatti fortemente orientati verso progetti costruiti in partnership con i tenant e che generino un triplo impatto positivo – sulle Persone, sul Pianeta, sul Profitto -, considerando sempre quest’ultimo come una naturale conseguenza di un’attività sostenibile”.

Il rimbalzo dei consumi
Alla fine dell’anno la spesa per consumi delle famiglie sfonderà il muro dei1.000 miliardi di euro. Nel secondo trimestre del 2021 i consumi degli italiani si sono già ripresi del 14,2% rispetto allo stesso periodo del 2020 (33 miliardi in più), con una netta inversione di tendenza rispetto al -5,4% registrato nel primo trimestre dell’anno. L’incremento a consuntivo d’anno ammonterà a 60 miliardi in più rispetto all’anno scorso, un tesoro prezioso per rivitalizzare l’economia reale. Complessivamente la pandemia ha bruciato dieci anni di crescita dei consumi. Ma, se non ci saranno nuovi stop sanitari, a Natale si prevedono almeno 9 miliardi di spesa in più rispetto allepassate festività. È quanto emerge dal 2° Rapporto Censis-Confimprese, realizzato con il contributo di Nhood.

Le tigri del consumo
Sono 4,5 milioni gli italiani che, forti di redditi rimasti intatti e di risparmi forzosi dovuti all’impossibilità di poterli utilizzare durante la pandemia, ora sono pronti a spendere per i consumi più di quanto facessero nel periodo pre-Covid. Usciti dall’emergenza, il 57,2% degli italiani tornerà a spostare soldi dal risparmio ai consumi, per andare oltre le scarsità imposte dal periodo recente. Più la paura allenta la presa, più crescono le tigri del consumo.

Il ritorno del retail
Il rimbalzo dei consumi sarà favorito dalla stanchezza degli italiani, per troppo tempo costretti in casa e ormai saturi di una sovrabbondanza di interazioni digitali nelle loro vite. Il 51,9% non sopporta più gli incontri da remoto per il lavoro, lo studio o le relazioni interpersonali. Il 52,8% ritiene che il digitale sia eccessivamente presente nelle proprie vite e che ora c’è bisogno di un riequilibrio con il mondo fisico. Il 65% (il 77,4% tra i giovani) vuole tornare a trascorrere tempo fuori casa per incontrare gli amici, mangiare insieme, divertirsi, fare shopping. L’insofferenza per i divieti e la vita da remoto spingerà in alto il retail.

Cresce la voglia di shopping nei canali fisici del commercio
Il 64% degli italiani ha nostalgia degli acquisti nei negozi fisici, nei centri commerciali, nelle piazze dello shopping, anche riducendo il ricorso all’e-commerce. Lo dicono più le donne (67,6%) e le persone benestanti (69,8%). La normalità per gli italiani è fatta anche di shopping fisico, da cui traggono emozioni e benessere.

I nuovi driver degli acquisti
Utilizzare ogni tipo di informazione disponibile per decidere cosa acquistare e dove farlo: ecco il potere rinforzato del consumatore con cui il retail dovrà misurarsi. Il 64,9% degli utenti di internet cerca informazioni su aziende, prodotti e servizi. Il 53,4% confronta i prezzi dei prodotti e servizi per valutare le diverse opzioni. È questo l’importante contributo del digitale: i consumatori sono diventati più forti grazie ai flussi informativi facilmente accessibili a chiunque e ovunque per giudicare, scegliere, acquistare. L’e-commerce è ormai una realtà consolidata: il 51,6% degli internauti (il 62,3% delle persone più istruite, il 64,6% dei 30-44enni) ha effettuato almeno un acquisto online nell’ultimo mese. Dopo la pandemia ogni consumatore costruirà la sua spesa personale combinando canali fisici del retail ed e-commerce.

«È un’Italia che ce la fa– spiega Mario Resca, presidente Confimprese – quella che il Censis fotografa dopo i 19 mesi di pandemia che hanno messo a dura prova la tenuta del retail. La stabilità del governo Draghi, la ripresa dell’economia italiana che è tra quelle europee a più alta crescita, la voglia di normalità unita ai risparmi degli italiani sono il vero vaccino dell’Italia post Covid19. Oggi, qualche incognita potrebbe provocare temporanee frenate come la scarsità di materie prime su scala globale, la mancanza di manodopera specializzata e l’inflazione. Per questo è necessario rassicurare gli italiani con politiche di welfare e incentivi volti a proteggere e promuovere il loro benessere economico e sociale».

Riparte lo shopping in negozio in Italia, la ricerca di Sensormatic Solutions

Sensormatic Solutions, il portafoglio di soluzioni retail leader a livello globale di Johnson Controls, ha svelato gli esiti di una ricerca condotta sui consumatori italiani, che ha rivelato come tre quarti (74%) di essi effettuerà gli acquisti di Natale nei punti vendita prima dell’inizio di dicembre e solo il 16% aspetterà l’ultimo momento. Promozioni e sconti rimangono un fattore chiave per i picchi di traffico nei negozi in Italia, con il Black Friday e il sabato seguente che rappresentano due delle cinque giornate di shopping in-store più affollate. La ricerca di Sensormatic conferma che il prezzo rappresenta la principale discriminante per il 60% dei consumatori per gli acquisti nel punto vendita nel periodo natalizio.

A supporto dello studio, l’analisi dei dati del traffico Retail di Sensormatic IQ, ha individuato nel periodo dell’Epifania il tradizionale picco di affluenza, tuttavia, poiché molti retailer sono già alle prese con la carenza di scorte per via delle continue interruzioni della supply chain causate dalla pandemia, ci si aspetta che i consumatori facciano acquisti prima del solito per evitare l’esaurimento degli articoli e gli scaffali vuoti.

“Mentre il COVID-19 sta ancora facendo notizia, il mondo retail si avvia verso il periodo clou dell’anno. Ma la disponibilità dei vaccini e le misure di salute e sicurezza messe in atto dai retailer hanno modificato la situazione e oggi molti consumatori si sentono più a loro agio a effettuare acquisti in-store rispetto alla stagione dello shopping natalizio 2020”, afferma Bjoern Petersen, presidente di Sensormatic Solutions. “In questo periodo così impegnativo, i retailer possono fare affidamento su una tecnologia innovativa per garantire i rifornimenti, prevedere e prevenire perdite e mantenere i clienti al sicuro attraverso il monitoraggio dei livelli di occupazione e il conseguente distanziamento sociale. Utilizzando gli insight forniti dalle soluzioni connesse, i retailer possono anche assicurarsi di raggiungere il consumatore con l’articolo giusto e nel momento più appropriato, per tutta la stagione”.

“I giorni di maggior affluenza previsti segnano i picchi del traffico in-store, ma ci aspettiamo che, come l’anno scorso, i consumatori cominceranno a effettuare gli acquisti prima per compensare le limitazioni di inventario, i ritardi nelle spedizioni e le preoccupazioni legate al distanziamento sociale”, aggiunge Andy Sumpter, EMEA Retail Consultant di Sensormatic Solutions, il cui team prevede i giorni di maggior affluenza del periodo natalizio.

Italiani mobile dipendenti per lo shopping, ma cosa chiedono all’app ideale?

Lo shopping digitale piace sempre di più agli italiani. Ognuno di noi ha sul proprio smartphone da due a cinque app per fare acquisti, che magari vengono usati a supporto dello shopping tradizionale. Che lo smartphone sia ormai il nostro negozio preferito non è certo una novità. Zalando, piattaforma europea leader nel fashion online, si è messo in testa di capirci qualcosa in più e ha condotto un’indagine su un panel di 1000 consumatori per analizzare le abitudini degli italiani che effettuano acquisti in rete e che utilizzano dispositivi mobile.

La prima cosa che è emersa è che gli italiani non vivono lo shopping online come un passatempo, ma come una cosa maledettamente seria. Per questo il 56% del campione preferisce ritagliarsi del tempo dedicato esclusivamente a tale attività, in qualche modo rinunciando all’opportunità offerta dal supporto di poter fare acquisti sempre e ovunque. Cosa che fa il 32% degli intervistati, che approfittano dei momenti morti, delle pause e anche del tempo trascorso davanti alla tv.

E le app? La metà degli italiani ha scaricato sul proprio smartphone da 2 a 5 app di shopping. Il 42% utilizza la app del suo negozio online preferito per acquistare mentre il 35% la usa per cercare i prodotti ma preferisce, poi, concludere l’acquisto attraverso il sito. Le funzioni più apprezzate dagli intervistati in un’app di shopping moda sono: la semplicità e l’immediatezza (il 39% mette questo requisito al primo posto), la completezza delle informazioni (importante per il 39%) e un processo di check-out facile e intuitivo (il 29%). Per quanto riguarda le notifiche, invece, quelle che gli intervistati ricevono più volentieri sono relative a offerte e promo (76%), informazioni sullo stato degli ordini (61%) e informazioni su nuove collezioni o prodotti disponibili (39%). Colpisce come solo il 3% del campione considera le notifiche troppo invadenti.

 

On e offline esperienza unica

Infine non è una novità ma è sempre interessare notare come il consumatore tecnologico italiano utilizzi il negozio online e il negozio tradizionale come strumenti complementari. Sei italiani su 10 dichiarano infatti di utilizzare lo smartphone durante lo shopping nei negozi fisici. Le ragioni principali sono la possibilità di confrontare i prezzi dei prodotti tra retailer offline e online (26%) e ricercare informazioni sui prodotti in modo da poter valutare l’acquisto in maniera più consapevole (21%).

«In Zalando – spiega Giuseppe Tamola, country manager di Zalando per l’Italia – l’approccio mobile è una priorità già da tempo. Quasi il 70% degli accessi a Zalando viene effettuato da dispositivi mobili per cui riteniamo sia molto importante offrire un’esperienza mobile sempre più vicina alle esigenze degli utenti. I clienti italiani, tra gli europei, sono quelli che accedono maggiormente da dispositivi mobile e i nostri dati interni confermano quanto emerso dalla nostra ricerca».

 

In 2014, 5.9 billion spent for Fairtrade products worldwide (+10%)

The turnover of fair trade products worldwide in 2014 amounted to 5.9 billion euros, with an increase of 10% over the previous year, and 105 million euros were spent for social emancipation and improvement of the production capacity of organisations. The figures come from “Global Change, Local leadership”, the new Annual Report of Fairtrade International activities, the lead organization of the international fair trade circuit. In Italy, retail sales reached 90 million euros (+18%), but the growth involved all the major markets, with the exception of the UK, -4%, but with sales in excess of two billion pounds.

Also growing was the Fairtrade Premium, i.e. the added profit margin that producers receive and invest in production improvement and social projects, which reached 105 million euros, +14% over the previous year.

Good performance for cotton and cocoa, gold takes off

Double-digit growth, thanks to the Fairtrade raw material procurement programmes, was recorded for cotton (+28%) and cocoa (+24%). In addition, with the new business opportunities addressed to goldsmiths, certified gold volumes more than doubled (+259%).

Good news also for farmers. According to a survey conducted in the organisations, 93% are satisfied with the support services received from Fairtrade. The survey, conducted by the independent certification body FLO-Cert, also found that the impact that the system has on workers and farmers is evaluated by the latter with a score of 9/10. The survey also highlighted the need for producers to increase sales, and first and foremost to develop the local market in the countries of origin of the raw materials. As happened in 2015 in Brazil, which has become the fourth producer country where it is possible to buy 0 km Fairtrade coffee and honey, after Kenya, India and South Africa.

The report also highlights the importance of the services that the circuit provides to organisations to strengthen their business. In 2014, thanks to the Fairtrade Access Fund, loans of 11.1 million euros were provided to small producers, with related training and support activities.

Despite this, the living conditions of many farmers around the world are still a real challenge. “The problems they face are the legacy of hundreds of centuries of marginalisation and exploitation – explains Harriet Lamb, CEO of Fairtrade International – . Fairtrade helps to reduce the rich-poor gap, and to change the global food system that exploits people and the planet. But today, false solutions are no longer enough, and the real change will take place when the voices of small farmers will be heard at the highest levels of government and industry, and starting from these decisions will be taken”.

Meanwhile, new horizons are also opening up: at the end of the year, the new climate change Standard will be launched, which will give rural communities the possibility to access the CO2 credit market.

 

Over 5 million users of e-coupons in Italy

According to data emerging from the “e-Coupon Consumer Survey” carried out by Kiwari only 19% of Italians are loyal to the same products, without being influenced by discounts, while 48% are sensitive to the final price and promotions.

All mad about coupons therefore? It would seem so, especially if they are online. Not only 61% of consumers say that they know about them, but more than 5 million people, approx. 20% of Italian surfers, used them at least once during the past 12 months, so much so that in 2013 their popularity increased by 400% compared to the previous year.

Also the way in which the shopping list is drawn up is changing. From the traditional look in the pantry, people are now using PCs and smartphones to consult flyers and price comparison sites, but above all to look for coupons to print. So there is an abundance of websites like Sconty, a digital coupon distribution platform, whose proposals are conveyed by portals such as alfemminile, risparmiosuper, scontomaggio and dimmicosacerchi, which together give rise to the most important coupon network in Italy, with more than 100,000 registered users who in nine months have printed over 1 million coupons.

The commitment of this new consumer model is not limited to only looking for discounts and special offers. The watchword is “checking” which begins between the four walls of the home and continues among the supermarket shelves. In fact, while shopping more than 12% of Italians check the price of products on their smartphone and as many as 74% immediately check at the till that all shelf discounts, promotions and coupons are actually recorded.

Winning over consumers before they start to wend their way through the aisles of supermarkets has become the challenge for brands and retailers, engaged in the search for new promotional levers and innovative tools that leave the store to cover the last mile and defend their market share. There is an increasing number of brands that choose couponing to promote their products and support the sellout, with an increase in investments of 11% in 2013 and which for 2014 is estimated will exceed 40%.

 

 

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