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Loner Consumer, chi è e come sceglie cosa comprare

C’è un consumatore che sta cambiando le regole del consumo, e lo sta facendo in modi più profondo di quanto sembri. È il Loner Consumer, il protagonista inatteso del 2025. A indagare il fenomeno è il nuovo Trend Reality Report 2025 – From Signals to Strategy realizzato da YouGov Shopper – che opera nelle ricerche sul mondo del largo consumo – in collaborazione con pressrelations. Lo studio è stato condotto su oltre 21.000 individui in 22 paesi europei.
Attualmente le famiglie ‘single’ costituiscono il 35,4% del totale delle famiglie italiane, con una crescita ancora più marcata se si considera il lungo periodo: +20% rispetto al 2015. Tra le famiglie ‘monocomponenti’, il 40,9% è composto da persone over 65, target che si conferma il più alto spendente e che da solo sviluppa il 42,2% del valore del largo consumo. I consumatori ‘single’ generano il 27,6% del valore complessivo del mercato dei prodotti di largo consumo, il che – se confrontato con le famiglie composte da 2, 3 o più persone – indica una spesa pro capite considerevolmente più elevata.

PIÙ TEMPO DI QUALITÀ PER SE STESSI
Il Loner Consumer non è un ‘solitario’ nel senso tradizionale: coniato dal The Economist lo scorso giugno, il termine descrive una tendenza tutt’altro che marginale e che – diffusasi durante la pandemia – esprime il crescente desiderio di indipendenza, di ricerca di spazio personale e di tempo di qualità con sé stessi. Una scelta che, sempre più spesso, influenza il modo in cui le persone comprano, viaggiano e vivono la dimensione quotidiana.
Stando ai dati rilevati dal report di YouGov, infatti, tra principali motivazioni che spingono gli italiani a ritagliarsi un momento di solitudine ci sono: la volontà di riposarsi mentalmente (per il 49% di loro), avere un momento di introspezione (per il 45%) e connettersi con sé stessi (per il 41%).

IN BILICO TRA VULNERABILITÀ ED EMANCIPAZIONE
I dati del Trend Reality Report di YouGov Shopper evidenziano la doppia sfaccettatura del fenomeno. Da un lato emerge la cosiddetta Loneliness epidemic, la crisi di solitudine che colpisce molte società occidentali. Un recente sondaggio YouGov – rappresentativo della popolazione italiana adulta – mostra, infatti che circa un quarto degli italiani (23%) si senta solo e che per quasi due terzi di loro (62%), questa sensazione sia aumentata rispetto al 2024. La solitudine, inoltre, è un fattore che influisce fortemente sul 21% degli italiani.
Dall’altro lato, però, la solitudine diventa anche una scelta. Molti consumatori, infatti, vivono l’isolamento e il distacco dall’iper-connettività come un modo per prendersi cura di sé, rallentare e compiere scelte più autonome e consapevoli. Solo un 1 italiano su 7, infatti, dichiara di non apprezzare le attività svolte in solitudine – una tendenza rilevata particolarmente tra gli over 55. Queste ultime, poi, si differenziano in base al genere: il 43% delle donne, ad esempio, preferisce lo shopping mentre il 38% degli uomini si dedica allo sport all’aria aperta.

COME CAMBIANO LE DINAMICHE DEL LARGO CONSUMO
Sul mercato italiano il trend del Loner Cosumer è amplificato da un dato demografico importante: il numero dei nuclei familiari aumenta, mentre la popolazione complessiva diminuisce. Questo significa che le famiglie diventano sempre più piccole e che cresce il numero e il peso dei consumatori single; ciò determina cambiamenti significativi nelle abitudini d’acquisto del settore dei beni di largo consumo caratterizzate da una spesa più frammentata, con una frequenza d’acquisto che dal 2022 è aumentata del quasi 19%, ma con il numero di unità per carrello diminuite del 13%.
Inoltre, i consumatori single ricorrono alla spesa online il 10% in più rispetto agli altri cluster, rappresentando il 3,4% del valore totale del mercato. Le differenze non si limitano soltanto alle abitudini d’acquisto: anche il contenuto del carrello del Loner Consumer si caratterizza per una maggiore incidenza, rispetto alla media nazionale, di alimenti per gatti (139%), primi piatti pronti di diverso genere (con i freschi leggermente preferiti rispetto a quelli conservati a temperatura ambiente – 133% vs 129%) e integratori (123%).

PRODOTTI E CONTENUTI SU MISURA
Il Lower Consumer è quindi un consumatore che si muove da solo e con un desiderio crescente di vivere esperienze individuali, non solo nella sfera personale e sociale – con un aumento dell’80% nel 2025 di ricerche di viaggi in solitaria (fonte: Airbnb) e l’offerta di bar e locali pensati appositamente per chi desidera vivere esperienze individuali senza sentirsi ‘fuori posto’ – ma anche nell’esperienza d’acquisto.
In Italia brand e retailer si stanno, quindi, adattando sempre di più alla diffusione di questo evidente trend sociale proponendo da un lato prodotti su misura con ‘confezioni per single’ e piccoli nuclei familiari pratici e adatti a sostenere stili di vita indipendenti e ridurre gli sprechi; dall’altro supportando i consumatori ‘Loner’ con contenuti chiari, recensioni dettagliate sui prodotti e percorsi di acquisto self-service sempre più semplici e veloci.
Il Trend Reality Report di YouGov evidenzia un cambiamento culturale profondo che offre il ritratto di un nuovo consumatore – dichiara Marco Pellizzoni, Commercial Director Consumer Panel di YouGov Shopper – in bilico tra solitudine e ricerca di autonomia, che rivendica libertà e qualità del proprio tempo. In un mercato sempre più guidato da nuclei familiari ridotti e scelte individuali, il ‘Loner Consumer’ rappresenta dunque una sfida e un’opportunità strategica per brand e retailer di ripensare prodotti, servizi ed esperienze che rispondano alle sue esigenze e lo accompagnino nella sua ricerca di indipendenza”.

Dura la spesa da single, costa il 44% in più

Archiviati cuori, fiori e cioccolatini di San Valentino sorge spontanea la domanda: ma i single? Tanto per cominciare sono un esercito di otto milioni in Italia, per lo più ignorato da retailer e Gdo. O quanto meno così sembra se si considera che, secondo un’indagine della Coldiretti su dati Istat, la spesa media per alimentari e bevande di un single è di 277 euro al mese, il 44% superiore a quella media di ogni componente di una famiglia tipo di 2,3 persone che è di 192 euro.

Insomma c’è proprio poco da festeggiare per i sempre più numerosi single italiani che per vivere da soli devono affrontare un costo della vita superiore in media del 64%. Ad incidere di più sono la casa e l’affitto, ma la spesa non è da meno: complici spesso i formati delle confezioni, family friendly magari, ma sicuramente non amici delle persone che vivono (e mangiano) da sole e che portano spesso i single di acquistare più cibo del necessario. E quando la confezione è piccola, gioco forza risulta molto più cari di quelle tradizionali. 

Un problema non da poco nel nostro Paese dato che, secondo l’Annuario 2016 dell’Istat, i single non vedovi sono più che raddoppiati in vent’anni e possono ora contare su un esercito di 4,8 milioni di persone, ma a questo vanno aggiunti anche vedovi e divorziati che non si sono risposati, celibi e nubili che non vivono nella famiglia di origine, monogenitori con figli, tanto che il numero delle persone sole in Italia sfiora gli 8 milioni, con le famiglie composte da un solo membro che sono quasi un terzo del totale. Ci sarebbe da tenerne conto, perché purtroppo spesso l’offerta sugli scaffali non rispecchia la reale composizione della clientela, sempre più single e anziana ad esempio.

Certo non è solo la spesa il problema, e per chi vive da solo i costi lievitano in ogni aspetto della vita: più del doppio (100%) per l’abitazione rispetto alla media per persona di una famiglia tipo, perché gli appartamenti e le case più piccole hanno prezzi più elevati al metro quadro sia in caso di acquisto sia di affitto. Ma anche usare l’automobile da soli costa di più come pure riscaldare un appartamento. 

La scelta di non stare in coppia non è peraltro sempre volontaria ma è anche determinata dall’invecchiamento della popolazione con un maggior numero di anziani rimasti in casa da soli che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Non è un caso che ben il 6,2% delle persone che vivono da sole sopra i 65 anni si trova in una situazione di povertà.

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