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Da Auchan la shopper di Willow aiuta i progetti Wwf

La borsa e la vita: Auchan Retail Italia lancia anche quest’anno una shopper “limited edition” in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno. La borsa è disegnata dall’artista italiano Willow, che ha vestito con i suoi personaggi pop e coloratissimi le shopper che proprio dal 5 giugno saranno in vendita nei punti vendita Auchan, MyAuchan, Simply, IperSimply e PuntoSimply e i cui ricavi andranno a favore di progetti di conservazione degli habitat e delle specie a rischio nel nostro Paese del WWF, in particolare a supporto del sistema delle oasi gestite dall’associazione.

 

1,67 milioni di euro donati al Wwf in dieci anni 

La collaborazione tra Auchan e WWF è nata nel 2009, quando il gruppo decise di sostituire i sacchetti di plastica con borse riutilizzabili, in largo anticipo rispetto alla normativa nazionale che metteva al bando i sacchetti usa e getta in polietilene. Da allora l’impegno comune si rinnova ogni anno con la raccolta fondi attraverso la vendita delle borse e con altre iniziative che, sottolinea Carlo Delmenico, direttore responsabilità sociale d’impresa di Auchan e Simply, “ci hanno permesso, nel 2017, di raccogliere oltre 180mila euro, arrivando così al risultato di 1,67 milioni di euro in quasi dieci anni di partnership”.

“Quella di Auchan e Simply con il WWF Italia – dice Eva Alessi, responsabile consumi e risorse naturali di WWF Italia – è una collaborazione estremamente importante perché ci dà la possibilità di sensibilizzare il pubblico riguardo alla necessità di ridurre la plastica usa e getta, grave minaccia per le specie e gli habitat marini e terrestri. La possibilità di rivolgersi direttamente alle persone nei luoghi in cui avvengono i consumi è certamente una modalità d’azione efficace per promuovere uno stile di vita più sostenibile, riguardo al tema dei consumi di risorse e dell’inquinamento, due tra le grandi emergenze da affrontare”.

La borsa “special edition” 2018 sarà venduta in due versioni, gialla e blu, al prezzo di 2 euro; è spiritosa e affascinante, zeppa di piccoli personaggi colorati che ne riempiono ogni angolo. Il suo creatore Willow, nome d’arte di Filippo Bruno (www.willow-artblog.com) è uno degli artisti di spicco della scena italiana della Pop Art. Già nel 2016 Willow aveva disegnato la “limited edition” reinterpretando, in quel caso, il panda simbolo del WWF, sempre in chiave pop.

 

FAIRTRADE: vale 130 milioni di euro il carrello equo degli italiani

FAIRTRADE tira le somme per il 2017. E i risultati ottenuti dai prodotti del commercio equo certificati sono a dir poco interessanti: per essi, infatti, lo scorso anno, nel nostro paese sono stati spesi ben 130 milioni di euro che hanno generato per i produttori un premio (ovvero un margine di guadagno aggiuntivo per avviare progetti sanitari, di emancipazione sociale, o di miglioramento della produzione) pari a 1 miliardo e 641 milioni nel suo complesso e così suddiviso: 703.000 euro per le banane, 309.000 euro per il cacao, 334.00 per il caffè e 221.00 per lo zucchero. 

I prodotti più performanti

La crescita più significativa è quella delle banane, che raggiungono volumi di vendita pari a 13.600 tonnellate (+11%), seguono il caffè con 810 tonnellate di caffè verde (+10%), il cacao con 1.600 tonnellate di fave di cacao (+100%) e lo zucchero con 3.300 tonnellate (+10%). Questi i valori diffusi in occasione dell’evento “Il futuro di Fairtrade? Partnership di sostenibilità con le imprese”, che si è svolto a Milano, nel contesto del Palazzo dei Giureconsulti.

FAIRTRADE e i consumatori

Sul rapporto del brand di certificazione e i consumatori, Nielsen ha realizzato una ricerca su un panel rappresentativo. È emerso che sempre più italiani dichiarano di acquistare prodotti etici nei negozi alimentari generici, ovvero supermercati, ipermercati e discount (si tratta di oltre la metà del campione, 51%, a fronte del 36% registrato nel 2014). Inoltre, rispetto a quattro anni fa i consumatori affermano una maggiore preferenza per i prodotti del commercio equo e solidale (si passa dal 23% del 2014 al 29% di quest’anno). Per quello che riguarda FAIRTRADE, la fonte principale di conoscenza del Marchio restano i prodotti, seguiti dalla rete internet. Cresce la conoscenza tra i giovani (fascia d’età 25-34), e nel nord-est del paese, seguito da nord-ovest, centro e sud.

Nuove opportunità di business.

Tra le novità che si prospettano per l’anno in corso, l’introduzione, a livello internazionale, dei “Marchi di Ingrediente Fairtrade”. Le aziende partner del circuito, a fronte di un impegno di acquisto di materie prime certificate Fairtrade da utilizzare in prodotti multingrediente, potranno avvalersi dell’utilizzo di Marchi specifici per la tipologia di materia prima acquistata. Il modello è entrato in vigore per tutte le categorie di prodotto tranne caffè e banane. Attraverso i nuovi “ Marchi di Ingrediente Fairtrade” le aziende hanno a disposizione un modo diverso per collaborare con Fairtrade per ampliare le opportunità di mercato per i produttori agricoli del sistema.

 

 

 

Pam Panorama lancia Eco, linea private label di detersivi “green”

Dopo l’ortofrutta e i piatti pronti, sembra che la consapevolezza verso l’uso di prodotti sostenibili per la persona e l’ambiente stia estendendosi ai detersivi: e anche Pam Panorama amplia la sua offerta assortimentale con la novità del 2018, Eco, la linea di detersivi ecologici a ridotto impatto ambientale grazie a tensioattivi di origine vegetale completamente biodegradabili, meno aggressivi sui materiali rispetto a quelli chimici e provenienti da fonti rinnovabili.

Una gamma completa di prodotti pensati per la pulizia della casa e del bucato e la cui formulazione è realizzata in esclusiva per Pam Panorama. La linea comprende detersivo e ammorbidente per lavatrici, detersivi per lavare i piatti a mano o in lavastoviglie, prodotti per la pulizia dei vetri e del pavimento e, infine, l’appretto per una stiratura perfetta.

Le profumazioni ricordano la natura, con sentori di lavanda, limone e menta per dare un tocco di freschezza alla casa e alla biancheria. Anche le confezioni sono studiate per impattare il meno possibile sull’ambiente: sono infatti realizzate con plastica riciclabile. Ogni prodotto della linea, infine, è formulato per garantire l’efficacia delle prestazioni e il rispetto della pelle ed è nichel tested.

 

Consigli per l’ecouso

L’uso di prodotti ecologici abbinato ad alcune accortezze può davvero fare la differenza per la tutela del nostro pianeta. Per questo motivo, Pam Panorama ha inserito delle apposite istruzioni d’utilizzo su ogni confezione con un focus particolare sui dosaggi. Rispettando le quantità di prodotto consigliate non solo sarà possibile ottenere il massimo del risultato, ma verranno ridotti gli sprechi e l’effetto positivo sulla salvaguardia dell’ambiente risulterà ancora più efficace.

 

 

Findus, dopo il pesce sostenibilità anche sui vegetali: il 90% certificato entro il 2019

Dopo la pesca sostenibile arrivano le verdure: punta dritto sulla sostenibilità Findus, parte del gruppo Nomad Foods Europe e leader in Italia nel mercato dei surgelati (ne copre una quota a valore del 23,4%, ed è presente almeno una volta l’anno in metà delle famiglie italiane), che ha annunciato l’adesione a SAI Platform, iniziativa internazionale in materia di agricoltura sostenibile creata nel 2002 da Unilever, Danone e Nestlé per affrontare in modo collaborativo le sfide comuni dell’industria agroalimentare e che comprende oggi oltre 90 membri.

Un impegno ambizioso, che punta ad avere entro il 2019 il 90% dei volumi totali di vegetali Findus conformi allo standard di sostenibilità FSA (Farm Sustainability Assessment) e verificato da un audit di un ente terzo. Tra i prodotti coinvolti grandi classici del brand come il Minestrone Tradizione, i Piselli e gli Spinaci. I vegetali rappresentano circa il 55% dei volumi, e copreno quasi un terzo del fatturato aziendale. 

“Un anno abbiamo annunciato la partnership con Msc, ma il nostro DNA aziendale è fatto principalmente di pesce e vegetali, e ora affrontiamo anche questo settore, consapevoli della sua importanza: il 60% della popolazione mondiale vive di prodotti dell’agricoltura e il 30% lavora direttamente in agricoltura. Per noi sostenibilità significa consentire alle generazioni future di disporre delle stesse risorse che abbiamo avuto a disposizione noi. Come azienda riteniamo sia nostro dovere fornire prodotti nutrienti e di alta qualità, usando in maniera responsabile le risorse a nostra disposizione e minimizzando gli sprechi. Quattro di punti chiave dell’accordo:  l’adesione alla piattaforma, lo schema di verifica FSA, la certificazione da parte di terzi e il raggiungimento entro il 2019 dei 90% dei volumi certificati” ha detto Francesco Fattori, Ad Findus Italia.

Produrre cibo impattando meno sull’ambiente è una delle grandi sfide del nostro tempo. Ma agricoltura sostenibile non è solo attenzione all’ambiente. È anche sostenibilità sociale ed economica: è la risposta per affrontare in modo efficace le sfide globali, dal cambiamento climatico alla fame nel mondo.

 

Gestione dell’acqua e rotazione tra i punti cardine

Findus lavora con 672 aziende agricole italiane, spesso con contrati di lunga durata: la durata media delle collaborazioni nell’Agro Pontino ad esempio è di 24 anni. Le verdure vengono coltivate “in pieno campo”, ovvero all’aria aperta, mai in serra, e durante la loro stagione ottimale, seguendo il calendario di madre natura. Tutte le verdure sono raccolte e surgelate in tempi brevissimi: i piselli, ad esempio, vengono congelati entro tre ore dalla raccolta. 

“Ma la qualità non può prescindere dalla sostenibilità – dichiara Fabrizio Fontana, responsabile degli agronomi Findus – che è infatti da tempo al centro del modo di fare agricoltura in Findus. L’adesione a SAI Platform è il naturale approdo di questa filosofia. Una filosofia che si ispira al principio del miglioramento continuo e che prevede l’uso responsabile delle risorse e la riduzione al minimo degli sprechi, ottimizzando la resa e la qualità nutrizionale degli alimenti. Per questo ci impegniamo da tempo in una serie di attività che hanno l’obiettivo di migliorare costantemente la qualità dei nostri prodotti e dell’ambiente che ci circonda”.

Attraverso la rotazione delle colture, ad esempio, Findus migliora naturalmente la fertilità del suolo. Grazie a un monitoraggio continuo che permette agli agronomi di sapere la reale necessità delle piante, si è potuto ridurre significativamente l’utilizzo di concimi: negli ultimi 20 anni, l’uso è stato ridotto del 20%, a fronte di una resa cresciuta del 18%. Findus si è inoltre impegnata da tempo nella riduzione del consumo di acqua ed energia nelle proprie attività agricole prediligendo, laddove possibile, l’irrigazione a bassa pressione e localizzata, un sistema che consente un risparmio d’acqua e di energia (ad esempio rispettivamente -28,5% e -36%, nel caso dei pomodori).

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Ai britannici piacciono le etichette: ora arriva quella “Plastic free”

Una nuova etichetta è apparsa su alcuni scaffali della Gdo britannica: questa volta non dichiara calorie e contenuti di grassi e zuccheri (come le controverse etichette a semaforo) ma l’assenza di plastica nel packaging.

Promotore dell’iniziativa è A Plastic Planet, un gruppo ambientalista britannico già protagonista della prima corsia senza plastica in un supermercato olandese, Ekoplaza.

E proprio qui era comparsa lo scorso febbraio per la prima volta il logo, che ora però è diventato un “marchio di fiducia” che indica con chiarezza al consumatore quando una confezione è priva di plastica non biodegradabile. Ekoplaza impiegherà l’etichetta in tutti i suoi 74 punti vendita olandesi entro la fine dell’anno.

Tra le prime insegne ad adottare la nuova label nel Regno Unito c’è Iceland (nella foto sopra): comparirà su uova, torta salata e hamburger vegetali private label già da questo mese: l’azienda ha dichiarato che sono con questi tre prodotti pensa di risparmiare l’uso di 600 tonnellate di plastica l’anno. L’insegna si è anche impegnata a eliminare completamente la plastica dai suoi prodotti a marchio entro il 2023.

Anche il produttore di tè britannico Teapigs ha adottato l’etichetta per  suoi prodotti.

Come ha dichiarato la cofondatrice Louise Cheadle: “Molti consumatori di tè sono sorpresi nello scoprire che molte bustine contengono plastica. Le nostre sono fatte di Natureflex, un materiale che sembra plastica ma è realizzato con cellulosa. Il marchio di fiducia (l’etichetta, ndr) consentirà ai consumatori che vogliono evitare la plastica di fare la giusta scelta”.

 

“Conosciamo tutti i danni causati dalla nostra dipendenza dalla plastica, dunque vogliamo fare la cosa giusta e comprare prodotti senza plastica – ha detto Sian Sutherland, cofondatore di A Plastic Planet -. Ma fare ciò è più difficile di quello che si possa pensare, e c’è realmente bisogno di un’etichetta chiara e incontrovertibile. In moda che gli acquirenti possano partecipare a risolvere il problema anziché peggiorarlo. Il nostro marchio di fiducia risolve la confusione di simboli ed etichette e dice una sola cosa: che quella confezione non contiene plastica.”

Secondo le Nazioni Unite sono otto milioni le tonnellate di plastica tra bottiglie, confezioni varie ed altri rifiuti a finire negli oceani ogni anno, mettendo a rischio ogni forma di vita marina.

Sono già varie le azioni intraprese dalle insegne della Gdo nel mondo per cercare di affrontare il problema.

Il mese scorso oltre 40 aziende, comprese le maggiori insegne di supermercati britanniche e Coca Cola, Nestlé e Procter & Gamble hanno firmato lo UK Plastics Pact, impegnandosi ad eliminare tutte le confezione di plastica non necessaria entro il 2025.

La distribuzione britannica è responsabile del 40% degli imballaggi in plastica.

Sammontana sostiene il consumo consapevole di gelato “compensato”

Sammontana Italia, primo produttore italiano di gelato nel nostro Paese, prosegue nel suo impegno ambientale sul territorio italiano, con un nuovo progetto realizzato insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Nei prossimi mesi, infatti, l’Azienda sosterrà il consumo consapevole di gelato a impatto ambientale “compensato” in 18 lidi che hanno scelto di fare della tutela dell’ambiente un punto importante della propria attività. In futuro, i lidi partner di Sammontana selezionati secondo precisi criteri di sostenibilità, avranno modo di valorizzare il proprio impegno anche attraverso attrezzature innovative, fra cui frigoriferi ad alta efficienza energetica forniti dall’Azienda e di sensibilizzare i propri clienti al consumo responsabile di gelato grazie a materiale informativo.

L’impegno ambientale di Sammontana: il packaging
L’azienda è da tempo impegnata in un percorso di miglioramento continuo dei propri processi aziendali, per una riduzione dell’impatto ambientale a vari livelli: dalla scelta delle più avanzate soluzioni di packaging ad un utilizzo sempre più efficiente dell’acqua e dell’energia, dalla selezione di materie prime alla gestione innovativa dei rifiuti e della logistica.
Grazie alla collaborazione con il Consorzio Universitario di Ricerca Applicata (C.U.R.A.) dell’Università degli Studi di Padova, l’Azienda si è dotata di una procedura operativa e di modelli personalizzati di Eco-design per valutare alternative progettuali che coprano diversi processi: selezione e impiego delle materie prime, logistica, soluzioni di packaging.

Dallo studio di CURA emerge che le emissioni generate dall’intera linea Barattolino per
l’anno 2017 ammontano a 20.370 tonnellate di CO2eq

L’esito più avanzato dell’innovazione secondo i principi di Eco-design avviata da Sammontana è rappresentata da Prima Ricetta, in produzione dal 2018. Pensata fin dalla nascita in chiave “green”, con ingredienti 100% italiani, senza coloranti e con solo aromi naturali, con contenitore e tappo in carta politenata, Prima Ricetta ha un impatto, in termini di kg CO2eq./kg del 26% inferiore a confronto con i prodotti della linea Barattolino con il medesimo gusto.
L’impegno ambientale di Sammontana e Legambiente
Già nel 2017 Sammontana è stata al fianco di Legambiente con la campagna “Sammontana, Pulisce la spiaggia vicino a casa tua”, grazie alla quale sono state ripulite 20 spiagge libere, selezionate attraverso un contest su Facebook, che si sono aggiunte alle 250 già parte del progetto di Legambiente. Nel 2018 Sammontana supporterà inoltre Legambiente nella prevenzione e nel contrasto del problema dei rifiuti in plastica che compromettono fortemente la flora e la fauna dei nostri mari. Il progetto si svolgerà durante l ‘estate 2018 per un totale di 9 settimane, coinvolgendo centinaia di volontari in attività di citizen science.
L’impegno ambientale di Sammontana e la scuola
Per il 2018 è in programma il rafforzamento del progetto “Barattolino Scuola Missione Green” voluto da Sammontana Italia per promuovere nelle scuole primarie l’educazione dei bambini a prendersi cura dell’ambiente, incentivando atteggiamenti responsabili.

Il progetto di Sammontana quest’anno si pone l’obiettivo di contattare 10.000 scuole primarie in tutta Italia, raddoppiando i numeri dello scorso anno. Il programma di educazione ambientale è articolato per offrire stimoli e strumenti didattici agli insegnanti e agli alunni e spunti di riflessione ai genitori. Tre le aree progettuali: un’Area Didattica, con approfondimenti da svolgere in aula con le insegnanti; un’Area Creativa, a conclusione del percorso a scuola, pensata per favorire l’elaborazione creativa del sogno per un futuro migliore; un’Area Famiglie, per stimolare la raccolta differenziata dei vuoti da parte di bambini e genitori.

Lidl si impegna a ridurre la plastica, -20% entro il 2025

Un impegno concreto per ridurre la plastica prodotta, un problema sempre più pressante: lo ha lanciato Lidl Italia che si è fissata l’ambizioso traguardo di ridurre l’utilizzo di plastica di almeno il 20% entro il 2025. Un obiettivo concreto, che si pensa di raggiungere rivedendo packaging e repackaging delle proprie private label, che rappresentano circa l’85% dell’assortimento. Non solo: entro il 2025 gli imballaggi in plastica dei prodotti private label saranno riciclabili al 100%, sostenendo in tal modo la strategia sulle plastiche recentemente presentata dalla Commissione Europea.

Il discount tedesco già da alcuni anni si occupa del tema, impegnandosi a ridurre gradualmente l’uso di questo materiale negli imballaggi e a migliorarne contemporaneamente le possibilità di riciclo. Fissando questi nuovi importanti goal, l’Insegna sostiene in maniera coerente il proprio piano di CSR, seguendo il motto aziendale “Sulla via del domani”.

“Da tempo lavoriamo in stretta collaborazione con i nostri fornitori, al fine di capire come possiamo ridurre la plastica o adottare soluzioni alternative. Lidl Italia offre già un ampio numero di referenze sfuse nel reparto frutta e verdura, ma il progetto di ottimizzazione del packaging che abbiamo avviato abbraccia anche altre categorie merceologiche e porterà ad una sensibile diminuzione dell’impiego di materie plastiche, fino a giungere, entro il 2025, al traguardo di meno 20%” ha detto Eduardo Tursi, Amministratore Delegato Acquisti di Lidl Italia.

In quest’ottica che sono già state ridotte le dimensioni dell’imballaggio degli anacardi “Alesto” di circa il 20% a confezione: un esempio di come Lidl punti a rispondere al meglio al crescente desiderio dei consumatori di una maggiore sostenibilità in termini di packaging.

Inoltre, Lidl promuove un processo virtuoso su tutto il territorio, non solo prevedendo uno smaltimento dei rifiuti attento all’ambiente in tutte le strutture di propria pertinenza, ma anche rendendo disponibili per i clienti, in tutti gli oltre 600 punti vendita, appositi contenitori per la raccolta differenziata. Per i materiali plastici nello specifico, l’Azienda ha implementato un processo ad hoc, che coinvolge tutti i negozi e le 10 piattaforme logistiche per consentire il recupero delle plastiche da imballo.

“Già oggi prevediamo il riciclo di tutta la plastica e le pellicole utilizzate per l’imballo e il trasporto dei nostri prodotti. Basti pensare che lo scorso anno abbiamo trasformato 1.600 tonnellate di plastica trasparente, 120 tonnellate di colorata e altrettante di rigida, in nuova materia prima che potrà essere riutilizzata per diversi scopi” conclude Tursi.

Il vino green riduce l’uso dei fitofarmaci del 40%: il caso del Montefalco Sagrantino

Si fa presto a dire vino sostenibile e naturale: ma è davvero possibile ridurre l’uso di fitofarmaci in vigna? La risposta è sì, e la prova è il progetto della filiera vitivinicola dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, diventato modello di sostenibilità per l’intero comparto agricolo dell’Umbria. Grazie a una gestione più sostenibile dei vigneti, è stata infatti raggiunta una riduzione dell’uso dei fitofarmaci del 40%.

Nato nel 2015 come progetto pilota per la coltivazione dei vigneti del Montefalco Sagrantino DOCG, Grape Assistance è un assistente tecnologico “in campo”, a servizio dei produttori, che permette di ottenere bollettini meteo e previsioni a lungo termine, informazioni sullo stato di salute reale delle piante utili a superare il sistema dei trattamenti a calendario. Oggi è chiamato Smart Meteo e ha esteso il suo raggio d’azione non solo a tutti i vigneti umbri, ma anche agli altri tipi di coltivazione, 

 

Obiettivo -75% di fitofarmaci per l’agricoltura umbra

«Un valido aiuto che ha consentito di effettuare interventi mirati solo in caso di presenza di agenti patogeni, riducendo in maniera significativa l’utilizzo dei fitofarmaci. Oggi portiamo sui mercati prodotti più sostenibili e in linea con le esigenze dei consumatori – spiega Amilcare Pambuffetti, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco –. L’obiettivo, con Smart Meteo, è di raggiungere una riduzione del 75% su tutto il territorio umbro. Massimizzando i vantaggi del protocollo, l’Umbria potrebbe toccare quota 60 milioni di euro di farmaci non somministrati in agricoltura, una rivoluzione ecosostenibile ed economica sorprendente che siamo fieri di aver innescato».

Nei primi tre anni di applicazione il risparmio economico medio che il modello di Montefalco ha raggiunto in vigna è di circa 175 euro l’ettaro. Con l’applicazione del protocollo all’interno di tutte le aziende del Sagrantino, 60 circa per poco più di mille ettari, si abbattono tonnellate di prodotti chimici, corrispondenti a circa 88 mila euro, con un risparmio complessivo stimato in circa 105 mila euro annui.

Le denominazioni di origine Montefalco si arricchiscono così di vini sempre più attenti all’ambiente, molti dei quali faranno il loro ingresso sul mercato estero in occasione del ProWein 2018, in programma dal 18 al 20 marzo a Fair ground Düsseldorf. Un banco di prova importante: l’export pesa circa il 70% sul fatturato complessivo dei vini di Montefalco, contro una propensione all’export del 52% del comparto del vino italiano.

Nel 2017, le aziende del territorio hanno esportato fuori dai confini nazionali quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente, soprattutto verso la Germania mercato di riferimento per rossi e bianchi fermi prodotti in maniera sostenibile. Il 12% dei tedeschi, infatti, dichiara di aver consumato vino green, soprattutto italiano e l’84% si dichiara interessato a continuare acquistarlo in futuro (Survey Wine Monitor Nomisma 2017 per ICE-Agenzia).

Carrefour Italia prima insegna Gdo certificata per la gestione energetica sull’intera rete

L’intera rete dei punti vendita e la sede centrale “allineate” nella sistema di gestione  dell’energia, tanto da poter essere interamente certificati: è l’importante traguardo conseguito da Carrefour Italia che oggi ha ricevuto da Certiquality, organismo di certificazione indipendente specializzato in sistemi di gestione aziendale per la qualità, l’ambiente e la sicurezza, la certificazione di conformità del proprio Sistema di Gestione dell’Energia alla norma internazionale ISO 50001. La consegna è avvenuta nel punto vendita milanese di piazzale Siena, “fiore all’occhiello” della catena francese grazie a luci a led e frigoriferi chiusi, ma anche all’utilizzo totale di CO2 per la produzione del freddo, che è anche utilizzata per riscaldamento e climatizzazione.

«Questo tipo di certificazione segue il miglioramento progressivo della gestione dell’energia – ha chiarito un entusiasta Alfio Fontana, Energy Manager di Carrefour Italia -. Non tutti i punti vendita sono allo stesso punto, ma la cosa importante, e anche la più difficile per l’ottenimento della certificazione, è stato proprio coinvolgere tutti i 1068 store, di proprietà e in franchising, tramite i direttori e la sensibilizzazione dei dipendenti. Man mano saranno implementate le soluzioni di gestione più avanzate nei vari store».

Gli obiettivi dell’insegna sono ambiziosi: la riduzione del 40% di energia entro il 2050. Ma già ora ogni anno si arriva a ridurre circa il 3% (l’unità considerata è il kWh al metro quadro). Un bel risultato, a fronte di una bolletta energetica complessiva “che supera i 50 milioni di euro”, reso possibile però anche da investimenti tra i 6 e gli 8 milioni di euro l’anno.

Sono innumerevoli le variabili da considerare nella gestione energetica di un punto vendita, e prendono in considerazione non solo riscaldamento e refrigerazione e illuminazione, ma anche ad esempio gli acquisti “quando acquistiamo un forno dobbiamo calcolare non solo il costo iniziale ma anche la sua gestione, ovvero quanto consumerà”, fino alle modalità di consumo dell’energia e alle opportunità di risparmio presenti in azienda, il che coinvolge anche il modo in cui i dipendenti gestiscono le fonti energetiche.

«Le attività di verifica di Certiquality hanno coinvolto il personale di Carrefour che partecipa al funzionamento e mantenimento del sistema di Gestione dell’Energia, anche tramite sopralluoghi a campione sui punti vendita della rete e sulle attività dei fornitori di Carrefour per quanto riguarda i servizi energetici» ha confermato Umberto Chiminazzo, Direttore Generale di Certiquality.

Poi c’è il cliente finale, sempre più sensibile al tema: questo traguardo sarà comunicato dall’azienda? «Lo faremo, anche se è un questione molto tecnica e non così facile da spiegare, e però la sensibilità anche da parte del cliente finale c’è, penseremo a dei modi  per sensibilizzare al tema e passare il messaggionel punto vendita» ha detto Fontana.

Le attività di verifica di Certiquality hanno previsto la valutazione dello status attuale, dei piani di miglioramento, degli obiettivi energetici individuati e dei traguardi raggiunti da Carrefour Italia; sono state valutate anche le modalità di acquisto di beni e servizi e le modalità di progettazione di nuovi punti vendita e di nuovi servizi per i propri clienti, a garanzia che le tematiche di sostenibilità energetica (e quindi anche ambientale) siano incorporate nella normale operatività dell’azienda.

Sono stati effettuati sopralluoghi a campione presso i punti vendita della rete, per verificare sul campo l’implementazione del Sistema di Gestione dell’Energia.

M’illumino di Meno, il 23 febbraio anche i supermercati “spengono le luci”

In 13 anni è cresciuta e sono varie le imprese della Gdo che hanno man mano aderito: stiamo parlando di ‘M’Illumino di Meno’, la grande campagna di sensibilizzazione sui temi degli stili di vita sostenibili promossa dalla trasmissione di Radio2 Caterpillar, che giunge il 23 febbraio, la ‘Giornata del risparmio energetico, alla su 14a edizione.

Quest’anno il focus è sul camminare a piedi, il mezzo di trasporto più antico, sano ed ecosostenbilie. Obiettivo: raggiungere grazie a migliaia di adesioni in Italia e all’estero, dagli Usa alla Thailandia, dal Messico all’Australia, di cittadini, istituzioni, aziende, scuole, i 555 milioni di passi necessari per arrivare simbolicamente dalla Terra alla Luna. Per questo sul sito è stato lanciato un “contapassi” con cui i cittadini si impegnano a contribuire al “viaggio” verso la Luna. 

 

Il 13° anno di Coop

Da 12 anni COOP aderisce al “M’illumino di meno”. Gli oltre 1100 punti vendita Coop il 23 febbraio applicheranno il “silenzio energetico”, ovvero lo spegnimento simbolico delle luci e “Caterpillar” in diretta attraverso RadioCoop. L’insegna raccoglie la sfida di quest’anno e “pensa con i piedi”. A Empoli dove è in atto la campagna di crowfunding “Abbraccia Empoli” lanciata da Unicoop Firenze per contribuire al progetto di restauro della Fontana dei Leoni, monumento simbolo della città, il progetto diventa “Abbraccia Empoli a piedi e con le luci spente”, passeggiata simbolica di sensibilizzazione per contribuire con il cuore ma andando a piedi. A Bologna Coop Alleanza 3.0 organizza passeggiate a piedi a partire dall’erbario presente nel supermercato Coop di Piazza Martiri e giochi per calcolare camminando la propria impronta ecologica. Gaming ecologico utilizzando un tappeto colorato di 3 metri negli Ipercoop siciliani; qui l’obiettivo è fare un percorso a tappe per “raggiungere la Luna”

 

Gruppo Gabrielli, spesa “al buio” scontata del 10%
Anche quest’anno, il Gruppo Gabrielli parteciperà con le sue insegne Oasi e Tigre, abbassando l’intensità luminosa nei punti vendita. 
L’azienda per condividere con i propri clienti l’iniziativa e dare eco alle finalità, come lo scorso anno, in occasione dell’appuntamento con M’Illumino di meno il 23 febbraio riserverà uno sconto del 10% sulla spesa effettuata dalle ore 18 alle ore 19.00  nei punti di vendita coinvolti.
«Partecipiamo all’edizione 2018 di M’Illumino di meno condividendone l’attenzione riservata alla terra, all’importanza del suolo come bene da tutelare e alla bellezza del paesaggio da preservare – ha detto Barbara Gabrielli vicepresidente del Gruppo Gabrielli –; il nostro impegno è concreto, infatti il nostro ultimo punto di vendita Oasi inaugurato ad Ancona lo scorso ottobre è stato realizzato interamente in classe A+, senza consumo di suolo grazie alla conversione, mediante demolizione e ricostruzione con ampliamento, di un vecchio edificio divenuto oggi nuovo esercizio commerciale tutelando il suolo a vantaggio della comunità che beneficia anche di parte dell’area sistemata a verde».

 

Tutti in sneakers da Carrefour

Carrefour ha invitato tutti i dipendenti a presentarsi al lavoro in sneakers e a camminare il più possibile. Evitando l’ascensore (e predisponendo un bollino per ogni piano fatto a piedi) e invitando ad usare palestra e pista di jogging interna alla sede centrale di Milano. Obiettivo: contribuire ai 555 milioni di passi necessari ad “arrivare alla Luna”. Le insegne dei punti vendita resteranno spente dalle 18 alle 19. 

 

Luci spente in 111 supermercati Gruppo Alì

Il Gruppo Alì spegnerà le luci nei 111 supermercati Alì e centri Alìper di Veneto ed Emilia Romagna: dalle 18 alla chiusura, tutta la rete dei supermercati dimezzerà l’illuminazione all’interno dei punti vendita. Un gesto che comporta – fa sapere l’insegna – un risparmio energetico di circa 11.000 KW/h, pari a 2,1 tonnellate di petrolio e una riduzione delle emissioni di CO2 di 5 tonnellate. Il relamping nei punti vendita ristrutturati e in quelli di nuova generazione ha consentito di abbattere il 50% dei consumi energetici relativi all’illuminazione.

«L’adesione a M’illumino di meno è un piccolo gesto simbolico– spiega il presidente Francesco Canella – per condividere il nostro impegno per la tutela dell’ambiente anche attraverso il risparmio energetico. Siamo convinti che la tutela dell’ambiente sia alla base della sicurezza alimentare e della salute delle persone».

 

Il decalogo di ‘M’Illumino di Meno’
1. spegnere le luci quando non servono.
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici.
3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria.
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola.
5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre.
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria.
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne.
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni.
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni.
10. utilizzare l’automobile il meno possibile, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città.

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