Dopo la pesca sostenibile arrivano le verdure: punta dritto sulla sostenibilità Findus, parte del gruppo Nomad Foods Europe e leader in Italia nel mercato dei surgelati (ne copre una quota a valore del 23,4%, ed è presente almeno una volta l’anno in metà delle famiglie italiane), che ha annunciato l’adesione a SAI Platform, iniziativa internazionale in materia di agricoltura sostenibile creata nel 2002 da Unilever, Danone e Nestlé per affrontare in modo collaborativo le sfide comuni dell’industria agroalimentare e che comprende oggi oltre 90 membri.
Un impegno ambizioso, che punta ad avere entro il 2019 il 90% dei volumi totali di vegetali Findus conformi allo standard di sostenibilità FSA (Farm Sustainability Assessment) e verificato da un audit di un ente terzo. Tra i prodotti coinvolti grandi classici del brand come il Minestrone Tradizione, i Piselli e gli Spinaci. I vegetali rappresentano circa il 55% dei volumi, e copreno quasi un terzo del fatturato aziendale.
“Un anno abbiamo annunciato la partnership con Msc, ma il nostro DNA aziendale è fatto principalmente di pesce e vegetali, e ora affrontiamo anche questo settore, consapevoli della sua importanza: il 60% della popolazione mondiale vive di prodotti dell’agricoltura e il 30% lavora direttamente in agricoltura. Per noi sostenibilità significa consentire alle generazioni future di disporre delle stesse risorse che abbiamo avuto a disposizione noi. Come azienda riteniamo sia nostro dovere fornire prodotti nutrienti e di alta qualità, usando in maniera responsabile le risorse a nostra disposizione e minimizzando gli sprechi. Quattro di punti chiave dell’accordo: l’adesione alla piattaforma, lo schema di verifica FSA, la certificazione da parte di terzi e il raggiungimento entro il 2019 dei 90% dei volumi certificati” ha detto Francesco Fattori, Ad Findus Italia.
Produrre cibo impattando meno sull’ambiente è una delle grandi sfide del nostro tempo. Ma agricoltura sostenibile non è solo attenzione all’ambiente. È anche sostenibilità sociale ed economica: è la risposta per affrontare in modo efficace le sfide globali, dal cambiamento climatico alla fame nel mondo.
Gestione dell’acqua e rotazione tra i punti cardine
Findus lavora con 672 aziende agricole italiane, spesso con contrati di lunga durata: la durata media delle collaborazioni nell’Agro Pontino ad esempio è di 24 anni. Le verdure vengono coltivate “in pieno campo”, ovvero all’aria aperta, mai in serra, e durante la loro stagione ottimale, seguendo il calendario di madre natura. Tutte le verdure sono raccolte e surgelate in tempi brevissimi: i piselli, ad esempio, vengono congelati entro tre ore dalla raccolta.
“Ma la qualità non può prescindere dalla sostenibilità – dichiara Fabrizio Fontana, responsabile degli agronomi Findus – che è infatti da tempo al centro del modo di fare agricoltura in Findus. L’adesione a SAI Platform è il naturale approdo di questa filosofia. Una filosofia che si ispira al principio del miglioramento continuo e che prevede l’uso responsabile delle risorse e la riduzione al minimo degli sprechi, ottimizzando la resa e la qualità nutrizionale degli alimenti. Per questo ci impegniamo da tempo in una serie di attività che hanno l’obiettivo di migliorare costantemente la qualità dei nostri prodotti e dell’ambiente che ci circonda”.
Attraverso la rotazione delle colture, ad esempio, Findus migliora naturalmente la fertilità del suolo. Grazie a un monitoraggio continuo che permette agli agronomi di sapere la reale necessità delle piante, si è potuto ridurre significativamente l’utilizzo di concimi: negli ultimi 20 anni, l’uso è stato ridotto del 20%, a fronte di una resa cresciuta del 18%. Findus si è inoltre impegnata da tempo nella riduzione del consumo di acqua ed energia nelle proprie attività agricole prediligendo, laddove possibile, l’irrigazione a bassa pressione e localizzata, un sistema che consente un risparmio d’acqua e di energia (ad esempio rispettivamente -28,5% e -36%, nel caso dei pomodori).
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Tra le prime insegne ad adottare la nuova label nel Regno Unito c’è Iceland (nella foto sopra): comparirà su uova, torta salata e hamburger vegetali private label già da questo mese: l’azienda ha dichiarato che sono con questi tre prodotti pensa di risparmiare l’uso di 600 tonnellate di plastica l’anno. L’insegna si è anche impegnata a eliminare completamente la plastica dai suoi prodotti a marchio entro il 2023.
Come ha dichiarato la cofondatrice Louise Cheadle: “Molti consumatori di tè sono sorpresi nello scoprire che molte bustine contengono plastica. Le nostre sono fatte di Natureflex, un materiale che sembra plastica ma è realizzato con cellulosa. Il marchio di fiducia (l’etichetta, ndr) consentirà ai consumatori che vogliono evitare la plastica di fare la giusta scelta”.


Il progetto di Sammontana quest’anno si pone l’obiettivo di contattare 10.000 scuole primarie in tutta Italia, raddoppiando i numeri dello scorso anno. Il programma di educazione ambientale è articolato per offrire stimoli e strumenti didattici agli insegnanti e agli alunni e spunti di riflessione ai genitori. Tre le aree progettuali: un’Area Didattica, con approfondimenti da svolgere in aula con le insegnanti; un’Area Creativa, a conclusione del percorso a scuola, pensata per favorire l’elaborazione creativa del sogno per un futuro migliore; un’Area Famiglie, per stimolare la raccolta differenziata dei vuoti da parte di bambini e genitori.


«Questo tipo di certificazione segue il miglioramento progressivo della gestione dell’energia – ha chiarito un entusiasta Alfio Fontana, Energy Manager di Carrefour Italia -. Non tutti i punti vendita sono allo stesso punto, ma la cosa importante, e anche la più difficile per l’ottenimento della certificazione, è stato proprio coinvolgere tutti i 1068 store, di proprietà e in franchising, tramite i direttori e la sensibilizzazione dei dipendenti. Man mano saranno implementate le soluzioni di gestione più avanzate nei vari store».



il “Carrè di agnello” di Cristina Pedullà di Orco feglino (Sv);
e i “Bocconcini alla zucca sweet and hot” di Luciana Molino di Zandobbio (Bg).

