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Il packaging sostenibile? Non c’è. Da Original Unverpackt a Negozio leggero, arriva lo sfuso

Un negozio senza confezioni, dove tutto – dai saponi ai detersivi, dai cereali alle farine alla frutta e verdura – è venduto sfuso. Prodotti biologici o naturali, poca scelta ma completa. È questo il supermercato sostenibile del 2015?

Original Unverpackt_katharinaMassmann_Foto6Ha fatto molto parlare sui media l’apertura a Berlino, nel quartiere ex punk ora hipster di Kreuzberg, di Original Unverpackt, un pdv a zero confezioni. Non è solo una questione di risparmiare imballaggi usa e getta, ma anche un modo per limitare lo spreco alimentare, perché si compra solo la quantità di cui si ha bisogno. E per spendere meno, specie per alcuni prodotti tipo le spezie o i cereali biologici in cui il packaging incide molto sul prezzo finale.

E in Italia? Per una volta siamo arrivati prima. Negozio Leggero è un franchising nato a Torino lanciato da Ecologos, società di giovani ricercatori specializzati in tematiche ambientali, e conta oggi 10 pdv. Qui tutto è a peso, tè, vino, uova e pasticceria, distribuiti direttamente o tramite erogatore, i pannolini sono lavabili e i cosmetici naturali. Valori sostenibili che sono comunicati anche tramite corsi ad hoc (da come preparare cosmetici a casa con ingredienti naturali a come fare il pane). Ma esistono anche piccole realtà come Biosballo di Sesto San Giovanni.

Il contenitoresi porta da casa: la tara è registrata su un'etichetta con un codice a barre. Foto Original Unverpackt/ Katharina Massmann.
Il contenitoresi porta da casa: la tara è registrata su un’etichetta con un codice a barre. Foto Original Unverpackt/ Katharina Massmann.

Fa anche questo parte dell’economia circolare, ovvero quella in grado di rigenerarsi, dove i materiali sono o biodegradabili o recuperati e reimmessi nel ciclo produttivo. Una tendenza che promette negli anni a venire di assumere sempre più importanza. Il tema dello spreco, alimentare in particolare,  è cruciale e la riduzione di rifiuti non biodegradabili anche. Ogni anno in Italia si buttano 108 Kg di cibo a testa, e un totale di 504 Kg di rifiuti. Quanta di questa quota appartiene al packaging, spesso ridondante e di materiale non riutilizzabile (nonostante la raccolta differenziata, pensiamo ai tanti “materiali accoppiati” in genere non riciclabili).

Già da tempo alcuni supermercati hanno iniziato a proporre detersivi o cereali “a peso”, ma l’impressione è che si tratti più di un piccolo ghetto per darsi una verniciatura green, un po’ abbandonato a se stesso. Eppure il cliente del 2015 sembra almeno in parte pronto ad abbracciare le tematiche della sostenibilità, specie se incoraggiato da un reale vantaggio di prezzo che andrebbe forse meglio evidenziato.

 

Movimenti nel packaging

Cambiano le abitudini, aumentano i canali ma il vecchio packaging “funziona” ancora”? In realtà, no. I consumatori richiedono più informazioni, nutrizionali e sulla provenienza degli alimenti (anche se poi le leggi Ue le tolgono), ma anche storie da trasmettere. Non sempre riportabili direttamente sulla confezione evidentemente, ma magari tramite Qr code.

Non solo: i nuovi canali, e-commerce in primis, richiedono scritte più grandi e chiare, visibili anche nelle miniature dei siti. Poche informazioni utili e immagini che richiamino il prodotto: è tutto ciò che “serve” mettere sul fronte della confezione (che sul web è presentata con poche eccezioni in modo bidimensionale).

Infine, c’è il packaging biodegradabile o addirittura commestibile. Whole Foods negli USA vende già dei gelati di yogurt avvolti nella buccia della frutta anziché nel classico bicchierino (ancora confezionati, ma l’idea è di iniziare a venderli sfusi, come le caramelle), e ci sono involucri sferici e biodegradabili per l’acqua e bicchieri a base di gelatina che, dopo avere bevuto il caffè o la bibita, si possono mangiare. Insomma, tecnologia e sostenibilità vanno a braccetto, e il futuro del retail alimentare dovrà passare anche da qui.

Anna Muzio

Auchan a Cesano Boscone mette il car sharing tra i servizi

Il centro commerciale Auchan di Cesano Boscone punta sulla mobilità ecologica e sostenibile, con due iniziative, una rivolta al pubblico e una interna: il car pooling e il car sharing. Grazie all’alleanza con il Comune di Cesano Boscone, e alla sinergia con due aziende specializzate nei processi di mobilità eco-sostenibile, BringMe e «e-vai».

Carsharing tra i servizi alla clientela

Partirà sabato prossimo, con inaugurazione alle ore 15, presso il parcheggio del centro commerciale Auchan, Via Don Sturzo 1, una nuova postazione di «e-vai», il primo car sharing diffuso su base regionale, integrato con il servizio ferroviario e green, con un parco auto di oltre 100 vetture, per oltre i due terzi elettriche. Da sabato 17 infatti una delle tre postazioni cittadine, in seguito a una riorganizzazione operata per una maggiore efficienza del servizio, si sposterà presso il centro commerciale Auchan.

Chi parteciperà all’inaugurazione del nuovo punto «e-vai», dotato di 4 stalli di sosta, potrà iscriversi al servizio beneficiando di un’offerta speciale di due ore gratis ed effettuare test drive gratuiti sulle auto elettriche presenti. “Con questo progetto confermiamo l’importanza di promuovere all’interno dei nostri centri commerciali, veri e propri centri di vita, iniziative concrete di sostenibilità ambientale ed economica, rivolte alle persone che li frequentano e vi lavorano – afferma Raffaella Colacicco, Property Manager del Centro Commerciale Auchan di Cesano Boscone –. L’opportunità di usufruire dei sistemi di car sharing e car pooling amplia l’offerta di servizi utili, come lo sportello Comunale e il dentista, presenti in questa galleria per semplificare la vita degli abitanti del territorio».

 

Car-pooling aziendale utilizzato da un dipendente su cinque

L’impegno verso l’ambiente tramite una razionalizzazione dei trasporti era già iniziato a dicembre, quando il centro commerciale Auchan e il Comune di Cesano Boscone hanno attivato il servizio di car pooling aziendale JoJob di BringMe, per i dipendenti dell’ipermercato e della Galleria, con l’obiettivo di incentivare la condivisione delle vetture per gli spostamenti casa-lavoro da parte dei dipendenti dei diversi uffici e di altre aziende limitrofe.

“Da oltre un mese abbiamo attivato il servizio di Jojob, cui ad oggi hanno aderito più del 20% dei nostri collaboratori. Sono certo che presto si confermerà come un’abitudine virtuosa, oltre che vantaggiosa. Il valore del progetto consiste nella forte dinamica d’integrazione delle persone che lavorano nel centro commerciale con il territorio, penso agli abitanti, ai lavoratori delle altre aziende e del Comune” spiega Gérald Gounon, Direttore dell’Ipermercato Auchan di Cesano Boscone.

OGM: Stati liberi di vietare ma falle nella nuova legge

Ogni Stato membro dell’UE potrà limitare o vietare la coltivazione di colture contenenti organismi geneticamente modificati (OGM). Lo stabilisce la legge approvata ieri dal Parlamento europeo con 480 voti favorevoli, 159 voti contrari e 58 astensioni e che entrerà in vigore nella primavera del 2015. Un testo di compromesso che, se consente di fatto la scelta al singolo stato, secondo le associazioni del biologico non dà le dovute garanzie né agli agricoltori né al consumatore.

 

La nuova normativa

Oltre alla possibilità data agli Stati membri di vietare gli OGM (a oggi sono nove i Paesi che hanno fatto questa scelta, Italia compresa, mentre solo in quattro, e principalmente in Spagna, esistono coltivazioni OGM), si è ampliata la “rosa” delle motivazioni: non solo per ragioni di politica ambientale, diverse da quelle espresse nella valutazione dei rischi legati alla salute e all’ambiente effettuata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ma anche “altri motivi, quali gli obiettivi di pianificazione urbana e rurale, l’impatto socio-economico, per evitare la presenza involontaria di OGM in altri prodotti, e gli obiettivi della politica agricola“. Prima che uno Stato membro possa adottare tali misure, però, l’azienda che coltiva l’OGM oggetto del processo di autorizzazione può esprimere il suo accordo alle restrizioni prevista all’immissione in commercio. Tuttavia, nel caso la società non sia d’accordo, lo Stato membro può imporre il divieto in maniera unilaterale. L’accordo siglato prevede che gli Stati membri garantiscano “aree cuscinetto” in modo che le colture GM non contaminino altri prodotti e una particolare attenzione deve essere rivolta alla prevenzione della contaminazione transfrontaliera con i Paesi vicini. Il mais MON810 è attualmente l’unica coltura GM autorizzata e coltivata nell’UE.

 

“Ambiguità e vaghezze” per il mondo bio, soddisfazione da Coldiretti 

Una legge che secondo alcuni era “l’unico compromesso possibile” tra le fazioni opposte dopo quattro anni di trattative. Secondo le tre principali associazioni, AIAB, FederBio e Associazione Agricoltura Biodinamica, “Il voto di oggi, nonostante le innegabili ricadute positive, rischia di essere un regalo alle multinazionali del biotech. Allo stesso tempo, ponendo limiti all’obbligo di etichettatura, si ignora la volontà di gran parte dei cittadini che, a più riprese, hanno detto ‘no’ agli OGM”. Inoltre, ci sarebbero ambiguità e vaghezze sull’introduzione delle ragioni ambientali invocabili da ogni Stato per sostenere il divieto di coltivare prodotti transgenici. “Un notevole danno anche economico – sottolinea Carlo Triarico, presidente dell’Associazione Agricoltura Biodinamica – se si pensa al boom di domanda interna ed esportazioni che ha avuto negli ultimi anni l’agricoltura biologica e biodinamica. Così si tagliano le gambe a uno dei pochi settori in crescita, che fa dell’Italia un gioiello nella produzione dell’agroalimentare di qualità”.

Fortemente critici sinistra e verdi che hanno votato contro, “per il principio che un’azienda sia messa alla pari di uno stato e per l’assenza di sicurezze sulla protezione delle coltivazioni “altre” dalla contaminazione, per le quali nel caso non c’è la possibilità di chiedere un risarcimento”.

Soddisfatta invece Coldiretti: “La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l’Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 che si oppongono al biotech nei campi è una ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell’Unione – ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione da OGM a tutela della straordinaria  biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy.

In città consegne elettriche con Twizy Cargo

Il trasporto merci cittadino cerca nuove soluzioni. Proprio nel momento in cui la movimentazione di pacchi e beni si intensifica, complice l’e-commerce ma anche l’esigenza dei consumatori di avere consegne sempre più veloci (vedi Consegne a domicilio problematiche per uno su 5), diventa problematico l’accesso alle ZTL, le zone centrali a traffico limitato.

Una soluzione arriva da Twizy Cargo di Renault, la versione di Twizy dedicata al trasporto merci, che promette consegne a zero emissioni, servizi rapidi e sicuri e una mobilità libera in città. Ha due sedili “in tandem”, con il posto di guida avanzato, cui si aggiunge un piccolo vano per il trasporto di oggetti nella parte posteriore accessibile tramite un portellone. Il “bagagliaio” ha una capienza di 180 litri, per una capacità di trasporto di 75 kg.

RENAULT TWIZY CARGO4Twizy Cargo è destinato principalmente alle aziende specializzate in consegne o interventi rapidi. Può essere parcheggiato ovunque, grazie anche alla sua maneggevolezza, è un mezzo 100% elettrico, che usufruisce dei vantaggi riservati in molte città ai veicoli a zero emissioni: dal libero accesso alle ZTL alla sosta gratuita, a fasce orarie agevolate per il carico e scarico delle merci.

Addio dunque a pony express in motoretta e furgoni inquinanti parcheggiati davanti ai portoni? Vedremo se l’elettrico prenderà piede per le consegne a breve raggio. Intanto a Milano per il trasporto privato sono già disponibili per il car-sharing varie postazioni con minicar e quadricicli elettrici.

Micro-alghe per il pdv del futuro Coop nel Future Food District Expo 2015

Producono ossigeno e assorbono anidride carbonica in quantità dieci volte superiore ad alberi ed erba: per questo le alghe potrebbero essere in futuro la soluzione ai problemi del riscaldamento globale ed energetici del Pianeta. Magari inserite in tetti e pareti hi-tech come le Algaetecture presentati in anteprima al Salone del Mobile del 2014 ma realizzati per il Future Food District, una delle Aree Tematiche sviluppate per Expo Milano 2015. Proprio l’area che vedrà realizzato il Supermercato del Futuro di Coop, Official Food Distribution Premium Partner dell’Esposizione.

Un connubio, quello tra alimentazione, sostenibilità e tecnologie, che sarà il filo conduttore dell’intero padiglione, curato da Carlo Ratti, direttore del SENSEable City Lab al Massachusetts Institute of Technology. Qui gli strumenti informatici saranno utilizzati per esplorare la conservazione, la distribuzione, l’acquisto e il consumo alimentare, con particolare attenzione alle scelte individuali di ciascun consumatore e a come queste influenzeranno l’approvvigionamento alimentare privato e commerciale.

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Tra le soluzioni presentate, Urban Algae Canopy è un prototipo della prima copertura bio-digitale al mondo che unisce micro-alghe e protocolli digitali di coltivazione e che potrebbe generare una enorme quantità di ossigeno utile per il Pianeta, ma anche in forma di biomassa produrre energia. Integrato nel Future Food District, Urban Algae Canopy produrrebbe una quantità di ossigeno equivalente a quella generata da quattro ettari di foresta e 150 kg di biomassa al giorno, composta al 60% da proteine naturali vegetali.

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Tecnologico, sostenibile ed interattivo sarà anche il supermercato del futuro realizzato sul posto da Coop, dove si potrà provare un’esperienza inedita e interattiva di acquisto, dove ciascuno potrà essere produttore e consumatore al tempo stesso. Durante Expo, Coop offrirà i propri prodotti, e altri prodotti alimentari di fornitori Italiani e internazionali, e della rete delle Cooperative di Consumatori e ospiterà una serie di eventi nel padiglione del Supermercato del Futuro sulla sicurezza, la sostenibilità e l’educazione alimentare.

Il Future Food District è situato nella parte sud del Sito Espositivo, in corrispondenza dell’Open Air Theatre e della passerella di collegamento con Cascina Merlata.

Cpr System: anche il pallet può essere green

CPR SYSTEM, primaria azienda italiana che produce imballaggi  riutilizzabili a sponde abbattibili, conferma la sua vocazione alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente. I suoi pallet in legno hanno infatti ottenuto la certificazione forestale PEFC, che attesta la provenienza da aree boschive gestiste secondo criteri di sostenibilità.

Questo significa che la materia prima legnosa utilizzata deriva da foreste gestite in maniera sostenibile secondo rigorosi disciplinari che obbligano alla conservazione della foresta come habitat per animali e piante; al  mantenimento della  funzione protettiva delle foreste nei confronti dell’acqua, del terreno e del clima; alla tutela della biodiversità degli ecosistemi forestali; alla verifica dell’origine delle materie prime legnose; alla esecuzione del taglio delle piante rispettando il naturale ritmo di crescita della foresta; al rimboschimento delle aree tagliate o alla rigenerazione e rinnovo naturale e infine alla tutela dei diritti e della salute dei lavoratori e dei proprietari forestali.

La certificazione ottenuta da CPR SYSTEM è un nuovo tassello che conferma l’attenzione dell’azienda romagnola verso le tematiche ambientali, partita con l’utilizzo di imballaggi in plastica riutilizzabili e riciclabili movimentati con il sistema a ciclo chiuso a impatto ambientale zero. Non solo. Il  Pallet di legno verde di CPR SYSTEM, grazie al sistema di gestione efficiente, ha costi di utilizzo molto competitivi rispetto ai concorrenti, oltre al nuovo, importante plus a livello ambientale.

L’utilizzo  dei pallet CPR SYSTEM non è destinato solo all’ortofrutta, è infatti attivo da qualche mese anche con il segmento deperibili a marchio Conad grazie al quale si stanno sviluppando importanti movimentazioni con potenziali di sviluppo anche nei prossimi mesi.

Il sistema Pallet di CPR SYSTEM  e’ operativo dal 1 aprile 2009 ed in cinque anni di attività è stato in grado di offrire agli oltre 1000 soci una modalità di movimentazione competitiva  che ha raggiunto oggi numeri al di sopra delle aspettative, con circa 5 milioni di movimentazioni e un trend in crescita.

Marlia, riapre il superstore Esselunga rinnovato

Più grande, più ecologico, con tre nuovi reparti: dopo un restyling durato 11 mesi ha riaperto oggi il centro commerciale Esselunga di Marlia nel comune di Capannori (LU), nato nel 1991 e quindi uno dei primi format di centro commerciale integrato dell’insegna milanese, e uno dei più grandi in Toscana. Il nuovo Superstore presenta 3620 mq di area di vendita con parcheggio di oltre 570 posti auto, di cui 300 al coperto.

All’insegna del fresco e dei prodotti di qualità i nuovi reparti: la pescheria con personale dedicato che offre pesce fresco (mai decongelato) già pulito, l’enoteca con sommelier che dispone di 600 etichette italiane ed estere, champagne, spumanti, vini da meditazione e biologici, e il forno di Esselunga con panettieri specializzati, formati dalla “scuola dei mestieri” interna, che sfornano a ciclo continuo 18 varietà di pane fresco nell’arco della giornata. Nel nuovo superstore Esselunga sono impegnati 120 dipendenti, dei quali 30 assunti ex-novo e avviati al lavoro attraverso il programma di selezione e formazione interna.

Oltre ai tre nuovi, lo store dispone di tutti i reparti tradizionali del marchio Esselunga: la frutta e verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 450 prodotti, la macelleria, la gastronomia; il reparto latticini. Ovunque sono valorizzate le produzioni regionali, con tutti i prodotti sugli scaffali e sui banchi segnalati da apposite etichette raffiguranti la regione Toscana.

Il centro accoglie un Bar Atlantic, presente in 71 negozi della catena, due novità quali la lavanderia e il parrucchiere, un negozio di oreficeria e uno di calzature.

Svolta verde continua

Come nelle ultime realizzazioni di Esselunga, grande attenzione è posta al tema del risparmio energetico. Tante le soluzioni che hanno permesso di risparmiare circa 30 tonnellate di petrolio equivalente (TEP) all’anno e di ridurre la quantità di anidride carbonica immessa in atmosfera di circa 100 tonnellate/anno.

Tra queste, impianti a pompa di calore ad alta efficienza, ventilatori delle unità di trattamento dell’aria equipaggiati con motori a velocità variabile per la climatizzazione ambientale, un campo fotovoltaico capace di produrre energia elettrica dal sole in ragione di quasi 100.000 KWh/anno e pannelli termici solari per la produzione dell’acqua calda sanitaria, il sistema computerizzato di supervisione che provvede alla gestione ottimale delle risorse energetiche al fine di aumentare l’efficienza complessiva degli impianti, tra cui la gestione oraria di tutti gli impianti di illuminazione che tiene conto sia del contributo della luce naturale sia del grado di affollamento del negozio, l’uso di tubi fluorescenti di ultima generazione e tecnologia LED. Green anche il sistema del freddo alimentare con elevata efficienza termica degli impianti frigoriferi che utilizzano come fluido frigorigeno la CO2, gas rispettoso della fascia di ozono presente negli strati alti dell’atmosfera terrestre notoriamente insidiata dalle possibili fughe dei più comuni gas frigorigeni di tipo florurato.

Tante le promozioni proposte all’apertura. Forse per questo, forse per la curiosità sulla nuova apertura, la stampa locale ha già segnalato nel giorno dell’inaugurazione “lunghe code e sosta caos”.

Il superstore di Marlia è uno dei 29 pdv in Toscana, e segue le aperture Esselunga 2014 di Calco (Lc), Aprilia (Lt), Milano Porta Vittoria, Novara, Prato, Parma, Saronno (Va) e Firenze Galluzzo.

Al Gruppo Pedon il premio Assiteca 2014 per l’approccio ai mercati esteri

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Remo Pedon Amministratore delegato del Gruppo Pedon

Il Gruppo Pedon ha ricevuto il prestigioso premio Assiteca 2014 per la categoria Grande Impresa, quale esempio di eccellenza per la sua strategia verso l’export e per la capacità di assumersi i  rischi che derivano dall’operare sui mercati esteri. «Siamo davvero onorati di aver ricevuto questo riconoscimento che premia le attività che stiamo svolgendo sui mercati esteri – dichiara Remo Pedon, AD dell’omonimo gruppo che ha da poco festeggiato i trent’anni di attività – a conferma della validità della nostra strategia industriale e commerciale. La catena di valore che abbiamo creato ci permette di conquistare quote crescenti di mercato mantenendo una posizione distintiva». Punto distintivo e di forza del Gruppo Pedon, oggi tra i big player mondiali del mercato per la lavorazione, distribuzione e confezionamento di cereali e legumi, è la rete globale di approvvigionamento che tramite la divisione Acos riesce a garantire nel tempo elevati livelli qualitativi e il controllo totale delle filiere con propri stabilimenti produttivi. Il modello di business del Gruppo Pedon è caratterizzato dall’integrazione verticale della filiera produttiva, dal campo allo scaffale. Un modello attuato in Italia e replicato in più Paesi che ha permesso all’azienda di diventare leader nel settore dei cereali e legumi nell’arco di una sola generazione. «Solo in Etiopia – ha dichiarato a inStore l’Amministrato delegato – lavoriamo con 20 mila piccoli coltivatori, di cui ritiriamo la produzione e ai quali conferiamo i semi, a garanzia di una costanza qualitativa del raccolto successivo. Presto entreremo direttamente nella produzione agricola: in Mozambico stiamo concludendo un accordo per la concessione di aree per impiantare coltivazioni di legumi. Così faremo anche in Argentina, sempre nel rispetto delle popolazioni locali e con il solo obiettivo di garantire qualità ai consumatori». Il Gruppo Pedon è risultato vincitore in seguito alla votazione della giuria che si è svolta martedì 2 dicembre presso la sede del Sole 24 Ore in occasione del convegno “Eccellenze nell’Export: strategie, piani e tutele”. Giunto quest’anno alla sua quinta edizione, il premio Assiteca, che riconosce le best practices delle imprese italiane nella gestione del rischio, è dedicato alle Eccellenze nell’Export. Il Comitato Tecnico ha identificato gli Export Champions, cioè le imprese italiane, grandi e piccole, che in questi anni sono riuscite a crescere sviluppando la propria attività sui mercati esteri, spesso in aree geografiche complesse, fronteggiando i rischi che questa attività comporta.

Ancc e Coop Italia sostengono il Protocollo di Milano promosso da Barilla Center F&N

Nel corso del sesto Forum internazionale su Cibo e Nutrizione in svolgimento a Milano, il Protocollo di Milano, promosso dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition,  viene consegnato alle istituzioni e ANCC-Coop e Coop Italia diventano ufficialmente sostenitori dell’accordo mondiale su alimentazione e nutrizione in vista di Expo 2015. Una proposta di patto globale sul cibo già sostenuta da numerose organizzazioni internazionali tra cui la Jamie Oliver Foundation, Eataly, Slow Food, Coldiretti, WWF e Save The Children.

In pieno accordo con le linee guida del documento, Coop è da sempre impegnata in iniziative concrete per la sostenibilità alimentare e ambientale attraverso azioni a favore dei consumatori, attività di informazione e formazione sul consumo consapevole che in oltre trent’anni hanno coinvolto migliaia di scuole, studenti, insegnanti e famiglie. E Coop è peraltro parte attiva di Expo 2015 coinvolta nella progettazione del “supermercato del futuro”.

«La sostenibilità dello sviluppo economico, cioè di una crescita equilibrata tra produzione alimentare e sfruttamento delle risorse del pianeta, è uno dei criteri fondamentali che guidano le strategie di Coop. Riteniamo importante il ruolo di modelli produttivi e di imprese a larga partecipazione e gestione democratica, nell’assicurare un cibo buono e sicuro per tutti e creare così consapevolezza sul futuro del Pianeta» ha spiegato Marco Pedroni presidente Coop Italia.

«Aderiamo volentieri al protocollo di Milano perché è coerente con i valori che la cooperazione promuove. Dibattere con istituzioni, imprese, cittadini e attori della società civile sull’insostenibilità dell’attuale ritmo di consumo delle risorse come fa il Protocollo di Milano è infatti un modo di attivare un processo di costruzione partecipata e cooperativa che aiuta a fare comunità» ha a sua volta commentato Enrico Migliavacca vicepresidente vicario Ancc-Coop.

Il Protocollo si pone come obiettivi la lotta allo spreco alimentare, con l’abbattimento del 50% entro il 2020 dell’impressionante cifra di 1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo, attraverso campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire dalla filiera agricola; l’attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, e la lotta alla fame e all’obesità, con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare e di uno stile di vita sano.

 

Coop for Kyoto: premiata la pizza green di Roncadin

Coop for Kyoyo premia la pizza green di Roncadin che fa risparmiare l’equivalente di 1 chilometro di macchina, pari a 63 milioni di chilometri all’anno. La premiazione si è svolta il 2 dicembre nell’ambito della manifestazione “Sette Green Award” a Milano. Partito nel 2006, quando Coop ha invitato i fornitori di prodotto a marchio a adottare azioni mirate alla riduzione dei consumi energetici in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra sancite dal Protocollo di Kyoto, il progetto Coop for Kyoto ha visto fin dal suo esordio la collaborazione di Bureau Veritas Italia (organizzazione internazionale che si occupa di certificazione, nonché uno dei partner di Coop in questa iniziativa) che ha il compito di raccogliere e verificare i dati.

Roncadin si è aggiudicata il premio grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico sul coperto che produce ogni anno di circa 1,2 milioni di kilowatt ora, pari al 7% del fabbisogno dell’azienda. In virtù di questa implementazione, Roncadin Spa produce pizze immettendo nell’ambiente ben 671 tonnellate di Co2 in meno, equivalenti a 238 tonnellate di petrolio. Il restante fabbisogno di Roncadin è acquistato da un fornitore che utilizza esclusivamente energia idroelettrica e eolica. Con questi interventi, la produzione delle pizze a Meduno (Pn) ora è totalmente ecologica, con un risparmio nell’ambiente complessivo pari a 6.785 tonnellate di Co2, corrispondenti a 2.134 tonnellate di petrolio, equivalenti al consumo elettrico annuale medio di 4.185 nuclei famigliari.

« Il risparmio energetico è un asset fondamentale per la nostra azienda e prevede un programma miglioramento continuo che interessa anche l’ottimizzazione dei consumi elettrici per la produzione – afferma Roncadin – ».

Dopo l’introduzione di un impianto luci totalmente a tecnologia led, infatti, nel 2014 l’azienda ha studiato un sistema di ottimizzazione dei consumi dei tunnel di surgelazione. E adesso, grazie a un sistema di sensori, si può modulare la temperatura in base alle necessità e al carico complessivo.

L'azienda vista dall'alto
L’azienda vista dall’alto

La scheda dell’azienda

In Roncadin lavorano 336 persone, il fatturato del 2013 è stato di 56 milioni di euro, mentre quello stimato per il 2014 è 70 milioni di euro. Il 29% del fatturato è generato da clienti italiani, mentre il restante 71% da clienti stranieri. Nel 2013 ha prodotto 44 milioni di pizze, mentre la quota stimata per il 2014 è 65 milioni.

Obiettivi futuri

Nel 2015, la quota di fatturato che sarà dedicata a tali investimenti salirà al 1,5% per cento, con un focus specifico all’abbattimento dei consumi energetici ai forni di cottura. Per lo stesso anno si prevede di alimentare tutti i forni con energia rinnovabile.

 

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