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Tonno in scatola: crescono i consumi, ma sempre in ottica sostenibile

Nei mesi clou della pandemia il tonno in scatola ha registrato un incremento delle vendite a volume pari al +33,6% (Fonte: Iri), ma questa propensione non ha fatto dimenticare agli italiani  l’importanaza della sostenibilità anche per questa categoria di prodotti. Come rileva infatti l’indagine dell’Istituto Ixè realizzata per lOsservatorio Nutrizione e Benessere – promosso da Nostromo in collaborazione con ANDID, Associazione Nazionale Dietisti – il 71% dei consumatori ritiene che il concetto di sostenibilità sia importante anche per la pesca e per la produzione di tonno in scatola e di conserve ittiche in generale. La percentuale sale al 78% tra i più informati, 76% per chi mangia tonno in scatola una volta la settimana e 72% tra chi sceglie questo prodotto qualche volta al mese.

Nell’ambito delle conserve ittiche, la sostenibilità riguarda innanzitutto i metodi di pesca: per il 42,3% del campione di ricerca le aziende produttrici dovrebbero garantire il rispetto dei periodi di pesca e delle dimensioni del pescato, ed evitare pratiche poco rispettose del mare e della biodiversità, come la pesca a strascico. In seconda battuta, per il 13,3% degli intervistati, è importante l’impiego di confezioni amiche dell’ambiente (riciclabili, riutilizzabili, biodegradabili). Tra i più giovani questa sensibilità raggiunge il 33% degli intervistati, attenti anche al tema della riduzione dell’inquinamento del mare (25%) sia nella fase di pesca che in quella di lavorazione, mentre il dato medio su questo argomento si attesta al 12,2%.

Gli italiani intervistati confermano la rilevanza di questa tematica anche dichiarandosi disponibili a pagare in media l’8,5% in più per un prodotto “sostenibile”, mentre un consumatore su otto arriverebbe a spendere anche oltre il +10%.

In riferimento ai dati rilevati dall’indagine Ixè, ANDID sottolinea che “L’impegno in termini di sostenibilità rappresenta senza dubbio un plus importante per l’intero settore agroalimentare e proprio sulla filiera ittica sono stati avviati importanti progetti. È però necessario che le aziende lavorino sulle buone pratiche e sulla buona informazione, condividendo con il consumatore il proprio impegno ambientale e a garanzia di prodotti di qualità.”

Gli obiettivi del gruppo Calvo

E partendo da una visione che integra responsabilità, innovazione ed eccellenza, Gruppo Calvo – di cui Nostromo fa parte dal 1993 – ha predisposto un ambizioso programma, presentato nel 2019, che definisce 17 obiettivi di sostenibilità da raggiungere entro il 2025 in materia di protezione degli oceani, dell’ambiente e delle persone.

Una roadmap il cui grado di avanzamento è verificato annualmente da organismi indipendenti e consultabile su grupocalvo.com, con obiettivi definiti e misurabili distinti per ciascuna delle tre aree individuate:

  • Oceani. Tonno proveniente per il 100% da una pesca responsabile e sostenibile per tutti i brand del Gruppo; 100% dei prodotti finiti tracciabili fin dal momento della pesca (luogo, imbarcazione, specie, porto di approdo e stabilimento di lavorazione); riduzione del numero di FAD (Fishing Aggregating Devices) a 300 per peschereccio (dagli attuali 359 e a fronte del limite legale di 450) con impiego di dispositivi 100% biodegradabili; crescita dal 16% al 30% di catture senza l’utilizzo di FAD; progettazione di programmi di collaborazione per il miglioramento della gestione dei rifiuti in mare, con particolare attenzione allo smaltimento della plastica.
  • Ambiente. Anche l’efficienza è una priorità, e in questo senso Gruppo Calvo si impegna a ridurre del 10% il consumo di acqua ed energia, e le emissioni per tonnellata prodotta; ad accrescere dal 14% al 50% l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili; a valorizzare i rifiuti generati nel corso del processo produttivo per arrivare all’obiettivo “zero rifiuti” in discarica; a impiegare confezioni riciclabili al 95%, con una percentuale di materiali utilizzati per la produzione provenienti da fonti riciclate o certificate come sostenibili all’85%.
  • Persone. Crescita della presenza femminile nel direttivo dal 20% al 30%; aumento dal 37% al 44% di donne nel middle management aziendale; raggiungimento del 100% di audit sociali e ambientali effettuati su fornitori ad alto rischio di conformità; riduzione del 10% degli infortuni sul lavoro sia in termini di frequenza che di gravità. Tra gli impegni del Gruppo nei confronti delle persone, inoltre, il garantire che il 100% dei propri prodotti continui a essere sano e nutriente.

Packaging bio per l’ortofrutta di Almaverde

L’impegno di Almaverde Bio per promuovere uno stile di vita naturale e sano, attraverso la cultura del biologico, va di pari passo con le scelte del packaging dei prodotti dell’intera gamma di offerta.

Questo percorso ha portato alla nascita delle nuove confezioni Sormapeel per i prodotti ortofrutticoli freschi, sviluppate in collaborazione con Sorma Group.

I nuovi imballaggi sono ultraleggeri e riciclabili al 100%, in quanto dotati di una banda in carta “spellicolabile” che permette al consumatore di separare facilmente la plastica dalla carta.

La componente in plastica di queste confezioni è mediamente inferiore di oltre il 50% rispetto a un imballaggio tradizionale ed è completamente riciclabile. La composizione in monomateriale infatti, o tutta in PE (Polietilene ad alta densità) o tutta in PP (polipropilene), rende ancora più semplice e immediato il recupero, questo perché la plastica non viene contagiata da adesivi o inchiostri i quali ne comprometterebbero la qualità del riciclato. La carta, invece, sarà totalmente riciclata attraverso i consueti processi produttivi riuscendo a donare una seconda vita al 100% della cellulosa presente nelle bande.

La sostenibilità aziendale e delle confezioni in cui sono venduti i prodotti segue un trend green e ricercato dai consumatori, sempre più interessati al tema ambientale. Secondo una ricerca condotta da Nielsen, infatti, quasi la metà (il 49%) dei consumatori italiani ha ridotto l’acquisto di prodotti confezionati con materiali non sostenibili e 9 acquirenti su 10 prediligono imballaggi facilmente riciclabili. Questo aspetto coinvolge sia i millennials che gli over 50, il 55% degli italiani intervistati di età compresa tra 19 e 29 anni ha dichiarato di essere passato a un altro brand nell’ultimo anno per motivi legati alle confezioni, tra cui l’uso eccessivo di materiali di imballaggio e la rispettiva sostenibilità. L’85% dei consumatori inoltre, afferma di fare la spesa orientandosi verso marche e prodotti rispettosi dell’ambiente, anche se ciò significa spendere un po’ di più. Per il 75% degli intervistati, infatti, è ammissibile pagare di più un prodotto solo perché è ambientalmente sostenibile, o perché lo è la sua confezione (73%).

Pratico, ultraleggero e resistente, il nuovo packaging per l’ortofrutta Almaverde Bio sfrutta l’innovazione tecnologica per ottenere un prodotto che riduce la plastica, pur garantendo la visibilità del contenuto e la funzione protettiva dell’involucro, introduce componenti separabili e quindi facilmente differenziabili, garantisce la riciclabilità al 100% per continuare nel percorso di rivoluzione ‘green’ della cultura biologica, in cui al benessere del corpo e attenzione alla salute si accompagna un percorso di ecosostenibilità con la massima attenzione all’ambiente.

Madel realizza per Winni’s la prima busta riciclabile 100%

È italiana la prima busta per detersivi (pouch) realizzata in plastica monomateriale completamente riciclabile. A crearla è l’azienda romagnola Madel S.p.a., leader nell’ecologia, che con il suo marchio Winni’s compie un ulteriore passo verso un minore impatto ambientale nel mondo della detergenza della casa. Già da molti anni aveva introdotto per diversi prodotti le buste doypack (ecoformati pouch), che permettono un minore utilizzo della plastica. Oggi con il nuovo packaging si arriva a un risparmio fino all’84% di plastica rispetto a un flacone di pari formato. 

Gli Ecoformati Pouch sono disponibili per i formati da 1 litro e verranno introdotti entro la fine del 2020 anche nei formati da 1,5l e da 500ml.

Il dipartimento di Ricerca&Sviluppo di Winni’s ha creato per primo una nuova pouch interamente in Polipropilene (PP) capace di garantire gli stessi standard qualitativi e la robustezza della versione precedente. Sia la busta sia il tappo, termosaldato, sono dello stesso materiale, così da rendere l’intera confezione completamente riciclabile nella plastica. Inoltre queste confezioni permettono un minore utilizzo di plastica rispetto ai flaconi di pari formato.

Prima di oggi nel mondo della detergenza gli ecoformati erano composti da 3 materiali, tra i quali il nylon a conferire robustezza. Questo materiale però causa dei rallentamenti e delle difficoltà in fase di riciclo della plastica.

“L’ecologia per Madel S.p.a. è un progetto globale, che parte dall’azienda e arriva al prodotto”, spiega Mattia Testa Direttore Tecnico dell’azienda, “e l’implementazione di un packaging di così facile smaltimento nella plastica è un ulteriore passo avanti in questa direzione. Come marchio leader della categoria, siamo stati i primi a lanciarlo per i liquidi detergenti e questo non è che una delle novità in campo di packaging ecologico su cui stiamo lavorando”.

Madel spa In tutti i suoi processi produttivi prevede il massimo impegno nella salvaguardia dell’ambiente con attività che vanno dallo smaltimento differenziato dei rifiuti al riutilizzo degli scarti di produzione, sia plastici che liquidi, fino al riciclo dell’acqua calda proveniente dal processo industriale per riscaldare il reparto di produzione. Il sito produttivo, grazie all’impiego di un impianto fotovoltaico di 2.6 MW su una superficie complessiva di 58mila metri quadri e un cogeneratore di ultima generazione, che offre il suo contributo di 0.65 MW, è in grado di raggiungere così la completa autonomia elettrica.

Anche l’illuminazione dell’azienda è sostenibile, grazie alla sostituzione di tutte le luci al neon con quelle al led, per un risparmio del 40%.

L’impegno dell’azienda non si esaurisce con il nuovo ecoformato in plastica monomateriale, ma, attraverso il continuo lavoro del dipartimento di Ricerca&Sviluppo, si pone l’obiettivo di rendere sempre più ecologico il packaging dell’intera gamma di prodotti.

Più salutisti ed ecologisti gli italiani del dopo lockdown

Negli ultimi mesi, complice il lockdown, gli italiani hanno pensato più alla salute eall’ambiente, operando scelte più attente anche per quanto attiene all’alimentazione e la sostenibilità. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” realizzato da Nomisma e Fileni per indagare le abitudini e preferenze dei consumatori di carne e come esso si sia modificato durante il clou dell’epidemia.

Come è cambiato il carrello
Durante il lockdown gli italiani hanno fatto scelte più salutari orientandosi verso cibi di maggiore qualità e più sicuri, sia in termini di provenienza che in termini di metodi di produzione. Made in Italy e Km 0 sono diventatiattributi centrali nella scelta dei prodotti alimentari (il 22% dei consumatori dichiara di aver incrementato gli acquisti in queste due categorie) coinvolgendo anche chi prima non era solito ricercare queste caratteristiche (il 28% ha cominciato ad acquistare prodotti alimentari provenienti da filiere corte proprio durante la quarantena). In crescita anche l’interesse verso i metodi di produzione biologica e sostenibile: durante il lockdown, il 20% degli italiani ha preferito cibi prodotti con metodi a basso impatto ambientale, il 12% ha acquistato prodotti alimentari con packaging sostenibile e il 30% ha sperimentato i prodotti biologici per la prima volta.

La crescita del bio
Un dato, queest’ultimo, da inquadrare in uno scenario di crescita che interessa tutti gli indicatori di questo settore: +76% la superfice agricola coltivata secondo il metodo bio negli ultimi 10 anni, +66% il numero di operatori impegnati nella filiera dal 2008 a oggi e un valore dell’export pari a circa 2,3 milioni di euro (+2,6%).
E non basta: sul mercato interno i dati Nielsen sugli Iper e Super evidenziano una crescita del +3,6% rispetto al 2018 e del +83% rispetto al 2014, facendo aumentare il peso del bio sul totale della spesa alimentare a valore che passa dal 2% al 4% in cinque anni. Complessivamente le vendite di prodotti alimentari biologici in GDO nel 2019 superano 1,3 milioni di euro.

Un segmento dunque, già in ascesa, ma che nel corso del lockdown è proprio “schizzato” verso l’alto: dal 17 febbraio al 22 marzo 2020 le vendite di prodotti alimentari e bevande bio in GDO (Iper+Super+Discount+Lsp) hanno infatti segnato un +20,1% rispetto allo stesso periodo del 2019.
In particolare, è il comparto dei freschi quello su cui si è concentrata maggiormente l’attenzione dello user bio: +10% nei primi 3 mesi del 2020, con picchi nell’ortofrutta (+15%) e nella carne (+31%).

Provenienza, metodi produttivi e freschezza:i nuovi must
L’Osservatorio Lockdown Nomisma ha rilevato che attributi come “origine 100% italiana”, “sostenibilità” e “biologico” sono per il consumatore assolutamente indispensabili nel carrello della spesa alimentare e, ancor
di più su alcune categorie di prodotti. È il caso dei freschi e, in particolare della carne: il 71% dei consumatori reputa importante l’origine 100% italiana ma questa quota sale al 78% per la carne, il 51% cerca il marchio bio tra gli scaffali, ma ancor di più sul banco carne (54%). Altri fattori che entrano in gioco nella scelta della carne da acquistare sono l’assenza di antibiotici (importante per il 75% dei consumatori di carne), la preferenza verso carni da animali cresciuti all’aperto (66%), l’assenza di OGM nei mangimi (65%) e l’alimentazione con soli mangimi vegetali (56%).

Secondo i dati raccolti nell’ultimo approfondimento per Fileni nell’ambito dell’Osservatorio Lockdown Nomisma, gli italiani 18-65 anni che nell’ultimo anno hanno consumato carne in almeno
un’occasione sono il 92% della popolazione. Di questi, il 52% ha scelto la carne biologica per motivi di salute/benessere (16% degli users), perché garantisce l’assenza di antibiotici (15%), perché è priva di OGM,
additivi e conservanti (12%), e perché è ritenuta in generale più sicura (12%). Infine, circa 1 consumatore su 10 la acquista perché prodotta secondo metodi più rispettosi dell’ambiente o da allevamenti sostenibili.
Anche il packaging della carne diventa protagonista e portatore di messaggi “green” .

L’importanza del packaging
I consumatori hanno quindi le idee ben chiare sui valori e sulle garanzie che la carne biologica può offrire e chiedono che ci sia coerenza anche con il packaging: 9 user su 10 vogliono trovare nei supermercati carne bio con un packaging sostenibile e il 36% afferma che la confezione della carne bio dovrebbe essere riciclabile al 100%, compostabile (17%) o comunque contenere meno plastica possibile (16%). Ma i valori e l’importanza del pack sostenibile hanno bisogno di essere comunicati, tanto che l’11% degli user di carne bio, vorrebbe trovare in etichetta informazioni sull’impatto ambientale dell’imballaggio.

Feedback dei consumatori

I risultati dell’indagine evidenziano che esistono dei margini di miglioramento dal lato dell’offerta: il 49% dei consumatori di carne non è pienamente soddisfatto dell’assortimento della linea biologica e, inoltre, tra chi ad oggi non consuma carne bio, il 19% non ne comprende le garanzie e il 6% non la trova nei punti vendita che frequenta abitualmente.
“Istituzioni e consumatori chiedono a gran voce un sistema alimentare più sano e che rispetti l’ambiente e l’allevamento biologico gioca un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo obiettivo. Fileni è stato un
pioniere nell’ambito della sostenibilità: abbiamo molto a cuore il benessere degli animali, che vengono allevati nelle migliori condizioni all’interno di una filiera biologica, e il futuro del nostro pianeta che difendiamo anche attraverso la scelta dei migliori e più innovativi packaging sostenibili per i nostri prodotti,” afferma Roberta Fileni, membro del CDA del Gruppo. “Trasparenza e qualità sono due valori chiave che da sempre cicontraddistinguono

MartiniSPA lancia Mr. Eco, prodotti sostenibili per le pulizie domestiche

Si chiama Mr. Eco ed è la nuova gamma di prodotti ecosostenibili studiata da MartiniSPA per la pulizia e la cura della casa.

Spugne in cellulosa di origine vegetale, scrubber in loofah e con fibre naturali, pagliette in rame antibatterico e acciaio inox, spazzole per piatti in legno con setole in sisal e panni in viscosa di bambù. La linea è composta da 14 referenze di prodotti innovativi, dal design contemporaneo e realizzati con materiali biodegradabili, riciclabili e per alcuni articoli, completamente NO PLASTIC. Alcuni prodotti Mr.Eco sono inoltre realizzati con ingredienti naturali come la spugna in loofah vegetale, le cui fibre si ottengono dalla disidratazione dei frutti della pianta, diventando così un’efficace e naturale scrubber antigraffio, perfetto per la pulizia piatti e stoviglie. Il panno pavimenti con fibre di bambù e cotone: morbido e super assorbente per un pulito brillante, è resistente alla torsione, antigraffio e ideale su tutti i pavimenti. Tra i prodotti Mr.Eco anche panni spugna realizzati con cellulosa di origine vegetale al 100% e cotone, delicati su tutte le superfici, garantiscono resistenza e lunga durata e sono composti da fibre naturali super assorbenti e 100% biodegradabili.

Coerentemente con la mission dell’azienda di scegliere la natura come principale fonte d’ispirazione, anche i packaging dei prodotti sono pensati per rispettare l’ambiente al 100%: tutte le confezioni sono infatti realizzate con carta certificata FSC, proveniente da foreste gestite responsabilmente, o con lamina compostabile TUV.

Ferrarelle porta in GDO la bottiglia R-PET 50% da 1,5 L

Ferrarelle  annuncia l’arrivo della bottiglia R-PET 50% da 1,5 L sugli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata.
Un nuovo, importante passo in avanti per l’Azienda nell’ambito del suo progetto “bottle to bottle”, sviluppato pensando alle più classiche dinamiche dell’economia circolare e diventato realtà nello stabilimento di Presenzano (CE). Un impianto avveniristico, inaugurato nel 2019 e frutto di un investimento di 27 milioni di euro, pensato per produrre e rimettere in commercio bottiglie nuove e 100% riciclabili, costituite al 50% da RPET (PET riciclato direttamente dall’Azienda).
Grazie a questo procedimento, Ferrarelle toglie ogni anno dall’ambiente 20.000 tonnellate di plastica, molte di più di quante ne usa per produrre bottiglie con plastica riciclata.La sostenibilità ambientale rappresenta, infatti, una delle maggiori priorità per l’Azienda che si impegna, giorno dopo giorno, per un mondo a impatto -1. Questa filosofia, di cui Ferrarelle si fa promotrice anche attraverso i nuovi spot tv, vuole spingere le persone a riciclare correttamente la plastica. Lo stabilimento di Presenzano rappresenta solo una parte dell’impegno C.S.R dell’Azienda, già fortemente impegnata in ambito sociale, nella tutela ambientale, nella valorizzazione del patrimonio culturale.

Beretta riduce del 25% la plastica del packaging

Fratelli Beretta compie un significativo passo nella direzione della sostenibilità ambientale.

A partire dalla metà del mese di aprile, le confezioni delle principali linee di prodotti Beretta (quali ad esempio Fresca Salumeria, tra gli affettati, la gamma Salamini e le referenze Cubetti) vengono realizzate con il 25% di plastica in meno rispetto alla quantità attuale.

Inoltre, per le confezioni di circa 300 referenze in assortimento, prodotte in 11 diversi siti produttivi, l’azienda utilizzerà il 65% di plastica riciclata.

Il Gruppo ha intrapreso con convinzione il cammino dello sviluppo sostenibile tanto da creare un proprio logo: “BGreen”, che identificherà i prodotti “plastic smart” della produzione Beretta e, in futuro, accompagnerà ulteriori progetti intrapresi dall’azienda volti alla tutela del nostro Pianeta.

La plastica è un elemento fondamentale per la sicurezza sanitaria dei prodotti confezionati nonché un imprescindibile supporto alla lotta contro spreco alimentare. Con questa consapevolezza il Gruppo Beretta intende utilizzare al meglio le materie plastiche necessarie per consegnare ai propri consumatori prodotti freschi, di ottima qualità, lavorando direttamente sul contenimento della quantità di plastica nelle proprie confezioni, e con un approvvigionamento responsabile di materiale riciclato.

La divisione Ricerca e Sviluppo del Salumificio Fratelli Beretta stima che l’adozione di queste misure consentirà una minore immissione in atmosfera di 1.145 tonnellate all’anno di CO2, corrispondente alla piantumazione di circa 58.000 alberi.

Da Raja arriva il film estensibile manuale 80% riciclato

Riciclato all’80% e al 100% riutilizzabile: ecco il film estensibile manuale 80% riciclato, ultima novità del Gruppo RAJA, che ha fatto da tempo dei concetti di economia circolare, riutilizzo dei materiali plastici, packaging eco-friendly le sue linee guida.

Un prodotto assolutamente innovativo per l’intera filiera che garantisce, in un’unica soluzione, prestazioni invariate, resistenza e attenzione all’ambiente. Il film, altamente all’avanguardia, è infatti composto all’80% da materia prima riciclata di cui il 30% proveniente da rifiuti post consumo e il restante 50% da quelli industriali. RAJA si conferma quindi ancora una volta leader indiscusso nell’industry, proponendo non solo in Italia, ma anche in tutta Europa il primo e unico film estensibile composto da plastica riciclata post consumo e riutilizzabile al 100%.

Un’esclusiva che recentemente ha anche guadagnato importanti riconoscimenti come l’Oscar de l’Emballage, premio francese che viene conferito agli innovatori – professionisti e produttori – che operano nel campo del packaging. Non solo riconoscimenti ma anche importanti certificazioni europee che contribuiscono a rendere il film estensibile unico nel suo genere. Il prodotto è infatti garantito da EuCertPlast, un programma di riciclaggio di plastica, finanziato dalla Commissione Europea, che fissa alti standard di qualità, tracciabilità, trasparenza e impatto ambientale del riciclo.

Una testimonianza significativa dell’impegno attivo nel favorire la cosiddetta economia circolare, un sistema virtuoso in grado di dar vita a nuovi imballaggi a loro volta interamente riciclabili.

Caratteristiche perfettamente in linea con il concetto del risparmio di risorse del pianeta che, al contempo, assicura elevate prestazioni. La resistenza e le performance del film presentato da RAJA rispetto a quello standard rimangono infatti inalterate, fornendo alle aziende – in particolar modo nei settori quali logistica e trasporti, e-commerce e GDO – un valido strumento per fissare, proteggere e stabilizzare.

Questo prodotto arricchisce e valorizza ulteriormente la nostra offerta green, già ampiamente sviluppata e raccolta nel catalogo che presenta oltre 1.500 prodotti ecologici. – afferma Lorenza Zanardi, Direttore Generale di RAJA ItaliaIl Gruppo RAJA è da sempre attivamente coinvolto in uno sviluppo sostenibile per limitare i consumi a favore di materie ecologiche e riciclabili. Un’attenzione che interessa tutti i livelli della filiera, consegne incluse, volta a garantire i principi cardini di un’economia più sostenibile e rispettosa del Pianeta”.

Da San Benedetto arriva il nuovo tappo Twist&Drink, amico dell’ambiente

Acqua Minerale San Benedetto lancia una rivoluzione nel mercato del beverage analcolico per un’esperienza di consumo ancora più sostenibile: il tappo Twist&Drink, pratico e utile per il consumatore e con un importante risvolto green poiché è legato alla bottiglia così da non disperderlo nell’ambiente.

“Si tratta di una novità sostenibile studiata dal reparto ricerca e sviluppo interno all’azienda con cui abbiamo anticipato la direttiva europea 2019/904 che richiede l’obbligo del tappo attaccato alla bottiglia a partire dal 2024. Siamo orgogliosi di aver introdotto questa innovazione che eviterà la dispersione dei tappi nell’ambiente agevolandone il riciclo” dichiara Enrico Zoppas, Presidente e AD del Gruppo Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. “Questa novità verrà lanciata in anteprima sul formato da 0,5L della linea Ecogreen, la linea di prodotti con il 100% di emissioni di CO2 eq. compensate attraverso l’acquisto di crediti per finanziare progetti di riduzione dei gas effetto serra e realizzata con fino al 50% di plastica riciclata, il massimo previsto dalla normativa vigente in Italia”.

L’etichetta della bottiglia racconterà al consumatore il funzionamento e lo scopo del nuovo tappo anche attraverso un QR Code, collegato ad una landing page dedicata, che mostrerà all’utente un video esplicativo.

Si conferma ancora una volta la capacità di San Benedetto di provare ad essere sempre un passo avanti, con lo sguardo proiettato al futuro: un nuovo modo di fare impresa basato sull’ampiezza della visione strategi­ca, costantemente alla ricerca della quali­tà e di elementi di distintività.

 

Bonduelle s’impegna: una sfida sostenibile, declinata in 6 punti

Bonduelle lancia la sfida. Anzi, ne lancia 6, declinate in chiave di sostenibilità etico-socio-ambientale e riunite nel programma “Bonduelle s’impegna”.

 

Ecco i 6 impegni concreti:

  1. Favorire le produzioni locali e stagionali, coltivando l’80% delle verdure fresche in Italia.Non solo, la gamma delle insalate degli Agricoltori Bonduelle (songino, rucola, spinacino e lattughino) è confezionata entro 24 ore dalla raccolta, per garantire  al consumatore un prodotto sempre fresco.
  2. Limitare l’utilizzo di pesticidi per proteggere il terreno e l’ambiente, collaborando a stretto contatto con i nostri agricoltori. Bonduelle è stata la prima in Italia a produrre il mais senza residuo di pesticidi e adesso è pronta a lanciare l’iceberg senza residui di pesticidi , per le insalate già pronte al consumo. Inoltre, già da diversi anni Bonduelle si sta impegnando affinché tutti i suoi produttori di ortaggi freschi abbandonino, entro il 2025, l’impiego di quei pesticidi potenzialmente dannosi per la salute degli insetti impollinatori.
  3. Preservare la biodiversità e le risorse naturali, come l’acqua e l’energia: nei 2 stabilimenti di Bonduelle in Italia (San Paolo d’Argon e Battipaglia), in 4 anni, i consumi idrici sono stati ridotti del 15% mentre i consumi energetici del 10%. Inoltre, entrambi gli stabilimenti possono vantare la certificazione ISO 50001, un vero proprio fiore all’occhiello nell’ambito della sostenibilità energetica. Infine, entro il 2021 verrà realizzato un progetto di autoproduzione dell’energia da cellule fotovoltaiche. Anche per quanto riguarda gli scarti di cibo, nessuno scarto vegetale in Bonduelle viene buttato: questo infatti diviene alimento di qualità per i bovini delle aziende zootecniche vicine agli stabilimenti.
  4. Ridurre al minimo l’utilizzo di additivi e conservanti e non utilizziamo mai OGM e aromi artificiali per i nostri prodotti. La politica di Bonduelle per il fresco è molto chiara: nessuna delle insalate in busta Bonduelle contiene conservanti.
  5. Garantire un’ampia offerta di prodotti biologici. Per ogni categoria, Bonduelle si impegna ad offrire ai propri consumatori anche una soluzione biologica: dal mais in lattina ai piselli surgelati, fino alle insalate e verdure fresche, i consumatori possono oggi scegliere i prodotti buoni e biologici che preferiscono.
  6. Promuovere l’utilizzo di confezioni sempre più sostenibili. Il riciclo degli materiali è oggi importantissimo per preservare il nostro pianeta. Ecco perché tutte le confezioni di prodotti freschi e in lattina sono 100% riciclabili. Inoltre, Bonduelle si impegna ad utilizzare la plastica riciclata per le proprie confezioni: pensiamo ad esempio alle insalate in ciotola Le Regionali dove la plastica riciclata utilizzata è ben l’80%, il massimo consentito dalla legge fino ad ora.

A questo proposito Andrea Montagna, AD di Bonduelle ha commentato: “Fin dalla sua nascita Bonduelle ha portato avanti tante iniziative che oggi verrebbero definite green. Oggi è arrivato il momento di prenderci degli impegni ancora più concreti e di comunicarli nella speranza che altri possano seguirci nelle buone pratiche dal campo allo stabilimento.”

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