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Più salutisti ed ecologisti gli italiani del dopo lockdown

Negli ultimi mesi, complice il lockdown, gli italiani hanno pensato più alla salute eall’ambiente, operando scelte più attente anche per quanto attiene all’alimentazione e la sostenibilità. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” realizzato da Nomisma e Fileni per indagare le abitudini e preferenze dei consumatori di carne e come esso si sia modificato durante il clou dell’epidemia.

Come è cambiato il carrello
Durante il lockdown gli italiani hanno fatto scelte più salutari orientandosi verso cibi di maggiore qualità e più sicuri, sia in termini di provenienza che in termini di metodi di produzione. Made in Italy e Km 0 sono diventatiattributi centrali nella scelta dei prodotti alimentari (il 22% dei consumatori dichiara di aver incrementato gli acquisti in queste due categorie) coinvolgendo anche chi prima non era solito ricercare queste caratteristiche (il 28% ha cominciato ad acquistare prodotti alimentari provenienti da filiere corte proprio durante la quarantena). In crescita anche l’interesse verso i metodi di produzione biologica e sostenibile: durante il lockdown, il 20% degli italiani ha preferito cibi prodotti con metodi a basso impatto ambientale, il 12% ha acquistato prodotti alimentari con packaging sostenibile e il 30% ha sperimentato i prodotti biologici per la prima volta.

La crescita del bio
Un dato, queest’ultimo, da inquadrare in uno scenario di crescita che interessa tutti gli indicatori di questo settore: +76% la superfice agricola coltivata secondo il metodo bio negli ultimi 10 anni, +66% il numero di operatori impegnati nella filiera dal 2008 a oggi e un valore dell’export pari a circa 2,3 milioni di euro (+2,6%).
E non basta: sul mercato interno i dati Nielsen sugli Iper e Super evidenziano una crescita del +3,6% rispetto al 2018 e del +83% rispetto al 2014, facendo aumentare il peso del bio sul totale della spesa alimentare a valore che passa dal 2% al 4% in cinque anni. Complessivamente le vendite di prodotti alimentari biologici in GDO nel 2019 superano 1,3 milioni di euro.

Un segmento dunque, già in ascesa, ma che nel corso del lockdown è proprio “schizzato” verso l’alto: dal 17 febbraio al 22 marzo 2020 le vendite di prodotti alimentari e bevande bio in GDO (Iper+Super+Discount+Lsp) hanno infatti segnato un +20,1% rispetto allo stesso periodo del 2019.
In particolare, è il comparto dei freschi quello su cui si è concentrata maggiormente l’attenzione dello user bio: +10% nei primi 3 mesi del 2020, con picchi nell’ortofrutta (+15%) e nella carne (+31%).

Provenienza, metodi produttivi e freschezza:i nuovi must
L’Osservatorio Lockdown Nomisma ha rilevato che attributi come “origine 100% italiana”, “sostenibilità” e “biologico” sono per il consumatore assolutamente indispensabili nel carrello della spesa alimentare e, ancor
di più su alcune categorie di prodotti. È il caso dei freschi e, in particolare della carne: il 71% dei consumatori reputa importante l’origine 100% italiana ma questa quota sale al 78% per la carne, il 51% cerca il marchio bio tra gli scaffali, ma ancor di più sul banco carne (54%). Altri fattori che entrano in gioco nella scelta della carne da acquistare sono l’assenza di antibiotici (importante per il 75% dei consumatori di carne), la preferenza verso carni da animali cresciuti all’aperto (66%), l’assenza di OGM nei mangimi (65%) e l’alimentazione con soli mangimi vegetali (56%).

Secondo i dati raccolti nell’ultimo approfondimento per Fileni nell’ambito dell’Osservatorio Lockdown Nomisma, gli italiani 18-65 anni che nell’ultimo anno hanno consumato carne in almeno
un’occasione sono il 92% della popolazione. Di questi, il 52% ha scelto la carne biologica per motivi di salute/benessere (16% degli users), perché garantisce l’assenza di antibiotici (15%), perché è priva di OGM,
additivi e conservanti (12%), e perché è ritenuta in generale più sicura (12%). Infine, circa 1 consumatore su 10 la acquista perché prodotta secondo metodi più rispettosi dell’ambiente o da allevamenti sostenibili.
Anche il packaging della carne diventa protagonista e portatore di messaggi “green” .

L’importanza del packaging
I consumatori hanno quindi le idee ben chiare sui valori e sulle garanzie che la carne biologica può offrire e chiedono che ci sia coerenza anche con il packaging: 9 user su 10 vogliono trovare nei supermercati carne bio con un packaging sostenibile e il 36% afferma che la confezione della carne bio dovrebbe essere riciclabile al 100%, compostabile (17%) o comunque contenere meno plastica possibile (16%). Ma i valori e l’importanza del pack sostenibile hanno bisogno di essere comunicati, tanto che l’11% degli user di carne bio, vorrebbe trovare in etichetta informazioni sull’impatto ambientale dell’imballaggio.

Feedback dei consumatori

I risultati dell’indagine evidenziano che esistono dei margini di miglioramento dal lato dell’offerta: il 49% dei consumatori di carne non è pienamente soddisfatto dell’assortimento della linea biologica e, inoltre, tra chi ad oggi non consuma carne bio, il 19% non ne comprende le garanzie e il 6% non la trova nei punti vendita che frequenta abitualmente.
“Istituzioni e consumatori chiedono a gran voce un sistema alimentare più sano e che rispetti l’ambiente e l’allevamento biologico gioca un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo obiettivo. Fileni è stato un
pioniere nell’ambito della sostenibilità: abbiamo molto a cuore il benessere degli animali, che vengono allevati nelle migliori condizioni all’interno di una filiera biologica, e il futuro del nostro pianeta che difendiamo anche attraverso la scelta dei migliori e più innovativi packaging sostenibili per i nostri prodotti,” afferma Roberta Fileni, membro del CDA del Gruppo. “Trasparenza e qualità sono due valori chiave che da sempre cicontraddistinguono

MartiniSPA lancia Mr. Eco, prodotti sostenibili per le pulizie domestiche

Si chiama Mr. Eco ed è la nuova gamma di prodotti ecosostenibili studiata da MartiniSPA per la pulizia e la cura della casa.

Spugne in cellulosa di origine vegetale, scrubber in loofah e con fibre naturali, pagliette in rame antibatterico e acciaio inox, spazzole per piatti in legno con setole in sisal e panni in viscosa di bambù. La linea è composta da 14 referenze di prodotti innovativi, dal design contemporaneo e realizzati con materiali biodegradabili, riciclabili e per alcuni articoli, completamente NO PLASTIC. Alcuni prodotti Mr.Eco sono inoltre realizzati con ingredienti naturali come la spugna in loofah vegetale, le cui fibre si ottengono dalla disidratazione dei frutti della pianta, diventando così un’efficace e naturale scrubber antigraffio, perfetto per la pulizia piatti e stoviglie. Il panno pavimenti con fibre di bambù e cotone: morbido e super assorbente per un pulito brillante, è resistente alla torsione, antigraffio e ideale su tutti i pavimenti. Tra i prodotti Mr.Eco anche panni spugna realizzati con cellulosa di origine vegetale al 100% e cotone, delicati su tutte le superfici, garantiscono resistenza e lunga durata e sono composti da fibre naturali super assorbenti e 100% biodegradabili.

Coerentemente con la mission dell’azienda di scegliere la natura come principale fonte d’ispirazione, anche i packaging dei prodotti sono pensati per rispettare l’ambiente al 100%: tutte le confezioni sono infatti realizzate con carta certificata FSC, proveniente da foreste gestite responsabilmente, o con lamina compostabile TUV.

Ferrarelle porta in GDO la bottiglia R-PET 50% da 1,5 L

Ferrarelle  annuncia l’arrivo della bottiglia R-PET 50% da 1,5 L sugli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata.
Un nuovo, importante passo in avanti per l’Azienda nell’ambito del suo progetto “bottle to bottle”, sviluppato pensando alle più classiche dinamiche dell’economia circolare e diventato realtà nello stabilimento di Presenzano (CE). Un impianto avveniristico, inaugurato nel 2019 e frutto di un investimento di 27 milioni di euro, pensato per produrre e rimettere in commercio bottiglie nuove e 100% riciclabili, costituite al 50% da RPET (PET riciclato direttamente dall’Azienda).
Grazie a questo procedimento, Ferrarelle toglie ogni anno dall’ambiente 20.000 tonnellate di plastica, molte di più di quante ne usa per produrre bottiglie con plastica riciclata.La sostenibilità ambientale rappresenta, infatti, una delle maggiori priorità per l’Azienda che si impegna, giorno dopo giorno, per un mondo a impatto -1. Questa filosofia, di cui Ferrarelle si fa promotrice anche attraverso i nuovi spot tv, vuole spingere le persone a riciclare correttamente la plastica. Lo stabilimento di Presenzano rappresenta solo una parte dell’impegno C.S.R dell’Azienda, già fortemente impegnata in ambito sociale, nella tutela ambientale, nella valorizzazione del patrimonio culturale.

Beretta riduce del 25% la plastica del packaging

Fratelli Beretta compie un significativo passo nella direzione della sostenibilità ambientale.

A partire dalla metà del mese di aprile, le confezioni delle principali linee di prodotti Beretta (quali ad esempio Fresca Salumeria, tra gli affettati, la gamma Salamini e le referenze Cubetti) vengono realizzate con il 25% di plastica in meno rispetto alla quantità attuale.

Inoltre, per le confezioni di circa 300 referenze in assortimento, prodotte in 11 diversi siti produttivi, l’azienda utilizzerà il 65% di plastica riciclata.

Il Gruppo ha intrapreso con convinzione il cammino dello sviluppo sostenibile tanto da creare un proprio logo: “BGreen”, che identificherà i prodotti “plastic smart” della produzione Beretta e, in futuro, accompagnerà ulteriori progetti intrapresi dall’azienda volti alla tutela del nostro Pianeta.

La plastica è un elemento fondamentale per la sicurezza sanitaria dei prodotti confezionati nonché un imprescindibile supporto alla lotta contro spreco alimentare. Con questa consapevolezza il Gruppo Beretta intende utilizzare al meglio le materie plastiche necessarie per consegnare ai propri consumatori prodotti freschi, di ottima qualità, lavorando direttamente sul contenimento della quantità di plastica nelle proprie confezioni, e con un approvvigionamento responsabile di materiale riciclato.

La divisione Ricerca e Sviluppo del Salumificio Fratelli Beretta stima che l’adozione di queste misure consentirà una minore immissione in atmosfera di 1.145 tonnellate all’anno di CO2, corrispondente alla piantumazione di circa 58.000 alberi.

Da Raja arriva il film estensibile manuale 80% riciclato

Riciclato all’80% e al 100% riutilizzabile: ecco il film estensibile manuale 80% riciclato, ultima novità del Gruppo RAJA, che ha fatto da tempo dei concetti di economia circolare, riutilizzo dei materiali plastici, packaging eco-friendly le sue linee guida.

Un prodotto assolutamente innovativo per l’intera filiera che garantisce, in un’unica soluzione, prestazioni invariate, resistenza e attenzione all’ambiente. Il film, altamente all’avanguardia, è infatti composto all’80% da materia prima riciclata di cui il 30% proveniente da rifiuti post consumo e il restante 50% da quelli industriali. RAJA si conferma quindi ancora una volta leader indiscusso nell’industry, proponendo non solo in Italia, ma anche in tutta Europa il primo e unico film estensibile composto da plastica riciclata post consumo e riutilizzabile al 100%.

Un’esclusiva che recentemente ha anche guadagnato importanti riconoscimenti come l’Oscar de l’Emballage, premio francese che viene conferito agli innovatori – professionisti e produttori – che operano nel campo del packaging. Non solo riconoscimenti ma anche importanti certificazioni europee che contribuiscono a rendere il film estensibile unico nel suo genere. Il prodotto è infatti garantito da EuCertPlast, un programma di riciclaggio di plastica, finanziato dalla Commissione Europea, che fissa alti standard di qualità, tracciabilità, trasparenza e impatto ambientale del riciclo.

Una testimonianza significativa dell’impegno attivo nel favorire la cosiddetta economia circolare, un sistema virtuoso in grado di dar vita a nuovi imballaggi a loro volta interamente riciclabili.

Caratteristiche perfettamente in linea con il concetto del risparmio di risorse del pianeta che, al contempo, assicura elevate prestazioni. La resistenza e le performance del film presentato da RAJA rispetto a quello standard rimangono infatti inalterate, fornendo alle aziende – in particolar modo nei settori quali logistica e trasporti, e-commerce e GDO – un valido strumento per fissare, proteggere e stabilizzare.

Questo prodotto arricchisce e valorizza ulteriormente la nostra offerta green, già ampiamente sviluppata e raccolta nel catalogo che presenta oltre 1.500 prodotti ecologici. – afferma Lorenza Zanardi, Direttore Generale di RAJA ItaliaIl Gruppo RAJA è da sempre attivamente coinvolto in uno sviluppo sostenibile per limitare i consumi a favore di materie ecologiche e riciclabili. Un’attenzione che interessa tutti i livelli della filiera, consegne incluse, volta a garantire i principi cardini di un’economia più sostenibile e rispettosa del Pianeta”.

Da San Benedetto arriva il nuovo tappo Twist&Drink, amico dell’ambiente

Acqua Minerale San Benedetto lancia una rivoluzione nel mercato del beverage analcolico per un’esperienza di consumo ancora più sostenibile: il tappo Twist&Drink, pratico e utile per il consumatore e con un importante risvolto green poiché è legato alla bottiglia così da non disperderlo nell’ambiente.

“Si tratta di una novità sostenibile studiata dal reparto ricerca e sviluppo interno all’azienda con cui abbiamo anticipato la direttiva europea 2019/904 che richiede l’obbligo del tappo attaccato alla bottiglia a partire dal 2024. Siamo orgogliosi di aver introdotto questa innovazione che eviterà la dispersione dei tappi nell’ambiente agevolandone il riciclo” dichiara Enrico Zoppas, Presidente e AD del Gruppo Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. “Questa novità verrà lanciata in anteprima sul formato da 0,5L della linea Ecogreen, la linea di prodotti con il 100% di emissioni di CO2 eq. compensate attraverso l’acquisto di crediti per finanziare progetti di riduzione dei gas effetto serra e realizzata con fino al 50% di plastica riciclata, il massimo previsto dalla normativa vigente in Italia”.

L’etichetta della bottiglia racconterà al consumatore il funzionamento e lo scopo del nuovo tappo anche attraverso un QR Code, collegato ad una landing page dedicata, che mostrerà all’utente un video esplicativo.

Si conferma ancora una volta la capacità di San Benedetto di provare ad essere sempre un passo avanti, con lo sguardo proiettato al futuro: un nuovo modo di fare impresa basato sull’ampiezza della visione strategi­ca, costantemente alla ricerca della quali­tà e di elementi di distintività.

 

Bonduelle s’impegna: una sfida sostenibile, declinata in 6 punti

Bonduelle lancia la sfida. Anzi, ne lancia 6, declinate in chiave di sostenibilità etico-socio-ambientale e riunite nel programma “Bonduelle s’impegna”.

 

Ecco i 6 impegni concreti:

  1. Favorire le produzioni locali e stagionali, coltivando l’80% delle verdure fresche in Italia.Non solo, la gamma delle insalate degli Agricoltori Bonduelle (songino, rucola, spinacino e lattughino) è confezionata entro 24 ore dalla raccolta, per garantire  al consumatore un prodotto sempre fresco.
  2. Limitare l’utilizzo di pesticidi per proteggere il terreno e l’ambiente, collaborando a stretto contatto con i nostri agricoltori. Bonduelle è stata la prima in Italia a produrre il mais senza residuo di pesticidi e adesso è pronta a lanciare l’iceberg senza residui di pesticidi , per le insalate già pronte al consumo. Inoltre, già da diversi anni Bonduelle si sta impegnando affinché tutti i suoi produttori di ortaggi freschi abbandonino, entro il 2025, l’impiego di quei pesticidi potenzialmente dannosi per la salute degli insetti impollinatori.
  3. Preservare la biodiversità e le risorse naturali, come l’acqua e l’energia: nei 2 stabilimenti di Bonduelle in Italia (San Paolo d’Argon e Battipaglia), in 4 anni, i consumi idrici sono stati ridotti del 15% mentre i consumi energetici del 10%. Inoltre, entrambi gli stabilimenti possono vantare la certificazione ISO 50001, un vero proprio fiore all’occhiello nell’ambito della sostenibilità energetica. Infine, entro il 2021 verrà realizzato un progetto di autoproduzione dell’energia da cellule fotovoltaiche. Anche per quanto riguarda gli scarti di cibo, nessuno scarto vegetale in Bonduelle viene buttato: questo infatti diviene alimento di qualità per i bovini delle aziende zootecniche vicine agli stabilimenti.
  4. Ridurre al minimo l’utilizzo di additivi e conservanti e non utilizziamo mai OGM e aromi artificiali per i nostri prodotti. La politica di Bonduelle per il fresco è molto chiara: nessuna delle insalate in busta Bonduelle contiene conservanti.
  5. Garantire un’ampia offerta di prodotti biologici. Per ogni categoria, Bonduelle si impegna ad offrire ai propri consumatori anche una soluzione biologica: dal mais in lattina ai piselli surgelati, fino alle insalate e verdure fresche, i consumatori possono oggi scegliere i prodotti buoni e biologici che preferiscono.
  6. Promuovere l’utilizzo di confezioni sempre più sostenibili. Il riciclo degli materiali è oggi importantissimo per preservare il nostro pianeta. Ecco perché tutte le confezioni di prodotti freschi e in lattina sono 100% riciclabili. Inoltre, Bonduelle si impegna ad utilizzare la plastica riciclata per le proprie confezioni: pensiamo ad esempio alle insalate in ciotola Le Regionali dove la plastica riciclata utilizzata è ben l’80%, il massimo consentito dalla legge fino ad ora.

A questo proposito Andrea Montagna, AD di Bonduelle ha commentato: “Fin dalla sua nascita Bonduelle ha portato avanti tante iniziative che oggi verrebbero definite green. Oggi è arrivato il momento di prenderci degli impegni ancora più concreti e di comunicarli nella speranza che altri possano seguirci nelle buone pratiche dal campo allo stabilimento.”

Chiarella for Nature, il primo formato da 0,5l riciclabile al 100%

Acqua Chiarella presenta Chiarella for Nature, il primo formato on the go 0,5l riciclabile al 100% e realizzato con il 30% di plastica riciclata, che vuole sensibilizzare ed educare ad un consumo responsabile e rispettoso nei confronti della natura.
E per farlo aderisce a LifeGate PlasticLess, il progetto europeo promosso da LifeGate che si pone l’obiettivo di pulire i mari e i laghi da plastiche e microplastiche attraverso l’innovativo dispositivo Seabin, in grado di catturare in un anno oltre 500 kg di rifiuti galleggianti (pari al peso di 100.000 sacchetti di plastica), comprese le microplastiche fino a 2 mm di diametro e microfibre da 0,3 mm.

Il progetto e la nuova referenza Chiarella for Nature nasce dalla volontà della proprietà Acqua Chiarella di contribuire in maniera concreta alla salvaguardia delle acque. “La plastica è un materiale al 100% riciclabile che per vocazione si presta benissimo a progetti di economia circolare e di riutilizzo. Il vero problema è la dispersione della plastica nelle acque: circa 90 tonnellate di plastica finiscono ogni giorno nei nostri mari e nel 2050 avremo più plastica che pesci – commenta Andrea Renzo Vaccani, amministratore e direttore commerciale di Acque Minerali Val Menaggio, società proprietaria del marchio Acqua Chiarella – Per questo abbiamo lavorato allo sviluppo di un progetto “plasticless” e di una nuova referenza che, oltre a rispettare l’ambiente, avesse un prezzo al pubblico in linea con le medie di mercato. Infatti, l’obiettivo di questo progetto è dare una reale alternativa di spesa ai consumatori già attenti a queste tematiche e sensibilizzare tutti sulla possibilità di fare un gesto concreto e quotidiano verso l’ambiente come acquistare una bottiglia in plastica riciclata ed interamente riciclabile”.
“E’ un segnale importante vedere sempre più aziende impegnarsi in modelli produttivi circolari, come Acqua Chiarella che oltre l’utilizzo di plastica riciclata, promuove con LifeGate comportamenti e consumi più sostenibili anche proprio a partire dalla plastica – spiega Simone Molteni, Direttore Scientifico di LifeGate – L’inquinamento dei mari e dei laghi è infatti un problema di tutti e che da tutti può essere affrontato cambiando nel quotidiano i propri gesti, dalla spesa alla raccolta differenziata contribuendo così a gestire meglio le risorse del pianeta per uno sviluppo realmente sostenibile”
Per il lancio di Chiarella for Nature – disponibile a partire da febbraio nei principali bar e nelle principali insegne della grande distribuzione – sono stati ideati un nuovo pack a basso impatto ambientale e un’etichetta tutta green e di immediata leggibilità.

PVC biodegradabile: svolta green per credit, loyalty e gift card

Da una parte c’è la tendenza a dematerializzare i pagamenti e a incentivare i programmi fedeltà  ricorrendo all’uso di carte di credito, badge per il controllo accessi, gift card e loyalty card, strumenti sempre più diffusi nel Retail e in GDO. Dall’altra parte cresce il trend di limitare ogni tipo di impatto ambientale ricorrendo ad alternative biodegradabili, necessarie ad adeguarsi alle direttive europee e spendibili anche sul fronte del marketing. Ergo, serve trovare un punto d’incontro. Un po’ come ha fatto Partitalia, azienda italiana del settore ICT dal 2001 che produce e commercializza smart card, tag e lettori RFID in tutta Europa e che da gennaio 2020 ha ampliato la proposta commerciale con card RFID e smart card in PVC biodegradabile, meno inquinante e più rispettoso della salute.

PVC biodegradabile: la svolta green
Mentre il PVC standard èun polimero termoplastico composto per il 57% da sale marino e per il 43% da petrolio greggio ed è quindi causa di importanti conseguenze per l’ambiente, (come specifica il Libro Verde “Problematiche ambientali del PVC”, presentato a Bruxelles dalla Commissione Europea a giugno 2000), la composizione chimica del PVC biodegradabile è invece caratterizzata dall’aggiunta di additivi che ne accelerano la degradazione in ambienti ricchi di microbi. Si tratta di additivi particolarmente ‘appetibili’ dai microrganismi normalmente presenti nella spazzatura, che metabolizzano le sostanze di cui è composto il PVC, trasformando il polimero in molecole semplici (acqua, anidride carbonica, metano), biomassa e composti inorganici. Per questo, le card in PVC biodegradabile si decompongono in tempi più rapidi rispetto al materiale tradizionale, già nella frazione organica. Invece, per quanto riguarda la tecnologia, le performance tecniche non cambiano.

Luca Del Col Balletto, CEO dell’azienda lainatese, spiega così come è partita l’iniziativa: «Con il nuovo millennio l’industria europea del PVC ha aderito al programma decennale Vinyl 2010 e nel 2011 è partito VinylPlus, il nuovo piano di sviluppo sostenibile del PVC, che interessa l’Europa e riunisce circa 200 aziende partner in rappresentanza della filiera. Questo ci ha stimolato a intraprendere un progetto di Ricerca & Sviluppo sui materiali usati per stampare le card nel nostro stabilimento»

 

 

 

Carrello degli italiani sempre più verde, i dati dell’Osservatorio Immagino

Prodotti biologici o da filiera controllata, ottenuti nel rispetto degli animali e dei diritti dei lavoratori, con meno sprechi e riducendo l’impatto ambientale: gli italiani fanno scelte sempre più sostenibili.

Stando ai clamim privilegiati dai nostri connazionali, l’Osservatorio Immagino ha stilato un elenco di almeno 20 tinalità di green e che sottolineano un ampio ventaglio di caratteristiche ecologiche, a conferma del fatto che la sostenibilità è un tema ampio, complesso e sfaccettato.

«Nella nuova edizione dell’Osservatorio Immagino abbiamo dedicato un approfondito dossier alla “spesa verde” di tutti i giorni, rilevando ed elaborando i dati di vendita e di trend relativi a tutti i 106 mila prodotti del nostro paniere che presentano sulla confezione un claim dedicato alla sostenibilità» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Abbiamo così scoperto che l’eco-carrello è composto da oltre 19 mila prodotti che, nell’anno finito a giugno 2019, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro di vendite, in crescita di +3,4% rispetto ai 12 mesi precedenti».

Dall’analisi dell’Osservatorio Immagino emerge che il 18,0% dei prodotti a scaffale e il 19,4% del giro d’affari dei punti vendita rientra nel mondo “green”, perché presenta sul packaging almeno un claim che ne comunica e valorizza l’impegno sul fronte della sostenibilità.Fig. 1 – Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 2, 2019

I claim rilevati dall’Osservatorio Immagino fanno riferimento a quattro macro-aree tematiche (Figura 1). La più affollata, in termini di numero di prodotti a scaffale, è quella dell’agricoltura e degli allevamenti sostenibili: accomuna il 9,7% dei prodotti rilevati con una quota sul sell-out del 6,3%. L’insieme di questi prodotti, accompagnati da claim come “100% naturale”, “filiera”, “senza antibiotici” o “biologico”, è anche il più performante nei 12 mesi analizzati, grazie a una crescita di +5,7% delle vendite, che sono arrivate a 2,2 miliardi di euro.

Il paniere più significativo per giro d’affari è quello dei prodotti ottenuti con una gestione sostenibile delle risorse, con oltre 2,8 miliardi di euro di sell-out nell’anno finito a giugno 2019. Questi prodotti generano l’8,0% delle vendite dei 106 mila prodotti monitorati dall’Osservatorio Immagino e nell’anno considerato hanno sfiorato il +4,0% di crescita. Numericamente rappresentano il 5,5% dell’offerta di supermercati e ipermercati e riportano in etichetta un ampio range di claim, come “meno sprechi” o “ridotto impatto ambientale”, “meno plastica” o “senza fosfati”, oppure sono dotati di certificazioni ecologiche come Ecolabel o il Sustainable Cleaning.

Il terzo eco-paniere rilevato dall’Osservatorio Immagino è quello dei prodotti realizzati nel rispetto dei valori della responsabilità sociale, attestati dalla presenza dei loghi di una delle principali certificazioni di questo settore (Fairtrade, UTZ e FSC Forest Stewardship Council). Rappresentano il 4,0% di tutti i prodotti dell’Osservatorio Immagino e generano il 6,0% delle vendite in supermercati e ipermercati. Tra giugno 2018 e giugno 2019 hanno guadagnato +1,4% a valore raggiungendo i 2,1 miliardi di euro di vendite.

L’ultimo “green basket” è quello dei prodotti realizzati nel rispetto degli animali, attestato da certificazioni come Friend of the sea o da claim come “cruelty free”: comprende lo 0,9% dei prodotti rilevati e vale 437 milioni di euro di vendite (1,2% di quota a valore). Nei 12 mesi rilevati è cresciuto di +2,3%.

Su ciascuno di questi quattro “carrelli della spesa” l’Osservatorio Immagino ha condotto un’analisi per misurare il trend di ogni claim e la sua penetrazione nelle singole categorie merceologiche del food e del non food (cura casa e cura persona).

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