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Tag: sostenibilità

Chiarella for Nature, il primo formato da 0,5l riciclabile al 100%

Acqua Chiarella presenta Chiarella for Nature, il primo formato on the go 0,5l riciclabile al 100% e realizzato con il 30% di plastica riciclata, che vuole sensibilizzare ed educare ad un consumo responsabile e rispettoso nei confronti della natura.
E per farlo aderisce a LifeGate PlasticLess, il progetto europeo promosso da LifeGate che si pone l’obiettivo di pulire i mari e i laghi da plastiche e microplastiche attraverso l’innovativo dispositivo Seabin, in grado di catturare in un anno oltre 500 kg di rifiuti galleggianti (pari al peso di 100.000 sacchetti di plastica), comprese le microplastiche fino a 2 mm di diametro e microfibre da 0,3 mm.

Il progetto e la nuova referenza Chiarella for Nature nasce dalla volontà della proprietà Acqua Chiarella di contribuire in maniera concreta alla salvaguardia delle acque. “La plastica è un materiale al 100% riciclabile che per vocazione si presta benissimo a progetti di economia circolare e di riutilizzo. Il vero problema è la dispersione della plastica nelle acque: circa 90 tonnellate di plastica finiscono ogni giorno nei nostri mari e nel 2050 avremo più plastica che pesci – commenta Andrea Renzo Vaccani, amministratore e direttore commerciale di Acque Minerali Val Menaggio, società proprietaria del marchio Acqua Chiarella – Per questo abbiamo lavorato allo sviluppo di un progetto “plasticless” e di una nuova referenza che, oltre a rispettare l’ambiente, avesse un prezzo al pubblico in linea con le medie di mercato. Infatti, l’obiettivo di questo progetto è dare una reale alternativa di spesa ai consumatori già attenti a queste tematiche e sensibilizzare tutti sulla possibilità di fare un gesto concreto e quotidiano verso l’ambiente come acquistare una bottiglia in plastica riciclata ed interamente riciclabile”.
“E’ un segnale importante vedere sempre più aziende impegnarsi in modelli produttivi circolari, come Acqua Chiarella che oltre l’utilizzo di plastica riciclata, promuove con LifeGate comportamenti e consumi più sostenibili anche proprio a partire dalla plastica – spiega Simone Molteni, Direttore Scientifico di LifeGate – L’inquinamento dei mari e dei laghi è infatti un problema di tutti e che da tutti può essere affrontato cambiando nel quotidiano i propri gesti, dalla spesa alla raccolta differenziata contribuendo così a gestire meglio le risorse del pianeta per uno sviluppo realmente sostenibile”
Per il lancio di Chiarella for Nature – disponibile a partire da febbraio nei principali bar e nelle principali insegne della grande distribuzione – sono stati ideati un nuovo pack a basso impatto ambientale e un’etichetta tutta green e di immediata leggibilità.

PVC biodegradabile: svolta green per credit, loyalty e gift card

Da una parte c’è la tendenza a dematerializzare i pagamenti e a incentivare i programmi fedeltà  ricorrendo all’uso di carte di credito, badge per il controllo accessi, gift card e loyalty card, strumenti sempre più diffusi nel Retail e in GDO. Dall’altra parte cresce il trend di limitare ogni tipo di impatto ambientale ricorrendo ad alternative biodegradabili, necessarie ad adeguarsi alle direttive europee e spendibili anche sul fronte del marketing. Ergo, serve trovare un punto d’incontro. Un po’ come ha fatto Partitalia, azienda italiana del settore ICT dal 2001 che produce e commercializza smart card, tag e lettori RFID in tutta Europa e che da gennaio 2020 ha ampliato la proposta commerciale con card RFID e smart card in PVC biodegradabile, meno inquinante e più rispettoso della salute.

PVC biodegradabile: la svolta green
Mentre il PVC standard èun polimero termoplastico composto per il 57% da sale marino e per il 43% da petrolio greggio ed è quindi causa di importanti conseguenze per l’ambiente, (come specifica il Libro Verde “Problematiche ambientali del PVC”, presentato a Bruxelles dalla Commissione Europea a giugno 2000), la composizione chimica del PVC biodegradabile è invece caratterizzata dall’aggiunta di additivi che ne accelerano la degradazione in ambienti ricchi di microbi. Si tratta di additivi particolarmente ‘appetibili’ dai microrganismi normalmente presenti nella spazzatura, che metabolizzano le sostanze di cui è composto il PVC, trasformando il polimero in molecole semplici (acqua, anidride carbonica, metano), biomassa e composti inorganici. Per questo, le card in PVC biodegradabile si decompongono in tempi più rapidi rispetto al materiale tradizionale, già nella frazione organica. Invece, per quanto riguarda la tecnologia, le performance tecniche non cambiano.

Luca Del Col Balletto, CEO dell’azienda lainatese, spiega così come è partita l’iniziativa: «Con il nuovo millennio l’industria europea del PVC ha aderito al programma decennale Vinyl 2010 e nel 2011 è partito VinylPlus, il nuovo piano di sviluppo sostenibile del PVC, che interessa l’Europa e riunisce circa 200 aziende partner in rappresentanza della filiera. Questo ci ha stimolato a intraprendere un progetto di Ricerca & Sviluppo sui materiali usati per stampare le card nel nostro stabilimento»

 

 

 

Carrello degli italiani sempre più verde, i dati dell’Osservatorio Immagino

Prodotti biologici o da filiera controllata, ottenuti nel rispetto degli animali e dei diritti dei lavoratori, con meno sprechi e riducendo l’impatto ambientale: gli italiani fanno scelte sempre più sostenibili.

Stando ai clamim privilegiati dai nostri connazionali, l’Osservatorio Immagino ha stilato un elenco di almeno 20 tinalità di green e che sottolineano un ampio ventaglio di caratteristiche ecologiche, a conferma del fatto che la sostenibilità è un tema ampio, complesso e sfaccettato.

«Nella nuova edizione dell’Osservatorio Immagino abbiamo dedicato un approfondito dossier alla “spesa verde” di tutti i giorni, rilevando ed elaborando i dati di vendita e di trend relativi a tutti i 106 mila prodotti del nostro paniere che presentano sulla confezione un claim dedicato alla sostenibilità» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Abbiamo così scoperto che l’eco-carrello è composto da oltre 19 mila prodotti che, nell’anno finito a giugno 2019, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro di vendite, in crescita di +3,4% rispetto ai 12 mesi precedenti».

Dall’analisi dell’Osservatorio Immagino emerge che il 18,0% dei prodotti a scaffale e il 19,4% del giro d’affari dei punti vendita rientra nel mondo “green”, perché presenta sul packaging almeno un claim che ne comunica e valorizza l’impegno sul fronte della sostenibilità.Fig. 1 – Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 2, 2019

I claim rilevati dall’Osservatorio Immagino fanno riferimento a quattro macro-aree tematiche (Figura 1). La più affollata, in termini di numero di prodotti a scaffale, è quella dell’agricoltura e degli allevamenti sostenibili: accomuna il 9,7% dei prodotti rilevati con una quota sul sell-out del 6,3%. L’insieme di questi prodotti, accompagnati da claim come “100% naturale”, “filiera”, “senza antibiotici” o “biologico”, è anche il più performante nei 12 mesi analizzati, grazie a una crescita di +5,7% delle vendite, che sono arrivate a 2,2 miliardi di euro.

Il paniere più significativo per giro d’affari è quello dei prodotti ottenuti con una gestione sostenibile delle risorse, con oltre 2,8 miliardi di euro di sell-out nell’anno finito a giugno 2019. Questi prodotti generano l’8,0% delle vendite dei 106 mila prodotti monitorati dall’Osservatorio Immagino e nell’anno considerato hanno sfiorato il +4,0% di crescita. Numericamente rappresentano il 5,5% dell’offerta di supermercati e ipermercati e riportano in etichetta un ampio range di claim, come “meno sprechi” o “ridotto impatto ambientale”, “meno plastica” o “senza fosfati”, oppure sono dotati di certificazioni ecologiche come Ecolabel o il Sustainable Cleaning.

Il terzo eco-paniere rilevato dall’Osservatorio Immagino è quello dei prodotti realizzati nel rispetto dei valori della responsabilità sociale, attestati dalla presenza dei loghi di una delle principali certificazioni di questo settore (Fairtrade, UTZ e FSC Forest Stewardship Council). Rappresentano il 4,0% di tutti i prodotti dell’Osservatorio Immagino e generano il 6,0% delle vendite in supermercati e ipermercati. Tra giugno 2018 e giugno 2019 hanno guadagnato +1,4% a valore raggiungendo i 2,1 miliardi di euro di vendite.

L’ultimo “green basket” è quello dei prodotti realizzati nel rispetto degli animali, attestato da certificazioni come Friend of the sea o da claim come “cruelty free”: comprende lo 0,9% dei prodotti rilevati e vale 437 milioni di euro di vendite (1,2% di quota a valore). Nei 12 mesi rilevati è cresciuto di +2,3%.

Su ciascuno di questi quattro “carrelli della spesa” l’Osservatorio Immagino ha condotto un’analisi per misurare il trend di ogni claim e la sua penetrazione nelle singole categorie merceologiche del food e del non food (cura casa e cura persona).

IKEA presenta MUSSELBLOMMA, la linea di plastica “marina” riciclata

IKEA lancia MUSSELBLOMMA per compiere un ulteriore passo e diventare entro il 2030 un’azienda circolare in ogni suo aspetto, dallo sviluppo dei prodotti, progettati sin dall’inizio per essere riconvertiti, riparati, riutilizzati, rivenduti o riciclati, all’approvvigionamento dei materiali, lungo l’intera catena del valore. 

Il progetto di MUSSELBLOMMA, infatti, si inserisce in un modello di business incentrato sull’economia circolare grazie a  4 prodotti realizzati in poliestere da plastica riciclata, in parte recuperata dai pescatori spagnoli nel Mar Mediterraneo.

Per ogni chilo di rifiuti plastici in PET che possono essere utilizzati per fabbricare il tessuto in poliestere, altri nove chili di materie plastiche diverse, gomma, metallo, vetro, vengono ripescati dal mare e successivamente differenziati e riciclati o smaltiti in modo responsabile. Un progetto sviluppato in collaborazione con SEAQUAL, un’organizzazione che promuove e sostiene iniziative di pulizia di mari e oceani, e disponibile in anteprima in Italia a partire da febbraio.

IKEA vuole avere un impatto positivo sulle persone e sul pianeta, agendo concretamente per innescare un vero cambiamento nella società “, dichiara Alessandro Aquilio Country Communication & Sustainability Manager di IKEA Italia Siamo orgogliosi che sia l’Italia il primo Paese, insieme alla Spagna, a presentare con MUSSELBLOMMA prodotti progettati secondo i principi dell’economia circolare e renderli disponibili alla maggioranza delle persone, promuovendo così uno stile di vita che rispetti i limiti del Pianeta”.

La collezione porta la firma della designer spagnola Inma Bermúdez, che si è ispirata ai colori e alle forme del mare.

 

Cuki Save the Food: 15,5 milioni le porzioni di cibo salvate dallo spreco

Il progetto Cuki Save the Food taglia un importante traguardo. Sono, infatti, oltre 15,5 milioni le porzioni di cibo salvate dallo spreco. Il progetto nasce in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare Onlus.

Cuki e Banco Alimentare hanno unito le loro forze nel 2011, anno in cui inizia il percorso di Cuki Save the Food, un progetto di Responsabilità Sociale che “salva” il cibo non consumato nelle mense aziendali, scolastiche, ospedaliere e alberghiere di tutta Italia.  

Cuki Save the Food sostiene la Onlus donando milioni di vaschette in alluminio e migliaia di casse termiche per conservare, trasportare e ridistribuire gli alimenti.

Il progetto è una delle prime operazioni di charity a lungo termine in Italia.  Può contare ad oggi sulla disponibilità di oltre 200 mense aziendali su tutto il territorio italiano, che hanno aderito all’iniziativa, avviando, in questo modo, un circolo virtuoso per cui le eccedenze alimentari vengono raccolte quotidianamente dai volontari di Siticibo e donate a oltre 8.000 enti caritativi.

La collaborazione tra Cuki e Banco Alimentare si consolida ulteriormente anche grazie ad un altro progetto nato per contrastare un importante settore che incide sullo spreco alimentare: il cibo sprecato nei ristoranti. Nel 2016 nasce Cuki Save Bag, la doggy bag di Cuki, sviluppata in sinergia con 200 studenti del Politecnico di Torino, per portare a casa il cibo non consumato al ristorante, contribuendo in questo modo a combattere lo spreco del cibo anche nei momenti di consumo fuori casa. Hanno aderito al progetto Save Bag i ristoranti Eataly, le osterie Slow Food, il Gruppo CIGIERRE e Just Eat.

Araven lancia Oceanis, la nuova linea di carrelli e cestelli “riciclati”

La spagnola Araven, leader nella progettazione e produzione di cestini per la spesa e carrelli, lancia la nuova linea Oceanis, composta dai già noti prodotti, ShopRoll e Loop, ma realizzati un materiale inedito: la plastica marina riciclata da corde e attrezzi da pesca scartati. Questi tipi di attrezzature rappresentano il 27% dei rifiuti che inquinano i mari e uno dei più pericolosi a causa della “pesca fantasma”.

Ogni cesto o carrello Oceanis contiene il 25% di plastica riciclata e dà una seconda vita a 1,5 m di corda con uno spessore di 2 cm che altrimenti finirebbero in mare.Oltre ai profitti di tutti i prodotti Oceanis destinati alla protezione diretta dell’ambiente, Araven dona anche parte dei profitti di ogni vendita alla ONG, Plastic Change, un’organizzazione leader in Europa che concentra i suoi sforzi sulla riduzione e la gestione adeguate dei rifiuti di plastica, in quanto è una delle principali cause di inquinamento sulla terra.

Il lavoro di Plastic Change include programmi educativi; attività di raccolta dei rifiuti come la Giornata mondiale della pulizia (che si celebra in tutto il mondo il terzo sabato di settembre); e promozione delle politiche ambientali europee.

Osservatorio Immagino: i prodotti green hanno sfiorato i 7 mld di sell out

Misurare lo stato di salute del carrello degli italiani, verificarne le propensione al cambiamento, valutarne il mantenimento dello staturs quo. Con queste intenzioni esece la sesta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy.

 

La novità di quest’edizione è il dossier dedicato alla sostenibilità, affrontata, come sempre, dal punto di vista innovativo dell’Osservatorio Immagino: ossia, analizzando come i temi “green” vengono comunicati sui packaging e sulle etichette dei prodotti venduti in supermercati e ipermercati.

Selezionando solo i prodotti accompagnati da indicazioni riferite alla sostenibilità, l’Osservatorio Immagino ha creato un “paniere green” composto da 19.182 prodotti che, nell’anno finito a giugno 2019, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro di sell-out nel canale iper+super (+3,4% rispetto ai 12 mesi precedenti). Di questo eco-paniere, poi, l’Osservatorio Immagino ha analizzato quali aspetti della sostenibilità sono segnalati sulle etichette dei prodotti, accorpandoli in quattro aree tematiche (responsabilità sociale, rispetto degli animali, agricoltura e allevamento sostenibili, management sostenibile delle risorse) e misurandone il “peso” in termini di vendite e il trend di mercato.

Al dossier sulla sostenibilità in etichetta, l’Osservatorio Immagino affianca il suo abituale monitoraggio dei 10 macro-fenomeni più significativi nell’universo del largo consumo in Italia.

E così, nelle sue 72 pagine, la sesta edizione dell’Osservatorio Immagino racconta:

10 macro-fenomeni:

Nel food:

  • Il metaprodotto Immagino: la misura nutrizionale della spesa media italiana.
  • Il richiamo dell’italianità: il “made in Italy”, le Dop e le regioni in etichetta.
  • Il mondo del free from: il trend dei claim consolidati e di quelli emergenti.
  • Il mondo del rich-in: i cibi ricchi o arricchiti e i fenomeni di mercato.
  • Il tema delle intolleranze: la dinamica del “senza glutine” e del “senza lattosio”.
  • Lifestyle: vegetariano, vegano, biologico, halal e kosher. Il cibo identitario.
  • Il mondo di loghi e certificazioni: Faitrade, Ecolabel, Cruelty free. I nuovi valori.
  • Gli ingredienti benefici: dallo zenzero alla mandorla, i sapori del momento.
  • La texture dei prodotti: le caratteristiche organolettiche evidenziate on pack.

E nel non food:

  • Il tema del cura persona: con un approfondimento sui prodotti biologici.
  • Il cura casa green: la sostenibilità sulle etichette dei prodotti per la pulizia.

1 dossier di approfondimento:

  • La sostenibilità in etichetta: i claim e le info “green” segnalati sulle confezioni.
  • Il packaging “ecologico”: come e dove sono indicate le info sul riciclo del pack.

Allarme spreco: i dati della Fondazione Barilla

Lo spreco alimentare ha molte colpe: dai cambiamenti climatici, all’insicurezza alimentare fino alla carenza d’acqua. E in termini di spreco l’Italia è messa maluccio:  nel nostro paese, infatti, sprechiamo – secondo il Food Sustainability Index – in media ogni anno 65kg di cibo pro capite, una quantità che ci pone, in Europa, al 13° posto per quantità di cibo edibile che si perde a monte della filiera agro-alimentare e per sprechi durante le fasi di trasformazione, distribuzione e consumo. Ecco alcuni dei dati prodotti da Fondazione Barilla in occasione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare.

E non basta: lo spreco alimentare si traduce anche in spreco di risorse naturali. La frutta e verdura che gettiamo ogni anno, per essere prodotta, ha richiesto oltre 73 milioni di metri cubi di acqua. Un’enormità, se si pensa che con la stessa quantità potremmo riempiere – giornalmente – 80 piscine olimpioniche o soddisfare il fabbisogno di acqua potabile di tutta la Lombardia per 18 giorni, del Lazio per 23 giorni, della Campania per 27 e, addirittura, della Puglia per 153. Più in generale, a livello globale, il cibo gettato ha un costo  pari a 2,6 trilioni di dollari l’anno; contribuisce ai cambiamenti climatici (generando l’8% delle emissioni annuali di gas serra), al sovrasfruttamento dei terreni (il 28% dei terreni disponibili al mondo è usato per produrre cibo che poi non viene consumato) e all’insicurezza alimentare nelle aree del mondo già a rischio di disuguaglianza sociale.

“I numeri dello spreco dimostrano che siamo davanti a un fenomeno drammatico che, a livello globale, ci allontana dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. Per combatterlo servono politiche mirate, come successo con la Legge Gadda in Italia o con gli accordi volontari stipulati da autorità regionali – ad esempio quelle di Lazio, Puglia e Piemonte – o come fatto nel 2018 dal Ministero delle Politiche Agricole, che ha stanziato 700.000 euro per finanziare 14 progetti di ricerca dedicati a estendere la data di scadenza dei prodotto alimentari, migliorare l’uso di nuove tecnologie di imballaggio, sviluppare app e piattaforme digitali, recuperare le eccedenze alimentari all’interno di tutta la filiera e facilitare la distribuzione del cibo ai gruppi più vulnerabili della popolazione. In parallelo, servono però anche le iniziative dei privati, per sensibilizzare le persone sull’importanza di adottare diete sostenibili e combattere gli sprechi di cibo, spiega Anna Ruggerini, Direttore Operativo della Fondazione Barilla.

Quattro casi virtuosi

Per limitare lo spreco alimentare (e delle risorse della terra) serve dar vita a un cambiamento radicale dei nostri sistemi alimentari, partendo da azioni concrete. Eccone alcuni esempi:

  • A febbraio parte il progetto Su-Eatable Life, iniziativa triennale finanziata dalla Commissione EU e pensata per risparmiare circa 5.300 tonnellate di CO2 equivalente e circa 2 milioni di metri cubi d’acqua, relative al consumo di cibo in Europa. All’interno di mense aziendali e universitarie (in Italia e nel Regno Unito), verranno introdotti dei menù sostenibili. Fondazione Barilla è capofila del progetto.
  • La città di Milano ha dichiarato guerra allo spreco alimentare puntando, entro il 2030 a ridurlo del 50%. Già nel 2018, il Comune ha agevolato i privati, riducendo del 20% la tassazione per chi dona il cibo a enti benefici e permettendo di recuperare, in appena sei mesi, 840 tonnellate di cibo.
  • L’app Last Minute Sotto Casa, che mette in contatto gli utenti con i negozianti che, a poche ore della chiusura dei loro esercizi, vendono i prodotti ancora freschi, ma invenduti, con sconti fino al 50%. Un’iniziativa che, solo a Torino, ha ridotto gli sprechi mensili fino a 3 tonnellate.
  • Piattaforma REGUSTO che, oltre a rivolgersi al mondo della ristorazione, è utile alle amministrazioni comunali che intendono implementare e ottimizzare il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari verso le fasce più deboli della popolazione, mettendo in contatto i “donatori” (supermercati, mense, industrie, ristoranti, ecc.), con gli operatori degli enti no-profit attrezzati per il recupero.

 

 

Lidl inserisce nella sua flotta di Somaglia 5 TIR a biometano

Logistica sostenibile?

Si può. A piccoli passi, ma si può. Lo dimostra Lidl con l’inserimento nella sua flotta di 5 mezzi pesanti alimentati a biometano, novità assoluta nell’ambito del Retail e della GDO, realizzati grazie alla collaborazione con IVECO, LC3 Trasporti ed Edison. I mezzi opereranno nel centro distributivo di Somaglia, fiore all’occhiello di Lidl, per la cui riorganizzazione nel 2016 furono investiti 45 milioni di euro. Oggi si occupa del rifornimento di 70 pdv tra Lombardia e Emilia e da qui transitano quotidianamente tra i 130 e i 150 mezzi.

I 5 TIR abbinano all’innovativa alimentazione, anche una nuova tecnologia per la refrigerazione dei cassoni,realizzata con azoto.

L’adozione del biometano rappresenta un ulterio paso avanti sulla via delle rinnovabili, dopo l’inserimento nella flotta di 50 unità alimentate con LNG.Parlando di obiettivi  e prospettive, Pietro Rocchi, Amministratore Delegato Vendite e Logistica Lidl Italia ha commentato: “Come obiettivo di lungo periodo, vogliamo gradualmente passare da un trasporto principalmente basato su combustibili fossili, a combustibili alternativi ad emissioni ridotte di CO2, come il biometano e il gas naturale liquido (LNG), che già impieghiamo con una nutrita flotta di mezzi. Il percorso di Lidl per una logistica più sostenibile è cominciato nel 2015, quando abbiamo presentato i primi camion alimentati a LNG. Da quel momento abbiamo raggiunto risultati molto positivi: nonostante la crescita costante della nostra attività e l’apertura in media di circa 40 nuovi punti vendita all’anno, siamo riusciti a ridurre le emissioni di CO2 del 5,2%, parliamo di 620.000 tonnellate di emissioni evitate. Ringrazio i nostri partner in questa iniziativa: LC3, IVECO ed Edison. Grandi Aziende, ognuna leader nel proprio settore, con le quali condividiamo valori e impegno per la sostenibilità”.

In effetti il bio metano (ottenuto da residui domestici, commerciali e agrotecnici) oltre a consentire una maggiore autonomia in termini di approvviginomento (sfrutta infatti la rete di gas nazionale) offre pure il vantaggio di un abbattimaneto di emissioni elevatissimo: 95%, che crea un circolo virtuoso di autosussistenza economica ed ecologica

“Per arrivare a questo punto – ha spiegato Alessandro Oitana, Medium&Heavy Business Line Manager IVECO – abbiamo lavorato come IVECO da molti anni arrivando a garantire: sicurezza, infrastrutture e autonomia km. Il mondo cambia e cambia velocemente e sicuramente il futuro vedrà nuove tecnologie, tuttavia, per arrivare ad avere le stesse condizioni a livello di capacità di carico, autonomia, tempi di ricarica e infrastrutture, la strada da fare è ancora tanta, quindi ci sentiamo di affermare che l’unica soluzione immediatamente disponibile ed economicamente sostenibile oggi sia il Biometano in tutte le sue forme sia CNG che LNG. Il mercato dimostra di recepire con entusiasmo queste nuove proposte; non è un caso infatti che in un panorama flat, nel 2029 i truck alimentati con gas naturale hanno invece fatto registrare una crescita del 52% rispetto all’anno precedente. Quanto ad IVECO, posso dire con un certo orgolio, che in questo segmento detiene oggi una quota del 70%.”

Sulla stessa linea anche Mario Ambrogi, Direttore Generale Gruppo LC3 Trasporti: “LC3 sin dalla costituzione ha prestato massima attenzione a quelle innovazioni tecniche e tecnologiche nel settore della produzione di veicoli destinati al trasporto pesante su gomma che potevano rappresentare l’avvio di un “modo nuovo” di fare autotrasporto. Grazie ai primi veicoli introdotti nel 2013 da IVECO, innovativi in quanto alimentati a LNG, e alla sensibilità alle problematiche ambientali subito dimostrata da Lidl, si è potuta sviluppare la visione nuova del “fare trasporto” propria di LC3, fino a raggiungere, oggi, un altro importante risultato con l’adozione di trucks alimentati a biometano. Rimane ancora molto da fare in termini di impianti di produzione di biometano, in impianti di stoccaggio, di liquefazione e di distribuzione diffusa; LC3, comunque, conferma il proprio impegno e il proprio affidamento nel biometano così come confermato anche dai propri partner IVECO, Lidl, Edison”.

Infine, approfondento il dema della distribuizione e dell’approvvigionamento,  Davide Macor, Direttore Mercato Business Edison ha preisato:L’impiego di fonti rinnovabili e la decarbonizzazione dei trasporti sono tra gli obiettivi cardine di Edison, in linea con i target europei di sostenibilità. Edison attualmente fornisce metano a più di 200 stazioni di rifornimento in tutta Italia e, in quanto aggiudicatario del bando GSE per il biometano, è oggi il primo operatore abilitato al suo ritiro e distribuzione. Edison, inoltre, è impegnata nella realizzazione della prima catena logistica integrata di LNG per un ulteriore sviluppo della mobilità sostenibile nel trasporto pesante e marittimo. Grazie a questi sviluppi, il contributo di Edison alla diffusione della mobilità sostenibile si basa su una gamma completa di servizi che includono la mobilità elettrica, metano e biometano, LNG e prossimamente BioLNG”.

 

Marco Roveda: nuove zuppe biologiche e con packaging sostenibile

Marco Roveda, il pioniere del biologico lancia sul mercato una linea di zuppe fresche già pronte, realizzate con ingredienti provenienti da filiera biologia certificata e confezionate in un packaging sostenibile  di carta certificata PEFC. Per questa sfida, Roveda ha scelto di collaborare con Spreafico, azienda leader nel mondo dell’ortofrutta che può vantare 60 anni di esperienza all’interno di questo settore. Il gruppo, rispettando la catena del freddo dal magazzino fino allo scaffale del supermercato, garantisce un prodotto di qualità e si colloca come partner affidabile e professionale per tutti i propri interlocutori. L’assortimento, composto da 6 referenze, spazia dalle ricette più tradizionali come il minestrone di verdure ricco con curcuma e la zuppa toscana con farro, a quelle più innovative come la zuppa chili leggermente piccante, la vellutata di funghi con porcini, la zuppa di verdure con piselli e la zuppa di lenticchie ai due aceti. I prodotti targati Marco Roveda – Il pioniere del biologico identificano la “Total Quality”, la nuova frontiera del cibo che presenta queste caratteristiche: accessibilità, qualità e bontà, bellezza e design, sicurezza e quindi biologico, etica e sostenibilità.

“Dopo un’esperienza ventennale nel settore ho deciso di rimettermi in gioco per offrire ai consumatori prodotti che vadano oltre la semplice dicitura del biologico e rispettino l’innovativa frontiera della “Total Quality” – ha spiegato Marco Roveda – Il pioniere del biologico – La nostra linea di zuppe è garanzia di prodotti davvero sani e buoni, ideali per una dieta equilibrata. La stessa cura e attenzione riservata ai prodotti, infatti, viene impiegata anche nella realizzazione dell’innovativo packaging sostenibile, unico nel mercato. Le nostre zuppe rappresentano la vera opportunità bio perché, a differenza dei prodotti nella comune ciotola in plastica, sono confezionate in pack realizzati con carta dotata di certificazione PEFC e proveniente da filiera sostenibile”.

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La gamma completa

  • Zuppa toscana con farro: realizzata con acqua, fagioli cannellini, fagioli borlotti, lenticchie, ceci, carote, passata di pomodoro, farro integrale spezzato, olio di oliva, cipolle, sedano, aglio, sale marino, rosmarino, timo, pepe nero.
  • Minestrone di verdure ricco con curcuma: realizzato con acqua, piselli, patate, carote, zucchine, sedano, cipolle, fagioli bianchi, concentrato di pomodoro, sale marino, amido di mais, zucchero di canna, prezzemolo, maggiorana, pepe nero, curcuma.
  • Zuppa di verdure con piselli: realizzata con acqua, piselli, patate, carote, porri, cipolle, sedano, farina di frumento, olio di semi di girasole, concentrato di pomodoro, sale marino, senape in grani (acqua, semi di senape, aceto bianco, salgemma, spezie), zucchero di canna, spezie, maggiorana.
  • Vellutata di funghi con porcini: realizzata con acqua, funghi champignon, latte di cocco, patate, cipolle, funghi porcini, olio di semi di girasole, sale marino, amido di mais, spezie.
  • Zuppa di lenticchie ai due aceti: realizzata con acqua, lenticchie, cipolle, patate, porri, carote, sedano, farina di frumento, olio di semi di girasole, concentrato di pomodoro, aceto di vino, mosto d’uva cotto, zucchero di canna, sale marino, senape in grani, spezie, prezzemolo.
  • Zuppa chili leggermente piccante: passata di pomodoro, acqua, fagioli rossi, mais, cipolle, farro integrale spezzato, concentrato di pomodoro, basilico, olio di semi di girasole, sale marino, zucchero di canna, aglio in polvere, olio di limone (olio d’oliva, estratto di limone), chili.

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