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Les Gueules Cassées, la lotta antispreco che arriva dalla Francia

La lotta contro lo spreco alimentare si fa largo in molti Paesi. Mentre la legge francese che sanziona la distruzione dei prodotti invenduti da parte della distribuzione solleva alcune perplessità, come segnala  Enrico Colla su Tendenzeonline, relative soprattutto al fatto che già oggi la gdo d’Oltralpe ha in atto buone pratiche antispreco, tanto da essere responsabile (solo)  dell’11% degli sprechi, contro il 67% dei nuclei famigliari, dalla Francia si segnala una iniziativa che merita un approfondimento.

base line changé_PASTILLE_OKSi tratta di un sistema anti spreco che si chiama Les gueules cassées (le facce rotte, che potremmo tradurre con “brutti ma buoni”) che si occupa di immettere sul mercato i prodotti (ortaggi, prodotti confezionati, formaggi, ecc) brutti da vedere ma decisamente commestibili. L’iniziativa, finanziata in crowdfuding, è stata fondata da due figli di agricoltori, ha creato una propria etichetta e in soli otto mesi di attività ha venduto più di 10 mila tonnellate di frutta e legumi. Certo, le pere sono un po’ macchiate e le carote e melanzane non sono perfette e non hanno lo stesso calibro, ma sono ugualmente commestibili.

Lo stesso si dica poi del camembert di latte crudo prodotto in Normandia che, per la sua forma non regolare, non può fregiarsi del marchio di denominazione o dei cereali per la prima colazione troppo grandi o troppo piccoli rispetto alla norma. Tutti però hanno un comune denominatore. Costano al consumatore il 30% in meno dei prezzi normalmente esposti. Il che spiega il rapido aumento di notorietà in tutta la Francia e l’inserimento della gamma di questi prodotti nelle maggiori insegne: Carrefour, Leclerc, Monoprix, Franprix, Casino, Spar et Vival.

7778640852_1L’ultima novità sono i prodotti freschi. Con l’etichetta Les Gueules Cassées costano il 50% in meno, rimangono sullo scaffale fino alla data di scadenza e i retailer non devono sopportare i costi del ritiro.

L’iniziativa sarà presto estesa anche al dettaglio tradizionale e ha attirato l’attenzione di ben 18 Paesi esteri e entro giugno è annunciato un incontro con una delegazione dagli Stati Uniti.

Findus vuole “congelare” lo spreco alimentare

Capitan Findus diventa green per la campagna contro lo spreco alimentare

Una campagna sociale con un obiettivo preciso: ridurre lo spreco alimentare, che ogni giorno fa disperdere nell’ambiente oltre un terzo del cibo prodotto, 89 milioni di tonnellate solo nell’Unione Europea. Si chiama Forever Food Together (l’accento è posto sull’adozione di comportamenti personali sostenibili) e l’ha lanciata Iglo Group, primario Gruppo di frozen food in Europa, che in Italia controlla Findus.

La campagna di sensibilizzazione con la quale il marchio si impegna a diffondere una corretta informazione a tutti i consumatori, ma anche, pro domus sua, a promuovere l’uso di alimenti surgelati, vede scendere in campo l’ormai mitico Capitan Findus, protagonista fin dal 1967 di innumerevoli spot televisivi.

Il 42% dello spreco alimentare avviene in casa, e secondo Findus si potrebbe ridurre del 47% lo spreco di cibo usando alimenti surgelati piuttosto che prodotti freschi

Il Gruppo Iglo, e  Findus in Italia, si impegnano ad offrire ai consumatori da qui al 2020, “il 100% di nuovi prodotti che contribuiscano ad una dieta bilanciata”, oltre a una approvvigionamento ed una lavorazione delle materie prime responsabili. Non solo: l’azienda ha anche proposto un decalogo “anti-spreco”. Interessante perché riguarda non solo il consumatore, ma anche la distribuzione che il cibo non lo consuma ma lo vende (e lo spreca a sua volta), i produttori e le istituzioni. Alla grande distribuzione ad esempio si consiglia di sostituire le promozioni “Prendi Due Paghi Uno” con “Prendi Uno e Congela l’altro” e, insieme ai produttori, di selezionare un gruppo di prodotti con l’obiettivo di raggiungere il 100% di risorse utilizzate, dalla fonte primaria fino al piatto.

Italiani spreconi “en travesti”
A parole virtuosi, in realtà spreconi quanto e più degli altri europei. È questa l’immagine degli italiani che emerge da una ricerca condotta in vari Paesi (Italia, Germania, Austria, Francia e Regno Unito ) da Iglo Group tra agosto e settembre.

Se in generale una persona su tre ha dichiarato di acquistare troppo cibo e il 77% ha buttato alimenti che non ha fatto in tempo a consumare prima che si deteriorassero, i consumatori italiani all’apparenza sembrano orientati verso una spesa razionale.

Seguono infatti diligentemente la lista della spesa quando vanno al supermercato (secondi solo ai tedeschi), e si posizionino tra i primi posti nel consumare il cibo acquistato entro le 24 ore (lo fa l’11,9%). Altri elementi però stonano con questa immagine green, quasi bucolica.

Anche se il campione di intervistati ha dichiarato di comprare la giusta quantità di cibo quando va a fare la spesa (74,6%), i consumatori italiani sono quelli che più degli altri sprecano cibo per un valore compreso tra i € 10 e i € 25 alla settimana (circa il 18% del campione intervistato), quando la media del valore del cibo sprecato e di € 5 a settimana. La ragione più comunemente indicata per giustificare un tale spreco è l’aver mangiato fuori casa più spesso di quanto previsto (28,8%).

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