Ora è ufficiale: la cucina italiana è stata iscritta nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco con l’elemento denominato “Italian cooking, between sustainability and biocultural diversity” (“La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”). La decisione è stata assunta nel corso della XX sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, riunito a New Delhi (India) il 10 dicembre 2025. La candidatura è stata promossa dal Governo italiano – attraverso il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste – su impulso di tre comunità proponenti: Fondazione Casa Artusi di Forlimpopoli, Accademia Italiana della Cucina e la rivista “La Cucina Italiana”.
COSA SIGNIFICA ESSERE PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE UNESCO
Secondo la Convenzione Unesco del 2003, per patrimonio culturale immateriale si intendono le pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze, saper fare che le comunità riconoscono come parte del proprio patrimonio. Il dossier presentato descrive la cucina italiana come un mosaico di tradizioni: un sistema di pratiche sociali, rituali e saperi che intrecciano biodiversità agricola, prodotti tipici, artigianato alimentare, mercati rionali, ricettari familiari e convivialità.
UN ITER INIZIATO NEL 2020
Il percorso è iniziato nel 2020 e ha richiesto oltre cinque anni di lavoro. Nel marzo 2023 il Governo italiano ha presentato ufficialmente la candidatura. Il 10 novembre 2025 l’organo di valutazione Unesco ha espresso parere favorevole che ha portato alla decisione adottata il 10 dicembre 2025 dal Comitato Intergovernativo.
In particolare, Casa Artusi sottolinea di essere stata uno dei motori della candidatura fin dall’avvio di questo percorso: la Fondazione, dedicata alla figura di Pellegrino Artusi, afferma di aver contribuito in modo determinante alla stesura del dossier per mano di Massimo Montanari, al coinvolgimento delle comunità della cucina di casa e alla messa a disposizione delle proprie esperienze didattiche e di ricerca sulla cucina domestica italiana.
LE ALTRE CUCINE GIÀ RICONOSCIUTE DALL’UNESCO
Tra le principali tradizioni gastronomiche già iscritte, rientrano la cucina tradizionale messicana (2010), il “pasto gastronomico dei francesi” (2010), il Washoku giapponese (2013) e la Dieta Mediterranea (dal 2010).
Per Casa Artusi il riconoscimento rappresenta una responsabilità e un’opportunità per intensificare programmi di educazione alimentare, formazione, ricerca, documentazione e sviluppo di progetti di cooperazione nazionale e internazionale.
AL VIA UN NUOVO OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
“Il riconoscimento Unesco alla Cucina Italiana Patrimonio immateriale dell’umanità – dichiara Andrea Segrè, Presidente di Casa Artusi (nella foto a destra) – è meritato. Da Pellegrino Artusi, il padre della cucina italiana moderna, questo patrimonio si è arricchito in biodiversità culturale e sostenibilità. Adesso però dobbiamo mantenerlo e per questo la Fondazione Casa Artusi annuncia proprio oggi la nascita dell’Osservatorio internazionale sulla cucina e il buon gusto italiano, istituito per monitorare e valorizzare al massimo questo patrimonio. Attraverso indagini, ricerche e rapporti, l’Osservatorio sarà strumento e opportunità concreta per comunicare in chiave nazionale ma anche internazionale i valori identitari della cucina italiana – gusto, salubrità, sostenibilità – così come per riflettere sulle sfide del nostro tempo intorno alla produzione e fruizione del cibo: dall’efficienza delle risorse al cambiamento dei modelli di consumo, ai valori etici e sociali legati alla tradizione alimentare mediterranea”.





