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Furti e perdite: tecnologia e AI in soccorso dei retailer

La maggior parte dei retailer (76% in Europa, 78% a livello globale) è sotto pressione per ridurre al minimo furti e perdite. Le organizzazioni stanno investendo in strumenti tecnologici per supportare sia gli operatori in prima linea sia coloro che monitorano le attività a livello operativo. Le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (AI) sono attualmente considerate le più utili per prevenire le perdite, seguite da telecamere, sensori e soluzioni RFID. Sono alcune delle evidenze emerse dal 17° Annual Global Shopper Study di Zebra Technologies Corporation, ricerca che mostra come non siano sono i consumatori a essere preoccupati per l’impatto di furti e crimini sull’esperienza in negozio.

Attualmente, solo il 38% dei retailer in Europa e a livello globale utilizza analisi prescrittive basate sull’AI per la prevenzione delle perdite, ma il 51% degli intervistati in Europa (50% a livello globale) dichiara di voler adottare queste tecnologie nei prossimi 1-3 anni. Più di quattro retailer su 10 affermano inoltre di prevedere l’utilizzo di telecamere e sensori per il self-checkout (51% in Europa, 45% a livello globale), computer vision (43% in Europa, 46% a livello globale) tag e lettori RFID (43% in Europa, 42% a livello globale) entro i prossimi tre anni, specificamente per la prevenzione di furti e perdite. Questo dovrebbe rassicurare i consumatori, dato che il 70% in Europa (78% a livello globale) dichiara di non apprezzare quando i prodotti sono sigillati o chiusi in teche di sicurezza. A questa frustrazione si aggiunge il fatto che, secondo il 69% dei consumatori in Europa (70% a livello globale), è difficile trovare un addetto disponibile mentre si fa shopping nei negozi al giorno d’oggi. Un consumatore su cinque (19% in Europa, 21% a livello globale) che ha lasciato un negozio senza acquistare ciò di cui aveva bisogno afferma che la causa è stata la mancanza di supporto da parte di un operatore: un dato in aumento rispetto agli ultimi due anni.

Sebbene i consumatori siano ancora generalmente soddisfatti della loro esperienza di acquisto e la spesa globale dei consumatori rimanga stabile, quest’anno il numero complessivo di clienti soddisfatti è diminuito. Nel 2023, l’85% era soddisfatto sia dell’esperienza in negozio che di quella online. Quest’anno, solo il 76% in Europa (81% a livello globale) si dichiara soddisfatto dell’esperienza in negozio e il 76% (79% a livello globale) di quella online. I consumatori si aspettano che i negozi offrano opzioni semplici per il click-and-collect e i resi, ma sia i retailer che gli operatori ammettono di incontrare difficoltà con entrambi. La maggior parte dei rivenditori dichiara inoltre che è una sfida tenere aggiornato l’inventario e i prezzi. Inoltre, con un numero crescente di consumatori che torna nei negozi fisici, le persistenti carenze di personale e l’aumento degli episodi di furto stanno avendo un impatto maggiore sulla qualità del servizio.

CLIENTI SCONTENTI: LE RAGIONI
Il 73% dei consumatori in Europa (78% a livello globale) afferma che le opzioni di self-checkout migliorano l’esperienza di acquisto; tuttavia, il 67% (68% a livello globale) sostiene che le corsie di self-checkout (SCO) offrono una esperienza non soddisfacente, e alcuni riferiscono di aver lasciato il negozio senza fare acquisti perché in quel punto vendita non erano disponibili opzioni di Self Check Out o di pagamento contactless. Il 69% dei consumatori in Europa (71% a livello globale) è preoccupato per la mancanza di supporto da parte degli assistenti alla vendita, mentre l’84% degli assistenti alla vendita in Europa (82% a livello globale) dichiara che è persino difficile per loro trovare aiuto o ricevere supporto tempestivo quando necessario. Quasi il 90% dei retailer ritiene di poter offrire una migliore esperienza al cliente quando dispone di strumenti tecnologici mobile che semplificano la comunicazione in tempo reale, aiutano a dare priorità e consentono di verificare prezzi e inventario. La maggior parte di loro concorda sul fatto che la tecnologia permette agli assistenti alla vendita di svolgere meglio il proprio lavoro e, di conseguenza, il 77% dei retailer in Europa (75% a livello globale) dichiara di pianificare un aumento degli investimenti tecnologici nel 2025.

“Molti retailer stanno gettando le basi per creare un’esperienza vincente in un ‘Modern Store’ – ha dichiarato Matt Guiste, Global Retail Technology Strategist di Zebra Technologies -. Stanno investendo in tecnologie mobile e in automazione intelligente per supportare le decisioni operative e consentire agli operatori di fare ciò che è necessario per avere consumatori soddisfatti”.

Oltre a migliorare l’esperienza cliente, lo studio svela che le principali priorità dei retailer includono l’efficienza e la produttività della forza lavoro mobile, oltre alla gestione dell’inventario. Più di un terzo di loro (44% in Europa, 39% a livello globale) ritiene che l’AI generativa (GenAI) avrà un impatto estremamente significativo sulla gestione dell’inventario e sulla previsione della domanda. Inoltre, prevedono di automatizzare la localizzazione dei prodotti e l’RFID per singolo articolo (52% in Europa, 46% a livello globale), il monitoraggio video (49% in Europa, 45% a livello globale) e gli avvisi di esaurimento scorte (42% in Europa, 45% a livello globale) per fornire agli operatori e ai consumatori una visibilità in tempo reale dell’inventario, che rappresenta uno dei principali fattori di redditività.

Le rotture di stock scoraggiano i Millennial che preferiscono l’online

Il 75% degli acquirenti millennial e il 53% di quelli della Generazione X rinunciano ormai agli acquisti fisici per rifugiarsi nell shopping online. Ecco quanto emerge dodicesimo Global Shopper Study di Zebra Technologies Corporation.

Ma quali sono i mortivi di questa disaffezione?

Il motivo principale per cui i venditori al dettaglio perdono acquisti in negozio a favore dello shopping online sono i problemi di gestione dell’inventario, soprattutto gli articoli esauriti. Sia gli acquirenti che il personale di vendita si sono detti insoddisfatti della quantità di articoli fuori stock: il 43% degli assistenti alla vendita ha individuato nella mancata disponibilità dei prodotti il principale motivo di frustrazione dei clienti e il 39% degli acquirenti ha abbandonato il negozio senza acquisti proprio per questo motivo.Fonte: 2020 Shopper Study by Zebra

 

Eppure i negozi si stanno “tecnologizzando” sempre più.

Le tecnologie self-service per le casse, per esempio, sono sempre più diffuse nei negozi; il 40% degli acquirenti ha dichiarato di averle utilizzate negli ultimi sei mesi e l’86% afferma di trovarsi a suo agio nell’usarle. Inoltre, buona parte degli acquirenti (58%), soprattutto se millennial (70%), ritiene che le casse self-service migliorino l’esperienza cliente. Anche la maggioranza del personale di vendita nei negozi (54%) afferma che la necessità di casse con addetti stia diminuendo con le nuove tecnologie di automazione del processo. Circa nove direttori di negozio su 10 (87%) ritengono che le casse self-service lascino più tempo al personale di vendita per servire meglio i clienti, mentre l’81% di loro ha dichiarato di iniziare a vedere un ritorno sull’investimento.

Eppure, precisa afferma Anees Haidri, Director of Global Retail Market Strategy di Zebra Technologies: “Secondo i risultati della nostra indagine, nonostante servizi migliori contribuiscano a fidelizzare i clienti attuali e ad attirarne di nuovi, i retailer devono soddisfare esigenze basilari in termini di disponibilità dei prodotti, facilità di reperirli, resi e cambi” “Oggigiorno, per conquistare gli acquirenti, i retailer devono assicurare un’esperienza senza intoppi e multi-canale che i clienti si aspettano e sfruttare le tecnologie per fornire servizi più personalizzati per la gestione dell’inventario e per operazioni più intelligenti”.

Disparità di vedute

Fornire un’esperienza cliente migliore è fondamentale per far tornare gli acquirenti. Tuttavia, c’è una seria contraddizione tra le aspettative degli esercenti e quelle dei clienti: il 77% dei direttori di negozi ritiene che i clienti siano soddisfatti dell’esperienza in negozio, mentre soltanto il 57% degli acquirenti dichiara lo stesso. L’indagine ha inoltre individuato notevoli divergenze nella percezione del processo di reso e cambio per quanto riguarda la soddisfazione degli acquirenti (59%) e la percezione di tale soddisfazione da parte degli esercenti (80%). Comunque, gli investimenti in soluzioni mobili hanno messo d’accordo direttori (85%) e addetti alle vendite (73%) sul fatto che la disponibilità delle più recenti tecnologie in negozio contribuisca a migliorare l’esperienza.Fonte: 2020 Shopper Study by Zebra

 

Per ottimizzare l’esperienza in negozio, i retailer stanno ricorrendo anche all’uso della robotica. Soltanto il 7% degli acquirenti intervistati ha interagito con un robot in un esercizio commerciale negli ultimi sei mesi, ma circa tre quarti (72%) hanno dichiarato di trovarsi a loro agio con queste macchine; al contempo, il 32% degli addetti alle vendite teme di essere rimpiazzato da un robot.

RISULTATI PRINCIPALI PER REGIONE

 Asia-Pacifico

  • Circa metà degli acquirenti intervistati (49%) ha espresso una preferenza per gli acquisti online per via della facilità del processo di reso.
  • Il 53% degli acquirenti si affida al proprio dispositivo mobile/all’app del negozio per fare acquisti in negozio.

 Europa e Medio Oriente

  • Due terzi (66%) degli acquirenti sono soddisfatti di poter pagare dovunque nel negozio.
  • Solo il 14% dei clienti si fida completamente del fatto che l’esercente tutelerà i suoi dati personali.

America Latina

  • Il 71% degli acquirenti dichiara che le soluzioni self-service migliorano la loro esperienza di acquisto e il 64% preferisce utilizzare questa tecnologia invece che fare la fila alla cassa.
  • Più di otto acquirenti su 10 (83%) sono interessati a ricevere voucher o cashback in cambio di un’attesa di quattro giorni per la consegna di un acquisto online.

Nord America

  • Solo il 6% dei clienti si fida completamente del fatto che il retailer tutelerà i suoi dati personali. È il dato più basso tra tutte le regioni.
  • Chi acquista sotto le festività in Nord America si aspetta di spendere il 58% del budget nei negozi fisici.

METODOLOGIA DELL’INDAGINE

La 12ª indagine annuale globale di Zebra sugli acquirenti ha coinvolto 4.811 acquirenti, 1.100 addetti alla vendita e 435 gestori di negozi in Nord America, America Latina, Asia-Pacifico, Europa e Medio Oriente, intervistati da Qualtrics nel periodo agosto-settembre 2019.

61%: cresce a livello mondiale il numero delle aziende intelligenti

Foto di Gordon Johnson da Pixabay

Siamo a quota 61%: sono ormai tante a livello mondiale le imprese che stanno per entrare nel novero delle aziende “intelligenti”. E sono pure in netto aumento rispetto al 49% documentato nel 2018. Questi i risultati dell’Intelligent Enterprise Index, osservatorio annuale realizzato da Zebra Technologies Corporation.

L’indagine analizza il livello di connessione tra il mondo fisico e quello digitale delle aziende. I punteggi dell’Intelligent Enterprise Index sono calcolati in base a 11 criteri che includono la vision e l’adozione dell’Internet of Things (IoT), la gestione dei dati, l’analisi intelligente e molto altro ancora.

Sulla base di questi criteri, il primo dato interessante è che le aziende del comparto retail negli ultimi 12 mesi, hanno registrato il maggior slancio  passando dagli ultimi posti della classifica dell’indice verticale del 2018 alle posizioni di testa della lista del 2019, seconde solo al comparto dell’Healthcare.

Non basta: anche il numero di aziende definite come vere e proprie “imprese intelligenti” con un punteggio pari o superiore a 75 punti dell’Index è aumentato su base annua. Il 17% delle aziende con almeno 250 dipendenti ha superato questa soglia nel 2019 contro l’11% del 2018. È interessante notare che il 37% delle piccole e medie imprese (PMI) intervistate (50-249 dipendenti) ha ottenuto 75 punti o più nell’Index, il che significa che le PMI con una vision IoT sono in molti casi più “intelligenti” delle grandi imprese.

RISULTATI CHIAVE DELL’INDEX 

  • Sempre più aziende adottano l’IoT, con livelli di intelligenza sempre più elevati. Il punteggio cumulativo dell’Intelligent Enterprise Index continua a crescere man mano che un numero crescente di aziende passa dalle fasi esplorative alle fasi di implementazione. Nel 2019 si è registrato un punteggio massimo di 61,5 punti con un aumento di quasi 6 punti rispetto al 2018, dovuto in gran parte all’acquisizione dell’etichetta di azienda “intelligente” da parte delle imprese di retail e di trasporti e logistica (T&L), e di +9 punti rispetto al 2017, l’anno di esordio dell’Index. Con una crescita di oltre 9 punti dal 2018, l’area EMEA ha registrato quest’anno il maggiore incremento di “intelligenza” in tutti i paesi che ne fanno parte.
  • Crescita continua delle soluzioni IoT e di altri investimenti in piattaforme tecnologiche basate sui dati. Nel 2019, la spesa media globale delle imprese è stata di 6,4 milioni di dollari, con una crescita su base annua pari al 39%. L’86% delle imprese prevede che questo numero crescerà nei prossimi 1-2 anni, con oltre la metà degli intervistati che annuncia di voler aumentare gli investimenti del 21-50 percento. Il 77% delle imprese dell’area EMEA prevede una crescita degli investimenti nell’IoT e nella mobilità nei prossimi 1-2 anni.
  • Significativo aumento dell’utilizzo di soluzioni intelligenti. Il 46% dei partecipanti allo studio utilizza le soluzioni IoT a livello aziendale ampio, un innegabile aumento rispetto al 38% del 2018. Un altro 32% prevede di passare presto con implementazione però graduale in specifiche area geografiche. Il 45% degli intervistati dell’area EMEA sta già utilizzando l’IoT a livello aziendale, con una crescita di 6 punti percentuali su base annua. Se si includono le aziende che prevedono di passare presto a una diffusione a livello aziendale, la percentuale sale al 66%.
  • Con la sicurezza come priorità assoluta, le aziende investono più risorse per il monitoraggio continuo del sistema di dati. Il 62% delle imprese monitora costantemente la sicurezza dell’IoT per garantire l’integrità del sistema e la riservatezza dei dati. Si tratta di un aumento di 4 punti percentuali su base annua e di 13 punti percentuali rispetto al 2017 in cui solo il 49% delle aziende disponeva di un protocollo di monitoraggio costante della sicurezza mentre il 47% eseguiva un controllo periodico dei propri sistemi.  Oggi il 62% delle imprese dell’area EMEA monitora costantemente la sicurezza dell’IoT per garantire l’integrità del sistema e la riservatezza dei dati, rispetto al 48% del 2018, un aumento di 14 punti percentuali su base annua.
  • Le imprese preferiscono affidare il proprio ecosistema di soluzioni “intelligenti” a un unico partner. Quasi la metà (49%) dei partecipanti allo studio dichiara di affidarsi a un unico partner strategico per gestire l’intera soluzione “intelligente”, compresi i componenti e i servizi forniti da terzi. Il 43% degli intervistati dell’area EMEA sostiene di aver incaricato un unico partner strategico della gestione delle proprie soluzioni IoT, il che corrisponde ad un aumento di 10 punti percentuali su base annua.
  • Le PMI intervistate ottengono un punteggio più alto nell’Index rispetto alle grandi imprese (64,5 punti contro 61,5 punti). Questo punteggio più alto è dovuto al fatto che dal sondaggio emerge che le PMI intervistate hanno maggiori probabilità di avere una vision dell’IoT e che stanno implementando il piano previsto (69% contro il 62%).

  METODOLOGIA DELL’INDAGINE

Il sondaggio online è stato condotto dal 12 agosto al 18 settembre 2019 e riguardava i comparti healthcare, manufatturiero, retail, quello dei trasporti e della logistica.

In totale sono stati intervistati 950 decision-maker del settore IT provenienti da nove paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito/Gran Bretagna, Francia, Germania, Messico, Brasile, Cina, India e Giappone.

Undici sono i criteri utilizzati per capire come le aziende si avviano a diventare imprese intelligenti: visione dell’IoT, impegno aziendale, partner fornitore delle soluzioni tecnologiche, piano di adozione, piano di gestione del cambiamento, applicazione ‘point of use’, sicurezza e regolamenti, piano sul ciclo di vita, architettura/infrastruttura, piano dati e Intelligent Analysis.

 

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