Consegne al cuore dell’eCommerce, il 41,4% disposto a pagare per servizio “sartoriale”

Il commercio elettronico corre veloce, ma gli spedizionieri spesso non tengono il passo. Così il 41,4% dei clienti dei negozi digitali sarebbero disposti anche a pagare di più pur di ricevere la propria merce il giorno stesso dell’ordine. Non solo, una percentuale più o meno simile, il 41,6%, pagherebbe due o tre euro in più pur di poter scegliere l’orario di consegna e il 43% per cento vorrebbe potere ricevere l’oggetto del proprio desiderio anche la sera o nei week-end.

Dati che emergono da una ricerca condotta da Milkman, sistema di consegna a domicilio di e-commerce che punta proprio sul servizio “sartoriale” e che segnala l’esigenza crescente da parte del mercato che i corrieri tradizionali agiscano con maggiore tempestività e trasparenza. Una richiesta sulla quale per una volta siamo perfettamente allineati agli Stati Uniti, dove un’analoga ricerca condotta da Dropoff registra che il 43% degli americani si aspetta una consegna same-day (e tra i Millennials la percentuale sale al 50). Il 54% dei consumatori digitali di Oltreoceano vorrebbe inoltre selezionare la finestra di consegna.

Insomma, la consegna sembra essere una delle nuove frontiere dell’e-commerce. Del resto diciamoci la verità: uno dei punti deboli dell’acquisto online – soprattutto nel caso di acquisti d’impulso – è proprio l’impossibilità di disporre immediatamente della merce. Comperare un paio di scarpe e poi dover aspettare due giorni – se non di più in caso di consegna mancata – per indossarle è un’esperienza piuttosto frustrante, che spesso frena i nostri entusiasmi al momento di usare la tastiera come un portafogli. E il cahier de doléance dei consumatori online è lungo: il 37% dei clienti denunciano problemi di comodità nella consegna, con corrieri che passano sempre quando in casa non c’è nessuno, oppure lavorano solo in orario d’ufficio, che però vale anche per chi deve ricevere la merce; il 29% del campione inoltre non ha fiducia nello spedizioniere e sospetta che egli sostenga di essere passato anche quando non è vero; il 19% invece lamenta ritardi rispetto all’orario programmato e il 15% danni nella merce o addirittura lo smarrimento del collo.

Il fatto è che una consegna inefficiente rappresenta anche un danno per il brand e per il retail. A che serve implementare l’omnichannel se poi l’ultimo miglio – quello che non dipende più dal venditore – rischia di rovinare l’esperienza dell’acquisto?

“Il piacere dell’acquisto – sottolinea Antonio Perini, CEO di Milkman – inizia sul check-out, ma spesso non si protrae o addirittura si interrompe, nel dominio fisico”. Per questo è spesso vincente la strategia di chi come Milkman punta proprio sulla flessibilità della consegna. “Il 60% dei nostri clienti – spiega Perini – decide di programmare la consegna invece di accettare il giorno e la fascia che gli vengono proposti in modo automatizzato. Considerando gli ultimi tre mesi, il 33% degli utenti Milkman ha scelto la fascia di consegna sotto le tre ore, il 20% ha scelto di ricevere il proprio pacco tra le 19 e le 22 (servizio serale) e il 20% ha richiesto una consegna in same-day”.