Signorvino, la sfida interamente italiana e low cost del patron di Calzedonia

Catena di wine store & restaurant di vino esclusivamente italiano, Signorvino è stata ideata da Sandro Veronesi, patron di Calzedonia, e lanciata nel 2012 con i punti vendita a Vallese di Oppeano (a pochi chilometri da Verona, quartier generale del gruppo) e a Milano in piazza Duomo, negozio appena riaperto dopo un restyling. Da allora, le insegne sono diventate undici. E il numero è destinato a crescere rapidamente nei prossimi mesi. «Abbiamo in programma quattro nuove aperture nel corso del 2016: ad aprile all’interno del nuovo centro commerciale di Arese, a maggio sia al Vicolungo The Style Outlets a pochi chilometri da Novara, sia al The Mall, l’outlet grandi firme a Leccio Reggello (FI), e tra giugno e luglio in piazza Maggiore a Bologna. Inoltre, siamo alla ricerca di una location a Roma», annuncia Michele Rimpici, managing director di Signorvino.

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Ci parli del format di Signorvino.
Il format miscela vendita diretta, wine bar, ristorazione, organizzazione di eventi e corsi di enologia. Vantiamo 1500 referenze di vino, tutte rigorosamente italiane e a prezzi low cost grazie al rapporto diretto instaurato con i nostri produttori. Tutti gli store sono dotati di cucina e suddivisi in tre zone: una deputata alla vendita take away delle bottiglie, gestita da wine manager esperti e formati internamente sui temi di comunicazione e marketing; una dedicata al wine bar e alla mescita e infine uno spazio per la ristorazione, dove degustare piatti semplici, regionali, con un bicchiere o una bottiglia.

Da quanti produttori vinicoli vi rifornite?
Circa 130, selezionati direttamente dal nostro canale vendita. L’assortimento copre tutte le regioni e si articola in marchi noti, etichette in esclusiva e vini di ricerca prodotti da piccole aziende, tra cui anche vini biologici e biodinamici e top wine molto ricercati. Tutti i Signorvino hanno in commercio le etichette dei brand importanti, ma ogni negozio si caratterizza poi per un assortimento ad hoc dedicato al proprio territorio. Inoltre, il costo della bottiglia non subisce maggiorazioni se il vino viene consumato al tavolo, nemmeno a cena.3

Quanti vini proponete in mescita?
Offriamo 25 vini al calice -tra bianchi, rossi, rosati e bollicine- che cambiano ogni quattro mesi. Il prezzo varia dai 3,5 euro ai 15 euro per vini di pregio, un Amarone riserva del 2006 da 60 euro a bottiglia.

E quante bottiglie smerciate al mese, tra mescita e vendita diretta?
La catena, con undici negozi, ha venduto mediamente 80 mila bottiglie al mese. Ovviamente il numero è destinato a crescere parallelamente all’incremento dei punti vendita.

Uno sguardo alle proposte food.
La carta è la stessa per tutti i negozi, ruota tre volte l’anno e propone piatti di tutte le regioni nonché gli abbinamenti con il vino. Qualche esempio? Il “Tonno delle Langhe”, ovvero carne di coniglio tiepida con insalatina, finocchio fresco, olive taggiasche e vinaigrette di soia e miele che consigliamo in abbinamento con l’Hérzu della cantina Ettore Germano, un Riesling Renano 100% dal profumo floreale e leggermente fruttato. Oppure le pappardelle con funghi porcini al profumo di timo che suggeriamo di provare con un Rosso di Montalcino o l’insalata di pollo ruspante con pomodorini, noci, olive nere, crostini croccanti e salsa al pesto ideale con un Valdobbiadene Prosecco Superiore “Col Credas” della cantina Adami. Inoltre, siamo specializzati in salumi e formaggi.5

Parliamo della formazione.
La curiamo internamente e dura tre settimane. Dedichiamo 14 giorni alla formazione in store nei negozi di Milano o di Verona, e sette alle lezioni in aula per apprendere la gestione di ordini, personale, cucina e vendita del vino.

Due parole sugli eventi in calendario…
Un paio di volte al mese organizziamo sia cene a prezzo fisso con abbinamenti di vino (dai 25 ei 35 euro) sia aperitivi sponsorizzati dalle aziende vinicole per degustare tre bicchieri di vino accompagnati da appetizer (15 euro).

In che modo vi avvalete delle nuove tecnologie?
Per la distribuzione del vino ci affidiamo ai sistemi gestionali già adottati dagli altri marchi del gruppo Calzedonia (tra cui Intimissimi, Tezenis, Falconeri, ndr). Un magazzino centrale in provincia di Verona riunisce gli acquisti e li distribuisce nei punti vendita con un servizio automatico di rifornimento. Questo significa che il personale dei negozi della catena si occupa solo dell’assistenza al cliente e della vendita.signorvino3

Pensate di puntare sull’e-commerce?
In futuro non lo escludiamo, ma per il momento siamo concentrati sul consolidamento della catena off line.

Quali sono gli obiettivi di crescita di Signorvino?
Innanzitutto consolidare la nostra presenza nel Nord Italia con i punti vendita gestiti direttamente dall’azienda e poi, a partire dal 2017, implementare la presenza sul territorio in modo capillare anche nel Centro-Sud con la formula del franchising. Per definire i criteri di affiliazione e per selezionare con cura i nostri partner -e quindi prevenire potenziali danni all’immagine della marca, ndr- dedicheremo un quadrimestre alla realizzazione e all’analisi di test ad hoc.

Nonostante sia ancora presto per parlare di diritto d’ingresso e di royalties, che cosa può anticiparci in merito al contratto di franchising proposto da Signorvino?
Valuteremo store con una superficie di almeno 350 metri quadrati, in posizione centrale ad alta visibilità. Inoltre, sarà un plus l’eventuale presenza di parcheggio. Ovviamente Signorvino garantirà trasmissione del know-how, formazione, fornitura dell’offerta food&beverage e supporto a livello di marketing e di comunicazione.

Per riassumere, quali sono i punti di forza di Signorvino?
Ben 1500 etichette di vini italiani venduti a prezzi competitivi grazie all’assenza di intermediari tra lo scaffale e le vigne; un sistema distributivo basato sulla vendita diretta, semplificato dal magazzino unico e centrale che garantisce un servizio automatico di rifornimento; una formazione interna con uno staff training incaricato di preparare i dipendenti sia con lezioni in aula, sia con l’affiancamento nel punto vendita e un’offerta food gestita a livello nazionale in termini di ricerca dei fornitori, di creazioni dei piatti e di menu.

di Nicole Cavazzuti