Forte ripresa per i consumi di snack dolci e salati

Dinamico e in continua evoluzione e con un giro d’affari che, tra prodotti dolci e salati, sfiora gli 1,5 miliardi di euro annui, il mondo degli snack corre per restare al passo ed anticipare i bisogni dei consumatori.

Col ritorno alla vita fuoricasa, il mercato dei fuoripasto è ripartito (+11,3% gli snack salati e +7,8% quelli dolci nell’anno finito a giugno 2021, secondo Iri) ed è ripartito il carosello dei nuovi prodotti. Molte imprese hanno approfittato dei forzati mesi di lockdown per concentrarsi sul post-Covid e sulle nuove richieste che stavano emergendo dal mercato. In parallelo anche i retailer hanno rivisto l’assortimento a scaffale che oggi è molto ampio ed eterogeneo: si va dalle oltre 220 referenze degli ipermercati alle 60 dei discount. Preferenze che sembrano chiare: snack golosi, che soddisfino il bisogno di gratificazione, ma sempre più salutari e “naturali” e per nuove occasioni di consumo (come l’aperitivo in casa) e per target particolari: sportivi. La Non Patatina Fiorentini (non fritta ma soffiata ad aria), i Triangolini low fat di Náttúra Protein Sport (70% di grassi in meno rispetto alla media) e la linea a base di legumi Veggy Good di San Carlo sono solo alcune delle ultime novità. Molte sono le aziende che ci hanno investito, come Granarolo che ha lanciato gli snack a base di formaggio Groksì e Noberasco.

«Il lancio è coinciso con il lockdown e, quindi, non è stato semplice ma ha dato risultati confortanti – commenta l’amministratore delegato Mattia Noberasco. Anche i risultati di questi mesi confermano che il progetto è di grande interesse per il consumatore, in particolare per un target molto attento a benessere e sport. Sui prodotti plus abbiamo destinato un budget abbastanza ambizioso perché contiamo di aumentare la distribuzione e farli assaggiare il più possibile per farli conoscere. Nel frattempo stiamo continuando a sperimentare ingredienti e le novità potrebbero arrivare entro fine anno».

Che i nuovi segmenti stiano portando valore al mondo degli snack, ampliando la platea dei consumatori, lo conferma la performance dei fuoripasto dolci a base frutta: una nicchia da 23,7 milioni di euro (pari al 3,8% del mercato totale in GDO) ma che sta crescendo in fretta (+37,5% a volume in 12 mesi). «Nonostante il Covid, con la chiusura di bar, uffici, scuole, abbia dimezzato il potenziale dei canali di vendita, nel 2020 Be Kind (terzo player di mercato, ndr) ha continuato a crescere a ritmo sostenuto (+105%), grazie al rapporto con le insegne che hanno rivisto gli assortimenti, e nel 2021 registra tassi di aumento più alti rispetto al mercato», spiega Federico Odella, marketing director di Be-Kind South Europe & East-Med. In questi mesi Be-Kind ha avviato diverse partnership con importanti brand (come Lavazza, Fuze Tea, Powerade e Virgin) per dare visibilità a questo snack.

I nuovi momenti di consumo domestici sono decisivi anche per spingere le vendite di fuoripasto salati, e in particolare di estrusi (+12,3%), e di patatine (+12%), in particolare di quelle “artigianali” (+17%), arrivate a 105 milioni di euro, quasi un quarto del mercato totale. Ma tra gli snack salati il vero fenomeno dell’ultimo anno sono i pop-corn, che, secondo i dati di Unione Italiana Food, hanno messo a segno un +20% a valore e un +30% a volume, raggiungendo i 41 milioni di euro di sell-out. Un segno dei tempi: chiusi i cinema, l’abbinata “pop-corn+film” si è trasferita in salotto, con lo streaming. E il mais soffiato si compra ora al supermercato, dove sono infatti sbarcate le aziende specializzate, orfane dell’horeca, come la piacentina Funfood (leader nel fuoricasa), con la sua versione premium e in barattolo, del classico pop-corn americano.

Fonte: Il Sole 24 Ore