Pagamenti con carta l’Italia si muove: +5,6% nel 2015, guidati da digital e smartphone

I pagamenti digitali avanzano finalmente anche in Italia, fanalino di coda con oltre la metà delle transazioni, caso unico nei Paesi avanzati, ancora ferma sul contante. Oggi solo un acquisto su 5 delle famiglie italiane è fatto in digitale e la gestione del contante costa all’Italia 9,5 miliardi di euro l’anno. Eppure, il ricorso a forme di acquisto diverse da quelle tradizionali sta diventando il motore del cambiamento dell’esperienza di pagamento degli italiani. È cio che è emerso dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano.

Se le stime per il 2015 sui pagamenti via carta di credito è di 164 miliardi di euro (+5,6%), i New Digital Payment complessivamente hanno raggiunto i 21 miliardi di euro (+22% rispetto al 2014). L’apporto decisivo viene proprio, per l’81%, dall’acquisto di beni e servizi e dai pagamenti da PC e tablet e per il 13% da acquisti e pagamenti via Smartphone, che registrano un balzo in avanti del 48% (2,8 miliardi di euro nel 2015). «Ma occorre che i principali protagonisti dell’offerta attivino un sano confronto con il mercato per rendere più attraente l’esperienza d’uso per i clienti» dice Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce.

L’acquisto di beni e servizi via Smartphone (Mobile Remote Commerce di beni e servizi) traina il settore: cresce del 71% e vale 1,7 miliardi. Crescono anche i pagamenti di bollette via Smartphone (+172%) e gli acquisti e prenotazioni nei trasporti: nel 2015 sono state vendute 6 milioni di corse in bus e 6 milioni di corse in car sharing.

Lo smartphone in effetti, in quanto strumento sempre in tasca e interattivo, può avere un ruolo determinante nella diffusione dei pagamenti digitali. Se i servizi Remote sono stati individuati chiaramente e gli attori italiani li stanno già inserendo nei loro wallet (ad esempio pagamento di bollettini, ricariche, pagamento del biglietto del trasporto, trasferimenti p2p), c’è ancora molto lavoro da fare sul fronte delle soluzioni di pagamento Proximity e ancor più sulle funzionalità da utilizzare all’interno del negozio (coupon o programmi fedeltà).
Spunti e idee interessanti sulle funzionalità da inserire nel wallet possono venire dal mondo delle startup: nel 2015 ne state censite 328.

 

Nel punto vendita avanza il contactless

In avanzata anche i pagamenti contacless. Nei negozi, il transato dei Contactless payment e Mobile POS (ovvero i pagamenti mediante carta o telefono contactless) si attesta rispettivamente sui 700
milioni (3%) e 500 milioni (2%) di euro.

pagamenti contactless

Anche l’infrastruttura contactless è pronta: i POS sono raddoppiati (500.000 a fine 2015) e le carte abilitate passano da 12 a 20 milioni: nel 2018 transeranno tra i 6 e gli 8 miliardi di euro. Alle porte anche il Mobile Proximity Payment che ha un potenziale elevatissimo e consentirebbe di avvicinare gli italiani sempre più ai pagamenti elettronici.

infrastrutture_mobilepayment

 

Incentivi pubblici e privati per colmare il divario

«Per colmare il ritardo nella diffusione dei pagamenti digitali in Italia rispetto alla media europea, è a nostro avviso necessario muoversi in due direzioni: consolidare l’offerta di servizi innovativi che facciano davvero leva sull’attrattività del Mobile e mettere in atto un piano di incentivi promosso dal soggetto pubblico – ha spiegato Valeria Portale -. L’Italia gode di un’ottima base infrastrutturale per l’accettazione di pagamenti digitali e di una buona diffusione di carte di pagamento tra la popolazione, in linea o superiore ai paesi europei più sviluppati, segno che il sistema finanziario ha lavorato bene per creare le condizioni necessarie allo sviluppo dei pagamenti digitali. I dati di effettivo utilizzo, tuttavia, collocano il nostro paese agli ultimi posti in Europa. Secondo le nostre stime, la gestione del contante costa all’Italia circa 9,5 miliardi di euro, costi ai quali aggiungere il gettito perso per l’erario – circa 27 miliardi di euro ogni anno – derivante dalla fascia di economia sommersa legata all’utilizzo di contante, in quanto non tracciabile».