Strategie digitali per le imprese Food&Beverage, si può fare di più

Le aziende italiane del Food & Beverage rimandate a settembre nell’indice di socialmediability, con tassi di penetrazion migliorabili in relazione alle potenzialità del settore. È una delle evidenze emerse nel seminario dedicato alle strategie digitali del comparto alimentari, bevande, retail e ospitalità organizzando dal F&B Knowledge Center SDA Bocconi.

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Dall’analisi di 300 casi è emerso ovviamente che il social media più utilizzato è (non poteva essere altrimenti) Facebook, seguito da YouTube, Twitter, Google Plus, Instagram. Ma moda e design, con il 95% delle aziende) e addirittura le banche con l’87% sono più “social” del F&B.

Siamo però di fronte a un approccio massmediatico ai social, che appaiono essere considerati come media tradizionale, e a una gestione più tattica che strategica, più autoreferenziale che relazionale», ha affermato Guido Di Fraia, responsabile dell’Osservatorio Socialmediability. Il 41% delle aziende, infatti, utilizza Facebook e Twitter con finalità informative e comunicative di prodotto più che come strumenti per sviluppare e gestire relazioni con i propri fan o follower.

Su una scala da uno a dieci, quindi l’indice medio di socialmediability delle aziende F&B per quanto riguarda l’orientamento social è di 5,2, per la gestione e cura  è 4,5 e relativamente all’efficacia è 5,3. «Ma vi sono casi di aziende che lavorano bene e hanno ottenuto il voto pieno», precisa D Frua, a dimostrate una eterogeneità delle politiche di uso del web.

di Fabrizio Gomarasca