Tutti pazzi per Starbucks, in 5mila si candidano per lavorare nella prima caffetteria a Milano

I dipendenti della Starbucks Reserve Roastery da poco aperta a Shangai.

Tutti in fila per lavorare nel primo Starbucks italiano che aprirà il prossimo settembre in piazza Cordusio a Milano. Sarebbero ben 5mila, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, le candidature pervenute al colosso del caffè per lavorare nella Reserve Roastery, il format sofisticato pensato per la conquista di quello che i manager di Seattle ritengono il mercato più difficile del mondo per il caffè, e che proprio per questo è stato affrontato tardi e con un certo timore dalla multinazionale della sirena.

Ma ormai il conto alla rovescia è iniziato e alla voglia dei consumatori italiani di vedere che cosa sarà lo Starbucks milanese si affianca il desiderio di molti giovani di lavorare in quella che viene considerata un’insegna trendy e assai stimolante.

«Sono sicuro che la Milan Roastery Reserve avrà successo e spero di far parte di questo progetto, di crescere dentro questa azienda», dice alla giornalista del quotidiano economico Pierluigi, un ventiseienne di origine barese che un lavoro ce l’ha (fa lo steward) ma che pur di lavorare per Starbucks si dice disposto a lasciarlo.

I posti di lavoro nel nuovo locale di piazza Cordusio, che sarà grande 2.400 metri quadri e occuperà l’ex Palazzo delle Poste, saranno 150 e quindi per moltissimi dei candidati trovare un impiego nell’entusiasmante avventura italiana di Starbucks resterà un sogno. Tutti o quasi i candidati sono giovani o giovanissimi, millennials che hanno girato il mondo e che subiscono il fascino di un’insegna che ovunque è nota per il suo prodotto ma anche come luogo accogliente, di incontro, di relax e di lavoro, al punto da essere ribattezzata a Londra “the third place”, ovvero “il terzo posto”, sottintendendo che i primi due sono la casa e il lavoro. «Mi piace come ambiente, per i servizi che offre, oltre che per il caffè e per questo vorrei lavorarci», dice la diciannovenne Sara.

Le candidature sono al vaglio di Martin Brok, presidente Emea di Starbucks, e del general manager della Roastery milanese Giampaolo Grossi, che avrebbero già scremato le 5mila candidature riducendole al numero di 500. Nella Roastery milanese verranno offerti solo caffè da miscele pregiate prodotte da piccoli coltivatori indipendenti e sarà preparato anche uno speciale caffè filtrato sul momento.