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Starbucks aprirà oltre venti nuovi store entro il 2023

Sono esattamente tre anni a settembre da quando Starbucks ha aperto le sue porte in Italia in Piazza Cordusio a Milano, con una delle sei Starbucks Reserve Roastery nel mondo. Per celebrare i tre anni del marchio, Percassi, partner licenziatario unico per l’Italia, ha annunciato oggi un ambizioso piano di investimenti per aprire 26 nuovi negozi Starbucks entro la fine del 2023. Il piano di investimenti creerà fino a 300 nuovi posti di lavoro in due anni, riaffermando l’impegno a lungo termine dell’azienda per una crescita continua in tutta Italia. In collaborazione con Starbucks, Percassi aprirà entro la fine del 2021 tre dei suoi nuovi negozi – due in Lombardia e un secondo negozio a Torino. Altre 11 aperture sono previste nel 2022, con ulteriori 12 opening nel 2023. I nuovi negozi saranno situati in posizioni privilegiate in tutto il Centro e Nord Italia. I nuovi store comprenderanno una serie di nuovi format, fondendo l’esperienza fisica del negozio con l’innovazione digitale, per permettere a Starbucks di soddisfare le esigenze dei clienti ovunque si trovino durante la giornata e di iperpersonalizzare la loro Starbucks Experience.

Matteo Morandi, AD di Percassi Retail Group, ha commentato: “Lavorando in partnership con Starbucks siamo davvero entusiasti di espandere nei prossimi anni il nostro portfolio di negozi in modo così esteso e accrescere la nostra offerta per i coffee lover di tutta Italia. Man mano che questo evolverà, i format e le location dei nuovi punti vendita saranno attentamente personalizzati per dare vita al meglio della Starbucks Experience, assicurandoci di continuare a soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei nostri clienti italiani”.

Vincenzo Catrambone, General Manager di Starbucks Italia, ha dichiarato: “Un enorme ringraziamento va ai nostri partner in Italia, che con dedizione indossano il loro green apron e che negli ultimi tre anni sono riusciti a costruire relazioni importanti con i nostri clienti. Attraverso i nostri piani di espansione e la gamma di nuovi format di negozi, continueremo a soddisfare le esigenze dei nostri clienti durante tutta la giornata”.

Starbucks si impegna a utilizzare caffè proveniente da approvvigionamento etico in collaborazione con Conservation International. il nostro approccio etico all’acquisto del caffè ha le sue fondamenta nel programma C.A.F.E. (Coffee and Farmer Equity) Practices.

La famiglia STARBUCKS Ready to Drink si allarga con tre nuovi gusti di Frappuccino

STARBUCKS Ready to Drink ha lanciato nuovi gusti per affrontare con la giusta carica le festività natalizia. Alle cup della linea STARBUCKS Chilled Classics nelle varietà Caffè Latte, Cappuccino e Caramel Macchiato si aggiunge infatti oggi la gamma dei Frappuccini, nei tre gusti al Caffè, Caramel e Mocha. Delizie pronte da gustare a casa, in macchina, in ufficio o in qualunque momento si desideri una pausa di gusto.

Dal pratico bicchiere «to go» delle cup si passa alla comoda bottiglietta in vetro da 250ml del Frappuccino, entrambi formati perfetti per godersi un momento di freschezza in una meritata pausa senza pensieri dalla routine quotidiana. Gli amanti del caffè troveranno i tre nuovi gusti di Frappuccino a partire da fine novembre nei banchi frigo in una selezione dei migliori punti vendita.

Le cup Chilled Classics e i tre nuovi Frappuccini condividono l’alta qualità del caffè STARBUCKS e si distinguono per il target a cui si rivolgono. I primi sono pensati per i Millennials alla ricerca di una pausa di gusto nella frenesia dei loro impegni quotidiani, mentre il Frappuccino è la bevanda ideale per i più giovani, i Gen-Z, sempre alla ricerca di un modo originale per affrontare la giornata anche nei momenti di pausa o di condivisione con gli amici.

Inoltre tutti gli amanti del Natale potranno cercare la limited edition di STARBUCKS Chilled Classics Caffè Latte in versione rossa.

I prodotti STARBUCKS ready to drink sono distribuiti in Italia da Eurofood, che da oltre 30 anni importa e distribuisce in esclusiva per il mercato italiano le migliori specialità alimentari e beverage da 50 Paesi e 5 Continenti: un viaggio intorno al Mondo per anticipare mercati, scoprire nuovi trend e introdurre nuovi consumi interpretando e precorrendo le evoluzioni del gusto.

Le Starbucks Chilled Classics arrivano nel banco frigo dei supermercati

Eccole arrivate al banco frigo dei supermercati italiani: sono loro, le cup della linea Starbucks Chilled Classics nelle varietà Caffè Latte, Cappuccino e Caramel Macchiato. Distribuite in Italia da Eurofood spa, sono oggi presenti  in Esselunga, Coop Liguria, Famila, Grandi Magazzini Fioroni, Arca, F.lli Arena, Elite Supermercati e Chef Express.

Ispirate alle proposte più amate dai consumatori delle Starbucks Coffee House, le nuove cup fredde possono contare sugli anni di esperienza Starbucks nella produzione del caffè, presente nel prodotto con una percentuale del 20%. Sono, infatti, realizzate esclusivamente con ingredienti di alta qualità e con la stessa miscela utilizzata nelle caffetterie Starbucks. L’espresso forte e corposo proviene da caffè certificato 100% Arabica, coltivato ​​in condizioni eque e sostenibili, come certificato dal logo Fair Trade, mentre la cremosità del latte dona alle bevande un tocco delicato. Nel pratico bicchiere «to go», le nuove cup di Starbucks sono perfette per godersi un momento di freschezza in una meritata pausa senza pensieri dalla routine quotidiana.

Le tre varietà

CAFFÈ LATTE: Mix di STARBUCKS® Espresso e latte cremoso, per rendere il Caffè Latte tradizionale un delizioso piacere rinfrescante.

CARAMEL MACCHIATO: Caramel Macchiato è un goloso mix di espresso forte STARBUCKS® e latte cremoso, con un dolce gusto di caramello.

CAPPUCCINO: Un mix goloso di STARBUCKS® Espresso e latte cremoso, leggermente dolce con una spolverata di cacao.

Amazon in vetta al Most Valuable Global Retail Brand. Ma Alibaba lo tallona

E parliamo di Most Valuable Global Retail Brand: a chi va quest’anno l’ambito titolo?

Ce lo dicono il ranking ed il report dello studio BrandZ Top 75 Most Valuable Global Retail Brands, che analizzano i brand di distribuzione con focus moda, lusso e fast-food, brand che raggiungono un valore di 1.400 miliardi di dollari, con una crescita di 339 miliardi (+24%).

In pole position (e non sorprende) svetta Amazon (315.5 miliardi di dollari), che  rappresenta circa un quarto (23%) del valore totale dei Top 75 Global Retail Brands. Occhio però: il gigante cinese dell’e-commerce, Alibaba, lo tallona al secondo posto, offrendo più elementi innovativi di Amazon. Un esempio? L’attivazione di partnership con Starbucks (n.7 nel ranking) che gli permette di averlo appunto in tutte le properties Alibaba, innovando in modo dirompente il modello logistico per offrire consegne super-veloci. Il valore del suo brand è cresciuto del 48% raggiungendo i 131.2 miliardi di dollari, permettendogli di superare McDonald’s (terzo in classifica). Il colosso dei fast food, nonostante il sorpasso, è ancora il retailer food di maggior valore a livello globale. E’ riuscito a rispondere con successo alla domanda crescente di cibo più salutare e packaging più sostenibile per il pianeta. Migliorando la consegna inoltre, con una partnership con Uber Eats, ha sostenuto la crescita di quest’ultimo (+18%) e gli ha permesso di raggiungere un valore di brand pari a 130.4 miliardi di dollari.

Se guardiamo all’abbigliamento, vediamo che Nike è il primo retailer nel comparto (n.5 nel ranking retailer globale) con un valore di 47.4 miliardi di dollari, mentre Adidas (n.20) è cresciuto comunque del 13% ed ha raggiunto i 13.4 miliardi di dollari. Levi’s – che ha rifocalizzato negli ultimi anni il proprio posizionamento sulle donne, con una decisa crescita in mercati, come Italia e Cina – entra nel ranking alla 74^ posizione, con un valore di 2.4 miliardi di dollari.

Interessanti anche la performance del discount ALDI (n.19 ranking), che sta modificando il format distributivo altamente standardizzato dei propri punti vendita verso proposte, come l’offerta di cibo pronto a consumatori in mobilità, nei loro viaggi giornalieri da e per il luogo di lavoro, proposte innovative per il proprio modello di business che offrono maggior flessibilità per i clienti e miglior servizio nella soddisfazione della shopping trip mission.

La brand equity condiziona in positivo il posizionamento di IKEA (n.15) che vede una crescita del proprio brand value nel 2019, pur con una proposizione di basso prezzo, attraverso la costruzione di brand forti e l’offerta di un’esperienza d’acquisto positiva e coinvolgente. Mentre la consapevolezza del consumatore sui costi ambientali del fast fashion inizia ad avere impatto sui retailer – Zara (-10% oggi a 22.6 miliardi di dollari) ed H&M (-39% a 6.4 miliardi di dollari) stanno accusando il colpo della crescita recente della preoccupazione dell’opinione pubblica sui temi ambientali, come il costo di produzione, trasporto e vendita dei prodotti usa e getta.

Metodologia

Ranking BrandZ™ Top 75 Most Valuable Retail Brands è lo studio(report e ranking) commissionato da WPP, che Kantar effettua a livello mondiale ormai da 3 anni grazie alla competenza specialistica degli esperti in brand equity.

Si tratta di uno studio sulla Brand Equity e la valutazione del Brand volto ad evidenziare la forza dell’asset intangibile “marca” nel produrre crescita e valore finanziario. La metodologia, unica nel suo genere, rispecchia quella usata per calcolare il ranking annuale BrandZ Top 100 Most Valuable Global Brands

Starbucks debutta a Milano con una magica fabbrica del caffè

In fondo è tutto iniziato anni fa nella mente del fondatore di Starbucks, Howard Schutz, che trentenne nel 1983 venne in viaggio a Milano, come ha spiegato emozionato alla presentazione per la stampa. E, affascinato dalla cultura del caffè italiana, che significa anche e soprattutto socialità e accoglienza, immaginò come sviluppare la sua azienda, ispirandosi proprio al buon vivere italico. Oggi Starbucks è il primo torrefattore e rivenditore di caffè nel mondo con oltre 25.000 negozi in tutto il mondo. Ma fino ad ora nessuno in Italia. Il primo caffè alto di gamma, terza Roastery al mondo dopo Seattle e Shangai, apre le porte al pubblico il 7 settembre alle ore 9 in piazza Cordusio a Milano, nell’antico palazzo delel poste, ed è “il cerchio della storia di Starbucks che si chiude”.

[Not a valid template]Non uno Starbucks qualunque dunque (anche se Schultz ha confermato che apriranno altri Starbucks entro l’anno a Milano, in collaborazione con il partner licenziatario Percassi), ma uno spazio di grande impatto che offre “tutto il meglio di Starbucks” e che presenta un vero e proprio palcoscenico sul fantastico mondo del caffè, variegato e caleidoscpico ma che noi italiani spesso vediamo a due dimensioni: miscela ed espresso.
Un sorta di fabbrica del cioccolato à la Willy Wonka dove poter gustare, odorare ma anche seguire la lavorazione dal chicco verde alla tazzina, con un caffè estratto in vari metodi. Tutto il caffè servito e venduto è torrefatto all’interno della Roastery dalla gigantesco tostatrice. L’effetto “wow” è assicurato dal caffè che sfreccia sopra le teste dei clienti dentro tubi in rame con “finestre” tasparenti che finiscono in silos posizionati nei vari bar della Roastery, dove è possibile assaporare la freschezza del caffè Reserve, o attraverso la linea di confezionamento, dove viene impacchettato per essere venduto o distribuito negli Starbucks di tutta Europa, Medio Oriente e Africa.
La Reserve Roastery di Milano, gestita direttamente dall’azienda, va a consolidare l’investimento aziendale nel suo brand esclusivo come parte della sua strategia di sviluppo generale, fungendo inoltre da base per l’innovazione commerciale e prodotto dei suoi negozi principali nel resto del mondo. 

Nestlè paga 7,15 miliardi di dollari per vendere prodotti con il brand Starbucks

È costato a Nestlè 7,15 miliardi dollari (6 miliardi di euro) l’accordo che consentirà alla multinazionale svizzera di vendere caffè con il marchio Starbucks a supermercati, ristoranti e catering, comprese capsule Nespresso con il marcio della sirena. Con questa “alleanza globale” secondo Bloomberg, le due aziende “uniscono le forze per ringiovanire i loro imperi del caffè”, mentre una nota della compagnia di Seattle parla di “accelerare e crescere la diffusione globale del brand Starbucks nel largo consumo e nella ristorazione”, sia nel mercato casalingo che nel fuoricasa.

Grazie all’accordo Nestlé potrà anche vendere e distribuire i caffè in grani e altri prodotti.

“Questa alleanza globale del caffè porterà l’esperienza di Starbucks nelle case di milioni di persone in più in tutto il mondo grazie alla diffusione e alla reputazione di Nestlé” ha detto Kevin Johnson, presidente e Ceo Starbucks -. L’accordo storico fa parte del nostro attuale sforzi di focalizzare ed evolvere la nostra azienda per incontrare i bisogni del consumatore e siamo orgogliosi di lavorare con una compagnia con la quale condividiamo i nostri valori”.

“Questa transazione è un passo significativo per le nostre vendite di caffè, che è la categoria di Nestlé con la crescita maggiore – ha dichiarato Mark Schneider CEO di Nestlé -. Con Starbucks, Nescafé e Nespresso uniamo tre marchi iconici nel mondo del caffè. Siamo entusiasti di lavorare con Starbucks con la quale condividiamo la passione per il caffè di alta qualità e siamo considerati leader globali per i loro approvvigionamenti sostenibili della materia prima”.

Le due compagnie lavoreranno congiuntamente per creare nuovi, innovativi prodotti e Nestlè punta in particolare ad espandere la sua presenza sul mercato nordamericano. 

L’accordo che dovrà passare il vaglio degli enti regolatori, dovrebbe finalizzarsi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno 2018. Dall’accordo sono esclusi i caffè solubili, il tè e i succhi.

L’accordo non avrà nessun effetto sulle 28mila caffetterie in tutto il mondo della compagnia di Howard Schultz. Il quale in occasione del suo intervento a Seeds & Chips ha dichiarato che il primo store in Italia, una Roastery con il partner Percassi, aprirà i primi di settembre nell’edificio delle ex Poste in Piazza Cordusio a Milano, dove i lavori fervono ormai da tempo.

 

 

Tutti pazzi per Starbucks, in 5mila si candidano per lavorare nella prima caffetteria a Milano

I dipendenti della Starbucks Reserve Roastery da poco aperta a Shangai.

Tutti in fila per lavorare nel primo Starbucks italiano che aprirà il prossimo settembre in piazza Cordusio a Milano. Sarebbero ben 5mila, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, le candidature pervenute al colosso del caffè per lavorare nella Reserve Roastery, il format sofisticato pensato per la conquista di quello che i manager di Seattle ritengono il mercato più difficile del mondo per il caffè, e che proprio per questo è stato affrontato tardi e con un certo timore dalla multinazionale della sirena.

Ma ormai il conto alla rovescia è iniziato e alla voglia dei consumatori italiani di vedere che cosa sarà lo Starbucks milanese si affianca il desiderio di molti giovani di lavorare in quella che viene considerata un’insegna trendy e assai stimolante.

«Sono sicuro che la Milan Roastery Reserve avrà successo e spero di far parte di questo progetto, di crescere dentro questa azienda», dice alla giornalista del quotidiano economico Pierluigi, un ventiseienne di origine barese che un lavoro ce l’ha (fa lo steward) ma che pur di lavorare per Starbucks si dice disposto a lasciarlo.

I posti di lavoro nel nuovo locale di piazza Cordusio, che sarà grande 2.400 metri quadri e occuperà l’ex Palazzo delle Poste, saranno 150 e quindi per moltissimi dei candidati trovare un impiego nell’entusiasmante avventura italiana di Starbucks resterà un sogno. Tutti o quasi i candidati sono giovani o giovanissimi, millennials che hanno girato il mondo e che subiscono il fascino di un’insegna che ovunque è nota per il suo prodotto ma anche come luogo accogliente, di incontro, di relax e di lavoro, al punto da essere ribattezzata a Londra “the third place”, ovvero “il terzo posto”, sottintendendo che i primi due sono la casa e il lavoro. «Mi piace come ambiente, per i servizi che offre, oltre che per il caffè e per questo vorrei lavorarci», dice la diciannovenne Sara.

Le candidature sono al vaglio di Martin Brok, presidente Emea di Starbucks, e del general manager della Roastery milanese Giampaolo Grossi, che avrebbero già scremato le 5mila candidature riducendole al numero di 500. Nella Roastery milanese verranno offerti solo caffè da miscele pregiate prodotte da piccoli coltivatori indipendenti e sarà preparato anche uno speciale caffè filtrato sul momento.

Il retail sostiene il vicinato: Starbucks apre a Queens il suo primo community store

Starbucks punta sulla responsabilità sociale d’impresa “locale” e apre nel Queens a New York il suo primo community store, negozio incentrato sulla vita della comunità: ne seguiranno altri 15. È un trend crescente nel retail, inaugurato da Nike a Brooklyn, quello di aprire un punto vendita “localizzato” in zone disagiate della città e che alla comunità offre non solo prodotti ma anche servizi e un luogo di aggregazione che, in qualche modo, ha l’ambizione di porre un argine alle difficoltà economiche e sociali vissute dalla popolazione che orbita nelle vicinanze.

Starbucks-Queens-1Il nuovo Starbucks di Queens, quartiere multietnico di New York noto alle cronache nere negli anni ’90 per lo spaccio di droga, sorge all’angolo tra Sutphin Boulevard e 89th Avenue, ed è solo il primo di una serie di locali che apriranno in varie zone a medio o basso reddito degli Stati Uniti, almeno 15, con l’obiettivo di supportarne lo sviluppo economico e sociale. Ogni caffetteria, oltre ai tradizionali spazi caratteristici della catena, avrà un’aula a disposizione delle organizzazione no-profit locali che lavorano per dare formazione professionale tramite corsi dedicati ai giovani della zona, spesso disoccupati e già fuori dal sistema scolastico.

A Queens i corsi vertono su food, servizio e ristorazione: “Stiamo adattando il nostro know how per dare un’opportunità ai giovani del quartiere. Li formeremo perché possano intraprendere carriere nella ristorazione e nel settore alimentare – spiega Ben Thomases, direttore esecutivo dell’organizzazione Queen’s Community House -. Starbucks è nota per la qualità del suo servizio e sappiamo che queste abilità possono essere trasferite a una serie di posizioni nella ristorazione, ma anche altrove.” Il focus è sulla responsabilità sociale, sull’impiego di mano d’opera locale (che tra l’altro conosce il luogo e ha contatti con i clienti spesso diretti) ma anche sulla personalizzazione del punto vendita che si vuole legato al genius loci, anche se in qualche modo risulta standardizzato per il solo appartenere a una catena. Ci stiamo allontanando anni luce dall’ottica McDonald’s di trovare lo stesso panino (e lo stesso layout) ovunque nel mondo (e lo sta capendo anche McDonald’s).

Starbucks-Queens-2Chissà se il concept sarà riprodotto anche in Italia, magari in zone notoriamente disagiate come Scampia, dove da due anni Conad è intervenuta presso l’Istituto tecnico industriale G. Ferraris con il progetto Resto al Sud Academy, la scuola online rivolta a giovani talenti digitali nata con il contributo di Conad, della scuola di formazione di Ninja Marketing e di Tiscali. Sicuramente non lo farà nel primo punto vendita, previsto in centro a Milano nel 2017. Ma in seguito, chissà.

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Starbucks annuncia lo sbarco in Italia nel 2017. Ed è ancora Percassi

Howard Schultz, Ceo di Starbucks, a Milano.

Alla fine è ufficiale: Starbucks annuncia che aprirà il primo store a Milano all’inizio del 2017. E dietro c’è ancora una partnership con Percassi, asso pigliatutto degli iconici marchi stranieri al debutto in Italia, che è stato scelto come licenziatario di Starbucks in Italia, è sarà proprietario e gestore dei locali.

L’intenzione di Starbucks è quella di aprire caffè in tutta Italia, in collaborazione con Percassi, proprio iniziando da Milano.

“Siamo consapevoli di affrontare una sfida unica, portando Starbucks in Italia, il paese del caffè per eccellenza e confidiamo che gli Italiani siano pronti per vivere appieno l’esperienza del brand Starbucks, come avviene in molti altri mercati – ha dichiarato Antonio Percassi, Presidente della business company Percassi.

Come si legge in una nota “Percassi condivide i valori di Starbucks e la sua passione per la storia e l’eredità culturale italiana e saprà combinare l’expertise locale con la dimostrata capacità di trasformare ogni singolo locale in un’esperienza unica e molto emozionante per tanti nuovi clienti italiani”.

La compagnia americana ha sottolineato nel comunicato di annuncio dello “sbarco in Italia” come sia particolarmente significativo questo passo per la società, che oggi vanta oltre 23mila locali in tutto il mondo, in quanto 33 anni fu proprio a Milano che il Ceo di Starbucks Howard Schultz, allora a capo di una manciata di caffè a Seattle, ebbe l’ispirazione per portare “lo spirito del bar italiano” nei suoi locali con “la passione per la comunità, il loro senso dell’amicizia e il gusto per la qualità”.

“La storia di Starbucks è direttamente legata al modo in cui gli italiani hanno creato e realizzano la perfetta tazzina di caffè espresso. Tutto ciò che abbiamo fatto ha le sue basi in queste meravigliose esperienze che abbiamo avuto in Italia e abbiamo aspirato ad essere dei rispettosi rappresentanti di questa eredità per 45 anni” ha detto Schultz. “Ora proveremo, co grane umiltà e rispetto, a condividere quello che abbiamo fatto e quello cheabbiamo imparato con la nostra prima apertura in Italia, Il nostro proprio locale sarà progettato con un dettaglio scrupoloso e grande rispetto per la gente e la cultura le caffè italiane. E la mia speranza è che creeremo un senso di orgoglio per i nostri partner, in modo che ognuno entrando nel nostro negozio potrà dire: “Ci siamo riusciti, l’abbiamo pensato nel modo giusto””.

L’ingresso più volte annunciato dunque ora è cosa fatta. Se la cosa funzionerà, nel Paese dei bar, dei baristi e del caffè, questo si vedrà. Magari grazie all’asso nella manica della tecnologia e del servizio.

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