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Anna Muzio

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Il noleggio auto entra in Payback Italia con Hertz

Nuove opportunità per i clienti del programma fedeltà Payback Italia del Gruppo American Express, grazie all’entrata di un nuovo partner, la società di autonoleggio Herz.

L’accordo permetterà ai possessori di una carta Pyback di noleggiare con Hertz a condizioni particolarmente vantaggiose e accumulare fino a quattro punti fedeltà per ogni euro speso. Inoltre, fino al 30 novembre, i clienti Hertz hanno la possibilità di partecipare alla promozione di lancio, che prevede doppi punti su ogni noleggio in Italia e all’estero.

«Grazie a questa importante e prestigiosa partnership con Hertz, Payback entra nel mondo dell’autonoleggio. Con la sua forte presenza su tutto il territorio italiano, Hertz rappresenta un’eccellenza del settore e permette a Payback di compiere un altro importante passo nel suo percorso di crescita, con l’obiettivo di continuare a rendere sempre più vantaggiose le offerte per tutti i suoi clienti» ha commentato Luca Leoni, Amministratore Delegato di Payback Italia.

In Italia Hertz è caratterizzata da una forte presenza su tutto il territorio nazionale con oltre 200 agenzie. Tra i marchi presenti nel parco Hertz: Fiat-FCA, Audi, Nissan, Toyota, Volvo, Smart, con veicoli sia a benzina che elettrici.

«Hertz è orgogliosa di essere partner di un gruppo così innovativo, dinamico e premiante sul fronte della strategia per i clienti – ha detto Massimiliano Archiapatti, Amministratore delegato di Hertz italiana –. Payback ha uno spiccato profilo digital, è all’avanguardia sul fronte dei servizi e delle tecnologie con cui si rivolge ai clienti e ha una rete partner molto ampia e variegata. In futuro, sarà quindi possibile creare numerose sinergie e interessanti attività promozionali tra i vari partner, per offrire ai nostri clienti vantaggi sempre più tangibili».

Prima stazione di ricarica Share’ngo per Carrefour che promuove la mobilità sostenibile

Carrefour ha inaugurato oggi nel parcheggio del supermercato di via Farini a Milano la prima la prima stazione di ricarica Share’ngoUn aiuto verso la mobilità cittadina sostenibile grazie all’utilizzo di minicar elettriche, proposte per fare la spesa e comodamente parcheggiate davanti al supermercato, nonché offerte a prezzi promozionali.

«Entro la fine dell’anno ne arriveranno altre sette, sempre a Milano, dove saranno gradualmente coperti i 32 punti vendita della città, per poi puntare su Roma. La volontà è quella di portare le isole di ricarica in ogni parcheggio sufficientemente grande per contenerle. Con un vantaggio reciproco: il cliente trova l’auto davanti al punto vendita e la affitta, e sceglie il punto vendita perché ha questa nuova opportunità di spostarsi” ha detto Carlo Bacchetta, Direttore Sviluppo Commerciale Supermercati Carrefour Italia.

Per promuovere l’uso di questi mezzi, agili ed ecologici, in città l’insegna ha pensato a vari incentivi: un bonus di 5 euro e il 20% di sconto iscrivendosi al servizio come cliente Carrefour, il blocco della macchina gratuito per 30 minuti durante la spesa davanti al punto vendita e 50 minuti di guida gratuiti ogni 1000 punti della carta fedeltà Payback (il doppio del valore in euro).

La colonnina per la ricarica delle auto elettriche Share&Go.L’iniziativa si inserisce in un’ottica di sensibilizzazione dei clienti sui vantaggi della mobilità condivisa ed elettrica in chiave di sostenibilità ambientale, e ha il fine di promuovere comportamenti ecosostenibili ed efficienti soprattutto nelle grandi città come Milano.

“La partnership con Share’ngo è un’ulteriore dimostrazione dell’impegno di Carrefour nell’ambito della sostenibilità ambientale, attestato anche dal recente ottenimento della certificazione UNI CEI EN ISO 50001 che certifica che tutti i processi di gestione dell’energia di Carrefour Italia sono ben gestiti e ben controllati” si legge in una nota.

 

Carlo Bacchetta, Direttore Sviluppo Commerciale Supermercati Carrefour Italia, Marco Granelli, Assessore a Mobilità e Ambiente del Comune di Milano, Emiliano Niccolai, Amministratore delegato di Share’ngo-CS Group SpA e Luca Mortara, Direttore Marketing di Share’ngo-CS Group SpA.
Carlo Bacchetta, Direttore Sviluppo Commerciale Carrefour Italia, Marco Granelli, Assessore a Mobilità e Ambiente del Comune di Milano, Emiliano Niccolai, Ad e Luca Mortara, Direttore Marketing di Share’ngo-CS Group SpA.

«Siamo orgogliosi di aver realizzato un progetto volto a incentivare i clienti all’utilizzo della moderna e sostenibile mobilità condivisa. Questa iniziativa rispecchia a pieno la nostra visione e il nostro impegno verso un sempre minore impatto ambientale unito alla possibilità di fornire un servizio di alto livello e innovativo in linea con la strategia di Carrefour market sempre più vicina e attenta alle esigenze dei propri clienti» ha commentato Stephane Coum, Direttore Supermercati Carrefour Italia.

Moda online, Zalando e Zara al top, scarse perfomance online per il Made in Italy

Perde terreno la moda italiana quanto meno in termini di fast fashion, a partire dal web, con l’e-commerce verso il settore che pure secondo gli ultimi dati sta crescendo a due cifre (+27% secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano): lo rivela l’ultima classifica di BEM Research sulle perfomance dei siti di fashion a ottobre 2016, che vedono svettare ai primi posti tutti brand stranieri, la tedesca Zalando e la spagnola Zara in cima alla classifica.

Zalando conferma il risultato ottenuto già lo scorso mese. La classifica stilata da BEM Research vede poi in seconda posizione Zara, brand di moda spagnolo che dispone di una rete di vendita globale. Sul podio si piazza anche Asos, società inglese che rispetto a settembre scala diverse posizioni della classifica. Tra i top-five si posiziona un altro brand tedesco, Adidas, che perde alcune posizioni rispetto al mese precedente. Il quinto gradino è della francese Spartoo (ottava a settembre).

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Soffrono i brand italiani

Mentre escono dalla Top 5 brand per la performance online H&M e Deichmann, soffrono in particolare i marchi italiani: l’unico a rientrare nei primi 10 è Liu Jo, azienda emiliana specializzata nel prêt-à-porter donna, uomo e bambino, mentre nei tra i 35 entrati nel BEM Rank troviamo (solo?) il calzaturificio S.C.A.R.P.A., l’azienda specializzata nell’intimo donna e uomo Intimissimi e Benetton.

Nel complesso l’indice del settore moda ha registrato una flessione dell’1,3% rispetto al mese precedente. In aumento del 4% rispetto a un anno fa sono invece le ricerche su Google di termini connessi all’abbigliamento.

«I produttori di abbigliamento italiani continuano a vivere un momento difficile – spiega Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research – Secondo le statistiche dell’Istat la produzione industriale nel settore è diminuita nei primi 8 mesi dell’anno di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Se confrontata con il periodo pre-crisi, la perdita di produzione in uno dei settori chiave dell’economia italiana è pari a circa il 24%. I problemi del comparto moda sono comunque più profondi e la crisi li ha soltanto esacerbati».

Già nella prima parte degli anni 2000 infatti il settore dell’abbigliamento aveva lasciato sul terreno il 15% della produzione industriale. Secondo Marsella «Uno dei problemi chiave del settore è legato proprio alla scarsa confidenza delle imprese con il web. Nel 2013 appena il 5% delle aziende italiane ha effettuato vendite utilizzando il canale e-commerce, secondo l’ultima indagine sull’utilizzo di tecnologie dell’informazione e telecomunicazione (ICT) condotta dall’Istat. Anche considerando solo le grandi aziende tale quota non supera il 35%. Per rilanciare il made in Italy nel mondo è cruciale che le aziende italiane prestino molta più attenzione al digitale».

Sempre sul fronte web va però detto che i dati vedono una performance di vendite online nettamente migliore all’estero. Quasi la metà delle vendite del settore (42% per la precisione) sono infatti effettuate oltre confine. “La forza e la notorietà dei brand, le competenze digitali sviluppate nel corso degli anni da alcune Dot Com italiane e da alcune boutique multibrand, unitamente alla carenza di offerta sui canali tradizionali all’estero, sono le ragioni del successo dell’Abbigliamento fuori dai confini nazionali” spiegano all’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano.

I coupon digitali personalizzati saranno 362 miliardi nel 2020, spinti da social e IA

Sempre più personalizzati e mirati, sempre più digitali, e, ovviamente, convogliati su smartphone tramite tecnologie di prossimità quali i beacon: è questo il futuro delle promozioni secondo Juniper Research che dà anche i numeri: tra cinque anni nel 2021 raggiungeranno globalmente quota 362 miliardi, il 60% in più rispetto agli attuali 224 miliardi.

Secondo la ricerca, Mobile & Online Coupons: Loyalty & Beacon Engagement 2016-2021 la crescita sarà dovuta in parte alla volontà dei retailer di proporre promozioni sempre più mirate e personalizzate.

Tra i nuovi sistemi utilizzati dalle aziende saranno sempre più utilizzati i Bot, programmi di intelligenza artificiale (IA) in grado di interagire online con il cliente tramite i canali social o programmi di chat o messaggistica come Facebook Messenger. Tra i retailer che stanno giù utilizzando questo tipo di applicazioni c’è il super tecnologico Domino’s Pizza e Iceland Air.

Tecnologia meno avanzata ma al momento più diffusa è quella degli aggregatori di promozioni sui canali social, Coupy in India e PennyCat in Nord America, ma anche in Italia yooDeal, youppit e Dealrapido.

La diffusione dei beacon, i dispositivi bluetooth ideati per interagire con il cliente con un breve raggio e testati in Italia dall’insegna Végé (vedi Tra beacon e prossimità Végé immagina lo store del futuro), su larga scala secondo la ricerca sarebbe stata bloccata da questioni pratico-legali. Il principale ostacolo sarebbe la necessità da parte del cliente di decidere di partecipare al coinvolgimento online con un marchio o un retailer, tramite l’installazione della sua app sul proprio smartphone o seguendo il suo account sui social media. Un problema che potrebbe essere superato grazie all’uso di più canali d’accesso come un browser we (già utilizzato dai beacon di Google).

Ciò che più interessa poi dei beacon lato retailer è la mole di dati utili e di valore che sono in grado d raccogliere, come sottolinea Lauren Foye, autrice della ricerca: “Uno dei più importanti strumenti in mano ai retailer è la conoscenza dei propri clienti. Tracciando i loro movimenti nel punto vendita è possibile inviare loro offerte e azioni di marketing mirate, e allo stesso tempo raccogliere dati e statistiche di gran valore per l’azienda, che possono essere in seguito utilizzati per incrementare le vendite”.

Lidl lancia una linea premium dedicata al Natale

Una linea premium pensata per le festività natalizie: è la novità di Lidl sugli scaffali al 31 ottobre. È la linea Deluxe, linea premium di Lidl composta da prodotti di prima scelta ma a prezzi accessibili, nel pieno rispetto della filosofia della catena di supermercati.

lidl_sformato-di-patate-deluxe-largeSono oltre 260 le referenze e spaziano dalle eccellenze regionali, come il culatello o la caponata di melanzane, alle specialità gastronomiche di pregio, come i tagliolini o gli gnocchi al tartufo e il battuto di olive Leccino. Alcuni di questi prodotti fanno parte della selezione del Gambero Rosso, che dal 2014 collabora con Lidl Italia, selezionando le referenze di maggior pregio presenti nella cantina Lidl e nelle linee “Deluxe” e “Italiamo”, in vendita nei punti vendita dell’insegna tedesca.

Si chiama Favorina invece la linea di prodotti dolciari dedicati al Natale, nei punti vendita Lidl dal 17 ottobre. La gamma di circa 50 referenze racchiude il meglio della tradizione natalizia italiana e dei Paesi del nord Europa. Pan di zenzero, marzapane, biscotti alla cannella si affiancano a pandori, panettoni, torroni e molto altro. I prodotti sono contraddistinti da un ottimo rapporto qualità/prezzo, in linea con tutte le proposte della catena.

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Alì apre a Tombelle il 110° punto vendita

Continua l’espansione di gruppo Alì  in Veneto: un nuovo supermercato Alì ha aperto a Tombelle, in via Vigonovese, 134. A distanza di un mese dall’ultima apertura, sempre nel territorio padovano, arriva il punto vendita numero 110, che porta a quota 47 il numero di Alì presenti nella provincia di Padova.
«Il nostro impegno – ha detto il Presidente Alì S.p.A. Francesco Canella – sarà quello di contribuire alla crescita del territorio, attraverso il miglioramento del benessere sociale e della ricerca di soluzioni sempre nuove come risposta alle sfide che ci pone questa società in continua evoluzione. Continueremo a soddisfare i clienti con la qualità al miglior prezzo, e ci impegneremo a favorire l’occupazione e il lavoro delle PMI del territorio, a migliorare l’ambiente dove operiamo e a sostenere iniziative benefiche o progetti a favore della collettività, confermandoci un’azienda veneta a conduzione familiare profondamente radicata nel territorio».

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Ottica green

Il nuovo punto vendita, in classe energetica A4, è dotato di impianto fotovoltaico, ha un moderno impianto di illuminazione total led che contraddistingue ormai tutte le nostre nuove aperture da due anni a questa parte, recupera totalmente l’energia calda prodotta dai frigoriferi consentendo di non utilizzare più il gas metano e di provvedere a coprire l’intero fabbisogno di acqua calda sanitaria.

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Un fitto calendario di animazioni accompagnerà la clientela dal giorno dell’inaugurazione, con musica dal vivo, laboratori scientifici e giochi alla scoperta del mondo della natura, laboratori ludico didattici e concerti con il complesso bandistico locale, e, per i primi giorni, la colazione gratuita.

pasticceria2All’inaugurazione erano presenti il Sindaco di Saonara Walter Stefan e il Sindaco di Vigonovo Andrea Danieletto e la famiglia Canella.

 

I reparti, dal bio alla pescheria

biologico

macelleria

pescheria

 

 

 

Auchan promuove sport e benessere nelle scuole con “Generazione Atletica”

Un aiuto concreto per promuovere l’attività sportiva, e in particolare l’atletica, nelle scuole medie, punto dolente spesso per mancanza di strutture e risorse: è “Generazione Atletica”, iniziativa della Federazione Italiana di Atletica Leggera costruita quest’anno in collaborazione con gli ipermercati Auchan e i supermercati Simply. Il progetto è stato presentato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ed è un’iniziativa della Federazione Italiana di Atletica Leggera, costruita quest’anno in collaborazione con gli ipermercati Auchan e i supermercati Simply per promuovere l’atletica e i suoi valori nelle scuole secondarie di primo grado di 14 città italiane.

Non solo “Generazione Atletica” promuoverà l’atletica nelle scuole secondarie di primo grado, ma parlerà a studenti e famiglie di stili di vita all’insegna del benessere, di un’alimentazione equilibrata e del rispetto di se stessi e del prossimo. Ed è proprio la condivisione di questi valori alla base della nuova partnership tra FIDAL, Auchan e Simply, che insieme, grazie al loro forte e capillare legame con il territorio italiano, si impegnano a coinvolgere le nuove generazioni in un progetto educativo e sportivo in tutta Italia. Il progetto, che si svilupperà su due anni, nel primo anno toccherà 14 città italiane, da nord a sud (Ancona, Bari, Bergamo, Brescia, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pescara, Piacenza, Roma, Torino, Verona), 500 classi e coinvolgerà 12.000 ragazzi. Tecnici delle società FIDAL del territorio affiancheranno gli insegnanti nella pratica dell’atletica legata ai principi del benessere alimentare.

Il progetto prodeguirà nel 2017 declinandosi in tre fasi: una formativa, in classe con la realizzazione di elaborati da parte dei ragazzi dedicati ai valori dello sport e dell’alimentazione, una competitiva, che prevede sfide di corsa, lanci e salti che si svolgeranno presso gli impianti sportivi individuati da FIDAL, e una ludica, nei Centri Commerciali Auchan e IperSimply con il coinvolgimento di studenti e famiglie.

Auchan e Simply hanno anche ideato l’iniziativa “Il Sogno nel Tuo Cassetto”. Ogni professore iscritto al progetto potrà esprimere il Sogno per sostenere e favorire la pratica sportiva nella sua scuola. Un’apposita Commissione visionerà tutti i Sogni e selezionerà un progetto da realizzare.

“Siamo da sempre convinti che la promozione dell’atletica fra i giovani sia fondamentale non solo per il movimento, ma anche per la salute dei ragazzi, e quindi degli adulti di domani. Lo sport educa a stili di vita all’insegna del benessere, diventando così uno strumento prezioso per crescere una popolazione più sana e consapevole. Un motivo in più per essere fieri di “Generazione Atletica”, che porta l’Atletica nelle scuole, promuovendone la pratica ma anche i valori: l’onestà e la dedizione, il rispetto delle regole, di se stessi e degli altri. All’interno del progetto una particolare attenzione è riservata all’educazione alimentare, una missione che ha trovato in Auchan e Simply due perfetti compagni di viaggio” ha detto Alfio Giomi, Presidente FIDAL.

Per Carlo Delmenico, Direttore Responsabile Sociale d’Impresa Auchan e Simply.: “Questo progetto segna un’evoluzione importante del lungo percorso intrapreso in questi anni per promuovere tra le nuove generazioni e le famiglie i principi di alimentazione equilibrata. Insieme a FIDAL siamo riusciti ad abbinare in modo efficace i valori di benessere alimentare a quelli del benessere fisico attraverso lo sport e le emozioni che sa trasmettere in modo immediato e trasversale. Con la Federazione condividiamo anche una capillare presenza in Italia e soprattutto un legame di valore con il territorio: per questo abbiamo sviluppato il progetto con una seconda fase extracompetitiva che si svolgerà nei nostri Centri Commerciali Auchan e IperSimply per portare i messaggi di “Generazione Atletica” ai nostri visitatori, coinvolgendo i giovani e le famiglie, sportivi e non, sempre all’insegna del divertimento”.

A raccontare il progetto c’erano Sara Simeoni, campionessa olimpica di salto in alto e coordinatrice dello stesso, Fabrizio Donato, bronzo olimpico di salto triplo a Londra 2012 e Marco Fassinotti, azzurro del salto in alto. I tre campioni hanno condiviso la mattinata con 60 ragazzi provenienti da due fra le classi già iscritte al progetto.

L’E-commerce nel 2016 cresce del 18% a 19,6 miliardi, +30% per Food & Grocery

Sempre più su, anche se ancora indietro rispetto ai principali Paesi occidentali, Cina, Usa e, in Europa, Uk, Francia e Germania: l’E-commerce B2c nel 2016 registra un giro d’affari che sfiora i 20 miliardi di euro, tra prodotti (9 miliardi) e servizi (10,6 miliardi) e fa segnare un +18% sul 2015. Oggi la penetrazione dell’E-commerce sul totale acquisti retail è del 5%, e siamo il 22° Paese per movimentazioni. Il digital divide degli acquisti online nel nostro Paese resta insomma, anche se molto si sta muovendo. Prova ne è l’aumento della quota di prodotti rispetto ai servizi, al 46%, ed è da segnalare l’avanzata ormai inarrestabile del mobile commerce, cresciuto del 63% a 3,3 miliardi di euro.

Considerando i settori, il Turismo (+10%) si conferma il primo comparto dell’E-commerce italiano, ma a crescere a tasso più sostenuto sono Informatica ed elettronica di consumo (+ 28%), Abbigliamento (+ 27%) e, tra i settori emergenti, si distinguono Arredamento e home living (+48%) e Food & Grocery (+30%). A Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano, abbiamo dunque chiesto di farci un punto della situazione del settore, alla luce dei nuovi dati.

 

Cibi a rischio, la lista nera dei peggiori 15 dalle nocciole turche al peperoncino indiano

Il veleno nel piatto: la Coldiretti ha stilato una lista nera che raccoglie i cibi a maggior rischio di contaminazione. Si va dalle nocciole turche alle arachidi dalla Cina inquinate da aflatossine cancerogene, alle spezie indiane, come il peperoncino contaminato da pesticidi o colpito da infezioni microbiologiche, al pesce vietnamita, “carico” di metalli pesanti.

“La classifica dei cibi più pericolosi” è stata elaborata sulla base del Rapporto del Ministero della Salute sui sistema di allerta europeo, che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, contaminanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nel 2015.

Ma non c’è bisogno di andare lontano: al quarto posto della classifica c’è il pesce proveniente dalla Spagna che ha fatto registrare soprattutto contenuti fuori norma di metalli pesanti per tonno e pesce spada, mentre preoccupante è la situazione della frutta e verdura proveniente dalla Turchia con fichi secchi fuori norma per la presenza di aflatossine e i peperoni per i pesticidi. Al sesto posto la frutta secca proveniente dall’India con l’allarme salmonella scattato nei semi di sesamo, mentre irregolarità per le aflatossine sono state trovate nei pistacchi dall’Iran. Nella frutta e verdura proveniente dall’Egitto, che gode di un regime agevolato per l’esportazione in Italia, è stata segnalata la presenza irregolare di pesticidi in prodotti come olive e fragole, ma hanno creato problemi anche i pistacchi provenienti dagli Usa per le aflatossine cancerogene e il pesce dal Vietnam con un eccessivo contenuto di metalli pesanti. Massima allerta anche per erbe e spezie come paprika e peperoncino cinesi (a rischio pesticidi), per i formaggi francesi (contaminazioni microbiologiche), i prodotti alimentari con vendita non autorizzati da parte degli USA e il pollame con contaminazioni microbiologiche proveniente dalla Polonia, mentre pesticidi sono stati trovati in frutta e verdura proveniente dalla Cina, come broccoli e funghi.

“L’agricoltura italiana – spiega la Coldiretti – è la più green d’Europa con 285 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di oltre 14 volte quella dei prodotti extracomunitari (5,7%).

“Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini”.

Sono quasi 35 milioni gli italiani che abbinano ingredienti italiani con prodotti provenienti da altri Paesi, come ad esempio la curcuma originaria dell’India o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte di provenienza cinese.

 

I 15 cibi più pericolosi

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Fonte. Elaborazioni Coldiretti su dati Ministero della Salute

Free-from, un mercato da 2 miliardi di euro (+5,7%)

Un mercato in crescita, giunto nel primo semestre del 2016 ai 1.995 milioni di euro, con un incremento del 5,7% sullo stesso periodo del 2015: è quello dei prodotti “free from” in Italia fotografato dal portale italiani-coop.it.

Per ragioni sia di reali questioni salutistiche (le allergie alimentari sono in aumento), sia per moda, negli ultimi anni il mercato dell’alimentazione che fa a meno di alcuni elementi ritenuti troppo calorici o allergizzanti è lievitato.

04-10-cibo-integratori-copiaVince su tutti il cibo light, ovvero senza o con pochi grassi. Scelto spesso da chi è attento alla linea, ha registrato un incremento dell’1,6%, con un fatturato di 1.150 milioni di euro in tutta la Gdo. Al secondo posto nela Particolare classifica dei “senza” ci sono i prodotti “senza lattosio” con 379 milioni di fatturato e un +20,3% nelle vendite. Segue il “senza glutine ristretto” (cioè i prodotti marchiati con il simbolo della spiga barrata, specifici per i celiaci): 159 milioni di fatturato, +20,6%. Tutti gli altri “senza” realizzano un mercato di 247 milioni di euro con un +0,3% nelle vendite. A sorpresa, calano i “senza sale” (-2,8%), che registrano comunque 61 milioni di euro di fatturato.

 

Più attenti alla salute (e alla spesa)

Questa attenzione al benessere ci rende primi in Europa. Rispetto agli altri europei, scegliamo con maggiore attenzione il luogo dove fare gli acquisti. Preferiamo punti vendita in cui al posto dei confezionati, troviamo prodotti freschi biologici, o ricchi di ingredienti naturali, salutistici o senza calorie, sale, grassi, Ogm o glutine. Più di un consumatore su due (55%), dichiara di leggere attentamente le etichette nutrizionali contro il 48% di tedeschi, spagnoli e inglesi e il 43% dei francesi. Sugli ingredienti salutistici battiamo tutti. Il 65% dei consumatori italiani dichiara di cercarli attivamente tra gli scaffali, mentre gli altri europei si aggirano intorno al 50%.

Interrogati su quali prodotti vorrebbero trovare sugli scaffali, più di uno su tre dà la precedenza ad alimenti pensati per uno stile di vita sano, il 29% sceglie qualcosa che faciliti la vita e il 28% desidera prodotti eticamente sostenibili ed ecologici, seguiti dal 23% a caccia di prodotti con ingredienti naturali.

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