CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

50 anni a Torino, Pam festeggia finanziando la ricerca

Un assegno da 30.000 euro destinato ad un borsa di ricerca in ambito oncologico per un ricercatore della Fondazione Umberto Veronesi: così Pam Panorama ha “festeggiato” il mezzo secolo di presenza a Torino.

30 anni Pam TorinoLa donazione deriva da raccolta fondi lanciata ad inizio settembre nell’ambito della campagna “Torino e Pam, 50 anni insieme – L’impegno comune per la ricerca”. Sono stati i clienti dei punti vendita Pam e Panorama di Torino e provincia che, acquistando dal 1° al 30 settembre i prodotti delle linee Pam Panorama, hanno donato parte del prezzo di vendita per finanziare la borsa di ricerca. Il “maxiassegno” simbolico è stato consegnato presso la galleria del centro commerciale 8Gallery del Lingotto di Torino per mano di Diego Audenino, direttore dell’area Nord Ovest di Pam Panorama.

La raccolta fondi è stata solo una delle iniziative messe in campo da Pam Panorama per celebrare il 50mo anniversario di presenza a Torino: durante il mese di settembre si sono susseguiti, presso il Centro Congressi Lingotto, una serie di eventi gratuiti: workshop, laboratori, mostre e incontri – centrati sui temi della sana alimentazione e della prevenzione.

Pam Panorama conta, a Torino, 24 punti vendita tra cui 15 supermercati Pam, un ipermercato Panorama e 8 punti vendita Pam local, il format dell’insegna ideato per la spesa facile e veloce di tutti i giorni.

Tra beacon e prossimità Végé immagina lo store del futuro

Giorgio Santambrogio Ad di Végé parla delle novità del gruppo, tra acquisizioni e una buona risposta del mercato (vedi Con tech e acquisizioni cresce Végé, e punta sull’home care con In.prof) e immagina come sarà il supermercato del futuro (ma che è partito già oggi) di un gruppo diversificato ma il cui cuore pulsante è formato da negozi piccoli, tecnologici e con un servizio attento al “proprio” cliente.

Il progetto beacon, partito nel 2015, è oggi presente in 250 punti vendita, che diventeranno 300 ad ottobre e 1000 nel corso del 2017.

Con tech e acquisizioni cresce Végé, e punta sull’home care con In.prof

La hall della nuova sede milanese di via Lomellina: il visitatore è accolto da un grande schermo, la tecnologia beacon è presente in forze per dimostrare a fornitori e soci le sue potenzialità.

La progressione di 0,4 punti nella quota di mercato dal gennaio 2016 con un tasso di crescita dell’8,8%, la conquista della leadership in Campania a settembre che si aggiunge al primo posto tra le insegne in Sicilia, il roll-out del progetto beacon, oggi presente in oltre 250 punti vendita e l’ingresso nel gruppo, il 1 gennaio 2017, del consorzio In-prof, con una spinta verso il personal e l’home care. Sono queste le novità del gruppo Végé annunciate dall’Ad Giorgio Santambrogio e dal presidente Nicola Mastromartino alla presentazione della sede milanese del gruppo totalmente rinnovata, tra giardini interni, cascatelle e ruscelli, fotografie artistiche alle pareti, un museo che ripercorre la storia dell’azienda e tanta tecnologia, beacon oriented naturalmente.

Settimo Gruppo, in crescita
“Siamo come il Sassuolo della grande distribuzione, piccoli ma appassionati” sceglie il paragone calcistico l’Ad Giorgio Santambrogio prima di dare i numeri che mostrano la progressione del gruppo negli ultimi tre anni.

Nielsen settembre 2016
Una crescita che riguarda la quota i mercato in primis, passata dal 3,4% di gennaio scorso all’attuale 3,7% (GNLC – Ed. Settembre 2016 – Potenziale Total Store). Confrontando il dato 2016 con le rilevazioni GNLC – Ed. Settembre 2013, infatti, l’incremento di quota è del 164%, dal 1,4% al 3,7%.
Nello stesso periodo, la numerica dei punti di vendita è aumentata del 90%, la superficie complessiva è cresciuta del 116% e il fatturato è passato da 2,6 miliardi di euro a 3,3 miliardi di euro della chiusura 2015. Il Gruppo prevede di chiudere il 2016 assestandosi a 5,740 miliardi, su una superficie di vendita di 1.157 milioni di mq e 2474 punti vendita..

Il nuovo logo compare a fianco dell'insegna.
Il nuovo logo compare a fianco dell’insegna.

Nel corso del 2016 la compagine di Végé si è allargata, passando da 25 a 32 imprese mandanti, con l’ingresso di Supermercati Tosano Cerea Srl, Bava Srl, Asta SpA, F.lli Arena Srl, Multicedi Srl, Dolcitalia-Svive SpA e Convì-Geda Srl.
Per aumentare l’identità del gruppo, con il progetto di endorsement affiancando in modo graduale il nuovo logo Végé (scelto tra due opzioni con un sondaggio suo social leggi qui) alle insegne, che hanno un profondo radicamento territoriale.

 

Tecnologia per migliorare la shopping experience

A meno di un anno dall’introduzione della tecnologia Beacon, sono oltre 250 i punti vendita dotati di dispositivi in radiofrequenza che dialogano con gli smartphone dei clienti, segnalando
in tempo reale promozioni e sconti disponibili nelle corsie. L’obiettivo è di arrivare a quota mille entro il 2017.
Tra le principali linee strategiche per il 2017 il Gruppo rafforzerà ulteriormente la presenza nel settore Home & Personal Care, con la creazione di un polo di servizi ad hoc, sarà impegnato ad ampliare il già corposo portfolio promozionale con ulteriori attività e terminerà l’opera di restyling assortimentale che riguarderà le piccole medie superfici di vendita, destinate a vedere confermato e rafforzato il loro ruolo di canale “core”.
“Prendendo atto dell’evoluzione nelle abitudini di acquisto dei clienti, che privilegeranno la visita ai punti vendita di dimensioni ridotte rispetto alle grandi e grandissime superfici – spiega Nicola Mastromartino – stiamo preparandoci a questa inversione di tendenza rimodulando gli assortimenti, sempre nell’ottica della convenienza, ma focalizzandoci principalmente sull’offerta dei prodotti freschi e freschissimi, con maggior enfasi sulle specialità locali, sui prodotti salutistici e funzionali e su nuovi segmenti di offerta ad alta differenziazione. Tutto ciò comunicato attraverso un’armonica integrazione tra fisico e digitale.”

Dal 2017 entra consorzio In.prof
Porta in dote 320 punti vendita e 60 consorziati che operano sia in qualità di distributori sia di proprietari di negozi specializzati e un fatturato stimato a fine 2016 di 600 milioni di euro, a cui fa capo il marchio depositato Mr. Soap, il consorzio In.prof, che entrerà a far parte del gruppo nel dal 1 gennaio 2017.
“Per In.Prof si apre un nuovo percorso di collaborazione e sviluppo con un partner che si è messo in luce non solo per i ragguardevoli risultati di crescita, ma anche per la capacità di sostenere concretamente le strategie e i progetti di espansione delle proprie imprese” – ha commentato Rinaldo Zomparelli, Presidente IN.PROF. “Confidiamo, perciò, che con il contributo di Gruppo Végé saremo in grado di ampliare la gamma dei servizi a disposizione dei nostri consorziati e perseguire obiettivi di crescita sfidanti”.
Il Gruppo Végé è già presente nei segmenti Home & Personal Care, Toiletries e Cosmoprofumeria attraverso le imprese Gargiulo & Maiello (Idea & Bellezza), Caputo Saverio, Bava, Detercart Lombardo ed il gruppo Comipro.

schermata-2016-09-30-alle-16-21-47

Addio per Simply, in Francia sarà un marchio unico con Auchan

Un nome, Auchan, per tutti i formati: sembra segnata la sorte del marchio Simply e Simply Market in Francia appartenente al Gruppo Auchan.  Il “progetto di convergenza delle insegne verso un marchio unico” è stato annunciato ufficialmente ai manager e alle parti sociali dal presidente esecutivo di Auchan Retail France Patrick Espasa il 29 settembre. Il progetto sarà “al servizio di un cliente unico divenuto multicanale – si legge in una nota -. che farà riferimento alla forza e alla notorietà del marchio Auchan. Il progetto punta a creare un marchio multicanale e digitale presente su tutto il territorio nazionale e comune all’insieme delle attività dell’impresa nel paese: ipermercati, supermercati, prossimità, e-commerce e drive. I dettagli e le forme precise che prenderà questo progetto saranno affinate nei prossimi mesi. Questa decisione segna una nuova tappa nella costruzione di una azienda efficiente e responsabile, al servizio dei suoi collaboratori e dei suoi clienti e a fianco dei suoi partner”.

Non si tratta solo di rafforzare l’identità di marca: questa primavera infatti il tribunale di Parigi ha stabilito che i due marchi utilizzati negli ultimi 20 anni per designare i supermercati di Auchan, Simply e Simply Market, non possono essere registrati in quanto “troppo generici e non sufficientemente distintivi”. Certamente, il confluire di tutti i formati sotto l’ombrello comune di Auchan consentirà politiche più unitarie e comuni.

Il marchio Simply è nato nel 2005 e in Francia ha 300 punti vendita, di proprietà diretta o in franchising, che impiegano 13.500 persone. Auchan Retail France ha 72.400 collaboratori e 642 punti vendita. L’azienda ha registrato nel 2015 423 milioni di visite nei punti vendita e 170 milioni di visite online.  Utilizzato negli ultimi 20 anni per il formato dei supermercati del gruppo, il marchio Simply è oggi presente anche in altri tre Paesi, Italia, Spagna e Polonia, mentre in Russia compare con il nome Attak.

 

Greenpeace: il 77% dei consumatori disposti a pagare di più il pesce sostenibile

Quasi otto italiani su 10 sono disposti a pagare di più pur di consumare  pesce catturato con metodi di pesca sostenibili: lo rivela un sondaggio Ixè per Greenpeace. Anche sul pesce si gioca la battaglia dell’alimentazione sana e sostenibile, e di conseguenza della spesa degli italiani. Giudicato da un lato tra i cibi più sani perché fonte di proteine animali di altro profilo ma anche di grassi omega 3 in grado di calmierare il colesterolo, e dunque ottima alternativa a una carne in crisi e costante calo di consumo (vedi Come cambia la spesa degli italiani: su legumi, quarta gamma e riso, giù carne e uova), il pesce è anche sotto i riflettori per una pesca incontrollata che impoverisce i mari, ma anche per le preoccupazioni per le sostanze inquinanti del quale i mari sono ricchi, anche più che di pesci a volte. E i consumatori italiani lo sanno.
Secondo il sondaggio sul consumo di pesce commissionato da Greenpeace, il 77% degli intervistati italiani ha dichiarato di essere disposto a pagare di più il pesce pur di avere garanzie sulla sua sostenibilità e il 91% è pronto a modificare le proprie abitudini alimentari per ridurre lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche e tutelare il mare.

infografica_consumo_pesce«Il sondaggio evidenzia che, se correttamente informati e sensibilizzati sull’importanza di acquistare pesce in modo responsabile, i consumatori possono spostare il mercato verso forme più sostenibili di consumo – ha detto Serena Maso, Campagna Mare di Greenpeace Italia -. Considerato lo stato drammatico in cui versa il Mediterraneo, per invertire la rotta è necessario dare maggior valore a una risorsa preziosa come il pesce, ridurne il consumo ed essere più attenti e responsabili quando si va a fare la spesa».

Il sondaggio, condotto un campione di oltre 1.000 intervistati per ciascun Paese oggetto dell’indagine (Italia, Spagna, Grecia), ha analizzato le abitudini, il grado di conoscenza e la sensibilità dei consumatori rispetto all’acquisto di pesce, sia in casa sia al ristorante. L’analisi rivela che quasi la metà degli intervistati italiani mangia pesce almeno una volta alla settimana e lo acquista prevalentemente nei supermercati.

 

Attenti sì, ma non leggono l’etichetta

Non mancano le contraddizioni però. Pur ritenendo importante informarsi sulla qualità e la provenienza del pesce, solo il 28% dei consumatori è al corrente dell’esistenza della nuova normativa sull’etichettatura del pesce fresco (vedi Arrivano le guide di GS1Italy Indicod-Ecr per la tracciabilità e l’etichettatura di carni e pesce) mentre solo l’11% sa che è obbligatorio indicare in etichetta anche la categoria degli attrezzi da pesca utilizzati: un’informazione fondamentale, che consente ai consumatori di poter scegliere il pesce pescato con attrezzi artigianali e che hanno un basso impatto sull’ambiente. Per questo motivo Greenpeace ha lanciato un nuovo sito per aiutare i consumatori a comprare pesce in modo responsabile: fishfinder.greenpeace.it

Un’altra problematica rilevata dal sondaggio è la scarsa varietà del consumo, limitato a poche specie ittiche (quali tonno, merluzzo, acciughe e pesce spada), spesso fortemente in declino proprio a causa di una pesca eccessiva e distruttiva.

«È evidente che le scelte dei consumatori dei prodotti della Pesca sono influenzate dall’attuale distorsione del mercato, invaso da prodotti ittici provenienti per lo più dalla pesca industriale e non sostenibile. Questo dimostra quanto sia importante informare adeguatamente i consumatori e dar loro tutti gli strumenti per fare scelte responsabili – continua Maso -. È ora che i rivenditori, dalla grande distribuzione alle piccole pescherie di quartiere, soddisfino le richieste dei consumatori e promuovano, come fanno per tanti altri prodotti alimentari e non, le filiere sostenibili anche per il pesce, valorizzando la pesca artigianale e sensibilizzando i consumatori».

In questi senso alcune catene si sono già mosse, come ad esempio Carrefour (vedi Carrefour Italia collabora con MSC per offrire prodotti ittici da pesca sostenibile). Ma, è evidente, si può fare molto di più, per educare il consumatore che, lo rileva il sondaggio, è attento al tema.

Altroconsumo dà le pagelle alla Gdo, ma cambia il paniere. Botta e risposta con U2

Anche quest’anno Altroconsumo, l’associazione per la tutela e difesa dei consumatori, ha fotografato la Gdo nazionale stilando la classifica delle insegne più convenenti. Sul podio salgono Esselunga ed Ipersimply, considerate le più convenienti. Sul fronte delle marche commerciali vincono U2 Supermercato e Conad ipermercato mentre il discount più conveniente risulta essere Eurospin.
altroconsumo-classifica

L’indagine (giunta alla 28a edizione) ha preso in considerazione 67 città italiane (per lacune c’è una classifica ad hoc) rilevando oltre un milione di prezzi su 115 categorie di prodotti tra quelli considerati “acquisti irrinunciabili” in 922 punti vendita. Il sottinteso è che scegliendo meglio dove si fa la spesa una famiglia può risparmiare in media 3000 euro, ma anche 4000 in città come Venezia. Non solo: sul sito di Altroconsumo, solo per i soci, esiste un servizio “personalizzato”: riempiendo il carrello virtuale con la propria spesa viene segnalato il supermercato della propria città in cui fare quella spesa costa meno, nonché il risparmio rispetto alla spesa abituale.

famiglie

Sotto la lente anche i prodotti, di marca, con evidenziato il delta di differenza molto ampio tra un punto vendita e l’altro. Il consiglio è chiaro e cristallino: acquistando prodotti con marchio commerciale o al discount costa meno, molto meno, senza andare a discapito spesso della qualità, anzi: sottolinea Altroconsumo come tra il “Miglior Acquisto” delle suoi test nel periodo 2014-2016 solo il 28% riguardava prodotti di marca, mentre a pari merito al 36% figurano i prodotti di marca del distributore e i prodotti discount.

prodotti

 

Escono le marche, entra il paniere

Non è d’accordo con la classifica di quest’anno U2 Supermercato, che fa sapere come, rispetto agli anni passati, siano cambiate le regole per la definizione di una delle classifiche, quella della spesa “con tutti i prodotti”. Passando da un paniere composto solo da prodotti di marca a uno che contiene anche prodotti più economici, diventando così da paniere “Marche” a “Spesa con tutti i prodotti”. Inoltre la classifica introduce due nuovi criteri solo per la classifica “Spesa con tutti i prodotti”, ovvero il numero di punti vendita e la copertura territoriale su territorio nazionale.

“I criteri suddetti hanno portato all’esclusione di U2 Supermercato dal primo e più importante dei tre panieri” spiega un comunicato dell’insegna, che lamenta il fatto che non sia stato fatto “cenno alcuno nel comunicato stampa o nell’articolo sul sito dei nuovi criteri adottati, con conseguente informazione ingannevole nei confronti del cliente”.

Altroconsumo risponde alle critiche chiarendo che “scopo [del “nuovo paniere”] è quello di offrire un’informazione che costituisca una sintesi di quanto risultato nelle altre tre tipologie di classifiche pubblicate: rappresenta, cioè, il comportamento comune di una famiglia italiana, la quale non effettua mai una spesa di soli prodotti di marca, o marchio commerciale, o primo prezzo, ma compie prevalentemente una spesa composita tra le diverse tipologie di marca. Questo paniere è, in verità, il più rappresentativo tra i panieri mai costituiti da Altroconsumo. Ma proprio la sua composizione ha imposto vincoli più rigorosi nella selezione delle insegne da inserire nella classifica. In particolare, sono state selezionate insegne che fossero presenti in almeno cinque regioni italiane”.

Il paniere “tradizionale” basato sui prodotti di marca ritorna anche nella classifica 2016 nelle classifiche delle singole città, che evidenzia il supermercato che pratica i prezzi più convenienti.

Infine, nel servizio “personalizzato” riservato ai soci di Altroconsumo sono presenti anche le insegne a carattere locale, che nelle classifiche pubblicate sulla rivista non compaiono.

U2 supermercato apre a Cassano d’Adda

Non s’arresta l’espansione di U2, marchio del gruppo Unes, in Lombardia: apre oggi a Cassano d’Adda (Mi) in via Manzoni 9, un nuovo supermercato. Il nuovo punto vendita, aperto 7 giorni su 7 si dipana su 566 metri quadri, ha quattro casse e impiega 15 addetti. Dispone di parcheggio per auto, moto e bici.
Come gli altri punti vendita della catena, è caratterizzato da un forte e costante impegno nella tutela dell’ambiente e dall’adozione del format Every Day Low Price (EDLP) che garantisce ogni giorno risparmi medi (con una percentuale di risparmio fra il 15 ed il 50% su tutta la merce).

Prezzi ribassati, prodotti selezionati, personale competente e disponibile permetteranno una spesa facile, veloce, consapevole, conveniente e volta alla massima soddisfazione del cliente che potrà scegliere tra 5.490 referenze fra le quali 300 di gastronomia e panetteria, insieme a un ampio assortimento di frutta e verdura (150 referenze), carne (300 referenze), surgelati (290 referenze), latticini (450 referenze), scatolame (2600 referenze) e prodotti non food (1400 referenze). Per un totale di 750 referenze freschissime e di 4.740 referenze a scaffale.

reparto-ortofrutta-1

Scelte “green”

La forte attenzione alla salvaguardia dell’ambiente che da sempre contraddistingue l’azienda, spinge a progettare sempre nuove soluzioni volte a ridurre l’impatto negativo sullo stesso e a promuovere iniziative utili alla divulgazione di comportamenti e stili di vita capaci di salvaguardare la ricchezza ambientale. Tra le misure ecosostenibili adottate nel nuovo supermercato U2 si segnala l’utilizzo di stampanti fronte e retro per gli scontrini con conseguente riduzione della carta emessa; l’impianto luci a risparmio energetico, che permettono un saving del 50% sul consumo dell’energia
elettrica; l’utilizzo del sistema di refrigerazione e-cold per il risparmio energetico; l’uso dei sensori di presenza nei locali di servizio per la riduzione dei consumi; la vendita esclusiva di lampadine a basso consumo per il progetto di riduzione di consumi e rifiuti; l’utilizzo di barre denominate “Cliente successivo”, nate dal recupero di 54 bottiglie PET; la vendita di bottiglie d’acqua senza imballo, per proseguire l’impegno nella riduzione dei rifiuti.

Nei primi giorni di apertura verranno regalate ai clienti le shopper-bag “Usi & riusi” U2 insieme a 10 euro di buoni spesa spendibili all’interno del supermercato. Il nuovo punto vendita U2 accetta buoni pasto.

Walmart brevetta il carrello-robot, il futuro dello shopping è qui?

Walmart ha brevettato un carrello robot, che si guida da sé, riconosce la lista della spesa e calcola il giusto percorso tra gli scaffali, accompagna nello shopping anche i clienti anziani o disabili (anzi, fa la spesa al posto loro) e, in teoria, dopo che la spesa è stata caricata in auto si parcheggia da sé. Guidato da sensori e telecamere e, presumibilmente, dall’immancabile App su smartphone.

Duplice, apparentemente, lo scopo: liberare i clienti dall’incombenza della spesa e migliorare la shopping experience (o saltarla a piè pari, magari socializzando in caffetteria mentre il carrello fa tutto da sé) ma anche, utilizzati dai dipendenti, permettere loro di svolgere altri compiti, mentre i carrelli potrebbero rifornire gli scaffali o cercare articoli in magazzino.

“La potenzialità più interessante di questa tecnologia è al capacità data dai vari sensori del carrello di monitorare l’inventario dei prodotti la conformità con il planogramma, e in generale la pulizia e lo stato in cui si trova il punto vendita. La capacità di monitorare e mantenere una brand experience coerente ed omogenea in tutti i punti vendita è estremamente importante, ed è impagabile la capacità di avere un metodo unico per controllare l’inventario, le rotture di stock e la gestione degli scaffali” ha detto Adrian Weidmann, titolare di StoreStream Metrics a Retail Wire commentando la notizia.

Se l’innovazione avrà successo e se sia destinata a sfondare nella grande distribuzione in futuro dipenderà in grande misura dai costi. Ma che l’innovazione passi anche per un mezzo antico come il carrello, che fino ad oggi è rimasto pressoché immutato (al di là dell’uso di materiali quali plastiche riciclabili o riciclate) sembra possibile. In fondo, è il trait d’union finora ineludibile tra il cliente, la spesa e il punto vendita.

Sainsbury’s sfida Amazon, spesa in un’ora a Londra, in bicicletta. Come 130 anni fa

Chi dice che Amazon non si può sfidare sul suo terreno? Non è ancora chiusa, anzi è in pieno svolgimento la lotta delle consegne della spesa sul filo del minuto: l’insegna britannica Sainsbury’s ha lanciato la consegna in un’ora in centro a Londra, utilizzando un mezzo ecologico per eccellenza, la bicicletta (utile anche per destreggiarsi nel traffico). Un’innovazine che guarda al terzo millennio ma anche un grande ritorno, visto che la prima consegna i bicicletta dell’insegna risale a 130 anni fa.

Il gioco è dunque fatto: si incontrano le aspettative di un cliente sempre più esigente e abituato ad acquistare tutto, subito, si stimolano le sue esigenze di sostenibilità e si dimostra che anche un “grande vecchio” della Gdo (Sainsbury’s è una delle “big 4”, le grandi catene britanniche, nata nel lontano 1869 come drogheria londinese) sa stare al passo con l’asso pigliatutto del momento, Amazon.

Il tutto, ça va sans dire, è gestito da un’App apposita, Chop Chop, e un costo fisso, 4,99 sterline (5,75 euro), ma anche un tetto di 20 articoli. Tramite l’App si paga e si può “tracciare” la propria spesa.

«Questo test rientra nella nostra strategia di consentire ai clienti di fare la spesa da noi ovunque  e in qualsiasi momento. e dato che per alcuni clienti la velocità di consegna è importante, abbiamo riattivato l nostro servizio di consegne in bicicletta – ha detto Jon Rudoe, Director of Digital and Technology di Sainsbury’s, che ha aggiunto: I nostri clienti usano il servizio per acquistare prodotti che hanno dimenticato, d’emergenza o per un invito a cena last minute. Se risulterà popolare lo introdurremo in altre aree di Londra».

harry_webb_tricycle_520
Corsi e ricorsi storici.. la prima consegna in bicicletta di Sainsbury’s risale ai primi anni del Novecento.

 

 

Debutta nel biologico con una nuova linea il Caseifico Tomasoni

Debutta nel mercato del biologico con una nuova linea di sei referenze il Caseifico Tomasoni, realtà trevigiana con oltre 60 anni di storia. Della nuova linea fanno parte la Caciotta Bio, il Dolce Tomasoni Bio, il PrimoDì Bio, la Ricotta Bio, il Formaggio San Saverio Bio e lo Stracchino Bio. Sono tutti prodotti con latte biologico italiano.

L’azienda ha già da tempo iniziato un percorso di sostenibilità nei processi produttivi, dotati di un complesso sistema di riutilizzo e depurazione biologica delle acque, dispone di un moderno impianto fotovoltaico e di un’innovativa tecnologia per il compostaggio, atta a ridurre i consumi energetici.

«La nostra è una piccola azienda che ha scelto di differenziarsi puntando su una filiera biologica tracciabile. – afferma Moreno Tomasoni -. Una scelta non semplice, visto il periodo in cui tutti tendono al risparmio, ma dettata dalla volontà di creare valore aggiunto, partendo dal territorio per sostenere i piccoli allevatori locali. Una decisione coraggiosa la nostra, se si pensa che molti produttori di formaggi freschi, per abbattere i costi, non utilizzano latte italiano». 

L’intera gamma è infatti prodotta con latte biologico italiano, principalmente da selezionate stalle del Veneto, da mucche alimentate con erba e foraggio bio. Realizzate senza l’impiego di sostanze chimiche di sintesi e di organismi geneticamente modificati, le nuove referenze, riportano sulla confezione il logo di produzione biologica del Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), che ne certifica e garantisce l’intera filiera.

Il packaging della nuova linea Tomasoni Bio rientra nel processo di restyling dell’intera immagine coordinata dell’azienda e richiama la naturalità dei prodotti: una grafica moderna ricorda i prati vicini all’azienda, le sfere ellittiche sull’incarto rappresentano la biodiversità, mentre le sfumature di verde raccontano la naturalezza dei luoghi di origine dei formaggi.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare