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Anna Muzio

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Gdo contro lo spreco/2. Pam lancia “Reimpiatta il piatto”, concorso zero waste

Incrocia la passione per la cucina “creativa” con la sensibilizzazione alla gestione degli avanzi alimentari e alla lotta allo spreco il nuovo concorso web lanciato da Pam Panorama, “Reimpiatta il piatto”.

Dal 5 ottobre sino al 4 novembre sul portale reimpiattailpiatto.pampanorama.it, si potrà caricare l’immagine e il nome di un piatto, la cosiddetta “ricetta originaria”, e l’immagine e il procedimento della “ricetta di recupero”, ovvero la ricetta ottenuta utilizzando come ingrediente principale gli avanzi della ricetta originaria. I piatti saranno valutati da una giuria di esperti e dal giudizio popolare mediante votazione sul sito, e le migliori cinque ricette potranno accedere al montepremi finale di 5.000 euro in buoni spesa. Il concorso è aperto a tutti i possessori di Carta Per Te Pam Panorama previa iscrizione al sito pampanorama.it.

Sembra proprio che le insegne italiane si stiano sensibilizzando verso i temi della responsabilità sociale d’impresa e ambientale, puntando a coinvolgere un consumatore che in certi casi era arrivato prima di loro, e intercettandolo sulla strada del web e dei farmers’ market.

Amazon ora vende la bottega italiana nel mondo con “Made in Italy”

Dopo l’apertura del supermercato online, Amazon punta ancora sull’Italia nei suoi continui e rutilanti progetti di espansione: l’ultimo nato della creatura di Jeff Bezos si chiama Made in Italy, un negozio Marketplace dedicato all’eccellenza dei prodotti artigianali realizzati in Italia e inaugurato sui siti Amazon.it e Amazon.co.uk, e presto disponibile anche su Amazon.com. Gioielli, cornici, ceramiche, pelletteria, l’eccellenza italiana nel mondo è fatta anche di artigianato d’altissima gamma. L’invio esplicito rivolto agli artigiani di tutta Italia è quello di iscriversi e rendere disponibili i loro prodotti ai 285 milioni di clienti di Amazon in tutto il mondo.

Sono già 5.000 gli articoli in vendita, realizzati da centinaia di artigiani. I clienti possono trovare le informazioni specifiche di ogni prodotto, tra cui le immagini, le descrizioni delle botteghe dove i prodotti sono stati realizzati e le tecniche utilizzate. Presto alcuni di questi prodotti potranno anche essere personalizzati.

«Tramite il Marketplace di Amazon, gli artigiani italiani avranno l’opportunità di presentare e vendere i loro prodotti al di fuori della loro regione e dei confini nazionali. Durante gli ultimi 12 mesi, il numero di aziende italiane che hanno esportato i loro prodotti con Amazon è cresciuto di più del 90% e questi, tramite Amazon.it Marketplace, hanno fatturato più di 133 milioni di euro solamente dalle esportazioni” ha dichiarato Francois Saugier, Direttore EU Marketplace di Amazon.

Un momento della conferenza stampa.

Per il lancio del nuovo Marketplace è stata scelta la culla dell’artigianato italiano, Firenze, con una conferenza tenutasi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, alla presenza di Dario Nardella, Sindaco di Firenze e di Francois Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna, che ha commentato come “la collaborazione fra Amazon.it e il Comune di Firenze, insieme alle istituzioni locali e agli artigiani, possa aiutare a stimolare la crescita dell’economia locale, offrendo ai produttori artigianali un accesso facile e immediato ad un mercato globale per i loro prodotti” e aggiungendo che “il progetto coinvolgerà sempre più anche le altre regioni italiane, contribuendo alla crescita dell’export italiano”.

«Con il negozio Made in Italy abbiamo voluto focalizzarci, in questa fase iniziale, sulle eccellenze artigianali fiorentine e italiane, piccole imprese che garantiscono non solo che i prodotti siano completamente realizzati in Italia, ma anche in una modalità tradizionale e non meccanizzata, in produzioni limitate usando materiali di alta qualità – ha aggiunto Giulio Lampugnani, Manager Amazon Marketplace Italia -. Solitamente i loro prodotti possono essere apprezzati solo nella regione d’origine da quei fortunati che possono viaggiare e visitare le aree in cui risiedono gli artigiani. Pensiamo che i nostri clienti di tutto il mondo ameranno molto questa nuova offerta, che ha un incredibile valore, sin da oggi».

Il 14 ottobre è il Fairtrade Day: gli agricoltori del mondo si incontrano a Expo

Il 14 ottobre rappresentanti del circuito Fairtrade da tutto il mondo saranno in Expo a Milano in occasione del Fairtrade Day, la giornata dedicata al ruolo dei piccoli produttori agricoli del commercio equosolidale per nutrire il pianeta. Saranno molte le iniziative organizzate da partner e sostenitori per valorizzare produzioni ottenute nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Tra queste, alle 17 al Future Food District un gruppo di persone unite dall’interesse per la spesa responsabile si incontrerà per un realizzare un cash mob, ovvero un flash mob in cui i partecipanti si impegnano a fare acquisti di prodotti che migliorano la vita delle persone e rispettano l’ambiente, a testimonianza di come ciascuno attraverso le sue scelte può fare la differenza. L’evento è realizzato in collaborazione con Next Nuova Economia per tutti, GVC e Banca Etica.

Durante l’incontro “Fairtrade energia positiva per le persone e il pianeta” sarà presentato un report di Fairtrade International sul ruolo che Fairtrade può svolgere in partnership con i governi nell’implementazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) nell’agenda post-2015, e ci sarà spazio per approfondire le tematiche riguardanti specifici prodotti come un focus sulla filiera della banana e sulle noci di anacardio del Brasile.

Nuovo standard Fairtrade sul clima

Per dare uno strumento ancora più incisivo ai contadini e ai produttori del Sud del mondo di fronte ai cambiamenti climatici l’associazione ha appena presentato il nuovo Standard Fairtrade sul clima, un protocollo elaborato dall’organizzazione internazionale di riferimento per la certificazione del commercio equo, Fairtrade International. Vi potranno aderire aziende, organizzazioni e privati interessati a ridurre il loro impatto ambientale e a compensare le proprie emissioni.

La diffusione dello Standard è l’ultimo passo prima del lancio dei Crediti di Carbonio Fairtrade a Parigi il prossimo dicembre in occasione della Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico – COP21. Il nuovo Standard Fairtrade si aggiunge alla certificazione della riduzione di emissioni di CO2. Grazie al nuovo Standard gli agricoltori Fairtrade e le comunità più vulnerabili dei Paesi in via di sviluppo avranno accesso al mercato dei crediti di carbonio attraverso progetti di efficienza energetica, energia rinnovabile e riforestazione. «Questo è il primo Standard che cerca di dare una risposta alle disuguaglianze nel mercato dei crediti di CO2. E per la prima volta si fa in modo che i produttori che vi partecipano abbiano un tornaconto equo – ha dichiarato Andreas Kratz, Direttore dell’unità Standard e Pricing in Fairtrade International -. Inoltre assicura un supporto reale ai produttori nel contrastare i cambiamenti climatici».

Attualmente sono al vaglio alcuni progetti che possono ottenere la certificazione. I primi Crediti di Carbonio Fairtrade saranno disponibili dall’inizio del 2016

Entro il 2016 niente più dolciumi nelle avancasse in tutti i punti vendita U2

Entro il 2016 non più dolciumi nelle avancasse ma prodotti freschi, sani e dedicati al benessere quotidiano, in tutti i punti vendita U2: la “decisione sostenibile”, già attuata in alcuni supermercati come quello milanese di viale Premuda, è stata presa dall’insegna di Unes, “parte del percorso che U2 Supermercato sta compiendo da anni al fine di tutelare il diritto del consumatore di fare la spesa in modo consapevole, senza plasmarne le scelte, ma fornendo indicazioni trasparenti, affinché possa scegliere autonomamente il proprio paniere di acquisto” si legge in una nota.

L’obiettivo è quello di trasformare un acquisto di impulso in un atto consapevole. «La Grande Distribuzione utilizza le aree ad altissimo passaggio poste prima delle casse per stimolare il desiderio del consumatore di acquistare prodotti che possano essere per lui una coccola, come i dolciumi; proprio in questa posizione infatti viene acquistato il 21% degli snack dolci. U2 è il Supermercato Controcorrente perché è capace di fare scelte coraggiose – ha spiegato Mario Gasbarrino, amministratore delegato Unes -. Lavoriamo affinché tutte le azioni che un cliente compie all’interno di un nostro Supermercato U2 siano libere e consapevoli. Il risultato di questo percorso è che oggi in U2 il cliente è libero per esempio di confrontare velocemente i prodotti sugli scaffali perché abbiamo scelto una esposizione chiara (abbiamo affiancato la marca leader alle nostre provate label) e reso le etichette dei prezzi facili da leggere. Ora desideriamo compiere un passo in avanti verso l’obiettivo consapevolezza: trasformare in scelta consapevole l’acquisto di impulso, perché crediamo che i nostri clienti abbiano sempre il diritto di compiere scelte consapevoli e che questo diritto debba essere ancor più garantito quando il cliente responsabile d’acquisto , compra per qualcun altro (spesso i prodotti che si comprano in avancassa sono destinati ai bambini) senza dover subire né la pressione psicologica della sovraesposizione né il ‘’ricatto del pianto del bambino”».

Supercoop: domani la firma, dal 2016 sarà operativa Coop Alleanza 3.0

L'estensione territoriale della nuova Coop Alleanza 3.0.
L’estensione territoriale della nuova Coop Alleanza 3.0.

È ormai cosa praticamente fatta la fusione tra Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense che darà vita a Coop Alleanza 3.0, la più grande cooperativa italiana, presente in 12 regioni con 419 punti vendita tra cui 56 ipermercati, 22mila lavoratori, 2,7 milioni di soci e un fatturato complessivo di vendite di 4,8 miliardi di euro. Se ne è parlato in una conferenza stampa oggi a Milano dove sono stati presentati i nomi dei tre Amministratori delegati della nuova realtà: Paolo Cattabiani, presidente di Coop Consumatori Nordest (avrà la delega a Finanza e Sviluppo), Adriano Turrini, presidente di Coop Adriatica (che è anche presidente, avrà la delega a Servizi centrali e Politiche sociali) e Massimo Ferrari, Ad di Coop Estense (avrà la delega alla Gestione caratteristica).

Paolo Cattabiani, Mario Zucchelli, presidente Coop Estense e Adriano Turrini.

“Diventiamo più grandi per essere più efficienti e rispondere ai nuovi bisogni. Otto anni di crisi hanno consegnato al Paese un consumatore più povero e più attento, con bisogni nuovi e diversi – ha detto Turrini: – a questo consumatore vogliamo offrire nuovo prodotti e servizi che lo soddisfino”. “La  nostra idea – ha proseguito Cattabiani – ambiziosa, è di essere un’impresa cooperativa che non solo soddisfi, am riesca ad anticipare i nuovi bisogni. Vogliamo che il negozio possa diventare il socio trova una gamma di been e servizi che non trova da nessun’altra parte: sarà un grande vantaggio competitivo e una grande soddisfazione per il cliente allo stesso tempo”. La nuova Coop mutuerà le migliori sperimentate gli anni passati dalle Coop di provenienza: “Abbiamo bisogno di allargare i perimetro delle nostre mutualità per dare di più ai clienti”. Una maggiore attenzione sarà data al prestito sociale, con un organismo di tutela e un nuovo regolamento che prevede una liquidità non inferire al 30% del prestito raccolto tra i soci e un prestito immobilizzato non superiore al 30% del prestito raccolto tra i soci.

“Le Coop – ha detto Mario Zucchelli, presidente di Coop Estense – sono passate da 2878 nel 1985, 408 nel 1998 e 97 nel 2014, di cui 9 grandi”. I tempi, forse lo richiedono anche se “la diversità è un valore e non è detto che ciò che si sta facendo con queste tre cooperative sarà replicato” ha detto Stefano Bassi, Presidente di Ancc-Coop presente all’incontro.

“Chi è più grande ha più responsabilità – ha concluso Cattabiani – e saremo in tanti a gestirla. Oltre alla ricchezza che produciamo, dalla Sicilia al Friuli, dovremo essere attenti a come la produciamo, porre attenzione al lavoro, ai rapporti con i fornitori e a come questa ricchezza la trasferiremo”.

Netcomm lancia il 7 novembre la notte bianca dell’e-commerce

All’inizio fu Cyber Monday, il lunedì di sconti online dopo il Black Friday, il fatidico primo giorno in cui tradizionalmente gli americani si buttano in negozio (reale) per fare le spese natalizie attirati da sconti ad hoc. L’idea era quella di intercettare al computer dell’ufficio i tanti consumatori che non avevano avuto modo di fare gli acquisti in negozio, o non avevano trovato quello che cercavano. Poi arrivarono tutti gli altri i giorni di promozioni online (gli acquisti intanto stavano passando su mobile) come in un gigantesco negozio globale. Amazon ha lanciato a luglio il Prime Day promozioni in tutto il mondo lo stesso giorno. Con il virtuale a mutuare idee dai negozi reali, copiandone riti e consuetudini.

Fa così Netcomm per lanciare il primo evento italiano dedicato allo shopping online, che si terrà la notte tra sabato 7 e domenica 8 Novembre. Una “notte bianca”, concetto oramai affermato presso i consumatori italiani che da Roma (prima “notte bianca” italiana nel 2003 con apertura straordinaria dei musei ed eventi culturali) si è diffuso in tutta Italia. È stato scelto il sabato sera “perché si vuole che questo evento sia percepito come un momento di intrattenimento, da soli o in compagnia”.
La Notte Bianca è aperta ai siti verificati e ai merchant soci di Netcomm che valuterà, caso per caso, le richieste di partecipazione pervenute. Ai merchant aderenti è infatti richiesto di pianificare un’iniziativa speciale dedicata alla Notte Bianca: sconti, offerte, prodotti esclusivi, omaggi, concorsi o quant’altro per rendere memorabile l’appuntamento. Il sito collettivo www.allnightshopping.it promuoverà le iniziative speciali di ogni merchant aderente.

A Novara riapre l’U2 di via Umbria: ricarica cellulari e nuovo visual le novità

Oggi riapre in via Umbria 20 a Novara il punto vendita U2 che seguirà le politiche tipiche dell’insegna: apertura 7 giorni su 7 con orario continuato e formula EDLP (Every Day Low Price).

U2Due le novità all’interno del Supermercato U2 di via Umbria: la possibilità di ricaricare la batteria del proprio cellulare utilizzando comodi Power Bank mentre si fa la spesa e un nuovo system grafico studiato per rendere ancora più intellegibile, chiara e piacevole la shopper experience.

Nel punto vendita rinnovato il cliente potrà scegliere tra 7.700 referenze fra le quali 300 di gastronomia e panetteria, insieme a un ampio assortimento di frutta e verdura, carne, surgelati, latticini, scatolame e prodotti non food, per un totale di 650 referenze freschissime e di 7.050 referenze a scaffale. Per chiunque desideri la qualità senza spendere troppo, il supermercato U2 di via Umbria di Novara propone i prodotti a marchio privato:

U2 (2)Due le linee: “U! Confronta e Risparmia”, gli articoli garantiti da Unes, di ottima qualità e ad un prezzo vantaggioso, che consentono di risparmiare, tutti i giorni, fino al 50% rispetto ai prodotti di marca e “Il Viaggiator Goloso”, la linea esclusiva pensata per offrire le migliori specialità italiane, risultato di un’attenta selezione e continua ricerca dei prodotti più genuini e golosi, legati ai sapori più autentici della tradizione del Belpaese. Nel supermercato è anche presente la Panetteria Pane Sfuso, che offre prodotti appena sfornati.

U2 (3)Nel tentativo di cercare sempre nuove soluzioni volte a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente e a promuovere iniziative utili alla divulgazione di comportamenti e stili di vita capaci di salvaguardare la ricchezza ambientale, sono molte le misure ecosostenibili adottate nel nuovo supermercato U2 di via Umbria a Novara, in particolare rientrano nel progetto: la vendita esclusiva di lampadine a basso consumo per il progetto di riduzione di consumi e rifiuti; l’utilizzo di barre denominate “Cliente successivo”, nate dal recupero di 108 bottiglie PE; la vendita di bottiglie d’acqua senza imballo, per proseguire l’impegno nella riduzione dei rifiuti; la proposta, oltre ai classici sacchetti biodegradabili in mater B, anche borse riutilizzabili in 
 tessuto non tessuto a 0,50 euro; la macchina schiaccia bottiglie, con l’emissione dello scontrino/buono da scontare sulla
 spesa alla cassa (1 cent ogni bottiglia).

U2 (1)Grazie alle politiche adottate, U2 è il supermercato anti-spreco per eccellenza. L’ultima iniziativa riguarda il progetto:
“E’ stupido sprecare è bello scoprirlo”, il 1° flight della nuova campagna pubblicitaria di U2 Supermercato è iniziato il 4 maggio e terminerà il 18 ottobre. Con questo claim Unes rafforza un principio fondamentale della propria politica commerciale: la profonda vocazione anti-spreco che ha portato U2 Supermercato a coinvolgere i propri clienti, e i potenziali tali, stimolandoli ad una riflessione trasversale legata al tema dello spreco.

Coop e Fairtrade a Expo festeggiano i 20 anni del caffè Solidal, primo prodotto equo nella Gdo

Il Caffè Solidal Coop è il primo prodotto del commercio equo e solidale arrivato sugli scaffali dei supermercati nel 1995. Si chiamava “il caffè della solidarietà”. Da quel progetto pionieristico si è arrivati oggi a una linea intera che conta 41 prodotti e che in Coop ha fatturato 32 milioni di euro nel corso dell’ultimo anno (nel 2003 le vendite erano circa 3 milioni).

Oggi alle 18.00 nella piazza del Future Food District, il supermercato del futuro di Coop a Expo, si festeggiano i vent’anni di questo traguardo e insieme la Giornata Mondiale del Caffè, raccontando il lungo viaggio dei chicchi dalle montagne del Centro America all’Italia. Saranno presenti, tra gli altri, Francisco Ramon Rivera Gonzalez, presidente della cooperativa di produttori di caffè Pantasma, e Ena Salinas Liaison Officer Fairtrade per il Paese.
In Nicaragua i piccoli produttori rappresentano il 95% dei raccoglitori di caffè, e contribuiscono al 25% della produzione totale di caffè del paese. Durante le crisi del settore alla fine degli anni ’80 furono anche i più colpiti dalla catena. Con l’arrivo del circuito Fairtrade a Pantasma le cose sono cambiate. La produzione di caffè oggi avviene all’ombra, ovvero in abbinata a banani e altre piante da frutto, che contribuiscono a creare ampie zone ombrose, che aiutano a preservare la biodiversità locale. Questo tipo di coltivazione è anche un simbolo della lotta delle piccole realtà cooperative in opposizione alle grandi piantagioni monocolturali.
Pantasma inoltre promuove iniziative a sostegno dell’emancipazione femminile, e a sua volta vi aderiscono cooperative di sole donne che grazie a Fairtrade hanno partecipato ad attività di formazione per contrastare il fenomeno del machismo, molto frequente nell’area.

All’incontro partecipano anche Vladimiro Adelmi, Brand Manager della linea Solidal Coop, Paolo Pastore, Direttore di Fairtrade Italia e Aldo Pavan, fotografo e videomaker che lo scorso gennaio, in visita a Pantasma, ha realizzato un video, che sarà proiettato durante la serata.
Il Viaggio intorno al cibo, un format ideato da Coop e Fairtrade in Expo, proseguirà il 14 ottobre, sempre alle 18.00 presso la piazza del Food District con le noci di anacardio del Brasile.

Manuel lancia Samtime, la sambuca al caffè

SAMtime è una sambuca al caffè, ed è l’ultima arrivata in casa Manuel Caffè, azienda che da quarant’anni produce miscele di caffè d’eccellenza.

In vendita nel canale di distribuzione tradizionale e moderno, adatta da gustare a fine pasto, ha un packaging elegante e moderno, e rivisita la più tradizionale ricetta della sambuca, creando una sintonia tra l’avvolgente aroma della miscela 100% Arabica Manuel con il gusto fresco dell’anice e dei fiori di sambuco.

La sambuca SAMtime Manuel, 38 gradi, può essere degustata con ghiaccio o liscia o come base per creare speciali cocktail.

Dal 1975 l’azienda Manuel Caffè crea prodotti che spaziano dalle miscele classiche, robuste, speziate e dolci, fino alla gamma di tè, infusi e cioccolata.

Uk: la tassa sui sacchetti di plastica nella GDO si reinvestirà a beneficio della comunità locale

Tesco sta utilizzando una tassa governativa, quella sui sacchetti di plastica, per avvicinarsi e fidelizzare la comunità locale.

I sacchetti di plastica sono un enorme problema per l’ambiente, specie marino e fluviale. Ogni anno nella sola Ue ne finiscono in discarica 8 miliardi. Tanto che a maggio il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva UE secondo la quale gli Stati membri avranno due possibilità: ridurre l’utilizzo di buste di plastica tramite l’applicazione di una tassa entro il 2018 oppure fare in modo tramite altre iniziative di ridurne l’uso a 90 pro capite l’anno entro la fine del 2019, che dovranno diventare 40 sacchetti pro capite l’anno entro il 2025.

Intasco o reinvesto?

Che i sacchetti di plastica siano un costo per il retailer e per l’ambiente è indubbio. Farli pagare in certi casi è stato un deterrente. E se si usasse il ricavo della vendita per finanziare iniziative sociali a beneficio della comunità locale? È ciò che succederà in Inghilterra per effetto di una legge statale che, a partire dal 5 ottobre, imporrà una tassa di 5 pence (circa 7 centesimi di euro) per ogni sacchetto di plastica venduto in supermercato.

Tesco ha iniziato una campagna di sensibilizzazione, impegnandosi a informare i clienti sulla destinazione finale dei fondi ed anche a promuovere iniziative locali meritevoli. Oltre alla shopping bag di tessuto in omaggio, i clienti otterranno tutta una serie di informazioni su come sprecare meno sacchetti e “dritte” su come ricordarsi di portare con sé quelli a lunga durata (ad esempio: tenerne sempre qualcuno nel baule della macchina). Però i sacchetti usa e getta saranno più resistenti (ovvero di fatto realmente riutilizzabili), e saranno riciclati da plastica ricavata all’interno della catena, secondo una logica di “economia circolare”. Infine, i clienti potranno riciclare i sacchetti usati lasciandoli nel punto vendita.

La parte più interessante dell’approccio dell’insegna britannica riguarda la dichiarazione di voler giocare un ruolo proattivo nel vigilare e proporre affinché i soldi raccolti dalla tassa (che ci si aspetta saranno nell’ordine dei milioni di sterline) vengano effettivamente utilizzati all’interno della comunità per progetti utili. I clienti saranno infatti invitati a votare online tre progetti per area selezionati con l’aiuta dell’associazione Groundwork, e anzi saranno invitati a segnalarne o proporne di loro prima della selezione. Tra i progetti più “probabili” la creazione di parchi urbani, orti condivisi e percorsi salute nel verde.

“Le persone sono più in salute perché possono esercitarsi all’aria aperta, coltivare il proprio cibo e allontanarsi dallo stress e dal traffico della vita urbana. Le comunità sono più forti perché la gente ha modo di conoscere i propri vicini e le famiglie hanno un posto dove divertirsi insieme. Gli spazi verdi locali aiutano anche ad affrontare temi ben più complessi: aumentano la biodiversità e riducono l’impatto del riscaldamento globale. Siamo entusiasti di lavorare con i punti vendita e i clienti Tesco per portare questi benefici a migliaia di comunità nel Regno Unito” ha commentato Graham Duxbury, Ad di Groundwork UK.
Un bell’esempio di responsabilità sociale, interazione tra pubblico e privato e un modo per avvicinare e fidelizzare il consumatore e comunicare un’immagine positiva che a Tesco probabilmente, se tutto va come deve andare, frutterà ben più dei 7 pence a sacchetto se li avesse intascati direttamente.

Casi di successo e proibizionismo californiano

L’iniziativa del resto ha dei precedenti assai vicini. L’Irlanda, ad esempio, è stato il primo stato ad applicare una tassa sui sacchetti, la PlasTax, nel lontano 2002. I risultati sono stati molto positivi: un calo del 90% nell’uso dei sacchetti (erano1,2 miliardi l’anno) e 9,6 milioni di euro ricavati e utilizzati per finanziare progetti a favore dell’ambiente. Iniziative simili in Scozia e Galles hanno permesso di raccogliere 5 milioni di sterline (6,8 milioni di euro) andati alle associazioni ambientaliste Keep Scotland Beautiful e Keep Wales Tidy e all’RSPB (una sorta di Lipu britannica).
Draconiano invece l’approccio della California, dove l’anno scorso è passata una legge per proibire l’uso dei sacchetti di plastica, e i supermercati sono stati i primi ad essere coinvolti. Sulla spinta di una forte opposizione dei produttori però la legge, che avrebbe dovuto partire a luglio, è stata sospesa fino a novembre, periodo di elezioni. Vedremo come andrà a finire.

In Italia già da tempo i sacchetti plastica sono stati banditi a favori di quelli biodegradabili. Ma non tutto è risolto: un’indagine di Legambiente dello scorso gennaio nella GDO ha rilevato come su 37 sacchetti prelevati ben 20 fossero di fatto “fuori legge”, ovvero non compostabili.

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