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Anna Muzio

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Fratelli Brazzale riabilita il burro e lancia una referenza d’alta gamma

Sull’onda della presentazione di un nuovo prodotto di alta gamma, il Burro Fratelli Brazzale presentato in occasione di Tuttofood e realizzato con freschissima panna di centrifuga e zangolato entro 24 ore dalla mungitura, la storica azienda veneta (è nata nel 1784 nell’altipiano di Asiago) lancia la campagna per riabilitare il burro come alimento sano e naturale.
brazzale-burrodellealpi-fratelli-burroIl Burro Fratelli Brazzale vanta l’84% di materia grassa, ed è realizzato esclusivamente con il latte di un’unica stalla, situata a circa 20 km dal burrificio Brazzale di Litovel, a Sumvald, in Moravia (Repubblica Ceca). È centrifugato immediatamente dopo la mungitura per esaltarne le caratteristiche organolettiche e ritrovare nel burro tutte le qualità, i profumi e i sapori del latte appena munto. La panna viene lasciata maturare naturalmente per circa 12 ore e subito zangolata, cioè lavorata per poi diventare burro, entro 24 ore dalla mungitura del latte. Un metodo di lavorazione unico, a catena completamente controllata, che consente di ottenere un burro sopraffino.  “Il Burro Fratelli Brazzale è nato per essere il miglior burro sul mercato, senza compromessi – spiega il presidente del Gruppo, Roberto Brazzale – Ogni aspetto è stato studiato con cura puntigliosa, dalla scelta della materia prima, al suo trasporto, alla sua centrifugazione, alla maturazione della crema, alla sua burrificazione e al suo confezionamento per il consumo”. Per il confezionamento è stato scelto, invece, il burrificio di Zanè, a Vicenza, per la grande esperienza e capacità delle maestranze e per la vicinanza al mercato di consumo.

Il burro? Un alimento da non demonizzare

Il manifesto per la riscossa del burro dei Fratelli Brazzale si avvantaggia dal fatto che negli ultimi tempi nutrizionisti, studiosi, esperti di cucina e chef stellati stanno decretando una sorta di riscossa del burro, alimento per anni demonizzato in quanto grasso alimentare che favorisce l’accumulo di colesterolo. Alcuni studi sono apparsi negli ultimi mesi sulle più autorevoli testate internazionali, che sembrano decretarne la definitiva riabilitazione.

“Il burro è un’emulsione di acqua e molecole lipidiche. È un alimento naturale il cui carattere nutrizionale lo rende ben tollerato anche da chi soffre di allergie alimentari, ben digeribile, con pochissimo lattosio e ricco di vitamine importanti, (A, E, K). – spiega Pierluigi Rossi, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione – Tra l’altro, è uno dei pochi alimenti a contenere la vitamina D, che agisce sull’integrità delle ossa, e la più innovativa ricerca scientifica ha evidenziato il suo ruolo guida sul sistema immunitario. Gli acidi grassi (tra cui omega 3 e Omega 6) contenuti nel burro miscelati fra loro contribuiscono alla crescita e al rinnovo continuo delle cellule degli organismi viventi. Il burro è quindi un alimento vitale, adatto a un organismo in rapida crescita, come un bambino o un adolescente, oltre a fornire un aiuto indispensabile ai muscoli in chi svolge attività fisica”.

Dal punto di vista nutrizionale, una porzione di 10 grammi di burro fornisce meno calorie rispetto alla stessa dose di olio extra vergine di oliva: 75 calorie il burro, 90 calorie olio. Il motivo? Il burro, essendo un’emulsione, contiene circa il 15% di acqua, mentre nell’olio non c’è acqua, ma solo grassi.

Debutta a Negrone di Scanzorosciate (BG) il 111° supermercato U2

u2Un nuovo store U2 aperto 7 giorni su 7 con orario continuato dal lunedì a sabato e dalle 08.00 alle 12.30 la domenica e con la formula EDLP (Every Day Low Price) e dall’impegno nella tutela dell’ambiente apre oggi a Negrone di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, in Via Monte Negrone, 4, il 111° dell’insegna del Gruppo Finiper e il 65° in Lombardia. Il nuovo store, aperto con la formula franchising, si sviluppa su 550 mq di vendita, ha tre casse, 12 addetti e un parcheggio con 50 posti auto.

Prezzi ribassati, prodotti selezionati, personale competente e disponibile permetteranno una spesa facile, veloce, consapevole, conveniente e volta alla massima soddisfazione del cliente che potrà scegliere tra 700 referenze fra le quali 300 di gastronomia e panetteria, insieme a un ampio assortimento di frutta e verdura, carne, surgelati, latticini, scatolame e prodotti non food. Per un totale di 650 referenze freschissime e di 6000 referenze a scaffale.

Royal Ahold e Delhaize, prove di fusione verso una supercatena internazionale

Foto: Delhaize.

Due grandi gruppi della GDO, europei ma con forti interessi nel mercato USA (dove realizzano il 60% delle vendite), l’olandese Royal Ahold (cui fanno riferimento i marchi Albert Heijin, Gall&Gall e Etos) e il belga Delhaize (3.410 pdv in sette Paesi in tre continenti), hanno confermato l’avvio di trattative per una possibile fusione, che darebbe vita alla quinta insegna della grande distribuzione in USA con vendite da 54 miliardi di Euro, e in Europa al quarto retailer per dimensioni. Secondo James Grzinic, analista di Jefferies a Londra, le probabilità che l’accordo si concluda sono 50/50, come riporta il European Supermarket Magazine.

La fusione potrebbe portare, secondo gli analisti, a sinergie fra i 400 e i 600 milioni di dollari nel mercato americano e a una maggiore capacità di fare fronte agli agguerriti competitor. Lunedì alla prima notizia delle trattative le azioni di Ahold erano salite del 5,5% per un valore di mercato di 16,3 miliardi di Euro mentre quelle di Delhaize hanno guadagnato il 15% per un valore complessivo di 8,6 miliardi di Euro.

Bio, Free from e benessere aumentano a due cifre nelle private label di Selex

Il free from e il bio, i prodotti “orientati al benessere” e del territorio vanno bene e sono ricercati dal consumatore del Terzo Millennio, anche nelle private label. Una conferma viene da Selex, che sottolinea come nel 2014 la linea a marchio del distributore del Gruppo Selex “Vivi Bene Selex” è aumentata del 24% e “Natura Chiama Selex” (che comprende anche i prodotti bio) del +15%, mentre il comparto “premium” Saper di Sapori, che riunisce prodotti di alta qualità e specialità del territorio, ha chiuso l’anno con un incremento del + 9,6%.

Alla crescita a due cifre di “Vivi Bene Selex”, in netta controtendenza rispetto all’andamento del settore alimentare, ha contribuito anche il lancio, nel 2014, della linea “Vivi Bene Senza Glutine”, composta dai prodotti più importanti per chi soffre di celiachia: pasta, pane e sostituti, bevande, biscotti. In tutto 16 proposte certificate senza glutine dall’Associazione Italiana Celiachia e dal Ministero della Salute che soddisfano tutte le occasioni di consumo, dalla colazione al dessert.

 

Surgelati green: la prossima linea a marchio Selex

I prossimi mesi vedranno il lancio dei surgelati vegetali di produzione integrata ecosostenibili, frutto cioè di pratiche agricole a ridotto impatto ambientale e provenienti da aziende certificate Csqa, che garantiscono qualità e rintracciabilità del prodotto nelle diverse fasi, dalla semina al raccolto, al confezionamento, fino al mantenimento della catena del freddo e alla consegna nei punti di vendita.

Lo sviluppo delle marche del distributore del Gruppo Selex nel segno della segmentazione e della specializzazione ha superato le previsioni più ottimistiche conquistando in pochi anni (le prime linee sono state messe a punto nel 2012) fasce di consumatori sempre più ampie e articolate. “L’attenzione al benessere, il piacere di sentirsi in forma senza troppe rinunce, la ricerca della qualità e della sicurezza in tavola sono le principali tendenze che caratterizzano la dinamica dei consumi alimentari – sottolinea Luca Vaccaro, Direttore Marche del Distributore del Gruppo Selex – Con le nostre linee specialistiche abbiamo voluto dare risposte concrete alla clientela, attraverso prodotti funzionali, garantiti, dal contenuto innovativo e dall’ottimo rapporto qualità-prezzo”.

La linea Vivi Bene Selex conta 41 referenze, sviluppate con il contributo scientifico di importanti società esterne, che invitano a un’alimentazione semplice e sana. Dal burro a ridotto contenuto di colesterolo (-87% rispetto al tradizionale) agli yogurt probiotici, alle tisane depurative, alle bevande a base di soia, fino ai gelati senza latte e a quelli senza zucchero. Una duplice proposta, quest’ultima, che raggiunge due distinti target di consumatori, offrendo un servizio a chi soffre di intolleranza al lattosio e a chi invece vuole semplicemente concedersi un buon gelato, purchè a ridotto contenuto calorico. Tra le ultime novità, anche i nettari Tuttifrutti con l’aggiunta di vitamine A e C e zinco, le bevande a base di riso, le gallette al farro e ai cinque cereali.

Natura Chiama Selex, nelle due declinazioni Filiera Controllata e Bio, è composta da 164 referenze, di cui 119 tra frutta e verdura a produzione integrata e 45 prodotti biologici: miele, composte, yogurt, crescenza, uova, e i più recenti ingressi nel mondo della prima colazione, corn flakes e creme spalmabili. Tra i due comparti, è il biologico quello che realizza la crescita più sostenuta, ma positivo anche l’andamento dell’ortofrutta a filiera controllata, che oggi presidia le principali categorie merceologiche.

La ricerca di specialità e la riscoperta delle ricette tradizionali da parte dei consumatori hanno premiato anche Saper di Sapori, la linea firmata “Il meglio di Selex” che comprende prodotti di alta qualità e tipicità legate al territorio, frutto dell’esperienza di antiche lavorazioni artigianali. In tutto 98 specialità che vedono, tra gli ingressi più recenti, il cioccolato fondente extra monorigine, i baci di dama e il pane carasau.

Il comparto delle marche del distributore del Gruppo Selex ha segnato nel 2014 una crescita del 3% con punte più alte in alcune categorie come l’alimentare, il dolciario, il petfood e il vino. Fattori vincenti, la segmentazione dell’offerta, ossia la capacità di soddisfare i consumatori con una proposta distintiva composta da prodotti a marchio Selex, a marchio Vale (con le rispettive declinazioni specialistiche) e da linee a marchio di fantasia, garantendo qualità e sicurezza con un occhio attento al prezzo. L’assortimento delle marche del distributore del Gruppo Selex copre oggi le più importanti categorie merceologiche, con circa 5.000 referenze.

Sconti e ricettario da Simply per la settimana della celiachia

Prodotti senza glutine a prezzi scontati, una linea dedicata certificata gluten free e un ricettario esclusivo di dolci senza glutine validato da AIC, l’Associazione Italiana Celiachia: sono le iniziative intraprese da Simply, catena del Groupe Auchan, dal 14 maggio in occasione della “Settimana della Celiachia”, la campagna di sensibilizzazione promossa dall’Associazione che prevede attività, eventi e manifestazioni per far conoscere alla popolazione la malattia.
I prodotti gluten free sono sempre più richiesti in quanto sono l’unica alternativa per stare bene a chi soffre di celiachia, ma vengono anche scelti da chi, per motivi dietetici o presunte intolleranze, ha deciso di non consumare più glutine. La celiachia è tra l’altro una malattia sottostimata e in aumento, che colpisce nel mondo una persona su 100: in Italia ne sono stati diagnosticati ad oggi quasi 165.000 casi e ogni anno vengono effettuate 10.000 nuove diagnosi, con un incremento annuo di circa il 10%.

Per supportare la “Settimana della Celiachia”, Simply ha inserito nelle promozioni Simply e PuntoSimply dal 14 al 27 maggio e IperSimply dal 14 al 24 maggio uno “Speciale Senza Glutine” che, oltre ad informare i clienti sulla campagna AIC, offre ai celiaci tanti prodotti senza glutine a prezzi scontati fino al 50%, evidenziati a scaffale dall’apposito segnalatore del percorso “Senza glutine”.

copertina ricettarioPer aiutare i clienti celiaci a seguire la dieta senza glutine e dimostrare che essere celiaci non significa rinunciare al gusto, Simply ha anche pubblicato un libro esclusivo con oltre 50 ricette di dolci senza glutine validate dall’Associazione Italiana Celiachia, in vendita nei supermercati Simply, IperSimply e PuntoSimply a soli 2,99 euro.
Nato da un’esigenza personale e dalla passione per la cucina, il ricettario “Pasticceria senza glutine” è stato ideato e scritto da Cristina Chiodi, collaboratrice da oltre 24 anni dei supermercati bresciani di Gavardo e Salò. Cristina Chiodi è partita dalla rielaborazione delle ricette di pasticceria classica, escludendo i preparati in commercio e sperimentando l’utilizzo di farine da cereali naturalmente senza glutine, come quella di riso o di mandorle e l’amido di mais, mescolandole tra loro in modo differente per ogni preparazione.

Una linea Pl dedicata e certificata

Lo “Speciale Senza Glutine” sarà anche l’occasione per presentare ai clienti la nuova linea di prodotti a marchio “Senza Glutine Simply”, creata appositamente per chi è intollerante al glutine, ma non vuole rinunciare al piacere dei cereali. La linea, che ha ottenuto la Spiga Barrata da AIC, comprende pasta, biscotti, torte, merendine, grissini e preparato per pane. Grazie all’adesione di Simply al “Progetto Nuova Celiachia” di Regione Lombardia, nei punti vendita lombardi i celiaci potranno acquistare gli alimenti senza glutine contrassegnati dal logo del Ministero, con il budget mensile assegnato dal SSN e caricato sulla Carta Regionale dei Servizi. I prodotti acquistabili con CRS sono evidenziati a scaffale con un apposito segnalatore. Al momento del pagamento il cliente deve solo consegnare la CRS e inserire il PIN inviato a domicilio dalla propria ASL. Il sistema informatico controlla la disponibilità del budget e decurta quanto speso. L’importo residuo rimarrà a disposizione del cliente e potrà essere speso successivamente. Sullo scontrino vengono riportati i prodotti per celiaci acquistati, l’importo speso ed il budget residuo.

L’adesione alla “Settimana della Celiachia” sarà supportata da una campagna di comunicazione interna ed esterna, veicolata sui volantini, nei punti vendita attraverso locandina, spot, animazioni con cartellonistica, spazi dedicati e aggregati, sul sito e sui canali social ViviSimply.

Wey snack da bere di Arborea sbarca nel continente

Wey, snack da bere a base di siero di latte e frutta della Cooperativa latte sarda Arborea, dopo il lancio l’estate scorsa nell’isola sbarca ora in continente.  Ai gusti passion fruit, mango e ACE (arancia, carota e limone), la bevanda-snack ha venduto 460.000 confezioni da luglio a dicembre. 

WEY è uno snack da bere leggero e nutriente, che spezza la fame senza appesantire.
La bevanda si caratterizza per l’origine controllata e di qualità del siero, realizzato a partire dal latte Arborea. Le proprietà nutritive del siero si combinano poi con il gusto e le proprietà della frutta, creando una bevanda fresca, senza zuccheri aggiunti, con pochissimi grassi e senza lattosio; che sazia e restituisce la carica senza rovinare l’appetito.

“Il siero del latte contiene delle proteine particolarmente importanti perché ricche di amminoacidi ramificati – spiega la Dr.ssa Evelina Flachi, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Presidente della Food Education Italy (FEI) – che prevengono l’invecchiamento, favoriscono il miglioramento della composizione corporea e agiscono positivamente su sistema immunitario, attività cerebrale e umore. Inoltre il siero del latte contiene sali minerali, che sono essenziali nell’alimentazione e devono essere reintegrati spesso, soprattutto quando si suda o si fa sport.”

Il prodotto è presente nelle catene della GDO Sma, Coop consorzio Nord-Ovest, Megamark, Conad Tirreno, Nordiconad, nell’HoReCa e nel canale vending.

Ristorazione, una crescita da cogliere con attenzione al cliente e al territorio

Ha senso oggi in Italia investire nella ristorazione? A questo domanda ha cercato di rispondere il convegno “Fare ristorazione oggi. La “via” giusta per lo sviluppo”, organizzato dalle riviste inStore e Mixer in collaborazione con DGM Consulting all’interno di Tuttofood. Dal 2014 al 2019 è previsto un aumento del 2,6% e un fatturato annuo di 25 miliardi di euro. Il problema è capire come affrontare la crescita e dove si trovano le opportunità.

Meloni
Goianluca Meloni

Presentata la ricerca svolta da Gianluca Meloni, founder di DGM Consulting e docente alla Sda Bocconi sull’argomento. Innovazione, indirizzo, location: sono questi i tre cardini sui quali si sviluppa la “via italiana” alla ristorazione. Innanzitutto domanda e offerta secondo Meloni non hanno la stessa dinamicità. In futuro le determinanti della crescita saranno diverse rispetto agli anni passati, sarà necessario adattarsi all’offerta. Se le famiglie crescono, diminuisce infatti il budget allocato per pranzi e cene fuori casa. Se la domanda ambia, rimane sostanzialmente ferma l’offerta, con una quota minima di catene (che dal 2008 aumentano solo del 2,8%) e una quota maggioritaria ai ristoranti full service. Il più foret tasso di crescita va ai fast food e ai chioschi, “è un percorso di cambiamento lento” dice Meloni, con dinamiche diverse nelle varie regioni, che hanno modelli di consumi e fabbisogno diversi”.con regioni “star” con alti consumi  alta spesa, come Lombardia ed Emilia Romagna. Tra le zone più interessanti c’è invece il Lazio. È dunque importante profilare il target a seconda del territorio. A livello di province, il 50% del mercato è accentrato in sole 15 aree. Milano è stata dopo il 2012 superata da Roma, che ha avuto una crescita di famiglie maggiore. È dunque necessario un approccio adattivo che tenga conto non solo dell’area di esercizio ma anche delle zone limitrofe.

Scarica ricerca DGM Consulting relativa alla ristorazione in Italia

Meloni ha poi parlato delle opportunità assai ampie della ristorazione italiana nel mondo dove la domanda di Made in Italy si sta spostando dal tradizionale mercato di sbocco europeo all’Asia. Se i ristoranti che richiamano la cucina italiana nel mondo sarebbero circa 8 milioni, solo 72mila sarebbero realmente “italiani” ovvero presentano un menu che rispecchia realmente la tradizione nazionale. “C’è molto spazio all’estero e vale la pena puntare molto sull’italianità, che però andrebbe certificata per differenziarsi dai “falsi”.

Scarica ricerca DGM Consulting riguardante la ristorazione italiana nel mondo

Gianandrea Gropplero, Cigierre
Gianandrea Gropplero, Cigierre

Sono stati poi presentate tre case history di successo, due catene e un fornitore.

Gianandrea Gropplero di Cigierre, leader del foodtainment con marchi quali Old Wild West e Wiener Haus, ha spiegato come dalle location storiche nei centri commerciali e nei multisala si stia gradualmente spostando nei centri città o con stand alone con grandi parcheggi lungo vie di comunicazione a grande percorrenza.

Scarica presentazione Cigierre

Fabio Mascese, McCain Foodservice Italia
Fabio Mascese, McCain Foodservice Italia

Fabio Mascese di McCain, leader nella fornitura di patate surgelate per frittura (che “firma” un terzo delle patate fritte vendute nel mondo) ha parlato della necessità di “un nuovo approccio” dove il fornitore diventa anche partner del ristoratore, “l’attitudine alla spesa è cambiata, il prodotto non basta più, dobbiamo conoscere il consumatore capire cosa vuole il cliente e trovare una soluzione comune. Va cambiato il modo di presentare il prodotto e vanno ideate nuove soluzioni di vendita”.

Scarica presentazione McCain

Alessandra De Gaetano, Autogril
Alessandra De Gaetano, Autogril

Alessandra De Gaetano, Concepts Industrialization Director Autogrill Group ha parlato di come lo storico gruppo italiano nato sulle autostrade nazionali si sia negli ultimi anni totalmente rinnovato e riposizionato sui mercati esteri e sulla creazione continua di nuovi format tarati (o accordi con brand esistenti in loco) sul luogo e le abitudini della clientela locale. Se in un’Italia duramente colpita dalla crisi la chiave è stata di concentrarsi sull’attenzione (peraltro “storica” del marchio) ai territori e alla filiera e alla qualità del cibo, ma anche sulle pratiche di lavorazione artigianali “perché il cliente vuole autenticità”, all’estero c’è grande richiesta di Made in Italy. Tra i trend principali De Gaetano individua l’ibridazione tra retail e ristorazione, la centralità del cliente e la componente ludica: “il cliente vuole essere attratto”.

Scarica presentazione Autogrill.

Il convegno si è chiuso con una interessante tavola rotonda cui hanno partecipato Gianandrea Gropplero di Troppenburg di Cigierre, Alessandro Urbani di Metro Italia, Fabio Mascese di McCain e Filippo Schianchi di Nagel Italia, operatore di logistica.

Da sinistra Meloni, Gropplero, Urbani, Schianchi, Mascese
Da sinistra Meloni, Gropplero, Urbani, Schianchi, Mascese

Quest’ultimo  ha sottolineato la crescente richiesta dei partner di aprirsi all’HoReCa internazionale, per i quali la logistica diventa fattore determinante. Il mercato logistico risulta però ancora immaturo, frammentato e incapace di offrire quella omogeneità di servizio che si riscontra in Nord Europa, dove è un mano a pochi, grandi player. Secondo Metro c’è la necessità di targettizzare una clientela che sta cambiando, sperimentare nuovi format perché sono diverse le attitudini di spesa in varie parti d’Italia. Innovazione e tecnologia sono mezzi ormai imprescindibili per dialogare con la clientela, come ha confermato Gropplero. Ma anche permettono percentuali di crescita maggiori. e possono avere due approcci: assecondare il territorio (è il caso di Bistrot di Autogrill) o piegarlo alla propria proposta “forte” (come fa Old Wild West): ciò richiede, oltre che innovazione, anche collaborazione lungo la filiera.

Nielsen: consumers are changing, smaller stores are becoming more popular

“Channel hopping” is a well-established practice in the new multi-channel consumer, who easily goes from discount stores to supermarkets, from the farmers’ markets to online stores for his purchases, but with which rationale? Investigating the intricacies of the mind of this new anthropological species is the latest Nielsen retail and e-commerce “The Future of Grocery” survey, carried out on 30 thousand consumers in 60 countries. Which also it reveals that, while the large stores for now remain dominant, small stores (and it is no surprise: we see it also with our neighbourhood supermarkets) are the most dynamic. In terms of value, super and hypermarkets account for 51% of global sales. The survey highlights the regional differences, but the smaller stores, small supermarkets and traditional stores, have grown more in the last 12 months (4 to 6% compared to 2% for the larger stores). “Worldwide we are seeing the growth of neighbourhood retailing – said Patrick Dodd, President, Global Retailer Vertical, Nielsen – In the eyes of the global consumer, at the moment, small is beautiful”. The influence of e-commerce on the concept of proximity and convenience is evident, but the fact remains that the smaller stores are growing in all markets, developed or developing, and are mainly used for small urgent purchases or particular products. It is therefore interesting to consider how the product category in fact influences the choice of channel for “physical” shopping. In mature markets, where 61% of sales in large stores are concentrated on personal hygiene products, 62% on food and beverages and 79% on household products, convenience stores have interesting market shares of approximately 20%. In all three categories, the highest growth was recorded in small stores, with a tendency to fragmentation. In the food sector, it is precisely traditional stores and kiosks that are meeting the needs of speed and convenience. Price above all, but also product quality influences “channel hopping”. “Large supermarkets and hypermarkets are important players in the global retail landscape, and will continue to be so in the future – said Dodd -. But smaller stores have an important share in certain categories and are growing in others. Distribution efforts should focus on a mix of both, understand where the consumer buys and for which categories, provide the necessary insight to develop more precise distribution strategies for each market”.

Nielsen: cambia il consumatore, avanzano i punti vendita più piccoli

Il “salto di canale” è una pratica ormai consolidata nel nuovo consumatore multicanale, che tranquillamente passa dal discount al super, al farmer’s market allo store online per i suoi acquisti, ma con quali logiche? Ad indagare i meandri della mente di questa nuova specie antropologica c’è l’ultima indagine di Nielsen su retail ed e-commerce “The Future of Grocery”, effettuata su 30mila consumatori in 60 Paesi. La quale rivela anche come, se i grandi formati restano per ora dominanti, le piccole superfici (e non è una sorpresa: lo vediamo anche con i nostri supermercati di prossimità) sono le più dinamiche.

A valore, super e ipermercati coprono il 51% delle vendite mondiali, La ricerca evidenzia le differenze regionali, ma i formati più piccoli, piccoli supermercati e negozi tradizionali, sono cresciuti di più negli ultimi 12 mesi (dal 4 al 6% contro il 2% dei formati più grandi). “In tutto il mondo stiamo assistendo alla crescita del retail di prossimità – ha detto Patrick Dodd, president, global retailer vertical, Nielsen – Agli occhi del consumatore globale al momento piccolo è bello”. Evidente è l’influenza dell’e-commerce sul concetto di prossimità e comodità, sta di fatto che i formati più piccoli stanno crescendo in tutti i mercati, evoluti o in via di sviluppo, e sono utilizzati principalmente per piccoli acquisti urgenti o prodotti particolari.

È dunque interessante considerare come la categoria di prodotti influenzi di fatto la scelta del canale per gli acquisti “fisici”. Nei mercati maturi se le vendite sono concentrate nei grandi formati per il 61% nell’igiene personale, 62% di alimentari e bevande e 79% dei prodotti per la casa, i minimarket hanno quote di mercato interessanti intorno al 20%. In tutte e tre le categorie la crescita maggiore si è registrata nei piccoli formati, con una tendenza alla frammentazione. Nel settore alimentare sono proprio i negozi tradizionali e i chioschi a venire incontro alle esigenze di velocità e comodità.

Il prezzo prima di tutto, ma anche la qualità del prodotto influenzano il “salto di canale”.

“I grandi supermercati e gli ipermercati sono attori importanti nel paesaggio mondiale del retail, e continueranno a esserlo in futuro – ha detto Dodd -. Ma i formati più piccoli hanno una quota importante in certe categorie e stanno crescendo in altre. Gli sforzi della distribuzione dovrebbero concentrarsi su un mix di entrambi, capire dove fa acquisti il consumatore e per quali categorie, fornisce la visione necessaria per sviluppare strategie distributive più precise per ogni mercato”.

A Cantina Tollo il Premio miglior packaging per il vino bio

Premiate per il miglior packaging, in grado di trasmettere i valori di un prodotto in modo da rispondere alle esigenze crescenti della distribuzione moderna: Cantina Tollo è tra le aziende che hanno ottenuto i Tespi Mediagroup Awards 2015, assegnati da una giuria di retailer, buyer della GDO, esperti del settore alimentare e chef .

Andrea Di Fabio, Direttore commerciale e mktg Cantina Tollo riceve il premio
Andrea Di Fabio, Direttore commerciale e marketing Cantina Tollo, riceve il premio.

Il Premio miglior packaging è stato assegnato per due etichette che racchiudono l’essenza del vino biologico. Sostenibile e Raccolto a mano sono le scritte che appaiono sul fronte, con una calligrafia dal tocco moderno e fluido. L’azienda decide anche di fornire un’indicazione sul corretto consumo di vino, grazie alla frase Bevi responsabilmente: un impegno nei confronti di un consumatore che cerca sempre più un prodotto sano, etico, che rispetti il territorio in cui viene prodotto e la salute di chi lo beve. Un’etichetta che è un taccuino di informazioni, che evoca, inoltre, il territorio da cui nascono tali vini: il disegno dell’orso, per il Montepulciano d’Abruzzo Bio, simbolo regionale per eccellenza che richiama i grandi parchi, e quello del pesce, per il Trebbiano d’Abruzzo Bio, che evoca la bellezza della costa del Mare Adriatico. Aspetti che hanno suscitato apprezzamento da parte dei rappresentati della grande distribuzione, chiamati a giudicare le aziende partecipanti.

Cantina Tollo ha commercializzato nel 2014 140mila bottiglie di vino bio, in crescita del 40% rispetto al 2013.

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