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Anna Muzio

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Peek&Cloppenburg Hamburg gestisce l’assortimento con Txt Retail

È un mondo sempre più complicato quello dei retailer che trattano moda, specie se con diversi marchi, e in modo (è ormai un must) multicanale. In particolare risulta complesso pianificare gli assortimenti di tutti i prodotti, canali e geografie. Per fare questo Peek&Cloppenburg KG Group Hamburg, leader nel retail multimarca, ha recentemente adottato TXTPlanning di Txt Retail come piattaforma globale di pianificazione delle collezioni.

TXTPlanning supporta il processo in modo end-to-end consentendo una stretta integrazione della pianificazione delle collezioni con la pianificazione corporate. La soluzione consente la pianificazione avanzata e l’analisi dei dati su una moltitudine di dimensioni e attributi e di ottenere un unico piano sia per i negozi fisici sia per il canale online. Tutto il processo di pianificazione è gestito con TXTPlanning in un ambiente integrato, con riflessi positivi in termini di consistenza dei dati e visibilità globale.

“La pianificazione nel settore moda è senza dubbio una questione complessa” spiega Kai Schmidt, IT Director di Peek&Cloppenburg KG Hamburg. “Il mercato è così dinamico che chi pianifica non può limitarsi a raccogliere le informazioni del passato e a replicarle. È necessario saper intercettare le nuove tendenze e pianificare già nelle primissime fasi della collezione, così da bilanciare i lunghi lead-time del settore moda. In più, in un business multi-marca come il nostro, chi pianifica deve saper gestire i diversi cicli di pianificazione dei fornitori, molte dimensioni di pianificazione e una vasta quantità di possibili combinazioni di assortimento. Abbiamo trovato nelle soluzioni TXT Retail tutte le funzionalità necessarie a gestire assortimenti realmente ‘customer-driven’ e nel team TXT il giusto partner per supportare questa complessità”.

Il Gruppo Peek&Cloppenburg Hamburg è una realtà omnichannel che opera attraverso il canale retail Peek&Cloppenburg in Germania, il portale di shopping online VANGRAAF.COM e l’azienda VAN GRAAF, fashion retailer internazionale che rappresenta il Gruppo in Polonia, Austria, Ungheria, Svizzera e Repubblica Ceca. Con oltre 100 anni di storia, il Gruppo offre più di 300 brand, dalle linee classiche e di alta qualità, ai marchi giovani, di tendenza e di stilisti internazionali

Starbucks sperimenta a New York un formato express

Si trova in un palazzo storico al numero 14 di Wall Street a New York il nuovo format ideato da Starbucks, colosso americano delle caffetterie, per il consumo rapido sul posto o per il take away. Lo studio del caso è interessante, perché riguarda una modalità di consumo sempre più diffusa e che ha risvegliato l’interesse di distributori ed aziende (pensiamo al Coop&Go nell’area Expo ma anche alle catene britanniche tipo Pret à Manger) ma anche e soprattutto perché adotta alcuni accorgimenti inediti, in un layout decisamente interessante per questo tipo di formati e in uno spazio limitatissimo: meno di 50 mq. Il progetto pilota è stato ideato “per clienti in mobilità che cercano i prodotti di qualità di Starbucks in un bell’ambiente, insieme all’efficenza che viene dal fatto di sapere da principio cosa vogliono e di riuscire ad ottenerlo velocemente”. O, come ha dichiarato Bill Sleeth, vicepresidente Starbucks store design, “Questa location a Wall Street è stata appositamente progettata per prendere ciò che sta al cuore dei nostri cafè e distillarlo in uno spazio più piccolo. È un perfetto esempio di come bilanciare un grande design, l’attenzione ai dettagli e all’efficienza, mantenendo allo stesso tempo ciò che è unico e ci rende ciò che siamo: il nostro caffè e il rapporto con i clienti”.

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Da Conai 200mila euro per i packaging “green”

Non c’è dubbio che quello della sostenibilità, dei processi produttivi ma anche del packaging, sia un tema sempre più forte che ogni azienda specie nel food dovrebbe prendere in considerazione. Alcune insegne della GDO si sono spese in prima persona, come Unes con gli imballaggi dell’acqua, ma le aziende eco consapevoli anche quest’anno avranno un motivo in più, oltre alla responsabilità sociale e ambientale, per valorizzare il proprio approccio green. È infatti partita la seconda edizione del “Bando CONAI per la prevenzione – Valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballaggi” promosso da CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, per premiare le soluzioni di packaging più innovative ed ecosostenibili immesse sul mercato nel biennio 2013-2014.

Al bando potranno partecipare tutte le aziende consorziate che hanno rivisto il proprio packaging in ottica di innovazione e sostenibilità ambientale, agendo su almeno una di queste leve: riutilizzo, risparmio di materia prima, ottimizzazione della logistica, facilitazione delle attività di riciclo, utilizzo di materie provenienti da riciclo, semplificazione del sistema di imballo e ottimizzazione dei processi produttivi.

Le proposte dovranno essere presentate entro il 31 luglio 2015 scaricando l’apposito bando dal sito dell’associazione. Saranno quindi analizzate attraverso lo strumento Eco Tool di Conai, che permette di calcolare, attraverso un’analisi LCA semplificata, gli effetti delle azioni di prevenzione attuate dalle aziende sui propri imballaggi attraverso una comparazione prima-dopo in termini di risparmio energetico, idrico e di riduzione delle emissioni di CO2.
Il Consorzio Nazionale Imballaggi metterà a disposizione dei progetti meritevoli un monte premi di 200.000 euro, di cui 60.000 euro destinati ai sei casi più virtuosi.

Tesco ridurrà lo zucchero del 5% ogni anno nelle sue bevande gassate

Foto: Tesco.

Un impegno preciso e a medio termine: è quello che avrebbe preso Tesco per ridurre lo zucchero delle bevande gassate a marchio privato. Secondo il sito The Grocer che parla di “una possibile svolta nella guerra allo zucchero” l’impegno del retailer, che nel Regno Unito vende quasi una bevanda gassata su tre nella GDO, riguarderebbe la riduzione del 5% ogni anno sull’intera linea di soft drinks. Il programma di riduzione degli zuccheri, il primo da parte di un’insegna della grande distribuzione, segue una intensa campagna di sensibilizzazione da parte di enti governativi e associazioni come Action on Sugar, che si è posta l’obiettivo di ridurre del 40% la presenza di zucchero in cibi e bevande confezionati entro il 2020. L’eccesso di zuccheri viene legato a grossi problemi di salute quali obesità e diabete di tipo 2.

Il retailer non è nuovo a operazioni di questo tipo: già all’inizio dell’anno aveva deciso di rimuovere i dolci dalle avancasse. Un’attenzione al cliente e alle esigenze salutiste sempre più sentite, ma anche un’operazione di marketing e immagine vitale in un momento assai difficile per Tesco, che è stato duramente colpito dallo scandalo dei bilanci truccati l’anno scorso nel Regno Unito e sta chiudendo anche gli ultimi punti vendita non-food Homeplus. In ogni caso, dopo questa mossa anche le altre insegne potrebbero essere spinte a intraprendere azioni simili.

Dalter porta a PLMA eccellenza e innovazione italiane nella marca privata

Dalter Alimentari è ad Amsterdam per partecipare a PLMA, la fiera dedicata al mondo della marca privata organizzata dalla Private Label Manufacturers Association, che riunisce oltre 3.500 produttori nel mondo. Una vetrina ideale per l’azienda italiana, che realizza in questo canale di vendita il 21% del proprio fatturato. L’azienda reggiana, specializzata nel confezionamento dei formaggi grattugiati e porzionati freschi, torna ad Amsterdam dopo cinque anni di assenza, come spiega il presidente Stefano Ricotti: «Dopo l’industria alimentare e il mondo horeca, la private label rappresenta per noi il terzo canale di vendita. Partecipare a PLMA significa poter incontrare oltre 11.000 professionisti provenienti da tutto il mondo, a cui mostrare i nostri punti di forza, che si possono sintetizzare in due concetti: ampiezza di gamma e flessibilità, intesa come capacità di tradurre in un prodotto unico e specifico le aspettative dei buyer».

Al mondo della marca privata Dalter Alimentari propone una selezione dei migliori formaggi italiani DOP, come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano, e di alcuni formaggi esteri, tra cui Doronico, Emmenthal ed Edamer. I vari formaggi si possono realizzare in numerose tipologie di taglio, dal grattugiato alle pepite, dalle monoporzioni ai filetti, e confezionare in vari pack, tutti innovativi, dal flow pack alle bustine monodose, passando per grattugie ricaricabili e sacchetti. Il risultato è un prodotto creato su misura per ciascun cliente.
Un discorso a parte merita il Parmigiano Reggiano. «Nel caso del Re dei Formaggi – afferma il dr. Ricotti – abbiamo implementato un processo che prevede il controllo dell’intera filiera: dalla raccolta del latte alla produzione del Parmigiano Reggiano, dalla stagionatura al confezionamento del prodotto finito. Grazie a questo modello Dalter Alimentari è in grado di offrire alle catene GDO e ai loro clienti un prodotto che non solo è di qualità superiore ma che è anche di qualità costante nel tempo. Ed è proprio questo tipo di approccio, che ci differenzia dai competitor del settore, ad averci permesso di siglare un accordo pluriennale di fornitura con una delle più importanti catene britanniche».
Il Regno Unito è, con la Germania, il Paese dove Dalter Alimentari può vantare le più solide partnership con le insegne GDO. Per il futuro, l’obiettivo è quello di sviluppare ulteriormente questo canale di vendita, non soltanto limitandosi all’Europa ma focalizzando l’attenzione sui nuovi mercati extraeuropei.

Ad Amsterdam, Dalter Alimentari presenta alcune novità di prodotto per il canale della marca privata. Come i tranci da 200 gr di Parmigiano Reggiano in flow pack: rispetto a quella classica, la forma in cui il Re dei Formaggi si presenta è molto più accattivante dal punto di vista estetico, con vantaggi anche in termini di praticità di taglio. Pensando ai mercati esteri, poi, al PLMA Dalter Alimentari presenta nuove referenze premium: grattugiato di sola polpa di Parmigiano Reggiano DOP stagionato 30 mesi e scaglie di Parmigiano Reggiano DOP stagionato 30 mesi. Una novità assoluta: la stagionatura elevata infatti compromette solitamente l’integrità di questo taglio. Un problema che l’azienda italiana ha saputo ovviare grazie al suo know-how derivato da una lunga esperienza nel taglio e nella porzionatura del Parmigiano.

Un giovane italiano su 4 cucina in casa per amici, e tra gli under 35 è food-mania

Italia patria del cibo, anche per le nuove generazioni. Un giovane su quattro (24,5 per cento) tra i 18 ed i 34 anni ama stare ai fornelli e la buona cucina e considera il cucinare come un’attività di svago, relax e affermazione personale. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Censis: un amore non nuovo che era dilagato ad esempio nel dopoguerra, con una novità però. La nuova passione per i fornelli oggi ha contagiato sia uomini sia donne. Anzi: secondo la Coldiretti sta emergendo una “mascolinità di nuovo conio che esprime la sua soggettività in termini creativi nel rapporto con la cucina, con la manipolazione del cibo che si afferma come una modalità attraverso la quale si esprime se stessi”.
Tutto ciò si esprime concretamente ad esempio attraverso i classici inviti a cena degli amici nel fine settimana che diventano dei veri e propri show cooking casalinghi. Un fenomeno che sta di fatto trascinando il boom dell’informazione legata all’enogastronomia: infatti, il 32,6 per cento dei giovani legge e utilizza ricettari spesso scaricati su internet, il 31,9 per cento segue programmi televisivi di cucina, il 13,9 per cento non segue religiosamente i consigli di chef celebri. Altra conseguenza è l’attenzione e la ricerca alle materie prime che si vogliono fresche e genuine, possibilmente a chilometro zero direttamente dai produttori agricoli o nei mercati di Campagna Amica, i mercati agricoli di Coldiretti.
La passione per il cibo si esprime anche fuori casa con quasi tre giovani under 35 anni su quattro (71 per cento) che partecipano, specie nel weekend, al rito dell’apericena. Una pratica che piace anche perché consente di risparmiare rispetto alla cena tradizionale fuoricasa, senza rinunciare alla socialità. Sono tutte occasioni per assaggiare e imparare a conoscere i diversi tipi di vino di cui è particolarmente ricca l’Italia, ma anche per gustare formaggi, salumi e prodotti del territorio.
Un interesse sempre più diffuso, tanto che il 48,9 per cento degli under 35 dichiara di partecipare a iniziative di degustazione, il 4,8 per cento regolarmente e il 44,1 per cento di tanto in tanto: parliamo di 5,4 milioni di italiani.
La riscoperta del valore del cibo da parte dei giovani è confermata dalle iscrizioni a corsi di sommelier ma anche da quanti vedono nel cibo una opportunità di lavoro con l’apertura di osterie, vinerie, ristoranti. Non è un caso che l’alberghiero ha raggiunto ben il 9,3 per cento del totale delle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie e si posiziona al secondo posto, dopo lo scientifico, fra le scuole superiori più richieste in Italia. Tanto che, sulla base delle iscrizioni alle prime classi scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie, nell’anno scolastico 2014/2015, si potrebbe prevedere che nell’Italia del futuro ci saranno più di due cuochi per ogni operaio.
“Il boom dei giovani che si mettono ai fornelli conferma il trend che vede oggi in Italia quasi uno studente su quattro scommettere su una prospettiva di lavoro futuro nell’agricoltura e nel cibo – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -: più in generale, il sempre crescente interesse per la cucina e il mangiar bene è anche ‘figlio’ dei primati che l’Italia ha conquistato in questi anni in termini di qualità dei suoi prodotti agroalimentari e che è una delle leve principali che spingono i visitatori stranieri a venire in Italia per l’Expo”.

Tonno in scatola, +5% nel 2014. Piace a giovani e sportivi

Aumenta il consumo di tonno in scatola: nel 2014, secondo le elaborazioni dell’ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici) su dati Istat, ha segnato un +5%. Pratico ed economico, adatto a un consumo veloce, il tonno in scatola è un prodotto presente, secondo una ricerca DOXA/ANCIT, nel 94% delle case italiane.

Il valore del settore del tonno in scatola nel 2014 è stato di 1,1 miliardi di euro. La produzione, stabile rispetto al 2013, si è attestata a 67.300 tonnellate mentre il consumo da parte degli italiani ha toccato quota 144.500 tonnellate (+5% rispetto al 2013) pari a circa 2,3 kg pro capite.
Nello stesso arco di tempo le esportazioni hanno raggiunto le 20.655 tonnellate (+14%), confermando un crescente interesse per il nostro prodotto all’estero, mentre le importazioni si sono attestate 97.880 tonnellate (+17%). L’Italia si conferma così come uno dei più importanti mercati al mondo per il consumo e come secondo produttore europeo, dopo la Spagna.

“Il 2014 è stato un anno positivo per l’industria italiana del tonno in scatola che ha evidenziato ancora una volta la sua natura anticiclica – afferma Vito Santarsiero Presidente dell’ANCIT – . Oggi gli italiani stanno virando sempre più spesso verso quei prodotti alimentari, come il tonno, in grado di coniugare gusto, salute e allo stesso tempo risparmio: parliamo infatti di un alimento che, grazie all’impegno dell’Industria di trasformazione italiana, fornisce proteine ad un costo tra i più convenienti.”

 

Under 25 e sportivi i grandi fan del tonno

Un’indagine commissionata dall’Associazione Nazionale Conservieri Ittici alla Doxa ha fotografato il vissuto e la conoscenza degli italiani rispetto al tonno in scatola. Scopriamo che questo alimento piace soprattutto agli under 25 e alle famiglie dove ci sono i bambini.
I consumatori totali di tonno sono il 94% della popolazione e quasi un italiano su due (43%) lo mangia ogni settimana, soprattutto perché è facile, veloce da preparare e versatile. Ma anche in virtù dei suoi valori nutrizionali, come le proteine nobili e gli omega 3. Tra gli italiani che praticano sport – circa il 50% del campione analizzato – 7 su 10 lo inseriscono nella “top five” degli alimenti cui non saprebbero rinunciare (insieme a carni bianche, legumi, yogurt e bresaola).
E il piatto a base di tonno preferito dagli italiani? Al primo posto troviamo gli spaghetti con il tonno, seguito a ruota da insalata di riso e insalata di tonno, due cardini del cibo light e fast tipico della bella stagione. Quanto agli ingredienti con cui abbinarlo, tonno mai senza… pomodoro: per 1 italiano su 3 (31%) è questo è l’ingrediente con cui viene più utilizzato in cucina. Subito dietro troviamo pasta (27%), riso (16%), uova (9%), peperoni (4%) e infine carciofi (3%).

Visit to the Coop Future Food District, experimenting the future in the Expo supermarket

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Three weeks after the opening and having turned off the spotlights on the “première” of the Future Food District, the much-awaited pavilion that Coop, with the consultancy of Carlo Ratti of MIT, has dedicated to future retailing technologies, the 2,500 square metre area on three levels is increasingly acting as a veritable store.

It attracts, due to its technological equipment and attractive layout, students and passers-by, who then often stop to buy, for example, the ingredients to make a sandwich, perhaps with Cinta Senese salami to feel a bit gourmet without spending a fortune. But it is also used, ensure those who work there, to do the shopping at the end of their shift by Expo workers or by foreign tourists to send Italian Style presents back home, thanks to the DHL counter. A do-it-yourself, low cost gourmet area (but there are others, in the less blazoned halls and among the street food, you only need to look) right in the middle of the big event of the Milan World Expo.

 

Everything is digital, from the price to product information. The products are those of the Coop but not only, there are various partners with their corner, from Barilla to Ferrari. Then there is a section dedicated to the food of the future, from pasta printed in 3D to insects and new packaging for fresh produce. But there is also the recipe book that is built starting from the ingredients. All with a view to technology and customisation of the culinary experience.

Many suggestions and ideas, some already present in certain retailers, especially abroad, others more futuristic.
Among the first there are holograms used for promotional purposes.

 

Visita al Future Food District di Coop, prove di futuro nel supermercato di Expo

A due settimane dall’apertura e spenti i riflettori sulla “prima” del Future Food District, l’annunciatissimo padiglione che Coop ha dedicato, con la consulenza di Carlo Ratti del MIT, alle tecnologie del futuro nel retail, lo spazio da 2500 mq su tre livelli si sta sempre più comportando come un punto vendita vero e proprio.

Attira per le sue dotazioni tecnologiche e il layout attraente scolaresche e curiosi, che poi spesso si fermano a comprare: ad esempio gli ingredienti per costruirsi un panino, magari con salame di cinta senese per sentirsi un po’ gourmet senza spendere un patrimonio. Ma è utilizzato anche, assicura chi ci lavora, per fare la spesa a fine turno dai lavoratori di Expo o dai turisti stranieri per spedire presenti Italian Style a casa, grazie alla postazione DHL. Un’area di gourmandise fai-da-te e low cost (ma ce ne sono altre, nei padiglioni meno spaparazzati e tra lo street food, basta cercare) proprio nel centro della grande kermesse dell’Esposizione universale milanese.

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Tutto è digitale, dal prezzo alle informazioni di prodotto. I prodotti sono quelli di Coop ma non solo, ci sono vari partner con i loro corner, da Barilla e Ferrari. Poi c’è una sezione dedicata al cibo del futuro, dalla pasta stampata in 3D agli insetti ai nuovi packaging per il fresco. Ma c’è anche il libro di ricette che si costruisce a partire dagli ingredienti. Nel segno della tecnologia e della personalizzazione dell’esperienza culinaria.

 

Tante le suggestioni e le idee, alcune già presenti in alcuni retailer specie all’estero, altre più futuribili.
Tra le prime ci sono gli ologrammi utilizzati con finalità promozionali.

 

Le nuove soluzione di arredo Cefla per il pet, un settore in crescita

È un settore che rimanda trend positivi da anni, quello legato al mondo degli animali domestici. Dunque Cefla Shopfitting Solutions ha deciso di presentare per la prima volta a Zoomark, il Salone Internazionale dei prodotti e delle attrezzature per gli animali da Compagnia appena concluso a Bologna, soluzioni d’arredo ad hoc: non solo allestimenti per negozi specializzati, ma anche corner dedicati all’esposizione food per gli animali e progetti di arredo per i reparti dedicati nella Grande Distribuzione Organizzata.

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Tra le proposte in arredo c’erano:

System10 un sistema di scaffalatura con piani ultra-sottili che permette un recupero ottimale dello spazio espositivo con una massima compattezza, sia sulla dimensione orizzontale che su quella verticale.

Wireplus è il sistema espositivo modulare in filo metallico, che combina leggerezza e solidità, creando un ambiente elegante, luminoso e armonico. Della gamma fanno parte isole, testate a gondola, mini-rack, cesti, portaprezzi e divisori integrabili fra loro e con gli altri prodotti Cefla.

Digital Shelf System è l’innovativa proposta di illuminazione a LED modulare: con l’installazione semplificata plug&play e la sua totale integrazione con lo scaffale, nasce per migliorare sensibilmente l’esposizione del prodotto e la shopping experience del cliente.

Per la barriera casse, Cefla Shopfitting Solutions propone due alternative: Futura Proxi con sistema d’illuminazione a Led integrati e numerosi accorgimenti tecnologici e Futura Plus una cassa creata per avere il più alto livello di operatività, interazione con il cliente e personalizzazione possibile.

 

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