CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Olio, EVO e semi i più usati, biologico in crescita ma il prezzo è decisivo

Mai più senza, e non certo di bassa qualità: è stretto il rapporto tra italiani ed olio, uno dei capisaldi della dieta mediterranea, con il 72% che ne consuma più di un litro di olio al mese.

È quanto emerge da una ricerca Doxa per l’azienda Pietro Coricelli, che sottolinea come il 44% tien in casa tre bottiglie di olio contemporaneamente, tra queste il 98% dichiara di avere in casa olio extra vergine, il 68% olio di semi e il 18% olio di oliva. E, se la spesa media per l’acquisto di un litro d’olio si attesta su 5,5 Euro, il 63% degli intervistati dichiara di comprare olio biologico.

 

In Gdo centrale resta il prezzo

La ricerca, realizzata su un campione di consumatori italiani appartenenti alla community Doxa Roamler, evidenzia come per il 58% di consumatori che acquistano al supermercato, il prezzo è centrale: il 54% sceglie in base al prezzo/promozioni. E, se il 35% risulta sensibile all’estetica del packaging, ben l’80% dichiara di affidarsi alla lettura dell’etichetta per distinguere le diverse tipologie di olio extra vergine presente sugli scaffali.

Se è radicata la conoscenza e la cultura dell’olio, c’è però ancora da lavorare: il 76% degli intervistati dichiara di leggere l’etichetta, considera molto importante (68%) la provenienza dell’olio e, nel 67% dei casi, ritiene importanti le indicazioni in merito all’utilizzo. Insomma, gli italiani sembrano conoscere le proprietà, i benefici e l’utilizzo corretto dell’olio in cucina, ma è ancora bassa la conoscenza sull’approccio sensoriale e sulle differenze di gusto. Solo il 19% sa che l’acidità dell’olio non si percepisce dal gusto, mentre il 50% ritiene erroneamente che l’extra vergine di oliva “più è verde più e buono”.

«La degustazione è fondamentale per imparare a riconoscere le qualità dell’olio, per percepire le differenze, per imparare a scegliere quello più affine al proprio gusto o il prodotto migliore da abbinare ad un piatto. L’approccio sensoriale gioca un ruolo fondamentale per la conoscenza di questa preziosa materia prima e questi dati dimostrano che bisogna lavorare ancora in questa direzione. La nostra missione è da sempre quella di diffondere la cultura dell’olio e momenti come questi diventano occasioni uniche per condividere con tutti gli appassionati e i curiosi, la nostra conoscenza, frutto di oltre 80 anni di esperienza, amore e passione mia e della mia famiglia per l’olio» ha commentato Chiara Coricelli.

Share a Meal, Knorr e Wfp donano 4 milioni di pasti: ora l’impegno anti spreco va a scuola

Prima la sfida sulla ricetta con gli avanzi, ora l’insegnamento della cucina sostenibile ai futuri chef e ai bambini delle scuole primarie: così Unilever Italia, Knorr e World Food Programme Italia rinnovano l’impegno nella lotta allo spreco e alla fame nel mondo. E, in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare di lunedì illustrano i risultati della campagna di solidarietà “Share a meal”, che ha visto il coinvolgimento di oltre 20 milioni di italiani, sfidatisi a suon di ricette sulla cucina anti spreco. 

 

Missione salva vita nelle scuole del Kenya, anti spreco nelle scuole italiane

L’obiettivo di Unilever, Knorr e World Food Programme è rendere la cucina anti spreco una pratica comune e sentita da un pubblico sempre più ampio. 

«Rispetto a cinque anni fa l’atteggiamento del consumatore verso il cibo è molto cambiato: questo è il momento giusto per affrontare certi temi» ha detto Angelo Trocchia, Presidente e Amministratore Delegato di Unilever Italia.

Nel 2017, la campagna “Share a meal”, nata dalla collaborazione tra Knorr e WFP avviata nel 2014, ha dato la possibilità a tutti gli italiani di attivarsi con una piccola ma importante sfida al cambiamento per contrastare lo spreco alimentare e, al contempo, risparmiando, di fare una donazione per sostenere il Programma School Meals del World Food Programme in Kenya, ancora oggi uno dei Paesi con il più alto numero di minori malnutriti, con una persona su 10 che non ha cibo a sufficienza per svolgere una vita sana e quasi la metà dei decessi dei bambini al di sotto dei 5 anni dovuti ad una scarsa alimentazione. Finora è stato donato l’equivalente di circa 4 milioni di pasti nelle scuole del Kenya. Con plurimi vantaggi: fornire un’alimentazione sana in un’età critica come l’infanzia, in modo anche da formare adulti più sani, incentivare la frequenza della scuola, ma anche favorire l’agricoltura locale, dalla quale provengono le materie prime fresche. 

«I risultati che la partnership con il World Food Programme e il progetto ‘Share a meal’ ci hanno permesso di raggiungere valgono ora per noi come ulteriore motivazione per proseguire nella lotta allo spreco – ha detto ancora Trocchia -, che è sempre più urgente e importante per tutti. Per noi è una sfida fondamentale, che fa parte dell’impegno dell’azienda nel sociale e che rappresenta un esempio del nostro modello di business, Unilever Sustainable Living Plan, un piano che guida tutte le nostre azioni all’insegna di una crescita sostenibile e responsabile».

Ora “Share a meal” continuerà la sua missione puntando sui giovani italiani: coinvolgendo gli studenti degli Istituti alberghieri, che faranno del cibo il proprio lavoro, e i bambini delle scuole primarie, cittadini e consumatori di domani. Saranno infatti i protagonisti delle prossime iniziative di educazione alimentare e ambientale in giro per l’Italia. Grazie ad una formazione specifica sulla sostenibilità in cucina e a laboratori pratici per creare menu sostenibili dal punto di vista nutrizionale, sociale e ambientale, sarà possibile costruire una rete virtuosa di scuole anti-spreco inter-generazionali.

 

Concorso, i vincitori

Il progetto “Share a meal” ha coinvolto più di un italiano su tre, anche grazie al coinvoglimento di ambassador assai popolari sul web: Lisa Casali, scienziata ambientale, blogger e scrittrice; Tessa Gelisio, conduttrice tv, scrittrice, blogger e ambientalista; Sonia Peronaci, cuoca, conduttrice tv e blogger, fondatrice del sito di cucina Giallo Zafferano e ora su www.soniaperonaci.it e Ivan Zaytsev, pallavolista e ambasciatore WFP Italia.

Al termine del concorso, le ricette più ecologiche e originali sono state

il “Carrè di agnello” di Cristina Pedullà di Orco feglino (Sv);

“Il tramonto nell’orto” di Fabio Verratti di Imola

e i “Bocconcini alla zucca sweet and hot” di Luciana Molino di Zandobbio (Bg).

Cristina, Fabio e Luciana sono i vincitori e i primi portavoce di un impegno per un consumo più responsabile e sostenibile che “parte dal basso”, esempi di come ognuno possa fare la propria parte, iniziando dalle abitudini nelle proprie case.

 

Le dicotomie alimentari italiane protagoniste della nuova campagna Coca-Cola

Cotoletta o bistecca, hamburger classico o vegetariano, pizza alta o bassa? Siamo un popolo un po’ litigioso e guai se ci toccano il cibo, ma ci piace anche stare a tavola e socializzare davanti a un piatto fumante di qualcosa di buono: questo in fondo è il messaggio della nuova campagna di Coca-Cola, on-air dal 4 febbraio.
Chiamata “De Gustibus”,  i gusti son gusti e non si possono discutere, la campagna celebra la passione degli Italiani per il cibo e racconta la centralità del dibattito sulle sue infinite varietà, regionali e famigliari, capaci di trovare un accordo solo davanti a un gusto da sempre unico e capace di unire: quello di Coca-Cola. Quattro i soggetti tv e 10 i soggetti stampa focalizzati sui piatti in grado di polarizzare i gusti e le opinioni.
On-air in tv e sulle piattaforme digital a partire da domenica 4 febbraio, la campagna non solo pone al centro un tema profondamente italiano, ma è anche stata ideata e prodotta nel nostro Paese da Coca-Cola Italia con la firma creativa di McCann.
«La passione con cui gli italiani dibattono di cibo non ha eguali nel mondo e a tutti sarà capitato, almeno una volta, di esserne appassionati protagonisti o divertiti testimoni. – dice Annalisa Fabbri, Direttore Marketing di Coca-Cola Italia –. Con questa campagna, voluta e prodotta in Italia, volevamo appunto approfondire il rapporto complesso e affascinante che nel nostro Paese abbiamo con la tavola, fatto di differenze e di punti fermi, di gusti inconciliabili e di piaceri condivisi. Come il gusto di Coca-Cola, che da sempre ci unisce e trasforma il piacere di mangiare e di stare insieme in un momento speciale».

Alessandro Sabini, Chief Creative Officer di McCANN Worldgroup Italia, commenta: «La campagna, come sempre accade in McCANN, parte da una verità. Anzi, due. Da un lato l’incredibile e quasi infinita varietà di piatti che fanno parte della nostra cultura gastronomica e che ci vede spesso bonariamente dibattere e dall’altro lato l’inconfondibile gusto di Coca-Cola. Sono molto orgoglioso del nostro team, guidato da uno dei nostri migliori direttori creativi, Paolo Maccarini, che in questi anni ha sviluppato una sensibilità unica su questo brand».

La pianificazione media, a cura di MediaCom, presidierà le principali emittenti televisive in modo continuativo nell’arco del 2018, con più flight articolati in diversi momenti dell’anno. Nelle principali città italiane, inoltre, è prevista una campagna OOH con l’utilizzo di affissioni dinamiche.
Il food debate sarà il cuore delle attività che si svolgeranno sui social di Coca-Cola – Facebook avrà il ruolo principale di HUB – e che ruoteranno attorno a #DeGustibus: l’hashtag con cui saranno animati i dibattiti e raccolte le opinioni degli utenti. Attività di PR e Digital PR contribuiranno ad animare il dibatto su diversi canali e pubblici nell’arco dei mesi.

Credits:
Advertising Agency: McCann Worldgroup Italia
Chief Creative Officer: Alessandro Sabini
Creative Director: Paolo Maccarini
Copywriter: Ilaria Frigeni / Andrea Piovesana
Art Director: Angela Stasolla / Andrea Gessa
Chief Operating Officer: Maria Rosa Musto
Client Director: Sarah Mazza
Account Executive: Silvia Appiani
Producer: Michele Virgilio
Producer Assistant: Martina Ferdinandi
Production Company: The Family
Executive Producer: Lorenzo Ulivieri
Producer: Tania Dal Prà

Coop contro lo spreco, +15% di alimenti donati e un portale dedicato all’economia circolare

Fa i conti di sei anni di impegno nella lotta allo spreco alimentare Coop, in vista della  Giornata nazionale contro lo spreco alimentare prevista per il 5 febbraio: 6mila tonnellate di derrate donate (+15% rispetto all’anno precedente) e il progetto www.coopnospreco.it, il portale e web community partiti a dicembre. Obiettivo: coinvolgere nell’economia circolare consumatori, associazioni, scuola, Pmi ed enti locali diffondendo buone pratiche, consigli ma anche creando veri e propri scambi di prodotti soprattutto non alimentari (abiti, giocattoli, elettrodomestici) con la logica che prima di buttare si può riutilizzare facendo incontrare domanda e offerta. I primi risultati in poco più di un mese di attività sono incoraggianti: 440.000 accessi al portale, 110.000 alla web community e più di 600 app installate.

Con il programma “Meno Spreco, Più Solidarietà” Coop intende prevenire e ridurre la formazione delle eccedenze alimentari e donare la quota che inevitabilmente si genera nel processo distributivo.

 

Sette milioni di pasti donati nel 2016

L’incidenza media in Coop delle eccedenze alimentari è sostanzialmente dimezzata rispetto a quella registrata dal resto della Gdo, come dimostra il “Libro Bianco Coop sullo Spreco Alimentare”, una ricerca che coinvolge le sette maggiori cooperative di consumatori italiane e due cooperative medie, che rappresentano complessivamente oltre il 95% delle vendite totali Coop in Italia. Nove Coop che nel 2016 tramite il progetto “Buon Fine” hanno donato, attraverso il 75% dei propri punti di vendita, 6mila tonnellate di derrate alimentari in grado di generare 7 milioni di pasti, per un valore pari a 28 milioni di euro, a 943 associazioni di volontariato e caritative.

Le donazioni Coop sono cresciute del 15% rispetto all’anno precedente anche grazie alle semplificazioni amministrative e all’estensione della rete dei soggetti beneficiari prevista dalla Legge Gadda, entrata in vigore nel settembre 2016. Dal confronto con altre catene distributive, il “Libro Bianco” evidenzia che Coop dona sei volte tanto il proprio concorrente più virtuoso.

L’80% delle donazioni interessa prodotti freschi e freschissimi: Coop ha ideato un meccanismo “a km zero” nel quale direttamente dal punto vendita si raggiunge, attraverso una rete capillare di associazioni coinvolte e grazie al lavoro congiunto di dipendenti e soci, la destinazione individuata (mensa, ostello o quant’altro). Una sorta di rete di protezione diversa da territorio a territorio e capace comunque di dar vita a un’importante operazione di inclusione sociale.
Oltre alle donazioni, Coop ha venduto, nel 2016, a prezzo mediamente dimezzato, prodotti buoni e sani, prossimi alla data di scadenza o a fine giornata per un valore superiore ai 23 milioni di euro.

 

Un portale per promuovere (e praticare) l’economia circolare

Lo scorso dicembre Coop ha deciso di aggiungere un altro tassello alla sua strategia anti spreco, lanciando l’app e il portale coop no spreco. Ideato per divulgare e incentivare la lotta allo spreco alimentare in casa e fuori casa e per favorire le donazioni dell’invenduto, il portale ha avuto fino ad ora 440.000 accessi, mentre sono oltre 600 le app installate.

Il sito presenta un ricettario degli avanzi e una serie di tutorial virtuali che permettono di esplorare i sette ambienti presenti (casa, orto, scuola, ristorante, farmacia, supermercato, associazioni di solidarietà) e scoprire come ridurre nel quotidiano e con pochi piccoli accorgimenti gli sprechi di cibo, di prodotti per l’igiene e di farmaci, scegliendo le soluzioni più adatte per sé e per la propria famiglia. 

Particolarmente interessante è la web community, un luogo dove tutti possono condividere i propri annunci per donare o ricevere eccedenze alimentari, promuovere progetti ed eventi dedicati alla lotta allo spreco o creare comunità di scambio sul territorio

Indicazione di origine per riso e pasta, Coldiretti presenta le prime confezioni

A due settimane dall’entrata in vigore del decreto sull’indicazione di origine per riso e pasta (prevista per il 16 e 17 febbraio) Coldiretti presenta le prime confezioni con l’etichetta che indica la provenienza della materia prima. E ricorda come un pacco di pasta imbustato in Italia su tre è fatto con grano straniero senza alcuna indicazione per i consumatori.

Scopo dell’etichetta è quello di incentivare un settore a rischio, con il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione, una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali. Ma l’etichetta darà ossigeno anche ai risicoltori italiano, considerando che dai Paesi asiatici proviene oggi la metà del riso importato. e che il prodotto straniero è spesso favorito dal regime praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati (accordo EBA), che prevede la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero. Il risultato è che un pacco di riso su quattro contiene prodotto straniero, con le quotazioni del riso italiano per gli agricoltori crollate dal 58% per l’Arborio e il Carnaroli e del 37% per il Vialone nano, senza peraltro avere effetti sui prezzi al consumo. 

 

Pasta e riso, cosa prevedono le nuove etichette

Il decreto stabilisce che dal 17 febbraio prossimo le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura; se proviene o è stato molito in più Paesi possono essere utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

L’indicazione in etichetta dell’origine per il riso scatta il 16 febbraio e deve riportare le diciture “Paese di coltivazione del riso”, “Paese di lavorazione” e “Paese di confezionamento”. Qualora le fasi di coltivazione, lavorazione e confezionamento del riso avvengano nello stesso Paese, può essere recata in etichetta la dicitura “origine del riso”, seguita dal nome del Paese. In caso di riso coltivato o lavorato in più Paesi, possono essere utilizzate le diciture “UE”, “non UE”, ed “UE e non UE”.

 

Richiesta popolare

La scelta di apporre in etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti è condivisa dal 96% dei consumatori italiani e confermata anche dal Tar del Lazio che ha sottolineato come sia “prevalente l’interesse pubblico ad informare i consumatori considerato anche l’esito delle consultazioni pubbliche circa l’importanza attribuita dai consumatori italiani alla conoscenza del Paese di origine e/o del luogo di provenienza dell’alimento e dell’ingrediente primario”. 

 

Dalla carne alla passata, tutte le indicazioni obbligatorie

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, è stato raccolto l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine del miele.

Dall’indicazione dell’origine è esclusa oggi un quarto della spesa alimentare degli italiani, dai salumi ai succhi di frutta, dalle confetture al pane, fino alla carne di coniglio.

Con “Progetto umano” Auchan GCI mette al centro persona e welfare

Un focus sulle risorse umane, che mette al centro la persona e le sue potenzialità attraverso una serie di iniziative per rendere il luogo di lavoro più accogliente ma anche valorizzare i talenti e trasformare i premi in servizi welfare: è Progetto Umano di Gallerie Commerciali Italia (GCI), filiale italiana del gruppo Immochan.

Avviato nel secondo semestre del 2016, Progetto Umano ha visto concretizzarsi già molte attività: dalla ristrutturazione completa degli uffici con sala relax, area dedicata al book sharing, sala gioco e intrattenimento, all’attivazione di convenzioni ed eventi ad hoc, dal rinnovo del concept della convention aziendale all’attivazione di eventi per singole professioni e di giornate dedicate ai bambini in azienda. Azioni che proseguiranno nel 2018 con l’aggiunta della pianificazione del programma di formazione continua GCI Academy e dell’innovativo Programma Talenti, che supporta le risorse più promettenti dell’azienda guidandole attraverso un percorso di crescita professionale e umana.

 

Al via la conversione del premio di risultato

Dal 22 gennaio GCI ha poi aggiunto un ulteriore tassello al progetto welfare, siglando un importante accordo con i sindacati di categoria Filcams – Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che consentirà ai collaboratori di scegliere l’opzione della conversione del premio di risultato 2018 in servizi di welfare completamente esenti da tasse. Il Premio Progresso può arrivare fino al 25% della Retribuzione Annuale Lorda; nel 2017 è stato del 7%. 

La realizzazione degli aspetti fiscali e giuslavoristici del progetto ha visto il supporto da parte di Nctm, uno dei più importanti studi legali indipendenti italiani, sia per dimensioni che per numero e rilevanza delle operazioni seguite. Per raggiungere i migliori livelli di implementazione e gestione di questo piano, GCI ha deciso di farsi supportare per la gestione dei servizi e della piattaforma da un partner di primo livello, Eudaimon, società impegnata da oltre 15 anni, nella progettazione e gestione di piani di welfare aziendale e servizi destinati al benessere dei collaboratori.

La volontà di GCI con Progetto umano è di essere un’eccellenza nella gestione delle risorse umane, trasformando il welfare in una fondamentale leva competitiva e in uno strumento per ingaggiare e fidelizzare al massimo le risorse.

 

MD debutta ad Agordo, primo punto vendita in provincia di Belluno

Conquista una nuova provincia italiana, Belluno, con l’apertura del primo punto vendita ad Agordo MD S.p.A, primaria insegna italiano del settore discount. Lo store, in affiliazione, aprirà giovedì 1° febbraio alle ore 8.30 in via Valcozzena 31, e porta a 15 i punti vendita presenti in Veneto.

Il nuovo store MD, di proprietà della Walber S.p.A, è un negozio di 480 metri quadri a pianta rettangolare con cinque dipendenti di età media sui 45 anni, tutti del territorio. La Walber S.p.A ha scelto MD S.p.A come partner commerciale per la grande affidabilità che la rappresenta: con un fatturato 2017 di 2,3 miliardi di euro, è il secondo player italiano del settore discount con una quota di mercato del 15% e dispone di sette centri logistici sparsi su tutto il territorio italiano, di cui due nel Nord Italia: Trezzo (MI) e Verdellino (BG), in posizione strategica per fornire a tutti i punti vendita del Nord prodotti sempre freschi di giornata.

Il Gruppo, con sede a Gricignano di Aversa, occupa oltre 6000 dipendenti e, da un’indagine realizzata in esclusiva dalla società tedesca indipendente Statista per il settimanale Panorama, è stato inserito tra le aziende dove si lavora meglio in Italia e al primo posto tra le aziende della grande distribuzione alimentare.

«Abbiamo visto in Agordo una città che punta sul commercio e voluto contribuire in modo attivo all’economia di questo bellissimo territorio – spiega il presidente di MD S.p.A Patrizio Podini -. L’ubicazione del negozio, proprio all’incrocio tra la Strada Provinciale 347, la Strada Provinciale 3 e la Strada Statale 203 Agordina, è stata scelta per soddisfare il vasto bacino di utenza che attualmente non è servito da discount e per offrire ai residenti prodotti di qualità a prezzi concorrenziali».

L’MD di via Valcozzena accoglie i clienti in un ambiente luminoso, due casse e quattro corsie simmetriche di vendita. All’ingresso il reparto ortofrutta a libero servizio offre frutta e verdura di stagione anche da agricoltura biologica. Sono oltre 2000 le referenze a marchio privato presenti nel punto vendita, tra cui linee di prodotti salutistici, per intolleranti, vegani o vegetariani e prodotti DOP e IGP. Lo store è aperto da lunedì a sabato dalle 8.30 alle 19.00 e dispone di un parcheggio con 30 posti auto.

Crai, parte il concorso “Un’Italia da vincere”

Si chiama “Un’Italia da vincere” è sarà attivo dal 1° febbraio al 3 marzo il primo concorso a premi dell’anno di CRAI, storico gruppo della distribuzione moderna attivo in Italia da più di quarant’anni. L’iniziativa, rivolta a tutti i Clienti CRAI e ai possessori della CARTA PIU’ Crai, a cui è riservato un montepremi aggiuntivo, mette in palio una Fiat 500 Easypower e tanti weekend in castelli e dimore prestigiose del Belpaese.

Per partecipare all’operazione è sufficiente effettuare una spesa minima di 20 euro acquistando almeno una referenza a scelta tra i prodotti sponsor. Dopo di che, registrandosi al sito web www.vinciconcrai.it e inserendo gli estremi dello scontrino, si scoprirà se si è tra i vincitori dei premi immediati. Inoltre, tutti coloro che possiedono CARTA PIU’ o che la sottoscriveranno per l’occasione, inserendo il loro numero di carta fedeltà avranno una doppia possibilità di vincita, partecipando così all’estrazione finale di numerosi super premi.
Il montepremi destinato a tutti i clienti CRAI è composto da 100 cofanetti weekend per due persone all’insegna dell’arte, della gastronomia e della bellezza e da 50 buoni benzina dal valore di 100 euro l’uno. In più tutti i clienti titolari CARTA PIU’ Crai avranno la possibilità di partecipare all’estrazione finale di 10 cofanetti per un soggiorno per due persone in castelli e dimore prestigiose e di una FIAT 500 1.2 Easy Power POP.

«Ci è piaciuta molto l’idea di trovare un legame con il viaggio immaginario nella qualità della nostra bella Italia espresso dalla nuova campagna istituzionale Crai lanciata a fine anno – afferma Mario La Viola, Direttore Marketing, Format, Rete e Sviluppo di Crai –. Da qui il tema Un’Italia da Vincere, allo scopo di promuovere il legame che Crai ha con il proprio territorio attraverso dei premi qualitativi e aspirazionali volti alla scoperta dell’Italia e delle sue meraviglie».
L’iniziativa sarà promossa a livello nazionale attraverso una campagna radio su Radio Rai 1 e 2, Capital, DeeJay e Radio Italia Solo Musica Italiana, con azioni specifiche su Facebook e attraverso materiali pop e radio in store.

Lidl corre in casa: è main sponsor di Veronamarathon Eventi

Un 2018 nel segno dello sport e del territorio per Lidl, che diventa il nuovo main sponsor di Veronamarathon Eventi con una partnership che si estende a tutti gli eventi di running in programma quest’anno nella città scaligera. Proprio nella provincia dove si trova la sede italiana dell’insegna tedesca, che conta più di 600 supermercati in tutta Italia.

La collaborazione parte il 18 febbraio, quando Lidl sarà presente in tutti i momenti salienti della 11° Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon, della AGSM Duo Marathon e della Lidl Monument Run: una corsa non competitiva, rivolta a chi non ama le lunghe distanze, alle famiglie e ai bambini. Non solo in questo caso il pettorale riporterà il logo dell’Azienda, ma tutti gli iscritti otterranno un pacco gara che contiene un prodotto di punta dell’Insegna: la polpa di pomodoro “BIO ORGANIC – ITALIAMO”, un’eccellenza alimentare interamente biologica. Oltre alla visibilità del brand lungo il tracciato e sui canali di comunicazione della manifestazione, i partecipanti potranno recuperare le energie con i prodotti a marchio Lidl offerti nei numerosi punti ristoro. La Catena di supermercati ha pensato anche ai runner che seguono diete alimentari differenti, inserendo nel grande buffet finale in piazza Bra i propri prodotti senza glutine “Free From”.

«Siamo orgogliosi di consolidare la nostra vicinanza al mondo sportivo e al territorio con Veronamarathon Eventi – ha detto Alessia Bonifazi, Responsabile Comunicazione di Lidl Italia -. Riconosciamo il valore di queste iniziative podistiche che incentivano non solo il sano agonismo, ma che si rivolgono anche al grande pubblico di amatori. In particolare, con la Lidl Monument Run, la nuova corsa non competitiva panoramica che porta il nostro nome, molte famiglie potranno trascorrere una giornata all’insegna dello sport e del divertimento».

Educare a uno stile di vita sano, che passa prima di tutto attraverso una sana alimentazione e una corretta attività fisica, sono concetti che Lidl promuove e che saranno veicolati in queste occasioni. Obiettivi che si riflettono anche nell’assortimento di Lidl, sempre più votato ad un’alimentazione salutare e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale.

I 40 anni di Kiabi: nel 2018 è ancora Italia, a marzo al via un nuovo store a Udine

Continua lo sviluppo sul territorio italiano anche per KIABI nel 2018, anno in cui il gruppo francese festeggia i suoi primi 40 anni: è infatti nato nel 1978 per iniziativa della famiglia Muliez, dallo stesso gruppo che ha fondato Auchan, Decathlon, Leroy Merlin e Pimkie.

Tutto questo dopo un 2017 positivo che ha già visto in Italia l’apertura di quattro nuovi punti vendita (a Ravenna, Torino, Firenze e Ascoli), oltre all’implementazione dell’innovativo concept Free, al nuovo territorio di marca “la felicità ti dona” e all’avvio della politica di affiliazione commerciale.
«Il 2017 – conferma Massimo Pozzi, Direttore Sviluppo KIABI Italia – si è concluso e per KIABI ha rappresentato un anno di crescita con un +5% del giro d’affari e quattro nuove importanti aperture: ad oggi in Italia gli store attivi in tutto il territorio sono 32. Abbiamo inoltre ricevuto da Great Place to Work il premio come quinto miglior luogo di lavoro in Italia nella categoria Large Companies, che include i migliori ambienti di lavoro con oltre 500 collaboratori. Un risultato di cui andiamo molto orgogliosi. Oltre allo sviluppo che prosegue e ai riconoscimenti ottenuti, abbiamo intrapreso una nuova sfida decidendo di avviare una politica di affiliazione commerciale che ci consenta di individuare partner solidi, affidabili e competenti che accompagnino il nostro sviluppo sul territorio nazionale. Obiettivo è quello di arrivare ad avere almeno un negozio per ogni capoluogo di provincia».

Sempre nel 2017 l’azienda di abbigliamento francese è stata premiata nella manifestazione “Insegna dell’anno” con 4 importanti riconoscimenti: abbigliamento donna, bambino e nelle stesse categorie si è aggiudicata i premi “Negozio web” Italia 2017/2018.

Ad inaugurare la prima parte del nuovo anno una nuova prima apertura è in programma ad Udine il prossimo 3 marzo all’interno dello Shopping Center Città Fiera, uno dei Centri Commerciali più importanti d’Italia per estensione, 120mila metri quadri di Gla, e frequentazione ca. 9.000.000. Lo store KIABI Free, di 1.700 metri quadri, sarà composto da un team di 20 persone.
Ma sono previste aperture di nuovi store in diverse parti d’Italia e continuerà il percorso di evoluzione e innovazione per rendere la shopping experience sempre più divertente e coinvolgente. L’obiettivo è quello di accompagnare grandi e piccini durante i momenti più importanti della loro vita, dal ritorno a scuola, al primo appuntamento: un outfit per tutte le occasioni speciali.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare