CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Le soluzioni green di Franprix Noè, prossimità sostenibile

“I clienti l’anno inventato e Franprix l’ha realizzato”: è questa, sintetizzata da Jean-Charles Naouri, direttore esecutivo di Groupe Casino, la filosofia del format Franprix Noè debuttato a settembre 2017. Tre punti vendita a Parigi, di cui abbiamo visitato il primo, nella borghese rue Mouffetard. Un concept “interamente adattato agli stili urbani odierni” che presenta varie soluzioni interessanti, tutte nel segno della sostenibilità e della salute. Quasi 3000 le referenze in 225 metri quadri.

[Not a valid template] 
Oltre che supermercato fortemente connotato nella scelta dei prodotti (le referenze ci sono tutte, dal fresco al non food, ma selezionate nel senso del naturale, della trasparenza, dell’origine) il concept noé è stato concepito come un “laboratorio” in progress dove testare nuovi prodotti e servizi per tutti i punti vendita di “ultraprossimità” Franprix (oltre 900 concentrati nell’Ile-de-France). L’idea è poi di sviluppare un insegna “allo stesso tempo sostenibile e popolare”. 
 
Franprix è un’insegna del Gruppo Casino.

Giuseppe Maiello eletto Presidente di Interporto Campano S.p.A.

Giuseppe Maiello è stato nominato Presidente di Interporto Campano S.p.A. Nel suo nuovo incarico, Maiello è chiamato a contribuire al rilancio della grande struttura logistica, distributiva e intermodale alle porte di Napoli.

L’elezione di Maiello al vertice della Società concessionaria della Regione Campania per la gestione dell’Interporto di Nola, la maggiore struttura logistica, distributiva e intermodale localizzata del Centro-Sud e ai primissimi posti tra gli interporti europei, si inserisce nella strategia di risanamento e rilancio dell’infrastruttura fatta propria dal Consiglio di Amministrazione.

Figura di rilievo della Gdo, Maiello è fondatore di Gargiulo & Maiello S.p.A., impresa socia di Gruppo VéGé da cinquant’anni leader nella distribuzione di prodotti per l’igiene della casa e la cura della persona, che ha proprio nell’Interporto di Nola un moderno polo logistico da 10.000 metri quadri. L’azienda genera oltre 100 milioni di euro di fatturato tra ingrosso e dettaglio.

«L’Interporto di Nola ha intrapreso un percorso di rilancio che ora necessita di essere rafforzato e accelerato con la valorizzazione del patrimonio immobiliare e un maggior impegno sul piano dell’intermodalità – ha dichiarato Maiello -. Le opportunità per un cambio di passo che lo consacri definitivamente come nodo logistico fondamentale per l’economia del territorio e di tutto il Meridione non mancano: basti solo pensare alle ricadute in termini di vantaggio competitivo che potranno derivare dall’istituzione della Zona Economica Speciale che fa capo all’ADSP di Napoli».

Nicola Mastromartino, Presidente del Gruppo VéGé, ha commentato: «Desidero congratularmi con Giuseppe Maiello per quest’incarico di prestigio, giusto riconoscimento a capacità che in Gruppo VéGé consideriamo preziose. Gli porgo i più calorosi auguri di buon lavoro e di successo, certo che possieda lo spessore umano e imprenditoriale per affrontare il surplus di responsabilità portando nel suo nuovo ruolo di vertice il dinamismo e l’oculatezza dimostrati nell’Azienda di famiglia».

Gdo e riduzione dello spreco, Gruppo Gabrielli premiato da Legambiente Marche

Uno spreco alimentare non più sostenibile: per questo anche nella Gdo si moltiplicano le azioni per ridurlo, e su questo fronte il Gruppo Gabrielli ha ottenuto un importante riconoscimento da Legambiente Marche per la sua pluriennale collaborazione con Banco Alimentare. Ideato in occasione della IV edizione di “Ridurre si può nelle Marche”, il premio intende valorizzare le migliori realtà del territorio per la riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e dello spreco alimentare. Ufficializzato lo scorso dicembre in occasione della prima edizione dell’”Ecoforum Marche – l’economia circolare dei rifiuti”, la consegna ufficiale del riconoscimento è avvenuta lunedì 29 gennaio presso la sede del Gruppo Gabrielli a Monticelli Ascoli Piceno per mano della Presidente Legambiente Marche Francesca Pulcini.

«All’interno del primo Ecoforum delle Marche abbiamo anche premiato le esperienze che si sono distinte in quest’ultimo anno per la prevenzione della produzione dei rifiuti all’interno del bando “Ridurre si può nelle Marche” – ha sottolineato Francesca Pulcini -.  Tra questi abbiamo riconosciuto una menzione speciale al Gruppo Gabrielli, per l’impegno che da anni porta avanti con il Banco Alimentare nella prevenzione della produzione di spreco alimentare, che è sia una questione ambientale, ma anche e soprattutto etica e sociale molto importante di cui essere orgogliosi. Per Legambiente questa buona pratica è stata straordinaria, per questo abbiamo deciso di raccontarla e premiarla, e ci auguriamo possa essere da esempio per chiunque voglia seguire questa strada».

Dal 2010 infatti, è in essere un accordo con il Banco Alimentare in base al quale vengono distribuite quotidianamente le eccedenze dei punti di vendita non più vendibili per motivi commerciali ma ancora perfettamente edibili da un punto di vista organolettico.

«Accogliamo con grande piacere questo riconoscimento – ha detto Barbara Gabrielli, vicepresidente del Gruppo – in quanto è uno stimolo a continuare nell’impegno preso con il Banco Alimentare in favore di chi grava in una situazione di bisogno e nel contempo ci vede in prima linea nella lotta allo spreco alimentare che per noi è una priorità al pari di quella ambientale».

Investimenti immobiliari, in Italia 2017 a livello pre crisi, e nel retail vince la High street

È stato un 2017 positivo per gli investimenti in Italia, che ha segnato circa 11,3 miliardi di euro (+18% sul 2016) in incremento per il quinto anno consecutivo, tanto che sono stati raggiunti e superati i livelli pre-crisi finanziaria (10,8 miliardi nel 2007). Non solo: secondo Cushman & Wakefield l’andamento positivo dovrebbe confermarsi nel 2018, con un primo trimestre particolarmente attivo per la chiusura delle transazioni non completate entro la fine dello scorso anno.
«La combinazione tra tassi di interesse molto bassi, l’incertezza politica di alcuni Paesi europei, i valori in costante ascesa nei mercati “core” e soprattutto la notevole disponibilità di capitali a livello globale, hanno comportato un’ulteriore crescita di interesse per il mercato immobiliare italiano da parte di una grande varietà di investitori, disposti a valutare opportunità con diversi profili di rischio e rendimento, dai non performing loans fino ai prodotti super core» ha commentato Joachim Sandberg, Head of Italy and Southern Europe Region di Cushman & Wakefield.

 

La high street spinge il Retail
se gli Uffici si confermano il settore di riferimento per gli investimenti (coprendo circa 40% sul totale), con volumi in ulteriore crescita rispetto all’anno precedente (+17%), il settore Retail, pur continuando a costituire una componente importante nel volume totale degli investimenti (circa il 20%), ha mostrato segnali di rallentamento (-11% su base annua). In particolare hanno sofferto i centri commerciali, mentre il segmento high street (le strade commerciali urbane), negli ultimi anni è stato caratterizzato da una continua crescita dei canoni di locazione, si conferma oggetto di grande interesse, totalizzando circa il 50% del volume totale degli investimenti retail.

 

Milano la più richiesta, ma torna Roma
Le principali transazioni high street sono state completate a Milano, che si conferma come la location più richiesta dai principali marchi italiani e internazionali: secondo quanto riportato nell’ultima edizione di “Main Street Across The World”, via Montenapoleone è in quarta posizione nella classifica delle strade commerciali più costose del mondo e in seconda posizione in Europa, dopo New Bond Street a Londra.
Ma ci sono altre tre città italiane nelle prime otto posizioni della classifica europea, Roma, Venezia e Firenze, con canoni di locazione principalmente sostenuti dalla domanda legata ai flussi turistici. E, se Milano è il mercato più dinamico (circa 55% del totale) e continua ad attrarre nuovi investitori, Roma inizia a recuperare terreno (circa 25%) e a rappresentare una reale alternativa al mercato della capitale finanziaria del Paese.

 

Logistica, è boom
La migliore performance in termini di crescita annua del volume di investimenti è stata registrata dal settore della Logistica che ha quasi triplicato il volume delle transazioni, con circa 1,5 miliardi di euro che rappresentano il 13% del volume totale. Trainato dallo sviluppo dell’e-commerce, il settore dimostra di essere in costante evoluzione ed è oggetto di crescente interesse da parte di operatori e investitori. La domanda sostenuta da parte dei conduttori, a fronte di una limitata disponibilità di immobili moderni, ha comportato la ripresa dell’attività di sviluppo e la creazione di prodotti “core” con la conseguente discesa dei rendimenti.

«Gli asset core continuano ad essere i più richiesti, ma la combinazione tra scarsa disponibilità, valori in crescita e compressione dei rendimenti ha portato diversi investitori a cercare strade alternative con l’obiettivo di assicurarsi ritorni più interessanti – dice Carlo Vanini, Head of Capital Markets di Cushman & Wakefield Italia -. In particolare, è possibile osservare un crescente interesse per le opportunità di valorizzazione di immobili da riposizionare in centro città o in aree caratterizzate da solidi fondamentali immobiliari; la diversificazione per location, sia all’interno della stessa città che spaziando verso mercati “secondari”; la strutturazione di operazioni in partnership con sviluppatori in modo da “creare” nuovo prodotto per investimento».

Infine, aumenta l’interesse per le asset class alternative quali healthcare, student housing e residenziale, anche in risposta alla compressione dei rendimenti delle asset class tradizionali. In questa diversificazione in termini di prodotto per investimento il mercato italiano si allinea ai principali mercati europei. 
Nel 2017 il dipartimento Capital Markets di Cushman & Wakefield in Italia ha completato complessivamente oltre 20 transazioni riferite ad oltre 55 immobili, per un valore complessivo superiore a 1,6 miliardi di euro.

Un futuro senza cassiere? In USA potrebbero sparire da 500 punti vendita già nel 2018

È la fine di un’era, o di un mestiere? L’automazione avrà finalmente la ragione sul contatto umano, l’interazione, le due chiacchiere davanti alla cassa, il sorriso (quando le condizioni lo consentono), e faremo a meno di casse e cassiere? Sembrano pensarla così i “big” della Gdo a stelle e strisce, Walmart e Kroger, che starebbero giù muovendo passi concreti verso punti vendita “cashier-free”: potrebbero sparire da 500 punti vendita già nel corso del 2018 secondo un articolo di Cnbc. Che fa presto il conto: 100 supermercati Walmart adotteranno la tecnologia “Scan & Go” quest’anno. E addirittura 400 store Kroger potrebbero venire liberati dall’interazione umana grazie al sistema “Scan, Bag, Go”.

Lunedì ha aperto al pubblico il primo negozio al mondo senza casse né cassiere, Amazon Go, a Seattle. Problemi di perdite inventariali? Sembrerebbe di no. Un cronista del New York Times in vena di giornalismo investigativo ha provato a portarsi via una cosa senza pagarla: non ci è riuscito. Ma una, forse più abile, reporter della CNBC ce l’ha fatta a non pagare un articolo. Pare che nella giornata di apertura il chiodo fisso della stampa americana fosse: riuscirò a rubare a Jeff Bezos? Possiamo in ogni caso presumere che il sistema funzioni abbastanza bene (c’è voluto un anno ad aprire al pubblico rispetto alle previsioni iniziali). Sarà per quelle centinaia di telecamere che seguono il cliente in ogni suo movimento, il che fa un po’ Grande fratello, d’accordo, ma technologie oblige

Senza arrivare al futuribile negozio di Jeff Bezos, la tecnologia del self scan non è una novità, la usano già anche le nostre insegne, Esselunga, Carrefour, Coop tante per citarne alcune. Con “Scan, Bag, Go,” la scansione dei codici avviene con uno scanner manuale fornito da Kroger o tramite app. Alla fine della spesa ci sono i chioschi per il Self-checkout che calcolano il totale al netto di buoni promozionali. Ma tra poco sarà possibile pagare anche tramite l’app, e la cassa, automatica o non, potrebbe proprio sparire. 

Simile il processo di Walmart che con lo smartphone consente già di pagare, basta passare da una corsia riservata prima di uscire. Questione di sicurezza, questa volta: fidarsi è bene, ma senza quelle telecamere… 

Sullo sfondo la consapevolezza (o credenza?) che il cliente voglia fare spese sempre più veloci ma anche emozionali. Certo, le code non sono mai piaciute a nessuno. Ma soprattutto a spingere le nuove tecnologie sono i margini sempre più esigui della Gdo, impegnata oggi come non mai a tagliare costi e razionalizzare le risorse. E di casse e cassiere, ormai è chiaro, si potrà fare sempre più spesso a meno. Il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro c’è, è chiaro. Anche se si preferisce parlare di “reimpiego in altre funzioni, come il consiglio e l’assistenza del cliente”. 

Quale sarà dunque il futuro del supermercato, una piazza decentralizzata con svariati assistenti pronti a spiegare origine e significato di un prodotto, promuovere il cross selling e dare informazioni nutrizionali o di food pairing? O una fila di scaffali con solo un paio di persone che spiegano come si fa a fare la spesa (facile, basta infilare i prodotti nella borsa), in beata solitudine, come Amazon Go? Per saperlo ci vorrebbe la sfera di cristallo. Per ora, Amazon assicura, non c’è alcuna volontà di implementare la tecnologia “Big Brother” negli oltre 470 punti vendita Whole Foods Market acquisiti da Bezos l’anno scorso. Ma tant’è, il futuro, come abbiamo visto più volte in questi anni, potrebbe arrivare prima del previsto.

Riconoscimento facciale e robot, le tecnologie più avanzate si usano per vendere hamburger

Un chiosco con riconoscimento facciale che – giustappunto – ti riconosce e ricorda grazie all’intelligenza artificiale i tuoi ordini, già testato nel punto vendita di Pasadena, e un robot cuoco che cuoce alla perfezione e senza errori hamburger tutti (perfettamente) uguali, che dovrebbe partire nel corso del 2018: le ultime frontiere dell’interazione tra uomo e macchina non si trovano in qualche campus universitario americano ma da Caliburger, catena californiana con succursale a Dubai specializzata nel più diffuso tra i fast food, l’hamburger, appunto.

Il chiosco di Caliburger, sviluppato con la tecnologia di NEC Corporation of America, unisce riconoscimento facciale, analisi degli ordini precedenti e programma fedeltà per fornire un’esperienza personalizzata e coinvolgente. Ai clienti – già ora a Pasadena – è sufficiente andare al chiosco e sorridere per visualizzare i propri ordini precedenti, eventualmente riordinarli con un clic e nel frattempo guadagnare punti fedeltà. In una seconda fase che potrebbe già attivarsi quest’anno il riconoscimento facciale dovrebbe poter essere utilizzato anche per il pagamento.

«Legare il programma fedeltà al riconoscimento facciale riduce molto gli ostacoli legati alla registrazione e al suo uso; inoltre consente a una catena di ristoranti come CaliBurger di fornire ai clienti un’esperienza personalizzata e interattiva al chiosco per gli ordini -ha detto l’Ad di Cali Group di John Miller -. Il nostro obiettivo nel 2018 è di sostituire le carte di credito con i pagamenti tramite riconoscimento facciale. quest’ultimo fa parte di una strategia più ampia che consenta ai settori della ristorazione e del commercio di garantire lo steso tipo di benefici e convenienza nel mondo reale di quelle che i clienti sperimentano con retailer come Amazon nel mondo digitale».

Quanto al robot cuoco, soprannominato Flippy, secondo il produttore Miso Robotics impara dall’esperienza, e non avrebbe l’ambizione di sostituire gli umani ma piuttosto lavorerà al loro fianco. Potrebbe essere impiegato in 50 ristoranti nella catena già da quest’anno, e oltre a cuocere hamburger e può essere programmati per svolgere nuovi compiti come tagliare verdure o friggere pollo.

E i dipendenti in surplus dalla cucina? Secondo il produttore potranno essere reimpiegati in sala per interagire con la clientela. Sempre, naturalmente, che non sia troppo occupata a sorridere al chiosco per gli ordini…

I tempi sono dunque maturi per il ristorante automatico, in cui il cliente interagisce solo con le macchine? Teoricamente sì, la tecnologia c’è. Va detto però che la prima “mini-catena” di ristoranti automatici, Eatsa, ha chiuso i battenti di cinque dei suoi sette ristoranti automatici dopo poco più di un anno dall’apertura. Al momento piuttosto che insalate salutari sta vendendo la sua tecnologia ad altre catene fast food. La prima, Wow Bao, specializzata in ravioli cinesi, ha aperto a dicembre a Chicago il suo primo ristorante automatico. Cuochi nel retro, nascosti, e un paio di assistenti per aiutare i clienti negli ordini, ma nessun cameriere. Secondo il presidente Geoff Alexander i tempi sono maturi: «Il mondo era forse pronto per Facebook? O per fare acquisti su Amazon? È la stessa cosa con i ristoranti. L’ospitalità sta evolvendo» ha detto al Chicago Tribune

Chi è Aldi, il discount tedesco che aprirà il primo punto vendita italiano il 15 gennaio

Dopo tanta attesa, la sede e il Cedi posizionato a Verona e un’espansione prevista per ora nel Nord Italia c’è una data: il 15 gennaio, fissato per l’inaugurazione del primo punto vendita Aldi in Italia. Per ora il riserbo è strettissimo sulla location: si sa solo che sarà in una regione del Nord.

La catena discount concorrente di Lidl è una potenza in Germania. Acronimo di ALbrecht-DIscount) è stata fondata dai fratelli Karl e Theo ALbrecht che avevano rilevato a Essen-Schonnebeck il “commercio di prodotti da forno” di famiglia, aperto nel 1913, nel 1946. Nel 1961 decidono di dividere l’impresa in due insegne, strettamente collegate: Aldi Nord e Aldi Sud che si spartiscono il territorio al di fuori di ogni logica di concorrenza.

Nel suo complesso i due Aldi posseggono 14.429 punti vendita di cui 4.789 Nord, e Aldi Süd 5.760 (di cui all’estero,  3.880).

Fuori dalla Germania la catena è presente in Australia, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.

Nata con la filosofia della “concentrazione sull’essenziale”, l’insegna si è rivelata negli ultimi anni estremamente attenta ai nuovi sviluppi del mercato e alle esigenze del nuovo consumatore. Tanto che ne abbiamo parlato più volte anche su instoremag: per questo qui di seguito vi riproponiamo i link ad alcuni nostri articoli, utili per farsi un’idea su cosa dobbiamo aspettarci dal discount tedesco che ha rivoluzionato ad esempio il mercato della Gdo britannica (insieme a Lidl), andando seriamente a minacciare ai tempi della crisi economica il dominio sul mercato delle “Big 4” e scatenando una vera e propria guerra dei prezzi, le tradizionali insegne della Gdo. Anche se immaginiamo la localizzazione sul mercato italiano sarà inevitabile e apporterà i dovuti aggiustamenti.

È Aldi l’insegna più amata dai giovani tedeschi, piacerà anche ai giovani italiani?

Stop ai sacchetti monouso da Aldi (compresi carta e compostabili)

Una serie video per promuovere i propri vini: succede, da Aldi Sud

Aldi Sud apre un bistrò pop up per l’estate, con i suoi prodotti

Aldi lancia un servizio di music streaming in Germania e fa concorrenza a Spotify

 

Debutta a Lecco Bennet Smart, il supermercato pensato per i Millennials

Tecnologico, comodo, con servizi dedicati: Bennet testa un nuovo format di supermercato pensato per le nuove generazioni, e lo chiama Bennet Smart. Il primo punto vendita debutta giovedì 25 gennaio a Lecco, all’interno del centro commerciale Le Piazze.

Obiettivo: conquistare i Millennials, che secondo Bennet, richiedono una spesa che si evolve in un’esperienza capace di ampliare le conoscenze, esplorando prodotti di qualità in percorsi nuovi ma sempre pratici e razionali. Il punto vendita “smart” vuole contestualizzare fattori come la qualità e l’attenzione crescente verso i cibi salutari e la ricerca del benessere in una società in cui le parole d’ordine sono velocità, praticità, comodità e condivisione.

 

Spesa moderna
Il concept ideato per bennet smart presenta una struttura innovativa e una selezione curata di prodotti pensati per ridurre l’effetto dispersivo dei grandi punti vendita e regalare una spesa ancora più semplice e veloce ai propri clienti. Lo scopo è quello di favorire una modalità di spesa pratica, per incontrare le esigenze di un pubblico che ama cucinare e adora il sapore della tradizione ma si affida con serenità ai prodotti pronti; vicina, perché i ritmi frenetici della vita moderna spingono sempre più a fare acquisti nel proprio quartiere, con uno spesa più contenuta ma più frequente, anche quotidiana; consapevole, consistente con le tendenze delle nuove generazioni verso un approccio olistico alla salute, dve il benessere è strettamente legato alle scelte alimentari e allo stile di vita.


Il risultato è un punto vendita in cui è possibile trovare la qualità che si pretende, con la velocità e la praticità di cui si ha bisogno. Il tutto unito alla comodità di avere tutto a portata di mano e al giusto prezzo. 

 

In assortimento prodotti free from, bio e soluzioni pronte all’uso

L’assortimento è focalizzato su soluzioni pensate per mantenere ogni giorno un’alimentazione consapevole e salutare, come i prodotti vegani, senza lattosio, senza glutine, senza zucchero, senza uova, senza lievito e tanti altri. Ma anche prodotti Bio, compresi quelli a marchio Bennet, e di filiera e quindi di stagione, selezionati da coltivazioni garantite e sostenibili e trattati con cura per preservarne le proprietà. A questo si aggiungono oltre 70 tra i migliori tagli di carni, sia italiani che dal mondo, e circa 50 prodotti ittici tra pesci pescati, allevati, decongelati, interi, a filetti, molluschi e frutti di mare. Sul fronte della gastronomia e panetteria largo a salumi e formaggi, prodotti nostrani, locali, DOP e IGP, pizze e focacce di produzione fresca, pane di ogni tipo, pasticceria sia secca sia fresca e torte di lavorazione propria adatte a tutte le occasioni. Ogni categoria di prodotti presenta soluzioni pronte da cucinare, anche in microonde, o già pronte all’uso.


Soluzioni pratiche, veloci e gustose che coinvolgono anche i cosiddetti prodotti da dispensa. Girando tra le corsie è infatti possibile trovare un vasto assortimento di proposte suddivise in tre categorie: Top Selection, che raccoglie prodotti di qualità e ad alto contenuto di servizio per soddisfare tutti i gusti e ogni esigenza; Grandi Marche, soluzioni firmate dai brand più conosciuti e apprezzati e Garanzia Bennet, che propone esclusivamente prodotti a marchio Bennet capaci di garantire il massimo della qualità al miglior prezzo.

 

Tecnologia in primo piano

In un layout moderno è infatti possibile godere della massima funzionalità e fruibilità grazie a servizi come il digital signage, con speciali postazioni che raccontano il mondo bennet smart e i suoi valori attraverso dei video, e i totem interattivi attraverso i quali i clienti possono scoprire e accedere a tutti i servizi in completa autonomia.


Quanto al pagamento, spesapass consente di aggiungere allo scontrino finale i prodotti scelti autonomamente per poi pagare senza fare la coda alle casse e le fai da te automatiche permettono di fare il conto dei prodotti selezionati per poi pagarli in contanti o carte di credito.

È anche possibile pagare usando i dispositivi Apple grazie a ApplePay, raccogliere punti Bennet Club per ritirare i premi Bennet Club e tanto altro.

Infine, bennet smart è un punto vendita “full green” che guarda all’efficenza energetica e alla sostenibilità grazie alla presenza di soli banchi chiusi che permette di ridurre i consumi e di utilizzare un impianto di refrigerazione che sfrutta solo fluidi refrigeranti naturali, senza alcun impatto sull’effetto serra e garantendo al contempo una migliore conservazione degli alimenti.
Ciò consente di ridurre i consumi del 30%, con un risparmio rispetto agli impianti tradizionali di circa 180 Tonnellate di CO2 Equivalente per anno.

Con l’apertura del primo bennet smart, Bennet sale a 63 punti vendita. La strategia di bennet prevede la riorganizzazione della rete con l’esplorazione anche di nuovi formati più piccoli, moderni, pratici e dal design moderno e accattivante.

Altre foto in: Bennet smart, il concept giovane, dedicato ai giovani. Fotonotizia

Cinque tendenze per e-commerce e retail nel 2018: occhi puntati sull’intelligenza artificiale

Photo by bruce mars from Pexels.

Quali sono le tendenze che guideranno l’innovazione nel retail, e anzi ne trasformeranno il panorama, on e offline (ma ormai l’esperienza è omnicanale, l’abbiamo imparato) nell’anno corrente sul fronte sempre più caldo e cruciale della tecnologia? Ce lo dice Salesforce, che rileva come a guidare il settore sarà soprattutto l’intelligenza artificiale, utilizzata per offrire in modo puntuale e automatico quella personalizzazione di cui si parla da anni, che il cliente ricerca e che è chiave di volta per la sua fidelizzazione. Non solo: le ricerche vocali e visive sostituiranno la scrittura, e prosegue l’implementazione tra store fisico e digitale. Sempre più si andrà alla ricerca della taglia corretta e si integreranno pagina social network e pagina web (per la quale si è dichiarato troppo presto il prepensionamento: è più viva e ricercata che mai). L’esperienza d’acquisto sta cambiando, e molto.

Ma vediamo più nello specifico i cinque filoni di innovazione individuati da Commerce Cloud, soluzione e-commerce di Salesforce, distillati dai trend rilevati dai 500 milioni di shopper che visitano gli oltre 2.000 siti e-commerce supportati dall’azienda: cinque temi che ogni retail dovrebbe considerare nello sviluppo di un’esperienza cliente efficace, sia online sia nel punto vendita.

[Not a valid template]

 

Apre a Milano CrudoCotto, il ristorante firmato Rovagnati

Un’officina del gusto in bilico tra tradizione e innovazione: è questo, secondo l’ambizione di chi lo ha pensato, l’obiettivo di CrudoCotto by Rovagnati 1943, il concept store inaugurato lunedì scorso a Milano, al numero 41 di corso Garibaldi dalla nota azienda produttrice di salumi. Nel ristorante vengono offerti piatti creati secondo le ricette tradizionali italiane ma con un occhio alle tendenze della gastronomia internazionale, secondo quello che è il dna aziendale. Le ricette sono tutte creazioni di Paolo Rovagnati.

Lo spazio di corso Garibaldi è aperto tutto il giorno, dal lunedì al giovedì dalle 7 alle 23 il venerdì e il sabato dalle 7 a mezzanotte. Un luogo quindi dove fare una capatina per colazione, per pranzo, per l’aperitivo e per cena e in ogni momento della giornata. Per ogni ora ci sono più soluzioni, con spazio anche per piatti dolci. Una delle novità della formula è il cosiddetto “formato sfizio”: è infatti possibile ordinare il proprio piatto e accompagnarlo con una o più combinazioni di altri piatti in versione “tapa”. Lo scopo è quello di condividere il cibo con gli amici, oppure di assaggiare un po’ di tutto. Tra le proposte, salumi e formaggi accompagnati dallo gnocco fritto (i salumi sempre affettati al momento e a freddo con le storiche macchine Berkel oppure a mano), o i saltimbocca di branzino e Pata Negra.

I cuochi sono coordinati dall’Executive Chef Mario Fresu (già sous-chef presso il Boscolo Restaurant&Bar) e creeranno i piatti utilizzando prodotti freschissimi e italiani, in una spaziosa cucina a vista sulla sala del Prosciutto Wine Bar&Restaurant. Il wine bar in particolare ruota attorno a un bancone ornato di sgabelli ed è lo spazio privilegiato per l’aperitivo, che varia di giorno in giorno e ha due “misure”: per gli appetiti misurati il finger food, per chi ha più fame o deve andare al cinema o al teatro l’aperitivo “rinforzato”. Al sabato è invece dedicato il rituale del brunch.

Il design del locale è contemporaneo e industriale, vagamente futurista. Cerca di enfatizzare la dualità “crudo o cotto”. Per questo mixa materiali particolari, colori e luce: elementi declinati in modo profondamente metropolitano senza però abdicare alla provenienza naturale.

 

 

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare