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Anna Muzio

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Per Fattorie Garofalo un 2017 positivo (+18%) trainato dal retail

Il Bistrò di fattorie Garofalo in via Marghera a Milano.

Un fatturato 2017 a 82,3 milioni di euro, +18% sull’anno precedente, trainato dagli investimenti nel retail (che ha registrato un +239%): è quello del gruppo Fattorie Garofalo, la galassia di aziende industriali, zootecniche e del retail che fanno capo alla cooperativa agricola Fattorie Garofalo di Capua impegnata nella produzione di latte e carne di bufalo, nella trasformazione delle materie prime in Mozzarella di bufala campana Dop e salumi

Gli investimenti nel 2017 hanno superato i 10 milioni di euro, pari al 22,9% di quelli effettuati negli ultimi sei anni a oltre 44 milioni, e l’aumento dell’occupazione, passata tra il 2016 e il 2017 da 260 a 330 unità lavorative medie (+29%).

 

Bistrot chiave della crescita

Il risultato in termini di volume d’affari ha alle spalle una scommessa già in parte vinta: la diversificazione degli investimenti nel settore retail che hanno assorbito 2,4 milioni negli ultimi anni, consentendo di incrementare sensibilmente il volume d’affari 2017 a livello di gruppo e l’occupazione.

Tutto questo grazie alla gestione diretta: la rete di somministrazione al pubblico di mozzarelle e salumi di bufala è di proprietà del gruppo mediante Holding Fattorie Garofalo, la nuova società impegnata nell’apertura e gestione dei Fattorie Garofalo mozzarella bistrot in Italia e all’estero. E proprio HFG ha visto più che triplicato il fatturato tra 2016 e 2017, da 3,1 a 10,5 milioni, con una crescita a tre cifre del 239%.

Nel complesso, il fatturato delle quattro società coinvolte nella produzione industriale e gestione dei punti vendita di mozzarella e salumi è cresciuto del 15%, passando dai 59,4 milioni del 2016 ai 68,6 milioni del 2017.

Parallelamente è cresciuta in HFG la forza lavoro, nel 2017 di 61 unità medie rispetto al 2016; da sola ha rappresentato l’87% della crescita occupazionale del gruppo.

 

Biologico, biogas, innovazione: gli investimenti nei settori tradizionali

Ma a crescere nel 2017 sono state anche le sei aziende zootecniche, con un bel +30%: le quattro società del gruppo a cui fanno capo hanno visto lievitare il fatturato dai 10,5 milioni di euro del 2016 a 13,7 milioni del 2017. Il latte di bufala, principale fonte di entrata delle quattro società, viene pagato dai caseifici del gruppo a prezzo di mercato, che si è mantenuto su livelli elevati.

Un risultato reso possibile anche dagli investimenti del gruppo, che hanno seguito una precisa policy: grande attenzione allo sviluppo e alla crescita delle aziende zootecniche (7,2 milioni solo nel 2017 e oltre 32 milioni tra 2012 e 2017) dove sono in corso importanti esperimenti colturali (entro il 2018 Arianuova sarà convertita al biologico) e di gestione aziendale, con un’attenzione particolare alla produzione di energia rinnovabile da biogas, come nell’azienda agricola Santo Ianni, dove è in esercizio un impianto di cogenerazione da 0,6 megawatt di potenza.

Gli investimenti nel settore industriale restano sostenuti nel 2017 (1,4 milioni di euro) e sono parte del consolidamento di quanto fatto negli ultimi sei anni: oltre 9,5 milioni tra 2012 e 2017 dedicati al miglioramento della produzione di Mozzarella di bufala campana Dop e al rafforzamento delle linee di produzione di Casaro del Re, che ha garantito nel 2017 una crescita del fatturato dell’11%.

Il carrello della spesa di Amazon è sempre più pieno: e il 2018 sarà l’anno del fresco

Oggi apre al pubblico (in ritardo) Amazon Go, il supermercato senza cassa, a Seattle, ma ormai Amazon è un protagonista sempre più importante della spesa: secondo uno studio di One Click Retail nel 2017 ha raggiunto il 18% di quota di mercato nella spesa online negli USA: il doppio di Walmart. E in crescita del 59% sul 2016 con un fatturato intorno ai 2 miliardi di dollari. Quanto meno per ora, sono le bevande gli articoli più venduti. Ma il fresco, anche se lentamente, avanza.

Lo studio prende in considerazione oltre agli USA gli altri due principali mercati del grocery Amazon, Regno Unito e Germania, che hanno visto incrementi di vendita simili (+56% e +54% rispettivamente). Ma il fresco avanza.

Anche se per ora gli articoli più venduti sono bevande, alcoliche e non (con acqua e energy drink in cima alla lista), cialde per caffè e alimenti per l’infanzia, lo studio prevede una forte crescita del fresco grazie alla consegna in un’ora e al superamento, graduale, della tendenza a voler “toccare con mano” ciò che mangiamo.

La crescente abitudine alle spese online e la fiducia in Amazon come operatore, ritmi di vita frenetici che portano a risparmiare tempo ove possibile (e cosa di meglio di un negozio dove si può acquistare letteralmente di tutto, dall’auto allo spazzolino, alla passata di pomodoro?), la diffusione del programma Amazon Prime a nuovi utenti (con una vera e propria impennata nel periodo delle feste) e nuove aree e di Pantry, la spesa in abbonamento che rifornisce periodicamente la dispensa, porteranno a un ulteriore affermazione della spesa firmata Amazon nel 2018. Una grossa spinta è venuta anche dall’acquisizione dei 470 store fisici di Whole Foods Market, che nella seconda parte del 2017 ha visto un aumento delle vendite, con il marchio Whole Foods “365 Everyday Value” che solo nella prima settimana dall’acquisizione ha venduto il 90% dei suoi 2000 prodotti andando praticamente sold out su Amazon. Oggi è la seconda private label Amazon dietro a AmazonBasics.

Ma parallelamente sono aumentate anche le vendite di Amazon Fresh, con le vendite settimanali che nel corso del 2017 sono passate da 3 al 7 milioni di dollari e una stima annuale di 350 milioni di euro.

Ma cosa hanno comprato gli americani (la solita anteprima di cosa compreremo noi tra un paio di ani? Vedremo).

Latticini primi con 85 milioni, seguiti da carne, verdura e frutta e una quota di biologico del 25%.

L’acqusizione dei supermercati che hanno fatto del biologico una bandiera insomma ha consentito alla compagnia di Jeff Bezos il salto nella percezione dei consumatori da frnirore di spesa non.food veloce ed economica a fornitore di prodotto freschi e di qualità.  E a Whole Food Market, insegna sull’orlo del fallimento, di risorgere. E potrebbe portare, come ha spesso fatto la compagnia di Seattle, a un cambio di paradigma, che coinvolgerà il modo in cui si fa la spesa di tutti i giorni.

Look moderno e chiarezza espositiva, ecco il nuovo look di Pam, al debutto a Verona

Arriva a Verona nel punto vendita di via IV novembre il nuovo design dei punti vendita Pam, che, per accogliere un cliente sempre più esigente, infedele e attento ai nuovi stili di consumo, vira verso un design moderno, caratterizzato da materiali più caldi e accoglienti, da un layout semplice ed elegante e da una nuova ridistribuzione degli scaffali.
L’obiettivo del nuovo concept, già inaugurato presso il punto vendita di Milano Strigelli, è quello di accompagnare il cliente attraverso un’esperienza di spesa ben definita, con spazi più ampi e indicazioni dei reparti ben evidenti.

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Il nuovo Pam mantiene l’ampiezza del suo assortimento. In prima linea si trova i tradizionali reparti dei freschissimi: la pescheria, la macelleria, carne, gastronomia, latticini e l’ortofrutta. Con una novità: la Parafarmacia, che è stata inserita in seguito ai lavori di restyling. Ad aiutare e consigliare i clienti ci penserà il personale qualificato di Pam Panorama, sempre pronto a consigliare modalità di utilizzo dei prodotti e condividere le novità più recenti.

Occhi puntai anche sui prodotti delle linee a marchio Pam Panorama con oltre duemila referenze private label presenti in negozio. Molte in linea con le più recenti tendenze di consumo, dai prodotti free-from senza glutine, lattosio o zuccheri, ai regimi alimentari vegani e vegetariani, al biologico. Tutto il mondo della private label Pam Panorama si distingue per l’ottimo rapporto qualità-prezzo: i prodotti a marchio infatti sono tra i più convenienti del mercato.
«A 60 anni di distanza dall’apertura del primo Pam, abbiamo dato il via a una serie di lavori di ristrutturazione e restyling della nostra rete. Pur rimanendo fedeli ai nostri valori di qualità, italianità, convenienza e freschezza, abbiamo scelto di innovare lo stile per rimanere al passo con i tempi e fornire un’esperienza di spesa di alto livello e sempre nuova» commenta Fulvio Faletra, Direttore Customer Engagement Pam Panorama.

Piano strategico della Ue per la plastica: prime risposte dalla Gdo

Dopo l’annuncio del piano strategico per la plastica promosso dalla Ue arrivano le prime risposte da industria e distribuzione.

EuroCommerce, l’associazione europea che riunisce 31 associazioni nazionali e 6mila retailer, ha salutato positivamente “questo approccio che può portare nuove opportunità, se saranno proposte regole legislative opportune e condivise. Le confezioni di plastica progettate in modo corretto aiutano ad assicurare la sicurezza del cibo e a ridurre lo spreco, ma dobbiamo assicurarci che ciò sia compatibile con l’esigenza di non danneggiare l’ambiente e realizzare ciò in un modo efficace ed economico» ha commentato il direttore generale di EuroCommerce Christian Verschueren.

Tetra Pak “come parte del piano di azione dell’UE per un’economia circolare”, si impegnerà su tre fronti. Lavorerà con i partner del settore per garantire che entro il 2030 siano disponibili soluzioni per il riciclo di tutti i componenti dei cartoni per bevande, in vista del loro riciclo totale in tutta Europa. Aumenterà “notevolmente” l’uso di plastiche derivanti da materie prime rinnovabili. E infine utilizzerà plastica riciclata, una volta convalidata come materiale sicuro e legalmente accettato per il contatto con gli alimenti. «Sebbene circa il 75% degli imballaggi sia costituito da cartone, utilizziamo anche materie plastiche come strato protettivo e per i sistemi di apertura delle confezioni. L’European Commission’s Plastics Strategy è un passo importante verso un’economia circolare a basso impatto ambientale basata sul riciclo, sulle materie prime rinnovabili e sull’approvvigionamento responsabile, e noi siamo pronti a dare il nostro contributo in quanto fornitori leader di sistemi di trattamento e confezionamento degli alimenti» ha dichiarato Dennis Jönsson, Presidente e CEO di Tetra Pak.

Evian (marchio della Danone) ha annunciato che entro il 2025 userà solo bottiglia in plastica riciclata, e di voler diventare un “marchio circolare”, e coinvolgerà anche i consumatori con il fine di riciclare ogni bottiglia prodotta.

L’onda anti-plastica sta coinvolgendo anche l’Ho.Re.Ca. Il gigante del beverage Pernod Ricard ha dichiarato di bandire cannucce e cucchiai agitatori in plastica non riciclata ai suoi eventi e ha invitato a fare lo stesso i suoi affiliati. L’azienda ha l’ambizioso piano di ridurre i rifiuti non riciclabili a zero entro il 2020. Mentre la catena britannica di ristoranti fast food Leon ha appena annunciato che smetterà di usare posate in plastica “nel giro di pochi mesi”.

 

Avanguardia Regno Unito

Infine abbiamo già parlato del piano del governo britannico per ridurre i rifiuti, con una prospettiva di 25 anni. E le insegne britanniche si stanno muovendo. 

La catena di surgelati Iceland ha dichiarato che eliminerà completamente la plastica dalle sue private label entro il 2023. Una call to action alla distribuzione è arrivata dal direttore operativo Richard Walker che ha detto: «L’onere di impegnarsi per un cambiamento reale spetta ai distributori, che sono tra i maggiori contributori dell’inquinamento da confezioni in plastica, Altri supermercati, e il settore nel suo complesso, dovrebbero seguirci e nel corso del 2018 prendere impegni simili al nostro. Questo è il momento di collaborare. Non c’è alcuna scusa  per confezioni eccessive che creano rifiuti inutili e danneggiano l’ambiente. Le tecnologie e le pratiche per usare alternative meno dannose per l’ambiente esistono».

Waitrose, che già nel settembre 2016 ha smesso di vendere prodotti contenenti microplastiche e bastoncini per orecchi di plastica, entro settembre di quest’anno smetterà di vendere cannucce di plastica. E si è impegnata a limitare l’uso di vassoi di plastica per ortofrutta, carne e pesce di colore nero, più difficili da riciclare: l’idea è di eliminarli del tutto. Entro il 2025 l’insegna si è impegnata a rendere le confezioni dalle sue linee a marchio riciclabili, riutilizzabili o compostabili. Dal 2009 ha già ridotto del 50% le confezioni e ha un sistema di etichettatura, a che indica chiaramente in che modo procedere con il riciclo per facilitare le fasi successive (schiacciare, risciacquare, lasciare il coperchio, rimuovere l’involucro esterno ecc).

 

Ma quanta plastica usi? 

Intanto sempre nel Regno Unito un’inchiesta del quotidiano The Guardian ha ipotizzato come la Gdo britannica convogli un milione di tonnellate di plastica, ma denuncia anche la reticenza delle insegne a fornire i numeri del problema perché “commercialmente sensibili”. E la politica potrebbe prendere provvedimenti per obbligarli a rivelarli, e per pagare più tasse per il loro smaltimento. E intanto, è boom per i negozi “no package”, che vendono prodotti sfusi.

Guerra alla plastica: la strategia dell’Ue punta su innovazione ed economia circolare

Economia circolare e riduzione dell’uso della plastica: anche l’Unione europea prende posizione e affronta un tema sempre più d’attualità, quella della gestione dei rifiuti di plastica. Un materiale inquinante a lunghissimo termine che sta soffocando i mari ed entrando – per mezzo delle microplastiche – anche nella nostra catena alimentare e nei nostri organismi.

«Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci – ha detto Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile -. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo. L’unica soluzione a lungo termine è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più. Si tratta di una sfida che i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono affrontare insieme. Con la strategia dell’UE sulla plastica stiamo inoltre propugnando un nuovo modello di economia più circolare. Occorre investire in nuove tecnologie innovative che proteggano i nostri cittadini e mantengano il nostro ambiente sicuro, senza farci rinunciare alla competitività della nostra industria».

“Porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettino le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui siano sviluppati materiali più sostenibili” è dunque l’obiettivo del piano strategico dell’Ue, che 

adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave lungo tutte le fasi del ciclo, per misurare i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale e di UE. Tra i punti chiave:

  • Rendere il riciclaggio redditizio per le imprese: saranno sviluppate nuove norme sugli imballaggi al fine di migliorare la riciclabilità delle materie plastiche utilizzate sul mercato e accrescere la domanda di contenuto di plastica riciclata. Previsti impianti di riciclaggio più efficienti e capaci e un sistema per la raccolta differenziata e lo smistamento dei rifiuti migliore e standardizzato.
  • Ridurre i rifiuti di plastica: la normativa europea ha già determinato una significativa riduzione dell’uso di sacchetti di plastica in diversi Stati membri. I nuovi piani si concentreranno ora su altri prodotti di plastica monouso e attrezzi da pesca, sostenendo campagne di sensibilizzazione nazionali e determinando l’ambito di applicazione delle nuove norme che saranno proposte a livello di UE nel 2018 sulla base di una consultazione delle parti interessate e di studi scientifici. La Commissione adotterà inoltre nuove misure per limitare l’uso delle microplastiche nei prodotti e stabilire l’etichettatura delle plastiche biodegradabili e compostabili.
  • Fermare la dispersione di rifiuti in mare: nuove disposizioni relative agli impianti portuali di raccolta si concentreranno sui rifiuti marini nelle acque prevedendo misure intese a garantire che i rifiuti generati a bordo di imbarcazioni o raccolti in mare non siano abbandonati, ma riportati a terra e lì adeguatamente gestiti.
  • Orientare gli investimenti e l’innovazione: la Commissione fornirà orientamenti alle autorità nazionali e alle imprese europee su come ridurre al minimo i rifiuti di plastica alla fonte. Il sostegno all’innovazione sarà aumentato, con 100 milioni di Euro di finanziamenti ulteriori per lo sviluppo di materiali plastici più intelligenti e più riciclabili, per processi di riciclaggio più efficienti e per tracciare e rimuovere le sostanze pericolose e i contaminanti dalle materie plastiche riciclate.
  • Stimolare il cambiamento in tutto il mondo: l’Unione europea lavorerà con i suoi partner in tutto il mondo per proporre soluzioni globali e sviluppare standard internazionali. 

La Commissione intende avviare la revisione della direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggi ed elaborare orientamenti per la raccolta differenziata e lo smistamento dei rifiuti perché siano pronti nel 2019.

Dei 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti ogni anno in Europa, meno del 30% è raccolto per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei, con la presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti.

 

Etichette in Braille, Carrefour prima alla meta con tre referenze Terre d’Italia

Sempre più la Gdo si attiva per facilitare la spesa anche ai clienti con difficoltà o malattie invalidanti: un esempio viene da Carrefour, prima insegna a lanciare ha pensato di un progetto pilota, realizzato in collaborazione con Salumificio Fratelli Beretta e Fondazione LIA, che prevede l’etichettatura in Braille di tre prodotti a marchio Terre d’Italia, all’interno dell’assortimento dei salumi.

Il progetto, realizzato con il supporto di Fondazione LIA che si impegna nella diffusione di una cultura dell’accessibilità dei consumatori non vedenti, si aggiunge ad una serie di iniziative che Carrefour Italia sostiene a supporto della diversity e dell’inclusione.

«Grazie a questo progetto, l’etichettatura diventa uno strumento inclusivo, facilmente consultabile dai consumatori non vedenti, garantendo quindi una funzione ulteriore rispetto a quella, fondamentale, della trasparenza. Siamo orgogliosi di collaborare con Fondazione LIA e vogliamo ringraziare il Salumificio Fratelli Beretta che si conferma un partner attento e innovativo e con il quale condividiamo l’obiettivo di ampliare il numero di referenze coinvolte e rendere l’esperienza Carrefour sempre più accessibile» ha detto Gabriele Di Teodoro, Direttore Commerciale Carrefour Italia.

Interessante anche la partnership tra distribuzione e produzione. «Questa non è la prima attività orientata all’innovazione che ci vede collaborare con Carrefour, – conferma Enrico Farina, Direttore Marketing Salumificio Fratelli Beretta – e siamo lieti di poter essere così frequentemente coinvolti in progetti nei quali il consumatore, in qualsiasi condizione si trovi, possa beneficiare di una fruizione sempre più facilitata ed agevole della nostra proposta dei migliori prodotti della salumeria italiana».

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Promozioni, i prodotti di tendenza del 2018 nel calendario di Tiendeo (infografica)

Tiendeo.it, il portale leader nel campo dei cataloghi e delle offerte online geolocalizzate, ha condotto un’analisi dei suoi dati interni al fine di promuovere i prodotti con il maggior volume di promozioni concentrate in ciascun mese dell’anno.

Basandosi su dati interni, sono stati selezionati per ogni mese i prodotti che segneranno le tendenze del calendario commerciale del 2018. Se ad esempio gli arredi e i dispositivi elettronici saranno al centro dell’interesse dei consumatori e delle offerte per tutto l’anno in corso, il periodo preferito per l’acquisto degli articoli per la casa è nel primo trimestre dell’anno, mentre i dispositivi elettronici raggiungeranno il loro picco nella seconda parte del 2018, in coincidenza con i periodi del ritorno a scuola, del Black Friday o del Natale.

Nel 2018 poi alcuni periodi commerciali inizieranno a essere anticipati, per effetto dei consumatori che pianificano i loro acquisti. Questo accade con il ritorno a scuola o con il Natale, con lo shopping del ritorno a scuola che inizia a luglio, aumentando significativamente in agosto e scomparendo completamente durante il mese di settembre. Mentre il Natale sarà già in primo piano il mese di ottobre, con un notevole aumento a Novembre – motivato dalla presenza delle offerte del Black Friday – e dicembre, che resta il mese centrale di questo periodo commerciale.

 

Il Black Friday surclassa i saldi invernali

È interessante notare come gli acquisti online stiano di fatto cambiando profondamente le abitudini dei consumatori, e questo si vede già a partire dai saldi in corso, con le visite su Tiendeo.it relative ai saldi invernali inferiori del 15% rispetto ai saldi estivi e del 48% rispetto al Black FridayI saldi invernali starebbero dunque perdendo popolarità tra i consumatori italiani. La tendenza negli ultimi anni vede le spese elevate relative alle vacanze di Natale portare i consumatori a spostare I loro acquisti ad altri periodi commerciali dell’anno, puntando a sfruttare eventi commerciali con radici meno profonde.

Il Viaggiator Goloso debutta nell’ortofrutta e nella cura della casa e persona

Novità nel gruppo Finiper per il marchio premium il Viaggiator Goloso : l’entrata nell’ortofrutta con l’Arancia Ippolito siciliana come primo prodotto, e Green Oasis, la nuova linea di prodotti naturali per la cura della casa e della persona.

Le due novità sono presentate a Marca 2018. Green Oasis condivide i valori di trasparenza, autenticità, naturalità, innovazione, distintività, sostenibilità, completezza, onestà, conoscenza e gratificazione de il Viaggiator Goloso con l’obiettivo di riproporre la qualità e l’eccellenza del brand premium del gruppo Finiper in una nuova declinazione di prodotti. Lanciato anche il primo prodotto del comparto frutta e verdura a marchio il Viaggiator Goloso: l’arancia Ippolito, nata nella Piana di Catania ai piedi dell’Etna dove prende il suo colore rosso intenso grazie al vento che arriva dal vulcano.

Il Viaggiator Goloso copre la maggior parte delle categorie merceologiche alimentari, con oltre 1080 referenze, completate da oggi anche dall’ortofrutta. Il brand nasce con l’obiettivo di selezionare solo il meglio della produzione agroalimentare per portare l’eccellenza del gusto sulle tavole di tutti, a un prezzo accessibile. Un viaggio che, poco più di un anno fa, ha portato all’apertura del primo punto vendita firmato il Viaggiator Goloso (vedi la fotogallery di instoremag) affiancato, nel corso del 2017, da altri due store dell’insegna. L’impegno de il Viaggiator Goloso si articola in cinque punti fondamentali: la gratificazione e il benessere delle persone (clienti, fornitori, collaboratori), l’attenta selezione degli ingredienti, la formulazione del prezzo più giusto e accessibile e l’informazione chiara su natura, origine e provenienza dei prodotti.

A Marca 2018 saranno presenti tutte le linee in cui si declina il Viaggiator Goloso che, sempre di più, arricchisce la sua offerta di eccellenze gastronomiche:

–        I Classici: gli immancabili prodotti del brand premium del gruppo Finiper, dedicati a chi vuole portare in tavola l’eccellenza al giusto prezzo;

–        Il Biologico: prodotti pensati per chi cerca la felicità in tavola e vuole trovarla nel rispetto della natura e della salute;

–        Le Specialità: prodotti esclusivi per i palati più raffinati ed esigenti, dedicati a chi ama viziarsi un po’ a tavola;

–        Senza Glutine, Senza Lattosio, 100% Vegetale: prodotti pensati per chi vuole o deve seguire una dieta particolare, ma non vuole rinunciare al gusto;

–        Le Oasi Controllate: tre tipologie di riso coltivato in un oasi neorurale dove è stata ricreata la biodiversità dell’anno mille. 

Le marche del distributore di Conad si rifanno il look, al via nuove referenze e fornitori

Restyling del packaging e delle etichette, ma anche nuovi prodotti e produttori e formulazioni più innovative: così le marche del distributore di Conad si rifanno il look per affrontare le nuove esigenze del consumatore, preparandosi a competere con i leader del mercato, senza rinunciare alla convenienza.

Nel 2017 la private label Conad ha registrato una quota di mercato nel Largo Consumo Confezionato del 28,8% (contro il 19,5% del valore medio dei supermercati, fonte: IRI, progressivo a ottobre 2017). Il fatturato complessivo è cresciuto negli ultimi cinque anni del 45,5% passando dai 2,2 miliardi del 2012 ai 3,2 miliardi del 2017: circa un terzo del fatturato complessivo generato da tutte le mdd, pari a 9,8 miliardi di euro (fonte: The European House -Ambrosetti su dati ADM, 2017).

«Nel corso del 2018 le linee di prodotti Conad saranno al centro di un progetto finalizzato a farle diventare una vera e propria marca, adattando la nostra identità visiva e la strategia al nostro ruolo da leader – spiega il direttore commerciale di Conad Francesco Avanzini –. Portiamo valore e distintività al prodotto assicurando una reale convenienza, ma anche garantendo una relazione emotiva con il cliente in base ad un’offerta legata alle sue reali esigenze. La marca Conad avrà autentici valori di italianità e valorizzazione delle piccole e medie imprese nazionali. Un’innovazione che risponde a esigenze di consumo che si sono modificate in modo veloce negli ultimi anni e che i nostri clienti chiedono di ritrovare nei prodotti che acquistano».

Coinvolte in particolare le linee premium, con un obiettivo preciso: andare incontro ai bisogni del consumatore moderno, sempre più attento, consapevole ed esigente. ma cambiano, dopo 12 anni di onorato servizio, anche i colori e la veste grafica dei prodotti Conad più tradizionali. L’idea è quella di modernizzare l’immagine mettendo in maggiore evidenza l’elemento della margherita, parte del DNA di Conad e emblema di semplicità, freschezza e qualità dei prodotti.

Il cambiamento non riguarda solo la forma, ama anche la sostanza: le formulazioni di molte referenze saranno migliorate così da garantire a chi acquista un livello di qualità e di sicurezza ancora più alto, e fornire nuove risposte ai bisogni dei consumatori in continua evoluzione.

Restyling anche per i prodotti freschissimi, come carne, ortofrutta e pesce. Avranno un’etichetta più chiara e immediata, che consentirà ai clienti di ottenere immediatamente le informazioni sull’origine degli alimenti e sulle certificazioni di qualità, in un’ottica di maggiore trasparenza.

Netta rivoluzione, invece, per le linee Conad AC e PiacerSi, dedicate a chi ha esigenze nutrizionali specifiche o è alla ricerca di prodotti salutari. Nasce un nuovo brand specifico, Alimentum, che includerà solo i prodotti senza glutine e senza lattosio.

PiacerSi sarà suddiviso invece in due nuove sottocategorie “Better for you” (alimenti magri e/o leggeri) e “Functional fortified” (che comprende i cosiddetti functional food,  alimenti addizionati con vitamine, minerali, antiossidanti, steroli).

Nascono nuove linee con prodotti innovativi o dedicati a target particolari. Tra queste c’è la nuova linea Baby di prodotti per la cura e l’alimentazione di bambini da 0 a 3 anni, che comprende anche prodotti alimentari biologici. Attraverso la vendita di queste referenze Conad sosterrà il progetto “I4Children” della Fondazione Bambino Gesù per fornire accoglienza e cura ai bimbi dei Paesi svantaggiati.

È in cantiere anche una linea beauty care per adulti, Conad Essentiae, una nuova proposta che ingloba in parte i prodotti a logo rosso destinati alla cura di sé con una gamma di shampoo, balsamo e saponi, in cui ogni ricetta combina estratti naturali delle piante in una formulazione originale.

Altro elemento che caratterizzerà la svolta della mdd è la scelta dei fornitori, rispetto alla quale il consorzio rafforzerà la tendenza esistente che dà priorità a 700 produttori italiani, in particolare a piccole e medie imprese. Il sostegno alle economie locali va oltre la mdd: l’offerta Conad si sviluppa anche attraverso il rapporto con 6.200 produttori locali con i quali il gruppo ha sviluppato nel 2017 un fatturato di circa 2 miliardi. L’intenzione è di proseguire lungo questo percorso generando un valore che non è solamente economico, ma anche sociale, con importanti ricadute di occupazione e indotto nonché di valorizzazioni di produzioni tipiche e locali.

Un anno di Gdo sul web, la top 10 di Bem Research per il 2017

La classifica delle migliori performance online della Gdo nel 2017 stilata da BEM Research è piena di conferme, specie sul podio: primo posto di Ipermercati Iper per il secondo anno consecutivo, seguito da Esselunga, Decathlon, Coop, Bricocenter e Carrefour in sesta posizione. Migliora invece di quattro posizioni rispetto alla classifica del 2016 Gamestop, e guadagnano un gradino della graduatoria Unieuro, Auchan ed Euronics.

La cattiva notizia è che tutti i brand della Top10 hanno subito una flessione su base annua dell’indice BEM Rank, con Ipermercati Iper che è riuscito a contenere di più la perdita, fermandosi ad appena il -0,9%, e Auchan in caduta libera al -15,9%. La media del BEM Rank nel 2017 per i circa 30 brand della Gdo considerati è pari a 26,8 punti, contro i 35,2 punti registrati nel 2016 (variazione del -24%).

Ha inciso su queste dinamiche anche l’aumentata concorrenza da parte di altri brand della Gdo entrati nella classifica generale del BEM Rank durante il 2017. Tra questi si possono citare Supermercati Dem, Tigre Supermercati, CTS Supermercati, Doro Supermercati ed Emi Supermercati.
Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si osserva che Ipermercati Iper sembra eccellere per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand o perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Tra i brand più visibili online rientrano anche Coop e Decathlon.

Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, conquista la posizione più alta Bricocenter. Buone anche le prestazioni di Todis, Bennet e Gros.

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