Un fatturato 2017 a 82,3 milioni di euro, +18% sull’anno precedente, trainato dagli investimenti nel retail (che ha registrato un +239%): è quello del gruppo Fattorie Garofalo, la galassia di aziende industriali, zootecniche e del retail che fanno capo alla cooperativa agricola Fattorie Garofalo di Capua impegnata nella produzione di latte e carne di bufalo, nella trasformazione delle materie prime in Mozzarella di bufala campana Dop e salumi
Gli investimenti nel 2017 hanno superato i 10 milioni di euro, pari al 22,9% di quelli effettuati negli ultimi sei anni a oltre 44 milioni, e l’aumento dell’occupazione, passata tra il 2016 e il 2017 da 260 a 330 unità lavorative medie (+29%).

Bistrot chiave della crescita
Il risultato in termini di volume d’affari ha alle spalle una scommessa già in parte vinta: la diversificazione degli investimenti nel settore retail che hanno assorbito 2,4 milioni negli ultimi anni, consentendo di incrementare sensibilmente il volume d’affari 2017 a livello di gruppo e l’occupazione.
Tutto questo grazie alla gestione diretta: la rete di somministrazione al pubblico di mozzarelle e salumi di bufala è di proprietà del gruppo mediante Holding Fattorie Garofalo, la nuova società impegnata nell’apertura e gestione dei Fattorie Garofalo mozzarella bistrot in Italia e all’estero. E proprio HFG ha visto più che triplicato il fatturato tra 2016 e 2017, da 3,1 a 10,5 milioni, con una crescita a tre cifre del 239%.
Nel complesso, il fatturato delle quattro società coinvolte nella produzione industriale e gestione dei punti vendita di mozzarella e salumi è cresciuto del 15%, passando dai 59,4 milioni del 2016 ai 68,6 milioni del 2017.
Parallelamente è cresciuta in HFG la forza lavoro, nel 2017 di 61 unità medie rispetto al 2016; da sola ha rappresentato l’87% della crescita occupazionale del gruppo.
Biologico, biogas, innovazione: gli investimenti nei settori tradizionali
Ma a crescere nel 2017 sono state anche le sei aziende zootecniche, con un bel +30%: le quattro società del gruppo a cui fanno capo hanno visto lievitare il fatturato dai 10,5 milioni di euro del 2016 a 13,7 milioni del 2017. Il latte di bufala, principale fonte di entrata delle quattro società, viene pagato dai caseifici del gruppo a prezzo di mercato, che si è mantenuto su livelli elevati.
Un risultato reso possibile anche dagli investimenti del gruppo, che hanno seguito una precisa policy: grande attenzione allo sviluppo e alla crescita delle aziende zootecniche (7,2 milioni solo nel 2017 e oltre 32 milioni tra 2012 e 2017) dove sono in corso importanti esperimenti colturali (entro il 2018 Arianuova sarà convertita al biologico) e di gestione aziendale, con un’attenzione particolare alla produzione di energia rinnovabile da biogas, come nell’azienda agricola Santo Ianni, dove è in esercizio un impianto di cogenerazione da 0,6 megawatt di potenza.
Gli investimenti nel settore industriale restano sostenuti nel 2017 (1,4 milioni di euro) e sono parte del consolidamento di quanto fatto negli ultimi sei anni: oltre 9,5 milioni tra 2012 e 2017 dedicati al miglioramento della produzione di Mozzarella di bufala campana Dop e al rafforzamento delle linee di produzione di Casaro del Re, che ha garantito nel 2017 una crescita del fatturato dell’11%.



La crescente abitudine alle spese online e la fiducia in Amazon come operatore, ritmi di vita frenetici che portano a risparmiare tempo ove possibile (e cosa di meglio di un negozio dove si può acquistare letteralmente di tutto, dall’auto allo spazzolino, alla passata di pomodoro?), la diffusione del programma Amazon Prime a nuovi utenti (con una vera e propria impennata nel periodo delle feste) e nuove aree e di Pantry, la spesa in abbonamento che rifornisce periodicamente la dispensa, porteranno a un ulteriore affermazione della spesa firmata Amazon nel 2018. Una grossa spinta è venuta anche dall’acquisizione dei 470 store fisici di Whole Foods Market, che nella seconda parte del 2017 ha visto un aumento delle vendite, con il marchio Whole Foods “365 Everyday Value” che solo nella prima settimana dall’acquisizione ha venduto il 90% dei suoi 2000 prodotti andando praticamente sold out su Amazon. Oggi è la seconda private label Amazon dietro a AmazonBasics.
Ma cosa hanno comprato gli americani (la solita anteprima di cosa compreremo noi tra un paio di ani? Vedremo).








Netta rivoluzione, invece, per le linee Conad AC e PiacerSi, dedicate a chi ha esigenze nutrizionali specifiche o è alla ricerca di prodotti salutari. Nasce un nuovo brand specifico, Alimentum, che includerà solo i prodotti senza glutine e senza lattosio.
PiacerSi sarà suddiviso invece in due nuove sottocategorie “Better for you” (alimenti magri e/o leggeri) e “Functional fortified” (che comprende i cosiddetti functional food, alimenti addizionati con vitamine, minerali, antiossidanti, steroli).
Nascono nuove linee con prodotti innovativi o dedicati a target particolari. Tra queste c’è la nuova linea Baby di prodotti per la cura e l’alimentazione di bambini da 0 a 3 anni, che comprende anche prodotti alimentari biologici. Attraverso la vendita di queste referenze Conad sosterrà il progetto “I4Children” della Fondazione Bambino Gesù per fornire accoglienza e cura ai bimbi dei Paesi svantaggiati.
È in cantiere anche una linea beauty care per adulti, Conad Essentiae, una nuova proposta che ingloba in parte i prodotti a logo rosso destinati alla cura di sé con una gamma di shampoo, balsamo e saponi, in cui ogni ricetta combina estratti naturali delle piante in una formulazione originale.



