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Anna Muzio

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I programmi di Brico Io, 30 nuove aperture entro il 2020

Trenta nuove aperture nel triennio 2018-2020, 10 l’anno, che si aggiungono alle 20, sia dirette sia in franchising, del biennio 2016-2017: è il programma di Brico io che chiude un 2017 con dati ancora non disponibili (lo saranno alla presentazione del bilancio) ma che, assicura l’insegna in una nota, “testimoniano una crescita sana, merito di una formula originale e vincente che punta anche alla conquista di nuovi mercati migliorando i propri servizi per tenere il passo con le tendenze che stanno trasformando il mondo del retail”.

Brico io si sta lasciando alle spalle un periodo di ristrutturazione dei punti vendita che è risultata in un’esposizione più chiara e leggibile dei prodotti, così che il cliente trovi a colpo d’occhio le risposte alle proprie necessità. In questa scelta di rinnovamento gli shop in shop hanno ricoperto un ruolo determinante riuscendo a far diventare ogni negozio un punto di riferimento per gli acquisti di tutta la famiglia. I corner vengono via via perfezionati e rivitalizzati per essere sempre più attuali e sempre un passo avanti rispetto a quelli di altre insegne che, sulla scia di questi successi, intraprendono analoghe iniziative per la prima volta. Un esempio è il recente e innovativo corner “Bella Casa”. Questo è uno spazio dedicato a complementi d’arredo che non si prefigge di proporre ambienti completi (ci sono altri store specializzati a farlo), bensì pezzi unici che si facciano apprezzare per la propria particolarità estetica, pratica e, talvolta, multifunzionale e salvaspazio, oltre che per la fascia di prezzo interessante. I pezzi esposti sono una semplice selezione degli oltre 5.000 articoli che il cliente può visionare e ordinare consultando il catalogo su schermi touch, gli E-Wall, assistito da un personal shopper. Un’esperienza tutta nuova da vivere spaziando tra il negozio reale e quello virtuale, tra acquisti in loco o attraverso la rete.

Il 69° punto vendita Brico Io ha aperto a Bergamo agli inizi di dicembre.

Un altro aspetto che differenzia Brico io da altre realtà è l’esclusiva formula franchising, che offre agli imprenditori – che, per vocazione, credono nella propria attività e intendono rilanciarla, – una serie di supporti fondamentali: progettazione del punto vendita, assistenza a 360° in corso di gestione, studio layout tecnico e commerciale del punto vendita, assistenza nell’acquisto delle attrezzature, assistenza nell’emissione degli ordini di primo impianto, addestramento del personale, presenza presso il punto vendita di personale specializzato per tutto il periodo di allestimento, studio del lancio pubblicitario di apertura, assistenza informatica per la gestione del magazzino. Va da sé che un tale investimento di risorse da parte del franchisor presuppone da parte dell’imprenditore il pieno rispetto degli impegni assunti con la sottoscrizione della formula, in modo che il rapporto possa tradursi in un reciproco vantaggio nel tempo.
Nel biennio 2016-2017 Brico io ha aperto 20 nuovi punti vendita, sia diretti sia in franchising; il programma per il triennio 2018-2020, approvato dal Consiglio di Amministrazione, prevede 30 nuove aperture, 10 l’anno. In più il Gruppo pensa all’ampliamento dei servizi per la clientela; nel breve periodo intende rendere disponibile un servizio per il lavaggio e la cura dell’auto e una postazione per la riparazione di scocca e schermi degli smartphone, che rappresenta finalmente la risposta ad un problema che spesso complica la vita a molti di noi.

Brico io è nata nel 1986 e oggi è una società di Coop Lombardia. Presente su tutto il territorio nazionale con punti vendita a gestione diretta e in affiliazione è la catena italiana leader dei negozi di bricolage di prossimità per le persone che amano casa e giardino.

Tra Csr e robotica, quattro tendenze della tecnologia per un 2018 sempre più green

Foto: Alex Knight on Unsplash.

I progressi della tecnologia, inarrestabili e rapidissimi, stanno entrando a far parte sempre più delle nostre vite, lavorative e non: ma cosa ci dobbiamo aspettare nel 2018? Epson, attraverso i propri manager europei, ha individua quattro tendenze principali per l’anno che sta per arrivare: Crs, robotica, realtà aumentata e digitalizzazione dei documenti.

Sarà la CSR (Corporate Social Responsibility) a guidare le scelte delle aziende, considerato i desiderata dei clienti, sempre più attenti a sostenibilità ambientale e sociale. In particolare, le offerte IT terranno sempre più conto dei criteri di CSR, rendendo il processo di acquisto molto più aperto, collaborativo e orientato a supportare il raggiungimento degli obiettivi posti a livello mondiale. Le tecnologie che offrono concreti benefici ecologici senza compromettere la produttività escluderanno altre opzioni più dannose per l’ambiente.
«In occasione di eventi di rilevanza mondiale come COP 23, le aziende, la società e i governi stanno diventando più collaborativi e allineati alle priorità ecologiche. Mentre il 2017 è stato un anno di situazioni alterne, il 2018 sarà importante per portare le discussioni al livello successivo e procedere per ottenere risultati. In occasione di gare, il design ecologico e le prestazioni ambientali diventeranno fattori sempre più determinanti nelle decisioni delle imprese e del settore pubblico. I prossimi 18 mesi vedranno un maggior numero di PMI prendere decisioni di acquisto in ambito IT sulla base di criteri CSR» dice Henning Ohlsson, CSR Director di Epson Europe.

La robotica diventerà più accessibile portando vantaggi crescenti sia alle grandi sia alle piccole medie imprese. Secondo IDC, la spesa globale per la robotica e i servizi correlati raddoppierà fino a 188 miliardi di dollari entro il 2020. L’aumento della spesa per la robotica e l’automazione porterà a un impiego più efficiente in settori come logistica, assistenza sanitaria, utility e risorse, dove si prevede che il 35% delle grandi aziende automatizzerà le attività entro il 2019.
«Epson offre sia una robotica di fascia alta, dotata di sensori integrati e di elevata autonomia, in grado di supportare il lavoro delle persone, sia una gamma di prodotti semplici, economici, facili da utilizzare e da integrare» ricorda Volker Spanier, Head of Factory Automation di Epson Germany.

Le tecnologie di realtà aumentata e le comunicazioni visive evolveranno, focalizzandosi verso il rispetto dell’ambiente e la collaborazione: si prevede che il mercato dei videoproiettori aumenterà dal 2016 al 2020 con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 27%. La crescita di questo settore è in parte dovuta alla riduzione dell’impronta ambientale consentita dall’uso dei videoproiettori poiché, grazie alle riunioni da remoto, permette alle aziende di eliminare la necessità di lunghi viaggi.
Le applicazioni di realtà aumentata supporteranno sempre di più settori chiave come la vendita al dettaglio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, i musei e l’intrattenimento, le attività di riparazione e manutenzione. «La realtà aumentata si sta affermando rapidamente, dal momento che molte aziende stanno passando dalle dimostrazioni concettuali alle realizzazioni sul campo. I casi d’uso reali continuano a crescere in una vasta gamma di settori commerciali, tra cui vendita al dettaglio, assistenza sanitaria, odontoiatria, istruzione, intrattenimento, riparazione e manutenzione, musei e attrazioni per i visitatori» spiega Valerie Riffaud-Cangelosi, Head of New Market Development di Epson Europe. 
Sia la videoproiezione sia la realtà aumentata supporteranno sempre di più anche l’istruzione: la realtà aumentata sta iniziando a essere implementata nei musei, nelle strutture didattiche e nelle università. Una recente ricerca Epson mostra che il 76% di coloro che lavorano nel settore dell’educazione ritiene che una proiezione su una superficie interattiva di grandi dimensioni contribuirebbe a una maggiore efficienza della didattica stessa.

Visto che il mondo del lavoro diventa sempre più digitale, gli uffici richiedono nuove soluzioni per la gestione e la digitalizzazione dei documenti. Nel 2018 la funzione di stampa si diversificherà per offrire più opzioni ad aziende, industrie e persone e la tecnologia inkjet continuerà a dimostrare di essere la miglior scelta per le realtà attente all’ambiente. Poiché il mondo del lavoro diventa sempre più digitale, gli uffici richiedono nuove soluzioni per la gestione e la digitalizzazione dei documenti. La carta resterà uno strumento fondamentale in ufficio, come dimostrato dalla crescente quota nel mercato europeo delle stampanti a getto d’inchiostro di Epson: attualmente valutata 38 miliardi di euro, nel biennio 2015-17 è passata dal 15% al 40% ed è destinata a un’ulteriore crescita nel 2018 e negli anni successivi.

Duncan Ferguson, Executive Director Professional Printing & Robotics di Epson Europe, sottolinea che “In seguito alle recenti discussioni politiche in Europa, la CSR e le pressioni legate all’ambiente sono più forti che mai, soprattutto nell’agenda di chi si occupa di soluzioni di stampa”, che è il motivo per il quale la tecnologia inkjet continuerà a dimostrare di essere la miglior scelta per le realtà attente all’ambiente perché rispetto a quella laser fa diminuire fino al 99% i rifiuti e le emissioni di ozono, fino al 92% la produzione di CO2 e fino al 96% il consumo di energia.

Lucano va con Coca Cola, al via da febbraio la partnership distributiva

Parte dal 1° febbraio la nuova partnership distributiva che vede Coca-Cola HBC Italia, principale produttore e distributore delle bevande a marchio The Coca-Cola Company nel Paese, diventare distributore esclusivo per l’Italia nel canale Out of Home degli spirits di proprietà del Gruppo Lucano, arricchendo così il proprio portafoglio prodotti.

Le due società, Coca-Cola HBC Italia, forte di una capacità distributiva unica sul territorio nazionale, e Lucano 1894 srl, con la sua consolidata esperienza e tradizione nel mondo degli spirits, si pongono come interlocutori prestigiosi per il mondo della ristorazione e della mixology con un portafoglio prodotti che oltre allo storico Amaro Lucano, vedrà protagonisti nel canale fuori casa Limoncetta di Sorrento IGP, la Linea Anniversario (Amaro, Limoncello, Sambuca e Caffè), la Linea F.lli Vena (Mirto, Nocino e Liquirizia), oltre ai distillati Grappa Barocca e Grappa Passione Bianca.

«Questa partnership segna per Coca-Cola HBC Italia un momento storico importante all’interno della sua strategia di Total Beverage Company – spiega Vitaliy Novikov, General Manager Coca-Cola HBC Italia -. La forza distributiva di Coca-Cola HBC Italia, unita ad un brand iconico come Amaro Lucano, darà vita ad una realtà completamente nuova per il mercato italiano degli spirits».

«Per l’azienda Lucano e per la mia famiglia, che la guida da quattro generazioni, è motivo d’orgoglio aver stretto un accordo con una delle più grandi multinazionali al mondo che ha apprezzato proprio la nostra lunga storia imprenditoriale e il forte legame con il territorio e la cultura italiana, che rimangono imprescindibili – sottolinea il Presidente del Gruppo Lucano Pasquale Vena -. Questa partnership rappresenta un’opportunità di ulteriore grande crescita dei nostri prodotti nel mondo della ristorazione e della mixology dove sono già ben presenti e apprezzati».

Con dm Milano CityLife la drogheria tedesca si presenta all’Italia

Punta su marca commerciale che gode dell’allure della qualità tedesca e sulla convenienza la drogheria tedesca dm drogerie markt, che ritorna in Italia dopo dieci anni “con una politica decisa, determinata”. Che prevede l’apertura di 100 punti vendita in tre anni. Matteo La Porta, area Manager per la Lombardia, ci ha accompagnato nella visita al flaghship store di Milano CityLife, primo punto vendita aperto lo scorso 30 novembre (nel frattempo hanno debuttato altri tre store, due a Udine uno a Laives). Prossime aperture Gorizia, Trieste, Bergamo e Piacenza, con l’obiettivo di arrivare a 40 punti vendita entro il 2018 e 100 nei prossimi tre anni. L’investimento complessivo entro la fine del prossimo anno sarà di oltre 18 milioni di euro con l’assunzione di 200 dipendenti. 

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Un’apripista, una vetrina importante è il negozio di Milano anche se con 322 metri quadri di vendita, è circa la metà della metratura tipica è di 500-600 metri quadri.

L’assortimento spazia dai principali marchi di richiamo (che variano di Paese in Paese: l’Italia è il primo dei 13 fuori da Germania e Austria a essere non mittel o est europeo) a fianco della proposta della marca del distributore (sono 23 le marche di proprietà con oltre 3.000 articoli, molti dei quali biologici o naturali, tutti certificati) che si invoglia a provare “per dare un’alternativa a un prezzo più abbordabile”. L’insegna si caratterizza per una politica di prezzo non promozionale, basata sull’everyday low price.

Varia l’utenza, con una grande prevalenza di donne: dai cinesi dei centri di bellezza della vicina Paolo Sarpi (la “Chinatown” milanese) “che hanno già intuito la nostra convenienza e qualità” alla casalinga alla donna manager.

Il settore food è molto sviluppato rispetto ad altre insegne del genere dove “puntiamo a diventare un riferimento” anche perché la fascia di prezzo sul biologico e naturale è decisamente diversa per i concorrenti.

dm drogerie markt associa in un unico punto vendita l’offerta tipica di almeno cinque diversi tipi di negozio, inserendosi in un segmento del commercio al dettaglio che è complementare e non concorrenziale rispetto ai supermercati. Ogni drugstore comprende l’equivalente di una profumeria ampia e qualificata, di un negozio specializzato in prodotti per il benessere e la salute, con migliaia di articoli biologici e naturali, di uno store di prodotti per l’infanzia, di un grande magazzino di articoli per la casa e di un negozio specializzato in prodotti per animali.

Hubert Krabichler, CEO per l’Italia di dm drogerie markt, ha dichiarato: «L’Italia è un Paese molto attento al benessere e alla cura della persona, esattamente il core della nostra offerta commerciale. Per questo motivo abbiamo sempre considerato l’Italia molto interessante per uno sviluppo fuori dai nostri mercati tradizionali, che sono Germania, Austria e Paesi dell’Est. Riteniamo che adesso sia il momento giusto per aprire qui. Il mercato italiano sta mostrando, infatti, decisi segnali positivi di ripresa e una fiducia crescente dei consumatori».

dm drogerie markt nata in Germania nel 1973 si è poi sviluppata e affermata in Austria e in 10 paesi dell’est europeo è la più grande catena di drugstore in Europa con 3.400 punti vendita, 59.000 dipendenti e oltre 10 miliardi di euro di fatturato.

Coop Olanda introduce i camion elettrici per la logistica

Foto: Guido Benschop

Si fa un bran parlare di auto elettriche, ma tanto della mobilità sostenibile passa anche per il trasporto su gomma: a che punto siamo dunque con i camion elettrici? Una prima risposta viene dalla Coop olandese, che ha annunciato un progetto pilota per rifornire i punti vendita del centro di Rotterdam con autocarri elettrici.

Coop Supermarkten fornisce energia elettrica al 100% ai suoi negozi di Rotterdam. Per contribuire al Green Deal 010, il programma per azzerare le emissioni dai trasporti e dalla logistica nel centro di Rotterdam nel 2020, l’organizzazione del supermercato sta esplorando nuove possibilità per le forniture elettriche nei centri urbani.

Dal centro di distribuzione di Gieten (Drenthe), quattro volte a settimana i container vengono caricati su un camion elettrico di Breytner, specialista nel settore del trasporto elettrico al 100%, il quale rifornisce i negozi Coop Today nel centro della città, silenziosamente e in modo pulito.

«Coop in questo modo rifornisce i negozi in modo sostenibile e riduce l’inquinamento atmosferico e l’inquinamento acustico nelle aree densamente popolate. Breytner ha le conoscenze e le competenze per fornire una distribuzione a prova di futuro e pulita» dice Coen Worst, Transport Manager di Coop.

Dopo il progetti pilota di Rotterdam, Coop sta studiando le possibilità di fornire emissioni zero in altri suoi negozi. Con il programma Green Deal, il governo olandese punta ad arrivare a una logistica a zero emissioni entro il 2025. Entro quell’anno, Coop sarà pronta a fornire tutti i negozi nei centri urbani nei Paesi Bassi senza emissioni.

Debutta “Fatti buoni”, la linea premium di Gruppo Gabrielli guarda ai territori

Nasce “Fatti buoni”, la linea premium di Gruppo Gabrielli: protagonista assoluto dei prodotti a marchio è il territorio che, con le sue peculiarità ed eccellenze, offre ai clienti tipicità e qualità.

Quanto ai numeri, sono 40 i prodotti complessivi declinati in 10 linee, in collaborazione con 17 aziende fornitrici, operanti nelle regioni presidiate dal Gruppo Gabrielli. Fatti Buoni propone Pasta di semola di grano e Pasta all’uovo, Sughi, Tartufi, Olio EVO, Conserve vegetali, Confettura Extra Bio, Miele biologico, dolci, orzo tostato e Liquori.

Le referenze Fatti Buoni sono il risultato di una accurata attività di scouting in cui sono state individuate le migliori realtà regionali per proporre sugli scaffali, e quindi sulle tavole, un viaggio sensoriale dei propri luoghi attraverso i prodotti scelti che diventano ambasciatori del territorio.

Fatti Buoni, già dal nome, persegue l’intento di esaltare le realtà aziendali regionali che, nel rispetto delle buone pratiche agricole e di produzione, coltivano e trasformano ingredienti sani e genuini in prodotti di qualità.  “ Firmiamo solo il meglio” è il claim della linea premium a garanzia che Oasi e Tigre scelgono solo il meglio per i propri clienti, perché gli ingredienti sono fatti con l’attenzione e il rispetto che le aziende fornitrici mettono ogni giorno durante e per il loro lavoro.

 «La maestria del saper fare, la qualità di ciò che rende uniche le nostre regioni – ha detto Barbara Gabrielli, Vicepresidente del Gruppo – sono gli elementi che volevamo racchiudessero le nuove referenze Fatti Buoni. Al cibo deleghiamo l’importanza di tramandare sapori, storia e carattere di un territorio con cui ci identifichiamo e con il quale vogliamo continuare nel processo della crescita».

Lidl fa 600 (punti vendita), con il debutto del nuovo store di Palermo

Da sinistra: Ignazio Paternò Presidente di Lidl Italia, Leoluca Orlando Sindaco di Palermo, Sergio Iapichino Coordinatore Regionale Sviluppo Lidl Italia e Antonio Roberto Rapisarda, Direttore Regionale Lidl.

Lidl Italia apre il seicentesimo punto vendita italiano, a Palermo, e raggiunge quota 13mila collaboratori, mille dei quali inseriti nell’ultimo semestre. Due importanti traguardi raggiunti dal discount tedesco, arrivato nel Belpaese 25 anni fa, nel 1992, con il primo store di Arzignano (VI). Per il 2018, sono previsti gli stessi trend di crescita.

Nel 2017 sono stati inaugurati oltre 30 punti vendita di cui 11 nell’ultimo mese. Da Scorzè (VE) a Messina, da Desenzano del Garda (BS) a Palermo, la rete commerciale dell’Insegna si espande da nord a sud con diversi format.

Sempre più frequentemente, Lidl interviene sul territorio con importanti interventi di riqualificazione e recupero urbano. Emblematico in questo senso lo store di Palermo, seicentesimo punto vendita in Italia e 44mo in Sicilia. Nel capoluogo siciliano, l’insegna ha portato a termine un piano di investimenti di oltre 10 milioni di euro, il più significativo mai realizzato in Italia per l’apertura di un punto vendita, annoverando anche interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana.

Tutti i nuovi punti vendita Lidl vengono progettati con accorgimenti “green”: utilizzo di energia derivata al 100% da fonti rinnovabili, pannelli fotovoltaici a copertura delle strutture, utilizzo di materiali altamente coibentanti ed ecocompatibili. L’approccio strutturato e razionale nell’utilizzo delle risorse e dell’energia è valso all’Azienda la Certificazione del Sistema di Gestione dell’Energia (SGE), risultando conforme ai requisiti della norma IS0 50001.

Sugli scaffali trova spazio un assortimento di 2.000 prodotti, l’80% dei quali Made in Italy, frutto di un costante lavoro di ricerca sui fornitori, spesso locali, e di una evoluzione della propria offerta per rispondere alle rinnovate esigenze della clientela. Una filosofia che si esprime ai massimi livelli nella linea Italiamo, la marca del distributore Lidl che rappresenta le eccellenze del patrimonio gastronomico del nostro Paese e coniuga ottima qualità a un prezzo conveniente.

Auchan, accordo con Regione Lombardia per la mobilità sostenibile

Distributori di metano e ricariche elettriche nei centri commerciali di Vimodrone e Rescaldina entro il 2020: è il frutto della convenzione tra Regione Lombardia e Auchan Retail Italia firmata nei giorni scorsi per lo sviluppo della rete distributiva di carburanti per la mobilità sostenibile. La convenzione prevede la realizzazione di nuove colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici e di punti di erogazione di metano nei due centri commerciali, entrambi in provincia di Milano. A Regione Lombardia spetterà di fornire un supporto tecnico e amministrativo nei lavori, che saranno realizzati da Auchan in tempo utile per assicurarne la messa in esercizio entro fine 2020.
L’accordo sottoscritto prevede inoltre la possibilità di estendere gli interventi previsti ad ulteriori impianti gestiti da Auchan in Lombardia, a partire da quelli con un erogato compreso tra i 5 e i 10 milioni di litri l’anno, e si inserisce in una comune politica per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

In una nota congiunta l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini ha sottolineato “il valore dell’interesse di Auchan ad investire sulla propria rete nella diffusione di carburanti ecocompatibili, anticipando i termini di legge. Una scelta che rafforza l’impegno integrato di Regione Lombardia nella lotta allo smog e per la tutela della salute. E che contribuisce inoltre a confermare la nostra regione come un’eccellenza a livello europeo per la crescita che i prodotti come metano e GPL hanno avuto nelle rete distributiva grazie alle nostre politiche”.

Parla di sinergia tra pubblico e privato l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Terzi, che segue due precedenti già avviati, e sottolinea: «La direzione intrapresa è quella giusta e lo testimoniano i diversi operatori privati con cui stiamo sottoscrivendo accordi di questo tipo. Stiamo assistendo a un cambio di mentalità, soprattutto culturale, anche da parte dei diversi operatori privati. Da tempo, infatti, grazie a una serie di politiche trasversali ci stiamo impegnando su un nuovo modo di concepire il futuro della nostra regione. Un futuro, sostenibile, orientato verso la riduzione del consumo di fonti fossili e in grado di minimizzare le emissioni dannose in atmosfera. In quest’ottica, trova gran rilievo il tema della mobilità sostenibile, che in Lombardia rappresenta oggi una delle principali sfide che siamo chiamati ad affrontare».

 

Una rete di 34 distributori per Auchan

Partita 14 anni fa, quando fu inaugurata la prima stazione di servizio, la rete di distributori Auchan conta oggi 34 distributori.

«Questo accordo rappresenta l’evoluzione del nostro impegno nel mercato dei carburanti – ha commentato Giovanni Mazza Direttore Carburanti di Auchan Retail Italia –. . Insieme alla convenienza, crediamo molto nell’importanza di investire sulla sostenibilità ambientale. Tutte le nostre stazioni sono dotate delle migliori tecnologie per il rispetto dell’ambiente e già sette utilizzano erogatori di metano. L’accordo con Regione Lombardia ci consentirà di installare ulteriori erogatori di metano, insieme alle colonnine per la ricarica di auto elettriche, nelle nostre più grandi stazioni della regione”.

Auchan Retail Italia è il gruppo della grande distribuzione italiana che opera in 19 regioni con circa 19.000 collaboratori e una rete di 48 ipermercati Auchan, 1.500 supermercati (di cui 268 diretti) Simply, IperSimply, PuntoSimply e MyAuchan e oltre 60 drugstore Lillapois.

Con il Fondo per il commercio equosolidale un milione di euro per incentivare il fairtrade

La discussione sulla legge finanziaria ha portato un importante risultato per il movimento del commercio equosolidale italiano: è nato infatti il Fondo per il commercio equosolidale, istituito dal Governo in seguito alla proposta di alcuni parlamentari attenti alle istanze del fair trade.

A partire dal 2018, il Fondo di un milione di euro prevede l’inserimento di meccanismi incentivanti per le imprese che partecipano a gare d’appalto pubbliche per la fornitura di servizi delle pubbliche amministrazioni.

Si tratta di un passo significativo che avviene dopo più di un anno dall’approvazione alla Camera della Legge sul Commercio Equosolidale, ancora in attesa di approvazione in Senato, e pochi mesi dopo l’inserimento del commercio equo tra le attività di interesse generale nella disciplina sul Terzo Settore e sull’Impresa Sociale.

L’obiettivo più rilevante, ovvero l’approvazione della Legge, sembra però ancora molto difficile, se si considra l’imminente scioglimento delle Camere. Per questo motivo l’inserimento di questo emendamento all’interno della legge finanziaria riconosce, seppure parzialmente, l’importanza del Commercio Equosolidale a livello italiano.

In attesa dell’approvazione finale della legge finanziaria, questo potrebbe essere un primo passo verso la completa approvazione di una Legge ad hoc. Una gestazione che dura da oltre 10 anni e che, nonostante l’ampio consenso, ancora non riesce a vedere la luce.

Le tre organizzazioni che rappresentano il Commercio Equo italiano (Equo Garantito, Fairtrade Italia e Associazione Italiana Botteghe del Mondo) hanno recentemente promosso una campagna di coinvolgimento dei sindaci italiani, che ha mobilitato 105 amministratori di città piccole, medie e grandi per sollecitare il Parlamento e chiedere la chiusura dell’iter legislativo per l’approvazione definitiva della Legge.

Fairtrade Italia è il consorzio che dal 1994 rappresenta e promuove il Marchio di Certificazione Fairtrade e i valori del Commercio Equo e Solidale certificato sul territorio italiano. Equo Garantito (già AGICES – Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale) è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane, mentre Associazione Botteghe del Mondo nasce nel 1991 per creare una rete di economia solidale tra le Botteghe del Mondo e promuovere il Commercio Equo e Solidale a tutti i livelli.

Confermato lo sciopero della Gdo il venerdì prima di Natale, Coop comprese

Sciopero confermato (come annunciato due settimane fa) per venerdì 22 dicembre, ed è dunque spesa a rischio nella grande distribuzione e nei supermercati Coop. La protesta indetta dai sindacati del commercio di Cgil, Cisl e Uil è a sostegno del rinnovo del contratto della Distribuzione Cooperativa e della definizione di quello della grande distribuzione, scaduti entrambi da quattro anni. Coinvolti circa 300mila lavoratori impegnati nella grande distribuzione organizzata e 50mila delle Coop. Anche se non si prevede un’adesione tale da portare alla chiusura dei punti vendita, sono previsti presidi e manifestazioni programmate nei pressi di centri commerciali e Coop o Ipercoop. Interessati anche i grandi gruppo come Ikea. I sindacati protestano contro la proposta di aumenti salariali troppo bassi e contro la richiesta di ridurre il pagamento dei primi tre giorni di malattia.

Le iniziative programmate nei territori ad oggi sono, a Roma lavoratrici e lavoratori si ritroveranno a Piazza San Silvestro alle 9; a Milano si svolgerà un presidio davanti la sede di Federdistribuzione. Da qui partirà un corteo diretto a piazza della Scala; a Bologna, un corteo partirà dalla Despar di via Stalingrado per arrivare alla sede della Legacoop; a Cagliari, presidio e manifestazione davanti La Rinascente di via Roma. Aggiornamenti sul sito Filcams. Varie le iniziative organizzate a livello locale.

 

 

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