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Anna Muzio

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Nuova vita per il Tigre Amico di Amatrice, riapre in un plesso commerciale con 45 attività

A volte arrivano anche le belle notizie: ha riaperto dopo il devastante terremoto dell’agosto scorso il Tigre Amico di Amatrice. La nuova apertura, al via dal 12 ottobre in Viale Padre Giovanni Minozzi all’interno di un plesso commerciale che ospiterà 45 attività commerciali, rappresenta un segno forte per il territorio che non ha mai voluto piegarsi alle conseguenze del sisma. Con la stessa voglia di reagire e riappropriarsi della quotidianità fatta anche di rapporto con la clientela, il negozio del canale franchising del Gruppo Gabrielli sarà aperto al pubblico tutti i giorni dalle 8 alle 20; la domenica dalle 8 alle 13.

Un ingresso accogliente apre con l’offerta dell’ortofrutta con il meglio che il territorio ha da offrire, assecondando localismi e stagionalità come è tipico delle insegne facenti capo al Gruppo Gabrielli; si prosegue con un vasto assortimento per soddisfare le esigenze della spesa quotidiana caratterizzata dalla freschezza di tutti i giorni. Un ampio banco carne assistito accompagna il cliente nel transito in negozio proseguendo con l’offerta proposta nei reparti pane, taglio salumi e latticini, surgelati duri e scatolame per un totale di quattro corsie in cui sono esposte circa 5000 referenze food e circa mille non food.

Due casse e otto addetti alla vendita soddisfano i bisogni dei clienti e coaudiuvano gli acquisti con consigli sempre utili descrivono un team pronto a tornare perché i veri amici tornano sempre.

«Con orgoglio e molta emozione torniamo in questo territorio, il nostro – ha detto Emidio Chiappini in rappresentanza dei titolari del punto di vendita Laura Foglietta, Daniele Bulzoni e Mauro Chiappini – perché crediamo nell’importanza di esserci per contribuire alla ripresa, non solo economica ma anche sociale legata alla quotidianità da cui siamo stati privati per molto tempo. Grazie a tutti i colleghi e collaboratori che oggi con noi prendono parte a questo nuovo inizio».

 

Economia circolare al centro commerciale, succede a Villanova di Castenaso (Bo)

Può un centro commerciale, tempio per eccellenza del consumo, diventare un laboratorio di economia circolare? Può, se dietro c’è l’impegno di Impronta Etica, un’associazione senza fini di lucro che promuove la sostenibilità e la responsabilità sociale di impresa, e di tre aziende: Camst-La Ristorazione Italiana, Coop Alleanza 3.0 e Igd SiiQ. Questi soggetti hanno deciso di fare del centro commerciale Centro Nova di Villanova di Castenaso (Bologna) il centro del progetto “Waste2Value”, nel quale hanno coinvolto attivamente Future Food Institute come knowledge partner e facilitatore. Il centro commerciale sarà il “momento narrativo” del progetto, in cui far convergere le attività di comunicazione e raccolta di idee, intercettando e coinvolgendo la comunità più ampia anche in diversi momenti e contesti. Ogni fase del progetto sarà raccontata anche sul sito internet dedicato, in un processo di storytelling attivo e partecipato.

Il progetto “Waste2Value” parte dal presupposto che ogni anno in Europa vengono sprecate circa 88 milioni di tonnellate di cibo, con un costo per la collettività di 143 miliardi di euro. L’idea quindi è quella di riportare nei cicli produttivi le materie che sono considerate “scarto” trasformandole in una risorsa: progettare, prototipare e realizzare soluzioni alternative e replicabili per la creazione di prodotti e servizi grazie al riutilizzo degli scarti di lavorazione e dei rifiuti organici – che altrimenti non troverebbero alcuna collocazione in filiere già avviate – attraverso un modello di economia circolare ​a ciclo chiuso, interno al centro commerciale. Insomma, un progetto per diffondere la cultura della sostenibilità e promuovere l’economia circolare sul territorio, verso tutta la comunità, dalle scuole alle università, sino ai visitatori dei centri commerciali, attraverso un processo di coinvolgimento attivo e partecipato. Il progetto, in corso di svolfimento, si articola in diverse fasi: dall’identificazione di possibili soluzioni sino alla loro prototipazione​, passando per un necessario confronto con la comunità, i soci e i dipendenti delle imprese coinvolte nel progetto.

Il percorso è iniziato lo scorso giugno con un hackathon di tre giorni, una maratona creativa che ha coinvolto decine di studenti delle scuole superiori e dell’università per ragionare sul tema dello spreco alimentare. Due progetti si sono distinti in questa sfida: “RePOD, proteggiamo le tue piante​” di Tommaso Tota, Mattia Pagliuso e Paola Dileo, che vuole usare i fondi di caffè e le bucce di arancia di scarto prodotte all’interno dei centri commerciali per realizzare delle piccole capsule 100% biodegradabili a lento rilascio per la fertilizzazione delle piante domestiche; e “RECYCLart, l’arte del riciclo” di Angelica Trinchera, Francesco Dell’Onze e Martina Malucchi, una piattaforma online che ha l’obiettivo di creare un ponte fra le imprese produttrici di scarti e tutte quelle entità che utilizzano questi ultimi come risorsa primaria per la creazione dei loro prodotti.

I successivi passi del progetto vedranno l’evento “Waste2Value”, con il coinvolgimento dei clienti del centro commerciale nell’elaborazione di idee sullo scarto alimentare, l’analisi di fattibilità dei progetti selezionati da parte dello staff delle imprese socie e la realizzazione delle stesse con l’aiuto dei fablab, una rete di makers e artigiani digitali. Tutto si concluderà con un evento all’interno del centro commerciale durante il quale saranno premiati e raccontati i progetti vincitori.

Roma caput Lush, il flagship più grande, con giardino, aprirà in via del Corso

Lush, la catena di cosmetici etici inglese apre il flaghip più grande d’Italia. E lo fa a Roma, nella centralissima via del Corso, venerdì 20 ottobre alle 15, quando sarà inaugurato il negozio di 250 metri quadri, con 120 metri quadri di giardino e un design interamente improntato alla sostenibilità. Il nuovo store offrirà ai clienti un’esperienza di shopping del tutto rinnovata. Lush Roma Corso sarà la punta di diamante di Lush per il 2017, anno che segna un importante sviluppo in Italia dell’azienda britannica nata nel 1995, e che ha Roma come cuore dell’espansione: dapprima la recente apertura di Lush Porta di Roma, il più grande negozio d’Italia all’interno di un centro commerciale, proseguito con l’inaugurazione del punto vendita Lush Roma Trevi, in una delle aree di maggiore interesse turistico della città, poi il prossimo grande negozio di via del Corso ed entro l’anno un punto vendita alla stazione Termini.

Il nuovo store romano propone un percorso sensoriale innovativo e intende coinvolgere il cliente in un vero e proprio viaggi multisensoriale. La principale novità è l’area dedicata all’haircare, grazie a una Hair Demo Area, uno spazio che permetterà ai clienti di provare i trattamenti haircare direttamente in negozio da una poltrona immersa in uno spazio completamente green. Nello store romano saranno venduti in esclusiva mondiale gli oli solidi per il viso, fiore all’occhiello della ricerca e ultimo ritrovato dell’innovazione in casa Lush, ultimo esempio dei prodotti capaci di sfidare l’industria della cosmesi che sono la forza del concept Lush. «Contengono oli essenziali e burri vegetali coltivati ed acquistati eticamente da tutto il mondo. Completamente vegani, sono autoconservanti, nudi e privi di packaging, a rappresentare a pieno la filosofia Lush» dice Alessandro Commisso, product inventor Lush UK. Saranno venduti in esclusiva per l’apertura dello store anche i nuovi oli essenziali solidi, da utilizzare su tempie e polsi o da sciogliere nel brucia incensi. A sottolineare la forte connessione con il territorio, disponibile in edizione limitata italiana l’olio essenziale al bergamotto, con materie prime provenienti dalla Calabria.

Altra novità di prodotto, l’area dedicata alla vendita, per la prima volta in Italia, di cd e vinili dell’etichetta discografica ECC Records, che propongono una musica ricercata e avvolgente, con l’idea di arricchire e coccolare lo spirito come i prodotti cosmetici fanno con il corpo. L’idea è di Mark Constantine, uno dei fondatori e anima carismatica di Lush.

Ma il vero punto di forza del negozio romano è il giardino di 120 metri quadri, con un’antica fontana del 1700 e una palma, che si propone di offrire ai clienti romani un momento di relax. Il progetto firmato ABITOarchitettura powered by Cantiere Galli Design, il primo Interior Design Center di Roma, propone un’installazione di elementi mobili realizzati con persiane di recupero, utilizzate come pareti divisorie e coperture a brise-soleil a mimare una tradizionale facciata romana. Il tutto arricchito da essenze ed erbe aromatiche.

Per celebrare l’opening del nuovo flasgship, Lush porta a Roma Corso la mostra itinerante “What is that smell?”, un percorso volto a far riflettere sugli oli essenziali, che sono il cuore della produzione Lush, e il loro utilizzo nella cosmesi.

«Il nuovo store – dice Alessandro Andreanelli, amministratore delegato di Lush Italia – è un vero e proprio tempio della multisensorialità: rivoluzionario nella struttura, vanta addirittura un ampio giardino dedicato al relax dei nostri clienti, uno spazio di scambio e di incontro dove si susseguiranno eventi, attività benefiche e culturali. Rappresenta il nostro ringraziamento alla città di Roma che da anni supporta con caloroso affetto un brand così innovativo, accattivante e capace di sfidare l’industria della cosmesi con un modello di business unico nel suo genere e un tocco di profumata freschezza».

Spesa online pronta a decollare ma il punto vendita resta, ci vuole integrazione

Intervista a Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c, che dà i numeri di un settore, il Food&Grocery, tra i più performanti per il ritmo di crescita (900 milioni di euro nel 2017, +43% sul 2016), destinato grazie ai nuovi ingressi a crescere anche nel 2018. Oggi però copre solo lo 0,5% del mercato.
«Il ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati nell’eCommerce [ha una quota sulle vendite totali inferiore al 6% contro il 19% di Uk, il 15% degli USA e il 14% di Germania e Cina] permane ed è riconducibile alla ridotta penetrazione nei comparti di prodotto e specialmente nel Food&Grocery (0,5%). Nonostante il fermento imprenditoriale degli ultimi anni, il settore non è in grado di garantire una copertura territoriale diffusa e omogenea sul territorio italiano: solo il 15% della popolazione infatti può effettuare online la spesa “da supermercato” con livello di servizio idoneo, mentre un altro 55% della popolazione ha un accesso solo potenziale all’eCommerce, tramite iniziative sperimentali, isolate e con limitata capacità».

Va detto che, dopo l’arrivo di Amazon, nuove iniziative per la spesa online da parte delle insegne storiche sono in preparazione o sono partite nel 2017 (Easycoop, Selex, i drive di Nova Coop e di Esselunga, ad esempio) dunque ci si attende una diffusione sempre più ampia del fenomeno. Che non eliminerà il punto vendita fisico, fondamentale per il comparto ma che deve pensare prima di tutto all’integrazione.

Coop Eridana e Coop Sicilia entrano in Coop Alleanza 3.0

Si allarga la rete di Coop Alleanza 3.0 con due nuove entrate, operative dal 1° gennaio 2018: Coop Eridana e Coop Sicilia. Le fusioni sono state approvate sabato scorso dalle rispettive assemblee. 

Le due operazioni di fusione sono del tutto autonome e indipendenti l’una dall’altra: Coop Eridana è infatti una cooperativa di consumatori presente nelle province di Parma e Piacenza (con 26 mila soci, 182 lavoratori e 20 punti vendita), mentre Coop Sicilia è una S.p.A. già controllata al 100% da Coop Alleanza 3.0 (con 1.100 lavoratori e 12 punti vendita in diverse province dell’isola).

L’operazione è coerente con la storia della cooperazione, fatta di unioni progressive, per diventare più forti e poter offrire i prodotti e i servizi migliori al prezzo più giusto.

Come si legge in una nota, “Coop Alleanza 3.0 potrà così continuare a operare nel mercato con sempre maggiore efficacia ed efficienza, grazie a sinergie e razionalizzazioni, favorendo lo sviluppo e rispondendo al meglio alle esigenze in rapido cambiamento delle persone, specie in questo contesto economico di riduzione dei consumi, estendendo anche a nuovi territori le azioni e i vantaggi previsti dal Piano strategico 2017-2019”.

 

Piano di sviluppo in Sicilia

Emblematico il caso della Sicilia, “in una situazione di difficoltà del mercato, mentre altre insegne della grande distribuzione scelgono di disinvestire nel Sud nel Paese”. Per valorizzare il marchio Coop in Sicilia è stato lanciato un piano di sviluppo che prevede l’adozione di nuove politiche commerciali e una riorganizzazione della rete, con l’apertura entro il 2020 di nuovi negozi e l’ammodernamento di quelli esistenti, insieme a vantaggi riservati ai soci e una più intensa attività per le comunità e i territori.

I due progetti di fusione sono stati approvati sabato mattina. Quello con Coop Eridana è stato ratificato dall’assemblea generale dei soci delegati di Coop Alleanza 3.0, che ha confermato il voto espresso da oltre 7 mila soci nelle assemblee separate. Parallelamente, anche Coop Eridana ha tenuto le proprie assemblee separate e l’assemblea generale, che hanno espresso parere favorevole alla fusione. La fusione di Coop Sicilia in Coop Alleanza 3.0 è stata invece approvata grazie al voto favorevole dell’assemblea di Coop Sicilia.

Coop Alleanza 3.0 è la più grande cooperativa di consumatori italiana con 2,3 milioni di soci, 22 mila lavoratori e oltre 400 punti vendita in 12 regioni, includendo anche le società controllate.

eCommerce a 23,6 miliardi nel 2017 (+17%), per la prima volta i prodotti superano i servizi

Avanza l’eCommerce in Italia e cambia pelle, o meglio carrello: con un totale d 23,6 miliardi nel 2017, grazie alla crescita di tutti i settori tra cui Informatica ed Elettronica (+28%), Abbigliamento (+28%), Food & Grocery (+43%) e Arredamento e home living (+31%), i prodotti acquistati online nel 2017 fattureranno 12,2 miliardi di euro (52% del totale, con un incremento del 28%), superando per la prima volta i servizi. E, se la quota di mercato è ancora bassa, più che negli altri Paesi europei (del 5,7%) non si può più negare che l’eCommerce sia una realtà con la quale tutti i retailer devono confrontarsi, pena l’estinzione (un esempio si tutti: la recentissima decisione di Ikea di vendere i suoi prodotti online affidandoli a un marketplace, con Amazon e Alibaba candidati più papabili). 

Il valore totale degli acquisti online da parte dei consumatori italiani raggiunge nel 2017 i 23,6 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al  2016. I Servizi crescono del+7% e si assestano a 11,4 miliardi.
Il Turismo si conferma primo settore seguito da Informatica ed elettronica di Consumo e Abbigliamento. Tra i settori emergenti i più importanti sono Arredamento e home living e Food&Grocery, che insieme valgono quasi 1,8 miliardi di euro. Gli acquisti via smartphone crescono del 65% e superano quest’anno i 5,8 miliardi di euro. È lo scenario del mercato del commercio elettronico presentato ieri dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “eCommerce B2c in Italia: servono visione, coraggio e perseveranza!”.

«Nel 2017 l’eCommerce mondiale è stato caratterizzato da diversi fatti particolarmente significativi – afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -. Tra questi ricordiamo le alleanze stipulate da alcuni grandi merchant eCommerce e operatori di differente natura (per sviluppare congiuntamente tecnologie o per espandersi commercialmente), l’affermazione di alcuni trend tecnologici (in primis assistenza vocale e chatbot) e la consacrazione delle principali ricorrenze eCommerce (Single Day, Black Friday e Cyber Monday). D’altro canto il 2017 è stato anche l’anno degli accesi dibattiti sugli effetti dell’online sul commercio tradizionale. Il successo di alcune iniziative eCommerce ha messo infatti a dura prova, in mercati più maturi dell’Italia, la sopravvivenza di alcune insegne della grande distribuzione tradizionale, tra cui quelle incapaci di progettare efficaci soluzioni ibride online – offline».

 

Paniere digitale “europeo”
Il paniere degli acquisti online si sta lentamente avvicinando a quello rilevato nei principali mercati più evoluti (dove i prodotti incidono per il 70% circa).

Nel 2017 gli acquisti di prodotti valgono 12,2 miliardi di euro. Il primo settore è l’Informatica ed elettronica di consumo con circa 4 miliardi di euro e un tasso di crescita del 28%. Gli acquisti nell’Abbigliamento (capi di vestiario, scarpe e accessori) crescono del 28% e raggiungono 2,5 miliardi di euro, non solo grazie al fashion ma anche al mass market. Tra i settori più performanti per il ritmo di crescita, troviamo il Food&Grocery (+43%) l’Arredamento e home living (+31%) con 900 milioni di euro ciascuno. Infine c’è l’Editoria con 840 milioni di euro (+22%). Gli acquisti in tutti gli altri comparti di prodotto valgono insieme 3,2 miliardi di euro nel 2017, in crescita del 27% rispetto al 2016. Qui si distingue il contributo dei Ricambi auto, con l’acquisto online pezzi di ricambio e pneumatici, del Beauty e dei Giocattoli. L’acquisto di prodotti genera circa 150 milioni di ordini all’anno con uno scontrino medio di 85 euro.

Nei servizi, che valgono complessivamente 11,4 miliardi di euro, il Turismo e trasporti si conferma il primo comparto dell’eCommerce italiano con 9,2 miliardi. La crescita (+7%) è riconducibile agli acquisti di biglietti per i trasporti ferroviari e aerei, alla prenotazione di appartamenti e case vacanze (attraverso gli operatori della sharing economy) e alla prenotazione di camere di hotel. Gli acquisti online nelle Assicurazioni raggiungono quota 1,3 miliardi di euro (+6%) e rimangono focalizzati sulle RC Auto. Tra gli “Altri Servizi”, che valgono circa 900 milioni di euro (+3%), rimangono importanti i contributi del Ticketing per eventi e delle Ricariche telefoniche. L’acquisto di servizi genera circa 50 milioni di ordini all’anno con uno scontrino medio di 235 euro.

«Il tasso di penetrazione totale degli acquisti online sul totale retail passa dal 4,9% del 2016 al 5,7% del 2017 con i Prodotti al 4% e i Servizi al 9%, e i tassi più alti sono stati raggiunti da Informatica ed Elettronica di consumo (20%) e Turismo (30%)» spiega Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c -. Il ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati eCommerce permane ed è riconducibile alla ridotta penetrazione nei comparti di prodotto e specialmente nel Food&Grocery (0,5%). Nonostante il fermento imprenditoriale degli ultimi anni, il settore non è in grado di garantire una copertura territoriale diffusa e omogenea sul territorio italiano: solo il 15% della popolazione infatti può effettuare online la spesa “da supermercato” con livello di servizio idoneo, mentre un altro 55% della popolazione ha un accesso solo potenziale all’eCommerce, tramite iniziative sperimentali, isolate e con limitata capacità».

«Dalla ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2c emergono dati che trovano conferma anche dalla nostra esperienza. Il numero degli italiani che acquista online continua a crescere senza sosta e in maniera consistente (+10% rispetto allo scorso anno), mentre il valore della domanda eCommerce B2c è raddoppiato dal 2013. Siamo convinti che non esista più un consumatore tipico online, bensì un consumatore che usa indifferentemente diversi canali, online e offline, ricercando in essi un’esperienza d’acquisto fluida e coerente. Il fatto che il retail stia perdendo terreno rispetto all’eCommerce non significa che sia destinato a scomparire, ma che sia divenuto improrogabile per il commercio tradizionale ridefinire i propri paradigmi in termini di esperienza per il cliente» commenta Maurizio Capobianco, Regional Vice President per l’Italia, la Spagna e il Portogallo di Salesforce Commerce Cloud.

Uno su tre da smartphone, in tutti i settori
Nel 2017 un terzo degli acquisti eCommerce, a valore, è concluso attraverso smartphone o tablet. L’incidenza di questi device è quintuplicata nel giro di cinque anni: nel 2013 la somma di tablet e smartphone valeva infatti solo il 6%. Ancora più significativa la crescita dello smartphone: il suo contributo è passato infatti dal 4% nel 2013 al 25% nel 2017. In valore assoluto, gli acquisti eCommerce da smartphone superano, nel 2017, i 5,8 miliardi di euro, con una crescita del +65% rispetto al 2016.
L’importanza di questo canale per il consumatore è visibile in tutti i principali comparti merceologici: il tasso di penetrazione dello smartphone sul totale eCommerce sfiora o supera il 30% nella maggior parte dei settori di prodotto (Editoria, Abbigliamento, Informatica ed elettronica, Food&Grocery) ed è pari al 15% nel Turismo e al 5% nelle Assicurazioni.

I Web shopper italiani, esercito di 22 milioni
Nel 2017 i web shopper italiani – ossia i consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online nell’anno – sono 22 milioni e crescono del 10% rispetto al 2016. Tra questi, gli acquirenti abituali – ossia i consumatori che effettuano almeno un acquisto al mese – sono 16,2 milioni e generano il 93% della domanda totale eCommerce (a valore), spendendo online in un anno, mediamente, 1.357 euro ciascuno. Gli acquirenti sporadici sono invece 5,8 milioni, generano il restante 7% della domanda eCommerce e spendono mediamente 284 euro all’anno.

La crescita dell’export
Nel 2017 l’Export, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri, vale 3,5 miliardi di euro e rappresenta il 16% delle vendite eCommerce totali.
I prodotti, grazie a una crescita del 19%, valgono 2,3 miliardi di euro e rappresentano il 67% delle vendite oltre-confine. La bilancia commerciale (Export – Import) nei prodotti è, a differenza dei servizi, positiva e vale 800 milioni di euro (+150 milioni di euro rispetto al 2016). L’Abbigliamento, grazie alla notorietà dei brand italiani e alle competenze digitali sviluppate da alcune Dot Com o boutique multi-brand nazionali, è responsabile del 65% dell’Export di prodotto. L’Export di servizi si ferma a circa 1,2 miliardi di euro, con un tasso di crescita sostanzialmente nullo, a causa di alcuni isolati fenomeni sfavorevoli legati ad attori del settore Turismo.

Il Viaggiator Goloso lancia una linea di birre artigianali made in Italy

Punta su un segmento in grande crescita, quello delle birre artigianali che ormai hanno preso piede anche in Italia, il Viaggiator Goloso che lancia una nuova linea con referenze italiane, non pastorizzate e non microfiltrate. Realizzate secondo lo stile Pale Ale, nascono dal Birrificio Hibu di Burago Molgora (MB) e sono disponibili in tre varianti che si distinguono per aroma e gradazione alcolica:
Indian Pale Ale (Bottiglie da 33 e 75 cl): una birra ruvida, amara e dissetante, con sentori di fiori e agrumi. Ottima da abbinare a carni bianche e verdure grigliate, ha una gradazione alcolica di 7°.
Golden Ale (Bottiglie da 33 e 75 cl): è una birra secca e fruttata al tempo stesso, con sentori erbacei e agrumati dati dal mix di luppoli. Si abbina con zuppe di pesce e crostacei o con verdure alla griglia e ha una gradazione alcolica di 4,5°.
Bitter Ale (bottiglie da 33 cl): generosamente profumata e dal colore ambrato, trova il suo abbinamento ideale in un tortino al cioccolato. La gradazione alcolica è 4,5°.

Lo stile Pale Ale, originario della Gran Bretagna, usa lieviti ad alta fermentazione e malti di colore chiaro che conferiscono alla birra una colorazione più chiara rispetto alle classiche Ale, alle ambrate o alle scure.
Le birre artigianali il Viaggiator Goloso sono disponibili nei punti vendita Unes, U2 Supermercato e negli store il Viaggiator Goloso.

La spesa più personale (e soddisfacente)? La sa l’inconscio, eBay sperimenta a Londra

È una grande notizia per gli eterni indecisi che impiegano ore a scegliere il colore della gonna o dei calzini da acquistare, mentre qualcuno penserà subito a un futuro distopico di controllo delle menti, dove non saremo neppure più in grado di decidere ciò che vogliamo acquistare: di certo è un esperimento affascinante quello fatto da eBay a Londra all’inizio del mese con il pop up “The Art of shopping”. L’ultima frontiera della personalizzazione. Obiettivo: “riportare l’ispirazione nello shopping” combinando neuromarketing, scienza e opere d’arte. Come a dire: solo l’inconscio conosce i nostri più reconditi desideri, anche di acquisto, e le neruoscienze ce li possono rivelare meglio di noi stessi.

In uno spazio che era una galleria d’arte curata da Saatchi Art i visitatori venivano incoraggiati a guardare le opere con una fascia in testa che monitorava le loro reazioni. A questo punto una tecnologia detta MyndPlay creava un carrello su misura de cliente, con una serie di prodotti consigliati. Perché – è il sottinteso – una esperienza di shopping piena e ispirata darebbe lo stesso piacere che può suscitare il godimento di un’opera d’arte, o di un corridore di formula 1 quando giunge alla fine del circuito.

 

Come ha detto il Vicepresidente di eBay UK, Rob Hattrell: «eBay incoraggia i consumatori e rigettare le cose noiose e grigie e smetterla di fare la spesa come tutti gli altri. Vogliamo che i consumatori siano più coraggiosi ed esprimano la loro individualità».

Pe inciso secondo eBay sarebbero circa la metà dei consumatori britannici quelli che sarebbe pronti a un approccio più personalizzato agli acquisti mentre gli altri preferiscono seguire il branco e restare nella comfort zone; ai primi punta eBay.

Fantascienza? Forse, ma intanto il pioniere delle aste online entro fine anno ha intenzione, secondo il Daily Mirror, di lanciare una homepage basata sull’intelligenza artificiale e il machine learning per assicurare un livello di personalizzazione mai raggiunto negli acquisti.

Sushi Daily debutta nei supermercati Tigros con due corner

C’è un nuovo servizio nei supermercati Tigros di Busto Arsizio e Solbiate Arno: il sushi preparato sul posto, nei corner Sushi Daily. L’operatore francese intensifica infatti la sua presenza nelle maggiori catene della grande distribuzione e debutta nell’insegna varesina con l’apertura di due nuovi corner all’interno del punto vendita di Busto Arsizio (VA), che sarà il primo ad ospitare le creazioni quotidiane degli artigiani del sushi della catena francese, mentre dal 25 ottobre sarà la volta di quello di Solbiate Arno (VA).

Nei nuovi punti vendita lombardi i visitatori potranno assaggiare prodotti esclusivi e realizzati al momento. I box di Sushi Daily si propongono come la giusta alternativa a panini o insalata per la pausa pranzo o come un aperitivo quando ci sono ospiti a casa ma con poco tempo per cucinare.

Oltre ai classici Sushi, Maki, Nigiri, Sashimi e Temaki, sono molte le ricette originali firmate Sushi Daily, dal Crunch Cali Roll al Verde Maki passando per le ultime golose novità come le Sushi Donuts.

Sushi Daily sarà presente nei supermercati Tigros di Busto Arsizio (VA), Viale Luigi Pirandello, 9 e di Solbiate Arno (VA), Via Caduti del Lavoro, 45.

La rete di vendita TIGROS conta oggi 59 punti vendita in nove dei quali è attivo TIGROS DRIVE, servizio innovativo che permette di ordinare la spesa online e ritirarla comodamente presso il punto vendita.

Penny Market acquisisce sette negozi Tuodì in Liguria

Penny Market punta sulla Liguria rafforzando la propria presenza in Nord Italia con l’acquisizione di sette negozi dalla società Dico SpA ad insegna Tuodì. Si avvia alla conclusione, quanto meno in Liguria, la vicenda dei supermercati dalla società Dico SpA, la catena discount di proprietà della famiglia Faranda in crisi da mesi e i cui dipendenti a settembre avevano ottenuto la Cassa integrazione.

I negozi acquisiti sono ubicati a Arcola, Borghetto Santo Spirito, Casarza Ligure, Finale Ligure, Genova Pegli, Imperia e Sanremo. Saranno sottoposti a un remodelling per essere adeguati al concept Ambiente 3.0 di Penny, un negozio completamente ripensato ponendo il cliente al centro, attraverso studi di Shopper Marketing relativi al percorso dei consumatori nei negozi e alle logiche decisionali applicate davanti allo scaffale, con ampio spazio ai freschi (con frutta di stagione 100% Italiana e di prima categoria) garantendo sempre il miglior prezzo, lettura semplificata dello scaffale e delle promozioni e buon livello di servizio offerto al cliente. Un’attenzione particolare, all’interno di questo progetto di ammodernamento, è riservata all’illuminazione che, oltre a prevedere la sostituzione di tutte le lampade con apparecchi a basso consumo, viene adattata alla struttura del punto vendita e modificata a seconda delle aree e delle categorie merceologiche, in modo da renderle immediatamente riconoscibili anche dal punto di vista dell’illuminazione.

«Abbiamo colto questa opportunità perché questi punti vendita si inseriscono pienamente nella strategia di sviluppo della rete di Penny Market, presidiando un’area ad alto potenziale come quella ligure – ha dichiarato l’amministratore delegato di Penny Market Italia Roberto Fagnani -. Inoltre, contiamo sull’elevato standard innovativo del modello Ambiente 3.0 per fornire ai consumatori un’inedita esperienza di acquisto».

I negozi apriranno martedì 10 ottobre (Casarza (GE), Corso Gramsci 6, Genova Pegli (GE), Via Piandilucco 2, Finale Ligure (SV), Corso Europa, Arcola (SP), Via della Repubblica Loc. Ponte di Arcola) e giovedì 12 ottobre: (Borghetto S. Spirito (SV), via Verdi 7-9-11/R, Sanremo (IM), via Bixio 37 e Imperia, via Tommaso Littardi).

I nuovi punti vendita ospiteranno un vasto assortimento dedicato ai prodotti tipici regionali forniti da aziende strettamente integrate nel territorio, in particolare per le categorie Freschissimi Salumi e Formaggi, Pane Fresco e Vini e, come tutti i punti vendita Penny Market, avranno in assortimento circa 60 prodotti a marchio privato CUOR DI TERRA con le migliori tipicità dei prodotti italiani. All’interno di alcuni dei sette punti vendita, sarà inoltre presente la Macelleria, dove i clienti potranno apprezzare il meglio dei prodotti regionali disponibili e un banco Gastronomia dove trovare sfiziose specialità ogni giorno.

 

 

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